Il Calice di Gesù di don Luciano Vitton Mea
Settimanale di preghiera
Anno XV - n° 763
Non di solo
PANE Domenica 3 Luglio 2016
XIV Settimana del Tempo Ordinario
“La messe è abbondante,
ma sono pochi gli operai”
Non di solo pane Numero 762 Tempo Ordinario pagina 2
Luglio 2016
“Pregare, forse il
discorso più urgente”
Sussidio di preghiera
per la famiglia
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Offerta quotidiana
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché vengano rispettati i popoli indigeni, minaccia-
ti nella loro identità e nella loro stessa esistenza.
Intenzione missionaria
Perché la Chiesa in America Latina e nei Caraibi, me-
diante la sua missione continentale, annunci con rin-
novato slancio ed entusiasmo il Vangelo.
Intenzione dei vescovi
Perché i predicatori rinnovino il loro annuncio met-
tendo al centro la misericordia, virtù che
solleva le miserie altrui.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente
e misericordioso, ci impegniamo con gioia
nella costruzione della civiltà dell'amore.
Intenzioni mese di Luglio
Non di solo pane Numero 763 pagina 3
Domenica 3
Luglio
II Settimana del Salterio
XIV Domenica del Tempo Ordinario
Mettiti nei panni degli altri prima di respingere la loro richiesta di vestiti nuovi.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davan
ti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è
abbondante, ma sono pochi quelli che vi lavorano! Pregate dunque il signore
della messe, perché mandi chi lavori nella sua messe! Andate: ecco, vi mando
come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non
fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima
dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scen
derà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando
e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompen
sa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi acco
glieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trova
no, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Brano Evangelico: Lc 10,19
Contemplo: La grazia di Gesù
sia con voi (can 6,18)
La grazia di Gesù è l'amore, la benevolenza, la misericordia che egli riversa nei nostri cuori. È in questo amore che dobbiamo vivere ogni giorno per testimoniarlo a
nostra volta in famiglia, nel lavoro, in ogni ambiente di vita al quale siamo chiamati. È la grazia di Gesù che ci fa nuove creature e ci dona la forza di essere pazienti e perseveranti nella fede, nella speranza e nella carità.
Agisci
Cercherò di essere
attento agli altri e
mi impegnerò a non
procurare fastidio a
nessuno con il mio
comportamento.
Il santo del giorno:
San Tommaso
Apostolo
Festa di san Tomma
so, Apostolo, il qua
le non credette agli
altri discepoli che gli
annunciavano la re
surrezione di Gesù,
ma, quando lui stes
so gli mostrò il co
stato trafitto, escla
mò: «Mio Signore e
mio Dio». E con
questa stessa fede si
ritiene abbia portato
la parola del Vange
lo tra i popoli
dell’India
Patronato: Architet
ti
Etimologia: Tom
maso = gemello,
dall'ebraico
Emblema: Lancia
Non di solo pane Numero 763 Tempo Ordinario pagina 4
Preghiera
Mai più soli, Signore. Mai più soli, perché
tu vegli e cammini con noi! Mai più soli,
perché il cammino è compiuto, solo insie-
me ai fratelli. Mai più soli, perché la no-
stra vita può maturare in annuncio, vera
relazione, solidarietà. Mai più soli, per-
ché il nostro nome partecipa del tuo e di-
ventiamo tuoi fratelli, figli tutti dell'unico
Padre! Ti rendiamo grazie, Signore Gesù!
Meditiamo la Parola
Ma Tommaso era un santo? Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
Ma Tommaso era un santo? Non ci fosse la sua festa
che viene celebrata oggi, ci sarebbe da dubitarne,
stando almeno ai commentatori di quella pagina di
Vangelo (Gv 20,19-31) che lo vede protagonista in
negativo. Nel processo che tutti si sentono in dirit-
to di imbastirgli contro, lo si accusa di diffidenza,
realismo grossolano, incredulità ostinata, scettici-
smo. Io l'ho sempre difeso, anche perché mi rico-
nosco facilmente in lui, nella sua lentezza a crede-
re. Tommaso, se non altro, è stato leale. Ha pun-
tato i piedi dicendo di voler vedere prima di crede-
re. Noi, troppo spesso, pretendiamo di vedere do-
po aver creduto (o dopo aver detto di credere).
