ParliAMOne 12a edizione Novembre

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12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 Pagina 1 FATTI NOTIZIE PENSIERI IMPRESSIONI SPERANZE RIFLESSIONI SAL MIRABILRE GLAUBERI (sale mirabile di Glauber) a pagina 7. In questa Edizione Il Giornalino è stato redatto a cura dell’Associazione : Un fiore di loto nel bahr belà mà, una storia d’amore, una trama attuale e coin- volgente. pagina 4. e tanto altro ancora... UN NUOVO PARROCO PER LA NOSTRA PARROCCHIA Padre Francesco Novara “Personaggio del mese” TERZA CATEGORIA POL. BOMPENSERE: “bisogna risalire la china” Speciale: SAN MARTINO TRADIZIONI RICETTE E APPROFONDIMENTI. da pag, 10. a pag. 13. Cresime a Bompensiere con Mons.Mario Russotto Vescovo della Diocesi di Caltanissetta. a pag. 5.

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Mensile ParliAMOne

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12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 Pagina 1

FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI

SAL MIRABILRE GLAUBERI

(sale mirabile di Glauber) a pagina 7.

In questa Edizione

Il Giornalino è stato redatto a cura

dell’Associazione :

Un fiore di loto nel bahr belà mà,

una storia d’amore, una trama attuale e coin-

volgente. pagina 4.

e tanto altro ancora...

UN NUOVO PARROCO PER LA NOSTRA PARROCCHIA

Padre Francesco Novara “Personaggio del mese”

TERZA CATEGORIA POL. BOMPENSERE:

“bisogna risalire la china”

Speciale:

SAN MARTINO TRADIZIONI

RICETTE E

APPROFONDIMENTI.

da pag, 10. a pag. 13.

Cresime a Bompensiere con Mons.Mario Russotto

Vescovo della Diocesi di

Caltanissetta.

a pag. 5.

12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 Pagina 2

FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI

A seguito del triste episodio accaduto al nostro ca-

rissimo Padre S. C. Mantione, il Vescovo della Diocesi di

Caltanissetta Mons. M. Russotto, ha nominato il Sacerdote

FRANCESCO NOVARA di 33 anni, originario di Valle-

lunga Pratameno, alla guida della nostra parrocchia S.S.

Crocifisso. E noi della redazione di ParliAMOne siamo

andati a trovarlo per conoscerlo più da vicino.

D. Quali sono state le sue prime impressioni su Bom-

pensiere?

R. Sono state impressioni positive di una comunità acco-

gliente, calorosa, bisognosa di essere anche essa accolta

con calore.

D. Come e quando nata la vocazione di Presbitero?

R. La mia vocazione è stata maturata nel tempo. Già da

bambino c’erano le prime avvisaglie, ma si trattava del fa-

scino del religioso. Ricordo la Prima Comunione e i mesi

dopo… con la partecipazione alla Santa Messa, il fascino

delle Messe e della figura del Sacerdote. Dopo una parente-

si di sette anni, in cui non andavo più in chiesa, non mi im-

portava più nulla né di Dio e né di altro che riguardava il

sacro,verso l’età di 17 anni, mi sono iscritto al corso di

Cresima e alla Confraternita del mio paese, detta “ Dei

Sette Dolori” , di cui sono stato anche superiore. Da liceale

mi sono occupato della cura e del decoro della Liturgia e

della Chiesa del S.S.Crocifisso delle Grazie di Vallelunga

Pratameno. Verso la fine del mio ultimo anno al Liceo

Scientifico di Caltanissetta, ho preso la decisione di entrare

in seminario e provare a diventare Sacerdote . Sentivo sem-

pre più il fascino del Sacro e accanto la voce di Gesù che

mi chiamava.

D. Quali prospettive ha per la Chiesa di Bompensiere?

R. Io non ritengo di essere il salvatore della situazione, pe-

rò darò il contributo per continuare l’iter formativo-

educativo dei miei predecessori.

D. La “Pedofilia” è un problema forse non ancora af-

frontato seriamente dalla Chiesa, cosa ne pensa?

R. Questo non è vero!!! Già a norma del Codice del Diritto

Canonico, chi nei seminari mostra già queste inclinazioni

insieme ad altre non è ammesso all’Ordine Sacro. E chi

mostra queste caratteristiche, da prima insospettabili, du-

rante il Ministero viene ipso fatto sospeso dal Ministero. In

seguito viene sottoposto alle leggi del Codice Civile e Pe-

nale.

D. Quale approccio c’è stato con i giovani di Bompen-

siere?

Sono stati loro a venirmi a cercare per primi!!!!

Per quanto riguarda i ragazzi più grandi purtroppo, dato

(Continua a pagina 3)

IL NUOVO PARROCO DI BOMPENSIERE A TU X TU CON “PADRE FRANCESCO”

12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 Pagina 3

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che non ho avuto molta possibilità di uscire, non li ho potuti

conoscere per bene tutti.

D. Il suo predecessore ha denunciato fenomeni distorti

riguardanti culti esoterici. Ne è a conoscenza? Se si, cosa

intende fare?

R. Sono al corrente di qualche cosa ma, a poco a poco vorrei

indagare di persona e solo quando mi renderò conto di cosa

si tratta, consigliandomi con altri miei Confratelli, vedrò

cosa inventarmi per affrontare questo problema.

D. Quali sono i libri che preferisce leggere normalmente?

E quali generi musicali ascolta?

R. A me piacciono tanto i romanzi ben articolati, con trame

fitte e pieni di flashback.

I generi di musica che ascolto volentieri sono: la musica leg-

gera italiana e le musiche gotiche.

D. Per quanto riguarda l’arte culinaria, qual è il suo

piatto preferito?

R. I miei due piatti preferiti sono: U Pitirri (farina sciolta

nell’acqua mentre bolle con aggiunta di verdura e di sale),

U Biancu Mangiari (crema latte con biscotti e cannella).

D. Qual è il suo sport preferito? Segue le partite di cal-

cio?

R. Il mio sport preferito è il ciclismo. No, non seguo le parti-

te di calcio, seguo soltanto i Mondiali.

D. Chiesa e Internet…quale rapporto?

R. E’ certamente “l’enciclopedia che è entrata nelle nostre

case”. Ma deve essere giustamente usata e con cautela, sce-

glierne adeguatamente i siti. Ci sono inoltre ottimi siti catto-

lici tra cui: www.maranatha.it e www.vatican.va.it .

Io ho un ottimo rapporto con Internet. Tra l’altro, oltre ad

avere inserito delle foto su Vallelunga, sono anche un mo-

dellista di Google Earth: ho realizzato monumenti chiesastici

e civili di Vallelunga P., il Duomo di Orvieto e il Viadotto

ferroviario sulla linea Caltanissetta Centrale – Caltanissetta

Xirbi .

