PROGETTO DI MIGLIORAMENTO ______________________
Modulo 3
Giorgio Tarabra – DAS in Salute mentale
Giorgio Tarabra DAS in Salute Mentale Modulo 3
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SOMMARIO PREMESSA ............................................................................................................. 3
INTRODUZIONE DESCRIZIONE DEL CONTESTO .................................................................................................................... 3 Organigramma Spitex -‐ A.C.A.M. .................................................................................................................. 4 Struttura Organizzativa ................................................................................................................................... 4 MOTIVAZIONI PERSONALI E PROFESSIONALI .................................................................................... 5 ACCORDI PRESI CON LA STRUTTURA ...................................................................................................... 6 DESCRIZIONE DELLA PROBLEMATICA ................................................................................................... 6 IL CAMBIAMENTO ............................................................................................................................................. 7 SCOPO E OBIETTIVI .......................................................................................................................................... 8
METODOLOGIA PARTE TEORICA ................................................................................................................................................. 8 PARTE PRATICA ............................................................................................................................................... 10 Interazione con il gruppo di lavoro .......................................................................................................... 10 Raccolta dati ....................................................................................................................................................... 10 Elaborazione dei dati ...................................................................................................................................... 11
PIANO D’AZIONE RISORSE NECESSARIE ALLO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO ................................................... 11 CRITICITÀ PREVENTIVABILI ...................................................................................................................... 12 In merito al tema .............................................................................................................................................. 12 In merito alla partecipazione al progetto .............................................................................................. 12 In merito al tempo ........................................................................................................................................... 12 In merito alla documentazione .................................................................................................................. 12 PIANO D’AZIONE DETTAGLIATO .............................................................................................................. 13 PIANO DI COMUNICAZIONE DETTAGLIATO ....................................................................................... 14
BIBLIOGRAFIA ...................................................................................................... 15 ALLEGATO “SPITEX” – Dettagli del servizio domiciliare A.C.A.M
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PREMESSA Alla luce delle prospettive OMS per l’integrazione degli aspetti di salute mentale nelle cure primarie, è ormai indispensabile porsi di fronte ad una grande sfida per il futuro ma prima ancora per il presente: come possiamo promuovere la salute senza prenderci carico della salute mentale delle persone? E come possiamo farlo senza impegnarci a migliorare le fondamenta concettuali su cui costruiamo l’assistenza che eroghiamo? La salute è connessa indissolubilmente alla qualità di vita soggettiva. Il soggetto è un Essere umano. Le compromissioni di salute di un Essere umano non possono rimanere appannaggio di singole e disconnesse discipline specialistiche. Per potersi prendere carico del disagio di un Essere umano è necessario essere concretamente in grado di contattare, nelle profondità, la sua unica e singolare storia. È necessario lasciarsi alle spalle l’approccio meccanicistico e disgregante dell’autoritarismo specialistico fine a se stesso. Questo dicono i fatti. E questo è ciò che dice l’OMS: non ci sarà salute senza promozione di salute mentale1. Questo progetto è nato dalla visione comune tra me e la mia collega di lavoro che sta svolgendo il DAS in Oncologia, riguardo alla filosofia di cura e l’importanza di trasmettere all’equipe alcuni elementi essenziali per ottimizzare l’approccio di cura verso determinate casistiche di utenti (nel mio caso di salute mentale). Per motivi di complessità delle due tematiche trattate, abbiamo deciso di suddividere il lavoro in due linee ben distinte, lasciando comunque la struttura, la sostanza alla base e il concetto in comune. A fronte di una comune volontà di essere riconosciuti nei nostri due nuovi ruoli e di voler incidere sulla qualità dell’offerta nei nostri rispettivi ambiti, abbiamo deciso di affrontare questa sfida insieme. Mi propongo, pertanto, di raggiungere uno specifico e ben distinto campo conoscitivo di esplorazione e miglioramento, che andrà via via delineandosi lungo le tappe di approfondimento di questo lavoro. Parlare oggi di ‘qualità’ […] è fare una scelta di campo, essere tra coloro che vogliono cambiare qualcosa in questo sistema sanitario, cambiarlo in maniera positiva tale da consentire la crescita e il rispetto di tutti.2
INTRODUZIONE DESCRIZIONE DEL CONTESTO3 L’ACAM (Associazione per la Cura e l’Assistenza a domicilio nel Moesano) riconosce ai propri utenti una responsabilità personale e collettiva in materia di salute e un diritto a restare e a farsi seguire in un ambiente a loro familiare, a condizione che esso sia vivibile. L’offerta di prestazioni di cura e assistenza a domicilio dell’ACAM promuovono, mantengono o ristabiliscono lo stato di salute bio-‐psico-‐socio-‐culturale dell’individuo, mirando al massimo recupero e al mantenimento dell’autonomia, avendo quale obiettivo ultimo il favorire la permanenza al proprio domicilio,
1 OMS, 2005. Dichiarazione per la salute mentale per l’Europa – Affrontare le sfide, costruire le soluzioni. Helsinki. 2 Settimi, Giovanna. 1995. Essere Promuovere Organizzare. Come organizzare un’assistenza di qualità nelle sezioni ospedaliere e nel territorio. Milano: Ed. Vita e Pensiero, p.3 3 Vedere anche allegato “Spitex”
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sviluppando e potenziando le risorse sia personali che del contesto abitativo dell’utente. Premessa indispensabile per il raggiungimento di questo scopo è la collaborazione con gli altri operatori sociosanitari presenti sul territorio. L’offerta di prestazioni di assistenza e cura a domicilio è sussidiaria rispetto alle risorse personali dell’individuo, così come anche rispetto alle sue risorse familiari. La famiglia e l’entourage dell’utente giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi. Premessa principale è una valutazione globale ed un’analisi approfondita delle risorse primarie a disposizione dell’utenza (famiglia, vicini e conoscenti) rispetto alle loro potenzialità, al fine di favorire una presa a carico efficace, efficiente e coordinata. La valutazione per ottimizzare e garantire la qualità delle cure favorendo un miglioramento d’insieme, viene eseguita utilizzando uno strumento di cura validato: il RAI-‐HC. Il coordinamento di ogni attività dell’ACAM si concretizza con la messa in pratica dell’intervento da parte del gruppo di lavoro e di quello di rete, nel rispetto del lavoro interdisciplinare con la specificità di ogni singolo ruolo.
