8/7/2019 ProCivibus:la Protezione Civile partecipata nel Web2.0
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ProCivibus:
la Protezione Civile partecipata nel Web2.0
Marco Palazzo (*), Ludovica Marzo (*)
(*) GIEOLab, Via Bradano, 50 - 73100 Lecce Tel./Fax. 0832.098533 - www.gieolab.com
email: [email protected] , [email protected]
web: http://www.procivibus.it
Abstract
ProCivibus un moderno sistema di crowdsourcing che consente ai cittadini ed agli
operatori della Protezione Civile di collaborare con le Amministrazioni Locali nellacostruzione della banca dati comunale e provinciale di supporto alla pianificazione
d'emergenza. Pertanto, ProCivibus si configura come un servizio on line i cui
destinatari sono cittadini attivi, operatori della Protezione Civile, Enti Locali
responsabili in materia di Protezione Civile. Il servizio consente agli utenti di censire e
georeferenziare edifici strategici vulnerabili, servizi essenziali in emergenza, risorse e
strutture operative disponibili per fronteggiare un evento disastroso. Inoltre,
ProCivibus integra un processo di validazione del dato, basato su ruoli, in grado di
filtrare il rumore generato da utenti che decidano, dolosamente, di inserire
informazioni false oppure generato da utenti che inseriscano, innocentemente,
informazioni incomplete o errate. Infine, il servizio rende disponibili le informazionifornite dai cittadini agli Enti Locali sia attraverso file in formato standard (.csv, .xls,
.pdf) , sia attraverso protocolli di cooperazione applicativa (web services). I Comuni e
le Province possono cos integrare dinamicamente questi dati nei propri sistemi
informativi territoriali e sovrapporli alle cartografie di rischio (idrogeologico, sismico,
ecc.) allo scopo di delineare gli scenari di pericolo rispetto ai quali pianificare gli
interventi di Protezione Civile.
1. Contesto di riferimento
Previsione, prevenzione e pianificazione sono le attivit che le strutture del Servizio
nazionale di Protezione Civile devono svolgere in tempo di pace per preparare lagestione dellemergenza. Gli strumenti giuridici dei soggetti titolari , ai diversi livelli,
della funzione di protezione civile sono i Programmi e i Piani. Attualmente, ai sensi
delle disposizioni legislative generali (legge 225/92 e D.Lgs. Bassanini 112/98), ed
anche ai sensi della legislazione speciale vigente per le singole materie (rischio
idrogeologico, rischio incendi, ecc.), ogni Comune italiano , di fatto, tenuto a redigere
un Piano di Protezione Civile. Tuttavia, nonostante le numerose prescrizioni normative,
i Comuni italiani sono in ritardo nelle attivit di pianificazione. Solo un ristretto numero
di Amministrazioni si dotato di un Piano di Protezione Civile efficace ed ha effettuato
la raccolta dati necessaria alla sua redazione. Ancor meno effettuano laggiornamento
di questi dati, che pertanto, nel tempo, perdono la loro valenza.
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Un dato per tutti riportato nel rapporto Ecosistema Rischio 2010 [Legambiente,
2010], redatto da Legambiente e Dipartimento di Protezione Civile. Tra le 5581
amministrazioni comunali considerate a pi alto rischio idrogeologico dal Ministero
dellAmbiente solo il 37% (2.053) ha risposto al questionario di Ecosistema Rischio
2010. Di queste, il 76% si dotato di un piano di emergenza, ma soltanto il 51% lo haaggiornato negli ultimi due anni, fatto estremamente importante giacch disporre di
piani vecchi pu costituire un grave limite in caso di necessit. E ancora, solo il 57%
dei Comuni che hanno risposto allindagine hanno inserito nel Piano demergenza il
censimento dei soggetti pi vulnerabili (diversamente abili, anziani non autosufficienti,
malati gravi, ecc,). Inoltre, soltanto in un Comune su cinque sono state organizzate
iniziative dedicate allinformazione dei cittadini e alle esercitazioni che rappresentano
uno strumento fondamentale per testare lefficienza del sistema locale di protezione
civile. Questa situazione si determinata, in parte, per scarsa conoscenza della norma
e per disattenzione politica di alcuni Amministratori locali, ma anche e soprattutto per
la oggettiva difficolt e costo intrinseco della attivit di raccolta/aggiornamento deidati necessari alla redazione dei piani. Ecco che, dal contesto esaminato, emerge
dunque con chiarezza la necessit di dare un nuovo impulso alla pianificazione ed il
bisogno di nuovi strumenti operativi in grado di supportarla efficacemente.
