Lezione 12 La formula della felicit, fino a questo momento,
consistita nell'eseguire l'operazione consumi fratto desideri. Ma
questa stata una ricetta per il consumismo. Se invece si azzerano i
desideri, la felicit tende all'infinito. Paul Samuelson Anno
Accademico 2011 - 2012 1
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INTERMODALITA DIAGRAMMA DI HOOVER LU NITIZZAZIONE DEI CARICHI
PRESUPPOSTO PER LINTERMODALIT 2
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VANTAGGI ECONOMICI DEL TRASPORTO COMBINATO Come si evince dal
diagramma che abbiamo gi esaminato in altre occasioni i vari modi
di trasporto operano a costi diversi tendenzialmente decrescenti in
quanto allaumentare della lunghezza dei percorsi i costi fissi si
spalmano su una base pi ampia. Questa ripartizione suscettibile di
compensare la crescita dei costi variabili che aumentano in ragione
della distanza percorsa. 3
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LIMITI ECONOMICI DEL TRASPORTO COMBINATO SECONDO DATI TEORICI,
DEBITAMENTE VERIFICATI, IL TRASPORTO COMBINATO STRADA-ROTAIA E
CONVENIENTE DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO A PARTIRE DA DISTANZE
SUPERIORI AI 500-700 KM 4
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INTERMODALIT: una DEFINIZIONE Insieme dei servizi di trasporto,
resi attraverso lintegrazione fra diverse modalit terrestri,
marittime, fluviali, ferroviarie ed aeree che induce a considerare
il trasporto medesimo non pi come una somma di attivit distinte ed
autonome dei diversi settori interessati, ma come UNICA PRESTAZIONE
DA ORIGINE A DESTINAZIONE in una visione globale del processo di
trasferimento delle merci e, quindi, in unottica di catena
logistica integrata. (Ministero dei Trasporti e della Navigazione)
5
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DEFINIZIONI (2) Trasporto combinato - Trasporto intermodale le
cui percorrenze europee si effettuano principalmente per ferrovia,
vie navigabili, o per mare, mentre i percorsi iniziali e/o
terminali, i pi corti possibili, sono realizzati su strada.
Trasporto intermodale - Trasferimento di una merce che utilizza pi
modi di trasporto ma con una stessa unit di carico. L'unit di
carico pu essere un veicolo stradale ovvero una unit di trasporto
intermodale (container, o cassa mobile ovvero semirimorchio).
6
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TRASPORTO COMBINATO: INDIVIDUAZIONE DELLA TIPOLOGIA Nel
trasporto combinato si possono utilizzare varie tecniche di
trasporto: camion, autotreno, autoarticolato,semirimorchio, cassa
mobile, container. Esse richiedono differenti infrastrutture di
appoggio per cui LUNIT DI CARICO A DETERMINARE LA TIPOLOGIA DI
TRASPORTO COMBINATO 7
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LA CONTAINERIZZAZIONE IL CONTAINER chi era costui? Il container
rappresenta una delle pi importanti applicazioni tecnologiche nel
settore del trasporto la cui intuizione dovuta a Malcom Mac Lean
che, nel 1956, effettu un trasporto merci via mare utilizzando dei
cassoni di alluminio caricandoli su una vecchia petroliera dando
inizi allera del CONTAINER La procedura si diffuse rapidamente per
la sua forza intrinseca che permette di evitare le ROTTURE DI
CARICO 8
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ALCUNI DATI TECNICI I containers hanno una larghezza comune di
8 piedi(244 cm) e una altezza comune di 8 piedi e 6 pollici (259
cm), mentre si trovano due lunghezze standard di 20 e di 40 piedi
(610 e 1220 cm). In seguito alla standardizzazione dei container
sorta la consuetudine di valutare la capacit di carico di una nave
portacontainer in: TEU (Twenty-Foot-Equivalent Unit) (Unit
equivalente a container da 20 piedi). 9
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CONTAINER E DIMENSIONI 10
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CONTAINERS SPECIALI 11
