LINEE GUIDA PER ALUNNI CON
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Scuola dell’Infanzia-Primaria-Secondaria di I grado
Con Sez. staccata e plesso a MARCEDUSA e BELCASTRO Via Rinascimento BOTRICELLO-88070- (CZ)
PREMESSA
Il nostro Istituto, in ottemperanza alla legislazione scolastica in materia di inserimento di alunni con bisogni
educativi speciali, predisone un piano di interventi volti a garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno,
favorendo l’inclusione scolastica, sia dal punto di vista della socializzazione che dell’apprendimento. Una scuola
inclusive mira al rispetto e alla valorizzazione delle capacità individuali nella consapevolezza che le diversità
costituiscono una risorsa per tutti, nonché un’occasione di crescita e di arricchimento, sviluppando la personalità
di ciascuno per il raggiungimento dell’autonomia personale e relazionale nella prospettiva di una fattiva
integrazione nella vita sociale. Il concetto di BES si fonda su una “ visione globale della persona” come
definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002). Nel 2002 l’OMS ha, infatti, elaborato uno
strumento diagnostico definito ICF (International Classification of Function of Disability and Health), con lo
scopo di descrivere e misurare il funzionamento di una persona: quando i fattori biologici, sociali e culturali
interagiscono in modo positivo è garantito il benessere dell’alunno. Il Documento nasce, quindi, dall’esigenza di
attuare strategie d’intervento che possano cogliere l’eterogeneità dei bisogni per individualizzare i diversi
percorsi di apprendimento di ogni discente. Tale visione prende in considerazione la possibilità che ogni
persona, nel corso della propria vita, possa esprimere bisogni, disagi o “disabilità”, anche temporanee, che
necessitano di una presa in carico flessibile, integrata e dinamica.
La Direttiva del 27 dicembre 2012 “Strumenti di Intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazioni territoriali per l’inclusione scolastica” definisce la strategia inclusiva finalizzata a promuovere
il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni in difficoltà. L’inclusione scolastica, attuata attraverso la definizione
e la condivisione del Piano Educativo Individualizzato, risponde ai differenti bisogni educativi e si realizza
attraverso strategie finalizzate allo “sviluppo delle potenzialità di ciascun alunno nel rispetto del diritto
all’autodeterminazione nella prospettiva della migliore qualità di vita” (D. Lgs 62 e 66/17, Art. 1). Ciò trova
piena espressione nella mission del nostro Istituto che mira ad una scuola inclusiva che valorizzi e favorisca
l’incontro tra culture diverse e differenti realtà sociali del territorio, progettando iniziative a favore degli alunni
in situazioni di disagio personale e sociale, in termini di accoglienza e sostegno ai loro progetti di vita.
RIASSUMIAMO CHI SONO I BES:
E IN MANIERA PIÙ DETTAGLIATA:
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3- SVANTAGGIO SOCIO-
ECONOMICO, LINGUISTICO,
CULTURALE
Sono gli studenti
diversamente
abili
Si intendono alunni con:
- DSA
- Deficit del linguaggio
- Deficit abilità non verbali
- Deficit coordinazione motoria,
- Disprassia
- ADHD
- Disturbo oppositivo provocatorio
- Disturbo della condotta
- Funzionamento intellettivo limite
- Spettro autistico lieve
- Disturbi d’ansia e dell’umore
- Plusdotazione
- Comorbilità
Si intendono coloro che con continuità, o
per determinati periodi, possono
manifestare Bisogni Educativi Speciali.
Gli svantaggi possono derivare da:
- Motivi fisici
- Motivi biologici
- Motivi fisiologici
- Motivi psicologici
- Motivi sociali
- Motivi economici
- Difficoltà derivanti dalla non
conoscenza della cultura e della
lingua italiana
- Interazioni tra motivi
Certificati dall’ASL
o Enti accreditati
.
Situazione a carattere transitorio.
A scuola si redige:
- P.D.P per BES
Il PDP ha validità annuale e va
firmato dal team docente, dal D.S. e
dalla famiglia dell’alunno.
Da consegnare in segreteria
e protocollare.
Il documento può essere
consegnato, su richiesta, alla
famiglia
Da consegnare in segreteria
e protocollare.
Il documento può essere
consegnato, su richiesta, alla
famiglia
Da consegnare in
segreteria
e protocollare.
Il documento può
essere consegnato
alla famiglia.
NO INSEGNANTE DI SOSTEGNO
INSEGNANTE DI
SOSTEGNO
BES Studenti con Bisogni Educativi Speciali
comprendono
1- DISABILITÀ (DVA) 2- DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
1. Certificati dell’ASL o Enti accreditati
2. Diagnosticate
3. Anche in attesa del rilascio della
certificazione si devono comunque
accertare le difficoltà e adottare un piano
didattico individualizzato e personalizzato
NO INSEGNANTE DI SOSTEGNO
Situazione a carattere
permanente.
