12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 Pagina 1
FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI
SAL MIRABILRE GLAUBERI
(sale mirabile di Glauber) a pagina 7.
In questa Edizione
Il Giornalino è stato redatto a cura
dell’Associazione :
Un fiore di loto nel bahr belà mà,
una storia d’amore, una trama attuale e coin-
volgente. pagina 4.
e tanto altro ancora...
UN NUOVO PARROCO PER LA NOSTRA PARROCCHIA
Padre Francesco Novara “Personaggio del mese”
TERZA CATEGORIA POL. BOMPENSERE:
“bisogna risalire la china”
Speciale:
SAN MARTINO TRADIZIONI
RICETTE E
APPROFONDIMENTI.
da pag, 10. a pag. 13.
Cresime a Bompensiere con Mons.Mario Russotto
Vescovo della Diocesi di
Caltanissetta.
a pag. 5.
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A seguito del triste episodio accaduto al nostro ca-
rissimo Padre S. C. Mantione, il Vescovo della Diocesi di
Caltanissetta Mons. M. Russotto, ha nominato il Sacerdote
FRANCESCO NOVARA di 33 anni, originario di Valle-
lunga Pratameno, alla guida della nostra parrocchia S.S.
Crocifisso. E noi della redazione di ParliAMOne siamo
andati a trovarlo per conoscerlo più da vicino.
D. Quali sono state le sue prime impressioni su Bom-
pensiere?
R. Sono state impressioni positive di una comunità acco-
gliente, calorosa, bisognosa di essere anche essa accolta
con calore.
D. Come e quando nata la vocazione di Presbitero?
R. La mia vocazione è stata maturata nel tempo. Già da
bambino c’erano le prime avvisaglie, ma si trattava del fa-
scino del religioso. Ricordo la Prima Comunione e i mesi
dopo… con la partecipazione alla Santa Messa, il fascino
delle Messe e della figura del Sacerdote. Dopo una parente-
si di sette anni, in cui non andavo più in chiesa, non mi im-
portava più nulla né di Dio e né di altro che riguardava il
sacro,verso l’età di 17 anni, mi sono iscritto al corso di
Cresima e alla Confraternita del mio paese, detta “ Dei
Sette Dolori” , di cui sono stato anche superiore. Da liceale
mi sono occupato della cura e del decoro della Liturgia e
della Chiesa del S.S.Crocifisso delle Grazie di Vallelunga
Pratameno. Verso la fine del mio ultimo anno al Liceo
Scientifico di Caltanissetta, ho preso la decisione di entrare
in seminario e provare a diventare Sacerdote . Sentivo sem-
pre più il fascino del Sacro e accanto la voce di Gesù che
mi chiamava.
D. Quali prospettive ha per la Chiesa di Bompensiere?
R. Io non ritengo di essere il salvatore della situazione, pe-
rò darò il contributo per continuare l’iter formativo-
educativo dei miei predecessori.
D. La “Pedofilia” è un problema forse non ancora af-
frontato seriamente dalla Chiesa, cosa ne pensa?
R. Questo non è vero!!! Già a norma del Codice del Diritto
Canonico, chi nei seminari mostra già queste inclinazioni
insieme ad altre non è ammesso all’Ordine Sacro. E chi
mostra queste caratteristiche, da prima insospettabili, du-
rante il Ministero viene ipso fatto sospeso dal Ministero. In
seguito viene sottoposto alle leggi del Codice Civile e Pe-
nale.
D. Quale approccio c’è stato con i giovani di Bompen-
siere?
Sono stati loro a venirmi a cercare per primi!!!!
Per quanto riguarda i ragazzi più grandi purtroppo, dato
(Continua a pagina 3)
IL NUOVO PARROCO DI BOMPENSIERE A TU X TU CON “PADRE FRANCESCO”
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che non ho avuto molta possibilità di uscire, non li ho potuti
conoscere per bene tutti.
D. Il suo predecessore ha denunciato fenomeni distorti
riguardanti culti esoterici. Ne è a conoscenza? Se si, cosa
intende fare?
R. Sono al corrente di qualche cosa ma, a poco a poco vorrei
indagare di persona e solo quando mi renderò conto di cosa
si tratta, consigliandomi con altri miei Confratelli, vedrò
cosa inventarmi per affrontare questo problema.
D. Quali sono i libri che preferisce leggere normalmente?
E quali generi musicali ascolta?
R. A me piacciono tanto i romanzi ben articolati, con trame
fitte e pieni di flashback.
I generi di musica che ascolto volentieri sono: la musica leg-
gera italiana e le musiche gotiche.
D. Per quanto riguarda l’arte culinaria, qual è il suo
piatto preferito?
R. I miei due piatti preferiti sono: U Pitirri (farina sciolta
nell’acqua mentre bolle con aggiunta di verdura e di sale),
U Biancu Mangiari (crema latte con biscotti e cannella).
D. Qual è il suo sport preferito? Segue le partite di cal-
cio?
R. Il mio sport preferito è il ciclismo. No, non seguo le parti-
te di calcio, seguo soltanto i Mondiali.
D. Chiesa e Internet…quale rapporto?
R. E’ certamente “l’enciclopedia che è entrata nelle nostre
case”. Ma deve essere giustamente usata e con cautela, sce-
glierne adeguatamente i siti. Ci sono inoltre ottimi siti catto-
lici tra cui: www.maranatha.it e www.vatican.va.it .
Io ho un ottimo rapporto con Internet. Tra l’altro, oltre ad
avere inserito delle foto su Vallelunga, sono anche un mo-
dellista di Google Earth: ho realizzato monumenti chiesastici
e civili di Vallelunga P., il Duomo di Orvieto e il Viadotto
ferroviario sulla linea Caltanissetta Centrale – Caltanissetta
Xirbi .
Vanessa Calamera
Il grave incidente di cui parla l’introduzione dell’intervista al
nuovo parroco di Bompensiere, don Francesco Novara, ha mes-
so tutti in allarme. L’incidete ha visto coinvolti le autovettura
condotte da Luca Vitellaro, 19 anni, un nostro compaesano che
viaggiava, sulla SP 24, con la famiglia, facendo ritorno a Bom-
pesiere e, come detto, don Salvatore Matione, che si recava a
Milena con dei parenti. La situazione agli occhi dei soccorritori
da subito è apparsa grave ed ad avere la peggio sono stati padre
Matione, che ha riportato la rottura del femore e diverse ferite al
capo, e Salvatore Vitellaro, padre di Luca. Tutti i coinvolti nel-
l’incidente sono stati trasportati all’ospedale Sant’Elia di Calta-
nissetta. Ad oggi le condizione di tutti i feriti stanno miglioran-
do, ma padre Mantione, per l’entità delle ferite riportate, avrà
bisogno di un lungo periodo di convalescenza.