Come a dire: prima ci fidiamo a occhi chiusi, salvo
poi a non lasciarci sfuggire nessuna occasione, anzi
addirittura a inseguire anche quelle più remote,
per controllare che non siamo stati ingannati. Un
certo cristianesimo d'oggi, che ripete le tentazioni
di Israele nel deserto (Massa e Meriba), pretenden-
do segni eccezionali, apparizioni a getto continuo,
esigendo una strada spianata a colpi di miracoli,
costringendo Dio a essere un facitore di prodigi
spettacolari in continuazione, è il meno adatto a
processare Tommaso. Lui ha avuto forti esitazioni
prima. Poi, però, ha "inchiodato" la propria fede e
il proprio amore al... pavimento su cui si è buttato
in ginocchio. Noi opponiamo resistenze dopo. Ci
riveliamo incapaci di fidarci di Dio, di vivere nell'
oscurità luminosa della fede. La nostra fede, così,
appare spesso esitante, fragile, inconsistente, po-
co convinta e convincente, legata ai condiziona-
menti più diversi: emozioni, entusiasmi, delusioni,
sentimenti, abitudini...Insomma, andiamoci adagio
prima di puntare il dito accusatore contro Tomma-
so. Un minimo di onestà ci dovrebbe obbligare,
prima, a esaminare seriamente, senza troppe in-
dulgenze, lo stato di salute della nostra fede.
Noi uomini, se vogliamo
realizzare qualcosa, cer-
chiamo le luci della ribalta, il con-
senso, il sostegno che conta. Se c'è
una dimensione che privilegiamo, è
quella della grandezza, dell'evidenza
e dell'efficienza. Che cosa potremmo
realizzare con mezzi poveri? Dio in-
vece si comporta diversamente. Dio
ha una sua amabile ironia e fantasia,
che lo porta a scegliere i mezzi po-
veri, a seguire le vie che noi non gli
avremmo mai consigliato. Se Dio ama
il silenzio, la povertà, la semplicità,
se Dio vuole dimorare tra i piccoli e
gli umili, sappiamo dove trovare la
sua presenza. Dio lo possiamo trova-
re anche in noi se, come Maria, sia-
mo capaci di confessare la nostra po-
vertà. «Eccomi, sono la serva del Si-
gnore». «Su te stenderà la sua ombra
la potenza dell'Altissimo ». La poten-
za dell'Altissimo si muove là dove c'è
una condizione umile e orante.
Luigi Pozzoli
Lettura spirituale
Dio ama il silenzio
Non di solo pane Numero 763 pagina 5
Lunedì 4
Luglio
II Settimana del Salterio
XIV Settimana del Tempo Ordinario
Il santo del giorno:
Santa Elisabetta
Santa Elisabetta,
che, regina del Por-
togallo, fu esempla-
re nell’opera di pa-
cificazione tra i re
e nella carità verso
i poveri; rimasta
vedova del re Dioni-
gi, abbracciò la re-
gola tra le monache
del Terz’Ordine di
Santa Chiara nel
cenobio di Estremoz
in Portogallo da lei
stessa fondato, nel
quale, mentre era
intenta a far ricon-
ciliare suo figlio con
il genero, fece poi
ritorno al Signore.
Etimologia: Elisa-
betta = Dio è il mio
giuramento, dall'e-
braico
In quel tempo, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta
proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo
seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici
anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé:
«Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e
disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salva
ta. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù
disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma
dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E
questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Brano Evangelico: Mt 9,1826
Dal silenzio nasce la preghiera, dalla preghiera
nasce la fede, dalla fede nasce l’amore,
dall’amore il servizio.
Agisci
... Il deserto è il luo-go del silenzio, della solitudine, dell'in-contro con Dio e del dialogo con lui. Cer-cherò di trovare un luogo in disparte, dove poter trascorre-re del tempo nella solitudine e nel si-lenzio.
Contemplo: Le prese la mano
(Mt 9,25)
Non ci venga il rimpianto del contatto fisico che molte persone ebbero con Gesù, tanti anni fa, perché solo coloro che ebbero fede riuscirono veramente ad avere il beneficio della sua presenza: «Se riuscirò anche solo
a toccare il suo mantello» (Mt 9,21); «Le donne, avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono» (Mt 28,9). Colui «che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita» (1Gv 1,1). Ancora oggi il Signore Gesù ci prende per mano e ci rialza!
