DOSSIER di Sconzajuoco
il periodico online della Fondazione Angelo
Vassallo Sindaco Pescatore
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA
2014 - 2020
Indicazioni per l’accesso ai fondi
strutturali e di investimento
dell’Unione Europea
APRILE 2015
SOMMARIO
Sommario
Premessa _________________________________________________________________________ 1
Introduzione _____________________________________________________________________ 3
La Strategia Europa 2020 e la Programmazione Europea 2014/2020 _______________________ 6
La Politica di Coesione: principi e finalità __________________________________________ 6
Caratteristiche e contenuti della Programmazione Comunitaria ________________________ 8
I PON/POR __________________________________________________________________ 9
Strategia Europa 2020: priorità e obiettivi ________________________________________ 10
La programmazione finanziaria dell’Unione Europea per il periodo 2014/2020: i Fondi ESI 12
Fondo Sociale Europeo (FSE) ____________________________________________________ 12
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ______________________________________13
Le azioni supportate ___________________________________________________________13
Fondo di Coesione (FC) _______________________________________________________ 14
Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) ____________________________________15
Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) _________________________ 16
Le Rubriche: limiti di spesa, caratteristiche e contenuti___________________________________ 17
Premessa _____________________________________________________________________ 17
Impegni di spesa e ingegneria finanziaria. Considerazioni _____________________________ 17
I programmi, gli strumenti, le misure e le iniziative previste per ogni singola rubrica ______ 19
Rubrica, Crescita Intelligente ed Inclusiva _________________________________________ 19
Sottorubrica 1a, Competitività per la crescita e l’occupazione _________________________ 19
Horizon 2020 _______________________________________________________________ 19
Cosme _____________________________________________________________________ 19
Erasmus+ ___________________________________________________________________ 20
Programma Comunitario per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale (EASI) ______________ 21
Sottorubrica 1b, Coesione Economica, Sociale e Territoriale __________________________ 23
Iniziativa per l’Occupazione Giovanile ____________________________________________ 23
Interreg Europa ______________________________________________________________ 23
SOMMARIO Rubrica, Crescita sostenibile e Risorse Naturali (39% del bilancio totale) ________________ 24
La Politica Agricola Comune 2014-2020 (PAC Pilastro I) e la Politica per lo Sviluppo Rurale
(PAC Pilastro II) _____________________________________________________________ 24
Lo strumento finanziario per l’ambiente (Programma LIFE) _________________________ 25
Il Programma LIFE ___________________________________________________________ 25
Rubrica, Sicurezza e cittadinanza (2% del bilancio totale) ____________________________ 25
Il Fondo Asilo e Immigrazione _________________________________________________ 26
Il Fondo Sicurezza Interna _____________________________________________________ 26
Programma Giustizia __________________________________________________________ 26
Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza ____________________________________ 27
Programma L’Europa per i Cittadini______________________________________________ 27
Programma Salute per la Crescita ________________________________________________ 28
Programma Consumatori ______________________________________________________ 28
Programma Europa Creativa ____________________________________________________ 29
Rubrica, Europa Globale (6% del bilancio totale) ___________________________________ 29
Strumento di Assistenza Preadesione (IPA) _______________________________________ 30
Strumento Europeo di Vicinato (SEV) ___________________________________________ 30
Strumento di partenariato (SP) __________________________________________________31
Strumento per la Stabilità e la Pace (IFS) ___________________________________________31
Strumento europeo per la Democrazia e i Diritti Umani (EIDHR) _____________________ 32
Strumento europeo per la Democrazia e i Diritti Umani (EIDHR) _____________________ 32
Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione _____________________________________ 33
La gestione dei fondi europei: panorama nazionale _____________________________________ 36
L’efficienza nella gestione e i ritardi nelle spese _____________________________________ 36
Conclusioni _____________________________________________________________________ 46
Bibliografia ______________________________________________________________________ 52
Informazioni di contatto sull’autore _________________________________________________ 54
Informazioni sulla Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore _________________________ 54
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Premessa
Considerato l’imminente avvio a livello operativo delle attività del ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020, ho proposto alla Fondazione Angelo Vassallo di produrre un opuscolo informativo che facilitasse la comprensione delle finalità, e degli obiettivi dei Fondi strutturali, cioè degli strumenti finanziari cui fa riferimento l’intera programmazione Comunitaria.
Dario Vassallo ha accettato la proposta sottolineandomi i vincoli di sintesi con cui dovevo organizzare l’esposizione, Emilia Di Gregorio, mi ha edotto delle esigenze di editing per pubblicare il lavoro sul primo dossier della rivista “Sconzajuco”.
In base alle indicazioni fornite, ho iniziato il lavoro, operando costantemente con testi dal linguaggio spesso ridondante ed autoreferenziale, al fine di fornire informazioni esposte con un linguaggio idoneo alla loro comprensione, organizzate con uso di schemi chiari e sintetici, dovendo l’opuscolo essere una “cassetta degli attrezzi” destinata a chi, per vari motivi, è interessato al tema della programmazione comunitaria e alle fonti programmatiche e finanziarie di intervento.
Il lavoro che licenzio è figlio di queste influenze.
L’esigenza di far comprendere alcuni argomenti, non “traducibili” differentemente, produce, su alcuni passaggi del testo, un senso di ridondanza: non me ne voglia chi avverte questo come disagio, non sempre la finalità divulgativa di uno scritto si coniuga con lo scopo della sintesi.
Condividendo le finalità della rivista “Sconzajuco” (= rompi il gioco), l’intento di questo opuscolo è fornire elementi (dati, considerazioni, proposte, provocazioni) per far comprendere quali sono gli scopi degli strumenti comunitari, le conseguenze delle mancate capacità di spesa che a livello nazionale caratterizzano il settore, le motivazioni ad un comportamento amministrativo (lunghi periodi per la progettazione/tempi brevissimi per la realizzazione), così anomalo e controproducente.
Con questa ottica la Fondazione mette a disposizione uno spazio per fornire ai vari interessati, (istituzioni locali, imprese, università, scuole, associazioni, imprese e cittadini) uno strumento di consultazione utile per identificare i programmi e le tipologie di finanziamento più consoni alla definizione o implementazione di idee progettuali.
Come si noterà, mentre i tempi di programmazione sono affetti da elefantiasi, quasi mai il materiale informativo è prodotto con l’anticipo necessario a strutturare una organica proposta progettuale o un partenariato affidabile.
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Bisogna, quindi, organizzarsi in tempo, seguire gli specifici bandi, mantenere vivi i rapporti con i referenti dei potenziali partners, etc., ma soprattutto, aggiornare la propria agenda dei riferimenti di professionisti che operano stabilmente nel settore (non fidatevi di coloro che hanno nel loro elenco un generico “finanziamenti alle imprese”), cioè di persone che non delegano a terzi la presa in gestione del progetto. Soggetti che hanno già gestito e/o rendicontato, con impegno diretto, progetti co-finanziati. Cioè project manager di comprovata affidabilità: sono questi che fanno la differenza fra un progetto concluso positivamente e una nuvola infinita di problemi!
Nel testo, per specifico programma o iniziativa è riportata la fonte (link), cui accedere per acquisire ulteriori informazioni. Perseverate nell’acquisire una sufficiente dimestichezza nella navigazione di rete, troverete di certo, tanto a livello comunitario, quanto a livello nazionale, ottimo materiale divulgativo, gratuito ed esauriente.
Last but not least: questa non solo non è una “guida pratica sulle opportunità di finanziamento dell’Unione Europea per il 2014-2020”, ma non è neanche un documento idoneo ad intraprendere il percorso di progettista per attività co-finanziate con fondi della Comunità Europea. Figura dalle competenze sofisticate, complesse e trasversali, il cui percorso professionalizzante si conclude con il ruolo di project manager, per acquisire, nella stessa funzione, ulteriori affinamenti e specializzazioni.
Buon inizio!
Pantaleo De Marco
tel. 339 2416504
e-mail: [email protected]
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Introduzione
Il presente opuscolo è diviso in 2 sezioni: la prima La Strategia EUROPA 2020 e la Programmazione europea 2014/2020, presenta l’articolazione degli interventi previsti dalla programmazione comunitaria, per il periodo 2014-2020; la seconda La gestione dei Fondi Europei: Panorama Nazionale analizza, con particolare riferimento alle singole realtà regionali, l’efficienza della PA nella gestione degli interventi. Seguono le Conclusioni, in cui sono considerate le ricadute dei ritardi nelle spese sull’economia del Paese, con consequenziali valutazioni critiche e proposte. In ultimo, la Bibliografia, di riferimento consultata per la stesura del testo.
All’interno delle sezioni, l’esposizione è organizzata per capitoli e paragrafi, strutturata nel modo seguente:
Sezione 1
Nel Capitolo 1, La strategia Europa 2020 e la programmazione europea 2014/2020, si presentano la classificazione territoriale dell’Unione Europea, le caratteristiche e finalità della Politica di Coesione dell’Unione, l’architettura e le finalità dei Fondi strutturali e di investimento (Fondi ESI), i programmi connessi.
Nel primo paragrafo, La Politica di Coesione: principi e finalità, si presenta la classificazione per categoria regionale (Regione convergenza, transizione, sviluppo) dei territori della U.E., gli obiettivi della Politica regionale, l’articolazione della Politica di Coesione.
Nel successivo paragrafo, Caratteristiche e Contenuti della Programmazione Comunitaria, sono presentati gli strumenti cardine della Programmazione Comunitaria per il periodo 2014-2020: Strategia Europa 2020, del Quadro Strategico Comune (QCS), del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), dell’Accordo di Partenariato, dei Programmi Operativi Nazionali (PON), dei Programmi Operativi Regionali (POR).
Segue il paragrafo, Strategia Europa 2020: priorità e obiettivi, dove sono esposte priorità ed obiettivi della strategia EUROPA 2020, e gli obiettivi previsti nell’Accordo di Partenariato per l’Italia.
Conclude la sezione, il paragrafo, La programmazione finanziaria dell’Unione Europea per il periodo 2014/2020: i Fondi ESI, dove sono presentati i Fondi strutturali e d’investimento europei: Fondo sociale europeo (FSE), Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo di coesione (FC), Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), - cui sono connessi il Programma LIFE e il Programma LEADER-, Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), strumenti operativi del QFP.
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Nel Capitolo 2, Le Rubriche: limiti di spesa, caratteristiche e contenuti, si descrivono le categorie di spesa in cui è diviso il QFP, i programmi, gli strumenti e le iniziative che caratterizzano il periodo di programmazione 2014-2020.
Nel paragrafo Impegni di spesa e ingegneria finanziaria. Considerazioni, si valutano le imputazioni di spesa, i loro valori e rilevanza.
Segue I programmi, gli strumenti, le misure e le iniziative previste per singola rubrica, con paragrafi dedicati per singola Rubrica.
Rispettandone l’organizzazione, la presentazione della Rubrica, Crescita Intelligente ed Inclusiva, che sostiene le politiche comunitarie in tema di istruzione, ricerca e innovazione, lavoro, riforme sociali, è divisa in 2 paragrafi: Sottorubrica 1a, Competitività per la crescita e l’occupazione e Sottorubrica 1b, Coesione Economica, Sociale e Territoriale.
La Sottorubrica 1a comprende i programmi: Horizon 2020, Cosme, Erasmus+, Programma Comunitario per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale (EASI).
La Sottorubrica 1b comprende: Iniziativa per l'Occupazione Giovanile, il programma Interreg Europa.