Salvatore Virciglio
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Un amore insoddisfatto e distante proprio perché non vissu-
to fino in fondo…un amore cosmopolita e quasi orientale
riscaldato dal calore del sole nel bahr belà mà
(letteralmente significa “grande mare senz’acqua”, ossia
deserto)…un amore tecnologico, supportato dai mezzi dell’-
odierna tecnica, per permettere ai due amanti di conoscersi
profondamente e tenersi in contatto…un amore smarrito ma
desideroso di essere appagato…un amore che si alimenta
dalla speranza di un avvenire condiviso…un amore, insom-
ma, “a 360 gradi” così come ha affermato il nostro Sindaco
nell’occasione della presentazione del romanzo in questione
“Un fiore di loto nel bahr belà mà” di Bonomo Rosetta e
Nino Lacagnina il 14 Novembre 2008 presso l’aula consi-
liare del palazzo comunale.
L’incontro è aperto dal Sindaco Salvatore Losardo che, do-
po aver ringraziato gli autori, espone la chiave di lettura che
lui stesso ha colto nell’opera, spiegando che “l’amore di cui
si parla nel romanzo è un amore globale e onnicomprensivo,
poiché può estendesi a tutto, cioè ai figli, alla famiglia ed a
tutti i valori in cui ogni uomo crede” . Sarà invece la media-
trice dell’incontro, prof. Manganaro, a presentare i due au-
tori ed a raccontare la trama dell’opera. Rosetta Bonomo è
un ex insegnante nelle scuole medie di Milena, oggi giorna-
lista, professoressa e scrittrice; anche se residente a caltanis-
setta è particolarmente vicina a noi in quanto originaria di
Milena. Nino Lacagnina, poeta e scultore, è originario della
Libia. La storia narra di due amanti, Alì e Lhiao, che, dopo
essersi allontanati, possono tenersi in contatto attraverso la
scrittura e pubblicazione di post all’interno di un blog. E’
quindi la tecnologia a fare da tramite ai due amanti ed ad
essere nello sfondo della trama; una tecnologia che annulla
le distanze ed, in questo caso, riesce a mantenere vivo un
amore corrisposto ma lontano.
L’intreccio si sviluppa attraverso la tecnica della storia nel-
la storia proprio perché è una giornalista che rovistando
nell’appartamento della zia e tro-
vando una scatola in cui sono con-
tenute tutte le poesie che i due a-
manti lontani si dedicavano, co-
mincia ad indagare per scogliere e
dileguare la sua curiosità. Chi sono
Alì e Lhiao? Perché queste lettere
sono così gelosamente conservate?
La stessa autrice conferma che l’o-
pera è “per tutti”, in quanto è stata
scritta utilizzando un linguaggio
scorrevole e semplice, ma ciò che incuriosisce il lettore è
l’alternarsi di prosa e poesia, poiché la prima chiarisce il
contesto e la seconda permette al lettore di immedesimarsi,
sentendo direttamente le parole e, tramite queste ultime, gli
stati d’animo dei protagonisti.
Un pregio che all’opera non manca è sicuramente il riflette-
re problematiche attuali, non solo perché a fare da cornice è
il mondo dell’informatica e di internet, ma soprattutto per-
ché la trama tocca il tema scottante e perennemente discus-
so della diversità delle etnie che si trovano inseriti nel me-
desimo ambiente; la protagonista donna, infatti, è di origine
asiatica, mentre il protagonista uomo appartiene alla dina-
stia dei tuaregh, dunque di provenienza africana. I due mo-
strano la possibilità di una convivenza pacifica e armoniosa
tra popoli con culture differenti e confermano come di fron-
te a veri sentimenti ogni diversità è annullata. E’ un roman-
zo rosa che si tinge di giallo, afferma la Prof. Manganaro
“poiché è solo alla fine dell’ opera e cioè nell’ultima poesia
che si scorge velatamente la conclusione della loro storia
d’amore”, ma, fino a quel punto, il lettore addentrato nell’o-
pera e immedesimatosi nell’infelicità dei personaggi si tro-
va costretto ed invogliato a chiedersi:i due amanti riusciran-
no mai ad incontrarsi?a voi la lettura per dissipare ogni dub-
bio! Maria Diliberto
Un fiore di loto nel bahr belà mà, una storia d’amore, una trama
attuale e coinvolgente
Nella foto a sinistra il Sindaco Salvatore Lo sardo con l’autore Nino Lacagnina, a destra un momento della manifestazione ed infine in basso a destra l’autrice Rosetta Bonomo.
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Dai, collabora anche tu al nostro mensile Per informazioni e nuove collaborazioni, scriveteci all’indirizzo e-mail:
E’ stato un giorno importante sabato 15 Novembre
per sette giovani bompensierini: Marisa Salamone,
Giusy Galante, Paolo Galante, Jennifer Radduso, Vi-
viana Saia, Miriam Tona e Giusy Schillaci hanno
infatti ricevuto il Sacramento della Cresima, conferi-
to loro direttamente dal nostro Vescovo Mario Rus-
sotto e con il sostegno dei rispettivi padrini\madrine.
La Cerimonia, che ha avuto luogo in serata, è stata
molto partecipata e solenne, nonostante il nostro Pa-
store abbia saputo creare un’atmosfera veramente
familiare. Ha sottolineato bene, nell’iniziare la Santa
Messa, P. Francesco Novara: “Quando il Vescovo
visita una parrocchia non bisogna mai dargli il ben-
venuto: è già a casa sua, tutta la diocesi è la sua ca-
sa!” .
Dopo la liturgia della Parola, Mons. Russotto ha te-
nuto una vibrante omelia sul significato della nostro
essere figli di Dio, sulla necessità di investire tempo
ed energie nei doni che ognuno di noi ha ricevuto dal
Padre, e sull’importanza che questo dovrebbe acqui-
sire nella nostra vita quotidiana; il tutto prendendo
spunto dalla “Parabola dei talenti”. Successivamente
hanno avuto luogo il rito dell’unzione col Crisma e il
rinnovo delle promesse battesimali da parte dei cresi-
mandi, promesse che al momento del Battesimo era-
no state pronunciate a nome suo da genitori e padrini.
Il Sacramento della Confermazione riveste un ruolo
fondamentale per il Cristiano: è completamento, per-
fezionamento della grazia del Battesimo, ma anche
irrobustimento, fortificazione; inoltre fa parte, insie-
me al Battesimo ed all’Eucaristia dei "sacramenti
dell'iniziazione cristiana". Il Battesimo incorpora il
fedele alla Chiesa, il "popolo di Dio", l'Eucaristia
sostiene il fedele nel cammino verso la "Città cele-
ste" mentre è ancora in quella "terrena", la Confer-
mazione infine conferma l'impegno del credente nel-
la fede e nell'essere testimone della Parola di Dio.
