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Traduzione italiana di Aristide Luca CeccantiNovembre 1996

Iniziato alla «Horn Lodge» di Londra nelMarzo 1729, il Cavaliere di Ramsay ful’Oratore titolare della Loggia «Il Luigid’Argento» all’Oriente di Parigi. Il testoche segue, conosciuto col nome «IlDiscorso di Ramsay», è un discorso dibenvenuto destinato ad accogliere inuovi iniziati. Ebbe una influenzaconsiderevole sulla Massoneria Francesedel XVIII secolo. Fu pubblicato a piùriprese e presentato dal suo Autore alCardinale de Fleury, ministro di Luigi XV,il 20 Marzo 1737. Il suo valore storicorisiede nel fatto che esso è moltocaratteristico della Massoneria del secolodei Lumi, e che prefigura, con la suavolontà di collegare la storia dellaMassoneria a quella delle Crociate, ilmovimento che vedrà l’apparire degli«Alti Gradi». Le ricerche storiche piùrecenti mostrano tuttavia che questa«origine» cavalleresca deve essereconsiderata nella stessa manieradell’origine biblica. Si tratterebbedunque d’una origine mitica, e non d’unfatto storico.

Delle qualità richieste per diventare libero muratore e degli scopi chesi propone l’Ordine

Il nobile ardore che dimostrate, o Signori, per accedereall’illustrissimo e antichissimo ordine dei Liberi Muratori, è una provacerta che voi possedete già tutte le qualità richieste per diventarne imembri. Queste qualità sono la Filantropia saggia, la morale pura, ilsegreto inviolabile e il gusto delle belle arti.

La filantropia, ovvero l’amore per l’umanità

Licurgo, Solone, Numa, e tutti gli altri Legislatori politici non hannopotuto rendere le loro costruzioni durevoli; qualunque saggezzaabbiano contenuto le loro leggi, esse non hanno potuto estendersi atutti i paesi, né convenire al gusto, al genio e all’interesse di ogniNazione. La Filantropia non era la loro base. L’amor di patriamalinteso e spinto all’eccesso distruggeva sovente in questeRepubbliche guerriere l’amore dell’umanità in generale. Gli uomininon si distinguono in essenza per la differenza delle lingue cheparlano, delle vesti che portano, dei paesi che occupano, ne per ledignità delle quali son rivestiti. IL MONDO INTERO NON È CHE UNAGRANDE REPUBBLICA, DELLA QUALE OGNI NAZIONE È UNA FAMIGLIA, EOGNI PARTICOLARE UN FIGLIO. È per far rivivere e diffondere questemassime comprese nella natura dell’uomo che la nostra Società fustabilita. Noi vogliamo riunire gli uomini di spirito illuminato e diumore piacevole, non solo con l’amore delle belle arti, ma ancor dipiù coi grandi principi di virtù, di modo che l’interesse dellaFratellanza diventi quello dell’intero genere umano, e in essa tutte leNazioni possano attingere a conoscenze solide, tutti i sudditi deidifferenti Regni possano ispirarsi l’un l’altro senza gelosia, viveresenza discordia, ed amarsi teneramente senza rinunciare alla Patria. Inostri antenati, i Crociati, riuniti da tutti i luoghi della Cristianità InTerra Santa, in questa maniera vollero riunire in una sola Fratellanzai sudditi di ogni Nazione. Qual debito abbiamo verso questi Uominisuperiori! che, senza grossolano interesse, senza ascoltare la naturaleinclinazione al dominio, hanno immaginato uno stabilimento il cuiunico scopo è la riunione di spiriti e cuori, per migliorarli e formarenel corso dei tempi UNA NAZIONE SPIRITUALE dove, senza derogare aidoveri che le differenze di stato esigono, si creerà un popolo nuovo ilquale, prendendo da molte nazioni, tutte in qualche modo lesupererà coi legami della virtù e della scienza.