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NAVE PORTA CONTAINERS STAZZA LORDA 170.794 t Lunghezza 397 m
Larghezza 56 m Pescaggio 16 m Propulsione 14 cilindri, 1 elica, 102
rpm Velocit 24 nodi Capacit di carico 11.000TEU Equipaggio 13
12
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Segue NAVE PORTA CONTAINERS 13
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PRESUPPOSTO dellintermodalita lunitizzazione dei carichi
Pallet: micro unit di carico per il trasporto merci
Lunitizzazione/containerizzazione permettono di effettuare il
trasporto di carichi con dimensioni standard prescindendo dalle
categorie merceologiche 14
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EVOLUZIONI TECNOLOGICHE NEI TRASPORTI Estensione del container
alle altre tipologie di trasporto; Intermodalit ship-to-rail (nave
ferrovia); Transhipment ship-to-ship trasbordo da nave a nave
QUESTULTIMA MODALIT PERMETTE DI SUPERARE LE CARENZE DI
INFRASTRUTTURE PORTUALI 15
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TIPOLOGIE DI MEZZI DI TRASPORTO TERRESTRE 16
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CASSE MOBILI 17
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RIMORCHI E SEMIRIMORCHI PER TRASPORTO CONTAINERS 18
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IL TRASPORTO COMBINATO 19
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MEZZI PER TRASPORTO FERROVIARIO 20
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MEZZI PER IL TRASPORTO FERROVIARIO (2) CARRO POCHE 21
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MEZZI PER IL TRASPORTO FERROVIARIO (3) Carro Simmering-
autostrada viaggiante 22
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TRASPORTO TERRESTRE: CARATTERISTICHE DELLOFFFERTA IN ITALIA
Lofferta di questa tipologia di trasporto in Italia caratterizzata
dalla polverizzazione delle unit operative - alcuni dati: Imprese
esercenti in Italia n. 145.000 idem c.s. in Germania ...n. 55.000
Idem c.s. in Francia ..n. 39.000 Nei Paesi in cui si affermato il
trasporto combinato lorganizzazione operativa e lorganizzazione
commerciale sono state affidate. Ci avvenuto anche in Italia dove
sin dal 1976 stata istituita la CEMAT 23
Slide 24
CEMAT APPENDICE ALLA LEZIONE SULLOFFERTA DI TRASPORTO CEMAT uno
dei maggiori operatori europei che gestiscono, organizzano e
commercializzano servizi di Trasporto Combinato Strada Rotaia.
CEMAT opera sia in ambito nazionale che internazionale, gestendo
una rete di treni che collega oltre 150 terminali intermodali
dislocati su tutto il territorio europeo. COSTITUZIONE: 1953 Nel
1976 viene assegnato alla CEMAT il ruolo di societ nazionale per il
Trasporto Combinato Strada Rotaia 24
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CEMAT (2) CAPITALE SOCIALE: 7 milioni di euro AZIONARIATO:
TRENITALIA SpA - 53,28% HUPAC sa - 34,47% Operatori privati del
trasporto - 12,25% ORGANI SOCIALI: - CONSIGLIO DAMMINISTRAZIONE (in
carica fino ad approvazione Bilancio 2010) - COLLEGIO SINDACALE (in
carica fino ad approvazione Bilancio 2009) MANAGEMENT: IL 2007 Dati
Economici 2007: Fatturato: 225,77 mil di Dipendenti: 276 25
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CEMAT (3) Dati statistici 2007: 150.196 trasporti nazionali (
ovvero 197.866 unit di carico) 478.970 trasporti internazionali (
ovvero 675.965 unit di carico ) 745.133 unit di carico movimentate
nei terminal a gestione diretta. Dati tecnici 2007: Il parco carri
a disposizione della societ di 2.861 carri e di 3.669 moduli (di
cui 1.535 di propriet) utilizzati sia nel traffico nazionale che in
quello internazionale. Possiede, inoltre, 65 gru semoventi frontali
e 4 gru a portale su rotaia. 26
Slide 27
CEMAT (4) LA MISSION: CEMAT vuole essere leader nel settore del
trasporto combinato nazionale ed internazionale. Lo sviluppo
dellintermodalit il suo core business. La societ vuole offrire