Vanessa Calamera

Il grave incidente di cui parla l’introduzione dell’intervista al

nuovo parroco di Bompensiere, don Francesco Novara, ha mes-

so tutti in allarme. L’incidete ha visto coinvolti le autovettura

condotte da Luca Vitellaro, 19 anni, un nostro compaesano che

viaggiava, sulla SP 24, con la famiglia, facendo ritorno a Bom-

pesiere e, come detto, don Salvatore Matione, che si recava a

Milena con dei parenti. La situazione agli occhi dei soccorritori

da subito è apparsa grave ed ad avere la peggio sono stati padre

Matione, che ha riportato la rottura del femore e diverse ferite al

capo, e Salvatore Vitellaro, padre di Luca. Tutti i coinvolti nel-

l’incidente sono stati trasportati all’ospedale Sant’Elia di Calta-

nissetta. Ad oggi le condizione di tutti i feriti stanno miglioran-

do, ma padre Mantione, per l’entità delle ferite riportate, avrà

bisogno di un lungo periodo di convalescenza.

Salvatore Virciglio

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Un amore insoddisfatto e distante proprio perché non vissu-

to fino in fondo…un amore cosmopolita e quasi orientale

riscaldato dal calore del sole nel bahr belà mà

(letteralmente significa “grande mare senz’acqua”, ossia

deserto)…un amore tecnologico, supportato dai mezzi dell’-

odierna tecnica, per permettere ai due amanti di conoscersi

profondamente e tenersi in contatto…un amore smarrito ma

desideroso di essere appagato…un amore che si alimenta

dalla speranza di un avvenire condiviso…un amore, insom-

ma, “a 360 gradi” così come ha affermato il nostro Sindaco

nell’occasione della presentazione del romanzo in questione

“Un fiore di loto nel bahr belà mà” di Bonomo Rosetta e

Nino Lacagnina il 14 Novembre 2008 presso l’aula consi-

liare del palazzo comunale.

L’incontro è aperto dal Sindaco Salvatore Losardo che, do-

po aver ringraziato gli autori, espone la chiave di lettura che

lui stesso ha colto nell’opera, spiegando che “l’amore di cui

si parla nel romanzo è un amore globale e onnicomprensivo,

poiché può estendesi a tutto, cioè ai figli, alla famiglia ed a

tutti i valori in cui ogni uomo crede” . Sarà invece la media-

trice dell’incontro, prof. Manganaro, a presentare i due au-

tori ed a raccontare la trama dell’opera. Rosetta Bonomo è

un ex insegnante nelle scuole medie di Milena, oggi giorna-

lista, professoressa e scrittrice; anche se residente a caltanis-

setta è particolarmente vicina a noi in quanto originaria di

Milena. Nino Lacagnina, poeta e scultore, è originario della

Libia. La storia narra di due amanti, Alì e Lhiao, che, dopo

essersi allontanati, possono tenersi in contatto attraverso la

scrittura e pubblicazione di post all’interno di un blog. E’

quindi la tecnologia a fare da tramite ai due amanti ed ad

essere nello sfondo della trama; una tecnologia che annulla

le distanze ed, in questo caso, riesce a mantenere vivo un

amore corrisposto ma lontano.

L’intreccio si sviluppa attraverso la tecnica della storia nel-

la storia proprio perché è una giornalista che rovistando

nell’appartamento della zia e tro-

vando una scatola in cui sono con-

tenute tutte le poesie che i due a-

manti lontani si dedicavano, co-

mincia ad indagare per scogliere e

dileguare la sua curiosità. Chi sono

Alì e Lhiao? Perché queste lettere

sono così gelosamente conservate?

La stessa autrice conferma che l’o-

pera è “per tutti”, in quanto è stata

scritta utilizzando un linguaggio

scorrevole e semplice, ma ciò che incuriosisce il lettore è

l’alternarsi di prosa e poesia, poiché la prima chiarisce il

contesto e la seconda permette al lettore di immedesimarsi,

sentendo direttamente le parole e, tramite queste ultime, gli

stati d’animo dei protagonisti.

Un pregio che all’opera non manca è sicuramente il riflette-

re problematiche attuali, non solo perché a fare da cornice è

il mondo dell’informatica e di internet, ma soprattutto per-

ché la trama tocca il tema scottante e perennemente discus-

so della diversità delle etnie che si trovano inseriti nel me-

desimo ambiente; la protagonista donna, infatti, è di origine

asiatica, mentre il protagonista uomo appartiene alla dina-

stia dei tuaregh, dunque di provenienza africana. I due mo-

strano la possibilità di una convivenza pacifica e armoniosa

tra popoli con culture differenti e confermano come di fron-

te a veri sentimenti ogni diversità è annullata. E’ un roman-

zo rosa che si tinge di giallo, afferma la Prof. Manganaro

“poiché è solo alla fine dell’ opera e cioè nell’ultima poesia

che si scorge velatamente la conclusione della loro storia

d’amore”, ma, fino a quel punto, il lettore addentrato nell’o-

pera e immedesimatosi nell’infelicità dei personaggi si tro-

va costretto ed invogliato a chiedersi:i due amanti riusciran-

no mai ad incontrarsi?a voi la lettura per dissipare ogni dub-

bio! Maria Diliberto

Un fiore di loto nel bahr belà mà, una storia d’amore, una trama

attuale e coinvolgente

Nella foto a sinistra il Sindaco Salvatore Lo sardo con l’autore Nino Lacagnina, a destra un momento della manifestazione ed infine in basso a destra l’autrice Rosetta Bonomo.

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Dai, collabora anche tu al nostro mensile Per informazioni e nuove collaborazioni, scriveteci all’indirizzo e-mail:

[email protected]

E’ stato un giorno importante sabato 15 Novembre

per sette giovani bompensierini: Marisa Salamone,

Giusy Galante, Paolo Galante, Jennifer Radduso, Vi-

viana Saia, Miriam Tona e Giusy Schillaci hanno

infatti ricevuto il Sacramento della Cresima, conferi-

to loro direttamente dal nostro Vescovo Mario Rus-

sotto e con il sostegno dei rispettivi padrini\madrine.

La Cerimonia, che ha avuto luogo in serata, è stata

molto partecipata e solenne, nonostante il nostro Pa-

store abbia saputo creare un’atmosfera veramente

familiare. Ha sottolineato bene, nell’iniziare la Santa

Messa, P. Francesco Novara: “Quando il Vescovo

visita una parrocchia non bisogna mai dargli il ben-

venuto: è già a casa sua, tutta la diocesi è la sua ca-

sa!” .

Dopo la liturgia della Parola, Mons. Russotto ha te-

nuto una vibrante omelia sul significato della nostro

essere figli di Dio, sulla necessità di investire tempo

ed energie nei doni che ognuno di noi ha ricevuto dal

Padre, e sull’importanza che questo dovrebbe acqui-

sire nella nostra vita quotidiana; il tutto prendendo

spunto dalla “Parabola dei talenti”. Successivamente

hanno avuto luogo il rito dell’unzione col Crisma e il

rinnovo delle promesse battesimali da parte dei cresi-

mandi, promesse che al momento del Battesimo era-

no state pronunciate a nome suo da genitori e padrini.

