[ junior ]
prisca e fabio a pompeifranco bevilacqua
Franca e Marco visitano gli scavi di Pompei con la mamma Silvia e il papà Carlo.«Papà, perché gli abitanti di Pompei attraversavano le strade saltando su queste pietre rialzate?».
«Queste pietre erano un po’ come le nostre strisce pedonali; il traffico dei carri era intenso, le bighe passavano con le ruote tra una pietra e l’altra a grande velocità; i pedoni dovevano stare molto attenti nell’attraversare. Poi, quando pioveva, le strade si allagavano, così si poteva saltare da una pietra all’altra senza bagnarsi».
«Forte! Doveva essere bello vivere a Pompei».«Beh, non per tutti. Per i bambini più poveri la vita era molto dura, dovevano lavorare. Anche allora c’erano, i ricchi e i poveri».«Noi saremmo stati ricchi o poveri?».
«La nostra sarebbe stata una famiglia ricca. Io sarei stato un avvocato, come sono oggi. Ma allora l’avvocato non era pagato.L’avvocato assisteva gratis i litiganti durante il processo. Era proibito farsi pagare, ma poteva accettare regali».«Allora perché lo faceva?». «Se risolveva le liti con saggezza guadagnava prestigio, e poteva candidarsi per essere eletto fra i magistrati del consiglio cittadino».
«Oppure poteva fare il giurista. Riceveva i cittadini fin dalla mattina nell’atrio della sua casa per essere consultato sulle norme di legge da applicare nei vari processi. Molte persone assistevano a questi consulti gratuiti. Più le interpretazioni delle leggi erano chiare e valide, più il giurista era famoso e quindi degno di essere eletto come magistrato nel consiglio cittadino».
«E se tu fossi stato eletto?»«Sarei potuto diventare un duoviro, ossia un governatore. Una coppia di duoviri giusdicenti amministrava la giustizia ed eleggeva i cento magistrati membri del consiglio cittadino.C’era poi un’altra coppia di duoviri, i duoviri edili che aveva il compito del controllo delle strade, delle case, dei templi sacri, dei negozi e dell’ordine pubblico».
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