Con grande affetto e paterno attaccamento il nostro
Vescovo si è rivolto a noi bompensierini: “Siete sem-
pre nei miei pensieri”, ha ricordato, salutandoci fino
al prossimo incontro, “e il vostro è uno dei popoli
più buoni della diocesi!”.
Chiudo con un grosso augurio a tutti i neo-cresimati,
affinché non perdano mai di vista il Cammino che
Dio ha tracciato per loro.
Katia Capobianco
CRESIME A BOMPENSIERE
Il nostro Vescovo Mons. Mario Russotto
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4 Novembre “BOLLETTINO DELLA VITTORIA
Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto
l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Eser-
cito Italiano, inferiore per numero e per mezzi,
iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabi-
le e tenace valore condusse ininterrotta ed a-
sprissima per 41 mesi è vinta.
La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello
scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte
cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche,
due francesi, una cecoslovacca ed un reggi-
mento americano, contro settantatre divisioni
austroungariche, è finita.
DIAZ” Ad un anno esatto dalla
disfida di Caporetto ven-
ne firmato l’armistizio
tra il generale P. Bado-
glio e il generale austria-
co V.von Webeaud fis-
sando per l’indomani alle
ore 15 la cessazione delle
ostilità.
Sono trascorsi esatta-
mente novant’anni da
quel comunicato, che
sanciva la fine delle osti-
lità tra il nostro paese e l’Austria-Ungheria, l’offensiva ini-
ziata il 24 ottobre dello stesso anno conclusasi con la vitto-
ria a Vittorio Veneto delle nostre truppe. Vittoria che senza
il sacrificio e l’unità del popolo italiano non sarebbe mai
avvenuta; purtroppo come ogni battaglia il costo da pagare
non è stao in denaro ma in vite umane ben 689.000 caddero
durante i 41 mesi e 1.050.000 invece fecero ritorno a casa
mutilati o feriti; cifre che devono far riflettere, numeri anzi
nomi da ricordare. Ma questi numeri non sono bastati per
evitare un’altra guerra ed ancora oggi le vite spezzate da
eventi bellici, anche se soldati mandati in missione di pace,
o agenti dell’ordine che perdono la vita durante il servizio
di normale vigilanza, sono molti, basti pensare alla strage
di Nassiriya o al poliziotto che si è trovato a fermare per
caso un terrorista, o infine l’ispettore capo di Catania ucciso
durante i tafferugli di un’incontro di calcio.
Oggi in tutti i paesi e città d’Italia ,sullo sfondo della ormai
celebre canzone che fu per qualche tempo l’inno nazionale”
La leggenda del Piave”si ricordano tutti i caduti delle forze
armate, ed infine con le note del Silenzio si depone la ghir-
landa. Un gesto piccolo che deve ricordarci ogni giorno il
valore della vita dei militari. Voglio ricordare l’art. 11 della
Costituzione Italiana che recita “L'Italia ripudia la guerra
come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e co-
me mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limi-
tazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assi-
curi la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favori-
sce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
Anche a Bompensiere si è celebrata la funzione sia ecclesia-
stica che militare, alla presenza del primo cittadino e di al-
cuni consiglieri di maggioranza e minoranza, nonché di
menbri della giunta, solo gli alunni della scuola dell’infan-
zia ed elementare, a causa dell’orario, del cattivo tempo e
credo anche della mancanza di sensibilizzazione, non ha
partecipato; spero che le prossime celebrazioni avvengano
di mattina così da poter fare partecipare la scolaresca, poi-
ché solo con l’insegnamento della nostra storia si può vera-
mente capire quanto ci sia costata l’unità, inoltre come pro-
getto di legalità che sta maturando nell’ambito di tutte le
classi dei plessi Milena-Bompensiere e Montedoro, quale
miglior applicazione ci può essere. Bisogna dire basta alla
violenza intesa come solo mezzo di difesa, ma dialogare,
l’unico mezzo che non può portare alla morte è il linguag-
gio.
Dedico questo a mio nonno Rosario, deceduto a causa di
guerra.
Mariateresa Sambataro
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Glauber (1604-1670) chimico e alchi-
mista tedesco, e dal quale ne ha preso il
nome. Facilmente solubile in acqua, ha
sapore amaro.
Si tratta di un minerale composto prin-
cipalmente da solfato di sodio decai-
drato, così descritto da Johann Rudolf
Glauber (1604-1670) chimico e alchi-
mista tedesco, e dal quale ne ha preso il
nome. Facilmente solubile in acqua, ha
sapore amaro e salato. Colora la fiam-
ma di giallo ed è solubile negli acidi.
All'aria si disidrata e si decompone in
polvere bianca. E’ utilizzato nella pro-
duzione della soda, nell’industria ve-
traia ed in quella delle vernice.
Rinvenuto in contrada Mangiabue: la
minera di Mangiammò!
Si estraeva con “acqua calda” (non che
l’avevano scoperta!) inserita nel sotto-
suolo e, una volta disciolto il sale, la
stessa acqua, satura, veniva pompata in
superficie e quindi fatta evaporare con
conseguente rideposizione del sale nel-
le famose vasche bituminose di
“Mangiammò”.
Vasche a tutt’oggi visibili ed invasiva-
mente indistruttibili, ma costituenti la
sola testimonianza di un’archeologia
industriale sulla inesorabile via del tra-
monto, nella memoria degli uomini.
Un sito che si trova in ottima compa-
gnia se tale minerale viene rinvenuto
anche nel Great Salt Lake, nello Utah,
negli Stati Uniti D’America, nel depo-
sito salino di Ischl, presso Hallstatt, in
Austria, nel Golfo di Kara-Bugas, nel
mar Caspio. In Italia è segnalata anche
nelle fumarole del Vesuvio.
Ma ritornando alla nostra Miniera, la
presenza della sottostante sorgente
“Farcione” aveva sicuramente attirato
le popolazioni che ne hanno scoperto,
poi, il sito minerario. Tale sorgente
drena acque che attraversano principal-
mente depositi gessosi che ne danno il
caratteristico gusto amarognolo, quello
dell’acqua che tutti abbiamo assaggia-
to, soprattutto nelle scorribande
“esplorative” di bambini più “naturali”
e non ancora “medianizzati”. Ed i no-
stri progenitori utilizzato per tutti gli
usi potabili.
Tutto ciò non ha impedito, in
passato, di dare vita ad una prolifica
colonia di granchi di “acqua dolce”,
oggi completamente scomparsi, ma che
ne sono stati, secondo la letteratura
scientifica, testimoni di un alto indice
ambientale di area ecologicamente non
inquinata. Purtroppo non ho notizie su
rinvenimenti attuali.