Il Sacramento della Confermazione riveste un ruolo

fondamentale per il Cristiano: è completamento, per-

fezionamento della grazia del Battesimo, ma anche

irrobustimento, fortificazione; inoltre fa parte, insie-

me al Battesimo ed all’Eucaristia dei "sacramenti

dell'iniziazione cristiana". Il Battesimo incorpora il

fedele alla Chiesa, il "popolo di Dio", l'Eucaristia

sostiene il fedele nel cammino verso la "Città cele-

ste" mentre è ancora in quella "terrena", la Confer-

mazione infine conferma l'impegno del credente nel-

la fede e nell'essere testimone della Parola di Dio.

Con grande affetto e paterno attaccamento il nostro

Vescovo si è rivolto a noi bompensierini: “Siete sem-

pre nei miei pensieri”, ha ricordato, salutandoci fino

al prossimo incontro, “e il vostro è uno dei popoli

più buoni della diocesi!”.

Chiudo con un grosso augurio a tutti i neo-cresimati,

affinché non perdano mai di vista il Cammino che

Dio ha tracciato per loro.

Katia Capobianco

CRESIME A BOMPENSIERE

Il nostro Vescovo Mons. Mario Russotto

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4 Novembre “BOLLETTINO DELLA VITTORIA

Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12

La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto

l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Eser-

cito Italiano, inferiore per numero e per mezzi,

iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabi-

le e tenace valore condusse ininterrotta ed a-

sprissima per 41 mesi è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello

scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte

cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche,

due francesi, una cecoslovacca ed un reggi-

mento americano, contro settantatre divisioni

austroungariche, è finita.

DIAZ” Ad un anno esatto dalla

disfida di Caporetto ven-

ne firmato l’armistizio

tra il generale P. Bado-

glio e il generale austria-

co V.von Webeaud fis-

sando per l’indomani alle

ore 15 la cessazione delle

ostilità.

Sono trascorsi esatta-

mente novant’anni da

quel comunicato, che

sanciva la fine delle osti-

lità tra il nostro paese e l’Austria-Ungheria, l’offensiva ini-

ziata il 24 ottobre dello stesso anno conclusasi con la vitto-

ria a Vittorio Veneto delle nostre truppe. Vittoria che senza

il sacrificio e l’unità del popolo italiano non sarebbe mai

avvenuta; purtroppo come ogni battaglia il costo da pagare

non è stao in denaro ma in vite umane ben 689.000 caddero

durante i 41 mesi e 1.050.000 invece fecero ritorno a casa

mutilati o feriti; cifre che devono far riflettere, numeri anzi

nomi da ricordare. Ma questi numeri non sono bastati per

evitare un’altra guerra ed ancora oggi le vite spezzate da

eventi bellici, anche se soldati mandati in missione di pace,

o agenti dell’ordine che perdono la vita durante il servizio

di normale vigilanza, sono molti, basti pensare alla strage

di Nassiriya o al poliziotto che si è trovato a fermare per

caso un terrorista, o infine l’ispettore capo di Catania ucciso

durante i tafferugli di un’incontro di calcio.

Oggi in tutti i paesi e città d’Italia ,sullo sfondo della ormai

celebre canzone che fu per qualche tempo l’inno nazionale”

La leggenda del Piave”si ricordano tutti i caduti delle forze

armate, ed infine con le note del Silenzio si depone la ghir-

landa. Un gesto piccolo che deve ricordarci ogni giorno il

valore della vita dei militari. Voglio ricordare l’art. 11 della

Costituzione Italiana che recita “L'Italia ripudia la guerra

come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e co-

me mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;

consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limi-

tazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assi-

curi la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favori-

sce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Anche a Bompensiere si è celebrata la funzione sia ecclesia-

stica che militare, alla presenza del primo cittadino e di al-

cuni consiglieri di maggioranza e minoranza, nonché di

menbri della giunta, solo gli alunni della scuola dell’infan-

zia ed elementare, a causa dell’orario, del cattivo tempo e

credo anche della mancanza di sensibilizzazione, non ha

partecipato; spero che le prossime celebrazioni avvengano

di mattina così da poter fare partecipare la scolaresca, poi-

ché solo con l’insegnamento della nostra storia si può vera-

mente capire quanto ci sia costata l’unità, inoltre come pro-

getto di legalità che sta maturando nell’ambito di tutte le

classi dei plessi Milena-Bompensiere e Montedoro, quale

miglior applicazione ci può essere. Bisogna dire basta alla

violenza intesa come solo mezzo di difesa, ma dialogare,

l’unico mezzo che non può portare alla morte è il linguag-

gio.

Dedico questo a mio nonno Rosario, deceduto a causa di

guerra.

Mariateresa Sambataro

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Glauber (1604-1670) chimico e alchi-

mista tedesco, e dal quale ne ha preso il

nome. Facilmente solubile in acqua, ha

sapore amaro.

Si tratta di un minerale composto prin-

cipalmente da solfato di sodio decai-

drato, così descritto da Johann Rudolf

Glauber (1604-1670) chimico e alchi-

mista tedesco, e dal quale ne ha preso il

nome. Facilmente solubile in acqua, ha

sapore amaro e salato. Colora la fiam-

ma di giallo ed è solubile negli acidi.

All'aria si disidrata e si decompone in

polvere bianca. E’ utilizzato nella pro-

duzione della soda, nell’industria ve-

traia ed in quella delle vernice.

Rinvenuto in contrada Mangiabue: la

minera di Mangiammò!

Si estraeva con “acqua calda” (non che

l’avevano scoperta!) inserita nel sotto-

suolo e, una volta disciolto il sale, la

stessa acqua, satura, veniva pompata in

superficie e quindi fatta evaporare con

conseguente rideposizione del sale nel-

le famose vasche bituminose di

“Mangiammò”.

Vasche a tutt’oggi visibili ed invasiva-

mente indistruttibili, ma costituenti la

sola testimonianza di un’archeologia

industriale sulla inesorabile via del tra-

monto, nella memoria degli uomini.

Un sito che si trova in ottima compa-

gnia se tale minerale viene rinvenuto

anche nel Great Salt Lake, nello Utah,

negli Stati Uniti D’America, nel depo-

sito salino di Ischl, presso Hallstatt, in

Austria, nel Golfo di Kara-Bugas, nel

mar Caspio. In Italia è segnalata anche

nelle fumarole del Vesuvio.

Ma ritornando alla nostra Miniera, la

presenza della sottostante sorgente

“Farcione” aveva sicuramente attirato

le popolazioni che ne hanno scoperto,

poi, il sito minerario. Tale sorgente

drena acque che attraversano principal-

mente depositi gessosi che ne danno il

caratteristico gusto amarognolo, quello

dell’acqua che tutti abbiamo assaggia-

to, soprattutto nelle scorribande

“esplorative” di bambini più “naturali”

e non ancora “medianizzati”. Ed i no-

stri progenitori utilizzato per tutti gli

usi potabili.