prodotti di elevata qualit in grado di soddisfare le varie esigenze
della clientela. Attraverso lo sviluppo dellintermodalit CEMAT
intende inoltre contribuire a: Un maggiore rispetto dellambiente;
Unelevata sicurezza nel trasporto delle merci; Una maggiore
efficacia ed efficienza del network logistico a disposizione delle
imprese. La presenza maggioritaria delle ferrovie garantisce:
Maggior produttivit dei mezzi di movimentazione; Maggior frequenza
di formazione treni completi. 27
Slide 28
EFFETTI DELLO SVILUPPO DELLA LOGISTICA INTEGRATA Con lo
svilupparsi della logistica integrata si evidenziata limportanza
del ruolo degli scali marittimi sotto due profili: 1. ANELLI DELLA
CATENA INTERMODALE; 2. CENTRI LOGISTICI A VALORE AGGIUNTO. Ma la pi
importante novit del trasporto marittimo costituita dalla
progressiva crescita delle dimensioni dei natanti, fatto che, a sua
volta, ha indotto il fenomeno del transhipment nonch il
determinarsi dellesigenza di introdurre nella catena maggiori dosi
di logistica integrata. 28
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effetti della LOGISTICA INTEGRATA (2) Quale corollario del
gigantismo navale e degli enormi investimento che esso richiede
emersa la strategia delle compagnie di navigazione orientata a
gestire direttamente la varie fasi della catena logistica, INCLUSI
I TERMINALI PORTUALI impegnando risorse nellintermodalit garantita
dal ciclo dei containers door-to-door e adottando di conseguenza
una diversificazione nei servizi resi. 29
Slide 30
LA LOGICA Hub&Spoke FERMO RESTANDO IL NOTO DILEMMA
DISTRIBUTIVO : ECONOMICITA/CAPILLARITA lenorme sviluppo degli
scambi planetari ha determinato la necessit di ridurre la
complessit superando il model- lo di trasporto lineare (punto a
punto) riprogettando la offerta logistica centralizzandola su un
nodo principale HUB quale crocevia commerciale in grado di indurre
un traffico di interconnessione in quanto dotato delle ne- cessarie
infrastrutture. Questo centro di irradiazione viene collegato ad
altri nodi, posti ai confini estremi della rete SPOKE determinando
un effetto di moltipli- cazione sul numero dei collegamenti 30
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EFFETTI DEL MODELLO H&S 31
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LINTERPORTO aspetti giuridici e operativi LINTERPORTO
rappresenta probabilmente la struttura pi complessa dellintero
sistema logistico; esso non deve solamente garantire i trasporti
intermodali o combinati che, secondo un approccio giuridico,
vengono cos definiti: TRASPORTO COMBINATO Legge 23 dicembre 1997,
n. 454. Interventi per la ristrutturazione dell'autotrasporto e lo
sviluppo dell'intermodalit definizione f) per trasporto combinato,
il trasporto di merci per cui l'autocarro, il rimorchio, il
semirimorchio con o senza i veicolo trattore, la cassa mobile o il
contenitore effettuano la parte iniziale o terminale del tragitto
su strada e l'altra parte per ferrovia, per via navigabile interna
o per mare. 32
Slide 33
LINTERPORTO aspetti giuridici e operativi (2) Esso deve inoltre
assicurare alle merci, alle imprese, ai mezzi e alle persone una
molteplicit di servizi di carattere generale e di supporto quali:
banche, uffici postali, ristorazione, rifornimenti e alcune
manutenzioni per i mezzi di trasporto, per i container e altri pi
specifici quali: dogane, servizi telematici che lo denotano nella
sua funzione di SISTEMA INTEGRATO DI TRASPORTI E DI SERVIZI
LOGISTICI. In altra parte erano stati definiti : iniziative
immobiliari realizzate su base programmatica territoriale per mezzo
delle quali si attua il compimento del sistema integrato dei
trasporti e dei servizi logistici che, per le caratteristi- che
sistemiche generali e le esigenze di ingenti finanziamenti,
comporta lintervento pubblico. 33
Slide 34
LA DEFINIZIONE DEL LEGISLATORE INTERPORTO L. 4 agosto 1990, n.
