Relazione Tecnica Generale Impianto idroelettrico sul Fiume Noce – “MICROHYDRO NOCE 1” –AMNIS S.r.l.
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INDICE
1 Generalità ........................................................................................................................................................... 2 2 Descrizione dello Stato dei Luoghi ................................................................................................................ 5 3 Caratteristiche generali dell’impianto idroelettrico ...................................................................................... 6
3.1 Strumentazione di monitoraggio ................................................................................................. 11 3.2 Il rilascio del DMV ........................................................................................................................ 11 3.3 L’opera di centrale ......................................................................................................................... 13 3.4 Il canale di restituzione ................................................................................................................. 14
3.4.1 SCOMPARTO B.T. 17
3.4.2 Controllo 18
3.4.3 Sistema di acquisizione 18
4 Il cronoprogramma delle derivazioni .......................................................................................................... 18 5 Bibliografia ...................................................................................................................................................... 23
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1 GENERALITÀ
La presente relazione illustra le caratteristiche generali del progetto per la realizzazione di un impianto micro-
idroelettrico in agro del Comune di Trecchina (Pz). Come è noto le briglie degli alvei montani hanno lo scopo
di ridurre fenomeni erosivi e stabilizzare le pendenze d’alveo attraverso salti che svolgono la funzione anche
di dissipatori di energia. L’opera si inserisce su una briglia preesistente sfruttando il salto della briglia stessa ed
offrendo un sistema di dissipazione artificiale alternativo e di maggiore efficienza.
L'impianto micro-idroelettrico ad acqua fluente è una costruzione molto semplice che preleva acqua da un
corso idrico successivamente convogliata mediante una condotta forzata ad una turbine per produrre energia
elettrica. Negli impianti ad acqua fluente la turbina produce con modi e tempi dipendenti dalla disponibilità
nel corso d’acqua. Quando il corso d’acqua è in magra e la portata scende al di sotto del 10-20% del valore di
progetto della turbina installata sull’impianto - la produzione di energia cessa.
Le opere principali che costituiscono un impianto ad acqua fluente per la produzione di energia elettrica sono:
1. L’opera di presa per il prelievo delle acque;
2. L'impianto di produzione ove sono ubicate le macchine elettromeccaniche atte alla produzione.
Nella Figura 1, sotto riportata, si individua il posizionamento su cartografia IGM dell'impianto idroelettrico in
progetto.
L’opera di derivazione costituita da un canale grigliato è posta a ridosso di una briglia esistente, le acque così
prelevate confluiscono all’interno di un canale di raccordo collegato mediante uno stramazzo alla vasca di
carico da cui parte il sistema di trasporto, tramite apposita condotta fino al locale interrato posto a valle, dove
è alloggiata la turbina per la produzione di energia.
L’impianto prevede la realizzazione di un’opera di derivazione collocata sul Fiume Noce ad una quota pari a
circa 160.9 m s.l.m., mentre il canale di scarico che reimmette le acque turbinate nell’alveo ad una l’acqua
prossima ai 155.58 m s.l.m..
L'opera di presa situata è identificata dalle seguenti coordinate LAT/LONG riferite al centro della griglia di
derivazione e al punto di prelievo dell’acqua, individuato all’imbocco dell’impianto:
COORDINATE OPERE DI PRESA
Riferite alla Posizione dell’opera
in progetto
Longitudine 15°48'27.14"E
Latidudine 40° 1'56.28"N
Tabella 1. Coordinate delle opere di presa.
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Figura 1. Stralcio della cartografia IGM dell'area di intervento con indicazione dell’area oggetto
dell’intervento.
L’opera è stata concepita per sfruttare il salto disponibile immediatamente a valle di una briglia
esistente attraverso una breve derivazione che conduce le acque ad un mini-impianto di turbinaggio
totalmente interrato e non invasivo evitando qualsiasi tipo di modifiche plano-altimetriche in
prossimità del fiume. La briglia esistente si presenta segni di erosione e pertanto sarà ripristinata
attraverso interventi di ricucitura.
Nella figura seguente si riporta un planimetria esplicativa delle caratteristiche dell’impianto.
Lo scopo principale del progetto è la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, in totale
accordo con le politiche energetiche comunitarie e definendo un nuovo modello di progettazione
Area oggetto dell’intervento
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ideato nel rispetto dell’ambiente. Il progetto ovviamente ricade nella categoria di opere di pubblica
utilità mirate alla riduzione delle emissioni di gas serra e di inquinanti in atmosfera.