Nel paragrafo Rubrica, Crescita sostenibile e risorse naturali, che supporta le politiche comunitarie inerenti il settore agricolo e l’ambiente, sono presentati: la Politica Agricola Comune 2014-2020 (PAC PilastroI); la Politica per lo Sviluppo Rurale (PAC Pilastro II); Il Programma LIFE. Il Programma LEADER, i Gruppi di Azione Locale (GAL), e la rete PEI.
Nel paragrafo Rubrica, Sicurezza e cittadinanza, che copre i diversi aspetti dell’Unione in materia di diritti umani e uguaglianza, sicurezza interna e giustizia, salute, crescita politica, diritti dei consumatori e promozione culturale, sono presentati i Fondi: Asilo e Immigrazione e Sicurezza Interna; i Programmi: Giustizia; Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza; Europa per i Cittadini; Salute per la Crescita; Consumatori; Europa Creativa.
Nel paragrafo Rubrica, Europa Globale, che sostiene le azioni di politica estera della UE, come l’assistenza allo sviluppo e gli aiuti umanitari, sono presentati gli Strumenti: Assistenza Preadesione (IPA); Europeo di Vicinato (SEV); Partenariato (SP); Cooperazione allo Sviluppo (SCS); Stabilità e Pace (IFS); Europeo per la Democrazia e i Diritti Umani (EIDHR); Europeo per la Democrazia e i Diritti Umani (EIDHR); il Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione.
Gli argomenti sono esposti con una forma succinta, riportandoli in schede e per schemi chiave: una scheda per ogni singolo fondo/programma/iniziativa.
In ogni scheda sono riportati: Presentazione, Partner ammissibili, Organismo responsabile della UE, Links ed ulteriori informazioni utili.
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Per esigenze di editing non sono fornite informazioni inerenti i paesi non U.E. cui sono destinati specifici interventi, gli importi a bilancio e le quote di cofinanziamento della U.E. Per i medesimi motivi, non tutte le schede presentano la voce Partner ammissibili.
Per chi è interessato, questi dati sono disponibili, riportati sulle schede predisposte per l’elaborazione del presente opuscolo, chiedendoli agli indirizzi forniti in premessa.
In tutto sono 53 schede: 3 di introduzione; 7 per le iniziative; 5 per i Fondi Strutturali; 8 per le Rubriche; 20 per i programmi; 2 per le politiche; 2 per i fondi; 6 per gli strumenti.
La Sezione 1 si conclude con il paragrafo Link per acquisire ulteriori informazioni, predisposto per chi è interessato ad acquisire ulteriori informazioni o approfondimenti tematici, sullo stato dei programmi attivati in Italia.
Sezione 2
La Sezione 2 - La gestione dei Fondi Europei: Panorama Nazionale è strutturalmente differente dalla sezione precedente. Nel paragrafo L’efficienza nella gestione e i ritardi nelle spese sono presentati e analizzati i dati sulla gestione degli interventi cofinanziati con fondi U.E. realizzati in Italia. I dati analizzati fanno riferimento ad indagini effettuate da Viesti4, su fonti del DPS (M.E.F.), e della Banca d’Italia, o da informazioni acquisite nel navigare sul portale OpenCoesione.
Non risultano, allo stato, attivi analoghi strumenti per valutare lo stato degli impegni a livello di singola regione o ente sovra-territoriale (Provincia, Parco, Patto Territoriale, etc.).
I dati presentati sono valutati per le loro implicazioni sul Sistema Paese, nel paragrafo Conclusioni, in cui sono riportate analisi critiche, e proposte soluzioni per efficientare il sistema della gestione dei fondi strutturali e della realizzazione delle opere infrastrutturali in Italia.
Il paragrafo Bibliografia, conclude il testo.
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La Strategia Europa 2020 e la Programmazione Europea 2014/2020
La Politica di Coesione: principi e finalità Il territorio comunitario è classificato in tre categorie di regioni (Fig. 1):
Regioni convergenza/in ritardo di sviluppo, (PIL pro capite < 75% della media UE)
Regioni in transizione, (PIL pro capite > 75% < 90%)
Regioni più sviluppate, (PIL pro capite > 90%)
La Politica regionale dell’Unione europea, relativa al periodo 2014-2020, usualmente denominata Politica di Coesione dell’Unione, ai sensi dell’articolo 174 del Trattato di funzionamento (TFUE), persegue l'obbiettivo di accrescere il benessere economico delle regioni europee e di ridurre le disuguaglianze in termini di reddito, prosperità e opportunità, definendo specifici risultati da conseguire entro la fine del 2020.
La Politica di coesione è considerata il maggior strumento d'investimento dell'UE.
Il bilancio ammonta a circa un terzo del fabbisogno totale del QFP: 325 miliardi di Euro (ai prezzi del 2011) destinati ad essere investiti nei 28 Paesi membri, nelle loro regioni e città. Tenuto conto sia del
Figura 1 –
Classificazione del territorio della comunità europea per categoria regionale
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contributo nazionale di ciascuno Stato membro, sia dell’effetto-leva provocato dagli strumenti finanziari previsti, l’impatto generale potrebbe superare i 500 miliardi di Euro.
La riforma della Politica di coesione mira ad assicurare il massimo impatto degli investimenti, seguendo l’articolazione del percorso riportato nella Tabella 1.
Strumento Contenuti Soggetto Gestore Cronologia
Strategia Europa 2020
Obiettivi e linee guida EU 2020 UE 2010
Quadro Strategico
Comune (QCS)
Strategie e obiettivi cui far convergere impiego di tutti i Fondi
strutturali europei e degli investimenti (Fondi EIS), inclusi
FEASR e FEP
UE 2013
Accordi di Partenariato
Modalità adottate dal singolo paese partner per il
raggiungimento degli obiettivi Europa 2020
Singolo Stato Membro/
Commissione
2014
Programmi Operativi
Nazionali (PON)
Programmi per l’attuazione della programmazione comunitaria nel
rispettivo territorio nazionale.
Singolo Stato Membro
In stesura/di imminente
pubblicazione
Programmi Operativi
Regionali (POR)
Programmi per l’attuazione della programmazione comunitaria nel
rispettivo territorio regionale.
Singola Regione di Stato Membro
In stesura/di imminente
pubblicazione
Tabella 1 - Articolazione della Programmazione Comunitaria periodo 2014-2020
Le norme che regolano i nuovi investimenti facenti capo alla Politica di coesione dell’Ue per il periodo 2014-2020 sono state approvate dal Consiglio dell’Unione europea e pubblicate nella G. U. dell'UE il 20/12/2013.
Contrariamente a quanto previsto per il periodo di programmazione precedente (2007-2013), le norme relative agli strumenti finanziari per il 2014-2020 non hanno valore prescrittivo per quanto riguarda i settori, i beneficiari, i tipi di progetti e le attività che devono essere oggetto di sostegno.
Gli Stati membri e le autorità possono utilizzare gli strumenti finanziari in relazione a tutti gli obiettivi tematici rientranti nei Programmi Operativi, ed anche per tutti i fondi per i quali la partecipazione risulti efficiente ed effettiva.
Il nuovo quadro normativo consente di combinare in modo più efficace gli strumenti finanziari con altre forme di sostegno, in particolare i prestiti, stimolando ulteriormente la
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realizzazione di schemi di assistenza ben congeniati, che rispondono alle specifiche necessità degli Stati membri o delle regioni. Dopo mesi di preparazione gli Stati membri e le regioni, dopo aver siglato gli accordi di partenariato nel 2014 sono impegnati nella stesura finale dei rispettivi programmi operativi.
Caratteristiche e contenuti della Programmazione Comunitaria Europa 2020 è la strategia comunitaria di cui la Programmazione Europea 2014/2020 rappresenta una poderosa articolazione attuata, a cascata, da Comunità (programmi a titolarità diretta), singoli paesi partner (Piani Operativi Nazionali –PON-) e singole regioni (Piani Operativi Regionali –POR-).
Il Quadro Strategico Comune (QCS) delinea la strategia d’investimento globale per l’implementazione della politica di coesione a livello comunitario. (Reg. UE n. 1303/2013)
Come strumento di programmazione, integra e sostituisce i precedenti provvedimenti (come il Quadro Comunitario di Sostegno (QCS), -vigente per il periodo 2007-2013-), distinti per assi prioritari e Programmi con delle Linee guida strategiche uniche, rafforzando l’integrazione delle politiche dell’Unione europea e assicurando un impatto maggiore per i cittadini e per le aree di intervento.
“Il QSC agevola la preparazione dell'Accordo di Partenariato e dei Programmi in ottemperanza ai principi di proporzionalità e di sussidiarietà, tenendo conto delle competenze nazionali e regionali, allo scopo di decidere le misure specifiche e appropriate in termini di politiche e di coordinamento»15
Il Quadro Strategico Comune, riprende i punti chiave di Europa 2020, declinandoli in azioni chiave per Stati membri e loro regioni, assicurando, fra i vari livelli di intervento, una maggiore coerenza.
Il QSC sostituisce il documento Orientamenti Strategici previsto dagli articoli 25 e 26 del Regolamento n. 1083/06 della programmazione 2007/2013.
In sintesi, il QCS è il quadro a cui debbono far riferimento tutti gli interventi messi in campo sia a livello di territorio comunitario sia a livello internazionale.
I limiti di spesa (impegni e pagamenti) previsti per l’attuazione della Strategia sono stabiliti nel Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), lo strumento politico e finanziario che definisce le priorità di bilancio dell'UE e traduce le priorità in cifre.
Il trattato di Lisbona (2007) ha previsto che il QFP sia oggetto di un regolamento con forza di legge, direttamente applicabile e vincolante per tutti gli Stati membri.
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L’Accordo di Partenariato, è sottoscritto, in applicazione del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, fra il singolo paese partner e la Commissione Europea.
Come il Quadro Strategico, essendo regolamentato dal medesimo regolamento (Reg. UE n. 1303/2013), è un documento programmatico nuovo, messo in campo, per la prima volta, nel vigente periodo 2007-2014.
Nell’accordo di partenariato, sono descritte le disposizioni comuni sui Fondi ESI: Fondo europeo di sviluppo regionale, (FESR), Fondo sociale europeo, (FSE), Fondo di coesione, (FC), Fondo europeo agricolo per lo sviluppo Rurale, (FEASR) e Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, (FEAMP).
“L'accordo di partenariato stabilisce le modalità adottate dal singolo paese per provvedere all'allineamento con la strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nonché il mandato specifico di ciascun fondo secondo gli obiettivi basati sul trattato, compresa la coesione economica, sociale e territoriale, le modalità per provvedere a un'attuazione efficace dei Fondi ESI, le disposizioni relative al principio di partenariato, l'elenco indicativo dei partner, una sintesi delle azioni intraprese per associare questi ultimi e il loro ruolo nell'elaborazione dell'accordo di partenariato e della relazione sull'andamento dei lavori.”14
I PON/POR Un programma operativo (PO) è un documento programmatico, di durata pluriennale, proposto dallo Stato nazionale o da una sua regione e approvato dalla Commissione europea, per l’attuazione della programmazione comunitaria nel rispettivo territorio. I programmi operativi (PO), si differenziano in PON di respiro nazionale e POR di riferimento regionale.
Al di sotto di questi livelli non siamo più in presenza di soggetti che programmano direttamente la realizzazione degli interventi, le cosiddette autorità di gestione (Comunità, Stato, Regione) ma a soggetti, P.A., (es. Università, Province, Enti sovra territoriali, Parchi, Comuni, etc.), o soggetti privati (imprese, soggetti del 3° settore, per rari casi anche singoli cittadini, etc.) destinatari/beneficiari di misure messe a bando, o negoziati precedentemente, (es. Università, province, etc.) con il soggetto gestore della misura/finanziamento.