Organigramma Spitex -‐ A.C.A.M.
Struttura Organizzativa L’ACAM, con i suoi servizi di cura e assistenza, copre geograficamente l’area territoriale della Valle Mesolcina (precisamente dal comune di San Vittore sino a San Bernardino) e della Valle Calanca (sino a Rossa). Data la vastità di estensione territoriale in oggetto al servizio, si è deciso di suddividere organizzativamente il territorio in tre zone, a ciascuna delle quali è stata assegnato un Team di cura costituito da 3-‐4 infermieri, 1 OSS e 8-‐9 aiuti domiciliari.
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L’equipe di cura conta complessivamente le seguenti figure collaborative: -‐ n.26 unità con qualifica di Aiuto Domiciliare con certificato CRS; -‐ n. 3 unità con qualifica di Operatrice Socio Sanitaria; -‐ n. 2 unità con qualifica di allieve OSS; -‐ n.10 unità con qualifica di Infermiera/e CRS livello II.
MOTIVAZIONI PERSONALI E PROFESSIONALI Ciò che innanzitutto mi spinge a voler svolgere questo tipo di lavoro è l’auspicio di riuscire ad aiutare il gruppo a consapevolizzare maggiormente e più facilmente le proprie esigenze ed i propri bisogni nell’ambito della salute mentale. Questo lavoro, oltre alla sua natura di promozione del cambiamento, è per me un’enorme sfida personale, rappresentata dalla verifica della mia capacità di assumere il ruolo di specialista clinico in salute mentale all’interno del mio contesto lavorativo; mi piacerebbe riuscire a fare in modo che tutte le conoscenze acquisite in questa formazione diventino patrimonio dell’intera equipe. Ritengo che l’opportunità che mi è stata data dal servizio in cui lavoro sia di enorme importanza: oltre ad essere un’ottima occasione di crescita personale e professionale, mi dà la possibilità di ricercare, approfondire e proporre nuove iniziative all’interno del gruppo di lavoro. Offre oltremodo l’occasione per favorire un accrescimento delle mie conoscenze scientifiche, nuovi spunti e stimoli su cui lavorare per un miglioramento della coerenza fra le sensazioni vissute, i pensieri pensati e le cure erogate. Ritengo che il ruolo di specialista clinico in salute mentale rappresenti un’enorme potenzialità all’interno di una piccola equipe di infermieri generici, perché funge da riferimento per tutte le tipologie di problematiche legate alla malattia mentale, rappresentando sì una fonte di informazione e aggiornamento, ma anche di decostruzione e ricostruzione di orizzonti di significato. Considerando l’importanza di comprendere quali siano le rappresentazioni, le paure e le difese poste in essere in una gestione di una presa a carico di carattere psichiatrico, ritengo ancor più significativo il saper rispondere a queste esigenze formative nel miglior modo possibile. Dal mio punto di vista è costruttivo promuovere l’accesso alla complessità delle cose. L’apertura al vissuto e il confronto del punto di vista orientano l’attenzione all’importanza di conoscere e riconoscere il valore idiografico dell’esperienza, fonte di disagio e difficoltà a volte, nel curato quanto nel curante. A mio modo di vedere questo lavoro rappresenta l’opportunità ad aprirsi a nuovi spunti riflessivi e critici su cui rinforzarsi e grazie ai quali migliorarsi. Offre la possibilità di approfondire ed accrescere il proprio sapere, personale quanto professionale, che nel mondo infermieristico si dovrebbe porre sempre al servizio dell’altro e delle sue difficoltà. La presa a carico di un paziente psichiatrico a domicilio è particolarmente densa di momenti in cui le rappresentazioni personali e la misconoscenza prendono il controllo, del nostro agire spesso, e talvolta anche del nostro pensare. Dunque se da una parte l’approfondimento di questi argomenti nella vita quotidiana ritengo sarebbe utile per chiunque, ritengo che nell’ambito assistenziale sia eticamente ancor più significativo, perché può incentivare un ampliamento della coscienza formativa di ogni singolo operatore, a partire dai propri disagi e dai propri bisogni.