Nei paragrafi successivi, dopo una breve descrizione della potenzialità delle energie rinnovabili,
verranno illustrate ed approfondite tutte le caratteristiche generali del progetto.
L'impianto idroelettrico ad acqua fluente è una costruzione complessa. Nella presente proposta lo
schema è stato oltre modo semplificato arrivando ad una proposta essenziale, totalmente interrata,
priva di condotta forzata in cui l’opera di presa e l’opera di turbinaggio coincidono e che preleva e
reimmette l’acqua per un tratto brevissimo del Fiume e utilizzando una quota della risorsa idrica
minima rispetto alle disponibilità idriche.
Tutto allo scopo di innovare e definire una nuova politica nella creazione di impianti idroelettrici in
forte contrasto con le tendenza comune di creare impianti imponenti di forte impatto ambientale.
La realizzazione di piccoli impianti di questa tipologia rappresenta una strategia innovativa nella
gestione delle risorse idriche che impedisce, di fatto, la realizzazione di grandi interventi di
speculazione con prelievi su lunghi tratti.
Figura 2. Idea progettuale posta in contrasto allo sviluppo di schemi idraulici sviluppati su lunghi percorsi.
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2 DESCRIZIONE DELLO STATO DEI LUOGHI
L’area oggetto del presente intervento si colloca lungo l’asta principale del Fiume NOCE sfruttando
le preesistenze infrastrutturali per lo sviluppo delle opere. In particolare, il punto di prelievo ricade in
corrispondenza di una briglia esistente in buono stato con un’erosione centrale che potrà essere
sistemata attraverso il presente progetto (si veda Figura 3). È importante sottolineare che la struttura
non presenta effetti di sifonamento e quindi è ancora in un buon stato di conservazione, ma va
sistemata prima che intervengano effetti erosivi peggiorativi. Pertanto la realizzazione della presente
opera sarà realizzata immediatamente a ridosso di detta opera fornendo anche un presidio
permanente sul tratto fluviale consentendo in futuro di manutenere nel tempo le opere fluviali di
pertinenza dell’opera di derivazione.
L’opera sarà realizzata mediante un piccolo canale di derivazione posto immediatamente a monte
della briglia identificata da qui attraverso un breve canale in CLS sarà convogliata verso un tombino
interrato in cui sarà collocata la turbina per la generazione di energia elettrica. A valle della turbina
sarà predisposto un canale di restituzione interrato fino ad attivare in prossimità della zona di
reimmissione dove il canale fuori terra sarà realizzato mediante piccole gabbionate.
Nel seguito sono riportate alcune foto che illustrano lo stato dei luoghi.
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Figura 3. Foto della briglia su cui istallare la microturbina della presente proposta.
3 CARATTERISTICHE GENERALI DELL’IMPIANTO IDROELETTRICO
L’impianto idroelettrico prevede la realizzazione di un opera di derivazione sul FIUME NOCE a
quota 160.9 m s.l.m.. L’opera di derivazione sarà dotata di una paratoia mobile telecontrollata per il
prelievo delle portate e di un canale dissabbiatore collegato alla turbina. Il volume derivato sarà
addotto fino all’impianto di turbinaggio totalmente interrato e mimetizzato nel sistema ambientale
attraverso un approccio progettuale innovativo in cui sono stati eliminati tutti i volumi fuori terra a
ridosso del sistema Fiume. La filosofia del progetto è quella di minimizzare l’impatto ambientale e
definire un sistema innovativo per la generazione di energia elettrica, infatti il presente progetto
utilizza una frazione del deflusso in alveo lasciando inalterate le fluttuazioni di portata naturali del
corso fluviale. L’impianto preleva queste portate per un breve tratto fluviale di circa 350m
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minimizzando in tal modo l’impatto ambientale prodotto sull’ecosistema fluviale che può risentire di
alterazioni protratte su un lungo tratto fluviale. Infine come già detto non comporta alterazioni delle
superfici ipotizzando opere interrate a meno di una piccola casetta di servizio collocata a circa 350m
di distanza dalla centrale di turbinaggio. Tale struttura è necessaria per la sistemazione degli impianti
di trasformazione e per il locale di consegna e lettura per ENEL.