Non di solo pane Numero 763 Tempo Ordinario pagina 6
L’ eccezionale intelligenza di padre Leonid, unita al discernimento, gli consentiva di guardare le persone in trasparenza, scrutandole da parte a par-te. L'anima dello starec era ricolma di grande amore e di compassione per l'u-manità. A volte però il suo modo di agi-re era brusco e impetuoso. Lo starec Lev non va considerato come un uomo comune, poiché egli aveva raggiunto quelle vette spirituali dove l'asceta agi-sce obbedendo alla voce di Dio. Invece di lunghe esortazioni egli, talora, faceva mancare la terra sotto i piedi alla perso-na che lo interpellava, cosicché questa riusciva a percepire la propria precarie-tà e a prendere coscienza del proprio agire ingiusto. In questo modo, lo sta-rec, con il suo scalpello spirituale, era in grado di trovare l'ascesso che si era formato nel cuore indurito dell'uomo (che gli stava davanti). Il risultato era un fiume di lacrime di pentimento.
Starec Leonid
Lettura spirituale
Un fiume di lacrime
Preghiera
Signore Gesù, per l'ineffabile rispetto, la
comprensione e lo sguardo profondo e amo-
revole con cui hai accostato le donne che
hanno incrociato il tuo cammino, noi ti ren-
diamo grazie, oggi e sempre! Travolti, noi
tutti, dal vortice di fiducia e di energia sa-
nante che riversi su di noi e che ci coinvolge,
superiamo ogni morte evinciamo ogni dimi-
nuzione di vita. Sii benedetto nei secoli!
Meditiamo la Parola
La prese per mano Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
La prese per mano. Immagine sublime
dell’amore di Dio che si china sull’uomo, su
ogni uomo. Gesù si china sul quel lettuccio
dove giace il corpo esamine della fanciulla
perché prova compassione, è mosso dalla
compassione. Cosa vuol dire compatire? Nel
linguaggio biblico significa “sentirsi con”, im-
medesimarsi nella dimensione esistenziale
dell’altro, di chi ci sta accanto, di colui che
incontriamo. La prese per mano. Le dita di
Dio si intrecciano con quelle dell’uomo e la
vita ricomincia a scorrere, la luce della re-
surrezione penetra e sconfigge il buoi della
morte, il “non senso” della sofferenza. Ogni
volta che il Signore ci prende per mano di-
ventiamo dei risorti. La nostra cattiveria
muore e la bontà ricomincia a scorrere. Ri-
sorti! Capaci ciò di instaurare nuove relazio-
ni, di uscire dal nostro isolamento, di strin-
gere un’altra mano, di creare ponti che uni-
scono la terra al cielo, il finito all’infinito di
Dio.
Non di solo pane Numero 763 pagina 7
Martedì 5
Luglio
II Settimana del Salterio
XIV Settimana del Tempo Ordinario
Il tuo vero amico è colui che ti rivela le tue
macchie e ti aiuta a cancellarle prima
che le scoprano i nemici.
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il
demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da
stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i
farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei de
mòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro
sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e
ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano
stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi
discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate
dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Agisci
La compassione mi mette in sintonia con i bisogni dei fratelli e mi muove a soccorrer-li. Coltiverò questo sentimento e proverò a tradurlo in gesti di concreta attenzione agli altri.
Il Santo del giorno:
Sant’Antonio Maria
Zaccaria
Nasce a Cremona nel 1502. Nel 1524 si laurea in medicina a Padova. Ma poi, tornato a Cremona, decide di spiegare Vangelo e dottrina a grandi e piccoli. Viene consacrato prete nel 1528. Cappellano della contessa Ludovica Torelli, la segue a Milano nel 1530. Qui trova sostegno nello spirito d'iniziativa di questa
signora e in due amici milanesi sui trent'anni come lui: Giacomo Morigia e Bartolomeo Ferrari. Rapidamente nascono a Milano tre novità, tutte intitolate a san Paolo. Già nel 1530 egli fonda una comunità di preti soggetti a una regola comune, i Chierici regolari di San Paolo. Milano li chiamerà Barnabiti, dalla chiesa di San Barnaba, loro prima sede. Poi vengono le Angeliche di San Paolo, primo esempio di suore fuori
clausura. San Carlo Borromeo ne sarà entusiasta, ma il Concilio di Trento prescriverà loro il monastero. Terza fondazione: i Maritati di San Paolo, con l'impegno apostolico costante dei laici sposati. Denunciato come eretico e come ribelle Antonio va a Roma: verrà assolto. Durante un viaggio a Guastalla, il suo fisico cede. Lo portano a Cremona, dove muore a poco più di 36 anni.