Grafico 1: Comuni Italiani a Rischio Idrogeologico
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Grafico 2: Comuni che hanno fornito informazioni sulla loro attivitdi pianificazione di emergenza, rispondendo al questionario
Ecosistema Rischio 2010 di Legambiente
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Grafico 3: Comuni che hanno redatto/aggiornato il Piano di Protezione Civile ed hanno svolto
attivit di informazione alla Popolazione, come risulta dall'indagine Ecosistema Rischio 2010 di
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2. Lo stato dellarteProCivibus nasce da unanalisi dello stato dellarte in tema di pianificazione delle
emergenze ed introduce, rispetto a questo, alcune novit (Fig. 1).
Fig.1 - I pilastri di ProCivibus
2.1 Il Metodo Augustus: una linea guida per la pianificazioneIl Metodo Augustus [Galanti, 1997] una linea guida per la pianificazione di
emergenza messa a punto, negli ultimi anni novanta, da un gruppo di lavoro composto
da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero dell'Interno. Il
gruppo di lavoro stato voluto e costituito da Franco Barberi, a quel tempo
Sottosegretario di Stato, che aveva compreso la necessit di dare un indirizzo
condiviso alla attivit di pianificazione. Un indirizzo che unificasse e superasse le molte
proposte, spesso in contraddizione tra loro, formulate dalle varie Amministrazioni
Locali e Centrali in modo tale da fare emergere solamente il proprio "particolare".
Partendo dall'assunto che il progetto di tutte le attivit coordinate e delle procedure
per fronteggiare un evento disastroso fosse il Piano di Emergenza, la linea guida
Augustus ha introdotto un approccio nuovo e definitivo alla sua strutturazione. Il
Metodo Augustus ha abbattuto il vecchio approccio alla redazione del Piano basata sul
solo censimento di mezzi utili agli interventi di protezione civile ed ha indicato, a
chiare lettere, la necessit di riferirlo alle funzioni organizzative, da istituirsi ai diversi
livelli di responsabilit (locale e centrale), necessarie a gestire, in modo sinergico, le
risorse disponibili. Nel linguaggio di Augustus tali funzioni sono dette "Funzioni di
Supporto" (9 per i comuni e 14 per le province). Ogni funzione, coordinata da un
responsabile, deve organizzare la risposta di protezione civile ad un evento disastroso
in una specifica area tematica (es. Sanit, Viabilit, Volontariato, Materiali e Mezzi,
Telecomunicazioni ecc.). Ogni responsabile di funzione, "in tempo di pace", ha il
compito di mantenere vivo ed efficace il Piano attraverso il quotidiano aggiornamento
dei dati e delle procedure relative alla propria area di competenza. Con lattivazione
delle Funzioni di Supporto, ogni Ente, responsabile in materia di Protezione Civile,
raggiunge cos due distinti obiettivi: individua a priori i responsabili delle singole
funzioni da impiegare in emergenza e, in tempo di pace, garantisce il continuo
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aggiornamento del Piano di Emergenza, da effettuarsi a cura degli stessi responsabili.
In questo modo, l'Ente, al verificarsi di una emergenza, ha nella propria sala operativa
esperti che gi si conoscono, in quanto hanno lavorato insieme al Piano, e ci porter
a una maggiore efficacia operativa e ad un migliore coordinamento fra le componenti
istituzionali e le strutture operative (Associazioni di volontariato, Forze Armate, Vigilidel Fuoco, etc.). In sostanza, l'attivazione delle Funzioni di Supporto fa in modo che il
Piano di Emergenza assuma le migliori caratteristiche di un documento vissuto e
continuamente aggiornato.
Il Metodo Augustus rappresenta, ancora oggi, un punto di riferimento assoluto per tutti
gli operatori di protezione civile che, con competenze diverse, sono impegnati
quotidianamente ad affrontare le emergenze. Augustus un metodo di lavoro che,
comunque, rimane oggettivamente valido, al di l delle diverse assunzioni di
responsabilit che nuove norme potranno assegnare a soggetti diversi da quelli
identificati dall'attuale impianto normativo. Per questo, ogni sistema informativo,
pensato per coadiuvare la pianificazione di emergenza deve essere strutturato comeuno strumento operativo destinato ai responsabili delle singole funzioni di supporto
individuate dalla linea guida Augustus. E ProCivibus non fa eccezione.
2.2 Un modello dati per il Piano Comunale e ProvincialeIl Piano di Protezione Civile, normalmente, un documento elaborato sulla base del
"Programma di previsione e prevenzione" e contiene, oltre alla descrizione dei modelli
di intervento, relativi ai diversi scenari di pericolo, banche dati relative sia agli
elementi territoriali esposti a rischio, sia alle risorse disponibili per fronteggiare
lemergenza. Tali banche dati, georefenziate rispetto alle cartografie di criticit (carte
di rischio idrogeologico, sismico, ecc.), permettono di delineare gli scenari rispetto ai
quali pianificare gli interventi di protezione civile. Pertanto, realizzate nei Programmi le
analisi di previsione e prevenzione, particolare attenzione va dedicata alla costruzione
di queste ultime banche dati, ma soprattutto ai meccanismi di aggiornamento, nonch
agli strumenti che ne permettono un rapido utilizzo.
