MARZO 2014
DICEMBRE 2014QUI MAGAZINE
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Natale a teatro:gli spettacoli di Roma,Frosinone e Cassino a pagina 66
Il rock e oltreA Roma arrivanoi 2Cellosa pagina 71
foto DONATELLA FRANCATI
Massimo Roscia alla guerraLo scrittore frusinate e il suo libro “La strage di congiuntivi”a pagina 62
Edoardo Lipparelliha due sogni:l’America e il golfa pagina 98
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Finalmente un premio alla qualità, alla preparazione, alla culturadella perfezione, agli ingredienti che compongono il “prodotto Massimo Roscia”
Massimo Pizzuti (Il Nuovogiorno)30.11.2014
Sono giornate convulse, queste,per Massimo Roscia, scrittorefrusinate che, dopo un primoromanzo (Uno strano morso. Ovverosulla fagoterapia e altre ossessioni peril cibo) del 2006, dopo un’esperienza(per lui uno strazio) in politica, dopoanni ad occuparsi di critica enogastro-nomica con una continuativa docenzanei corsi del Gambero Rosso, dopouna lunga collaborazione come condi-rettore al periodico “Il Turismo cultu-rale”, torna sul luogo del (primo)delitto, ovvero al romanzo, stavoltaper i tipi dell’editore Exòrma, e conun impianto più vasto e un disegnopiù ambizioso. Il libro si intitola “Lastrage dei congiuntivi” e sta avendouna grande risonanza a ogni livello,ha incuriosito in molti, persino i criti-ci più aspri, tanto che è arrivato allaseconda edizione. La scorsa settimanail libro è stato presentato dallo scritto-re e dall’editore Orfeo Pagnani all’au-ditorium San Paolo Apostolo al quar-tiere Cavoni di Frosinone. E anche quic’è stato il pienone, il libro e gli auto-grafi si sono sprecati, gli interventi,tutti brevi, gustosi e alquanto comici,si sono inseguiti con leggerezza anchese il libro, va detto, ha sì diversi spun-ti comici ma questi sono allo stessotempo drammatici perché attingonodalla realtà, anch’essa comica e dram-matica. A Roscia abbiamo fatto alcunedomande non solo per conosceremeglio il libro ma per capire il senso
della sua missione.Dunque un romanzo, e nonun saggio o un manuale,
per una disperata difesadella straordinaria lin-gua italiana…
«Sì, un romanzo.Anzi un noir, un gialloin piena regola con tanto
di assassini e vittime.Certo, avrei potuto scrive-
re un saggio, ma non ho lenecessarie competenze lingui-
stiche e lessicografiche e il
rischio in agguato è la noia e la pedan-teria. Non rimaneva che la narrativa inprosa. E il romanzo è il genere che,per definizione, mi offriva la maggio-re possibilità di esprimermi a livelloemozionale, in maniera meno ingessa-ta, passando dalla realtà alla fantasia,mescolando esperienza, osservazionee immaginazione».
Chi è che assassina ogni giorno lalingua?
«Molti, più o meno superficialmen-te. A volte ad uccidere la lingua nonsono tanto le classi più umili, quantochi la lingua dovrebbe difenderla enobilitarla, esaltarla, renderla vivaogni giorno: insegnanti, giornalisti,avvocati, giudici...».
Come stai reagendo al turbinedella promozione del libro?
«Questa esperienza, non lo nascon-do, sta alimentando il mio ego bulimi-co. Rilascio una media di sette intervi-ste al giorno, colleziono inviti a festi-val letterari in tutta Italia, ricevorichieste di presentazioni fino alla finedel 2015 e in posti impensabili (dallasacrale libreria al ristorante, alla spa,al sexy-shop). La sensazione che vivoè quella di realizzarmi soltanto adessoche il manoscritto, al quale ho lavora-to per due anni, viene diffuso, pro-mosso, socializzato, letto, masticato,digerito e compreso. Da una platea dilettori che mi auguro sempre piùvasta».
Il gusto, la masticazione e la dige-stione ci fanno tornare a parlare dicibo. Tu sei un critico e docente dienogastronomia per il GamberoRosso. Ma ora che fine farà ilRoscia culinario?
«Sono un curioso e continuerò sem-pre ad approfondire queste tematichee a collaborare col Gambero Rosso.Del resto mangiare è come scrivere, ètutta una questione di… gusto e biso-gna saper dosare, scegliere gli ingre-dienti, rispettare i tempi e avere ilculto delle sfumature...».
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LA STRAGEDEGLI IGNORANTIIl nuovo romanzo di Massimo Roscia approda alla seconda edizione
Un romanzo, non un saggio o un manuale, per una disperatadifesa dell’italiano
CAMILLO SAVONEfoto DONATELLA FRANCATI
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