L’impianto progettato prevede la derivazione di una portata massima pari a 1.102 m3/s, valore di
portata che corrisponde alla portata Q75, desunta dalla curva di durata, ridotta dell’aliquota rilasciata
per il Deflusso Minimo Vitale pari a 1,30 m3/s. Quest’impianto è stato pensato per lavorare in
condizioni di scarsa variabilità delle portate sfruttando una portata di progetto prossima alla portata
di morbida e pertanto garantita in alveo per lunghi periodi di tempo. Questo consente di indirizzare
la scelta dell’impianto di turbinaggio che sarà realizzato su una turbina di tipo Kaplan (si veda figura
seguente sulla scelta della macchina da adottare).
Figura 4. Schema di funzionamento delle diverse turbine in funzione dei parametri di velocità del
flusso e della prevalenza idraulica.
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Il salto geodetico a disposizione, pari a circa 5 m, consente di definire un impianto ad acqua fluente
che avrà una produzione variabile durante l’anno in ragione delle derivazioni effettuate durante le
diverse fasi dell’anno e delle disponibilità idriche. Passaggio preliminare per valutare la fattibilità
dell’opera è la valutazione e con le caratteristiche indicate nelle seguenti tabelle in cui si è assunto un
rendimento del gruppo turbina-generatore variabile con la portata defluente.
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Tabella 2. Dati relativi al funzionamento dell’impianto in progetto su un anno idrologico.
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Sulla base delle analisi idrologiche è stato possibile simulare il regime di funzionamento dell’impianto
idroelettrico durante l’intero anno idrologico in modo da valutarne la fattibilità economica. Nel
presente caso è opportuno specificare che il carico in partenza è definito dalla quota di prelievo,
mentre a valle lo scarico è influenzato dalle fluttuazioni del livello idrico durante le varie fasi
dell’anno. Simulando simultaneamente comportamento del sistema fluviale e dell’impianto è
possibile definire la produzione potenziale dell’impianto durante l’anno idrologico medio. Nella
tabella seguente è riportata la sintesi di dette simulazioni.
Prospetto
Salto Geodedico [m] 5.32
Potenza Idraulica [kw] 59.95
Potenza Elettrica [kw] 45.08
Volume Turbinato [Mmc] 30.21
Potenza Nominale [kw] 50.00
Produzione Media Annuale [GWh] 0.34
Tabella 3. Caratteristiche generali dell’impianto idroelettrico.
L’opera in base alle caratteristiche esposte rientra nella categoria di impianti di produzione da fonti
rinnovabili – impianto idroelettrico ad acqua fluente con una potenza tale da favorire l’accesso alla
tariffa omnicomprensiva.
Un breve canale di scarico raccoglie le acque scaricate dai diffusori della turbina e le recapita nel
Torrente medesimo.
1.1 L’opera di derivazione
Per favorire il continuum fluviale, si ritiene opportuno utilizzare un’opera di presa a trappola,
costituita da un canale posto trasversalmente all’alveo al di sotto di esso e protetto da una griglia con
pendenza superiore a quella del fondo alveo. L’opera di presa sarà collegata ad un breve canale
dissabbiatore poi successivamente alla tubazione di adduzione.
Il manufatto consiste in una griglia di acciaio inox, sotto la quale è ricavato un canale trasversale di
raccolta, come nelle prese a trappola di tipo classico. L’acqua viene derivata attraverso la griglia,
mentre i pesci e il materiale trasportato dall’acqua passano sopra la griglia grazie all’aumento di
velocità.
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La griglia risulterà chiusa per una lunghezza pari al 20% della lunghezza totale della gaveta per
garantire un flusso continuo oltre la briglia presa in considerazione. Ovviamente, questo implica che
per un periodo dell’anno la portata che transita su questa porzione di gaveta sarà superiore al DMV,
mentre per i periodi di magra una porzione di deflusso dovrà essere reimmessa attraverso una
riduzione della derivazione. Quest’ultima quota è indicata in Tabella 1 come quota reimmessa in
alveo in telecontrollo.
3.1 Strumentazione di monitoraggio
In corrispondenza dell’opera di presa è prevista l’installazione di un idrometro per le misurazioni di
portata immediatamente a monte, in modo da garantire un migliore funzionamento dell’impianto, di
monitorare in continuo le portate in arrivo e valutare l’effettivo rilascio d’acqua in alveo.