La sana morale

La sana Morale è la seconda qualità che la nostra società domanda.Gli ordini Religiosi furono stabiliti per rendere gli uomini cristianiperfetti; gli ordini militari, per ispirare l’amore della bella gloria;l’Ordine dei Liberi Muratori fu istituito per formare degli uomini:uomini amabili, buoni cittadini e buoni sudditi, inviolabili nelle loropromesse, adoratori fedeli del Dio dell’Amicizia, amanti più dellaVirtù che delle ricompense.

Polliciti servare fidem, sanctumque veneriNumen amicitiae, mores, non munera amare

(Abbiamo promesso di serbar la fede, e venerare il santo Dio dell’amicizia, e la virtù, non i doni amare.)

Non che ci limitiamo alle virtù puramente civili. Abbiamo fra noi trespecie di Confratelli, i Novizi o Apprendisti, i Compagni o Professi, iMaestri o Perfetti. Dispieghiamo ai primi le virtù morali e

Il discorsoAndrew Ramsay

Il discorsoAndrew Ramsay

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filantropiche, ai secondi le virtù eroiche; agli ultimi le virtùsuperumane e divine: in tal guisa che il nostro Istituto comprendetutta la Filosofia dei sentimenti, e tutta la teologia del cuore. Eccoperché uno dei nostri Venerabili Confratelli (il conte di Tressann.d.t.) disse in un’ode piena di entusiasmo:

Franchi Massoni, Illustre Gran Maestro,Abbiate i miei primi trasporti,In cuor li fa nascere l’OrdineFelice! Che sì nobili sforziMi fan meritar vostra stima,Mi innalzano a sublimità,Alla prima verità,All’essenza pura e divinaDove l’alma celeste origìna,Sorgiva di vita e chiarezza.

Poiché una Filosofia severa, salvatica, triste e misantropa disgusta gliuomini dalla virtù i nostri Antenati, i Crociati, vollero renderlaamabile con l’attrattiva di piaceri innocenti, di una musica piacevole,d’una gioia pura, e di una gaiezza assennata.I nostri sentimenti non sono ciò che il mondo profano e l’ ignorantevolgare si immaginano. Tutti i vizi del cuore e dello spirito ne sonobanditi, e l’irreligione e il libertinaggio, l’incredulità e la deboscia. Inquesto spirito un nostro poeta (Procopio, nell’«Apologia deiFrammassoni» n.d.t.) disse:

Sentieri non battutiSono quelli che seguiamo.Delle fabbriche cerchiamo.E le nostre costruzioni,Per i vizi son prigioni,Oppur templi alle virtù.

I nostri desinari somigliano a quelle cene virtuose di Orazio, ove ci siintratteneva di tutto ciò che poteva rischiarare lo spirito,perfezionare il cuore, e ispirare il gusto del vero, del buono e delbello.

Oh notti, oh cene divine!Non ci si impiccia dei regni, o financo delle case degli altri,Ma di soggetti che più da vicino ci toccano,E male è ignorare.Se siano le ricchezze a dar felicità agli uomini, o piuttosto la virtù,Se siano mosse le amicizie dall’interesse o dal bene morale,Qual sia la natura del bene, e qual ne sia il grado supremo.(Orazio, Satire VI dal Libro II)

Qui è l’amore che di tutti i desideri si fortifica. Noi mettiamo albando dalle nostre Logge ogni disputa che potrebbe alterarel’equilibrio dello spirito, la dolcezza dei costumi, il sentimentod’amicizia, e questa armonia perfetta che non si trova che nellaripulsa di tutti gli eccessi indecenti, di tutte le passioni discordanti.Gli obblighi che l’Ordine vi impone, sono di proteggere i Confratellicon la vostra autorità, di rischiararli coi vostri lumi, di edificarli conle vostre virtù, di soccorrerli nel bisogno, di sacrificare ognirisentimento personale, e di ricercare tutto ciò che posa contribuirealla pace, alla concordia e all’unione della Società.