Per questo, nel 2000, il Servizio Sismico Nazionale ha istituito un gruppo di lavoro,
partecipato dal Servizio stesso, dal Dipartimento della Protezione Civile, dalla Regione
Emilia-Romagna e dalla Provincia di Modena, con l'obiettivo principale di creare un
sistema di raccolta ed aggiornamento dei dati relativi alla pianificazione provinciale e
comunale di emergenza [Pcm, 2000]. Il gruppo di lavoro ha prodotto un modello per la
raccolta dei dati afferenti la pianificazione che costituisce, ancora oggi, una guida perle attivit di censimento ed uno stimolo a costituire strutture operative comunali e
provinciali che, in tempo di pace, si occupino direttamente dei censimenti e che, in
tempo di emergenza, sappiano utilizzare e mettere a disposizione, di chi interviene in
aiuto della popolazione, i dati organizzati ed aggiornati.
Il modello dati proposto dal DPC trova la sua sintesi in un insieme di schede di
censimento [Pcm, 2000]. Alcune di queste schede sono destinate solo ai comuni (es.
servizi di continuit assistenziale, aree di accoglienza, ecc.), poich finalizzate ad
identificare oggetti sul territorio comunale e/o di stretta competenza delle attivit
ordinarie del Comune. Altre schede sono destinate alla Provincia, poich finalizzate al
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censimento di risorse o elementi con valenza territoriale provinciale (es ospedali, aree
di ammassamento). Alcune schede, naturalmente, possono essere utilizzate da
entrambi gli Enti se riguardanti strutture diverse, ma di competenza sia provinciale
che comunale (ad esempio, la scheda Enti Locali pu essere utilizzata sia dal
Comune che dalla Provincia per censire le relative strutture).
E importante sottolineare che l'organizzazione delle schede stata fatta seguendo le
indicazioni relative alla pianificazione nazionale d'emergenza. In altre parole, le
schede, e cio le "tipologie di oggetti/soggetti/strutture" da censire, sono state
organizzate in categorie aventi i nomi delle Funzioni di Supporto identificate dalla linea
guida Augustus. Tale organizzazione, pur nella consapevolezza che le funzioni di
Augustus nascono per la gestione dell'emergenza, stata perseguita con l'obiettivo di
rendere esplicito il fatto che, attraverso i censimenti attuati durante la fase di
pianificazione, si mettono i responsabili delle Funzioni di Supporto in grado di operare
nell'immediatezza di un evento disastroso con dati ed informazioni aggiornate egeoreferenziate.
E' inoltre evidente che l'organizzazione delle schede in categorie afferenti le Funzioni
di Supporto Augustus stato un ulteriore invito a creare un sistema comunale e
provinciale in cui i responsabili di funzione partecipano attivamente, anche in tempo di
pace, alla pianificazione.
Il modello dati descritto, a distanza di oltre 10 anni dalla sua progettazione, resta il
punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di pianificare l'emergenza.
Tuttavia, in questi anni, gli Enti hanno trovato difficolt operative nella sua
implementazione. Mentre, da un lato, il modello estremamente dettagliato, dallaltro
le risorse tecnico-economiche a disposizione degli Enti per istanziarlo sulle diverse
realt locali sono limitate. Da ci emersa la necessit di individuare nuovi modelli
operativi in grado di rendere sostenibile sia il primo impianto che laggiornamento
continuo ed indispensabile delle banche dati essenziali per la pianificazione
demergenza.
2.3 Il Crowdsourcing una nuova strada per la protezionecivile
La Pubblica Amministrazione si trova ora in un momento storico per cui chiamata a
dare di pi (in termini di servizi e di efficienza) spendendo di meno. Un obiettivoquesto che non si pu raggiungere seguendo vecchi approcci basati su logiche
autoreferenziali o facendo fine tuning dellesistente.
A fronte di questa sfida si stanno dunque cercando nuove forme organizzative che, di
fatto, sanciscono il passaggio della PA dal ruolo di service providera quello di service
facilitator. Si tratta di nuovi modelli operativi basati sulla partecipazione civica alla
creazione di valore pubblico [Pillitu, 2009]. Un formidabile modello a disposizione della
PA per coinvolgere i diversi attori sociali (dipendenti, cittadini, aziende, associazioni
del terzo settore, ecc.) certamente quello del Crowdsourcing [Howe, 2006]. Il
termine crowdsourcing (da crowd, gente comune, e outsourcing, esternalizzazione
delle attivit) un neologismo che definisce un modello di business nel quale
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paesi.