Tutto ciò non ha impedito, in

passato, di dare vita ad una prolifica

colonia di granchi di “acqua dolce”,

oggi completamente scomparsi, ma che

ne sono stati, secondo la letteratura

scientifica, testimoni di un alto indice

ambientale di area ecologicamente non

inquinata. Purtroppo non ho notizie su

rinvenimenti attuali.

La miniera è stata sicuramente sfruttata

sin dall’epoca medievale, con gli arabi,

abili geografi, che in qualche modo ne

avranno scelta la denominazione per

tutta l’area abitata, o più probabilmente

anche in epoca romana. Ne sono labili

testimoni alcuni cocci di vasi e suppel-

lettili riscontrabili e riconoscibili come

appartenenti alle popolazioni di quel

periodo storico.

Che la miniera sia antica, e più volte

sfruttata in periodi diversi, lo conferma

anche Sebastiano Mottura, pioniere

degli ingegneri minerari, che in un la-

voro del 1870 osserva di non riuscire a

visitarla per l’evidente stato di abban-

dono che ne testimonia l’essere “da

molto tempo inattiva”!

Ne l 1916 l a min i e r a v i ene

“riesplorata”, ne è testimone una peri-

zia giurata che trovai tra alcune carte di

mio zio Giuseppe e che Peppino Giunta

riporta per intero nel suo testo di storia

su Bompensiere (pag. 230), per rientra-

re in produzione solo nel 1921 ad opera

di una società di origine inglese che

assunse il nome di “Glauberia”. A metà

degli anni ’30, per difficoltà finanzia-

rie, la proprietà non riesce a reggere il

“mercato” e quindi viene definitiva-

mente abbandonata. Avviata inesora-

bilmente verso un progressivo declino

che ha visto anche ri-utilizzare il mate-

riale delle costruzioni ivi esistenti per

la realizzazione di abitazioni vicine ed

anche per la preesistente originaria se-

de del Municipio di Bompensiere.

Ricordo da bambino che, in

occasione di eventi elettorali o ad ogni

“visita” del politico di turno, si alzava

qualche voce, sempre inascoltata, a

chiederne la riapertura; soprattutto

quando iniziarono con l’Ente Minerario

Siciliano le ricerche minerarie degli

anni ’50. Quelle che hanno interessato

in maniera notevole il rinvenimento del

salgemma, e di qualche affioramento di

gas, nella zona di “Chiana di Pirri”,

“Chianu di la Signura” e terreni circo-

stanti.

Una delle tante illusioni di potenziale

sviluppo!

E pensare che nel territorio vi sono an-

che evidenti segni di miniere di zolfo

abbandonate! Ma questa è un’altra sto-

ria!

Salvatore Maria Saia

Johann Rudolf Glauber

(1604-1670)

SAL MIRABILE GLAUBERI (Sale mirabile di Glauber)

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Prescindendo dalle diatribe tra le famiglie, dalla com-

petenza degli insegnanti, il dato di fatto è che il plesso

“ De Amicis” per l’esiguo numero degli alunni costi-

tuisce un “ramo secco” che deve essere “tagliato”.

(Riforma Gelmini)

PECCATO!

Peccato perché la struttura nuova ed adeguata divente-

rà l’ennesima cattedrale nel deserto.

Il calo demografico in costante aumento con conse-

guente decremento della popolazione scolastica è un

dato che da decenni ormai è costante e in aumento,

pertanto ritengo che il problema è stato sottovalutato

dal momento che in anni recenti è stato persino finan-

ziato e costruito l’edificio destinato alla scuola dell’in-

fanzia, si sperava forse in un miracolo e ad un’impen-

nata del tasso di natalità?

E’ palese che si è prestato attenzione alla “sostanza”

trascurando la fondamentale importanza che l’istitu-

zione scuola ha per la formazione culturale e sociale.

Forse se qualcuno, in passato, avesse prestato atten-

zione a questo particolare e si fosse posto il problema

del futuro della scuola del più piccolo comune della

provincia avrei potuto scrivere un’altra storia “la scuo-

la che tutti sognano”!!

Probabilmente, si sarebbero potuti studiare interventi e

investire finanziamenti per creare una scuola di eccel-

lenza, allestendo aule multimediali per laboratori in-

formatici, scientifici, linguistici, creativi ecc…e far si

che la struttura diventasse l’avanguardia dell’istituto

comprensivo di cui fa parte. Si sarebbero potute avvia-

re attività didattiche interessanti per favorire un natu-

rale spostamento degli alunni da Bompensiere a Mile-

na e viceversa per svolgere attività curriculari ed e-

xtracurriculari in spazi adeguatamente attrezzati.

Sarebbe stata un’opportunità per ampliare l’offerta

formativa dell’istituto comprensivo e favorire il poten-

ziamento di una struttura evitandone il graduale ridi-

mensionamento e l’inevitabile chiusura.

Sarebbe stata un’opportunità importante per una pic-

cola comunità che avrebbe dato l’esempio di gestione

intelligente di beni e finanziamenti statali.

Peccato!

Peccato, perché nessuno ha sognato il futuro della

scuola di Bompensiere, perché nessuno ha pensato che

i bambini, potessero avere il diritto di “avere la

SCUOLA”. ANTONELLA DILIBERTO

CIASCUNO CRESCE SOLO SE SOGNATO…(DANILO DOLCI)

A Bompensiere, la scuola primaria ha i giorni contati!!!

12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 Pagina 9

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Il governo Berlusconi è soprav-

vissuto alla protesta sulla scuo-

la. Il Decreto Legge di riforma è

diventato legge dello stato. A-

desso il Ministro Gelmini lavora

al Decreto Legge di riforma del-

l’Università. Non mancano le

proteste anche molto accese e

molte facoltà di diverse Univer-

sità italiane sono occupate. Gli

studenti che protestano si sono

dati il nome di Onda a imitazio-

ne della Pantera di fine anni ’80.

Con gli studenti e docenti uni-

versitari la Gelmini sta dialo-

gando pur senza retrocedere di

un solo passo dagli obiettivi

che si è prefissata. L’Università

deve essere svecchiata e snellita

sia a livello strutturale che di-

dattico.

Nei mesi di ottobre e novembre

tutte le testate giornalistiche

hanno reso pubblico il debito

economico di varie Università

cosi come hanno fatto conosce-

re le centinaia di corsi inutili

che molte università hanno. Si è

venuti a conoscenza di un corso

di laurea in Benessere del cane

e del gatto.

In Italia ci si può laureare in

5.100 materie. Lo scorso anno

accademico in 312 corsi di lau-

rea hanno frequentato meno di

venti studenti.

Gli studenti protestano per i ta-

gli ma avanzano anche molte

proposte che si differenziano

dal programma di governo solo

per le definizioni.