240 Interventi dello Stato per la realizzazione di interporti
finalizzati al trasporto merci e in favore dell'intermodalit. Capo
I - Norme in materia di interporti 1. Ai fini della presente legge,
per interporto si intende un complesso organico di strutture e
servizi integrati e finalizzati allo scambio di merci tra le
diverse modalit di trasporto, comunque comprendente uno scalo
ferroviario idoneo a formare o ricevere treni completi e in
collegamento con porti, aeroporti e viabilit di grande
comunicazione Dallesame delle disposizioni deriva che linterporto
deve possedere i seguenti requisiti: 34
Slide 35
REQUISITI DELLINTERPORTO iniziativa immobiliare; struttura di
pianificazione territoriale; complesso organico di strutture e
servizi. Esso deve permettere di conseguire il miglioramento
dellefficienza dellintero ciclo logistico da intendersi nella sua
accezione di pianificazione, realizzazione e controllo delle
attivit che si riferiscono ai flussi fisici dei materiali e le
pertinenti informazioni, dalla fase dellapprovvigionamento a quella
di utilizzazione finale, attraverso i seguenti stadi: gestione
dellordine; gestione del controllo delle scorte, trasporto,
magazzinaggio; movimentazione della merce, imballaggio dei carichi,
adattamento della merce; gestione dei flussi informativi. 35
Slide 36
STRATEGIE DELLINTERPORTO Rinviando a un secondo momento la
problematica della governance dellInterporto occorre innanzitutto
considerarlo come una STRUTTURA IMPRENDITORIALE che, alla stregua
delle altre imprese, si deve dotare di una sua strategia atta ad
inserirlo nel mercato competitivo. Tale strategia pu essere
finalizzata ai seguenti obiettivi : di economicit quando orientata
al costo; di qualit quando orientata alla differenziazione; di
tempo quando orientata alla sua minimizzazione e/o di puntualit.
Tutto ci fermo restando quanto, nell esaminare i trasporti aerei
evidenziammo il concetto time critical per il quale il fattore
tempo decisivo e time definite per il quale assume maggior valenza
laffidabilit. 36
Slide 37
CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERPORTI Circa la classificazione degli
interporti vi stata una prima fase in cui erano distinti, sulla
base del vigente inquadramento giuridico, in PRIMO e SECONDO
LIVELLO; attualmente vengono classificati a seconda dellimportanza:
NAZIONALI o INTERNAZIONALI. Le caratteristiche tecniche che il
vigente contesto normativo individua ai fini della definizione di
interporto di rilevanza nazionale sono: a) dar vita ad una rete che
riequilibri la dotazione interportuale nazionale in un contesto di
rete logistica che faccia riferimento agli scambi con la rete
comunitaria e con Paesi terzi; b) essere previsti nei rispettivi
piani regionali dei trasporti; c) svolgere le funzioni e i servizi
di cui alla deliberazione CIPET del 7 aprile 1993, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale n. 111 del 14 maggio 1993; 37
Slide 38
CLASSIFICAZIONE (2) d) insistere su aree il cui utilizzo sia
conforme agli strumenti urbanistici vigenti, escludendo comunque le
aree tutelate dalla convenzione internazionale di Ramsar del 2
febbraio 1971 sulle zone umide di importanza internazionale, nonch
le aree sottoposte ai vincoli di cui alle leggi 1 giugno 1939, n.
1089, e 29 giugno 1939, n. 1497, e successive modificazioni. Sono
altres escluse le aree individuate come meritevoli di tutela dai
piani paesistici attuati in esecuzione del decreto- legge 27 giugno
1985, n. 312, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto
1985, n. 431; e) insistere su aree per le quali sia prevista la
presenza di una infrastruttura ferroviaria intermodale e in cui si
sia accertata l'esistenza di spedizionieri e vettori. 38
Slide 39
CLASSIFICAZIONE (3) La deliberazione CIPET(Comitato
Interministeriale per la Programmazione nei Trasporti - abolito il
24.12.1993) del 7 aprile 1993 definiva simili parametri tecnici
delle stazioni interportuali, prevedendo, in merito a funzioni e
servizi, che: a) le funzioni e i servizi insediati nell'interporto
dovranno corrispondere, fin dalla fase iniziale di messa in
servizio dellimpianto, almeno a quelli individuati come minimi
nell'elaborato tecnico allegato alla presente delibera, della quale
forma parte integrante, e dovranno essere predisposti, ove
possibile, per il funzionamento nell'ambito di una rete logistica
nazionale; in particolare occorre che siano previsti gli impianti
base per lesercizio del trasporto combinato e la movimentazione dei
containers, nonch le sedi degli operatori del trasporto e della
logistica, e che siano individuate tutte le aree necessarie alla
sosta e alla mobilit dei veicoli stradali e ferroviari b) le aree
sulle quali programmato l'insediamento dell'interporto dovranno
essere libere da vincoli e destinate, negli strumenti urbanistici
vigenti del comune interessato (o dei comuni interessati), ad
attivit terziarie e di servizi o di altre attivit comunque
compatibili con l'insediamento interportuale; 39
Slide 40
CLASSIFICAZIONE (4) c) linterporto, nella dimensione proposta,
dovr essere economicamente compatibile con il bacino di traffico di
gravitazione, dal punto di vista delle funzioni e del servizi
insediati e dai punto di vista della domanda acquisibile, anche
tenendo conto di eventuali altri impianti analoghi presenti o
progettati nella stessa zona di gravitazione del traffico: la
domanda su cui dimensionato linterporto deve essere sufficiente a
garantire l'investimento sul plano finanziario ed avere
caratteristiche merceologiche specifiche per lintermodalit; d)
linterporto dovr essere attivo nei confronti degli operatori del
settore; dovr essere, quindi, prevista la presenza di
infrastrutture ferroviarie intermodali della S.p.A. Ferrovie dello
Stato o di sua partecipata, ovvero di altro vettore ferroviario e
dovr essere accertata l'esistenza di spedizionieri e/o vettori
disponibili a trasferire la loro attivit nellinterporto; e)
linterporto dovr essere inserito nel piano regionale dei trasporti.