Nonostante le caratteristiche dell’impianto siano tali da rendere impossibile qualsiasi prelievo nei casi
in cui la portata defluente risulti inferiore alla portata di Deflusso Minimo Vitale, tale controllo
consentirà di verificare se tale condizione è soddisfatta nel tempo.
Il misuratore di portata sarà installato sul fondo dell’alveo, per cui non visibile, e sarà costituito da
un trasduttore di pressione e sensori pneumatici "a bolle", con compensazione automatica della
pressione barometrica. Tale strumentazione è generalmente adottata per misurare il livello
piezometrico in piezometri, vasche di sedimentazione in bottini di presa di sorgenti, alvei naturali o
regolarizzati con stramazzi e briglie. Si prevede, inoltre, di installare una stazione meteo-
pluviometrica per la misura delle precipitazioni per consentire di eseguire un’analisi idrologica
afflussi/deflussi utile all’ottimizzazione della gestione dell’impianto su medio periodo. La stazione
meteo-pluviometrica sarà installata in corrispondenza dell’impianto di turbinaggio.
3.2 Il rilascio del DMV
Considerato che la normativa nazionale e regionale impone il rilascio di un deflusso minimo vitale in
alveo, è necessario progettare e realizzare un sistema che consenta di rispettare tale prescrizione
consentendo un rilascio di portata in modo sicuro e garantito nel tempo.
Nel presente caso, come può evincersi dalle indicazioni riportate nella relazione idrologica, il
deflusso minimo vitale è stato calcolato scegliendo il valore massimo dedotto da due differenti
metodologie ed, infine, incrementandone il valore ottenuto del 20% definendo un valore di DMV
pari a 1300 l/s. Per consentire il rilascio ininterrotto nel tempo di un DMV si prevede di realizzare
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una fascia centrale, rispetto alla briglia in cui viene realizzato la derivazione, in cui la griglia risulterà
occlusa per favorire un superamento della briglia ad un flusso pari al 20% del flusso totale in transito
sulla briglia oggetto di studio. Questa scelta è stata ispirata dalle procedure suggerite in Svizzera per
la realizzazione degli impianti idroelettrici, in cui si preferisce alla scelta di un DMV costante un
valore variabile nel tempo e proporzionale al deflusso registrato in alveo. Inoltre, considerate le
richieste della normativa italiana si è comunque previsto di rilasciare mediante regolazione della
derivazione un deflusso minimo vitale pari almeno a 1300 l/s fintanto che questa portata risulti
disponibile in alveo. Questo sarà possibile attraverso un sistema di telecontrollo della derivazione
che consentirà di stimare il flusso in ogni istante e determinare conseguentemente la portata
derivabile. Questi dati ovviamente potranno essere accessibili agli enti che fossero interessati a tali
misurazioni.
Nel presente caso, la ridotta lunghezza del tratto incanalato rappresenta un ulteriore elemento di
garanzia per l’ecosistema fluviale. Si ritiene utile fornire un elemento di analisi aggiuntivo rispetto
all’impatto dell’opera sul comportamento idraulico-idrologico del sistema fluviale. In particolare
nella figura seguente (Figura 5) vengono riportati il flusso in alveo e la portata derivata come
frazione della portata defluente durante il diversi periodi dell’anno. Si può notare attraverso questo
grafico che l’impianto in progetto effettua un prelievo contenuto in termini percentuali della portata
defluente durante tutto l’anno in cui il prelievo si significativamente al di sotto del 50% del deflusso
disponibile.
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Figura 5. Percentuale prelievi e portata in alveo in termini percentuali rispetto alla portata defluente
durante le varie fasi dell’anno in termini percentuali.
3.3 L’opera di centrale
Il flusso derivato è convogliato direttamente in un pozzetto realizzato al margine dell’asta fluviale in
cui è installata la microturbina. Nel posizionamento sia del canale di avvicinamento che della
microcentrale si è scelto di utilizzare aree esterne alla fascia fluviale corrispondente a T=500 anni e
analogamente si farà per tutta la parte elettrica legata alla trasformazione e la consegna è stata
dislocata in un area esterna all’area di inondazione corrispondente a T=500anni e risulterà
totalmente interrata.
Sulla tubazione per il collegamento alla turbina verranno installati organi di attenuazione per il colpo
di ariete.
Opportuni approfondimenti della struttura in c.a. sono previsti in corrispondenza dei diffusori di
scarico delle turbine. La centrale è dotata di un gruppo di generazione costituito da una turbina tipo
Kaplan ad asse verticale bi-regolante con le seguenti caratteristiche tecniche. Questo consente di
avere una buona elasticità sulla produzione e sui rendimenti della macchina per un buon range di
portate (si veda figura seguente).