La miniera è stata sicuramente sfruttata
sin dall’epoca medievale, con gli arabi,
abili geografi, che in qualche modo ne
avranno scelta la denominazione per
tutta l’area abitata, o più probabilmente
anche in epoca romana. Ne sono labili
testimoni alcuni cocci di vasi e suppel-
lettili riscontrabili e riconoscibili come
appartenenti alle popolazioni di quel
periodo storico.
Che la miniera sia antica, e più volte
sfruttata in periodi diversi, lo conferma
anche Sebastiano Mottura, pioniere
degli ingegneri minerari, che in un la-
voro del 1870 osserva di non riuscire a
visitarla per l’evidente stato di abban-
dono che ne testimonia l’essere “da
molto tempo inattiva”!
Ne l 1916 l a min i e r a v i ene
“riesplorata”, ne è testimone una peri-
zia giurata che trovai tra alcune carte di
mio zio Giuseppe e che Peppino Giunta
riporta per intero nel suo testo di storia
su Bompensiere (pag. 230), per rientra-
re in produzione solo nel 1921 ad opera
di una società di origine inglese che
assunse il nome di “Glauberia”. A metà
degli anni ’30, per difficoltà finanzia-
rie, la proprietà non riesce a reggere il
“mercato” e quindi viene definitiva-
mente abbandonata. Avviata inesora-
bilmente verso un progressivo declino
che ha visto anche ri-utilizzare il mate-
riale delle costruzioni ivi esistenti per
la realizzazione di abitazioni vicine ed
anche per la preesistente originaria se-
de del Municipio di Bompensiere.
Ricordo da bambino che, in
occasione di eventi elettorali o ad ogni
“visita” del politico di turno, si alzava
qualche voce, sempre inascoltata, a
chiederne la riapertura; soprattutto
quando iniziarono con l’Ente Minerario
Siciliano le ricerche minerarie degli
anni ’50. Quelle che hanno interessato
in maniera notevole il rinvenimento del
salgemma, e di qualche affioramento di
gas, nella zona di “Chiana di Pirri”,
“Chianu di la Signura” e terreni circo-
stanti.
Una delle tante illusioni di potenziale
sviluppo!
E pensare che nel territorio vi sono an-
che evidenti segni di miniere di zolfo
abbandonate! Ma questa è un’altra sto-
ria!
Salvatore Maria Saia
Johann Rudolf Glauber
(1604-1670)
SAL MIRABILE GLAUBERI (Sale mirabile di Glauber)
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Prescindendo dalle diatribe tra le famiglie, dalla com-
petenza degli insegnanti, il dato di fatto è che il plesso
“ De Amicis” per l’esiguo numero degli alunni costi-
tuisce un “ramo secco” che deve essere “tagliato”.
(Riforma Gelmini)
PECCATO!
Peccato perché la struttura nuova ed adeguata divente-
rà l’ennesima cattedrale nel deserto.
Il calo demografico in costante aumento con conse-
guente decremento della popolazione scolastica è un
dato che da decenni ormai è costante e in aumento,
pertanto ritengo che il problema è stato sottovalutato
dal momento che in anni recenti è stato persino finan-
ziato e costruito l’edificio destinato alla scuola dell’in-
fanzia, si sperava forse in un miracolo e ad un’impen-
nata del tasso di natalità?
E’ palese che si è prestato attenzione alla “sostanza”
trascurando la fondamentale importanza che l’istitu-
zione scuola ha per la formazione culturale e sociale.
Forse se qualcuno, in passato, avesse prestato atten-
zione a questo particolare e si fosse posto il problema
del futuro della scuola del più piccolo comune della
provincia avrei potuto scrivere un’altra storia “la scuo-
la che tutti sognano”!!
Probabilmente, si sarebbero potuti studiare interventi e
investire finanziamenti per creare una scuola di eccel-
lenza, allestendo aule multimediali per laboratori in-
formatici, scientifici, linguistici, creativi ecc…e far si
che la struttura diventasse l’avanguardia dell’istituto
comprensivo di cui fa parte. Si sarebbero potute avvia-
re attività didattiche interessanti per favorire un natu-
rale spostamento degli alunni da Bompensiere a Mile-
na e viceversa per svolgere attività curriculari ed e-
xtracurriculari in spazi adeguatamente attrezzati.
Sarebbe stata un’opportunità per ampliare l’offerta
formativa dell’istituto comprensivo e favorire il poten-
ziamento di una struttura evitandone il graduale ridi-
mensionamento e l’inevitabile chiusura.
Sarebbe stata un’opportunità importante per una pic-
cola comunità che avrebbe dato l’esempio di gestione
intelligente di beni e finanziamenti statali.
Peccato!
Peccato, perché nessuno ha sognato il futuro della
scuola di Bompensiere, perché nessuno ha pensato che
i bambini, potessero avere il diritto di “avere la
SCUOLA”. ANTONELLA DILIBERTO
CIASCUNO CRESCE SOLO SE SOGNATO…(DANILO DOLCI)
A Bompensiere, la scuola primaria ha i giorni contati!!!
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Il governo Berlusconi è soprav-
vissuto alla protesta sulla scuo-
la. Il Decreto Legge di riforma è
diventato legge dello stato. A-
desso il Ministro Gelmini lavora
al Decreto Legge di riforma del-
l’Università. Non mancano le
proteste anche molto accese e
molte facoltà di diverse Univer-
sità italiane sono occupate. Gli
studenti che protestano si sono
dati il nome di Onda a imitazio-
ne della Pantera di fine anni ’80.
Con gli studenti e docenti uni-
versitari la Gelmini sta dialo-
gando pur senza retrocedere di
un solo passo dagli obiettivi
che si è prefissata. L’Università
deve essere svecchiata e snellita
sia a livello strutturale che di-
dattico.
Nei mesi di ottobre e novembre
tutte le testate giornalistiche
hanno reso pubblico il debito
economico di varie Università
cosi come hanno fatto conosce-
re le centinaia di corsi inutili
che molte università hanno. Si è
venuti a conoscenza di un corso
di laurea in Benessere del cane
e del gatto.
In Italia ci si può laureare in
5.100 materie. Lo scorso anno
accademico in 312 corsi di lau-
rea hanno frequentato meno di
venti studenti.
Gli studenti protestano per i ta-
gli ma avanzano anche molte
proposte che si differenziano
dal programma di governo solo
per le definizioni.