Il segreto

Noi abbiamo dei segreti; essi sono dei segni figurativi e delle parolesacre che compongono un linguaggio muto ed eloquentissimo, percomunicare alla più gran distanza, e riconoscere i nostri Fratelli diqualsiasi lingua o paese essi siano. In apparenza, sarebbero parole diguerra che i Crociati si davano l’un l’altro, per garantirsi dallesorprese dei Saraceni, che si infiltravano sovente travestiti fra loroper prenderli a tradimento e assassinarli. Questi segni e parolechiamano al ricordo di qualche parte della nostra scienza o diqualche virtù morale, o ancora di qualche mistero della Fede. Ègiunto fino a noi ciò che a nessun’altra Società è arrivato. Le nostreLogge sono stabilite e si spandono oggi in tutte le nazioni civili,eppure in una così numerosa moltitudine d’uomini, giammai unFratello ha tradito i nostri segreti. Gli spiriti più leggeri, i piùindiscreti e i meno istruiti a tacere, apprendono questa grandescienza dal momento in cui entrano nella nostra società. Tantogrande l’idea dell’Unione fraterna ha potere sugli spiriti! Questosegreto inviolabile contribuisce in modo potente a legare i sudditi diogni Nazione, e a rendere la comunicazione di favori facile escambievole fra loro. Ne abbiamo più e più esempi negli annali

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dell’Ordine: nostri Fratelli che viaggiavano nei d’efferenti paesid’Europa, trovatisi nel bisogno, si so fatti riconoscere alle Logge, esubito son stati colmati di tutti i necessari soccorsi. Nel tempo stessodelle guerre più sanguinose, illustri prigionieri han trovato fratelli làdove non credevano di trovare che nemici. Se qualcuno mancasse allepromesse solenni che ci legano, sappiate, Signori, che le più grandipene sono il rimorso della coscienza, la vergogna della perfidia, el’esclusione dalla nostra Società, secondo le belle parole di Orazio:

Il silenzio fedeleAvrà ricompensa sicura,Ma a chi avrà divulgatoi riti di Cere misteriosavieterò che riposisotto le travi del mio tetto,o che s’imbarchi con mesu fragil battello.

Sì, Signori, le famose feste di Cere a Eleusi di cui parla Orazio, comequelle di Iside in Egitto, di Minerva ad Atene, d’Urania presso iFenici, e di Diana in Iscizia, avevano qualche rapporto con le nostresolennità. Vi si celebravano i misteri nei quali si trovavano numerosevestigia dell’antica religione di Noè e dei patriarchi; alla fine siconcludevano col pasto comune e le libagioni, ma senza gli eccessi,le debosce e l’intemperanza ove gradualmente i Pagani caddero. Lasorgente di tutte le infamie fu l’ammissione di persone dell’uno edell’altro sesso alle assemblee notturne, contro la primitivaistituzione. È per prevenire abusi del genere che le donne sonoescluse dal nostro Ordine. Non già perché siamo sì ingiusti daconsiderare la donna incapace di tenere il segreto, ma perché la suapresenza potrebbe alterare insensibilmente la purezza delle nostremassime e dei nostri costumi.

Se la donna è bandita, allarme non ne abbia,Non è certo un oltraggio alla sua fedeltà,Ma temiam che l’amore entrando con sue grazieNon produca l’oblio della fraternità.Fratello e amico: nomi, non più che deboli armiper garantire i cuori dalla rivalità.

Il gusto delle scienze e delle arti liberali

La quarta qualità richiesta per entrare nel nostro Ordine, è il gustodelle scienze utili, e delle arti liberali di ogni specie; perciò l’Ordineesige da ciascuno di voi di contribuire con la propria protezione,liberalità, o col personale lavoro, ad una vata opera alla qualenessuna Accademia, nessuna Università può bastare, perché essendocomposta ogni Società particolare da un troppo piccol numerod’uomini, il loro lavoro non può abbracciare l’immensità di un taleoggetto.