Google Person Finder
Il servizio Person Finder [Google, 2011] stato lanciato da Google nel 2010, in
occasione del terremoto che ha colpito Haiti, e da allora stato riutilizzato nel corsodelle pi gravi emergenze verificatesi successivamente. Google Person Finder una
sorta di bacheca sulla quale possibile cercare persone conosciute o fornire
informazioni su persone di cui si ha notizia. Il Person Finder consente, altres, di fornire
informazioni su se stessi, rassicurando cos amici e familiari mentre le linee telefoniche
sono intasate. Il servizio pu inoltre essere ospitato su qualsiasi sito per coadiuvare le
ricerche. Person Finder il pi noto dei vari tool sviluppati nell'ambito di Google Crisis
Response, uno dei progetti di Google.org, il braccio filantropico di Google. Il Crisis
Response Project si avvale dei punti di forza del colosso di Mountain View nel campo
dell'informazione e della tecnologia per sviluppare prodotti e sostenere politiche che
affrontino le sfide globali. Tra questi strumenti si annoverano Google My Map (che puessere utilizzato ad esempio per indicare strade interrotte, caricare foto
rappresentative dei danni, ecc.); Google Earth (che pu essere utilizzato ad esempio
per esplorare i luoghi colpiti da una catastrofe mediante immagini satellitari
aggiornate in alta risoluzione); Google Fusion Table, Docs e Spreasheets, i quali,
complessivamente, costituiscono un ineguagliabile set di applicazioni utili a creare,
aggiornare, condividere online informazioni critiche accessibili con qualsiasi dispositivo
e da qualsiasi posto.
A Google Person Finder si ispirato inoltre "Dove siamo nel mondo" [Ministero degli
Affari Esteri, 2011], il servizio del Ministero degli Affari Esteri che consente agli italiani
che si recano temporaneamente all'estero di segnalare, su base volontaria, i datipersonali e di viaggio, al fine di permettere all'Unit di Crisi, nell'eventualit che si
verifichino situazioni di grave emergenza, di pianificare con maggiore rapidit e
precisione interventi di soccorso. In tali circostanze di particolare gravit evidente
l'importanza di essere rintracciati con la massima tempestivit consentita e - se
necessario - soccorsi. I dati raccolti attraverso "Dove siamo nel mondo" vengono
utilizzati dal Ministero degli Affari Esteri solo in casi di comprovate particolarmente
gravi emergenze (grandi calamit naturali, attentati terroristici, evacuazioni, etc.) e
cancellati 2 giorni dopo la data di fine viaggio indicata dai cittadini italiani che
utilizzano il servizio.
Ushahidi
La Ushahidi Platform [Ushahidi, 2011] (parola che in lingua swahili significa
testimone) nata in Kenya, nel 2008, ed una applicazione che consente di
effettuare una segnalazione di qualsiasi tipo (es. allorfanotrofio Foyer de Sion di
Fontamara 150 bambini hanno urgente bisogno dacqua, in via Delmas 95 dei
rapinatori stanno portando via tutto [Corami, 2010]) classificandola,
georeferenziandola e corredandola con video e foto di supporto. Ricevuta la
segnalazione, il soggetto che ha attivato Ushahidi (Ente governativo, ONG,
Amministrazione Locale, ecc.) pu inserirla on-line come confermata (se ne effettua
una verifica diretta) oppure pu lasciare agli utenti la decisione di supportarla o meno,
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sia tramite like o dislike, sia tramite commenti. Ushahidi consente inoltre agli
utenti la possibilit di ricevere la notifica dell'inserimento delle segnalazioni, relative
ad eventi di un certo tipo, localizzati entro un certo raggio da una determinata
posizione. Infine, la Ushahidi Platform pu essere equipaggiata con plug-in che
consentono agli utenti di effettuare le segnalazioni via sms ed mms.In Kenya, a cavallo tra 2007 e 2008, Ushahidi servito soprattutto ad aggirare la
censura, che prima aveva oscurato lo scrutinio dei voti e poi silenziava la conta dei
morti. Ad Haiti la piattaforma scesa in campo a due ore dal sisma per raccogliere le
voci di chi stava vivendo la tragedia. E ancora, da quando stato messo online,
Ushahidi ha consentito di mappare gli scontri xenofobi in Sudafrica, i massacri di Gaza,
la guerra civile in Congo, il terremoto del Cile, ma anche la vita artistica di Nairobi, la
penuria di farmaci in Africa Orientale, le elezioni in Afghanistan e in India, e tanti altri
eventi che hanno lasciato tracce meno marcate nella memoria globale. Il software,
nato a Nairobi e cresciuto grazie al generoso contributo della charitydel fondatore di
eBay Pierre Omidyar, a disposizione di chiunque voglia tenere docchio qualcosa.Ushahidi libero e open source.