Chiunque ha frequentato l’uni-

versità è a conoscenza della

confusione che regna per le le-

zioni o gli esami. Tanti studenti

non hanno nemmeno il posto

dove sedersi durante le lezioni

per l’eccessivo numero. Molti

sono costretti a cambiare pro-

grammi perché non superano i

test d’ingresso selettivi nei corsi

a numero chiuso. E se un neo-

laureato vuole intraprendere la

carriera universitaria non ha vita

facile. Il fenomeno di

“parentopoli” adesso è di domi-

nio pubblico. Parecchie catte-

dre universitarie sono a gestione

familiare ed impenetrabili.

Se questa è la situazione perché

gli studenti protestano?

Qualcuno ha parlato di strumen-

talizzazione politica. E, credo,

che questo sia vero.

A Destra ed a Sinistra gli stu-

denti universitari sono divisi in

organizzazioni che nulla hanno

da invidiare ai partiti politici. Le

sigle sono davvero tante: UDS;

Rete degli studenti; Alternativa

studentesca; Azione studentesca

a Sinistra. A Destra ci sono i

cattolici: Movimento studenti

cattolici; Liste per la Libertà

nella scuola; Gioventù studente-

sca; Movimento studenti di A-

zione Cattolica. E poi ci sono

quelli non schierati i cui nomi

sono tutto un programma: Fgci;

Lotta studentesca; Blocco stu-

dentesco; Giovani Comunisti.

Una galassia di sigle ed una

confusione di idee tra le quali è

difficile districarsi. Ci sono, pe-

rò, delle certezze. Anzitutto nes-

suna università italiana risulta

tra i primi venti posti in una

classifica europea. I nostri mi-

gliori “cervelli” lavorano in u-

niversità estere. Pochi studenti

raggiungono la laurea rispetto al

numero degli iscritti.

Magari si possono criticare i

modi un po’ dittatoriali del Mi-

nistro Gelmini ma, penso, che a

nessun italiano intellettualmente

onesto possa dispiacere qualche

necessario taglio.

Prof. Salvatore Puma

La protesta degli universitari

12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 Pagina 10

FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI

11 NOVEMBRE SAN MARTINO A Novembre, mese che conduce all’inverno, si effettua la svinatura e la pro-

duzione dell’olio, in Sicilia vi sono varie feste e sagre che quasi ogni giorno

impazzano per i veri paesi.

Dopo il Giorno di Ognissanti e dei Morti, un’altra festività ritenuta molto im-

portante dai siciliani, è quella in onore di San Martino celebrata l’11 Novem-

bre.

A Bompensiere, non esiste una sagra in proposito, ma ogni famiglia o gruppo

di amici, festeggia per conto proprio con le classiche ricette definite

“povere”, come:

“CARDUNA FRIUTI” (cardi fritti),” CICIRI” (ceci),” FASO-LA” (fagioli),” FAVI” (fave), “UASTEDDI DI SAN MARTINU” (frittelle di S. martino) e da qualche tempo,ma non definito alimento povero,

“BACCALÀ FRIUTU” (baccalà fritto), tutto condito con un ottimo Olio di Oliva e accompagnato da uno splendido Vino paesano.

IL VINO

Il vino ha origine dalla fermentazione alcolica del suc-

co dell'uva; le moderne tecniche enologiche hanno

tuttavia individuato, per ciascun tipo di vino, diversi

percorsi produttivi.

Già dall'arrivo dell'uva in cantina si possono prevede-

re alcune delle caratteristiche del vino: i grappoli do-

vrebbero giungere alla pigiatura in cassette in modo

che gli acini non vengano schiacciati o rotti, per evita-

re processi di fermentazione indesiderati.

Le fasi della lavorazione del vino possono essere

sintetizzate in quattro passaggi: pigiatura delle uve, il

limpidimento del mosto, maturazione del vino in con-

tenitori di vario genere e per tempi differenti secondo

il prodotto che si intende ottenere, affinamento in bot-

tiglia.

Ciascuna tipologia di vino (rosso, bianco, rosato, ecc.)

richiede però particolari accorgimenti. La cantina ide-

ale per la conservazione del vino dovrebbe essere ben

aerata ed asciutta ma non troppo (umidità intorno al-

l'80%), avere temperatura costante (compresa tra 10 e

15 gradi) e pavimento di ghiaia o terra battuta, non far

"passare" luce e rumori, non avere odore: praticamen-

te un'utopia per la maggior parte degli italiani.Se non

disponete di garage o di spazi protetti ma non caldi,

"sacrificate" gli scaffali più bassi della vostra libreria

o la parte basse della credenza: poiché il caldo tende a

salire, ed il legno è cattivo conduttore di calore, potre-

te così utilizzare uno spazio con caratteristiche più

adatte alla conservazione del vino.

12ª Edizione GRATUITA Mese di Novembre 2008 Pagina 11

FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI

L’OLIO L'origine della coltivazione dell'ulivo, pianta tipica del Me-

diterraneo, si colloca nella notte dei tempi. Ancora oggi

l'olio si produce in Italia con gli stessi principi usati nell'età

mesolitica anche se sono naturalmente cambiati gli stru-

menti di produzione.

L'olio è assimilato molto facilmente dall'organismo ed è

l'alimento base della dieta mediterranea. Nell'epoca mesoli-

tica, servendosi di una pietra arrotondata, le olive venivano

schiacciate a mano in piccoli mortai di pietra dotati di una

cavità: se ne otteneva una pasta che, veniva poi collocata su

una grossa pietra piatta e sottoposta al peso di altre pietre:

il liquido che ne derivava scivolava poi verso una cavità

anulare e si indirizzava verso i contenitori sottostanti sul

cui fondo l'acqua si depositava lasciando galleggiare l'olio,

più leggero.

Questo sistema, è stato usato per migliaia di anni: in scala

ridotta per un fabbisogno elementare, in versione più ma-

stodontica per la lavorazione di grosse quantità di olive.

I frantoi tradizionali, fino al nostro secolo, erano infatti

costituiti da una vasca circolare nella quale si versavano le

olive e al cui centro agivano, come macina, da una a tre

grosse ruote di pietra.

Dal loro movimento rotatorio le olive erano trasformate in

pasta olearia che veniva poi distribuita sui fiscoli e portata

quindi al torchio; da qui usciva una emulsione di olio e ac-

qua che, opportunamente incanalata, finiva nelle cisterne

sotterranee dove avveniva la decantazione.

L'acqua, più pesante, veniva poi espulsa dai tubi di scarico

e nella cisterna restava l'olio.

La composizione dell'olio di oliva è costituita da:

70-80% di acido oleico (grasso insaturo)

4-12% di acido linoleico (grasso insaturo)

7-15% di acido palmitico (grasso saturo)

2-6% di acido stearico (grasso saturo)

Quanto più basso è il contenuto di acido linoleico, tanto

più l'olio di oliva è sta-

bile all'ossidazione che

comunque è inferiore a

quella raggiungibile da

altri oli.