È a questo livello che trova attuazione la parte finale del processo programmatico, la messa a bando delle iniziative, cui partecipiamo (P.A. o privato che siamo), come categoria di soggetto ammesso, presentando un progetto, da soli, o con altri partner nazionali, comunitari o extra UE, che se autorizzato va concluso nei tempi massimi previsti dal medesimo bando e comunque, non oltre il 31/12/2021.
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Strategia Europa 2020: priorità e obiettivi La strategia EUROPA 2020 è stata proposta dalla Commissione europea nel 2010 (il periodo in cui sono stati definiti la programmazione strategica e i contenuti dell’attuale ciclo). Si basa su una visione di crescita che si declina, seguendo tre priorità: intelligente, solidale e sostenibile.
1) Crescita Intelligente, una crescita basata sulla conoscenza e sull’innovazione, che si raggiunge investendo in innovazione, istruzione e Società digitale.
2) Crescita inclusiva, la costruzione di una società inclusiva con alti tassi di occupazione, che necessita di investimenti in occupazione, competenze e lotta alla povertà.
3) Crescita sostenibile, una crescita verde, mediante un’economia competitiva e sostenibile, che si costruisce investendo in lotta al cambiamento climatico, energia pulita ed efficiente, competitività.
Al termine dell’attuale periodo di programmazione (2014-2020), EUROPA 2020 prospetta il
raggiungimento di cinque ambiziosi obiettivi (target) in materia di occupazione,
innovazione, clima/energia, istruzione e integrazione sociale. (Tabella 2)
Ogni Stato membro ha adottato per ciascuno di questi settori i propri obiettivi nazionali.
(Tabella 3)
Gli obiettivi Tematici, cioè le aree in cui si intende raggiungere specifici risultati sono undici.
(Tabella 4)
Interventi concreti a livello europeo e nazionale vanno a consolidare la strategia.
1. Occupazione Innalzamento al 75% del tasso di occupazione per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni;
2. Ricerca e sviluppo Aumento degli investimenti in R&S al 3% del PIL dell'UE;
3. Cambiamenti climatici e sostenibilità energetica
Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% rispetto al 1990, 20% del fabbisogno di energia ricavato da energie rinnovabili, aumento del 20% dell'efficienza energetica, (obiettivo ricordato come 20-20-20);
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4. Istruzione Riduzione del tasso di abbandono scolastico precoce al 10%, aumento della quota della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni che ha completato gli studi superiori ad almeno il 40% nel 2020
5. Lotta alla povertà e all’emarginazione
Riduzione del 25% del numero di Europei che vivono al di sotto delle soglie di povertà nazionali.
Almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà e emarginazione in meno.
Tabella 2 - Strategia Europa 2020: obiettivi/target da raggiungere
Tasso di occupazione 67-69%
Investimenti ricerca 1.53% del PIL
Efficienza energetica 13.40%
Abbandono scolastico 15-16%
Istruzione superiore 26-27%
Riduzione povertà* 2.2 milioni
Tabella 3 - Obiettivi previsti nell'Accordo di Partenariato per l'Italia
1. Ricerca e innovazione
2. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)
3. Competitività delle piccole e medie imprese (PMI)
4. Transazione verso un’economia a basse emissioni di carbonio
5. Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e gestione dei rischi
6. Tutela dell'ambiente ed efficienza delle risorse
7. Trasporto sostenibile e rimozione delle strozzature nelle principali infrastrutture di rete
* Il dato si riferisce al numero di persone che si prevede che escano da questa categoria.
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8. Occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori
9. Inclusione sociale e lotta alla povertà
10. Istruzione, competenze e apprendimento permanente
11. Potenziamento della capacità istituzionale e amministrazioni pubbliche efficienti Tabella 4 - Strategia Europa 2020: obiettivi tematici
La programmazione finanziaria dell’Unione Europea per il periodo 2014/2020: i Fondi ESI I Fondi strutturali e d’investimento europei (Fondi ESI, -Fondi SIE in italiano-): Fondo
sociale europeo (FSE), Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo di coesione
(FC), Fondo europeo agricolo per lo sviluppo Rurale (FEASR) e Fondo europeo per gli affari
marittimi e la pesca (FEAMP), sono gli strumenti operativi del QFP.
Seguendo le fasi di programmazione descritte, i fondi sono attuati in stretta collaborazione
tra la Commissione europea e gli Stati membri.
Utilizzando gli strumenti della programmazione, la Commissione contratta con le autorità
nazionali il contenuto definitivo dell’accordo di partnership e dei programmi operativi (PO),
contenenti le priorità delle singole realtà territoriali. I programmi sono redatti e attuati
dalle autorità di gestione competenti nei singoli Paesi e/o regioni, chiamate a selezionare,
monitorare e valutare centinaia di migliaia di progetti.
Un patrimonio di idee e proposte enorme, che terminata la fase di rendicontazione, non
risulta essere archiviato in una banca dati per la pubblica consultazione, anche se, il
cofinanziamento dei progetti autorizzati ne determina la consequenziale proprietà
Comunitaria e il beneficio gratuito (i risultati sono a disposizione) da parte di ogni singolo
cittadino comunitario.
Ciascun Fondo supporta gli undici obiettivi tematici elencati in Tabella 4.
Fondo Sociale Europeo (FSE) Attraverso il Fondo Sociale Europeo la Politica di coesione fornisce un significativo
contributo nel campo delle politiche del lavoro (ammortizzatori sociali, etc.),
dell’occupazione (incentivi all’occupazione, etc.), dell’istruzione e formazione (tirocini,
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voucher formativi, corsi di formazione, Erasmus+, etc.), dell’inclusione e coesione sociale
(programmi di sostegno, riduzione del disagio, etc.); obiettivo, quest'ultimo, a supporto del
quale dovrà essere utilizzato da parte di ciascuno Paese partner almeno il 20% del FSE.
Lo stanziamento del FSE è stabilito in base alle necessità di ogni Stato membro, partendo
da un minimo predefinito, e per una somma totale di almeno 70 miliardi di Euro. La nuova
Iniziativa Occupazione Giovani legata al FSE e del valore di almeno 6 miliardi di Euro,
supporterà l’implementazione della Garanzia Giovani (Youth Guarantee).
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/esf/home.jsp
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) Finanzia interventi per investimenti nella ricerca, sviluppo e innovazione; cambiamento
climatico ed ambientale; sostegno alle imprese (PMI); servizi di interesse economico
comune; telecomunicazioni; infrastrutture nell’energia e nei trasporti, nella sanità,
nell’istruzione; nelle infrastrutture sociali, e nello sviluppo urbano sostenibile.
Le priorità degli investimenti inerenti al Fondo Europeo di Sviluppo regionale (FESR) sono
quattro: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle PMI e sviluppo a bassa
emissione di carbonio. Circa 100 miliardi di Euro sono dedicati a questi settori, di cui almeno
23 sono destinati ad attuare il processo di transizione verso l'efficienza energetica e lo
sviluppo delle energie rinnovabili. La percentuale di fondi dedicati a ciascuno dei settori
dipende dallo sviluppo economico delle regioni.
In tema di Cooperazione territoriale, il FESR può sostenere attività volte a condividere
strutture e risorse umane ed ogni tipo di infrastruttura transfrontaliera. Il regolamento N.
1299/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 stabilisce le
seguenti linee di azione sostenute con i fondi del FESR.
Le azioni supportate Il FESR sostiene:
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investimenti produttivi che contribuiscono alla creazione e al mantenimento di posti
di lavoro sostenibili, tramite aiuti diretti agli investimenti nelle piccole e medie
imprese (PMI);
investimenti produttivi che contribuiscono alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e
all’innovazione e alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, e
che rafforzano la competitività delle PMI in caso di cooperazione con le grandi
imprese;
investimenti in infrastrutture che forniscono servizi di base ai cittadini nei settori
dell'energia, dell'ambiente, dei trasporti e delle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione (TIC);
investimenti in infrastrutture sociali, sanitarie ed educative;
sviluppo del potenziale endogeno promuovendo lo sviluppo, la ricerca e
l'innovazione regionale e locale (investimenti in attrezzature e infrastrutture;
sostegno e servizi alle imprese; sostegno a organismi pubblici di ricerca e
innovazione; investimenti in tecnologia e ricerca applicata nelle imprese; etc.)
Nell'ambito dei programmi operativi, il FESR è utilizzato per interventi di Sviluppo urbano
sostenibile e per promuovere i collegamenti tra aree urbane e rurali. A tale obiettivo è
riservato il 5% delle risorse del FESR a livello nazionale.
Nell’ambito dell’obiettivo di Cooperazione territoriale europea, il FESR è utilizzato per
sostenere strutture, risorse umane e infrastrutture a livello transfrontaliero.
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/regional_policy/what/future/index_it.cfm
Fondo di Coesione (FC) Finanzia interventi per investimenti chiave nei settori trasporto, ambiente ed energia. È
rivolto a quei Paesi membri il cui reddito nazionale lordo pro capite è inferiore al 90%
rispetto alla media dell’Unione. Se nella precedente programmazione la Spagna riceveva
un fondo per l'uscita graduale, oggi non è più eleggibile per i finanziamenti del Fondo di
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Coesione. Nel periodo 2014-2020 sarà Cipro a ricevere un supporto per l'uscita graduale. A
parte questi due Paesi, quelli eleggibili per il Fondo di Coesione saranno gli stessi del
periodo di programmazione 2007-2013.
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/regional_policy/what/future/index_en.cfm
Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) Finanzia interventi per promuove lo sviluppo rurale sostenibile in modo complementare
alla politica agricola comune (PAC-Pilastro I), alla politica di coesione e alla politica comune
della pesca. Sostiene conoscenza ed innovazione nei settori dell’agricoltura, delle foreste,
delle aree rurali; agevola la ristrutturazione di aziende agricole e il ricambio generazionale
nel settore agricolo; promuovere i produttori presso i mercati locali e nei circuiti di vendita
al dettaglio, nei gruppi di produttori e nelle organizzazioni intersettoriali; ripristina, tutela e
promuove la biodiversità, gli ecosistemi e i paesaggi europei, comprese le aree previste
nell’ambito di Natura 2000, e le aziende che promuovono prodotti naturali di livello
elevato; supporta interventi per migliorare la gestione delle acque e del suolo; promuove
l’efficienza nell’utilizzo dell’energia, in agricoltura e nei processi alimentari, con particolare
riferimento all’uso delle fonti di energia rinnovabili, dei sottoprodotti, degli scarti, dei
residui e di altri materiali grezzi non alimentari per fini legati alla bio-economia; promuove
l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nelle aree rurali. Il
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) contribuisce alla strategia Europa
2020 attraverso la promozione dello sviluppo rurale sostenibile in tutta l’Unione,
integrando gli altri strumenti del CAP, la Politica di Coesione e la Politica Comune di Pesca. Il
Fondo contribuirà allo sviluppo del settore agricolo nell’Unione in modo più bilanciato dal
punto di vista territoriale e ambientale, attento al cambiamento climatico, competitivo, e
innovativo, contribuendo altresì allo sviluppo dei territori rurali.
Il FEASR copre finanziariamente, i progetti di sviluppo locale LEADER, e i gruppi di azione
locale (GAL), finalizzati allo sviluppo delle aree rurali.
Almeno il 5% dell’intero contributo FEASR allo sviluppo rurale è riservato al progetto
LEADER.
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Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/agricolture/
Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP)
Finanzia interventi per favorire una pesca sostenibile, con aiuti ai pescatori, sostegno alle
comunità costiere nella diversificazione delle loro economie, finanziamento di progetti per
nuova occupazione, miglioramento della qualità della vita lungo le coste europee,
agevolazioni nell’accesso al finanziamento.