OpenStreetMap
Ispirato a Wikipedia, OpenStreetMap [Osm, 2011]) un progetto finalizzato a creare
una mappa modificabile dell'intero pianeta. OpenStreetMap permette a chiunque di
visualizzare, modificare ed utilizzare dati geografici con un approccio collaborativo.
Tutti dunque possono contribuire ad OpenStreetMap arricchendo o correggendo i dati.
Gli utenti registrati infatti possono caricare nel database centrale del progetto tracce
GPS e modificare i dati vettoriali usando gli editor forniti. Tutti i dati geografici presenti
in OpenStreetMap possiedono una licenza libera. E' cio possibile utilizzarliliberamente per qualsiasi scopo (es. derivarne applicazioni), con il solo vincolo di
citare la fonte e distribuirli con la stessa licenza.
OpenStreetMap un altro valido sistema di crowdsourcing che si rivelato
straordinariamente utile in contesti di emergenza.
Ad esempio, a seguito del terremoto che ha colpito Haiti il 12 gennaio 2010, il gruppo
Humanitarian OpenStreetMap Team (HOT) si attivato per realizzare la mappatura
dellisola, che ancora non aveva una copertura cartografica aggiornata ed adeguata in
grado di rispondere alle esigente della carovana umanitaria dei soccorsi e degli aiuti
[Grava, 2010].
Grazie alle immagini da satellite acquisite successivamente allevento sismico ed alla
loro liberazione, la comunit OpenStreetMap, auto-coordinata attraverso il gruppo
HOT, ha provveduto sia alla realizzazione di una mappa di base dellisola, sia alla
mappatura del danno e delle infrastrutture critiche per i soccorsi (ospedali, cimiteri,
rete stradali, edifici, ecc.).
Inoltre, grazie alle migliaia di informazioni (post, mail, sms, tweet) che hanno inondato
la rete nei giorni successivi al terremoto, il team di mappatori ha potuto indicare
accampamenti di sfollati, edifici crollati, ospedali, reti stradali e molte altre
informazioni indispensabili per le associazioni umanitarie che dovevano muoversi sul
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posto. Nella mappatura di Haiti si sono impegnate 500 persone sparse in tutto il
mondo.
2.3.2 Crowdsourcing per la pianificazione dell'emergenza
Mentre, come stato sopra rilevato, i sistemi di crowdsourcing hanno trovato unprovata utilit durante la fase parossistica degli eventi, cio in pieno e conclamato
disastro, meno chiaro risulta il ruolo che essi possono avere in fase di preparazione
delle emergenze. L'idea che qui si vuole sostenere che sistemi di crowdsourcing
possano essere utilizzati per effettuare una fotografia della realt locale,
indispensabile per qualsiasi attivit di pianificazione dell'emergenza, e, soprattutto,
per aggiornare tale fotografia senza soluzione di continuit.
Volendo sostenere questa ipotesi bisogna tuttavia prendere atto che, oggi, sono in
molti ad argomentare sul fatto che i governi non possono basare le loropolicye le loro
decisioni su informazioni provenienti da sorgenti non certificate o sconosciute. L'idea
diffusa, soprattutto tra gli amministratori locali, che i dati raccolti dai cittadini
mediante gli strumenti del Web2.0 tendono ad essere disordinati, non verificati e
possono somigliare ad un "sentito dire" o peggio. Quasi tutti concordano sul fatto che
sarebbe irresponsabile utilizzare queste informazioni in sostituzione di dati validati e di
alta qualit, soprattutto quando essi vengono utilizzati per assumere decisioni sulla
sicurezza delle persone durante una crisi [Kirkpatrick, 2011]. E ancora, opinione
condivisa che le informazioni generate utilizzando piattaforme di crowdsourcing non
dovrebbero essere usate come unica fonte su cui basare le risposte ad una
emergenza.
Quale ruolo allora possono avere i sistemi di crowdsourcing nel contesto dellapianificazione dell'emergenza ?
Un modello che appare sostenibile quello utilizzato con successo nel campo della
salute pubblica. Infatti, gi da tempo, le Organizzazioni per la Salute nazionali ed
internazionali, raccolgono, in tempo reale, segnalazioni provenienti dal territorio allo
scopo di individuare anomalie che potrebbero segnalare l'inizio di epidemie. Ad
esempio, ricevono ed analizzano segnalazioni relative a vendite anomale di alcuni
farmaci, o relative a pazienti ospedalieri che presentano alcuni sintomi. Ci allo scopo
di individuare possibili focolai di epidemie. Nel momento in cui un'Organizzazione
Governativa o sovra nazionale riceve un report di questo tipo, tipicamente, invia un
team di esperti sul luogo di provenienza della segnalazione per investigarla da vicino.Il primo compito del team quello di confermare o meno che ci sia una epidemia in
corso, cio di validare le segnalazioni. Stabilito questo, il team avvia la verifica
inviando i campioni prelevati in-situ al laboratorio centrale per l'analisi. I risultati delle
indagini di laboratorio vengono poi utilizzati dal Governo per organizzare una risposta
adeguata al problema. La risposta volta, da un lato, a contenere l'epidemia e,
dall'altro, a curare le persone colpite dalla malattia.