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Per me è stato molto difficile affrontare e superare certi momenti d’impasse assistenziale. So di aver provato sulla mia pelle e di aver provato nella mia pancia la valenza pedagogica di alcuni momenti di disorientamento, in cui la supervisione di una collega si è trasformata in un corrimano simbolico in grado di ridare senso e direzione al caos. Mi piace pensare di poter fungere da aiuto concreto al superamento di ostacoli formativi nell’ambito della salute mentale. È stato anche questo uno dei motivi per cui mi sono iscritto al corso DAS: oltre che per un accrescimento personale e professionale vi era e vi è l’intenzione di apportare un valore aggiunto all’interno del servizio in cui lavoro. Avviare un cambiamento che sia basato sulle evidenze dei bisogni e delle difficoltà dell’equipe, ritengo sia il passo più importante da compiere, in questo momento e in questo luogo di formazione, per aiutare l’intera mia equipe a divenire sempre più protagonista della propria crescita professionale.
ACCORDI PRESI CON LA STRUTTURA Dopo una richiesta di coinvolgimento formale a questo progetto, è stato concordato con il responsabile degli interventi un target formativo che soddisfi la mia ambizione professionale e la necessità evolutiva dell’associazione. È stato necessario un incontro con i dirigenti dell’associazione, nel quale è emersa l’esigenza di uniformare la visione del concetto di cura all’interno dell’istituzione, di riconoscere e legittimare il ruolo di specialista clinico come acquisizione di un valore aggiunto all’interno del servizio, nonché la necessità di introdurre ed allineare validi strumenti di valutazione e procedure operative agli standard richiesti e sempre più vincolanti ai fini della certificazione di qualità. Pertanto, ho scelto di progettare un lavoro di inquadramento delle mie specificità di ruolo, partendo da un sondaggio dei bisogni e delle aspettative presenti all’interno del gruppo infermieristico, nella prospettiva futura di riuscire ad adempiere al soddisfacimento di esigenze di servizio sempre più ampie o specifiche.
DESCRIZIONE DELLA PROBLEMATICA Nel contesto di lavoro in cui mi trovo non vi è nessuna figura professionale riconosciuta formalmente come specialista clinico. È quindi fondamentale far emergere ed evidenziare gli aspetti cardine di un professionista specializzato, al fine di promuovere e sfruttare le capacità, le conoscenze e le risorse che esso dimostra di saper possedere e trasmettere. Questo è necessario per consolidare una prospettiva che stimoli l’equipe a far proprio un approccio che promuova quotidianamente la ricerca continua in ogni ambito di cura infermieristica. Questa prospettiva si fa ancor più densa di significato evolutivo se consideriamo le disomogeneità formative e le diversità di percentuale lavorative presenti nella nostra equipe, le quali rendono marcatamente difficoltose le prese a carico di persone con problemi di salute mentale, sia in termini di inquadramento dei bisogni che in termini di risposta e soddisfacimento degli stessi.
-‐ Ciò non consente di avere una visione comune e condivisa di presa a carico in ambito psichiatrico, considerando che spesso, se non sempre, le dinamiche in gioco necessitano di maggiori spazi di approfondimento, di
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momenti di riflessione più estesa e di interventi maggiormente focalizzati e diretti al soddisfacimento della qualità di vita del paziente.
-‐ Ciò non consente di avere una figura professionale di riferimento per approfondire la ricerca di traiettorie più mirate a contesti specialistici, particolarmente articolati e complessi come quelli di natura psichiatrica.
-‐ Ciò non consente di avere un mediatore di riferimento per gestire la complessità umana in cui ci si ritrova ad operare, rendendo le discussioni di pianificazione di presa a carico spesso spoglie di riflessioni che contemplino la rete primaria del paziente come risorsa integrante, favorente e centrale al processo terapeutico.
-‐ Ciò mantiene un clima di scarsa permeabilità alla ricerca scientifica e al dibattito culturale nell’equipe.
-‐ Ciò determina frequentemente un senso di inadeguatezza e di insufficiente preparazione conoscitiva per chi si trova ad affrontare una presa a carico psichiatrica, risultando spesso un fattore ansiogeno per l’intera equipe.
IL CAMBIAMENTO Il concetto di cambiamento che intendo valorizzare, introdurre e legittimare, è indubbiamente molto ampio e coinvolge trasversalmente aspetti di natura concettuale ed educativa, gestionale ed operativa, relazionale e comunicativa. Saper sondare e riuscire a dimensionare le necessità interne all’equipe, relativamente alla presa a carico del paziente psichiatrico, è funzionale alla comprensione degli aspetti di maggior fragilità formativa presenti nel gruppo infermieristico, su cui incominciare ad innestare il processo di cambiamento. Questo cambiamento mira infatti principalmente a:
-‐ Identificare il ruolo di specialista clinico in salute mentale in un servizio di cura a domicilio (Spitex).