A scuola si redige:
- P.D.P per DSA
- P.D.P per BES
Il PDP ha validità
annuale e va firmato
dal team docente, dal
D.S. e dalla famiglia
dell’alunno.
Situazione a carattere
permanente.
A scuola si redige:
il PEI che ha validità
annuale e va firmato
dal team docente/
CdC, dagli specialisti,
dal D.S. e dalla
famiglia dell’alunno.
Identificati dal Consiglio di
Classe/Team dei docenti sulla
base di elementi oggettivi (es.
segnalazione dei servizi sociali,
relazione d i esperti,
considerazioni pedagogiche e
didattiche dei docenti) ovvero di
ben fondate considerazioni
psicopedagogiche e didattiche
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Tenendo conto della
DISTINZIONE TRA DIFFICOLTA’ E DISTURBO
• Innato
• Resistente all'intervento didattico
• Resistente ad interventi volti all'automatizzazione.
DISTURBO
• Non innata
• Modificabile con interventi didattici mirati e potenziamento cognitivo pianificato, monitorato e verificato
• Automatizzabile anche se in tempi dilatati.
DIFFICOLTÀ
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1. GLI ORGANI PREPOSTI PER L’INCLUSIONE
GLI ( Gruppo di lavoro per l’Inclusione)
Per perseguire la “ politica per l’inclusione”, la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012
individua nel GLI l’organo istituzionale preposto a tale funzione.
Il GLI (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione)
Chi compone il
GLI
Dirigente Scolastico
Docenti referenti delle funzioni strumentali
Team docente interessato
Educatori e operatori dei servizi
Genitori
Specialisti ASL o enti accreditati
Compiti del GLI Rilevazione BES presenti nella scuola
Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi
Focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle
strategie/metodologie di gestione delle classi
Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività
della scuola
Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dalla
Commissione BES
Elaborazione di una proposta di PAI (Piano Annuale per
l’Inclusività) riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di
ogni anno scolastico (entro il mese di giugno). Il PAI va discusso e
deliberato in collegio e inviato a USR, ai GLIP e GLIR per la richiesta di
organico di sostegno e alle altre istituzioni territoriali come proposta di
assegnazione delle risorse di competenza. (a partire dall’a.s 2013-2014
in via di definizione legislativa).
A settembre, in relazione alle risorse effettivamente assegnate
alla scuola, il GLI redige un adattamento del PAI, sulla base del quale il
dirigente assegna le risorse. ( a partire dall’a.s. 2014-2015 in via di
definizione legislativa).
Funge da interfaccia della rete CTS e dei servizi sociali e sanitari
territoriali.
LA COMMISSIONE BES
Chi compone
la Commissione
BES
Funzioni Strumentali area dell’Integrazione e dell’Inclusione
Referenti sottoarea DVA
Referenti sottoarea DSA e BES 2
Referenti sottoarea BES3
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RUOLO DEL CONSIGLIO DI CLASSE/TEAM DEI DOCENTI
I Consigli di classe e i team dei docenti svolgono un ruolo fondamentale per
l’individuazione e gestione dei bisogni educativi degli alunni della classe.
RUOLO DEL DOCENTE DI SOSTEGNO
La legge 517/1977 individua il docente di sostegno specializzato come figura preposta
all’integrazione degli studenti con disabilità certificate.
L’insegnante di sostegno è nominato dallo Stato e “assume la contitolarità delle sezioni e delle
classi in cui opera, partecipa alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e
verifica delle attività di competenza dei Consigli di classe e dei Collegi dei docenti - L.104/92
art.13 comma 6 “.
Compiti del
Consiglio di
Classe e del
Team dei
docenti
Individuazione casi in cui sia necessaria e opportuna l’adozione
di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure
compensative e dispensative rilevazione di tutte le certificazioni non DVA e non DSA
rilevazione alunni BES di natura socio-economica e/o linguistico-
culturale
produzione di attenta verbalizzazione delle considerazioni
psicopedagogiche e didattiche che inducono ad individuare come
BES alunni non in possesso di certificazione
definizione di interventi didattico-educativi in base ai bisogni
degli studenti
individuazione strategie e metodologie utili per la realizzazione
della partecipazione degli studenti con BES al contesto di
apprendimento progettazione e condivisione progetti personalizzati
individuazione e proposizione di risorse umane strumentali e
ambientali per favorire i processi inclusivi stesura e applicazione Piano di Lavoro (PEI e PDP)
collaborazione scuola-famiglia-territorio
condivisione con insegnante di sostegno (se presente) e con le
varie figure che collaborano all’interno della classe (educatori,
assistenti alla comunicazione, docente di italiano L2, …).