In sostanza, nel campo della sanit, le crisi vengono affrontate mettendo in atto un
processo iterativo di rilevazione, validazione, verifica e risposta (Fig. 2).
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Tale processo pu essere adottato con successo, a livello locale, anche per supportare
la pianificazione d'emergenza. In questo caso le 4 fasi potrebbero essere
caratterizzate come segue:
Fase 1: Rilevazione (Detection)
I governi locali, in "tempo di pace" possono chiedere alla popolazione un aiuto per
effettuare una "fotografia", ad altissima risoluzione, del territorio, e per aggiornarla
senza soluzione di continuit. Tale "fotografia" pu essere realizzata mosaicando le
segnalazioni effettuate dai cittadini relativamente a edifici rilevanti vulnerabili, servizi
di pubblica utilit attivi, risorse umane e strumentali disponibili per fronteggiare un
evento disastroso, strutture operative pronte ad intervenire in caso di emergenza.Pertanto la rappresentazione della realt locale assolutamente propedeutica per
effettuare una pianificazione d'emergenza realistica ed efficace e pu essere
realizzata con il supporto di strumenti di crowdsourcing i quali consentono di
raccogliere una enorme quantit di informazioni, a basso costo. Naturalmente, la sfida
capire come verificare la validit di queste informazioni provenienti da "sorgenti" la
cui affidabilit non nota a priori.
Fase 2: Validazione (Investigation)
Una volta che stata raccolta una quantit di informazioni sufficiente a rappresentare
il territorio per gli scopi della pianificazione d'emergenza, una possibilit quella dichiedere ad un insieme di cittadini preselezionati di indagare tali informazioni per
confermarle o meno ed eventualmente per integrarle. Non difficile immaginare che i
cittadini pi attivi, investiti dalle istituzioni del ruolo di validatori, vorranno provare la
loro credibilit e capacit collaborativa agli occhi delle proprie amministrazioni locali
fornendo report sempre pi accurati. Questo scenario ancora pi realistico in un
paese come l'Italia, nel quale si contano pi di 1.200.000 volontari, soggetti affidabili
che gi impegnano molto del loro tempo per prendersi cura dei 'beni comuni'. Questa
particolare implementazione del paradigma crowdsourcing, detto anche "bounded
crowdsourcing" [Meier, 2009], oltre al vantaggio di produrre informazioni attendibili, in
quanto validate da fonti conosciute e affidabili, ha il grande vantaggio di consentire
Fig.2 Processo di gestione delle
emergenze in campo sanitario
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l'identificazione di nuove "sorgenti dati" attendibili e sconosciute prima.
Fase 3: Verifica (Verification)
E' evidente che nel processo di certificazione dei dati l'ultima parola spetta alle
Amministrazioni Locali, cui resta il compito di effettuare la verifica finale sulle
informazioni che hanno superato la prima validazione da parte della comunit (Fase2).
Fase 4: Pianificazione in tempo di pace (Response)
Infine, alle Amministrazioni locali spetta l'ulteriore compito di utilizzare le informazioni
raccolte per pianificare ed organizzare la risposta di protezione civile, innanzitutto
redigendo, aggiornando e disseminando i Programmi di Previsione e Prevenzione ed i
Piani di Emergenza. In Italia, questo ruolo viene assegnato agli Enti (Comuni e
Province) da numerose disposizioni normative.
E' ragionevole pensare che l'approccio descritto abbia il potenziale per contribuire ad
accelerare il passaggio ad un mondo nel quale le decisioni di pianificazione delleemergenze possano essere prese in crowdsourcing. E' evidente che c' ancora molto
da apprendere e che sono necessarie molte iterazioni in contesti reali per passare
dalla concettualizzazione del modello alla sua implementazione. Molte sono ancora le
sfide da affrontare, metodologiche, culturali e politiche, ma anche tecnologiche. E'
necessario, cio, mettere a punto strumenti in grado di supportare efficacemente il
modello proposto, e ProCivibus vuole aprire la strada su questo terreno.