Brano Evangelico: Mt 9,3238
Contemplo: Pregate! (Mt 9,38)
Gesù non dice: «Lavorate, datevi da fare!», ma dice invece: «Gli operai sono pochi! Pregate!». Non sono i discepoli di Gesù che portano la salvezza, ma essi vivono con Gesù ed è Lui che porta la salvezza. Il lavoro è di Dio, per
ché «né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma è Dio che fa crescere» (cf 1Cor 3,7). Il paradosso nella storia della Chiesa è che riesce a fare molto colui che sa molto pregare.
Non di solo pane Numero 763 Tempo Ordinario pagina 8
Ho cercato Dio con la mia
lampada così brillante
che tutti me la invidiavano.
Ho cercato Dio negli altri.
Ho cercato Dio
con il telescopio e
con il microscopio.
Finché mi accorsi che avevo
dimenticato quello che cercavo.
Allora, spegnendo la mia lampada,
gettai le chiavi, e mi misi a piange-
re... e, subito, la sua luce fu in
me...
Angelus Silesius
Lettura spirituale
La luce di Dio in me
Preghiera
Eccoci Signore, siamo muti, incapaci di
parole autentiche, che sgorghino dal cuore
e ne interpretino il sentire profondo. A te,
che conosci e vedi le nostre difficoltà di
relazione e di comunicazione, chiediamo
di curarci, di guarirci, di sciogliere le no-
stre voci e la voce del nostro cuore, perché
insieme ai fratelli possiamo cantare le tue
meraviglie e portare il nostro frutto in te e
per te che sei Signore per sempre.
Meditiamo la Parola
Un Dio gentile Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Parroco di Bovegno
Gesù andava attorno per tutte le città è i
villaggio. Dio è caparbio, ostinato, non si
arrende: è sempre e comunque alla ricerca
dell’uomo, della sua creatura, della sua ef-
fige. Questo andare è un movimento che lo
porta ha rivestirsi di gentilezza e dolcezza.
Il Signore presta attenzione alle nostre de-
bolezze, cammina con passo leggero accan-
to a noi, ci guarda con tenerezza e ci tocca
con rispetto. Gesù andava attorno per tutte
le città è i villaggio. E’ sempre sulla strada,
per le anguste viuzze del nostro cuore. Ci
vuole incontrare, parlare, sostenere. Cura
ogni malattia, scaccia i demoni che cercano
di farci cadere, inciampare, rovinare le per-
le preziose nascoste nel campo della vita
interiore. E’ un Dio gentile che ci accarezza
e si prende cura di noi.
Non di solo pane Numero 763 pagina 9
XIV Settimana del Tempo Ordinario
La vita è come una scatola di cioccolatini. Alcuni sono croccanti, altri morbidi, altri ancora sono cre-mosi oppure al liquore. Ognuno ha le sue qualità particolari. Senza ciascuno di essi, la vita non sa-rebbe completa.
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro
potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni
infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato
Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni
suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano;
Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda
l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò,
ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei
Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa
d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vi
cino».
Brano Evangelico: Mt 10,17
Contemplo: Strada facendo,
predicate (M110,7)
La parola che Gesù ha detto e compiuto è il seme di Dio che i Dodici, e con loro tutti i discepoli, semineranno ovunque. Il Vangelo racconta la chiamata e la missione dei Dodici. Ognuno di loro realizza il proprio
nome di figlio, testimoniando ai fratelli l'amore del Padre, rivelato in Cristo Gesù. I Dodici, come i buoni farisei dediti alla preghiera e al servizio della Parola, sono uomini «separati», scelti da ogni tipo di condizione sociale, «consacrati» come profeti dell'unico ed eterno sacerdote, Gesù Cristo.
Mercoledì 6
Luglio
II Settimana del Salterio
Agisci
II discepolo ha il compito
di annunciare, con la
parola e con la vita, la
gioiosa realtà del regno
di Dio presente nella
storia. Cercherò di co-
gliere ogni occasione
buona per mantenermi
fedele a questo impe-
gno.
