Udine, 20 dicembre 2018
PROGETTO DI ELIMINAZIONE DELLA EPATITE C IN REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
Roberta Balestra, Dipartimento delle dipendenze - ASUITS
Sanità Universale
Curare l'infezione da HCV nei consumatori di droghe per via iniettiva (PWID) è un obiettivo di sanità pubblica
Perché:
• L’infezione da HCV presenta in Italia una prevalenza nella popolazione generale che varia, a seconda delle classi di età e dell’area geografica, fra lo 0,4% e il 16%.
• Il dato nella popolazione PWID si attesta oltre il 60%, tanto che è possibile affermare che questo target rappresenti oggi in Italia il “serbatoio” più importante del virus.
• Il 90% delle nuove infezioni colpisce soggetti che fanno uso di droghe per via invettiva.
• L’uso iniettivo di sostanze rappresenta il fattore di rischio più importante (responsabile del 23% delle nuove infezioni, report WHO del 2017).
Osservatorio europeo delle droghe di Lisbona (OEDT)
✤ Le linee guida europee raccomandano il trattamento dell’HCV nei soggetti ad alto rischio di
trasmissione del virus, inclusi i consumatori attivi di droghe ed i detenuti.
✤ Tali linee guida raccomandano inoltre di offrire un trattamento personalizzato, che consenta una
presa in carico globale dei bisogni.
✤ I risultati di efficacia della terapia farmacologica in questo target sono equivalenti a quelli della
popolazione generale.
Per arrestare la trasmissione ed eliminare il virus
nella popolazione generale è prioritario rivolgere l’attenzione a questo target,
per ridurre il numero di soggetti che possono trasmettere l’infezione
La situazione attuale in tema di HCV e consumatori di droghe per via iniettiva (PWID)
Si stima che ogni soggetto PWID con epatite C sia in grado di contagiare almeno altri 20 consumatori entro i primi 3 anni dal proprio contagio (importanza dello screening precoce).
In Europa si stima che il 49% dei PWID infetti non sia stato diagnosticato (e sia fonte di contagio inconsapevole). E in Italia?
• Sono 150.000 i soggetti in carico ai SerD, ma si stima una popolazione sommersa di altri 300.000 soggetti. Inoltre, tra l’inizio di uso di sostanze e la richiesta di aiuto ai servizi per le dipendenze trascorrono in media 6 anni (tempo di latenza).
• Nei Servizi per le dipendenze il testing rappresenta una criticità: per il Dipartimento Nazionale Politiche Antidroga la percentuale nazionale media di utenti “screenati” è solo il 30% dei testabili.
• Di conseguenza, ancora pochi pazienti conoscono il loro stato sierologico ed accedono alle terapie DAA.
• In Regione FVG la situazione è diversa.
Fotografia locale
• La Regione Friuli Venezia Giulia nel 2014, per affrontare tale criticità, ha realizzato il progetto “PIT - Uso di sostanze e patologie correlate: Percorsi, Identificazione e Testing”, che ha portato all’approvazione di un protocollo regionale per uniformare l’offerta dei test e per definire un percorso diagnostico condiviso nei servizi per le dipendenze.
• A Trieste dal 2015 esiste un protocollo operativo aziendale specifico, che prevede tre diversi livelli:
- livello 1: screening (Dipartimento dipendenze)
- livello 2: approfondimento diagnostico (Dipartimento dipendenze e Centri specialistici)
- livello 3: valutazione specialistica e terapia (Centri specialistici)
Sviluppare la collaborazione esistente per cogliere la contingenza favorevole data dai nuovi farmaci.
A Trieste - Obiettivo strategico: testing e terapia al maggior numero di pazienti TD
✤ 1. Disponibilità dei nuovi antivirali a minor costo e revisione dei criteri AIFA consentono di reclutare un target ampio di utenza e di arruolare alla terapia anche i pazienti più complessi.
✤ 2. Presenza di una équipe funzionalmente integrata tra Dipartimento Dipendenze e specialisti ospedalieri (infettivologi ed epatologi), con percorsi diagnostici e di cura programmati e gestiti con un’agenda interna condivisa.
✤ 3. Differenziazione dei percorsi diagnostici e terapeutici in base al grado di autonomia della persona, per evitare drop-out e per favorire la corretta tenuta in trattamento (3 «sottotarget» a diversa intensità assistenziale).
Livello 1: Screening
✤ Rivolto a tutta l’utenza in carico al Dipartimento delle dipendenze
✤ Ambulatorio dedicato, aperto tutte le mattine, gestito da una équipe infermieristica specializzata, che si raccorda con i sanitari intradipartimentali e con gli specialisti ospedalieri
✤ Testing offerto con un counseling mirato per la valutazione del rischio iniettivo e sessuale (HIV, HBV, HCV e LUE), accesso libero e gratuito
✤ Attività di educazione sanitaria e riduzione del danno per la modifica dei comportamenti a rischio (prevenire contagio o reinfezioni)
✤ La relazione fiduciaria già esistente col paziente facilita l’aggancio per HCV
Livello 2: Approfondimento diagnostico
In caso di positività al test di primo livello, il personale del DDD avvia il percorso di approfondimento diagnostico (come da protocollo congiunto):
✤ HCV-RNA quali-quantitativo
✤ Prima visita specialistica
✤ Prenotazione indagini diagnostiche ed accompagnamento dei pazienti meno autonomi presso gli ambulatori ospedalieri (eco addome, elastografia epatica, EGDS ed altre eventuali consulenze)
✤ Individuazione congiunta dei pazienti eleggibili al trattamento e pianificazione del programma di cura integrato.