Chiunque ha frequentato l’uni-
versità è a conoscenza della
confusione che regna per le le-
zioni o gli esami. Tanti studenti
non hanno nemmeno il posto
dove sedersi durante le lezioni
per l’eccessivo numero. Molti
sono costretti a cambiare pro-
grammi perché non superano i
test d’ingresso selettivi nei corsi
a numero chiuso. E se un neo-
laureato vuole intraprendere la
carriera universitaria non ha vita
facile. Il fenomeno di
“parentopoli” adesso è di domi-
nio pubblico. Parecchie catte-
dre universitarie sono a gestione
familiare ed impenetrabili.
Se questa è la situazione perché
gli studenti protestano?
Qualcuno ha parlato di strumen-
talizzazione politica. E, credo,
che questo sia vero.
A Destra ed a Sinistra gli stu-
denti universitari sono divisi in
organizzazioni che nulla hanno
da invidiare ai partiti politici. Le
sigle sono davvero tante: UDS;
Rete degli studenti; Alternativa
studentesca; Azione studentesca
a Sinistra. A Destra ci sono i
cattolici: Movimento studenti
cattolici; Liste per la Libertà
nella scuola; Gioventù studente-
sca; Movimento studenti di A-
zione Cattolica. E poi ci sono
quelli non schierati i cui nomi
sono tutto un programma: Fgci;
Lotta studentesca; Blocco stu-
dentesco; Giovani Comunisti.
Una galassia di sigle ed una
confusione di idee tra le quali è
difficile districarsi. Ci sono, pe-
rò, delle certezze. Anzitutto nes-
suna università italiana risulta
tra i primi venti posti in una
classifica europea. I nostri mi-
gliori “cervelli” lavorano in u-
niversità estere. Pochi studenti
raggiungono la laurea rispetto al
numero degli iscritti.
Magari si possono criticare i
modi un po’ dittatoriali del Mi-
nistro Gelmini ma, penso, che a
nessun italiano intellettualmente
onesto possa dispiacere qualche
necessario taglio.
Prof. Salvatore Puma
La protesta degli universitari
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11 NOVEMBRE SAN MARTINO A Novembre, mese che conduce all’inverno, si effettua la svinatura e la pro-
duzione dell’olio, in Sicilia vi sono varie feste e sagre che quasi ogni giorno
impazzano per i veri paesi.
Dopo il Giorno di Ognissanti e dei Morti, un’altra festività ritenuta molto im-
portante dai siciliani, è quella in onore di San Martino celebrata l’11 Novem-
bre.
A Bompensiere, non esiste una sagra in proposito, ma ogni famiglia o gruppo
di amici, festeggia per conto proprio con le classiche ricette definite
“povere”, come:
“CARDUNA FRIUTI” (cardi fritti),” CICIRI” (ceci),” FASO-LA” (fagioli),” FAVI” (fave), “UASTEDDI DI SAN MARTINU” (frittelle di S. martino) e da qualche tempo,ma non definito alimento povero,
“BACCALÀ FRIUTU” (baccalà fritto), tutto condito con un ottimo Olio di Oliva e accompagnato da uno splendido Vino paesano.
IL VINO
Il vino ha origine dalla fermentazione alcolica del suc-
co dell'uva; le moderne tecniche enologiche hanno
tuttavia individuato, per ciascun tipo di vino, diversi
percorsi produttivi.
Già dall'arrivo dell'uva in cantina si possono prevede-
re alcune delle caratteristiche del vino: i grappoli do-
vrebbero giungere alla pigiatura in cassette in modo
che gli acini non vengano schiacciati o rotti, per evita-
re processi di fermentazione indesiderati.
Le fasi della lavorazione del vino possono essere
sintetizzate in quattro passaggi: pigiatura delle uve, il
limpidimento del mosto, maturazione del vino in con-
tenitori di vario genere e per tempi differenti secondo
il prodotto che si intende ottenere, affinamento in bot-
tiglia.
Ciascuna tipologia di vino (rosso, bianco, rosato, ecc.)
richiede però particolari accorgimenti. La cantina ide-
ale per la conservazione del vino dovrebbe essere ben
aerata ed asciutta ma non troppo (umidità intorno al-
l'80%), avere temperatura costante (compresa tra 10 e
15 gradi) e pavimento di ghiaia o terra battuta, non far
"passare" luce e rumori, non avere odore: praticamen-
te un'utopia per la maggior parte degli italiani.Se non
disponete di garage o di spazi protetti ma non caldi,
"sacrificate" gli scaffali più bassi della vostra libreria
o la parte basse della credenza: poiché il caldo tende a
salire, ed il legno è cattivo conduttore di calore, potre-
te così utilizzare uno spazio con caratteristiche più
adatte alla conservazione del vino.
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L’OLIO L'origine della coltivazione dell'ulivo, pianta tipica del Me-
diterraneo, si colloca nella notte dei tempi. Ancora oggi
l'olio si produce in Italia con gli stessi principi usati nell'età
mesolitica anche se sono naturalmente cambiati gli stru-
menti di produzione.
L'olio è assimilato molto facilmente dall'organismo ed è
l'alimento base della dieta mediterranea. Nell'epoca mesoli-
tica, servendosi di una pietra arrotondata, le olive venivano
schiacciate a mano in piccoli mortai di pietra dotati di una
cavità: se ne otteneva una pasta che, veniva poi collocata su
una grossa pietra piatta e sottoposta al peso di altre pietre:
il liquido che ne derivava scivolava poi verso una cavità
anulare e si indirizzava verso i contenitori sottostanti sul
cui fondo l'acqua si depositava lasciando galleggiare l'olio,
più leggero.
Questo sistema, è stato usato per migliaia di anni: in scala
ridotta per un fabbisogno elementare, in versione più ma-
stodontica per la lavorazione di grosse quantità di olive.
I frantoi tradizionali, fino al nostro secolo, erano infatti
costituiti da una vasca circolare nella quale si versavano le
olive e al cui centro agivano, come macina, da una a tre
grosse ruote di pietra.
Dal loro movimento rotatorio le olive erano trasformate in
pasta olearia che veniva poi distribuita sui fiscoli e portata
quindi al torchio; da qui usciva una emulsione di olio e ac-
qua che, opportunamente incanalata, finiva nelle cisterne
sotterranee dove avveniva la decantazione.
L'acqua, più pesante, veniva poi espulsa dai tubi di scarico
e nella cisterna restava l'olio.
La composizione dell'olio di oliva è costituita da:
70-80% di acido oleico (grasso insaturo)
4-12% di acido linoleico (grasso insaturo)
7-15% di acido palmitico (grasso saturo)
2-6% di acido stearico (grasso saturo)
Quanto più basso è il contenuto di acido linoleico, tanto
più l'olio di oliva è sta-
bile all'ossidazione che
comunque è inferiore a
quella raggiungibile da
altri oli.