La composizione del

grasso umano è invece

così suddivisa:

65-87% di acido olei-

co;

17-21% di acido palmi-

tico;

5-6,5% di acido steari-

co.

I sistemi di raccolta

delle olive incidono profondamente sulla qualità dell'olio

che ne deriva.

Nella maggior parte dei casi, specie con alberi di grandi

dimensioni, le olive, man mano che maturano, cadono in

terra e vengono poi raccolte per essere macinate.

La pratica meccanica, infatti, richiede meno tempo delle

pratiche manuali tradizionali e consente quindi di program-

mare la raccolta quando le olive sono nel giusto grado di

maturazione ovvero all’invaiatura (quando l’oliva è metà

verde e metà nera).

Inoltre con i moderni sistemi di raccolta meccanica non si

deve più attendere che le olive cadano né tantomeno che

vengano raccolte da terra, pregiudicando la qualità dell’o-

lio.

Le olive portate successivamente al frantoio devono essere

molite nel più breve tempo possibile perché non ne venga-

no alterate le qualità organolettiche.

Una volta macinate, le olive lasciano la "sansa", che costi-

tuisce il 40% del peso originario e che nel passato veniva

usata per il riscaldamento ora invece, con l'aiuto di solventi

chimici, da questi resti viene estratto "l'olio di sansa", la

qualità più bassa. Fino a pochi decenni fa, quest'olio era

destinato quasi esclusivamente alla produzione di sapone e

candele, ma da quando l'industria saponiera si è trasformata

in industria chimica ed utilizza sostanze sintetiche, anche

questo residuo della lavorazione delle olive viene sfruttato

per produrre olio che, opportunamente trattato e mescolato

con oli vergini, è reso commestibile.

L'Italia detiene il 40% del mercato comunitario degli oli

D.O.P. e I.G.P. e questo riconoscimento pone il nostro al

primo posto tra i paesi europei produttori di olio di alta

qualità e pone l'olio a Denominazione di Origine Protetta

accanto agli altri grandi prodotti che rendono celebre nel

mondo il made in Italy.

Giuseppe Licata (Chef)

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FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI

«La nebbia, sciogliendosi in una leggera pioggerella, risale

per le colline pungenti. Spinto dal vento freddo, il mare ru-

moreggia infrangendosi sulla scogliera, con onde dalla bianca

spuma. Ma per le vie del piccolo paese si diffonde, dai tini

dove fermenta il mosto, l’odore aspro del vino nuovo che ral-

legra i cuori. E intanto sulla brace del focolare scoppiettano

le gocce di grasso che cadono dallo spiedo su cui cuoce la

cacciagione; e il cacciatore se ne sta sull'uscio a guardare

stormi di uccelli che, a contrasto con le rosse nubi del tra-

monto, sembrano neri, come quei brutti pensieri che si vor-

rebbero mandare via lontano»

Ho scelto questa poesia perché la considero in tema con l’autunno e contiene dei versi che esprimono

malinconia e allegria allo stesso tempo.

Questa poesia, qualche anno fa, è stata cantata da Fiorello. Provate a cantarla con gli amici e poi a reci-

tarla. Fatemi sapere se la preferite cantata o recitata. A me piace molto recitarla Simona Corrado

La Poesia: SAN MARTINO La nebbia a gl’ irti colliLa nebbia a gl’ irti colliLa nebbia a gl’ irti colliLa nebbia a gl’ irti colli

piovigginando sale,piovigginando sale,piovigginando sale,piovigginando sale, e sotto il maestralee sotto il maestralee sotto il maestralee sotto il maestrale

urla e biancheggia il mar;urla e biancheggia il mar;urla e biancheggia il mar;urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgoma per le vie del borgoma per le vie del borgoma per le vie del borgo dal ribollir de’ tinidal ribollir de’ tinidal ribollir de’ tinidal ribollir de’ tini

va l’aspro odor de i viniva l’aspro odor de i viniva l’aspro odor de i viniva l’aspro odor de i vini l’anime a rallegrar.l’anime a rallegrar.l’anime a rallegrar.l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesiGira su’ ceppi accesiGira su’ ceppi accesiGira su’ ceppi accesi

lo spiedo scoppiettando;lo spiedo scoppiettando;lo spiedo scoppiettando;lo spiedo scoppiettando; sta il cacciator fischiandosta il cacciator fischiandosta il cacciator fischiandosta il cacciator fischiando

su l’uscio a rimirarsu l’uscio a rimirarsu l’uscio a rimirarsu l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubitra le rossastre nubitra le rossastre nubitra le rossastre nubi stormi d’uccelli neri,stormi d’uccelli neri,stormi d’uccelli neri,stormi d’uccelli neri, com’esuli pensieri,com’esuli pensieri,com’esuli pensieri,com’esuli pensieri, nel vespero migrarnel vespero migrarnel vespero migrarnel vespero migrar

G. CarducciG. CarducciG. CarducciG. Carducci

Approfondimento

San Martino aveva appena dodici anni quando, contro la volontà dei suoi genitori, che credevano negli dei di

Roma, si fece battezzare e divenne cristiano. La legge romana lo obbligava a entrare nell' esercito come suo

padre, così, malgrado fosse un tipo molto pacifico, dovette diventare soldato. Su di lui si raccontano molte

leggende. La più famosa è questa. Un giorno d'autunno, mentre usciva da una delle porte della città francese

di Amiens, dove viveva, vide un povero vecchio, mezzo nudo e tremante per il freddo. Martino si impietosì

e sguainò la spada, tagliò il suo bel mantello di lana e ne diede la metà al povero. Immediatamente il sole si

mise a scaldare come in estate. Per questo, si chiama l'estate di San Martino quel periodo agli inizi di no-

vembre in cui spesso accade che la temperatura si faccia più mite. Si dice che Martino parlasse con gli ani-

mali. Anche gli alberi gli volevano bene. Una volta, volle che fosse abbattuto un albero che i pagani avevano

trasformato in un idolo. "Mettiti sotto l'albero mentre cade", lo sfidò uno di coloro che non volevano che fos-

se abbattuto, "e vedremo se il 'tuo' Dio ti salverà". Martino rimase in piedi sotto l'albero mentre le scuri dei

boscaioli incidevano il tronco, proprio nella direzione in cui sarebbe dovuto cadere; al momento dello