Lo stanziamento previsto per ogni paese membro è legato al livello di sviluppo della
propria industria peschiera e sarà utilizzato per cofinanziare progetti insieme ai
finanziamenti nazionali.
Le autorità nazionali e la Commissione sono corresponsabili dell’attuazione del
programma.
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/fisheres/cfp/eff/index_en.htm
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Le Rubriche: limiti di spesa, caratteristiche e contenuti
Premessa Il QFP si suddivide per categorie di spesa, denominate “Rubriche”.
Nella Programmazione 2014-2020, le Rubriche sono 6: Crescita intelligente e inclusiva,
(47% del bilancio totale); Crescita sostenibile e risorse naturali, (39% del bilancio totale);
Sicurezza e cittadinanza, (2% del bilancio totale); Europa globale, (6% del bilancio totale);
Amministrazione e Compensazioni, (6% del bilancio totale).
Per esigenze editoriali, in questa esposizione, non saranno trattate le Rubriche
Amministrazione e Compensazioni perché lontane come interesse: Amministrazione copre
le spese amministrative di tutte le istituzioni europee, pensioni e scuole europee.
Compensazioni tratta i pagamenti temporanei per sostenere la Croazia nel primo anno
successivo al suo ingresso.
Degli strumenti extra QFP non saranno trattati, né in questa sezione né nell’intero lavoro,
per la specificità della loro destinazione, il Fondo Europeo di Sviluppo (FES)*, e gli
strumenti finanziari attivabili per far fronte ad evenienze impreviste†, come la Riserva di
Aiuti d’Emergenza (RAE), il Fondo Europeo di Adeguamento alla Globalizzazione (FAG), il
Fondo di Solidarietà (FS) e lo Strumento di Flessibilità (SF).
Impegni di spesa e ingegneria finanziaria. Considerazioni Per il periodo di programmazione 2014-2020, per la prima volta, l’impegno di spesa previsto
è stato ridotto, passando da 994.176,00* mld €, (1,12% del PIL UE), del periodo 2007-2013, a
959.988,00* mld €, (1% del PIL UE), del periodo attuale, cioè ad un valore di -34.188 mld €*,
corrispondenti ad una riduzione del 3.5% c.a. (* = prezzi 2011)
* Il FES, finanziato con risorse proprie dei Paesi membri, sostiene la cooperazione con Paesi africani, caraibici e pacifici (26,9 mld €). † Il budget totale assegnato alle evenienze impreviste ammonta a 6,8 mld€ (0,04% Pil UE).
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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La riduzione del massimale totale di spesa è legata alla necessità di tener conto del
risanamento delle finanze pubbliche a livello globale.
Le imputazioni di spesa spostano gli assi di sviluppo a favore delle voci Crescita,
Competitività, Occupazione, Sicurezza e Cittadinanza, contraendosi alle voci Coesione
economica e sociale, Crescita sostenibile e Risorse naturali.
Ad una valutazione di primo impatto, si potrebbe criticare che la Comunità abbia deciso di
bloccare la sperimentazione e gli investimenti su nuove tipologie di welfare, così come su
crescita sostenibile e risorse naturali, ma ad una analisi comparata si evidenzia che nella
reimputazione delle voci, si è assistito ad una razionalizzazione degli interventi, con
accorpamenti o ridefinizioni di molte delle misure precedentemente attive.
In generale, si assiste, ad una maggiore attenzione verso i risultati da raggiungere,
specificati per voce e categoria di investimento e ad una minore attenzione ad interventi
che non determinano reali (e quantificabili) valori aggiunti al settore, al beneficiario, al
territorio.
Subiscono un incremento le Rubriche: Crescita intelligente e inclusiva (+ 1%), Competitività
per la Crescita e l’Occupazione (+ 37,3 %), Sicurezza e cittadinanza (+ 26,8%), Europa
globale (+ 3,3 %), Amministrazione (+ 8%), e Compensazioni (precedentemente assente),
sono in riduzione le Rubriche: Coesione economica, sociale e territoriale (- 8,4%), Crescita
sostenibile e risorse naturali (- 11,3%).
All’interno della stessa Rubrica, si assiste ad un diverso equilibrio delle fonti, ad es., nella
Rubrica, Crescita intelligente e inclusiva (+ 1% come valore di crescita globale), i programmi
che svolgono un ruolo cardine, come Horizon 2020 (tecnologia, ricerca, innovazione), e
Cosmes (supporto a PMI per ingresso mercati interni e esteri, finanziamenti con garanzie),
sono finanziati, rispettivamente per 80 mld €, (+30%), e 2,3 mld €.
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I programmi, gli strumenti, le misure e le iniziative previste per ogni singola rubrica
Rubrica, Crescita Intelligente ed Inclusiva Sottorubrica 1a, Competitività per la crescita e l’occupazione
La sottorubrica comprende i programmi: Horizon 2020, Cosme, Erasmus+, Programma
Comunitario per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale (EASI).
Horizon 2020
Strutturato per aumentare la coerenza dell'azione dell'UE in materia di occupazione e aree
sociali, sostiene gli sforzi degli Stati membri nella progettazione e realizzazione delle
riforme sociali e del lavoro, a livello europeo, nazionale, regionale e locale; recupera i
precedenti strumenti Progress -Programma per l'occupazione e la solidarietà sociale-,
EURES -Servizi Europei per l’impiego-, Progress di micro-finanziamento -Progress
Microfinance-.
Partner ammissibili (chi può chiedere il finanziamento)
Ricercatori indipendenti;
Enti/organismi pubblici;
Enti/organismi privati.
Organismo responsabile: DG Ricerca ed innovazione
Link ed ulteriori informazioni:
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/programes/horizon2020/
Cosme
Obiettivi: favorire la competitività, la crescita, e la sostenibilità delle imprese dell’UE, - in
particolare le PMI-, la promozione delle partnership tra imprese. Ha come misure:
agevolare l’accesso al finanziamento alle PMI, fornire garanzie di prestito e di capitali di
rischio, facilitare l’accesso a nuovi mercati all’interno e al di fuori dell’UE, migliorare le
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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condizioni generali per l’imprenditoria (ridurre ad es. il fardello amministrativo che grava
sulle PMI).
Partner ammissibili
Attuali imprenditori (in particolare piccole imprese) – accesso più semplice al
finanziamento per lo sviluppo, il consolidamento e la crescita della loro attività;
Futuri imprenditori (compresi i giovani) – assistenza nella creazione della loro
impresa;
Autorità locali e regionali – strumenti per delle riforme politiche efficaci: statistiche
e dati a livello europeo affidabili, buone prassi e sostegno finanziario per testare e
sviluppare soluzioni sostenibili per migliorare la competitività globale.
Organismo responsabile: DG Impresa e Industria
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/enterprise/iniziatives/cosme/index_en.htm
Erasmus+
Finalizzato a promuovere, mobilità e cooperazione in istruzione, formazione, gioventù e
sport; sostegno allo sviluppo di competenze nei paesi terzi, compresi i paesi interessati dal
processo di allargamento, con particolare riguardo ai paesi vicini e al dialogo politico
internazionale.
Partner ammissibili
Individui
Istituti di istruzione
Organizzazioni giovanili
Imprese
Autorità locali
Autorità regionali
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Organizzazioni non a scopo di lucro
Organismo responsabile: DG Istruzione e Cultura
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/programes/erasmus-plus/cosme/index_en.htm
Programma Comunitario per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale (EASI)
Interventi in materia di politiche di occupazione e di condizioni di lavoro e sociali; sostegno
alle riforme e ai sistemi di protezione sociale, ai mercati del lavoro adeguati, accessibili ed
efficienti; garantire che il diritto dell'Unione sulle questioni relative alle condizioni di lavoro
sia effettivamente applicato; promuovere la mobilità geografica dei lavoratori e accrescere
le possibilità di impiego; promuovere la disponibilità e l'accessibilità del micro-
finanziamento per i gruppi vulnerabili e le microimprese; facilitare l'accesso al credito per le
imprese sociali; promuovere la parità tra uomini e donne, combattere le discriminazioni
fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, gli
handicaps, l'età, l'orientamento sessuale.
Partner ammissibili:
Asse PROGRESS
l'asse Progress è aperto a tutti gli enti pubblici e/o privati, soggetti e istituzioni, e in
particolare: le autorità nazionali, regionali e locali, i servizi per l'impiego, gli
organismi specializzati previsti dalla normativa dell'Unione, le parti sociali, le
organizzazioni non governative, e in particolare quelle organizzate a livello di
Unione, istituti di istruzione superiore e istituti di ricerca, esperti in valutazione
dell’impatto, istituti statistici nazionali, i media;
la Commissione può cooperare con le organizzazioni internazionali, e in particolare
il Consiglio d'Europa, l'OCSE, l'OIL e la Banca mondiale;
la Commissione può cooperare con i paesi terzi non partecipanti al programma. I
rappresentanti di tali paesi terzi possono partecipare agli eventi di interesse
comune (quali conferenze, workshops e seminari) che si svolgono nei paesi
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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partecipanti al programma; il costo della loro partecipazione può essere coperto dal
programma.
Asse EURES
L'asse EURES è aperto a tutti gli organismi pubblici e privati, soggetti e istituzioni
designate da uno Stato membro o dalla Commissione, tra cui autorità nazionali,
regionali e locali, servizi per l'impiego, organizzazioni delle parti sociali e altre parti
interessate.
Asse micro-finanziamento e imprenditoria sociale
La partecipazione all'asse micro-finanziamento e imprenditorialità sociale è aperta a
organismi pubblici e privati secondo quanto stabilito a livello nazionale, regionale o
locale: micro-finanziamenti per i singoli individui e micro-imprese e finanziamenti
per le imprese sociali.
Organismo responsabile: DG Occupazione, affari sociali e inclusione
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/social/main.jsp?langld=en&catld=89&newsld=1093
Della stessa Rubrica, non saranno trattati, perché destinati a specifiche categorie di
soggetti (istituzioni pubbliche, banche, forze dell’ordine, etc.), i programmi:
Meccanismo per collegare l’Europa (Progetti infrastrutturali e sinergie per reti
trans-europee, nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia);
Galileo 2014/2020 (Con il progetto EGNOS -Sistema europeo di copertura per la
navigazione geostazionaria- sono progetti faro dell’UE per la realizzazione ed il
funzionamento dei sistemi di navigazione satellitare);
Pericle 2020 (Obiettivo è una migliore protezione delle banconote e delle monete;
finanzia scambi, assistenza e formazione per autorità, banche e altri soggetti
coinvolti nella lotta alla contraffazione dell’euro nell’eurozona e in Paesi UE fuori
dall’eurozona.);
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Hercules III (Contrasto alla frode, alla corruzione e ad ogni altra attività illecita lesiva
degli interessi finanziari dell'Unione );
Dogane 2020 (Rafforzare il mercato interno attraverso una efficiente ed efficace
unione doganale.);
Fiscalis 2020 (Contrastare la frode fiscale e sostenere la riscossione delle entrate per
il bilancio dell'UE e degli Stati membri).
Sottorubrica 1b, Coesione Economica, Sociale e Territoriale
La sottorubrica comprende: Iniziativa per l'Occupazione Giovanile, il programma Interreg
Europa.
Iniziativa per l’Occupazione Giovanile
Rivolta ai giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di
istruzione e formazione (i cosiddetti NEETs), con sostegno finanziario fornito direttamente
ai giovani (offrendo posti di lavoro, tirocini, apprendistati, etc.) e sostegno alle imprese in
fase di avviamento, etc.