Compiti della
Commissione
BES
Rilevazione BES presenti nella scuola
Raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi
Focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle
strategie/metodologie di gestione delle classi Formulazione proposte di lavoro per GLI
Elaborazione di una proposta di PAI (Piano Annuale per
l’Inclusività) riferito a tutti gli alunni con BES Raccolta Piani di Lavoro (PEI e PDP) relative ai BES
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RUOLO DELL’ASSISTENTE EDUCATORE
Gli assistenti educatori sono assegnati alle Istituzioni scolastiche in casi particolari (come da
certificazione sanitaria ) in aggiunta al team docente, al fine di garantire il rinforzo a relazioni
positive e, ove possibile, il raggiungimento dell’autonomia personale.
RUOLO DELL’ASSISTENTE ALLA COMUNICAZIONE
Il facilitatore è una figura di sostegno per gli studenti con disabilità sensoriale definita e
prevista dalla L. 104 /1992.
La sua presenza è assicurata grazie ad una convenzione tra l’Amministrazione provinciale ed
Associazioni e / o Enti allo scopo di facilitare la comunicazione e l’integrazione scolastica.
Compiti
dell’assistente
educatore
Collaborazione alla programmazione e all’organizzazione delle
attività scolastiche in relazione alla realizzazione del progetto educativo
Collaborazione alla continuità nei percorsi educativi didattici
favorendo anche il collegamento tra scuola e territorio in funzione del
progetto di vita dello studente
Partecipa alla valutazione, fornendo elementi significativi, degli
studenti seguiti.
classe
Supporto al consiglio di classe/team docenti nell’assunzione di
strategie e tecniche pedagogiche, metodologiche e didattiche
inclusive
Coordinamento stesura e applicazione del piano di
programmazione educativo-didattica per l’alunno diversamente abile
nel contesto della programmazione di classe ( P.E.I. ) Piano Educativo
Individualizzato
Coordinamento conoscenza della documentazione inerente
all’alunno disabile
Coordinamento dei rapporti con tutte le figure che ruotano
intorno all’alunno ( genitori, specialisti, operatori ASL, ecc. ) Verifica e valutazione delle attività e delle dinamiche della classe
Facilitatore per l’integrazione tra pari attraverso il proprio
contributo nella gestione del gruppo classe.
Compiti
dell’insegnante
di sostegno
Promozione del processo di integrazione dell’alunno nel gruppo
classe attraverso corrette modalità relazionali Partecipazione alla programmazione educativo-didattica della
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RUOLO DEL COLLEGIO DEI DOCENTI
Su proposta del GLI il Collegio dei Docenti, nel mese di Giugno, delibera il PAI. Inoltre
approva l’esplicitazione nel POF di un concreto impegno programmatico per l’inclusione.
Il Collegio dei Docenti si impegna a partecipare ad azioni di formazione e/o prevenzione
concordate anche a livello territoriale.
2. INDICAZIONI OPERATIVE
Punto 1. Osservazione sistematica da parte dei docenti
VERIFICA DEL BISOGNO:
- Esaminare la documentazione clinica, SE PRESENTE, (dei servizi pubblici o dei centri
autorizzati) presentata dalla famiglia;
- prendere in considerazione le situazioni che necessitano di un possibile intervento di tipo
pedagogico-didattico e che, pur in assenza di documentazione clinica o diagnosi, motiva
l’assunzione degli stessi.
Punto 2. Compilazione delle mappe orientative per l’identificazione dei bisogni sulla
classe Individuazione dei BES a cura del CdC/team di classe
Utilizzare:
se necessario la “Mappa orientativa per l’osservazione”, solo Scuola Primaria - Allegato A
“Scheda di identificazione e analisi dei Bisogni Educativi Speciali” BES 3 – Allegato D
in classe prima Scuola Primaria, o quando necessario, “Scheda di identificazione e
analisi dei Bisogni Educativi Speciali – grigia predittivi DSA” – Allegato B
Compiti
dell’assistente
alla
comunicazione
Collaborazione con il Consiglio di Classe/Team Docenti alla
programmazione e all’organizzazione delle attività scolastiche con
un’attenzione particolare alle strategie didattiche inerenti alla tipologia
di disabilità sensoriale
Partecipazione al Consiglio di Classe/Team Docenti ai fini della
realizzazione del progetto educativo e dell’elaborazione e condivisione
di PDF e PEI in accordo con i docenti
Collaborazione alla continuità dei percorsi didattici anche qualora
l’intervento avvenga a domicilio, sempre in accordo con la famiglia, i
docenti e l’Associazione e/o l’Ente di appartenenza.