40
Slide 41
CLASSIFICAZIONE (5) prevedendo (punto 3) lallacciamento degli
impianti alla rete logistica nazionale e la necessaria
finalizzazione degli stessi impianti ad alcuni servizi minimi:
sistema di incontro domanda offerta; sistema di controllo e
monitoraggio delle flotte e dei carichi; sistema di interscambio
dati; - sistemi di teleprenotazione; sistemi di informazione.
Lart.40 della L. 01.08.02 n.166 (G.U. 3.8.02 n.181, SO n.158)
recante disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti
prevede, inoltre, che gli interporti siano dotati di adeguata
supporto di cavidotti per reti di comunicazione. 41
Slide 42
CLASSIFICAZIONE (6) Come si evince da quanto esaminato la
funzione degli interporti coinvolge la mano pubblica non tanto
nella realizzazione quanto in quella funzione di regolatore secondo
i moderni approcci liberistici voluti dallUnione Europea. 42
Slide 43
LA NATURA GIURIDICA DELLINTERPORTO I principali interporti
italiani hanno la forma della SOCIET PER AZIONI cui partecipano
soggetti pubblici e soggetti privati e sono istituiti per effetto
di norme che hanno carattere pubblicistico. Nella difficile ricerca
di una linea univoca di individuazione della governance alcuni TAR
hanno affermato che ci si possa trovare di fronte ad opera di
diritto pubblico o privato in relazione alla presenza di
determinate disposizioni statutarie. 43
Slide 44
NATURA GIURIDICA (2) Per alcuni rileva la COMPOSIZIONE
SOCIETARIA per cui la completa partecipazione pubblica dovrebbe
connotare la natura pubblicistica ovvero mista in caso di
partecipazioni del privato. Il criterio da seguire, sotto il
profilo del diritto societario, dovrebbe essere quello che si basa
sulla puntuale investigazione delle norme statutarie della societ
di gestione. 44
Slide 45
NATURA GIURIDICA (3) A tale riguardo per il Consiglio di Stato
ha sentenziato che per la qualificazione di un Ente quale organismo
di diritto pubblico occorrano seguenti requisiti: PERSONALIT
GIURIDICA; SUSSISTENZA DI DOMINANZA PUBBLICA; SODDISFACIMENTO DI
BISOGNI DINTERESSE GENERALE NON AVENTI CARATTERE INDUSTRIALE O
COMMERCIALE. 45
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NATURA GIURIDICA (4) La richiamata legge 04.08.1990, n. 240
prevedeva, allarticolo 6, che i gestori interportuali operassero in
regime di concessione ma tale disposizione contrasta con la Dir.