Beneficiari ammissibili: L’iniziativa ha l’obiettivo di supportare tutti i giovani compresi tra i
15 e i 24 anni inattivi o disoccupati e al di fuori di un percorso di istruzione o formazione,
residenti nelle regioni ammissibili.
Organismo responsabile: DG Occupazione, affari sociali e inclusione
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/enterprise/iniziatives/cosme/index_en.htm
Interreg Europa
Finalizzato a migliorare l'attuazione delle politiche e dei programmi per lo sviluppo
regionale, principalmente nell'ambito degli investimenti per la crescita e l'occupazione, con
scambio di esperienze e conoscenze tra gli attori di rilevanza regionale, per partenariati di
rilevanza regionale e locali.
Partner ammissibili: Le autorità regionali e locali e altri soggetti di rilevanza regionale.
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Organismo responsabile: DG per la politica regionale
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http://www.interreg4c.eu/programme/2014-2020-
Rubrica, Crescita sostenibile e Risorse Naturali (39% del bilancio totale)
Ne fanno parte la politica agricola comune (PAC), la politica comune di pesca, lo sviluppo
rurale e le misure ambientali. Interventi compresi nella voce “Tutela e gestione delle risorse
naturali”.
Presenteremo la Politica Agricola Comune 2014-2020 (PAC PilastroI); la Politica per lo
Sviluppo Rurale (PAC Pilastro II); Il Programma LIFE.
La Politica Agricola Comune 2014-2020 (PAC Pilastro I) e la Politica per lo
Sviluppo Rurale (PAC Pilastro II)
La PAC è espressione delle politiche e degli obiettivi che la Comunità assume nel settore
agricolo. La PAC 2014/2020 promuove una crescita coerente con la Strategia Europa 2020,
quindi, intelligente, sostenibile ed inclusiva.
È strutturata in due pilastri, complementari come strumenti, ma omogenei come obiettivi.
Il Pilastro I fa riferimento a interventi finalizzati ad ottenere effetti sul mercato (interventi
sui mercati agricoli per migliorare la competitività del settore agricolo; aiuti diretti sotto
forma di contributi al reddito delle aziende agricole; compensazione delle difficoltà di
produzione nelle aree con particolari vincoli naturali; etc.). Il Pilastro II ha per oggetto lo
sviluppo rurale, con co-finanziamenti e programmi pluriennali da parte degli Stati membri.
Lo strumento principe per il pilastro II è il fondo FEASR. Il FEASR co-finanzia i progetti
LEADER, strumenti fondamentali per lo sviluppo nelle aree rurali, quindi i Gruppi di Azione
Locale (GAL), attori dello sviluppo locale. Almeno il 5% dell’intero contributo FEASR allo
sviluppo rurale è riservato al progetto LEADER.
Il FEASR, inoltre, finanzia la creazione della rete PEI, (Partenariato Europeo per
l’Innovazione Produttività e Sostenibilità in Agricoltura), mediante la costituzione dei
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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gruppi operativi PEI per lo sviluppo rurale che operano sulle due dimensioni della rete,
europea e nazionale.
Lo strumento finanziario per l’ambiente (Programma LIFE)
Il Programma LIFE
Nasce nel 1992, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo e implementazione della politica
e della legislazione Comunitaria nel settore ambientale.
Priorità è la conservazione della natura e la promozione di uno sviluppo sostenibile. Questo
del periodo 2014-2020 è il 5° Programma d’Azione Ambientale.
Le azioni che possono essere co-finanziate sono: promuovere lo sviluppo sostenibile delle
attività industriali; gestire razionalmente l’acqua, le zone costiere e i corsi d'acqua; lottare
contro l'inquinamento atmosferico, l'acidificazione, l'esaurimento dell'ozono troposferico;
ridurre i rifiuti; tutelare habitat, flora e fauna; etc.
È diviso in due sottoprogrammi:
Sottoprogramma 1: Ambiente, interventi in tema di Ambiente ed efficienza delle
risorse, Biodiversità, Governance Ambientale e Informazione.
Sottoprogramma 2: Azione per il clima interventi in tema di Mitigazione del
cambiamento climatico, Adattamento al cambiamento climatico, Governance
climatica e informazione.
Organismo responsabile: DG Ambiente
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http:/ec.europa.eu/environment/life/
Rubrica, Sicurezza e cittadinanza (2% del bilancio totale)
Sono presentati i Fondi: Asilo e Immigrazione e Sicurezza Interna; i Programmi: Giustizia;
Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza; Europa per i Cittadini; Salute per la Crescita;
Consumatori; Europa Creativa.
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Il Fondo Asilo e Immigrazione
Copre i diversi aspetti della politica dell'Unione in materia di asilo e di immigrazione, quindi,
azioni in materia di migrazione legale nell'Unione, rimpatrio e riammissione nei Paesi di
origine; solidarietà e ripartizione tra gli Stati membri (in particolare quelli più esposti ai
flussi migratori e di asilo), etc.
Organismo responsabile: DG affari interni
Link ed ulteriori informazioni
Sito di Fondi della DG: http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/financing/fundings/funding-
home-affairs-beyond-2013/index_en.htm
Il Fondo Sicurezza Interna
È un quadro finanziario completo composto da due atti: Regolamento 1 (Componente
Polizia) e Regolamento 2 (Componente Frontaliera).
Il Regolamento 1 finanzia interventi ed azioni per la cooperazione tra le forze di polizia, la
prevenzione, la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi.
Il Regolamento 2 finanzia la gestione delle frontiere (Agenzia Frontex) e la politica comune
dei visti.
Organismo responsabile: DG Affari Interni
Link ed ulteriori informazioni
Sito di Fondi della DG: http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/financing/fundings/funding-
home-affairs-beyond-2013/index_en.htm
Programma Giustizia
L'obiettivo è favorire la costituzione di uno spazio europeo di giustizia, promuovendo la
cooperazione giudiziaria in materia civile e penale. Il programma finanzia interventi
finalizzati a facilitare: l’applicazione della normativa dell'Unione nei settori della
cooperazione giudiziaria in materia civile e penale; l'accesso alla giustizia; il prevenire e
ridurre la domanda e l'offerta di droga, etc.
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Organismo responsabile: DG Giustizia
Link ed ulteriori informazioni
Programmi di finanziamento nel settore giustizia:
http://ec.europa.eu/justice/newsroom/news/20111115_en.htm
Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza
Sostiene interventi per la promozione, protezione e diffusione dell'uguaglianza e dei diritti
delle persone, come sanciti dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE e dalle convenzioni
internazionali.
Fra gli obiettivi specifici rientrano: prevenire e combattere il razzismo, la xenofobia,
l'omofobia e le altre forme di intolleranza; promuovere e proteggere i diritti delle persone
con disabilità; prevenire e combattere le forme di violenza nei confronti di bambini, giovani
e donne, nonché la violenza contro altri gruppi a rischio; proteggere le vittime di tale
violenza.
Organismo responsabile: DG Giustizia
Link ed ulteriori informazioni
Sito web DG Giustizia: http://ec.europa.eu/justice/index_en.htm#newsroom-tab
Programma L’Europa per i Cittadini
Il programma contribuisce a rafforzare la memoria e accrescere la capacità di
partecipazione civica a livello di Unione europea.
Fra le varie azioni, il programma finanzia: incontri tra cittadini, gemellaggi tra città,
creazione e funzionamento di partenariati e reti transnazionali, creazione di comunità e
dibattiti sulle questioni della cittadinanza facendo uso delle TIC e/o dei social media, etc.
Partner ammissibili: Soggetti che promuovono l'integrazione europea, in particolare gli
enti e le organizzazioni locali, i gruppi di cittadini e altre organizzazioni della società civile
(come associazioni di reduci), istituti di istruzione e ricerca, etc.
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Organismo responsabile: EACEA – Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la
cultura
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http://ec.europa.eu/citizenship/about-the-europe-for-citizens-
programme/future-programme-2014-2020/index_en.htm
Programma Salute per la Crescita
Obiettivi del programma sono: promuovere sistemi sanitari innovativi e sostenibili;
migliorare l'accesso alle competenze mediche e alle informazioni; sviluppare soluzioni e
orientamenti per migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria e della sicurezza dei pazienti;
incrementare l'accesso a un'assistenza sanitaria migliore e più sicura per i cittadini europei;
diffondere e promuovere l'adozione di buone pratiche con particolare riferimento alla lotta
al tabagismo, l'abuso di alcol, l'obesità, l'HIV/AIDS; proteggere i cittadini dalle minacce
sanitarie transfrontaliere.
Partner ammissibili: Organizzazioni aventi personalità giuridica, autorità pubbliche, enti del
settore pubblico, in particolare istituzioni di ricerca e sanitarie, università e istituti
d'istruzione superiore e imprese.
Organismo responsabile: DG Salute e Consumatori
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http://ec.europa.eu/health/programme/policy/index_it.htm
Programma Consumatori
Scopo è porre il consumatore informato al centro del mercato unico, integrando,
sostituendo e monitorando le politiche degli Stati membri.
Il programma, in specifico, vi contribuisce tutelando la salute, la sicurezza e gli interessi
economici dei consumatori, il loro diritto all'informazione, all'educazione e alla (loro)
organizzazione.
Partner ammissibili:
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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organizzazioni non-profit;
organizzazioni europee di consumatori indipendenti non governative, non-profit;
funzionari responsabili della protezione dei consumatori;
enti pubblici.
Organismo responsabile: DG Agenzia Esecutiva per la Salute e i Consumatori
Link e ulteriori informazioni
Sito web del Programma: http://ec.europa.eu/chafea/
Programma Europa Creativa
È il programma quadro della Commissione europea per i settori cultura e creatività, con
l’obiettivo di favorire la crescita e l’occupazione in questi settori.
Il programma fornisce il supporto per salvaguardare e promuovere la diversità culturale e
linguistica europea, contribuendo alla strategia Europa 2020 e alle sue iniziative faro.
Il programma quadro "Europa creativa", riunisce i programmi Cultura, MEDIA e MEDIA
Mundus 2007-2013, aggiungendo un nuovo strumento finanziario per migliorare l'accesso al
credito per PMI e le organizzazioni operanti nei settori culturali e creativi.
Organismo responsabile: DG Istruzione e Cultura
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http://ec.europa.eu/culture/
Rubrica, Europa Globale (6% del bilancio totale)
La Rubrica, Europa Globale, sostiene tutte le azioni di politica estera della UE, come
l’assistenza allo sviluppo e gli aiuti umanitari, con l’eccezione del Fondo Europeo di
Sviluppo (FSE).
I programmi della Rubrica sono: Strumento di Assistenza Preadesione (IPA); Strumento
Europeo di Vicinato (SEV); Strumento di partenariato (SP); Strumento di Cooperazione
allo Sviluppo (SCS); Strumento per la Stabilità e la Pace (IFS); Strumento europeo per la
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Democrazia e i Diritti Umani (EIDHR); Strumento Europeo per la Democrazia e i Diritti
Umani (EIDHR); Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione .
Strumento di Assistenza Preadesione (IPA)
Il Programma IPA sostiene i paesi candidati, o potenziali candidati, nell'attuazione delle
riforme politiche, istituzionali, giuridiche, amministrative, sociali ed economiche necessarie
per avvicinare i Paesi ai valori dell'Unione e allinearli progressivamente alle norme, alle
politiche e alle pratiche dell'Unione in vista dell'appartenenza alla stessa.