-‐ Legittimare all’interno del servizio e nel gruppo infermieristico il ruolo di specialista clinico in salute mentale.
L’auspicio, relativamente all’equipe infermieristica, è quello di poter al meglio: -‐ Evidenziare in modo trasparente i bisogni di assistenza formativa
dell’equipe nell’ambito psichiatrico -‐ Enfatizzare una presa a carico dei bisogni fondata sugli aspetti
valoriali dell’individuo, in particolare se affetto da malattia o disturbo mentale
-‐ Ridurre le dinamiche di standardizzazione preconcettuale nella presa a carico della persona con problemi di natura psichiatrica
-‐ Incrementare l’attitudine riflessiva e la sicurezza operativa dell’intera equipe infermieristica
-‐ Decrementare il livello di errore in campo valutativo, di pianificazione e d’intervento4
-‐ Determinare l’avvio di un progressivo cambiamento di paradigma di riferimento ed una maggior capacità di resilienza allo stress nel contempo
4 Settimi, Giovanna. 1995, p.186
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È sicuramente un progetto di cambiamento che evolverà accrescendosi nel tempo: la legittimazione del ruolo sarà posta in essere attraverso il lavoro di ricerca ed approfondimento, condividendo il quale si delineeranno più chiaramente i vantaggi riflessivi e le opportunità di miglioramento che lo specialista clinico è in grado di offrire all’intero gruppo di lavoro. Ritengo che ciò possa (e debba) riguardare tanto la capacità di concepire l’orizzonte di cure possibili, quanto il saper elaborare l’offerta di assistenza erogabile. A questo proposito sarà importante, nel futuro, sensibilizzare il responsabile delle cure rispetto all’importanza di delegare ad un infermiere specializzato la valutazione iniziale della presa a carico e la relativa pianificazione degli interventi, con lo scopo di creare delle figure univoche di riferimento per area specialistica all’interno del team di cura (attualmente questa delega non è in vigore). È di fondamentale importanza, per poter attuare dei cambiamenti in modo mirato, raccogliere le informazioni e i disagi attraverso le esperienze e il percepito dell’equipe, così da poter analizzare e colmare i loro bisogni in modo focalizzato, allo scopo di attuare cambiamenti interni mirati ed ottimizzare così la presa a carico globale.
SCOPO E OBIETTIVI Definire e legittimare il ruolo di infermiere specialista clinico in salute mentale nel contesto di lavoro domiciliare.
OBIETTIVI PERSONALI -‐ Descrivere il ruolo di specialista clinico in salute mentale in un
servizio di cure a domicilio. -‐ Porre le basi per la costruzione di una visione sistemica e condivisa
per le cure in salute mentale al domicilio del paziente. OBIETTIVI SPECIFICI -‐ Evidenziare, all’interno dell’equipe, le aree conoscitive che
necessitano di maggior ampliamento in relazione alle difficoltà riscontrate nelle prese a carico di natura psichiatrica.
-‐ Definire delle strategie attuabili per promuovere e mantenere un alto livello di qualità nell’assistenza, accompagnando, sostenendo e monitorando l’equipe infermieristica nella gestione di pazienti con problemi di salute mentale a domicilio.
METODOLOGIA
PARTE TEORICA Innanzitutto occorrerà chiarire in modo univoco qual è la visione e l’aspettativa che il responsabile delle cure ha relativamente al mio futuro ruolo di specialista clinico. Sarà poi necessario allestire un quadro teorico di riferimento mirato a ciò che concerne il cambiamento, attraverso l’approfondimento e la ricerca nell’ambito della letteratura scientifica. Nello specifico, sarà importante riuscire a definire il ruolo di specialista clinico in salute mentale, cercando di evidenziare come questo ruolo possa contribuire a
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migliorare la consapevolezza di trattare l’operatore-‐collega con lo stesso atteggiamento e le stesse attenzioni prestate normalmente all’utente esterno5. Dovrò tenere in conto che l’acquisizione di questa abilità dovrà essere mediata dalla mia progressiva acquisizione di abilità: su questo approfondirò il modello Dreyfus applicato all’infermieristica, con particolare attenzione agli elementi formativi che occorre padroneggiare nel divenire concretamente impegnati all’interno di una situazione di cambiamento6. Sarà utile strutturare a livello teorico una traccia di indagine relativa ai bisogni formativi del gruppo, che consenta una lettura coerente ad un progetto di creazione di cultura assistenziale. Sarà fondamentale capire come e quanto il bisogno formativo dell’equipe si rappresenta, in rapporto alle seguenti aree tematiche:
-‐ l’evoluzione cronotopica della malattia mentale nelle società; -‐ lo stigma e la paura del malato mentale; -‐ la follia come possibilità dell’esistenza; -‐ la misconoscenza, la superstizione, l’idea dell’inganno di fronte
al malato mentale; -‐ la relazionalità ermeneutica con la persona e per la persona; -‐ le principali patologie psichiatriche e loro caratteristiche.