La turbina si compone di Girante TIPO Kaplan con pale fuse in acciaio inossidabile, lavorate di
macchina e smerigliate a sagoma nel profilo palare e negli attacchi al disco, Trasduttore di vibrazione
per il controllo della linea d’asse della turbina (uscita 4-20 mA), Distributore della turbina, a direttrici
mobili in ghisa sferoidale, atto al funzionamento in coordinamento con le pale della girante,
completo di bussole, leve, bielle, anello rotante e servomeccanismo oleodinamico olio-olio. La
turbina grazie al funzionamento coordinato del movimento del distributore e delle pale della girante
sarà in grado di assumere la configurazione ottimale a fronte delle variazioni di salto e portata. La
chiusura di emergenza sarà garantita dalla presenza di un accumulatore olio-azoto installato a bordo
della centralina oleodinamica di comando.
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Figura 6. Curve di rendimento caratteristiche per differenti tipologie di macchine ivi inclusa la
turbina tipo kaplan (3).
L'impianto di produzione è completamente interrato e pertanto gli effetti riferiti a tutti gli indicatori
sopra menzionati sono da ritenersi nulli.
3.4 Il canale di restituzione
Il canale è stato progettato con una sezione di tipo circolare con diametro pari a 1,4m che poi si
immette in un breve tratto fuori terra in cui le arginature sono fatte in con gabbionature disposte in
direzione della corrente per non provocare effetti di ostacolo alla corrente.
Il canale di restituzione è pensato con un tratto di imbocco iniziale in contro pendenza per favorire
la presenza di acqua all’uscita della turbina in modo da avere sempre acqua in corrispondenza della
turbina. Questo evita la formazione di fenomeni cavitativi. Il dettaglio dell’opera è riportato negli
elaborati di progetto.
Esso sarà realizzato in cls per la porzione interrata mentre la porzione fuori terra sarà realizzata in
gabbioni. La forma e la pendenza assegnata al canale sono state pensate con una duplice finalità: 1)
garantire la presenza di acqua all’uscita della turbina e 2) consentire di dissipare il carico residuo di
energia presente all’uscita della turbina legato all’energia cinetica dell’acqua.
Lo studio del canale di restituzione è stato svolto con riferimento al caso in cui fosse presente a valle
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del canale una portata corrispondente ad una piena ordinaria (Q5=40mc/s) che per le caratteristiche
dell’alveo transita a valle dell’opera di presa con un tirante di circa 0,61m. Quest’ultimo rappresenta
il livello idrico di riferimento per la portata scaricata dal canale di restituzione. Simulando il
comportamento idraulico della corrente all’uscita della turbina assegnando il carico iniziale non
dissipato pari a 1.032m è possibile simulare il comportamento idraulico del canale proposto e
valutare la velocità in uscita per comprenderne gli effetti sul sistema fluviale. I calcoli sono stati
svolti utilizzando il software HEC-RAS 4.1.0. e i risultati vengono qui di seguito riportati in forma
sia grafica sia tabellare.
Figura 7. Planimetria descrittiva del canale in Hec-Ras.
Figura 8. Schema tridimensionale del canale di scarico in Hec-Ras.
4
3
1
canale_scarico Plan: Plan 01 02/04/2014
Legend
WS PF 1
Ground
Bank Sta
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Figura 9. Profilo della corrente nel canale di scarico in Hec-Ras.
Figura 10. Andamento delle velocità del flusso nel canale di scarico in Hec-Ras.
Come può evincersi dai risultati riportati all’interno del presente paragrafo la velocità in uscita dal
canale di scarico in occasione di una portata pari a 1.102 mc/s si attesta sui 0.70m/s che sono molto
inferiori rispetto alle velocità del Fiume Noce in questo tratto. La portata Q5=40mc/s che transita
all’interno del Fiume avrà una velocità media pari a 2,41m/s. Pertanto si ritiene che l’impianto
reimmetta il flusso in condizioni di equilibrio con velocità modeste rispetto al regime torrentizio del
Fiume medesimo. Si consideri pure che le velocità in alveo durante le piene più rilevanti superano di
gran lunga i valori di riferimento indicati nel presente paragrafo.