CEE 75/130/CE, confermata dalla Dir. 92/106/CE in ordine ala
liberalizzazione delliniziativa economica. Del resto, a prescindere
dallappartenenza allEuropa, non poteva essere diversamente per un
sistema cui viene richiesta efficienza e flessibilit. 46
Slide 47
NATURA GIURIDICA (5) lItalia si adeguata al disposto europeo
modificando la citata Legge 240/1990 per cui la logistica,
lintermodalit e gli interporti sono stati definitivamente attratti
nellambito della libert di iniziativa economica. LEFFETTIVA
FUNZIONALIT DELLINTERPORTO DIPENDE DA UNA PLURALIT DI CONDIZIONI:
Ubicazione allinterno di un importante bacino di traffico;
Possibilit di convogliarci tutte le modalit di trasporto; Offerta
integrata di servizi logistici; Servizi alle imprese, ai mezzi e
alle persone; Coordinamento della domanda in funzione della
potenzialit dellofferta; Collegamento sistematico con la altre
piattaforme logistiche. QUESTULTIMA CONDIZIONE SI RIFERISCE AL
FATTO CHE UNECONOMIA MODERNA NON PU PRESCINDERE DA UNA RETE DI
INTERPORTI STABILMENTE INSERITA NEL SISTEMA PAESE. 47
Slide 48
FATTORI DI SUCCESSO DI UN INTERPORTO Sono correlati ai seguenti
livelli: A. Coordinamento territoriale vale a dire allinterscambio
con le altre strutture simili; B. Coordinamento funzionale vale a
dire allofferta intermodale e logistica espressa. 48
Slide 49
LA POTENZIALITA STRUTTURALE Costituisce il presupposto
dellaffermazione di un interporto. Ad ogni buon conto trattandosi
di realt in continua evoluzione il fattore primario di successo
insito nella capacit di comprendere, interpretare e prevenire i
fenomeni economici riconducibili alla struttura. 49
Slide 50
LE METAMORFOSI LOGISTICHE In quello che potremmo definire il
percorso logistico, che conduce al cosiddetto prodotto
logisticizzato, le merci, nel transitare dal luogo di produzione a
quello di destinazione finale, passano pi volte di mano subendo
trasformazioni: spaziali; temporali; fisiche. che ne incrementano
il valore. I fattori TEMPO e SPAZIO assumono carattere assai
rilevante per il mercato di riferimento della struttura. 50
Slide 51
LOGISTICA E DILEMMA TEMPESTIVITA/CAPILLARITA Le imprese sono
sempre impegnate nella valutazione del trade-off nellalternativa di
rifornire i mercati con tempestivit ovvero con minor tempestivit ma
allargando larea dinfluenza pertanto in tale alternativa possono
essere indirizzati da un tipo di offerta logistica rispetto ad
unaltra perch, nel caso in esame, la domanda pu essere determinata
dallofferta degli effettivi servizi messi a disposizione. 51
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LA FUNZIONE DI STOCCAGGIO: SOLUZIONI POSSIBILI La funzione di
stoccaggio strettamente correlata alle economie di costo (interne)
grazie alla possibilit di scomporre e ricomporre i carichi
unitizzati vengono trasformati in econome di rete (esterne).
INFRASTRUTTURE DI STOCCAGGIO - TIPOLOGIE MAGAZZINO GENERALE un
infrastruttura istituita con R.D.L n. 2290 del 01-07- 1926 allo
scopo di facilitare ed organizzare gli scambi delle merci ed ha le
seguenti finalit: Provvede a custodire e conservare le merci e le
derrate, sia nazionali che estere, che vi sono depositate; Rilascia
ai depositanti-richiedenti la fede di deposito e la nota di pegno
che sono speciali titoli di commercio consentendo, fra laltro, la
circolazione giuridica delle merci senza trasferimenti materiali
delle stesse e la creazione di credito commerciale; Effettua la
vendita volontaria o forzata ai pubblici incanti delle merci
depositate. AUTOPORTO - un centro di servizio alle merci per il
deposito e la preparazione dei carichi con un centro di raccolta e
smistamento su diversi vettori destinato al trasporto su gomma,
costituisce ununit elementare ed attrezzato per il trasporto delle
merci in unottica di possibile trasbordo. Dispone di servizi di
carattere generale e specifico per uomini e mezzi. 52
Slide 53
INFRASTRUTTURE DI STOCCAGGIO (2) PIATTAFORMA costituisce
alternativa al flusso in quanto le merci vi giungono senza essere
stoccate secondo la tecnica di cross- docking che consiste nello
scarico dei materiali in arrivo da una modalit o un mezzo di
trasporto senza stoccaggio ovvero con uno stoccaggio minimo; si
ricorre a tale tecnica per cambiare modo di trasporto, per
assestare merci destinate a differenti destinazioni, o per comporre
stock di merci provenienti da diverse origini. Un caso classico di
riferimento pu essere quello dello Hub-and-spoke in cui le merci
sono conferite a una destinazione centrale e quindi ordinate per la
consegna a una pluralit di destinazioni. GATEWAY una tipologia che