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Punto 3. Confronto dei docenti di classe e individuazione delle azioni comuni
d’intervento
Punto 4. Primi interventi mirati e individualizzati per aiutare l’alunno a colmare il suo
bisogno
• Recupero individuale su obiettivi comuni alla classe, recupero che l'alunno “può svolgere per determinate abilità o per specifiche competenze,
potenziare acquisire
anche nell'ambito delle strategie compensative e del metodo di studio”.
• Didattica diretta a obiettivi diversi
rispetto alla classe, per i quali l''offerta didattica e le modalità relazionali vengono calibrati sulla specificità e unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano tutti gli
alunni.
DIDATTICA PERSONALIZZATA
DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA
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Punto 5. Coinvolgimento della famiglia
- Parlare con la famiglia delle difficoltà riscontrate, senza allarmare, e esponendo un progetto di
insegnamento individualizzato finalizzato al recupero o alla riduzione delle problematicità
riscontrate.
- Dopo un periodo di interventi mirati e di osservazione sistematica, ricontattare i genitori ed
eventualmente invitarli a rivolgersi ad un centro specializzato per avere una diagnosi e per poter
poi programmare un percorso adeguato.
Punto 6. Stesura del piano d’intervento in accordo con la famiglia
Il C.d.C/Team docenti, compreso l’insegnante di sostegno, acquisita la diagnosi specialistica,
compila il PEI (art. 5 DPR 24.02.1994), il documento nel quale vengono descritti gli interventi
finalizzati alla piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione e all’integrazione
scolastica.
Il C.d.C/Team docenti compila il PDP/PDT. IL PDP è un documento nel quale sono delineate le
metodologie e le attività didattiche rapportate alle capacità individuali specificando le misure
dispensative e gli strumenti compensativi.
Punto 7. I docenti, in sede di colloquio, presentano alla famiglia il PEI/PDP/PDT e lo
condividono
- Sostenere la famiglia nell'affrontare il problema ed essere disponibili al dialogo e al confronto.
- Mantenere contatti con gli specialisti in un’ottica di collaborazione e stima reciproche.
- Tenere informati i genitori degli incontri. Punto 8. La famiglia firma per presa visione il PEI/PDP/PDT.
Punto 9. Il PEI/PDP viene consegnato in segreteria per il protocollo e messo agli atti
unitamente alle schede di osservazione
Punto 10. Per i BES oltre alla firma dei genitori sarà necessaria anche quella del
Dirigente Scolastico.
Punto 11. Il C.di C. / Team dei docenti valuta i risultati ottenuti (valutazione
intermedia e finale) e individua le ulteriori azioni da progettare.
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Ogni alunno può manifestare Bisogni Educativi Speciali con continuità o per determinati periodi.
A differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi
sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinente ad aspetti didattici, privilegiando
dunque le strategie educative e didattiche attraverso percorsi personalizzati.
Per le situazioni di svantaggio si individuano tre tipologie:
Svantaggio
socio-economico
Svantaggio
linguistico e culturale
Disagio
comportamentale/relazionale
alunni seguiti dal servizio famiglia-
minori, situazioni segnalate dalla
famiglia, rilevati dal Consiglio di
Classe/Team docenti attraverso
osservazione diretta.
- alunni stranieri neo-arrivati in Italia
o che non hanno ancora acquisito
le adeguate competenze
linguistiche;
- alunni di origine straniera: la
recente normativa per i BES prevede
anche per gli alunni di origine
straniera che fossero in difficoltà di
apprendimento la possibilità di un
Piano Didattico Personalizzato
Temporaneo (PDT) e quindi
semplificato (in parte già previsto dal
DPR 394 del 1999).
Alunni con funzionamento problematico,
definito in base al danno vissuto
effettivamente dall’alunno, prodotto su
altri e sull’ambiente (senza certificazione
sanitaria)
Le situazioni di svantaggio socio-
economico e culturale, vengono
considerate nella misura in cui
costituiscono un ostacolo per lo sviluppo
cognitivo, affettivo, relazionale, sociale
dell’alunno e generano scarso
funzionamento adattivo, con conseguente
peggioramento della sua immagine
sociale.
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3. RILEVAZIONE DEI SOSPETTI DSA
COSA SONO I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO:
difficoltà scolastiche dovute ad alterazioni di natura neurobiologica;
possono modificarsi nel tempo ma difficilmente scompaiono;
non sono dovuti a pigrizia, poca motivazione o ritardo nel funzionamento intellettivo
generale;
possono determinare prestazioni altalenanti, bassa autostima, atteggiamenti di chiusura e di
disinteresse verso gli impegni scolastici.