Organismo responsabile: DG per l’Allargamento (ELARG) - Inforegio
Link ed ulteriori informazioni
Web page del programma: http://ec.europa.eu/enlargement/instruments/overview/
Strumento Europeo di Vicinato (SEV)
Lo strumento di rivolge a 16 paesi ad est e a sud dei confini dell'UE. L'UE offre ai suoi vicini
relazioni privilegiate basate su una mutua adesione a valori e principi.
Partner ammissibili:
istituzioni decentrate ed enti nei paesi e nelle regioni partner;
organismi misti;
organizzazioni internazionali e regionali;
istituzioni finanziarie internazionali;
istituzioni ed agenzie europee (fino ad una certa misura);
attori non governativi.
Organismo responsabile: DG Sviluppo e Cooperazione - Europeaid
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http://ec.europa.eu/europeaid/how/finance/enpi_en.htm
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Strumento di partenariato (SP)
L'obiettivo dello strumento di partenariato è quello di proiettare all'esterno le politiche
interne dell'UE e di cercare complementarità con i programmi dell'UE, come Orizzonte
2020 ed Erasmus +. Ha una portata globale e offre una particolare attenzione ai partner
strategici e alle economie emergenti.
Organismo responsabile: Servizio degli strumenti di politica estera (FPI)
Link e ulteriori informazioni:
REGOLAMENTO (UE) N. 234/2014 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
dell'11 marzo 2014 che istituisce uno strumento di partenariato per la cooperazione
con i paesi terzi
REGOLAMENTO (UE) N. 236/2014 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
dell'11 marzo 2014 che stabilisce norme e procedure comuni per l'attuazione degli
strumenti per il finanziamento dell'azione esterna dell'Unione
Strumento per la Stabilità e la Pace (IFS)
Fornisce sostegno diretto alle politiche esterne dell'Unione intervenendo nei settori:
risposta alle crisi, prevenzione dei conflitti, costruzione della pace, minacce globali e
transregionali.
Partners ammissibili:
organizzazioni regionali e statali;
attori non statali ed internazionali.
Organismo responsabile: DG EuropeAid Sviluppo e cooperazione (DEVCO)
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http://ec.europa.eu/europeaid/how/finance/ifs_en.htm
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Strumento europeo per la Democrazia e i Diritti Umani (EIDHR)
Lo strumento di cooperazione allo sviluppo (SCS) sostituisce una vasta gamma di
strumenti geografici e tematici che sono stati creati nel corso del tempo.
Lo strumento sostiene la cooperazione allo sviluppo dell'UE, quindi l’assistenza ai paesi in
via di sviluppo, la riduzione della povertà, lo sviluppo sostenibile, il progresso sociale, la
promozione dell’integrazione nell'economia mondiale. Obiettivo primario della
cooperazione è la riduzione e (a lungo termine) l'eliminazione della povertà.
Partners ammissibili:
i paesi e le regioni partner e relative istituzioni;
gli enti decentralizzati dei paesi partner (comuni, province, dipartimenti e regioni);
organismi misti istituiti dai paesi e dalle regioni partner con la Comunità;
attori non statali;
organizzazioni internazionali;
agenzie dell'UE
Organismo responsabile: DG Europe Aid
Link ed ulteriori informazioni
Sito del programma: http://ec.europa.eu/europeaid/how/finance/dci_en.htm
Strumento europeo per la Democrazia e i Diritti Umani (EIDHR)
L'EIDHR è progettato per contribuire allo sviluppo e al consolidamento dei diritti umani e
delle libertà fondamentali, della democrazia e dello Stato di diritto di tutto il mondo.
Organismo responsabile: DG Sviluppo e Cooperazione – EuropeAid
Links ed ulteriori informazioni
Sito del Programma: http://www.eidhr.eu/
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Meccanismo di Protezione Civile dell’Unione
Sostiene, coordina e integra le azioni degli Stati membri nel settore della protezione civile
per migliorare l'efficacia dei sistemi di prevenzione, preparazione e risposta ai disastri
naturali e artificiali.
La protezione garantita copre principalmente le persone ma anche l'ambiente e i beni, ivi
compreso il patrimonio culturale, proteggendoli dalle catastrofi naturali e artificiali, dagli
atti di terrorismo, dagli incidenti tecnologici, radiologici o ambientali, dall'inquinamento
marino e dalle emergenze sanitarie acute che si verifichino all'interno o all'esterno
dell'Unione.
Lo strumento vuole migliorare la prevenzione, la preparazione e la capacità di risposta
degli Stati membri di fronte a gravi catastrofi, riducendo così al minimo le perdite umane e
materiali.
Organismo responsabile: Aiuto Umanitario e Protezione Civile (ECHO)
Link e ulteriori informazioni
Sito di ECHO: http://ec.europa.eu/echo/index_en.htm
Nel corso dell’esposizione non viene presentato, perché lontano come interessi e
destinatari, lo Strumento per la Cooperazione in Materia di Sicurezza Nucleare (INSC) che
finanzia misure per una maggiore sicurezza nucleare e di radioprotezione. Per gli
interessati si fornisce l’indirizzo del sito del programma:
http://eeas.europa.eu/nuclear_safety/
Link per acquisire ulteriori informazioni
Al termine di questa sezione, per chi è interessato ad acquisire informazioni o
approfondimenti tematici sullo stato dei programmi attivati in Italia, oltre ai link segnalati
nelle schede, si consiglia di visitare i link:
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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http://www.dps.gov.it/
Link del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica (DPS) - (Ministero
dell’Economia e delle Finanze, -MEF-; Ministero dello Sviluppo Economico –
MISE; Agenzia per la coesione territoriale; vigilanza Presidenza del Consiglio dei
Ministri.)
http://www.opencoesione.gov.it/
OpenCoesione è il portale sull'attuazione dei progetti finanziati dalle politiche di
coesione in Italia. Tutti possono così valutare come le risorse vengono utilizzate
rispetto ai bisogni dei territori.
Realizzato dal governo Monti, il portale contiene una serie di informazioni, a libero
accesso, inerenti il numero, la tipologia e lo stato di avanzamento dei progetti presenti
su un’area, la dimensione e localizzazione territoriale, la quota di finanziamento pro-
capite, di ciascun progetto. Cliccando sull’area geografica di interesse, è possibile
conoscere, fino a livello di singolo comune, tipologia di progetto, risorse assegnate e
spese, localizzazioni, ambiti tematici, soggetti programmatori e attuatori, tempi di
realizzazione e pagamenti dei singoli progetti.
www.governo.it/ Presidenza/sititematici/html
Link della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Home page degli specifici ministeri di interesse (Agricoltura, Ambiente, Economia,
Infrastrutture, Interni, etc.).
Visitare i link di queste istituzioni è fondamentale per seguire la traduzione (cioè ricaduta) a
livello nazionale dei Programmi Comunitari e dei PON.
A livello regionale, partendo dalla home page della singola regione, si accede ai link dello
specifico POR.
Per gli enti sovra territoriali (Parchi, GAL, Patti Territoriali, etc.) destinatari di specifiche
misure, si invita a partire dalla home page dell’Ente.
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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In tutti i casi, è necessario armarsi innanzitutto di pazienza: col tempo si acquisisce una
specifica competenza nel navigare su questi temi.
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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La gestione dei fondi europei: panorama nazionale
L’efficienza nella gestione e i ritardi nelle spese Non è un segreto che l’Italia nella spesa dei fondi strutturali europei sia in ritardo cronico.
La condizione però, ha effetti differenti da quelli ipotizzabili: fino ad ora, contrariamente
all’opinione diffusa, l’Italia non ha mai perso risorse dei fondi strutturali europei, se non per
valori trascurabili.
Come sia possibile questo e perché questa volta potrebbe essere differente, è quello che
proveremo a chiarire. In molti sono a pensare che questa volta, a fine 2015, dato l’elevato
ritardo di spesa, c’è il rischio di un cospicuo disimpegno.
Il Sesto Rapporto sulla Coesione economica, sociale e territoriale della Commissione
Europea, mostra (Fig1), che al maggio 2014, su 27 Stati membri, l’Italia era quart’ultima nella
percentuale di spesa delle risorse impegnate nel periodo 2007-13.
Figure 1 – Absorption of funding and project selection by Member State for the 2007-2013 programming period
Fonte: Commissione Europea (2014)
I ritardi nella spesa hanno ricadute trasversali in termini di efficacia dell’intervento e il loro
perdurare dimostra una certa impermeabilità del sistema di gestione della PA nazionale.
Vi sono almeno tre motivi per i quali occorre evitare forti ritardi.
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Secondo la regola “n+2”, gli interventi cofinanziati dai fondi strutturali vanno conclusi (cioè
le spese sostenute e certificate) entro due anni dal momento in cui sono state impegnate,
pena il loro rientro nel bilancio comunitario (“disimpegno”).
Per il periodo precedente (2007-2014) significa che le spese, il cui impegno come costi è
avvenuto nel 2013, vanno certificate entro il 31.12.2015.
Un lento avanzamento degli interventi ha negative ricadute sui processi economici, con
ritardi a livello di domanda (collegati alla spesa), e di offerta (collegati all’impatto
economico degli interventi).
Accumulare ritardi può determinare azioni di “ingegneria finanziaria” sui fondi, cioè alla
ripetuta riprogrammazione (sostituzioni, modifiche), degli interventi previsti, alla
reimputazione delle azioni, fino alla riduzione dei contributi previsti.
In Italia, nel 2011, attraverso il Piano di Azione Coesione del governo Monti, la quota di
cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali, è stata ridotta, per circa 10 miliardi,
riducendo dello stesso ammontare il totale soggetto alla regole del n+2. Analogamente, in
ben 16 paesi UE il cofinanziamento nazionale, complessivamente, è stato ridotto per il 18%
dell’importo iniziale: in Irlanda, Portogallo e Lettonia per un valore proporzionalmente
maggiore rispetto all’Italia. Nell’intera Europa ben 45 miliardi di euro (13% del totale dei
fondi strutturali) sono stati riprogrammati dopo il 2009 e spostati da una priorità all’altra.
Perché questi ritardi?
Opinione diffusa è che i ritardi siano da addebitare alle (ridotte) capacità amministrative
della maggioranza delle Amministrazioni regionali, particolarmente di quelle del
Mezzogiorno, a decisioni politiche condizionate da clientelismo e corruzione.
Il fenomeno, ad opinione di Viesti, ha “… ripercussioni rilevanti sulle decisioni di politica
economica: viene sovente sostenuto, tra l’altro, che non si possano neanche discutere le
allocazioni finanziarie per le politiche ordinarie (correnti e in conto capitale), anche se
questo penalizza il Mezzogiorno, perché nell’area ci sono così tante risorse inutilizzate da
spendere.”
Come dire: a causa di una burocrazia parassitaria ed autoreferenziale, oltre il danno, la
beffa!
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Una recente pubblicazione della Banca d’Italia (2014) dà idea (Tab. 1), dell’ampia quantità di
risorse ancora da spendere, soprattutto nel Mezzogiorno.
Table 1
Stando alla Banca d’Italia, il ritardo di spese, maggiore nel periodo 2007-2013 riguardo al
precedente (2000-2006), è dovuto alla complessità delle nuove regole previste per
l’attuazione dei programmi comunitari; alla maggiore incidenza di grandi progetti
infrastrutturali, la cui gestione è particolarmente complessa; ai vincoli di bilancio che
hanno ostacolato le capacità di cofinanziamento statale e regionale.
L’opinione generale è che nella P.A. la diffusa tendenza a rimandare l’assunzione delle
decisioni necessarie non abbia più giustificazioni.
La situazione dei lavori pubblici appare disastrosa ovunque.
Questa circostanza appare oggi ancora più grave alla luce della fortissima riduzione della
spesa pubblica in conto capitale che si è avuta nel nostro paese a seguito delle politiche
dell’austerità.