Tutti i Gran Maestri in Germania, in Inghilterra, in Italia e in tuttal’Europa, esortano i sapienti e gli artisti della Confraternita, ad unirsiper fornire i materiali di un Dizionario universale di tutte le ArtiLiberali e di tutte le Scienze utili, con l’eccezione sola della Teologiae della Politica. A Londra si è già cominciata l’opera, ma per mezzodella riunione dei nostri Confratelli si potrà portarla a perfezione inpochi anni. Vi si spiegheranno non soltanto le parole tecniche e leloro etimologie, ma vi si darà ancora la storia della Scienza e dell’Arte, i loro grandi principi e le maniere di lavorarvi. Di questamaniera, si riuniranno i lumi di ogni nazione in una sola opera, chesarà come un magazzeno generale, e una Biblioteca universale ditutto ciò che c’è di bello, di grande, di luminoso, di solido e di utilein tutte le scienze naturali e in tutte le arti nobili. Quest’operas’accrescerà di secolo in secolo, secondando la crescita dei lumi; dimodo che si diffonderà in tutta l’Europa una nobile emulazione,insieme al gusto delle Belle Lettere e delle Belle Arti.

Origine e storia dell’ordineLa leggenda e la storia

Ogni famiglia, ogni Repubblica, ed ogni Impero la cui origine si perdein una antichità oscura, ha la sua favola e la sua verità, la sualeggenda e la sua storia, la sua finzione e la sua realtà.Alcuni fanno risalire la nostra istituzione fino ai tempi di Salomone,di Mosè, dei Patriarchi, dello stesso Noè. Altri pretendono che ilnostro fondatore fu Enoch, il nipote del Protoplasta, che costruì laprima città e la chiamò col suo nome. Passo rapidamente su questaorigine favolosa, per arrivare alla nostra storia vera. Ecco dunque

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quel che ho potuto raccogliere negli antichi Annali della Storia dellaGran Bretagna, negli Atti del Parlamento d’Inghilterra, che trattanosovente dei nostri privilegi, e nella tradizione vivente della NazioneBritannica, che è stata centro e sede della nostra Confraternitadall’undicesimo secolo.

Istituzione dell’Ordine da parte dei crociati

Dal tempo delle guerre sante in Palestina, molti Principi, Signori eCittadini entrarono in Società, fecero voto di ristabilire i templi deiCristiani in Terra Santa, e si impegnarono per giuramento aimpegnare i loro talenti e i loro beni per riportare l’Architettura allaprimitiva istituzione. Essi decisero di adottare parecchi antichi segni,molte parole simboliche tratte dal fondo della religione, perdistinguersi dagli Infedeli e riconoscersi di fra i Saraceni. Noncomunicavano questi segni e queste parole che a coloro chepromettevano solennemente, e spesso addirittura ai piedi degliAltari, di mai rivelarli. Questa promessa non era dunque ungiuramento esecrabile, come loro si addebita, ma un legamerispettabile per unire gli uomini di tutte le Nazioni ella stessaConfraternita.Qualche tempo dopo, il nostro Ordine di unì intimamente con iCavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Da allora in poi le nostreLogge portarono il nome di Logge di San Giovanni in ogni paese.Questa unione si fece ad imitazione degli Israeliti, i quali al tempodella ricostruzione del Secondo Tempio, mentre con una manolavoravano di malta e cazzuola, con l’altra portavano lo scudo e laspada.Il nostro Ordine di conseguenza non deve essere riguardato come unrinnovamento di baccanali, e una sorgente di folle dissipazione, dilibertinaggio sfrenato, e d’intemperanza scandalosa, ma come unordine morale, istituito dai nostri antenati in Terra Santa permantenere il ricordo delle verità più sublimi, nel mezzo dei piaceriinnocenti della Società.