Reach River Profile Q Total Min W.S. Crit E.G. E.G. Vel Flow Top Froude
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Sta Ch El Elev W.S. Elev Slope Chnl Area Width # Chl
(m3/s) (m) (m) (m) (m) (m/m) (m/s) (m2) (m)
Canale Scarico 4 PF 1 1.1 -1.5 0.66 -1.24 0.66 0.000012 0.2 5.59 2.59 0.04
Canale Scarico 3.5 PF 1 1.1 -1.5 0.66 0.66 0.000012 0.2 5.59 2.59 0.04
Canale Scarico 3 PF 1 1.1 -0.1 0.64 0.16 0.66 0.000357 0.57 1.92 2.59 0.21
Canale Scarico 2.9 Culvert
Canale Scarico 1 PF 1 1.1 0 0.61 0.26 0.63 0.00063 0.7 1.58 2.59 0.29
Tabella 4. Risultati simulazione idraulica svolta sul canale di scarico in corrispondenza di una portata
pari a quella di progetto.
6.4 L'Edificio per gli impianti tecnologici
Al fine di evitare di posizionare opere fuori terra all’interno delle fasce fluviali di rispetto è stato
ideato un sistema di dislocazione dei trasformatori e dei quadri elettrici in un locale totalmente
interrato.
Gli scavi necessari per la sua realizzazione prevedono alla fine dei lavori il ripristino dello stato dei
luoghi circostanti.
Lungo il perimetro dell'edificio per gli impianti tecnologici si provvederà a piantumare specie
arboree autoctone, piante di olivo, per un miglior inserimento del manufatto nell'ambiente
circostante.
I muri in gabbioni metallici, muro d’accompagno e canale di scarico per la reimmissione in alveo
delle acque turbinate, saranno rinverditi mediante inserimento di tasche vegetative contenenti piante
in vaso o talea per un miglior inserimento delle opere nel contesto ambientale di riferimento.
3.4.1 SCOMPARTO B.T.
All’interno dell’edificio “impianti tecnologici sarà collocato un quadro BT. Quadri protetti, costruiti
in lamiera pressopiegata sp.20-30/10, verniciato con polveri epossidiche colore grigio RAL 7032,
suddiviso in pannelli disposti sul fronte e sul retro dei vari moduli.
Inoltre, all’interno dello scomparto sono presenti:
Gruppo di misure parametri di macchina ( Multimetro per la misura e la visualizzazione dei
parametri elettrici lato gruppo (V; A; kW), etc.);
Gruppo di misure utf energia prodotta;
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Gruppo di misure utf energia per ausiliari di centrale;
Interruttore di macchina e di interfaccia.
3.4.2 Controllo
L’unità di comando e controllo del gruppo è costituita da un insieme di apparecchiature tra loro
interconnesse in grado di acquisire tutta una serie di parametri di campo che costituiscono i data di
input per la logica di comando. Il sistema quindi elabora in accordo agli algoritmi di gestione i dati di
output da inviare agli organi di comando.
Le principali apparecchiature sono le seguenti:
- Logica programmabile (PLC) di primaria marca composta da:
- CPU adatta per applicazioni ad alto livello che richiedono elaborazioni veloci e strutture
periferiche di media estensione
- Alimentazione in 24Vcc con batteria tampone
- Ingressi analogici 4-20mA
- Ingressi digitali 24 Vcc
- Uscite digitali 24 Vcc
- Uscita analogica 0-10 Vcc
- Interfaccia operatore a mezzo di touch screen montato a fronte quadro mediante il quale è
possibile effettuare tutti i comandi necessari all’avviamento e alla fermata del gruppo
- Relè di comando in 24Vcc
- Contattore di potenza per avviamento motori
- Salvamotori per protezione motori con corrente tarabile.
3.4.3 Sistema di acquisizione
Viene previsto un sistema basato su un PC installato in centrale per l’acquisizione, la registrazione e
la gestione dei dati caratteristici dell’impianto.
Il PC di centrale è collegabile, mediante un modem, ad una linea telefonica commutata attraverso la
quale è possibile il collegamento di unità remote dotate di modem per la connessione remota.
4 IL CRONOPROGRAMMA DELLE DERIVAZIONI
Le portate di esercizio saranno comprese tra valori compresi tra il massimo ed eventualmente anche
zero nei periodi particolarmente siccitosi. Considerati i valori consistenti di deflusso minimo vitale
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previsti si prevede di far funzionare l’opera per l’intero arco dell’anno.