L’idea è quella di concretizzare una relazione di gruppo che, originando da un nucleo di ascolto reciproco, sappia trasformare la comunicazione in un veicolo d’informazione educativa, la cui sfera d’influenza veda coinvolti parallelamente utenti e colleghi. Lo potrei rappresentare schematicamente come segue7:
5 Morosini P., Casacchia M., Roncone R. 2000. Qualità dei servizi di salute mentale. Manuale-‐questionario per la formazione organizzativa, l’autovalutazione e l’accreditamento professionale tra pari. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, p.31 6 Benner, Patricia. 2003. L’eccellenza nella pratica clinica dell’infermiere. L’apprendimento basato sull’esperienza. Edizione Italiana, pp.11-‐30 7 Settimi, Giovanna. 1995, p.155
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PARTE PRATICA
Interazione con il gruppo di lavoro Sarà opportuno lavorare in ottica preparatoria sugli aspetti relazionali da instaurare, mantenere, potenziare e proteggere all’interno dell’equipe. A tal proposito trovo costruttivo mantenere centrale, nello sviluppo di questo progetto, alcune strategie utili8, in particolare quelle concernenti:
-‐ il rafforzamento dell’identità professionale del team di cura attraverso un atteggiamento razionale e costruttivo con i colleghi che stimoli ed amplifichi il valore del lavoro di gruppo;
-‐ la motivazione del gruppo attraverso un atteggiamento che promuova e privilegi una riflessione a 360 gradi sugli avvenimenti interni ed esterni alla persona;
-‐ la messa a fuoco di obiettivi che agevolino e possiedano caratteristiche chiare, attendibili e negoziabili con il gruppo;
-‐ la promozione di un clima di revisione critica attraverso delle discussioni costruttive che si fondino su un brainstorming degli aspetti negativi;
-‐ il sostegno concreto basato sulla valorizzazione delle persone e delle loro peculiarità soggettive, attraverso il coinvolgimento costante nei processi decisionali.
[…] nel giungere a una decisione collettiva, ogni team dovrebbe tener conto non solo di ciò che viene detto, ma anche delle emozioni che aleggiano nella stanza. Una simile convergenza dà origine a un sottile, inesorabile magnetismo […] a pensare e sentire in maniera analoga fra persone unite da uno stretto legame di qualsiasi tipo: membri di una stessa famiglia, colleghi di lavoro, amici.9
Raccolta dati § INTERVISTA AL RESPONSABILE DELLE CURE INFERMIERISTICHE
È fondamentale conoscere le esigenze e le aspettative del responsabile degli interventi relativamente alla figura di specialista clinico in psichiatria che presto andrò a ricoprire. Conoscere le sue aspettative è il tramite per comprendere ciò che per il responsabile il mio ruolo professionale di specialista clinico rappresenta, in termini di risorse e di evoluzione del servizio: secondo quale ottica, in che misura, con quali scopi e quali obiettivi successivi a quello di questo lavoro. Il fine è quello di poter al meglio rispondere alle esigenze di servizio ed effettuare un inquadramento del ruolo dotato di concretezza e pertinenza al contesto lavorativo.
§ PIANIFICARE UN INCONTRO CON L’OTTICA DI INFORMARE E SENSIBILIZZARE L’INTERO GRUPPO INFERMIERISTICO RELATIVAMENTE AL PROGETTO DI CAMBIAMENTO Pianificare, prima della consegna del questionario, un incontro con l’intera equipe infermieristica per informarli e sensibilizzarli sullo scopo
8 Bassetti, Orlando. 1992. Relazione infermieristica e lavoro in equipe. Firenze: Rosini Editrice, pp.45-‐57 9 Goleman, Daniel. 2006. Intelligenza sociale. Milano: Rizzoli Editore, p.55
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di questo progetto di cambiamento10. Saranno loro esplicitate anche le funzioni di uno specialista clinico in salute mentale, al fine di permettere a tutti di accedere al questionario consapevoli degli obiettivi del mio lavoro.
§ CREAZIONE DI UN QUESTIONARIO ANONIMO PER L’INTERA EQUIPE INFERMIERISTICA11 Il questionario ha lo scopo di sondare e raccogliere i bisogni, le difficoltà, i disagi, le lacune dell’equipe relativamente alla presa a carico di un paziente psichiatrico a domicilio, con lo scopo di improntare un intervento mirato a colmare le carenze e le aspettative emerse nell’equipe. La creazione del questionario sarà formulata con l’ottica di raccogliere informazioni pertinenti, mirate e precise riguardo al tema che voglio trattare e su cui voglio riflettere. Sarà strutturato in modo semplice e di facile comprensione, in modo da non aver difficoltà nella compilazione. Saranno presenti sia domande chiuse (a crocette o a scala descrittiva) che aperte (descrittive). Lo scopo finale del questionario è quello di raccogliere dati rappresentativi, così da poterli analizzare in modo chiaro e preciso. Il questionario sarà da sottoporre all’intera equipe infermieristica. Il criterio di anonimato digitale è stato scelto per non creare disagi o imbarazzo nella formulazione delle risposte, in modo tale che la persona si possa sentir libera di esprimersi rispetto alle proprie difficoltà, al fine di poter raccogliere le sensazioni più profonde e i disagi maggiormente vissuti.