DSA: se è evidente una difficoltà significativa nell’acquisizione del controllo del codice
scritto (lettura, scrittura, calcolo) che interferisce con il funzionamento adattivo
in presenza di:
normodotazione intellettiva ( Q.I. ≥ 85 )
adeguate opportunità di apprendimento
in assenza di:
disturbi neurologici e/o sensoriali
disturbi psicopatologici (pre-esistenti)
il disturbo deve essere persistente, nonostante la scolarizzazione adeguata e interventi
didattici specifici.
I disturbi specifici di apprendimento si presentano in ciascun individuo in modo diverso,
cioè con caratteristiche non accomunabili e con diversa intensità.
TIPOLOGIE
a) DISLESSIA SPECIFICA EVOLUTIVA
E’ relativa alla lettura strumentale (abilità di base che consentono di riconoscere le parole contenute
in un testo) e si manifesta come una difficoltà a carico dell’automatizzazione (velocità), della
correttezza della lettura e della comprensione.
I tempi di lettura sono potenziabili e migliorano fino alla classe terza della scuola secondaria di
primo grado, ma è più facile correggere gli errori che aumentare la velocità. Spesso è presente
comorbilità con altri DSA.
b) DISORTOGRAFIA
E’ relativa alla correttezza ortografica nella scrittura di parole e frasi. Anche se l’alunno conosce le
regole ortografiche mostra difficoltà nell’analizzare e distinguere i suoni di cui si compone una
parola o nell’utilizzare il codice di simboli che lega i suoni agli elementi grafici corrispondenti.
Gli errori più rilevanti consistono in omissioni di lettere o parti di parola ( es. “pote” per “ponte” o “
camica” per “camicia”); sostituzioni ( es. “vaccia” per “faccia”; “parde” per “parte”), o inversioni ( es.
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“il”per “li”; “spicologia” per “psicologia”) assenza di doppie o accenti. La stessa parola può essere
scritta a distanza di poche righe, in modi diversi.
Spesso la disortografia si associa alla dislessia, perché i due apprendimenti sono strettamente
legati.
c) DISGRAFIA EVOLUTIVA
E’ un disturbo legato a difficoltà nella motricità fine, che impedisce di automatizzare la routine
motoria necessaria per la realizzazione del segno scritto. Il segno più evidente è una significativa
difficoltà a produrre un corsivo fluente e morfologicamente comprensibile.
d) DISCALCULIA EVOLUTIVA
E’ un disturbo a carico delle abilità numeriche e aritmetiche. L’alunno ha difficoltà nel calcolo a
mente con le dita o è molto lento; non automatizza le somme entro la prima decina e le tabelline;
confonde le procedure e i riporti delle operazioni in colonna; manifesta problemi nella letto-scrittura
dei numeri (posizione dello “zero” anche in numeri a poche cifre, giudizi di numerosità e grandezze).
QUANDO RICHIEDERE LA DIAGNOSI AGLI SPECIALISTI
Per la dislessia, la disgrafia e la disortografia la diagnosi si può far fare alla fine del 2°
anno della scuola primaria (coincide con il completamento del ciclo dell’istruzione formale
del codice scritto)
Prime ipotesi già alla fine del 1° anno della scuola primaria se:
- profili funzionali molto compromessi
- pregresso disturbo del linguaggio
- familiarità accertata per il disturbo di lettura
per la discalculia alla fine della 3° anno della scuola primaria.
PERCHÉ INTERVENIRE PRECOCEMENTE
I DSA rappresentano il 4-5 % nella popolazione scolastica
Interdipendenza tra componenti: cognitive, emotive, motivazionali e relazionali
Esperienze ripetute di insuccessi condizionano la personalità del bambino
L’80% dei bambini con DSA presentano anche:
Problemi motivazionali
- Si sentono meno responsabili del loro apprendimento
- Persistono poco di fronte ad un compito
- Sfiducia nelle proprie possibilità di imparare come gli altri
Problemi emotivi
- Concetto di sé più negativo
- Maggiore ansia
- Bassa autostima
Problemi relazionali
- Difficoltà ad entrare in relazione con compagni
- Sono più facilmente esclusi e respinti
- I DSA tendono ad aggravarsi nel tempo perché alcuni apprendimenti dipendono da altri
Differenziazione tra :
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- Bambini a rischio per vero DSA (base biologica)
- Bambini a rischio per inadeguatezze nelle esperienze d’apprendimento
Fattori di rischio in età prescolare: (notizie desunte dai colloqui con i genitori)
Familiarità
Difficoltà nelle competenze comunicativo- linguistiche (DSL)
Difficoltà nelle competenze motorio-prassiche
Difficoltà nelle competenze visuo-spaziali
Possibile segnale predittivo: difficoltà di linguaggio che permangono dopo i 4 anni.