Nella Tab. 2 sono riportati, classificati per tipologia di intervento, i dati presenti sul portale
OpenCoesione inerenti i progetti cofinanziati dai fondi strutturali nel periodo 2007-2013.
Al momento di andare in stampa sul sito sono riportati i dati aggiornati al 31/10/2014.
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L’ insieme degli interventi e l’importo complessivo di finanziamento pubblico (inclusi i fondi
strutturali), sono notevoli: 856.284 progetti (di cui quasi 550.000 nel Centro - Nord), per un
ammontare di risorse totali (periodo 2007-2013) di 99.286 mld €, di cui monitorati
finanziamenti per 84,3 mld € e 35,7 mld pagati.
Table 2
I progetti si aggregano principalmente nelle classi: acquisto di beni e servizi; concessione
di incentivi e contributi alle imprese; lavori pubblici.
Dai dati emergono differenze significative fra le regioni del Centro-Nord e le regioni del
Centro-Sud (regioni convergenza come Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, o in transizione
come Abruzzo e Basilicata), con forti differenze anche fra le regioni del Sud: il peso dei
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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lavori pubblici è particolarmente alto in Campania e in Sicilia, in Puglia, e (soprattutto) in
Calabria è più alto il peso degli incentivi alle imprese.
“Su tutto il territorio nazionale, l’avanzamento della spesa è molto minore nel caso dei
lavori pubblici (44,4% Centro - Nord, contro 33,1% Sud e Isole). Le differenze regionali
interne al Mezzogiorno, in quest’ultimo caso, sono estremamente ampie: l’avanzamento
della spesa per i lavori pubblici va dal 63,3% della Basilicata e 46,5% della Puglia (in
entrambe maggiore che nel Centro - Nord), al 28,6% della Calabria fino al 20,4% della
Campania.
Per tutti i progetti che non riguardano la realizzazione di lavori pubblici l’avanzamento della
spesa è del tutto simile fra Centro - Nord e Mezzogiorno, e fra le regioni del Sud; con
sorprendenti punte di avanzamento maggiore in Calabria e in Basilicata.
Da questi primi dati si può trarre un’importante conclusione: il problema della lentezza
della spesa è in misura nettamente prevalente nella realizzazione dei lavori pubblici; al
netto di questi, la velocità è simile tra Centro - Nord e Mezzogiorno. Il maggior ritardo del
Sud è spiegato da due fattori: il peso proporzionalmente molto maggiore dei lavori pubblici
nell’insieme degli interventi; la loro particolare lentezza in Sicilia, Calabria e soprattutto
Campania.”
È ai lavori pubblici che conviene quindi volgere l’attenzione.
Ad opinione di Viesti cit. il “ritardo nella spesa relativa ai lavori pubblici può dipendere in
primo luogo da un ritardo di tipo politico-amministrativo nell’impegno” delle risorse: cioè
dalla lentezza nella scelta dei progetti da finanziare e quindi nella stipula di obbligazioni
contrattuali giuridicamente vincolanti, fra l’amministrazione responsabile della
programmazione (ministero o regione) e il soggetto a cui è demandata la responsabilità
della realizzazione dell’opera.
Questi dati mostrano che nelle regioni in cui vi sono i principali ritardi nella spesa per lavori
pubblici vi sia stato anche un ritardo negli impegni; e che l’insieme dei programmi
convergenza sia partito in ritardo rispetto a quelli competitività.”
A considerazioni analoghe si giunge osservando (fig. 3) i tempi di attivazione degli
interventi infrastrutturali, suddivisi per classi di costo e fasi.
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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I grafici mostrano che in Italia è necessario un tempo estremamente lungo per la
realizzazione delle opere pubbliche.
Dalla progettazione all’affidamento, alla realizzazione dei lavori, al completamento della
spesa fino al collaudo finale sono consumati, in media, 4,5 anni di cui 2,6 per le
progettazioni, 0,5 per l’affidamento e 1,4 per l’esecuzione dei lavori.
I tempi sono notevolmente influenzati dalla dimensione media degli interventi: si passa da
2,9 anni per le opere sotto i 100.000 euro ad oltre 14 anni per le opere di valore superiore ai
100 milioni.
Figure 2 - Tempi di attuazione degli interventi infrastrutturali per classi di costo e fasi
È evidente che già le opere di importo superiore ai 5 milioni di euro abbiano durate
difficilmente compatibili con i cicli settennali di spesa dei fondi comunitari, avendo tempi
medi di completamento di 7,7 anni.
Un’opera pubblica di oltre 100 milioni di euro abbisogna di 7,2 anni per il completamento
dei lavori e di altri 4,5 anni per il definitivo completamento della spesa. Per spendere
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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l’intero importo relativo ad un’opera pubblica di dimensione superiore ai 100 milioni sono
quindi necessari 19,1 anni: 6 per le progettazioni, 1,3 per l’affidamento, 7,2 per i lavori, 4,5
per le fasi post-completamento dei lavori. I dati sono negativi in tutte le regioni,
indipendentemente dagli ammontare da spendere. La situazione è persino un po’ peggiore
per le opere incluse nei programmi nazionali per le regioni convergenza, rispetto a quelle
incluse nelle programmazioni delle Amministrazioni Regionali.
I dati forniti dal DPS-UVER (L'UVER - Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici -, una
struttura del Ministero dello Sviluppo Economico) rendono idea dei tempi medi regionali
necessari per chiudere gli interventi realizzati nelle diverse regioni, non necessariamente da
amministrazioni o soggetti attuatori delle stesse regioni (figura 3). Da questa analisi non si
rileva un problema significativamente accentuato nel Mezzogiorno rispetto al resto del
paese. Emergono durate piuttosto simili fra regioni, con le eccezioni della Basilicata e
soprattutto della Sicilia, dove appaiono particolarmente lunghi i tempi di attraversamento
nelle fasi di progettazioni (mentre le fasi realizzative sono in linea con la media nazionale, o
inferiori). L’Emilia-Romagna è la regione dove si registrano risultati migliori.
Figure 3 - Durate nette delle fasi di attuazione degli interventi infrastrutturali per regione e fase
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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La realizzazione di lavori pubblici gioca un ruolo fondamentale nello spiegare il forte
ritardo italiano nella spesa dei fondi strutturali. È il ritardo nelle opere pubbliche (che nella
programmazione nel Mezzogiorno pesano assai più che nel resto del paese) a spiegare
quasi completamente la peggiore performance di spesa del Sud rispetto al Centro - Nord.
I programmi nazionali che intervengono nel Mezzogiorno con lavori pubblici hanno un
avanzamento un po’ più lento rispetto a quelli a responsabilità regionale. I dati mostrano
però interessanti diversità: la velocità di spesa dei progetti che interessano solo Campania,
Calabria, Puglia e Sicilia.
Naturalmente nella valutazione dei risultati va tenuto conto dell’enorme differenza degli
importi da spendere (e che influenzano anche il valore medio nazionale, che è ponderato),
che vanno da 5,3 miliardi per la Campania e 4,3 miliardi per la Sicilia, a meno di 100 milioni
per alcune regioni più piccole. Le percentuali più alte di spesa riguardano proprio alcune
piccole regioni, più Abruzzo e Marche. Toscana, Veneto e Sardegna sono sotto il 40%. Sicilia,
Lazio, Calabria, e soprattutto Campania sono sotto la media nazionale.
Dall’analisi dei dati DPS si evidenzia che i comuni sono i maggiori attuatori dei lavori
pubblici finanziati con i fondi europei (41,2% della spesa), seguiti da RFI-Anas con il 19,4%,
poi da enti di diritto pubblico e di diritto privato con circa il 12% per ciascuno dei due
gruppi; il resto è suddiviso fra province, amministrazioni statali, altri soggetti e spesa
diretta delle amministrazioni regionali.
Al Centro - Nord il peso dei comuni è nettamente prevalente (57,9%) perché i fondi
strutturali non finanziano interventi di RFI e Anas. Viceversa al Sud i due grandi soggetti
pesano per il 21,9%, ridimensionando il ruolo dei comuni. Vi è però una grande differenza fra
Campania e Sicilia: nel primo caso i comuni sono soggetti attuatori del 58,2% della spesa e
RFI-Anas solo del 5%; nel secondo, i comuni pesano per il 23,1% e RFI-Anas per il 46,7%.4
“Nel dato nazionale, comuni e province sono sopra la media; RFI-Anas in media, enti di
diritto pubblico e di diritto privato, nettamente sotto. Confrontando Centro - Nord e
Mezzogiorno è subito evidente una maggiore velocità di spesa, nel primo caso, sia per gli
enti di diritto pubblico (46,2% contro 19,5%), che per quelli di diritto privato (53,9% contro
32,6%). Un aspetto senz’altro interessante, che pare confermare una efficienza maggiore di
questi soggetti nelle regioni centrosettentrionali. Ma ancora una volta vi sono grandi
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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diversità all’interno del Mezzogiorno: per gli enti di diritto pubblico, Basilicata e Puglia
hanno una spesa maggiore rispetto al Centro - Nord, a fronte di risultati disastrosi nelle
altre tre regioni. Anche questi dati suggeriscono analisi di maggiore dettaglio sul variegato
mondo degli enti. In particolare appare opportuno evidenziare, anche attraverso lo studio
dei singoli casi, le vicende che hanno riguardato la Campania (e anche Sicilia e Calabria),
dove le percentuali di spesa a fine 2013 sono disastrose, di poco superiori allo zero,
indagando in particolare sul numero e la qualità dei soggetti attuatori: sia utilizzando
OpenCoesione, sia analizzando i materiali raccolti dai Comitati di Sorveglianza dei
programmi.
Anche per le province il dato medio del Centro - Nord è migliore di quello del Mezzogiorno,
ma Basilicata e Puglia hanno un avanzamento di spesa maggiore del Centro - Nord, e
Calabria e Sicilia hanno risultati un po’ migliori della Campania, che fa molto male anche da
questo punto di vista.
Interessanti anche i dati di RFI-Anas, con una grande diversità fra regioni: percentuali di
avanzamento buone (rispetto alla media) in Puglia, discrete in Sicilia, cattive in Calabria e
pessime in Campania.
Complessivamente però questi grandi soggetti, dotati di elevatissime competenze tecniche
e amministrative, hanno percentuali di spesa molto modeste: a fine 2013 hanno speso solo
1472 milioni dei 4158 complessivi degli interventi di cui sono attuatori.
Vi è un insieme di regioni nella quali la spesa è più avanzata, superiore al 50%: Abruzzo,
Molise, Basilicata, Puglia, Marche, Lombardia, Trentino Alto Adige, Liguria.
I risultati peggiori si hanno in Veneto e nel Lazio, seguiti da Campania, Calabria, Piemonte.
È evidente che, nonostante i comuni del Sud abbiano importi di spesa da realizzare assai
più alti, la velocità di realizzazione non segue un crinale Nord/Sud, ma presenta un’ampia
varianza all’interno delle circoscrizioni.
È interessante e da approfondire il caso dei comuni della Campania, che hanno un
avanzamento modesto rispetto a quelli delle altre regioni, ma comunque migliore di tutti
gli altri soggetti attuatori nella regione. Va tenuto conto che i comuni campani sono
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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attuatori di interventi per 3,4 miliardi, cioè il 38% di tutte le risorse per lavori pubblici
affidate ai comuni.
Il caso Campania merita senz’altro molti approfondimenti.
Interessante anche il caso dei comuni della Sicilia, che mostrano invece un avanzamento di
spesa migliore di diversi casi del Centro - Nord, in un quadro regionale non positivo.”