La composizione del
grasso umano è invece
così suddivisa:
65-87% di acido olei-
co;
17-21% di acido palmi-
tico;
5-6,5% di acido steari-
co.
I sistemi di raccolta
delle olive incidono profondamente sulla qualità dell'olio
che ne deriva.
Nella maggior parte dei casi, specie con alberi di grandi
dimensioni, le olive, man mano che maturano, cadono in
terra e vengono poi raccolte per essere macinate.
La pratica meccanica, infatti, richiede meno tempo delle
pratiche manuali tradizionali e consente quindi di program-
mare la raccolta quando le olive sono nel giusto grado di
maturazione ovvero all’invaiatura (quando l’oliva è metà
verde e metà nera).
Inoltre con i moderni sistemi di raccolta meccanica non si
deve più attendere che le olive cadano né tantomeno che
vengano raccolte da terra, pregiudicando la qualità dell’o-
lio.
Le olive portate successivamente al frantoio devono essere
molite nel più breve tempo possibile perché non ne venga-
no alterate le qualità organolettiche.
Una volta macinate, le olive lasciano la "sansa", che costi-
tuisce il 40% del peso originario e che nel passato veniva
usata per il riscaldamento ora invece, con l'aiuto di solventi
chimici, da questi resti viene estratto "l'olio di sansa", la
qualità più bassa. Fino a pochi decenni fa, quest'olio era
destinato quasi esclusivamente alla produzione di sapone e
candele, ma da quando l'industria saponiera si è trasformata
in industria chimica ed utilizza sostanze sintetiche, anche
questo residuo della lavorazione delle olive viene sfruttato
per produrre olio che, opportunamente trattato e mescolato
con oli vergini, è reso commestibile.
L'Italia detiene il 40% del mercato comunitario degli oli
D.O.P. e I.G.P. e questo riconoscimento pone il nostro al
primo posto tra i paesi europei produttori di olio di alta
qualità e pone l'olio a Denominazione di Origine Protetta
accanto agli altri grandi prodotti che rendono celebre nel
mondo il made in Italy.
Giuseppe Licata (Chef)
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«La nebbia, sciogliendosi in una leggera pioggerella, risale
per le colline pungenti. Spinto dal vento freddo, il mare ru-
moreggia infrangendosi sulla scogliera, con onde dalla bianca
spuma. Ma per le vie del piccolo paese si diffonde, dai tini
dove fermenta il mosto, l’odore aspro del vino nuovo che ral-
legra i cuori. E intanto sulla brace del focolare scoppiettano
le gocce di grasso che cadono dallo spiedo su cui cuoce la
cacciagione; e il cacciatore se ne sta sull'uscio a guardare
stormi di uccelli che, a contrasto con le rosse nubi del tra-
monto, sembrano neri, come quei brutti pensieri che si vor-
rebbero mandare via lontano»
Ho scelto questa poesia perché la considero in tema con l’autunno e contiene dei versi che esprimono
malinconia e allegria allo stesso tempo.
Questa poesia, qualche anno fa, è stata cantata da Fiorello. Provate a cantarla con gli amici e poi a reci-
tarla. Fatemi sapere se la preferite cantata o recitata. A me piace molto recitarla Simona Corrado
La Poesia: SAN MARTINO La nebbia a gl’ irti colliLa nebbia a gl’ irti colliLa nebbia a gl’ irti colliLa nebbia a gl’ irti colli
piovigginando sale,piovigginando sale,piovigginando sale,piovigginando sale, e sotto il maestralee sotto il maestralee sotto il maestralee sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;urla e biancheggia il mar;urla e biancheggia il mar;urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgoma per le vie del borgoma per le vie del borgoma per le vie del borgo dal ribollir de’ tinidal ribollir de’ tinidal ribollir de’ tinidal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i viniva l’aspro odor de i viniva l’aspro odor de i viniva l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar.l’anime a rallegrar.l’anime a rallegrar.l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesiGira su’ ceppi accesiGira su’ ceppi accesiGira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando;lo spiedo scoppiettando;lo spiedo scoppiettando;lo spiedo scoppiettando; sta il cacciator fischiandosta il cacciator fischiandosta il cacciator fischiandosta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirarsu l’uscio a rimirarsu l’uscio a rimirarsu l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubitra le rossastre nubitra le rossastre nubitra le rossastre nubi stormi d’uccelli neri,stormi d’uccelli neri,stormi d’uccelli neri,stormi d’uccelli neri, com’esuli pensieri,com’esuli pensieri,com’esuli pensieri,com’esuli pensieri, nel vespero migrarnel vespero migrarnel vespero migrarnel vespero migrar
G. CarducciG. CarducciG. CarducciG. Carducci
Approfondimento
San Martino aveva appena dodici anni quando, contro la volontà dei suoi genitori, che credevano negli dei di
Roma, si fece battezzare e divenne cristiano. La legge romana lo obbligava a entrare nell' esercito come suo
padre, così, malgrado fosse un tipo molto pacifico, dovette diventare soldato. Su di lui si raccontano molte
leggende. La più famosa è questa. Un giorno d'autunno, mentre usciva da una delle porte della città francese
di Amiens, dove viveva, vide un povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo. Martino si impietosì
e sguainò la spada, tagliò il suo bel mantello di lana e ne diede la metà al povero. Immediatamente il sole si
mise a scaldare come in estate. Per questo, si chiama l'estate di San Martino quel periodo agli inizi di no-
vembre in cui spesso accade che la temperatura si faccia più mite. Si dice che Martino parlasse con gli ani-
mali. Anche gli alberi gli volevano bene. Una volta, volle che fosse abbattuto un albero che i pagani avevano
trasformato in un idolo. "Mettiti sotto l'albero mentre cade", lo sfidò uno di coloro che non volevano che fos-
se abbattuto, "e vedremo se il 'tuo' Dio ti salverà". Martino rimase in piedi sotto l'albero mentre le scuri dei
boscaioli incidevano il tronco, proprio nella direzione in cui sarebbe dovuto cadere; al momento dello
schianto, l'albero si drizzò su se stesso e cadde dalla parte opposta…
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Il romanzo è ambientato nell’Italia fascista durante la
campagna bellica mossa da Mussolini contro i
“bissini”, ossia gli etiopi. Il creatore del famosissimo
commissario Montalbano, vuole. con questo romanzo,
rappresentarci la mentalità italiana, ed in particolare
quella siciliana, diffusa tra il ’35 e il ’36 attravesro gli
occhi di un bambino (Michelino) particolarmente pre-
coce, nato da una famiglia molto legata al fascismo e
alla reiligione. Miche lino, di cinque anni, riceve una
forte educazione fascista e cristiana e, data la forte
contrarietà fra i due ordinamenti che tuttavia in quel
periodo non viene colta causa la dittatura, questi cerca
in tutti i modi, attraverso ragionamenti logici che solo
un bambino di cinque anni riesce a fare grazie alla sua
normalissima innocenza, di conciliare le due filosofie,
giungendo però a compiere gesti estremi senza render-
si conto della loro cruenta immoralità. Michelino sco-
pre gradatamente i misteri della vita,scopre a pochi
anni il sesso, grazie alla sua precoce intelligenza, e
grazie alla sua dote sessuale, scopre cos’è giusto e che
cos’ è sbagliato, e in su questa linea, Michelino, si tra-
sforma in un soldato del Duce e del Signore, punendo
tutti quelli che violano le regole del fascismo e del cri-
stianesimo con la morte, unico modo per la liberazione
dal peccato.