schianto, l'albero si drizzò su se stesso e cadde dalla parte opposta…

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FATTI • NOTIZIE • PENSIERI • IMPRESSIONI • SPERANZE • RIFLESSIONI

Il romanzo è ambientato nell’Italia fascista durante la

campagna bellica mossa da Mussolini contro i

“bissini”, ossia gli etiopi. Il creatore del famosissimo

commissario Montalbano, vuole. con questo romanzo,

rappresentarci la mentalità italiana, ed in particolare

quella siciliana, diffusa tra il ’35 e il ’36 attravesro gli

occhi di un bambino (Michelino) particolarmente pre-

coce, nato da una famiglia molto legata al fascismo e

alla reiligione. Miche lino, di cinque anni, riceve una

forte educazione fascista e cristiana e, data la forte

contrarietà fra i due ordinamenti che tuttavia in quel

periodo non viene colta causa la dittatura, questi cerca

in tutti i modi, attraverso ragionamenti logici che solo

un bambino di cinque anni riesce a fare grazie alla sua

normalissima innocenza, di conciliare le due filosofie,

giungendo però a compiere gesti estremi senza render-

si conto della loro cruenta immoralità. Michelino sco-

pre gradatamente i misteri della vita,scopre a pochi

anni il sesso, grazie alla sua precoce intelligenza, e

grazie alla sua dote sessuale, scopre cos’è giusto e che

cos’ è sbagliato, e in su questa linea, Michelino, si tra-

sforma in un soldato del Duce e del Signore, punendo

tutti quelli che violano le regole del fascismo e del cri-

stianesimo con la morte, unico modo per la liberazione

dal peccato.

Come suo solito, lo scrittore empedoclano, utilizza un

linguaggio estremamente forte e crudo, esclusivamen-

te siciliano e quindi molto faticoso da comprendere

per chi sta fuori dall’isola.non solo, anche alcune sce-

ne e alcune espressioni possono risultare difficilmente

accettabili ma, sono convinto che lo scrittore di propo-

sito abbia voluto contrapporre la volgarità e la crudez-

za di certi episodi con la brutalità, l’ignoranza e l’ipo-

crisia e il fanatismo che caratterizzava il pensiero fa-

sci-cristiano della maggioranza degli italiani di quel

tempo. Chi si dovesse soffermare sulla rozzezza - ripe-

to voluta- del linguaggio non può non fare lo stesso su

ciò che è il pensiero deviato ma perfettamente logico

secondo le regole di quel tempo, di Michelino, che in

fin dei conti rappresenta il prototipo del perfetto fasci-

sta, anzi, sono del parere che tali pensieri come le a-

zioni compiute dal protagonista/bambino sono di gran

lunga peggiori del linguaggio non forbito e non aulico

usato dal nostro Camilleri.

Adriano Martorana

Su “LA PRESA DI MACALLE’ ” di Andrea Camilleri

Caricatura di Antonio Gramsci

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Non sto qui a ricopiarvi la biografia di Leonardo Scia-

scia e neanche ad elencare le sue opere. Il lettore, do-

po questa piccola riflessione, può informarsi sulla vita

di questo nostro grande autore e, magari, leggere o

iniziare a leggere alcuni dei suoi libri. Se apprezzate

Camilleri, sicuramente apprezzerete anche Sciascia.

Per lo stile, per le caratteristiche e le vicende affronta-

te da entrambi sembra quasi che nelle loro vene scorra

lo stesso sangue.

A volte penso che se fossi nato qualche anno prima,

avrei potuto incontrare uno dei più grandi scrittori ita-

liani degli ultimi decenni, che viveva a soli 8 chilome-

tri dal mio paesino.

La lettura delle sue opere non è solo fine a se stessa

ma ci aiuta a cogliere tutte quelle sfumature utili a

comprendere la complessa mentalità dei siciliani, ad

analizzare la nostra cultura ed i problemi che ci afflig-

gono da sempre. Egli ci ha consegnato una enorme

eredità e noi dovremmo farci portatori di essa, con il

vanto di vivere a due passi dal suo paese natale e che,

inoltre, proprio lo scrittore era di origini Bompensieri-

ne. E’ un piccolo tesoro che il nostro paesino non ha

mai saputo sfruttare. Dovremmo riscoprilo e non con-

tinuare ad affossare un tema molto importante, quale

la cultura, a Bompensiere. Sarebbe bello riuscire a ri-

valutare questo autore ponendolo tra i gli interessi dei

giovani, promuovere seminari di lettura e diffondere i

suoi scritti.

Sciascia era uno di noi. Con le nostre stesse origini e

la nostra stessa storia.

Durante la lettura delle sue opere si riesce ad aprire gli

occhi su certe situazioni, su certi episodi, che magari

viviamo nel quotidiano, che ci possono sembrare nor-

mali proprio perché questa è da sempre la nostra quo-

tidianità, perché ci abbiamo sempre vissuto e proba-

bilmente non abbiamo avuto la possibilità di confronto

con altre realtà. Diverse e meno oscure delle nostre.

Realtà, le altre, che non hanno bisogno di strane inter-

pretazioni o di saper leggere tra le righe delle parole e

dei fatti. Il nostro “quasi” compaesano riesce a raccon-

tarci storie di vicende complicate, “sicilianamente”

complicate, spesso con il sottofondo della mafia e

dell’omertà. Della paura e della sottomissione. Dei

compromessi con noi stessi, con il nostro vivere e con

le vicende che ci circondano. Del rispetto forzato e

dovuto. Dell’ingiustizia e degli imbrogli.

Tutti noi riusciamo ad immedesimarci nei suoi raccon-

ti, nei suoi romanzi, immaginando paesaggi e luoghi

come i nostri: case, piazze, chiese, strade… poiché

Sciascia scriveva da Racalmuto, da quel paesino simi-

le e vicino al nostro, da una realtà e su una realtà come

la nostra.

Le sue letture sono delle vere e proprie lezioni di vita

e spesso si può realizzare che in fondo ciò che lui

scrisse 30 anni fa non è poi così diverso da quello che

succede ai nostri giorni. E può nascere anche qualche

spunto di riflessione: riuscire a ragionare con la pro-

pria testa, a vedere l’oggettiva negatività delle cose e a

cogliere quelle positive e a valorizzarle e chissà, se ci

porti anche ad un cambiamento nel nostro modo di

agire quotidiano.

Enrico Saia [email protected]

Leonardo Sciascia, a due passi da Bompensiere

Nella foto: Bompensiere 1984 Presentazione libro del dott.

Giuseppe Giunta con Leonardo Sciascia e l'assessore alla

Pubblica Istruzione Giovanni Difalco.

Leonardo Sciascia

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“Non so come si fa a non divertirsi. Sto per morire e mi diverto. E

ho intenzione di continuare a divertirmi per ogni singolo giorno che

mi resta. Perché non c’è altro modo per vivere”

Randy Pausch è nato il 23 ottobre 1960. Ha insegnato informatica

presso la Carnegie Mellon University di Pitsburgh dove ha, da pio-

niere, studiato la realtà virtuale.

Nell’agosto del 2007 scopre di essere ammalato di cancro e che non

ha speranza. Sceglie di abbandonare l’insegnamento per trascorrere

gli ultimi giorni con la famiglia. Ma prima di ritirarsi, il 18 settem-

bre, tiene davanti a quattrocento studenti e colleghi la sua ultima

lezione dal titolo Realizzare davvero i sogni dell’infanzia. La lezio-

ne è il suo testamento spirituale ai figli.