Risulta, quindi, fondamentale l’osservazione da parte degli insegnati:
Le osservazioni e i giudizi fatti dalle insegnanti sul comportamento dei bambini nella scuola
dell’infanzia possono essere altamente predittivi rispetto allo sviluppo di una successiva
difficoltà nell’apprendimento.
• Prima si interviene, prima si riducono le difficoltà di apprendimento.
• L’individuazione precoce dei segnali di rischio ha quindi lo scopo principale di elaborare
percorsi di recupero delle difficoltà, per prevenire i disturbi specifici dell’apprendimento.
• E’ compito delle scuole attivare interventi tempestivi, per individuare tra gli alunni i casi
sospetti di DSA (Legge n. 170, 08.10.2010 ).
Precisazioni sulla certificazione DSA
La Delibera Regionale n. 6315 del 21.02.2013 ha istituito presso le ASL gli elenchi dei soggetti
autorizzati a effettuare attività di prima certificazione diagnostica valida ai fini scolastici.
Gli enti privati accreditati:
devono essere inseriti in elenchi ASL che vengono aggiornati e resi disponibili sul sito ASL
entro il 30 settembre di ogni anno;
l’elenco delle strutture ha valore su tutto il territorio regionale.
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4. INDICAZIONI METODOLOGICHE
Come comportarsi
con la famiglia:
- Non fare diagnosi ma esporre con chiarezza le difficoltà rilevate.
- Sostenere la famiglia nell'affrontare il problema ed essere disponibili al dialogo e al
confronto.
… con l’alunno:
- aiutare il bambino ad accettare le proprie difficoltà ed a migliorare la propria autostima;
- valorizzare, lodandolo, i suoi punti di forza;
- condurre ogni sforzo per costruire la fiducia in sé;
- favorire la costruzione attiva della conoscenza, attivando le personali strategie di approccio
al sapere, rispettando i ritmi e gli stili d’apprendimento e assecondando i meccanismi di
autoregolazione;
- fargli comprendere che tutti abbiamo dei lati più “fragili” con i quali convivere;
- lavorare il più possibile all’interno della classe (se presente l’insegnante di sostegno);
- coinvolgere l’alunno con BES in ogni attività facendolo sentire parte integrante del gruppo
classe;
- assegnargli incarichi che lo facciano sentire stimato dai docenti e che accrescano la stima
dei compagni;
- evitare le frustrazioni legate agli insuccessi scolastici perché non si trasformino in rabbia;
- non essere avari di gratificazioni e usare il rinforzo come strumento usuale;
- aiutarlo a stemperare l’ansia: ricordarsi che, in particolare i bambini dislessici, ma in
generale ogni bambino in situazione di difficoltà, andando incontro ad insuccessi e
frustrazioni, si fanno l'idea di essere inferiori agli altri bambini; spesso si sentono inadeguati
ed incompetenti. Fondamentale è quindi il sostegno e l’incoraggiamento dei docenti.
Cosa non fare con un ragazzo con D.S.A.
• Non imporre la lettura ad alta voce, ma se richiesto aiutare e sostenere l’alunno nella
prestazione
• Non correggere "tutti" gli errori nei testi scritti
• Non dare liste di parole da imparare a memoria
• Non imporgli la copiatura
• Non paragonarlo agli altri
• Non definirlo lento, pigro, svogliato o stupido.
… con la classe
- considerare il gruppo classe come una “risorsa”
- usare strategie mirate
- far capire al gruppo che ogni individuo ha dei bisogni speciali e che è compito di ogni
docente aiutare in modo specifico “tutti” gli alunni in base alle diverse esigenze
- tutti possiamo trovarci, in un particolare momento della nostra vita, ad affrontare un periodo
difficile che ci porta ad avere bisogno di attenzioni particolari; spiegare alla classe le
difficoltà che alcuni alunni incontrano nell’affrontare gli impegni scolastici, parlandone in
modo scientifico e facendo esempi (che non riguardino i presenti)
- far capire che questi alunni hanno bisogno di strumenti compensativi per seguire meglio la
programmazione della classe (come un miope ha bisogno degli occhiali)
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- cercare di evitare inutili polemiche e discriminazioni spesso frequenti nel gruppo classe
- incoraggiare la condivisione di appunti.