Il Santo del giorno: Santa Maria Goretti
Quando questa santa venne canonizzata (perdonate una sola volta un ricordo personale), ero studente di teologia: era il 24 giugno dell'anno santo 1950 e la cosa straordinaria è che dinanzi al papa di allora, Pio XII, vi erano la mamma della nuo
va santa e Alessandro Serenelli, l'uomo che l'aveva uccisa e pugnalata il 5 luglio del 1902. Maria Goretti è una martire, morta all'età di dodici anni per salvare la sua purezza. Una santa giovane che, come san Domenico Savio, dice: «La morte, ma non il peccato». Esempio per la
gioventù di oggi, come per la gioventù di tutti i tempi. C'è da sperare che un esempio tanto eroico serva ai nostri giovani per non calpestare la legge di Dio, vivere in santità e purezza di vita.
Non di solo pane Numero 763 Tempo Ordinario pagina 10
Paziente e misericordioso» è il binomio-che ricorre spesso nell'Antico Testamen-to per descrivere la natura di Dio. Il suo essere misericordioso trova riscontro concreto in tante azioni della storia del-la salvezza dove la sua bontà prevale sulla punizione e la distruzione. I Salmi, in modo particolare, fanno emergere questa grandezza dell'agire divino: « Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tut-te le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e miseri-cordia » (103,3-4). (...) La misericordia di Dio non è un'idea a-stratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuo-vono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il caso di dire che è un amore «viscerale». Proviene dall'intimo come un sentimento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di indulgenza e di per-dono.
Francesco
Lettura spirituale
Un amore “viscerale”
Preghiera
Signore, possiamo porci in cammino nel tuo
nome, solo dopo aver ascoltato col cuore le
tue parole e aver vissuto intensamente la tua
vicinanza. Allora, a tua immagine, smuove-
remo di nuovo e ancora zolle incolte, pronti
a dissodare, per i nostri fratelli e per noi
stessi, il campo di quell'amore che tu ci hai
consegnato e hai posto nelle nostre mani. Ti
ringraziamo, Signore Gesù!
Meditiamo la Parola
Ministri della misericordia di Dio Meditazione a cura della Redazione
I primi discepoli di Gesù erano uomini semplici,
che conducevano un'esistenza priva di una luce
particolare. Tuttavia, Gesù passa vicino a loro e
li invita a seguirlo. Nasce, così, la Chiesa, la co-
munità d'amore che scaturisce dalla chiamata del
Signore. Questo invito è ripetuto ancora oggi in
mille modi. Molti giovani lasciano la propria fami-
glia, rinunciano ai propri sogni e progetti per in-
camminarsi dietro al Maestro. Come Pietro, come
Matteo, come Giovanni, come Giacomo... La mis-
sione è smisurata, i pericoli sono molti. Questi
giovani sono inviati, come i primi apostoli, in tut-
ti i luoghi. Dobbiamo ricordare che il Signore ha
scelto gli apostoli non tra i più bravi e rispettati
uomini del suo tempo: lo stesso evangelista Mat-
teo, prima di diventare discepolo di Gesù, non
godeva di buona fama tra i suoi concittadini. Gli
uomini chiamati al sacerdozio, dunque, vengono
scelti in base all'amore e alla misericordia di Ge-
sù, secondo il piano misterioso di Dio. I poteri
che vengono loro conferiti con l'unzione sacra-
mentale non sono espressione del loro merito,
ma generosissima concessione del Signore che,
per portare il dono della sua misericordia infinita
a noi poveri peccatori, ha scelto di farlo attra-
verso altri uomini, i quali pure sono debitori ver-
so Dio e bisognosi della sua misericordia. Non è il
fatto che un sacerdote sia simpatico o interes-
sante a far sì che ci porti Gesù, ma perché è sta-
to scelto e inviato da Dio. Quando fatichiamo a
riconoscere il Signore attraverso i suoi rappresen-
tanti, nella messa, nella confessione o in altri
servizi ministeriali, chiediamo luce al Signore.
Sta sempre lì, anche se stentiamo a riconoscere i
suoi tratti, perfino dove c'è mediocrità, pochezza
e debolezza.
Non di solo pane Numero 763 pagina 11
Giovedì 7
Luglio
II Settimana del Salterio
XIV Settimana del Tempo Ordinario
Oggi sei più saggio, se hai imparato
dagli errori di ieri.