propria del trasporto ferroviario e sinquadra in strutture
collocate lungo le direttici ferroviarie aventi maggior traffico
merci. Di fatto consente di trasferire carichi che provengono da
altri convogli. 53
Slide 54
INFRASTRUTTURE DI STOCCAGGIO (3) CENTRO INTERMODALE strutturato
in modo da permettere il solo scambio fra vettori delle unit di
carico (container), in linea di massima privo di magazzini o con
depositi di modesta entit. Generalmente ubicato in adiacenza di un
terminal ferroviario. Prevede modesti servizi ai mezzi ed alle
persone in considerazione dei ridotti tempi di permanenza dei
vettori allinterno della struttura. CENTRO MERCI oltre al centro
intermodale prevede magazzini per interventi di manipolazione sulle
merci che costituisce attivit prevalente rispetto a quella del
centro intermodale. Costituisce la piattaforma logistica pi simile
allinterporto. 54
Slide 55
INFRASTRUTTURE DI STOCCAGGIO (4) INTERPORTO O PORTO INTERNO -
per interporto si intende, ai sensi dellart. 1 della legge
04.08.1990, n. 240 un complesso organico di strutture e servizi
integrati e finalizzati allo scambio di merci tra le diverse
modalit di trasporto, comunque comprendente uno scalo ferroviario
idoneo a formare o ricevere treni completi e in collegamento con
porti, aeroporti e viabilit di grande comunicazione. LINTERPORTO
RAPPRESENTA IL CENTRO PI COMPLESSO ED ORGANIZZATO ATTUALMENTE A
DISPOSIZIONE DELLA LOGISTICA INTEGRATA. 55
Slide 56
INFRASTRUTTURE DI STOCCAGGIO : FATTORI DINFLUENZA Dimensione e
tipologia degli impianti; Tipologie di merci e traffico trattate;
Processi di raccolta e di distribuzione definiti. Linterporto per
la complessit delle operazioni trattate, la presenza di mezzi e
persone in maniera rilevante prevede la messa a disposizione di una
serie di servizi che possono cos essere sintetizzati: 56
Slide 57
57
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STRATEGIE INTERPORTUALI Le strategie che perseguono le autorit
interportuali, dato il volume degli investimenti richiesti, possono
essere solo di medio-lungo termine e possono essere ispirate : 1)
allampiezza del bacino di riferimento; 2) alle tipologie
merceologiche (rinfuse secche e/o liquide, congelati, merci
pericolose, autoveicoli etc) 3) alle tipologie di traffico (
stradale, ferroviario, marittimo, fluviale, aereo) che sintendono
soddisfare. 58
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CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERPORTI GLOBALE: un terminale portuale
o terrestre di livello elevato, dispone di infrastrutture
logistiche e di servizi che lo connotano come complesso logistico
adeguato alle esigenze del settore rivestendo un ruolo di
leadership. Esso adatto ad affrontare la competizione globale in
quanto pu gestire tutte le categorie merceologiche, le unit di
carico e le tipologie di traffico presenti sul mercato. Esempi
significativi sono i terminali portuali di Rotterdam, Anversa e
Amburgo 59
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CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERPORTI (2) REGIONALE: un terminale
portuale o terrestre che si rapporta a un mercato regionale di
raggio medio-corto pu sviluppare se riesce ad ampliare la zona
dinfluenza e la gamma di servizi offerti. DI NICCHIA: un terminale
portuale o terrestre indirizzato a uno specifico mercato in
relazione alle tipologie merceologiche trattate ovvero alle
caratteristiche dei vettori presenta tutti i limiti ed i vantaggi
che derivano dalla specializzazione. Opera in un bacino
circoscritto nel quale esercita una posizione assimilabile al
monopolio. Esempio significativo terminale di Gand che ha una forte
specializzazione sulle rinfuse solide. 60
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CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERPORTI (3) LOCALE: un terminale
portuale o terrestre con limitata capacit competitiva a livello
internazionale in quanto calibrato sulle esigenze di un sistema
economico locale. INDIFFERENZIATO: un terminale portuale o
terrestre che presenta una rispondenza media alle esigenze degli
operatori sia in termini di struttura che di servizi. Tali
caratteristiche ne fanno una struttura marginale in cui le
potenzialit perseguibili coesistono con le esigenze di superare i
limiti esistenti per inserirsi in un pi ampio contesto competitivo
61
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CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERPORTI (4) SERVICE FOCUSED: un
terminale portuale o terrestre che offre una gamma di servizi molto
focalizzati sui quali esprime un atteggiamento competitivo operando
su mercati ampi. 62