Elaborazione dei dati e valutazione delle risposte idonee ai bisogni emersi L’analisi dei risultati si porrà sia in termini quantitativi che qualitativi, a dipendenza della domanda e di ciò che intenderò raccogliere e sondare. Dopo l’analisi del questionario sarà necessario rispondere coerentemente alle necessità del gruppo, identificando strategie e strumenti adatti a colmare i bisogni dell’equipe.
PIANO D’AZIONE
RISORSE NECESSARIE ALLO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO § Tempo per l’approfondimento della documentazione raccolta e per
un’analisi critica e costruttiva della letteratura visionata. § Disponibilità da parte del responsabile delle cure a farsi intervistare. § Possibilità di organizzare un incontro interno (riunione di team) per
presentare il progetto di cambiamento (scopo e obiettivi). § Partecipazione pratica da parte dell’equipe infermieristica nella
compilazione/stesura del questionario.
10 Settimi, Giovanna. 1995, p. 138 11 Guidicini, Paolo. 1995. Questionari Interviste Storie di vita. Come costruire gli strumenti, raccogliere le informazioni ed elaborare i dati. Milano: Ed. Franco Angeli, p.17
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§ Tempo per analizzare i questionari sotto un’ottica quantitativa-‐qualitativa.
§ Organizzazione necessaria a rispondere ai bisogni dell’equipe rispetto alle esigenze, perplessità e richieste emerse.
§ Capacità del responsabile del progetto (Io) ad assumersi il ruolo di specialista clinico nell’ambito di salute mentale e di farsi promotore di quanto acquisito e redatto.
CRITICITÀ PREVENTIVABILI In merito al tema L’identificazione, la legittimazione e l’inserimento, nel contesto in cui lavoro, di una figura professionale riconosciuta come specialista clinico in ambito specifico (salute mentale) è una tematica nuova. Per questo motivo è di enorme importanza trasmettere e far conoscere il ruolo che esso andrà a rivestire, perché sarà un punto di riferimento significativo. È fondamentale introdurre e spiegare questa nuova figura professionale al gruppo infermieristico, poiché essa potrà andare ad influenzare e modificare geometrie delicate all'interno dell’equipe.
In merito alla partecipazione al progetto Cambiamento è sinonimo di novità. Una novità richiede massima cura e coinvolgimento per essere presentata ed introdotta efficacemente in un team. Occorre quindi un’idonea collaborazione interdisciplinare per raggiungere quella coesione di gruppo che agevoli e stimoli una corretta compliance formativa: se riconosciuto, sentito ed accettato, il progetto di cambiamento ha le chiavi per poter contribuire a migliorare le cure erogate, introducendo finalmente una persona di riferimento specifico che sappia garantire e promuovere un incremento conoscitivo, esplorativo e riflessivo in ogni singolo operatore del servizio. Se non vi fosse la possibilità di pianificare un incontro con l’intera equipe infermieristica prima della somministrazione del questionario, diventerebbe difficoltoso poter presentare il progetto di cambiamento ed i suoi obiettivi. Se non vi fosse adesione e compartecipazione progettuale da parte del team nella compilazione del questionario, diventerebbe difficoltoso rispondere alle esigenze e ai bisogni formativi dell’equipe, in quanto risulterebbero scarse sia la quantità che la qualità dei dati raccolti.
In merito al tempo Il riconoscimento di questo ruolo specifico non sarà immediato. Potrebbe apparire scontato, ma è necessario non sottovalutare il fatto che questo riconoscimento, nella sua completezza, andrà rafforzandosi solo con il tempo. È dunque necessario considerare la natura di questo progetto come la nascita di un lavoro di continua evoluzione ed aggiornamento tempificato.
In merito alla documentazione La comunità scientifica offre prevalentemente letteratura in lingua inglese. La ricerca mirata a introdurre, promuovere e mantenere una cultura assistenziale basata sulle evidenze scientifiche, richiede quindi un maggiore
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sforzo per la comprensione. L’allestimento di un quadro teorico di riferimento ne richiederà parimenti.
PIANO D’AZIONE DETTAGLIATO
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PIANO DI COMUNICAZIONE DETTAGLIATO
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Dettagli del servizio domiciliare A.C.A.M
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Condizioni cardine del servizio Spitex – A.C.A.M. Per l’erogazione di interventi adeguati ai bisogni dell’utenza, occorre siano soddisfatte le seguenti condizioni:
-‐ sviluppo di una cultura comune; -‐ coesione etica degli operatori; -‐ orientamento concettuale univoco degli operatori nella loro attività; -‐ coinvolgimento, orientamento e inserimento degli operatori al team
working; -‐ accompagnamento degli operatori nello specifico settore di
competenza (in base alla loro formazione); -‐ elaborazione, programmazione e sviluppo di programmi di
formazione continua, sia interna che esterna, fondata su evidenze scientifiche valide ed aggiornate;
-‐ revisione scientifica degli strumenti e delle modalità di lavoro; -‐ accompagnamento, supervisione ed integrazione del nuovo personale
assunto.