- usare in modo flessibile il tempo di lavoro scolastico
… con i rappresentanti di classe
- Informare preventivamente il rappresentante di classe che all’interno del gruppo ci sono
bambini che necessitano di attenzioni ed interventi particolari, rassicurando che questo non
pregiudicherà l’apprendimento di nessuno studente né lo svolgimento del programma
didattico, ma approcci didattici differenti a seconda dei casi e delle necessità contingenti
che comunque saranno di arricchimento per l’intero gruppo
- non fornire il nominativo degli alunni in questione
- essere sempre tranquillizzanti e mostrarsi sicuri e propositivi: anche se complessa abbiamo
in mano la situazione
- spesso i risultati non sono immediati ma stiamo tutti lavorando per uno stesso obiettivo: far
vivere una positiva esperienza di crescita ad ogni alunno
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Schema riassuntivo.
Categorie
Chi sono?
Cosa serve?
Cosa il team di
classe deve
compilare?
B
ES 1
Alunni DVA con sostegno
Diagnosi funzionale
verbale del collegio
ASL
PEI
Firmato dai genitori
B
ES 2
Alunni con DSA (disturbi specifici
dell’apprendimento)
Relazione (non
diagnosi funzionale)
redatta da specialista
rilasciata da struttura
pubblica o
accreditata (se si
possiede certificazione
rilasciata da una
struttura privata,
intanto che si attende
la certificazione dalla
struttura pubblica, si
considera già BES2 e si
attuano tutti gli
strumenti compensativi
e dispensativi e si
compila PDP)
PDP DSA (per DSA)
PDP BES 2 (per altre
certificazioni)
Firmato dei genitori
Alunni con ADHD (deficit da
disturbo dell’attenzione e
dell’iperattività)
Alunni con DOP (disturbo
oppositivo-provocatorio)
Alunni con deficit del linguaggio
Alunni con deficit delle abilità non
verbali
Alunni con altre problematiche
severe che possono
compromettere il percorso
didattico (per es. disturbo dello
spettro autistico lieve qualora non
rientrino nelle casistiche previste
dalla legge 104)
Alunni con funzionamento
cognitivo limite
Altro
BES 3
Are
a d
ello
sva
nta
gg
io alunni con svantaggio linguistico-
culturale
scheda di
identificazione e
analisi dei bisogni
PDP per BES 3
Firmato dai genitori
e dal Dirigente
Scolastico
.
Alunni con svantaggio socio-
economico
Alunni con disagio
comportamentale/relazionale
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Riferimenti normative
Legge 118/1971 La legge 118/1971,”Provvidenze a favore dei mutilati e invalidi civili”, all’art. 28
“Provvedimenti per la frequenza scolastica”, dispone che l’istruzione dell’obbligo
debba avvenire nelle classi normali della scuola pubblica.
In questo senso, la legge in questione supera il modello dello scuole speciali, prescrivendo
l’inserimento degli alunni con disabilità, comunque su iniziativa della famiglia, nelle
classi comuni. Per favorire questo inserimento dispone, inoltre, che agli alunni con
disabilità vengano assicurati il trasporto, l’accesso agli edifici scolastici mediante il
superamento delle barriere architettoniche, l’assistenza durante gli orari scolastici degli
alunni più gravi.
DPR. 24 febbraio 1994 È un “Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in
materia di alcuni portatori di handicap” che individua i soggetti e le competenze degli
Enti Locali, delle attuali Aziende Sanitarie Locali e delle Istituzioni scolastiche nella
definizione della Diagnosi Funzionale (DF), del Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e
del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Questo DPR. è stato integrato e modificato
dal DPCM. n. 185/2006. Successivamente, sia il Regolamento sull’Autonomia scolastica,
DPR.
n. 275/1999, sia la Legge di riforma n. 53/2003 fanno espresso riferimento
all’integrazione scolastica. Inoltre, la L. 296/06, all’art 1 c. 605 lettera “b”, garantisce il
rispetto delle “effettive esigenze” degli alunni con disabilità, sulla base di accordi
interistituzionali.
Legge 104/1992 La Legge del 5 febbraio 1992, n. 104 “ Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione
sociale e i diritti delle persone handicappate” raccoglie e integra i precedenti interventi
legislativi divenendo il punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e
sociale delle persone con disabilità. Il diritto soggettivo al pieno sviluppo del potenziale
umano della persona con disabilità non può dunque essere limitato da ostacoli o
impedimenti che possono essere rimossi per iniziativa dello Stato ( Legislatore, Pubblici
poteri, Amministrazione).
La Legge prevede una particolare attenzione, un atteggiamento di “cura educativa” nei
confronti degli alunni con disabilità che si esplica in un percorso formativo
individualizzato.