Come suo solito, lo scrittore empedoclano, utilizza un
linguaggio estremamente forte e crudo, esclusivamen-
te siciliano e quindi molto faticoso da comprendere
per chi sta fuori dall’isola.non solo, anche alcune sce-
ne e alcune espressioni possono risultare difficilmente
accettabili ma, sono convinto che lo scrittore di propo-
sito abbia voluto contrapporre la volgarità e la crudez-
za di certi episodi con la brutalità, l’ignoranza e l’ipo-
crisia e il fanatismo che caratterizzava il pensiero fa-
sci-cristiano della maggioranza degli italiani di quel
tempo. Chi si dovesse soffermare sulla rozzezza - ripe-
to voluta- del linguaggio non può non fare lo stesso su
ciò che è il pensiero deviato ma perfettamente logico
secondo le regole di quel tempo, di Michelino, che in
fin dei conti rappresenta il prototipo del perfetto fasci-
sta, anzi, sono del parere che tali pensieri come le a-
zioni compiute dal protagonista/bambino sono di gran
lunga peggiori del linguaggio non forbito e non aulico
usato dal nostro Camilleri.
Adriano Martorana
Su “LA PRESA DI MACALLE’ ” di Andrea Camilleri
Caricatura di Antonio Gramsci
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Non sto qui a ricopiarvi la biografia di Leonardo Scia-
scia e neanche ad elencare le sue opere. Il lettore, do-
po questa piccola riflessione, può informarsi sulla vita
di questo nostro grande autore e, magari, leggere o
iniziare a leggere alcuni dei suoi libri. Se apprezzate
Camilleri, sicuramente apprezzerete anche Sciascia.
Per lo stile, per le caratteristiche e le vicende affronta-
te da entrambi sembra quasi che nelle loro vene scorra
lo stesso sangue.
A volte penso che se fossi nato qualche anno prima,
avrei potuto incontrare uno dei più grandi scrittori ita-
liani degli ultimi decenni, che viveva a soli 8 chilome-
tri dal mio paesino.
La lettura delle sue opere non è solo fine a se stessa
ma ci aiuta a cogliere tutte quelle sfumature utili a
comprendere la complessa mentalità dei siciliani, ad
analizzare la nostra cultura ed i problemi che ci afflig-
gono da sempre. Egli ci ha consegnato una enorme
eredità e noi dovremmo farci portatori di essa, con il
vanto di vivere a due passi dal suo paese natale e che,
inoltre, proprio lo scrittore era di origini Bompensieri-
ne. E’ un piccolo tesoro che il nostro paesino non ha
mai saputo sfruttare. Dovremmo riscoprilo e non con-
tinuare ad affossare un tema molto importante, quale
la cultura, a Bompensiere. Sarebbe bello riuscire a ri-
valutare questo autore ponendolo tra i gli interessi dei
giovani, promuovere seminari di lettura e diffondere i
suoi scritti.
Sciascia era uno di noi. Con le nostre stesse origini e
la nostra stessa storia.
Durante la lettura delle sue opere si riesce ad aprire gli
occhi su certe situazioni, su certi episodi, che magari
viviamo nel quotidiano, che ci possono sembrare nor-
mali proprio perché questa è da sempre la nostra quo-
tidianità, perché ci abbiamo sempre vissuto e proba-
bilmente non abbiamo avuto la possibilità di confronto
con altre realtà. Diverse e meno oscure delle nostre.
Realtà, le altre, che non hanno bisogno di strane inter-
pretazioni o di saper leggere tra le righe delle parole e
dei fatti. Il nostro “quasi” compaesano riesce a raccon-
tarci storie di vicende complicate, “sicilianamente”
complicate, spesso con il sottofondo della mafia e
dell’omertà. Della paura e della sottomissione. Dei
compromessi con noi stessi, con il nostro vivere e con
le vicende che ci circondano. Del rispetto forzato e
dovuto. Dell’ingiustizia e degli imbrogli.
Tutti noi riusciamo ad immedesimarci nei suoi raccon-
ti, nei suoi romanzi, immaginando paesaggi e luoghi
come i nostri: case, piazze, chiese, strade… poiché
Sciascia scriveva da Racalmuto, da quel paesino simi-
le e vicino al nostro, da una realtà e su una realtà come
la nostra.
Le sue letture sono delle vere e proprie lezioni di vita
e spesso si può realizzare che in fondo ciò che lui
scrisse 30 anni fa non è poi così diverso da quello che
succede ai nostri giorni. E può nascere anche qualche
spunto di riflessione: riuscire a ragionare con la pro-
pria testa, a vedere l’oggettiva negatività delle cose e a
cogliere quelle positive e a valorizzarle e chissà, se ci
porti anche ad un cambiamento nel nostro modo di
agire quotidiano.
Enrico Saia [email protected]
Leonardo Sciascia, a due passi da Bompensiere
Nella foto: Bompensiere 1984 Presentazione libro del dott.
Giuseppe Giunta con Leonardo Sciascia e l'assessore alla
Pubblica Istruzione Giovanni Difalco.
Leonardo Sciascia
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“Non so come si fa a non divertirsi. Sto per morire e mi diverto. E
ho intenzione di continuare a divertirmi per ogni singolo giorno che
mi resta. Perché non c’è altro modo per vivere”
Randy Pausch è nato il 23 ottobre 1960. Ha insegnato informatica
presso la Carnegie Mellon University di Pitsburgh dove ha, da pio-
niere, studiato la realtà virtuale.
Nell’agosto del 2007 scopre di essere ammalato di cancro e che non
ha speranza. Sceglie di abbandonare l’insegnamento per trascorrere
gli ultimi giorni con la famiglia. Ma prima di ritirarsi, il 18 settem-
bre, tiene davanti a quattrocento studenti e colleghi la sua ultima
lezione dal titolo Realizzare davvero i sogni dell’infanzia. La lezio-
ne è il suo testamento spirituale ai figli.