Popolazione avente diritto alle prestazioni dell’ACAM “L’obiettivo principale è quello di garantire a tutti gli abitanti di una regione prestazioni di qualità comprovata, coordinate e adeguate al bisogno”12. L’ACAM garantisce le prestazioni summenzionate a tutti gli abitanti del Moesano, senza distinzione di età, sesso, condizioni sociali o altro. Nell’ambito delle cure le prestazioni si concretizzano in cure di base, consulenza, economia domestica, trattamento infermieristico, cure psichiatriche, cure palliative. L’ACAM offre interventi di breve e di lunga durata, assistenza puntuale e continuativa a:
- persone anziane dipendenti; - persone in fin di vita o in stato di malattia terminale; - persone che necessitano di cure palliative per patologia e/o
sintomatologia cronica; - persone con compromissioni fisiche permanenti o temporanee; - persone con problematiche psichiatriche e psicogeriatriche; - persone dimesse da strutture ospedaliere al loro rientro nel proprio
domicilio; - persone infortunate; - donne in gravidanza a rischio, pre-‐parto o post-‐parto; - famiglie con la finalità di sgravio in situazioni di crisi, dovute a
malattia, con bisogno di aiuto per la cura di bambini o per la cura di altri congiunti.
Lavoro interdisciplinare Per concretizzare una presa a carico globale si parte da una filosofia di lavoro di gruppo; per questo tipo di lavoro la comunicazione e le decisioni prese in comune, lo scambio di conoscenze e delle competenze sono di fondamentale importanza per definire una cultura comune. Valorizzare le conoscenze e
12 Ufficio di igiene pubblica dei Grigioni. 2010. Mandato-‐quadro di prestazioni per le organizzazioni di cura e assistenza a domicilio GR. Coira
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l’esperienza proprie di ogni singolo operatore accresce la possibilità di ottenere risultati collettivi superiori al prodotto individuale, soprattutto in presenza di personale con formazione scarsa o inesistente. Ogni singolo collaboratore deve sviluppare la capacità di assumere responsabilità e rischi. Per ottenere una maggior efficacia d’intervento occorre, da parte di ciascuna delle figure professionali facenti parte del team, la condivisione di una cultura comune che si basi sulla conoscenza delle proprie competenze (vedi descrizioni degli impieghi e criteri cantonali d’inserimento del personale Spitex). Importante, inoltre, lo sviluppo di progetti comuni a tutto il gruppo di lavoro, per favorire un approccio di cura concettualmente univoco, massimizzando la messa a profitto delle competenze dei singoli collaboratori. Per adempiere adeguatamente alle proprie funzioni e raggiungere, laddove concretamente possibile, gli obiettivi prefissati, un team deve avere delle regole comuni, condivise da ogni collaboratore. In particolare:
-‐ Conoscere la propria professione, le proprie competenze, le zone comuni per raggiungere una complementarietà dei ruoli basata sulla fiducia e sul rispetto.
-‐ Condividere i propri valori e le proprie competenze, nel rispetto del campo specifico di ognuno, con la premessa della conoscenza del lavoro degli altri.
-‐ Accettare il lavoro di team con regole di funzionamento definite e precise procedure di decisione comune, creando condizioni favorevoli alla pratica interdisciplinare.
-‐ Avere una visione comune del lavoro di team, con la definizione delle procedure di lavoro, la definizione e il controllo della qualità, la creazione di strumenti che permettano di identificare eventuali problemi, stabilire priorità e trovare soluzioni.
Nonostante l’approccio interdisciplinare, lo Spitex è caratterizzato da una relazione solitaria operatore – utente, la quale, attraverso le riunioni d’équipe, fornisce elementi indispensabili per l’organizzazione adeguata degli interventi. Nella maggior parte dei casi l’operatore, a domicilio, adempie da solo al proprio ruolo e funzione. Questo richiede una maggiore capacità di ascolto, di comprensione e di osservazione. Rispetto a coloro che lavorano in una struttura, il collaboratore che opera a domicilio deve essere in grado di decidere in fretta dinanzi a cambiamenti repentini della situazione e deve saper attivare, nei giusti limiti di tempo, le risorse necessarie per realizzare una rivalutazione e per aggiornare l’intervento. L’assegnazione degli interventi viene effettuata dal responsabile degli interventi, tenendo in considerazione le competenze e le capacità professionali dei singoli collaboratori, il regolamento di delega e la zona geografica/territoriale di competenza, rispettando comunque il criterio di razionalità economica. Ogni operatore è responsabile dell’esecuzione dei propri atti professionali, stabiliti tramite il piano di cura e assistenza, i quali devono essere raggiunti tramite le decisioni prese all’interno del team. Il responsabile degli interventi si assicura e controlla che il processo d’intervento sia rispettato. In caso di delega deve essere sempre rispettato il principio di qualità dell’intervento. L’esistenza di un team polivalente, che opera secondo il principio di cura globale, è la base del servizio ACAM e la base su cui poggia la valutazione del fabbisogno eseguita a domicilio dell’utente entro i primi cinque giorni dall’inizio degli interventi stessi.