Livello 3: Trattamento
1. Scelta e prescrizione del farmaco DAA (SC Malattie Infettive e Clinica Patologie del fegato)
2. Programmazione congiunta dell’inizio del trattamento e della modalità di somministrazione in base al carico/intensità assistenziale (gestione diversa dei tre sottotarget eterogenei):
✤ pazienti a bassa compliance: ritiro del farmaco DAA in farmacia ospedaliera da parte dell’infermiere Dipartimento dipendenze e DOT (Directly Observed Therapy) presso ambulatorio DDD
✤ pazienti con parziale autonomia: affidamento della terapia antivirale dal Centro prescrittore max 1 settimana e supervisione da parte del DDD delle assunzioni (remind telefonici e rinforzi motivazionali)
✤ pazienti autonomi: affidamento della terapia antivirale dal Centro prescrittore per 28 giorni
3. Controlli ematochimici presso il DDD o i Centri prescrittori
Follow up e prevenzione delle reinfezioni
✤ Follow up post terapia secondo le linee guida a 1-3-6-12 mesi (presso DDD o reparto). Screening post-follow up ripetuto al DDD annualmente per i pazienti in carico.
✤ Counseling motivazionale e attività di riduzione del danno per:
- prevenire reinfezioni
- promuovere cambiamento stile di vita
Dati su utenza in carico e infezione da HCV nel periodo 2015-2018 - Dipartimento dipendenze di Trieste
2015 2016 2017 2018 (31/8/18)
N° Utenti tossicodipendenti in carico
907 998 1034 1033
N° Utenti screenati per HCV 721 728 728 718
% utenti screenati 79,49 72,95 70,40 69,50
N° Utenti HCV positivi 470 466 457 475
% utenti positivi al test HCV 65,19 64,01 62,77 66,15
N° Utenti con viremia (storica) 305 298 321 360
Numero dei pazienti con viremia HCV
N° Utenti con viremia (dato storico dal 2015 ad oggi):
360 totali, di cui 12 co-infetti HIV, 15 deceduti
- rapporto M/F = 3/1
- range di età: 20 - 68 anni
- sono pazienti con diversa gravità di dipendenza
- 2 diversi centri specialistici ospedalieri di riferimento (criteri attuali sono: età, gravità dell’epatopatia, scelta personale)
Genotipi virali nella popolazione target
Soggetti differenziati per genotipo virus HCV
anni 2012-2017
Genotipo 1 Genotipo 2Genotipo 3 Genotipo 4
32%
3%59%
6%
Soggetti tossicodipendenti trattati a Trieste con farmaci DAA
Dal 2016 è stata potenziata la collaborazione attraverso una ri-organizzazione meticolosa dei diversi percorsi ospedale-territorio per sperimentare il nuovo trattamento.
- nel 2016 = 14 persone (13 maschi e 1 femmina) e tutti i programmi sono stati portati a termine;
- nel 2017 = 57 persone (46 maschi e 11 femmine) e tutti i programmi sono stati portati a termine
- nel periodo 1/1/2018 - 31/8/2018 = 44 persone (25 maschi e 19 femmine)
Da segnalare che nessuna persona è stata esclusa dal trattamento per motivazioni legate al consumo di sostanze o alla elevata complessità assistenziale: tutti hanno portato a termine il trattamento.
Con la Clinica Patologie del Fegato sono stati trattati ad oggi 35 soggetti
Con la SC Malattie infettive sono stati trattati 115 soggetti
Punti di forza
- équipe funzionalmente integrata, che assicura un percorso di diagnosi e cura semplificato e coordinato, con pianificazione “scaglionata nel tempo” dei trattamenti antivirali in base al carico assistenziale da gestire
- testing effettuato al DDD e offerto a tutti gli utenti (aggancio e diagnosi precoce); personale dedicato e formato
- ricaduta positiva sul gruppo allargato di utenti (effetto “passa parola”)
- relazione fiduciaria con équipe infermieristica, che facilita “il consenso e la tenuta in trattamento” anche delle persone più complesse
- accompagnamento dei soggetti meno autonomi ai centri di diagnosi e cura esterni
- conoscenza dei comportamenti a rischio che consente una attività mirata di educazione sanitaria e di riduzione del danno (modifica stile di vita)
- gestione flessibile della terapia, con schemi tarati sul livello di autonomia (DOT (Directly Observed Therapy) e prevenzione dei drop out
- incontri periodici di équipe integrata e formazione congiunta
Aree di sviluppo
✤ Valutazione specialistica per tutti i pazienti con HCV RNA + in carico al DDD
✤ Potenziare la programmazione congiunta “a tre” e la gestione agenda interna
✤ Raccolta dei dati e reportistica
✤ Potenziare counseling e attività di riduzione del danno per cambiamento CAR
✤ Valutazione delle reinfezioni
✤ Valutazione delle performance cognitive prima e dopo la terapia DAA (disturbo cognitivo HCV correlato, con alterazioni della memoria, dell’attenzione sostenuta, dell’apprendimento)
✤ Aggiornamento del Progetto PIT regionale per rendere più omogenea l’offerta di screening e cura da parte dei Servizi per le dipendenze e dei Centri specialistici
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