Pausch ripercorre le tappe della sua vita a cominciare dalla lista dei

desideri di quando aveva otto anni fino al giorno in cui gli viene

diagnosticato il male che lo divora lentamente ma irreversibilmente.

Leggere questo libro vuol dire riflettere per capirne il senso, la direzione e la bellezza della propria vita pur tra

mille problemi. E’ un libro che può stimolare un radicale cambiamento di prospettiva non senza avere rivelato

quanto valga la pena di vivere. SALVATORE PUMA

NOTE BIOGRAFICHE

Randy Pausch è nato il 23 ottobre 1960. Ha insegnato informatica presso la Carnegie Mellon University

di Pittsburgh, è uno dei pionieri della realtà virtuale, ha collaborato con la Disney. Al suo sito web, conti-

nuamente aggiornato, si accede dall’indirizzo www.randypausch.com.

L’ultima lezione

Per informazioni rivolgersi al sito:

http://sicilianimando.blogspot.com/

Sono aperte le iscrizioni all’Associazione

T U T T I I N V I T A T I ! ! !!

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E’ da poco cominciato il campionato di Terza categoria e la Pol. Bompensiere ha all’attivo solo 1

vittoria ( 2-0 con la Giovanni Paolo ll ) e 1 pareggio ( 3-3 nella partita inaugurale con la Chiaramontana) e al

passivo 2 sconfitte (3-2 con l’A.C Milan Milena e 4-0 con il Club Airone sommatino).

Le pesanti squalifiche inflitte nel campionato scorso di importanti giocatori come Pippo Anelli, Davide Di-

falco, Alba Antonio, Domenico Giglia, Massimiliano Lo Giudice stanno pesando sulle prime prestazione

della squadra allenata da mister Antonio Mistretta.

La società è fiduciosa perché con il rientro degli squalificati e il ritorno nelle fila bianco azzurre di

elementi come Antonio Diliberto, approdato nel mercato estivo nel Campofranco, e di Salvatore Ferlisi , che

era approdato nella squadra dell’A.C Milan Milena, si punta ad un campionato di alta classifica.

Una classifica ancora corta, basta pensare che la prima in classifica il Vallelunga, ha soli 10 punti e

un campionato lungo formato da ben 26 giornate permettono alla Pol. Bompensiere di poter puntare ancora

in alto.

Bisogna adesso risalire la china e cercare di far avverare quel sogno chiamato ll Categoria, svanito all’ulti-

ma giornata nel campionato precedente.

Tona Vincenzo

POLISPORTIVA BOMPENSIERE:

bisogna risalire la china

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Socio della F.I.S.A.R. di Caltanissetta 2008

(Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori)

Ricetta: Carpaccio di spada alle zucchine

Ricetta: Cavati con rucola e pecorino

Ingredienti per 4 persone:

500g zucchine

150g spada affumicato

30g olive nere

2 cucchiai di olio di oliva

Sale, pepe, aneto q.b.

Procedimento:

Lavate le zucchine e spuntatele.Tagliatele a rondelle molto

sottili.

Mettete su un piatto di portata il carpaccio di spada, guarnite

con le olive nere e le zucchine. Spolverizzate di aneto e condi-

te con i cucchiai di olio, salare e pepare.

Ingredienti per 4 persone:

300g di cavati

200gr rucola

100gr sedano

60gr di pecorino

2 pomodori

2 spicchi di aglio

1 cipolla

4 filetti di acciughe sott’olio

Procedimento:

Togliete l’involucro esterno della cipolla che avete a disposizione e tagliatelo in piccoli pezzi, lavate poi la rucola e smi-

nuzzatela per bene. Mettete ora un po’ di olio in una padella antiaderente e fate rosolare i pezzi di cipolla, regolate con

un po’ di sale e cucinate il tutto per 10 minuti.

Portate ad ebollizione un altro po’ di olio d’oliva, dorate uno spicchio d’aglio ed aggiungete i pomodori sminuzzati, le

acciughe ed un pizzico di peperoncino. Cucinate il tutto per qualche minuto e mettete da parte. Prendete una pentola,

riempitela d’acqua e salate leggermente. Mettete poi un po’ di rucola, calate i cavati e fate cucinare il tutto per 5 minuti.

Unite i cavati e la rucola al sughetto che avete preparato, fate scaldare a fiamma bassa per qualche istante e servite in

appositi piatti piani. Cospargete il tutto con il sugo di acciughe e spolverate sopra un po’ di pecorino grattugiato.

Ricetta: Spigola al vino bianco Ingredienti per 4 persone:

1 spigola media

30g di burro

20g di pane grattugiato

1 uovo sodo

1 cipollina fresca

½ bicchiere di vino bianco

2 rametti di prezzemolo

Procedimento:

Sviscerare la spigola, lavarla per bene sotto il getto dell'acqua corrente, poi asciugarla. Aprire sul dorso per estrarre la

lisca, stendere su un piatto e coprila con il pepe, nella quantità che si preferisce. Prendere una terrina, mettere il pane

grattugiato, la cipollina fresca tritata, una noce di burro, il rosso dell'uovo sodo tritato e il prezzemolo tritato. Amalga-

mare bene il tutto e con questo composto riempire la spigola. Prendere una pirofila, disporre all'interno la spigola, ba-

gnarla con il vino bianco, e mettere sul fuoco, fino a che il vino non sarà evaporato, poi toglierla dal fuoco. Preparare il

brodo di pesce, mettere le lische e la coda del pesce rimasto, una foglia di alloro, un pezzetto di cipolla, il sedano, le

carote, l’aglio in una pirofila e mettere in forno con un pò d’acqua, si utilizzerà così la cottura in forno. Ogni tanto ba-

gnare il pesce con il brodo. Lasciare cuocere per 20 minuti circa e poi servire.

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AVVISI E RINGRAZIAMENTI Il giornale è disponibile: al Bar Inglese, al Picchio Rosso, al Bar Roma, al Rivenditore tabacchi Tentazioni, al

Panificio Spiga d’oro, al Market 2000 e alla Posta.

Si ringrazia l’amministrazione comunale per la stampa del giornalino.

Un saluto particolare a tutti gli emigrati che ci seguono sul sito del Comune di Bompensiere e su:

http://sicilianimando.blogspot.com/

Pronto Intervento (CARABINIERI)…...112

Pubblica Emergenza (POLIZIA)……….113

Emergenza Sanitaria……………….…....118

Vigili del Fuoco……………………….….115

Guardi di Finanza………………………..117

Guardia Medica (notturna e Festiva) ..0934/938158

Farmacia (dr. Sorce)………..……..0934/938090

Comune di Bompensiere..………....0934/938008

Scuola Elementare…..………...…...0934/938146

Scuola Materna…..…..…….………0934/938147

NUMERI UTILI

Senza Parole