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Prestazioni del servizio Spitex – A.C.A.M. Gli interventi hanno quale finalità il benessere dell’utente, nel rispetto dei diritti e della libertà di scelta individuali, rispettando i principi di un approccio globale. Particolare attenzione è rivolta:
-‐ al rispetto dei valori, delle credenze, delle abitudini e delle scelte dell’individuo
-‐ al rispetto di tutta la persona e del suo ambiente -‐ al coinvolgimento dell’utente quale parte attiva nella definizione dei
bisogni e nell’elaborazione del progetto d’intervento, nella decisione relativa alla pianificazione dell’intervento e alla sua realizzazione
-‐ alla trasparenza nei confronti dell’utente Le prestazioni dirette mirano ad una gestione efficace ed efficiente del caso e sono realizzate in presenza dell’utente. Esse sono sintetizzabili come segue:
-‐ prima valutazione dei bisogni al momento della richiesta, compresa la compilazione della cartella dell’utente
-‐ elaborazione del progetto di presa a carico -‐ cure infermieristiche -‐ cure di base (attività di base della vita quotidiana) -‐ aiuto domestico (attività strumentali della vita quotidiana) -‐ sostegno, accompagnamento, insegnamento (mantenimento
dell’autonomia) -‐ consulenza, informazione -‐ prevenzione rivolta direttamente agli utenti seguiti, alla loro rete
primaria o secondaria -‐ pasti a domicilio
Le prestazioni indirette, cioè quelle realizzate in assenza dell’utente, prevalentemente sono volte alla coordinazione, condivisione, della presa a carico. In sintesi:
-‐ elaborazione interdisciplinare della presa a carico -‐ rivalutazione e aggiornamento della cartella dell’utente -‐ aggiornamento del Kardex dell’utente (anamnesi e decorso) -‐ aggiornamento e revisione dei punti salienti di intervento e pianificazione
di cura in seno al team, in seno alla rete delle risorse primarie, in seno alla rete delle risorse secondarie
-‐ valutazione e prese a carico congiunte, organizzazione di ricoveri (stesura di formulari di trasferimento), attivazione di servizi complementari
Le prestazioni amministrative sono volte alla gestione efficiente del servizio, in termini economico-‐amministrativi:
- la gestione del personale; - la pianificazione delle risorse; - la contabilità e le fatturazioni; - il tempo dedicato alle trasferte.
Servizio pasti a domicilio L’ACAM, in collaborazione con alcune case anziani della Val Mesolcina e da alcuni ristoranti per la Val Calanca, offre alle persone non più in grado di cucinare in modo adeguato, dei pasti completi, che vengono consegnati presso il domicilio
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direttamente da personale volontario. I pasti vengono cucinati tenendo in considerazione le esigenze nutrizionali e le eventuali richieste degli utenti (pasti per persone diabetiche, cibi tritati o passati, eventuali allergie e/o intolleranze, mezze porzioni). Nello specifico, i pasti:
- vengono cucinati da tre case per anziani per la Valle Mesolcina (Casa Anziani Mesocco, Opera Mater Christi Grono, Clinica Alle Rose Grono) e da tre ristoranti (Santa Maria, Selma e Rossa) per la Val Calanca;
- vengono consegnati a domicilio da lunedì a domenica, prefestività e festività incluse;
- vengono distribuiti da personale volontario tra le h11.30 e le h12.45; - vengono consegnati in appositi contenitori termici. Ogni cliente riceve
due contenitori all’attivazione di questo servizio. Il contenitore in cui viene trasportato il pasto deve essere riconsegnato al momento del ricevimento del pasto successivo (completo delle sue parti e pulito).
Servizio di reperibilità: criteri di massima La sede dell’ACAM si trova a Cama, in Valle Mesolcina. Dal lunedì al venerdì, con orari di ufficio, in sede lavora tutto il personale responsabile, che si occupa, nello specifico, della programmazione degli interventi, dell’organizzazione e dell’amministrazione generale, nonché del servizio di reperibilità telefonica, dalle h 8.00 alle 12.00 e dalle h 14.00 alle 17.00, che viene garantito a tutto il personale curante, all’intera utenza, studi medici o eventuali servizi esterni. Durante il fine settimana (sabato e domenica) il servizio di reperibilità telefonica è svolto dal personale infermieristico in turno, nella fascia d’orario compresa tra le h 7.00 e le h 20.00 (incluse festività). Il servizio di reperibilità infermieristica notturna viene invece attivato in caso di situazioni particolarmente complesse e comunque sempre nei casi di malattia terminale all’ultimo stadio. Durante il weekend il servizio viene garantito da una programmazione di lavoro che prevede regolarmente la presenza sul territorio di: due infermieri, una collaboratrice Oss, 5-‐6 aiuto domiciliari e 3 volontari per il servizio pasti. Il lunedì mattina viene svolta la riunione infermieristica per garantire il passaggio di informazioni ed il relativo aggiornamento dell’équipe relativamente al fine settimana appena svoltosi. La riunione d’équipe specifica per regione geografica (zona Alta Valle, zona Bassa Valle, zona Calanca), si tiene, di regola, ogni due settimane con criterio di rotazione ciclica.
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