Al fine di valutare il comportamento dell’impianto e gli effetti indotti sull’ecosistema fluviale dalla
presenza dell’impianto in progetto è stato simulato il comportamento della traversa autoderivante su
un periodo di circa 5 anni. Le portate sintetiche sono state dedotte dalle registrazioni di portata
continue disponibili per la stazione del Noce alle Fornaci tra il 1958 e 1962. Queste sono state
adimensionalizzate e moltiplicate per il deflusso medio stimato alla sezione di chiusura secondo le
indicazioni dello studio idrologico allegato al presente progetto. Sulla base di dette analisi è stato
possibile ottenere il diagramma seguente a scala giornaliera in cui sono riportati i valori di portata in
alveo stimati, quelli prelevati in rosso, e quelli rilasciati immediatamente a valle dell’opera di presa
(Figura 11).
Figura 11. Simulazione dell’andamento delle portate giornaliere in alveo, di quelle prelevate e di
quelle rilasciate a valle.
Le analisi alla scala giornaliera sono state successivamente aggregate alla scala mensile per fornire
una lettura più semplice e rapida del funzionamento dell’impianto che come può evincersi dai grafici
seguenti comporterà una lieve alterazione dei deflussi presenti in alveo che comunque risulteranno
cospicui e variabili rispecchiando le caratteristiche idrologiche proprie dell’alveo fluviale. L’utilità di
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 20000
20
40
60
80
100
120
tempo (giorni)
Q (
mc/s
)
Deflusso in Alveo a monte della Briglia
Prelievo
Deflusso a Valle della Briglia
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detto approccio sta nella possibilità di descrivere il funzionamento in differenti periodi e valutare il
comportamento e l’impatto dell’opera sia in anni ricchi di pioggia sia in periodi meno piovosi.
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Figura 12. Simulazione dell’andamento delle portate mensili in alveo, di quelle prelevate e di quelle
rilasciate a valle.
Sulla base delle simulazioni effettuate si è giunti, dunque, alla definizione delle portate medie mensili
derivabili in ragione sia delle regole di gestione adottate oltre che delle caratteristiche idrologiche
dell’impianto.
Gennaio
Febbraio
Marzo Aprile Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Portate medie mensili simulazione periodo 1958-1962 (mc/s) 11.2246 7.5867 10.3693 10.0592 8.4149 5.209 3.119 2.221 1.8967 3.110 9.0222 13.774
Portate medie mensili derivate (mc/s) 1.0887 1.0452 1.102 1.0887 1.0959 1.102 0.925 0.776 0.5987 0.813 1.0956 1.102
0 10 20 30 40 50 60 700
5
10
15
20
25
tempo (mesi)
Q (
mc/s
)
Deflusso in Alveo a monte della Briglia
Prelievo
Deflusso a Valle della Briglia
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Portate medie mensili restituite in alveo (mc/s)
10.1359 6.5415 9.2443 8.9706 7.319 4.101 2.193 1.444 1.298 2.297 7.9266 12.656
Tabella 5. Cronoprogramma dei prelievi intesi come valori medi stimati su un periodo di simulazione
di 5 anni.
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5 BIBLIOGRAFIA
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norme di attuazione – relazione, 2011.
Claps, P. & M. Fiorentino, Rapporto di sintesi per la regione Basilicata (bacini del versante ionico) –
VALUTAZIONE DELLE PIENE IN ITALIA, GNDCI - U.O. 1.21, 2001.
Manfreda, S., L. Giuzio, V. Iacobellis, A. Sole, Guida Tecnica al Calcolo delle Portate al Colmo di
Piena, (con software) Errecci Editore, pp 57, 2011 (ISBN: 978-88-89970-61-4).
Manfreda, S., V. Iacobellis, M. Fiorentino, Appunti di Idrologia Superficiale, Aracne Editrice, pp176,
2010 (ISBN: 978-88-548-3203-9).
Rossi, F. Dispense del corso di Idrologia, Università di Napoli, 1987.
SERVIZIO IDROGRAFICO E MAREOGRAFICO NAZIONALE ‐ UFFICIO
IDROGRAFICO E MAREOGRAFICO DI CATANZA, ANNALI IDROLOGICI.
Sole, A., Sdao, F., Frane e Alluvioni Azioni Salvavita: Norme per l’autoprotezione in caso di allarme,
proidro, maggio 2012.
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