Passaggio dell’Ordine dalla terra santa in Europa

I Re, i Principi e i Signori, tornando dalla Palestina nei loro paesi, vistabilirono diverse Logge. Dal tempo delle ultime Crociate si vedonogià parecchie Logge erette in Germania, in Italia, in Spagna, inFrancia e di là in Scozia, per l’intima alleanza che c’era allora fraqueste due nazioni. Giacomo Lord Steward di Scozia fu Gran Maestrodi una Loggia stabilita a Kilwinnen, nell’Ovest di Scozia nell’anno1286, poco tempo dopo la morte d’Alessandro III Re di Scozia, el’anno avanti che Giovanni Balliol salisse sul trono. Questo SignoreScozzese ricevette Liberi Muratori nella sua Loggia i Conti diGloucester e di Ulster, Signori Inglese il primo, Irlandese l’altro.Poco a poco le nostre Logge, le nostre feste e solennità furononeglette nella più parte dei paesi ove erano state stabilite. Da ciò ilsilenzio degli Storici di quasi tutti i Regni sul nostro Ordine, conl’eccezione di quelli di Gran Bretagna. Esse si conservaronocomunque in tutto il loro splendore fra gli Scozzesi, ai quali i nostriRe confidarono nei secoli la guardia della loro sacra persona.

Dalle crociate alla riforma. Degenerazione dell’Ordine

Dopo le deplorevoli traversie delle Crociate, l’indebolimento delleArmate Cristiane e il trionfo di Bendocdar Soldano d’Egitto, durantel’ottava ed ultima Crociata, il figlio di Enrico III Re d’Inghilterra, ilgran principe Edoardo vedendo che non c’era più sicurezza pei suoiConfratelli in Terra Santa, quando le truppe Cristiane si ritirarono, liportò tutti con sé, e questa Colonia di Fratelli si stabilì così inInghilterra. Poiché questo Principe era dotato di tutte le qualità dicuore e di spirito che formano gli Eroi, egli amò le Belle Arti, sidichiarò protettore del nostro Ordine, gli accordò numerosi privilegi elibertà, e da allora i membri di questa Confraternita presero il nomedi Liberi Muratori. Da allora la Gran Bretagna divenne la sede dellanostra Scienza, conservatrice delle nostre leggi, e la depositaria deinostri segreti. Le fatali discordie di religione che imbarazzarono estraziarono l’Europa nel sedicesimo secolo, fecero degenerare ilnostro ordine dalla grandezza e dalla nobiltà della sua origine. Sicambiò, si deviò, e si abbandonarono molti dei nostri riti e costumiche erano contrari ai pregiudizi del tempo.

ConclusioneRitorno, rigenerazione e avvenire dell’Ordine in Francia

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Fu così che molti dei nostri confratelli dimenticarono lo spirito delleleggi, non conservandone più che la scoria e la lettera. Il nostro GranMaestro, le cui qualità rispettabili sorpassano ancora la distinzionedella nascita, vuole che tutto questo sia ricordato alla primaintroduzione (del neofita n.d.t.), in un paese ove la Religione e loStato non possono che favorire le nostre Leggi.Dalle Isole Britanniche, l’antica scienza comincia a ripassare nellaFrancia sotto il regno del più amabile dei Re, l’umanità del quale fal’anima di tutte le virtù, sotto il ministero di un Mentore che harealizzato tutto ciò che si poteva immaginare di più favoloso.In questi tempi felici, nei quali l’amore della Pace è divenuta la virtùdegli Eroi, la nazione più spirituale d’Europa diverrà il centrodell’Ordine; essa spanderà sulle nostre Opere, Statuti e costumi, legrazie, la delicatezza e il buon gusto, qualità essenziali in un Ordinela cui base è la saggezza, la forza e la bellezza del genio. In avveniresarà nelle nostre Logge, così come nelle Scuole Pubbliche, che iFrancesi vedranno, senza viaggiare, i caratteri di tutte le Nazioni, edè in queste stesse Logge che gli stranieri apprenderanno peresperienza che la Francia è la vera Patria di tutti i Popoli. Patriagentis humanae.