3. ProCivibusProCivibus un servizio on-line che consente ai cittadini ed agli operatori della
Protezione Civile di collaborare con le Amministrazioni Locali nella costruzione della
banca dati comunale e provinciale di supporto alla pianificazione d'emergenza. Tale
banca dati contiene informazioni relative a: edifici strategici vulnerabili, servizi
essenziali in emergenza, risorse e strutture operative disponibili per fronteggiare un
evento disastroso.
Il servizio si rivolge dunque a tre principali categorie di utenti:
Cittadini attivi , motivati ad aumentare la sicurezza propria e della propriafamiglia;
Operatori della Protezione Civile , motivati, per vocazione, ad estendere lapropria quotidiana attivit finalizzata alla tutela della popolazione e del
territorio;
Enti Locali, motivati a costruire, integrare e aggiornare la propria banca datidi supporto alla pianificazione dellemergenza.
3.1 Modello DatiIl Modello Dati assunto a riferimento da ProCivibus quello proposto dal Dipartimento
della Protezione Civile con il Sistema di Raccolta Dati a Supporto della Pianificazione
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Provinciale e Comunale d'Emergenza" [Pcm, 2000]. Nellambito di ProCivibus, tale
sistema stato tuttavia alleggerito e semplificato, sia per recepire le indicazioni degli
operatori che in questi anni lo hanno utilizzato, sia per adattarlo al nuovo contesto nel
quale viene proposto, quello del crowdsourcing. Il Sistema di Raccolta Dati stato
alleggerito, nel senso che ne sono state utilizzate le Schede pi significative, esemplificato, nel senso che le schede implementate sono state strutturate con un
numero di campi destinati a contenere le informazioni pi facilmente reperibili dagli
utenti. Nella seguente Tab.1 sono riportate sia le schede informative attualmente
previste da ProCivibus, sia larea logica nella quale vengono presentate al Cittadino ed
allEnte
Cittadino
Ente
Edifici a
rilevanterischio dicollasso
Servizi di
pubblica utilit
Risorse
umane estrumentali
Strutture di
protezione civile
F1 Tecnicoscientifica e dipianificazione
Industrie a rischiodi incidenterilevante
Universit e Centri diRicercaDipartimenti eLaboratori
F2 - Sanit eassistenza sociale
OspedaliGuardia MedicaPronto SoccorsoCentrali del 118
F3 - Mass media e
informazione
StampaRadioTV
F4 - Volontariato Organizzazioni diVolontariato
F5 - Materiali eMezzi
MaterialiMezziMagazziniPersoneDitte
F6 - CensimentoDanni
ScuoleChiese, Musei,BibliotecheEdifici Monumentali
Alberghi, Conventi,Monasteri, Case diRiposo, Centri perMinoriEdifici Privati,Locali Commerciali
F7-Telecomunicazioni
Operatori SettoreTelecomunicazioni
F8 - ServiziEssenziali
Discariche
F9 - Assistenzaalla popolazione
Aree di Accoglienza
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F10 - StruttureSAR
(Search andRescue)
Croce Rossa,Vigili del FuocoCarabinieri,Polizia
F11 - Enti Locali Enti Locali
Tab.1 - Schede Informative di ProCivibus. Raggruppamento delle schede per Cittadini ed Enti.
3.2 Modello di FunzionamentoLutente di ProCivibus ha sempre due possibilit: consultare la banca dati oppure
partecipare alla sua costruzione. Mentre la consultazione consentita anche allutente
anonimo, linserimento e la modifica delle informazioni contenute nella banca dati
consentita solo agli utenti registrati. Infatti, lutente che intende collaborare alla
costruzione del database della protezione civile, dopo essersi registrato sul sistema,seleziona uno schedario di interesse, tra quelli disponibili, ed effettua una ricerca per
verificare se l'elemento che intende segnalare (elemento vulnerabile, servizio di
pubblica utilit, risorsa disponibile in emergenza, struttura operativa della Protezione
Civile) gi presente nella banca dati. Se gi presente una voce relativa
all'elemento pu migliorarne ed ampliarne la descrizione, evitando cos di creare
doppioni che dovrebbero poi essere uniti. Viceversa, se l'elemento che intende
segnalare non presente nella banca dati lo aggiunge e inserisce le relative
informazioni a sua disposizione, tra quelle richieste dal sistema (Fig.3).
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Fig. 3 - ProCivibus. Archivio Scuole.
3.3 Modello di validazione del datoOgni qualvolta un grande numero di persone viene coinvolto in una attivit, tutto
diventa meno gestibile. Ci significa che l'intelligenza collettiva soggetta a
vandalismo ed influenzata dalla mancanza di informazioni, da informazioni false o
incomplete, da informazioni errate. Ci vale anche in un sistema di crowdsourcing
come ProCivibus che pu essere disturbato dal rumore [Trentin, 2004] generato da
utenti che decidano, intenzionalmente e dolosamente, di inserire nella banca datiinformazioni false o da utenti che inseriscano, innocentemente, informazioni
incomplete o errate.