Il Santo del giorno: Beato Oddino Barot-ti Nasce a Fossano nel 1344 e prima ancora di essere prete, Oddino diventa canonico della «collegiata» di San Giovanni, che diventerà cattedrale nel 1582, quando sarà costituita la diocesi fossanese. A 24 anni, nel 1368, Oddino diventa parroco. Nel 1376 è pellegrino in Terrasanta,
dove viene sequestrato da predoni e per qualche tempo è loro prigioniero. Rientrato a Fossano si fa conoscere perché, come figlio spirituale di san Francesco d'Ass is i (appartiene al Terz'Ordine), vive rigorosamente da povero, dirottando entrate e doni verso le famiglie più infelici. Su questa generosità cominciano presto a circolare racconti affettuosi, arricchiti da particolari che
fanno pensare ai Fioretti di san Francesco. Al tempo della peste endemica in molte parti del Piemonte, Fossano rinnova e ingrandisce il suo ospedale, per l'impegno soprattutto di Oddino, è il 1382. Nel 1400, però, morirà anche lui colpito dal morbo spendendosi da infermiere per i malati. Nel 1808 è proclamato beato.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo
che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate
i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente
date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca
da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto
al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia
degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il
saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non
ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non
dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete
la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra
di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Brano Evangelico: Mt 10,715
Agisci Gesù ci chiede di non accumulare ricchezze per poter avere un cuore libero ed essere così capaci di seguirlo. Proverò a sbarazzarmi di qualcosa che mi ap-pesantisce il cammi-no...
Contemplo: Il regno dei cieli
è vicino (Mt 10,7)
La predicazione è l'annuncio pubblico e solenne del Regno, chiamato «dei cieli», un modo della lingua ebraica per alludere al nome di Dio. Nel mondo biblico il nome di Dio è pronunciato con un rispetto così e
stremo da usare tanti trucchi linguistici per non nominarlo, o per nominarlo con parole che tentano di arrivare alla realtà. La parola umana non può indicare la realtà divina, ma Gesù ci ha insegnato a pregare Dio come Padre nostro e si è fatto «via» per farci raggiungere il Regno del Padre.
Non di solo pane Numero 763 Tempo Ordinario pagina 12
Quale padre poté mai essere
debitore nei confronti dei figli quanto io
lo sono nei vostri confronti?. Quale pa-
dre infatti ha mai ricevuto dai figli car-
nali tanta obbedienza, tanto amore sin-
cero, tanto e così pronto rispetto nei
propri confronti come io ho trovato in
voi? Se ho attraversato le Alpi d'Italia e
di Spagna, voi le avete attraversate con
me con il vostro affetto. Se sono andato
a Roma, come è capitato spesso, vi siete
uniti a me come compagni inseparabili.
Se ho passato i mari, nel vostro animo
avete navigato con me.. Con me amma-
lato, vi siete ammalati con me con la
compassione e una grande sofferenza
nell'animo. Non ho mai potuto lavorare
senza di voi, senza di voi non sono mai
riuscito ad affrontare alcun pericolo.
Pietro il Venerabile
Lettura spirituale
Senza di voi
Preghiera
Signore, custode dolcissimo forte del mi-stero di ogni incontro tra fratelli... non decidiamo noi chi, né dove, né fino a quando: come tu ci vuoi, intenti ai gesti amorevoli e austeri di un amore compas-sionevole, coltiveremo, chini, il campo dell'accoglienza e la comune consapevo-lezza di essere tutti bisognosi insieme alla certezza lieta di essere amati così: insie-me! Per questo ti ringraziamo, Signore Gesù!
Meditiamo la Parola
La vostra pace scenda su questa casa Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
La parola "pace" sulle labbra degli apostoli
non deve essere un mero saluto, vana espres-
sione di circostanza, piuttosto deve avere un
significato più profondo: deve esprimere la
benedizione di Dio che i discepoli di Cristo,
proprio in quanto sono i suoi seguaci, donano
a coloro che li accolgono. Il cristiano che dif-
fonde sempre la benedizione di Dio per il be-
ne di chi l'ascolta, non si scoraggia quando la
sua parola non viene accolta. Il seguace di
Cristo sa che la parola di Dio non è vana ma
efficace, e che ogni sforzo generoso da parte
sua darà sempre i suoi frutti. La venuta del
Regno è offerta a tutti, senza distinzioni. Co-
loro che accolgono l'amore di Dio ricevono un
dono che non potrà mai essere valutato in
maniera adeguata. L'annuncio della salvezza
è reso possibile dalla risposta generosa dei
chiamati, grazie ai ministri dell'amore di Dio.