Il Profilo Dinamico Funzionale ( PDF) e il Piano Educativo Individualizzato (PEI) sono,
dunque, per la Legge i momenti concreti in cui si esercita il diritto all’istruzione e
all’educazione dell’alunno con disabilità.
Viene inoltre sottolineato il ruolo di con-titolarità del docente di sostegno. In particolare:
Definizione di handicap Art. 3 - “È persona in situazione di handicap colui che presenta una minorazione fisica,
psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà
d’apprendimento, di relazione o d’integrazione lavorativa e tale da determinare un
processo di svantaggio sociale o d’emarginazione.” Accertamenti dell’handicap
Art. 4 - “Gli accertamenti relativi alla minorazione, alle difficoltà, alla necessità
dell’intervento assistenziale permanente e alla capacità individuale complessiva
residua, di cui all’articolo 3, sono effettuate dalle unità sanitarie locali
mediante le commissioni mediche di cui all’articolo 1 della legge 15 ottobre 1990, n°
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295, che sono integrate da un operatore sociale e da un esperto nei casi da esaminare,
in servizio presso le unità sanitarie locali.”
Ruolo dell’insegnante di sostegno
Art. 6 - Gli insegnanti di sostegno assumono contitolarità delle sezioni e delle classi in
cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione
e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e
dei collegi docenti. Inserimento e integrazione sociale Art. 8 - “L’inserimento e l’integrazione sociale della persona con disabilità si realizzano
mediante:
…(comma d) provvedimenti che rendano effettivi il diritto allo studio della persona in
situazione di handicap, con particolare riferimento alle dotazioni didattiche e tecniche, ai
programmi, a linguaggi specializzati, alle prove di valutazione e alla disponibilità di
personale appositamente qualificato, docente o non docente.”
Diritto all’educazione e all’istruzione Art. 12 commi 1-2-3
1 -“All’alunno da 0 a 3 anni in situazione di handicap è garantito l’inserimento negli
asili nido.”
2 -“È garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona con disabilità nelle
sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche d’ogni ordine
e grado e nelle istituzioni universitarie.”
3 -“L’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della
persona in situazione di handicap nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle
relazioni e nella socializzazione.”
Legge 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici d’apprendimento in ambito scolastico”.
La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la
discalculia come Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), assegnando al sistema
nazionale di istruzione il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di
valutazione più adeguate affinché studenti con DSA possano raggiungere il successo
formativo.
Per la peculiarità dei Disturbi Specifici di Apprendimento, la Legge apre, in via
generale, un ulteriore canale di tutela del diritto allo studio, rivolto specificatamente
agli alunni con DSA, diverso da quello previsto dalla legge 104/1992. Infatti il tipo di
intervento per l’esercizio del diritto allo studio previsto dalla Legge si focalizza sulla
didattica individualizzata e personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure
dispensative e su adeguate forme di verifica e valutazione.
DM. 5669 del 12.07.2011 Corredato di allegato con le “Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli
studenti con disturbi specifici di apprendimento”.
Il Decreto Ministeriale individua, ai sensi dell’art. 7, comma 2, della Legge 170/2010, le
modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, le misure educative e
didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di
insegnamento/apprendimento fin dalla scuola dell’infanzia, nonché le forme di verifica e
di valutazione per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con diagnosi
di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), delle scuole di ogni ordine e grado del
sistema nazionale di istruzione e nelle università.
Le Linee Guida presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti
conoscenze scientifiche, per realizzare interventi didattici individualizzati e
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personalizzati, nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure
dispensative. Esse indicano il livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni
scolastiche e agli atenei per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti
con DSA.
NOTA MINISTERIALE del 24.07.2012 Schema di accordo tra Governo, Regioni e
Provincie autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la
certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)”. La nota
sancisce che:
la diagnosi debba essere tempestiva e prodotta non oltre il 31 marzo, per gli alunni che
frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo di studi;
il percorso diagnostico venga attivato solo dopo che la scuola abbia attuato gli interventi
educativi e didattici previsti dalla L. 170/2010
se il Servizio Sanitario Nazionale non è in grado di rilasciare la certificazione in tempi
utili, le Regioni forniscono criteri qualitativi per l’individuazione dei soggetti privati
accreditati per il rilascio delle diagnosi;
la certificazione dei DSA deve evidenziare precisi elementi: la nota li indica e propone un
modello di certificazione per i DSA.
LINEE GUIDA MINISTRO PROFUMO del 27 DICEMBRE 2012
CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 del 6 marzo 2013
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni
educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni
operative.
Legge 107. Legge D.Lgs 62/17 e 66/17
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