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Fig.4 - ProCivibus. Validazione del dato basata su ruoli.
Allo scopo di filtrare il rumore, ProCivibus integra un processo di validazione del dato,
basato su ruoli (Fig.4), che garantisce all'Ente Locale che lo adotta la disponibilit di
un ricco set di informazioni stabili e affidabili. ProCivibus implementa il modello di
controllo della qualit del dato strutturato a piramide di seguito descritto sia dal punto
di vista logico, che dal punto di vista fisico e implementativo.
Dal punto di vista logico: a) tutti i cittadini, che si registrano al sistema, possono
inserire informazioni utili ai fini della pianificazione dell'emergenza; b) gli appartenenti
ad una struttura operativa della Protezione Civile (es. membri delle associazioni di
volontariato), accreditandosi sul sistema (mediante apposito modulo online), possono
validare e completare le informazioni inserite dai semplici cittadini; c) i tecnici degli
Enti Locali, che aderiscono a ProCivibus, possono approvare, in via definitiva, le
informazioni, gi validate dagli utenti accreditatisi come operatori della protezione
civile, che sono idonee a supportare la pianificazione demergenza.
Dal punto di vista fisico, appena un Utente Registrato inserisce una nuova scheda
nella banca dati, questa viene portata automaticamente dal sistema nello stato Da
Verificare. Successivamente un Utente Accreditato, che gode di credito e di
fiducia derivante dal fatto di operare tutti i giorni all'interno di una struttura operativa
della Protezione Civile (Associazione di Volontariato, Croce Rossa Italiane, Vigili del
Fuoco, ecc.), ha facolt di segnalare la stessa scheda come Dubbia oppure come
valida e sufficiente completa, portandola nello stato Da Approvare. Infine il Tecnico
dellEnte Locale pu eliminare la scheda, se stata segnalata come Dubbia, oppure
pu completarla e portarla nello stato Approvata, se la scheda ha gi superato
positivamente il vaglio dell Utente Accreditato. Una scheda che raggiunga lo stato
di scheda Approvata pu essere modificata esclusivamente dal personale tecnico
dellEnte Locale che, di fatto, ha il ruolo di super user del sistema. Il processo di
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validazione del dato implementato da ProCivibus illustrato in Fig.5 da un UML
Activity Diagram semplificato.
Fig.5 - ProCivibus. Processo di validazione del dato.
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3.4 Modello di sostenibilit
ProCivibus (Fig. 6), attualmente, un progetto autofinanziato da GIEOLab [Gieolab,
2011] che ne il soggetto promotore. ProCivibus dunque una realt non-profitche
si sosterr sia attraverso donazioni, sia attraverso una campagna abbonamenti
aperta a Comuni, Province ed ad altri soggetti operanti allinterno del SistemaNazionale della Protezione Civile.
Per i Comuni e le Province abbonarsi a ProCivibus significher poter fruire dei servizi
informativi dedicati agli Enti. Infatti, gli Enti che sottoscriveranno un abbonamento a
ProCivibus potranno:
generare report parametrizzabili, di riepilogo e di dettaglio, i quali potrannoessere direttamente inseriti nei piani di emergenza;
esportare i dati di sistema in formato standard, machine readable (ad es. nelformato .csv), per importarli successivamente nei propri sistemi informativi
territoriali;
integrare dinamicamente i dati e le mappe di ProCivibus nei propri GIS(Geographic Information System) attraverso meccanismi standard di
cooperazione applicativa (Web Services WMS,WFS)
condividere i dati con gli altri Enti responsabili della pianificazioned'emergenza.
4. ConclusioniProCivibus il primo servizio on-line che consente ai cittadini ed agli operatori della
Protezione Civile di collaborare con le Amministrazioni Locali nella costruzione della
banca dati comunale e provinciale di supporto alla pianificazione d'emergenza.
ProCivibus ha un carattere innovativo in quanto sposta le attivit di censimento e
aggiornamento dei dati rilevanti per la pianificazione di emergenza dagli Enti,
individuati dalla Legge come responsabili della pianificazione, ai cittadini.
Linnovativit di ProCivibus dunque filosofica e sostanziale. Inoltre, ProCivibus
stato identificato da Labsus [Pascale, 2011] come una iniziativa a forte valenza
sussidiaria, ovvero come una iniziativa coerente con lart. 118 della Costituzione
Italiana il quale riconosce che i cittadini sono in grado di attivarsi autonomamente
nellinteresse generale e dispone che le Istituzioni debbano sostenerne gli sforzi in tal
senso.
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Fig. 6 - ProCivibus. Home page.
Illustrazione 1:
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