La loro opera, da secoli, riempie di speranza
la vita di milioni di uomini. Anche noi possia-
mo dire di aver ottenuto tanti doni da Dio. È
giunto il momento di riconoscerlo, per rin-
graziarlo, per rinnovare il nostro battesimo,
per piangere con semplicità e fiducia, perché
non sempre abbiamo saputo rispondere con
affetto a tutto l'amore che Dio ci ha offerto
in Cristo.
Non di solo pane Numero 763 pagina 13
Venerdì 8
Luglio
II Settimana del Salterio
XIV Settimana del Tempo Ordinario
Quando tralascerete la preghiera per il servizio dei poveri non perderete nulla, poiché servire i poveri significa andare a trovare Dio.
Vincenzo de Paoli
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: io vi mando come pecore in
mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colom
be. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelle
ranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per cau
sa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno,
non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora
ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre
vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i
figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a
causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quan
do sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non
avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio
dell’uomo».
Brano Evangelico: Mt 10,1623
Contemplo: Siate semplici co-
me colombe (cf Mt 10,16)
La prudenza non è un calcolo
cinico o di compromesso, co-
me la semplicità non è debo-
lezza, superficialità o mancan-
za di valutazione. La spiega-
zione di san Paolo è questa:
«Non comportatevi da bambini
nei giudizi; siate come bambi-
ni quanto a malizia, ma come
uomini maturi quanto ai giudi-
zi» (1Cor 14,20).
Agisci:
Senza la guida dello
Spirito non ci è pos-sibile arrivare a co-
noscere la verità di
noi stessi e di Dio. Pregherò invocando
in modo speciale la
sua luce su di me.
Il Santo del giorno: San Pancrazio da Taormina Nacque ad Antiochia, in Cilicia. Narra un'antica tradizione che Pancrazio era appena adolescente quando suo padre infiammato dal desiderio di vedere Gesù, decise di recarsi a Gerusalemme, portando con sé il figlio. Pancrazio ebbe così la straordinaria occasione di vederlo con i
suoi occhi. Fatto ritorno ad Antiochia, ebbe poi modo di udire la predicazione di San Pietro, dal quale venne battezzato, avviato al sacerdozio ed infine consacrato vescovo. Nell'anno 40 d.C. Pancrazio fu inviato da San Pietro in Sicilia quale primo vescovo di Taormina. Nella città sicula riuscì a convertire parecchi pagani, tra i quali lo stesso prefetto. I
suoi nemici lo invitarono a un banchetto e tentarono di costringerlo a baciare un idolo di legno, oggetto che il vescovo con un segno di croce ridusse in frantumi. Ciò gli costò dunque la vita. Nel XV secolo i taorminesi introdussero il suo culto anche a Canicattì, che ancora oggi lo venera quale patrono.
Non di solo pane Numero 763 Tempo Ordinario pagina 14
La misericordia diviene elemen-
to indispensabile per plasmare i
mutui rapporti tra gli uomini, nello spirito
del più profondo rispetto di ciò che è u-
mano e della reciproca fratellanza. È im-
possibile ottenere questo vincolo tra gli
uomini se si vogliono regolare i mutui rap-
porti unicamente con la misura della giu-
stizia. Questa, in ogni sfera dei rapporti
interumani, deve subire, per così dire,
una notevole «correzione» da parte di
quell'amore il quale - come proclama san
Paolo - «è paziente» e «benigno» o, in al-
tre parole, porta in sé i caratteri dell'amo-
re misericordioso tanto essenziali per il
Vangelo e per il cristianesimo. Ricordia-
mo, inoltre, che l'amore misericordioso
indica anche quella cordiale tenerezza e
sensibilità di cui tanto eloquentemente ci
parla la parabola del figliol prodigo, o an-
che quelle della pecorella e della dramma
smarrita. Pertanto, l'amore misericordioso
è sommamente indispensabile tra coloro
che sono più vicini: tra i coniugi, tra i ge-
nitori e i figli, tra gli amici; esso è indi-
spensabile nell'educazione e nella pastora-
le.