Pausch ripercorre le tappe della sua vita a cominciare dalla lista dei
desideri di quando aveva otto anni fino al giorno in cui gli viene
diagnosticato il male che lo divora lentamente ma irreversibilmente.
Leggere questo libro vuol dire riflettere per capirne il senso, la direzione e la bellezza della propria vita pur tra
mille problemi. E’ un libro che può stimolare un radicale cambiamento di prospettiva non senza avere rivelato
quanto valga la pena di vivere. SALVATORE PUMA
NOTE BIOGRAFICHE
Randy Pausch è nato il 23 ottobre 1960. Ha insegnato informatica presso la Carnegie Mellon University
di Pittsburgh, è uno dei pionieri della realtà virtuale, ha collaborato con la Disney. Al suo sito web, conti-
nuamente aggiornato, si accede dall’indirizzo www.randypausch.com.
L’ultima lezione
Per informazioni rivolgersi al sito:
http://sicilianimando.blogspot.com/
Sono aperte le iscrizioni all’Associazione
T U T T I I N V I T A T I ! ! !!
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E’ da poco cominciato il campionato di Terza categoria e la Pol. Bompensiere ha all’attivo solo 1
vittoria ( 2-0 con la Giovanni Paolo ll ) e 1 pareggio ( 3-3 nella partita inaugurale con la Chiaramontana) e al
passivo 2 sconfitte (3-2 con l’A.C Milan Milena e 4-0 con il Club Airone sommatino).
Le pesanti squalifiche inflitte nel campionato scorso di importanti giocatori come Pippo Anelli, Davide Di-
falco, Alba Antonio, Domenico Giglia, Massimiliano Lo Giudice stanno pesando sulle prime prestazione
della squadra allenata da mister Antonio Mistretta.
La società è fiduciosa perché con il rientro degli squalificati e il ritorno nelle fila bianco azzurre di
elementi come Antonio Diliberto, approdato nel mercato estivo nel Campofranco, e di Salvatore Ferlisi , che
era approdato nella squadra dell’A.C Milan Milena, si punta ad un campionato di alta classifica.
Una classifica ancora corta, basta pensare che la prima in classifica il Vallelunga, ha soli 10 punti e
un campionato lungo formato da ben 26 giornate permettono alla Pol. Bompensiere di poter puntare ancora
in alto.
Bisogna adesso risalire la china e cercare di far avverare quel sogno chiamato ll Categoria, svanito all’ulti-
ma giornata nel campionato precedente.
Tona Vincenzo
POLISPORTIVA BOMPENSIERE:
bisogna risalire la china
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Socio della F.I.S.A.R. di Caltanissetta 2008
(Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori)
Ricetta: Carpaccio di spada alle zucchine
Ricetta: Cavati con rucola e pecorino
Ingredienti per 4 persone:
500g zucchine
150g spada affumicato
30g olive nere
2 cucchiai di olio di oliva
Sale, pepe, aneto q.b.
Procedimento:
Lavate le zucchine e spuntatele.Tagliatele a rondelle molto
sottili.
Mettete su un piatto di portata il carpaccio di spada, guarnite
con le olive nere e le zucchine. Spolverizzate di aneto e condi-
te con i cucchiai di olio, salare e pepare.
Ingredienti per 4 persone:
300g di cavati
200gr rucola
100gr sedano
60gr di pecorino
2 pomodori
2 spicchi di aglio
1 cipolla
4 filetti di acciughe sott’olio
Procedimento:
Togliete l’involucro esterno della cipolla che avete a disposizione e tagliatelo in piccoli pezzi, lavate poi la rucola e smi-
nuzzatela per bene. Mettete ora un po’ di olio in una padella antiaderente e fate rosolare i pezzi di cipolla, regolate con
un po’ di sale e cucinate il tutto per 10 minuti.
Portate ad ebollizione un altro po’ di olio d’oliva, dorate uno spicchio d’aglio ed aggiungete i pomodori sminuzzati, le
acciughe ed un pizzico di peperoncino. Cucinate il tutto per qualche minuto e mettete da parte. Prendete una pentola,
riempitela d’acqua e salate leggermente. Mettete poi un po’ di rucola, calate i cavati e fate cucinare il tutto per 5 minuti.
Unite i cavati e la rucola al sughetto che avete preparato, fate scaldare a fiamma bassa per qualche istante e servite in
appositi piatti piani. Cospargete il tutto con il sugo di acciughe e spolverate sopra un po’ di pecorino grattugiato.
Ricetta: Spigola al vino bianco Ingredienti per 4 persone:
1 spigola media
30g di burro
20g di pane grattugiato
1 uovo sodo
1 cipollina fresca
½ bicchiere di vino bianco
2 rametti di prezzemolo
Procedimento:
Sviscerare la spigola, lavarla per bene sotto il getto dell'acqua corrente, poi asciugarla. Aprire sul dorso per estrarre la
lisca, stendere su un piatto e coprila con il pepe, nella quantità che si preferisce. Prendere una terrina, mettere il pane
grattugiato, la cipollina fresca tritata, una noce di burro, il rosso dell'uovo sodo tritato e il prezzemolo tritato. Amalga-
mare bene il tutto e con questo composto riempire la spigola. Prendere una pirofila, disporre all'interno la spigola, ba-
gnarla con il vino bianco, e mettere sul fuoco, fino a che il vino non sarà evaporato, poi toglierla dal fuoco. Preparare il
brodo di pesce, mettere le lische e la coda del pesce rimasto, una foglia di alloro, un pezzetto di cipolla, il sedano, le
carote, l’aglio in una pirofila e mettere in forno con un pò d’acqua, si utilizzerà così la cottura in forno. Ogni tanto ba-
gnare il pesce con il brodo. Lasciare cuocere per 20 minuti circa e poi servire.
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AVVISI E RINGRAZIAMENTI Il giornale è disponibile: al Bar Inglese, al Picchio Rosso, al Bar Roma, al Rivenditore tabacchi Tentazioni, al
Panificio Spiga d’oro, al Market 2000 e alla Posta.
Si ringrazia l’amministrazione comunale per la stampa del giornalino.
Un saluto particolare a tutti gli emigrati che ci seguono sul sito del Comune di Bompensiere e su:
http://sicilianimando.blogspot.com/
Pronto Intervento (CARABINIERI)…...112
Pubblica Emergenza (POLIZIA)……….113
Emergenza Sanitaria……………….…....118
Vigili del Fuoco……………………….….115
Guardi di Finanza………………………..117
Guardia Medica (notturna e Festiva) ..0934/938158
Farmacia (dr. Sorce)………..……..0934/938090
Comune di Bompensiere..………....0934/938008
Scuola Elementare…..………...…...0934/938146
Scuola Materna…..…..…….………0934/938147
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