Giovanni Paolo Il
Lettura Spirituale
Amore indispensabile
Preghiera
«Eccomi, manda me!»: lungo è il cammino
perché queste parole acquistino un significa-
to profondo nella nostra esistenza. Signore,
aiutaci a percorrerlo senza lasciarci sopraf-
fare dalla paura, a ripeterle ogni giorno,
qualunque sia il costo di questa offerta. Ren-
dici generosi, ma umili di cuore: siamo una
nota soltanto della tua divina sinfonia, Si-
gnore. Sia quella, per ciascuno, non di più e
mai di meno! Accogli il nostro grazie!
Meditiamo la Parola
Chi persevererà sarà salvato Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Per certi versi, la descrizione dei rischi e degli osta
coli che Gesù presenta ai suoi discepoli ha una certa
somiglianza con la realtà della nostra vita, nel mon
do attuale. Non è mai facile dare testimonianza coe
rente della propria fede. Testimoniare fedelmente
Gesù è spesso motivo di scherno e di disprezzo.
Non si tratta certo di un pericolo mortale, ma dob
biamo temere la tentazione di non resistere alle
pressioni, talvolta fortissime, delle convenzioni so
ciali. Incomprensioni, odi, rifiuti, accuse... non sono
cose da poco: ma non è possibile affrontare la mis
sione né la vita da cristiani, se temiamo il giudizio e
il confronto con il mondo. La fede è un tesoro na
scosto nei nostri cuori. Non c'è oggi sfida più impe
gnativa e affascinante che quella di vivere coe
rentemente, ogni giorno, la propria fede. Secondo le
parole del Signore, poi, lo Spirito Santo è al nostro
fianco per suggerirci cosa dire in ogni momento.
Spesso, la testimonianza audace, coraggiosa, perfi
no eroica, di un cristiano è seme di conversione dai
frutti rigogliosi e abbondanti, scintilla che accende
la fiamma luminosa della fede nei momenti più cri
tici della storia di una comunità. Nella misura della
nostra maggiore o minore responsabilità nella co
munità, ci è concessa l'occasione di dare autentica
testimonianza. Ognuno di noi può dare il suo con
tributo affinché sempre più uomini e donne scopra
no l'amore di Dio. La nostra testimonianza più con
vincente è quella della carità, la quale, spesso, vale
molto più delle parole.
Meditiamo la Parola
Una barca, il suo posto Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 763 pagina 15
Sabato 9
Luglio
II Settimana del Salterio
XIV Settimana del Tempo Ordinario
Ti senti stanco e oppresso dalla vita? Affida il tuo peso a Dio e lascia che sia lui a portarlo. Le sue spalle sono larghe e le sue braccia sono forti. Le sue orecchie sono aperte alle tue preghiere e le sue mani sono pronte ad aiutarti.
Brano Evangelico: Mt 9, 1417
Contemplo : I vostri capelli
sono tutti contati (cf Mt 10,28.30)
Togli da noi, Signore Gesù, ogni
insana paura di noi stessi, delle
circostanze e degli uomini. Tu ci
hai detto che il Padre dei cieli
controlla perfino i capelli del
nostro capo, per indicarci che
ha molta cura del nostro cuore e
della nostra vita. Aumenta con
l'aiuto della tua grazia la nostra
fiducia nella bontà del Padre,
per avere il coraggio di compiere
nella vita tutto il bene che egli si
aspetta da noi.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Agisci
... Diventare come
Gesù! Questo mi
chiede oggi la Parola
e questo so che è
possibile riuscire a
essere, con l'aiuto di
Dio e con il mio im-
pegno.
Il santo del giorno:
Santi Agostino Zhoa
Rong e compagni
I martiri cinesi so-
no molto numero-
si, e se non tutti
sono ricordati nel
Martirologio Roma-
no, tutti però sono
scritti nel Libro
della vita. Tra i
martiri del Nove-
cento ci sono an-
che alcuni italiani.
Sant Agostino Zhao
Rongguida la
schiera dei martiri
di Cristo in Cina.
Soldato dell'impe-
ratore, fu conqui-
stato dalla bontà
dei martiri che
perdonavano i loro
persecutori. Diven-
tò cristiano e sa-
cerdote, prenden-
do il nome di Ago-
stino, in onore del
santo Dottore di
Ippona.
333/3390059 don Luciano
Anno XV- n. 763
Domenica 3 Luglio 2016
Chiuso il 30/06/2016
Numero copie 1350
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
www.nondisolopane.it
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