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Conclusioni
Nel nostro Paese la gestione dei fondi europei ha continuato a mostrare, anche nel ciclo
finanziario appena concluso (2007-2013), gravi carenze tanto a livello quantitativo quanto a
livello qualitativo.
Il livello di funzionamento della PA come agente propulsore delle economie locali è
disperatamente basso: i bassi livelli di spesa dei fondi strutturali (analogamente per i fondi
nazionali) vanificano gli originari presupposti con un impatto sulla qualità della vita dei
cittadini deludente o nullo.
Il ciclo in corso (2014-2020) non lascia intravedere sostanziali modifiche, dato il perdurare
dell’assenza di coinvolgimento dei territori nella fase della programmazione.
Piuttosto che il coinvolgimento efficace e diretto dei territori nella fase di programmazione
del proprio sviluppo (crescita dal basso), si è perseverato nella sovrapposizione di enti e
centri con analoghe finalità di progettazione. Gli istituti e gli strumenti della
programmazione negoziata generano una anomala idea del concetto di partecipazione,
producendo uno degli effetti più deleteri della programmazione partecipata: la lungaggine
procedurale!
Il lungo periodo richiesto per la programmazione/progettazione è uno fra i fattori che
maggiormente condizionano lo sviluppo locale: ad un sistema di filtri di legittimazione e
analisi delle proposte segue la lentezza nella scelta dei progetti da finanziare, quindi nella
stipula di obbligazioni contrattuali, giuridicamente vincolanti, fra l’amministrazione
responsabile della programmazione (ministero/regione) e il soggetto a cui è demandata la
responsabilità della realizzazione dell’opera.
Il problema della lentezza della spesa è particolarmente evidente nella realizzazione dei
lavori pubblici: la filiera progettazione/affidamento/realizzazione dei lavori/completamento
della spesa/ collaudo finale, consuma, in media, 4,5 anni, di cui, 2,6 per le progettazioni, 0,5
per l’affidamento e 1,4 per l’esecuzione dei lavori.
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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L’estrema lunghezza del tempo necessario per la realizzazione di opere pubbliche
accomuna il Centro - Nord e il Mezzogiorno, con particolare lentezza in Sicilia, Calabria e
soprattutto Campania.
La Campania per capacità di spesa, tanto a livello di amministrazione regionale quanto a
livello di amministrazioni provinciali, così come a livello di grandi committenti, come RFI e
ANAS, vince il non gratificante posto di fanalino di coda
Non è solo un problema di lenta realizzazione fisica, ma di (rilevanti) ritardi amministrativi,
di riduzione del potenziale di sviluppo del programma, di vanificazione dell’effetto
innovatore dell’intervento!
Questo fenomeno è particolarmente presente nelle aree a basso risultato, dove la
programmazione (dello sviluppo di un territorio) è svolta da apparati burocratici
autoreferenziali con un coinvolgimento scarso o nullo dei futuri destinatari/beneficiari
delle azioni.
Finché la programmazione dello sviluppo di un territorio non è conseguenza di azioni di
attiva e diffusa informazione, di procedure pubbliche (messa a bando) per l’identificazione
di progettisti, di valutazione dei progetti da presentare (livelli funzionalmente successivi),
in sede comunitaria il coinvolgimento dei territori sarà condizionato dal consociativismo
delle lobby trasversali, trasformando strumenti pensati per sviluppare innovazione e
cambiamento in redditivifici e parassitaria inefficienza!
Non costruendosi una rete territorialmente attiva, in possesso delle fini competenze
necessarie per la gestione dei progetti, un co-finanziamento comunitario può rivelarsi una
traumatica e letale (finanziariamente) esperienza per i soggetti a vario titolo partecipanti
ad un progetto. Con particolare riferimento ai destinatari/beneficiari ultimi dell’azione,
cioè gli enti locali, le università, le scuole, le imprese, i soggetti sociali coinvolti, i singoli
imprenditori.
Questa situazione perdura particolarmente nelle aree del Paese ove predominano enti
finalizzati alla “tutela, valorizzazione, promozione e sviluppo”.
L’efficienza ed efficacia necessaria per realizzare con le scadenze previste l’Accordo di
Partenariato fra l’Italia (in quanto paese partner) e la Comunità Europea si scontra, in
LA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014 - 2020
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Italia, con la ridotta capacità di spesa (cioè il concludere e rendicontare gli investimenti
entro le scadenze previste) delle PA (Pubblica Amministrazione) e dei grandi destinatari,
pubblici e privati (ANAS, RFI, etc.) del Paese.
Il problema non è quello delle regioni del Mezzogiorno che non vogliono, o non sanno,
spendere i fondi europei, quanto quello della difficoltà (complessiva) della realizzazione di
opere pubbliche in Italia.
La ridotta capacità di spesa accomuna tutte le regioni del Paese, con differenze anche
notevoli fra le stesse (la Sicilia e la Campania ad es. non sono nelle stese condizioni
dell’Emilia Romagna o della Lombardia).
Più istituzioni (Corte dei Conti, Dipartimento per Programmazione e lo Sviluppo, etc.)
indicano tempi di realizzazione lunghissimi e in sensibile incremento rispetto a qualche
anno fa: oggi, in Italia, occorrono quasi 20 anni per completare tutta la spesa relativa ad un
progetto infrastrutturale di grande dimensione (più di 100 milioni); quasi 8 anni per la sola
conclusione di un’opera, fra 5 e 10 milioni di euro, cui poi vanno aggiunti ulteriori tempi per
completare la spesa dopo la chiusura dei cantieri.
In generale, in Italia, i tempi utilizzati per la conclusione di interventi con costi superiori ai 5
mln di € superano i tempi previsti dai cicli settennali di spesa dei fondi comunitari.
Non deve trarre in inganno che, a livello nazionale, la media delle fasi di attuazione degli
interventi infrastrutturali si attesta a 4,5 anni; contribuiscono a questo risultato le classi dei
valori inferiori ai 5 milioni di euro!
La realizzazione di grandi e piccole infrastrutture è un problema storico del nostro paese.
Il fatto che queste opere siano finanziate dai fondi strutturali determina solo un
meccanismo (collegato alle regole sul disimpegno) che rende avvertiti di questi ritardi.
Le opere pubbliche finanziate con altre risorse non sono più rapide (anzi, potrebbero
essere anche più lente, vista la mancanza di vincoli temporali alla spesa); in assenza di
finanziamento comunitario, semplicemente i ritardi passano più inosservati e nessuno se
ne lamenta.
Si tratta di una vera emergenza nazionale!
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Il Paese deve dotarsi di nuova managerialità e procedure.
Bisogna determinare nuovi istituti che vadano ad attaccare le rendite di posizione, le azioni
di lobby, l’inefficienza e la corruzione.
A partire dalle posizioni di vertice (il pesce marcio puzza dalla testa) delle istituzioni.
I ritardi nella conclusione degli investimenti non sono condizionanti tanto per il temuto
disinvestimento dei fondi (questo è un mito da sfatare e nel corso dell’esposizione se ne
forniscono le spiegazioni) quanto per il blocco che essi determinano su ogni aspetto della
vita del Paese. Blocco che si traduce in ritardo di sviluppo, perdita di fattori di
competitività, esclusione, emarginazione e degrado.
Come dire: il Paese quando deve costruire i fattori di cambiamento, si blocca in una
pervasiva rete di inefficienze.
Gli istituti della programmazione negoziata (Intesa istituzionale di programma, accordo di
programma, patto territoriale, contratto di programma, contratto d’area) vanno ripensati e
sostituiti con soluzioni più idonee.
Il DPS-UVER propone “il ricorso a centrali di Committenza, ovvero l’assegnazione di
responsabilità attuative solo ad enti attuatori che già dispongano di risorse professionali
(per ridurre significativamente i casi di inadeguatezza tecnica e/o inerzia dell’ente
attuatore) e il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza (monitoraggio,
accompagnamento, controllo) per ridurre le situazioni di inerzia amministrativa ed
accrescere l’efficiente uso delle risorse”. La proposta sembra una soluzione da pannicello
caldo!
Va innanzitutto tolto l’ossigeno alle varie istituzioni che vivono del progredire della pratica!
Nel DPS Aree interne l’allora ministro F. Barca precisava “Esiste un crescente consenso
nell’interpretare le trappole del non-sviluppo – sia attorno a equilibri di arretratezza, come
nel Mezzogiorno, sia attorno a un blocco della produttività, come nel Centro-Nord – quale
risultato di scelte consapevoli delle classi dirigenti locali e nazionali. Tali scelte sono dettate
dalla convenienza a estrarre un beneficio certo dalla conservazione dell’esistente – giovani
non istruiti, accessibilità inadeguate, imprese inefficienti assistite, barriere amministrative
all’entrata, ambiente non tutelato, bandi di gara e progetti mal fatti – anziché competere per
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un beneficio incerto in un contesto innovativo e in crescita – dove i giovani sono competenti,
l’accessibilità buona, le imprese inefficienti acquisite da quelle efficienti, l’entrata è facile,
l’ambiente è tutelato, bandi di gara competitivi e progetti ben fatti attraggono l’offerta dei
migliori. In altri termini, l’azione pubblica è di cattiva qualità non per l’incapacità delle classi
dirigenti che ne sono responsabili, ma per la loro espressa volontà.
Se così stanno le cose, l’azione pubblica per la coesione, nel mirare a creare per tutti i cittadini
opportunità di vita, lavoro e impresa che dipendano il meno possibile dalle condizioni e luogo
di nascita, deve destabilizzare queste trappole del non-sviluppo, evitando di fare affluire i
fondi nelle mani di chi è responsabile dell’arretratezza e della conservazione. Aprendo invece
varchi per gli innovatori sia nei beni pubblici che produce, sia nel modo in cui li produce. Le
innovazioni di metodo proposte sono rivolte ad aprire tali varchi. Ecco perché il “come
spendere” è così rilevante.”
È il riscontro dell’incapacità di un’intera classe gestionale ad essere motore di
cambiamento. Classe gestionale che storicamente nella nazione ha utilizzato questo blocco
per condizionarne lo sviluppo!
Perseverando, da allora non risulta che le soluzioni proposte nel DPS siano state
trasformate in programmi operativi, né tantomeno che il Paese sia stato chiamato a
dibattere sul caso!
Il Parlamento, per tutelare la democrazia e la partecipazione del Paese al proprio sviluppo,
deve, (non solo) su questo campo, interrogare e trovare soluzioni, cioè prendere le
distanze e dimostrare di chiudere il clima collusivo e cointeressato che pervade il settore!
La politica economica del Paese chiede che si ripensino ruoli e funzioni di interi apparati, a
partire dal Ministero delle Infrastrutture e dai grandi esecutori pubblici e privati!
Va ripensato e riformulato l’intero quadro che dagli istituti della Programmazione
(comunitaria o negoziata) porta alla conclusione degli interventi.
Bisogna attuare interventi conclusivi delle modalità di gestione fino ad .ora espletate a
livello dell’intero territorio nazionale, essendo, le soluzioni adottate, prossime alla loro
estinzione.
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Ai manager pubblici vanno prescritti compiti ed obiettivi, con scadenze vincolanti e
penalità certe: tutt’altra cosa che le indennità di risultato!
Come dire: a casa e restituiteci il maltolto, cioè stipendi, parcelle e indennità
impropriamente percepite!
Tanto a livello nazionale, quanto a quello comunitario, bisogna operare avendo come
punto di riferimento le organizzazioni territoriali dei distretti cinesi e di altre “aree tigri”
in cui le specifiche territorialità si assumono e programmano la loro crescita, addossandosi
costi, spese e risultati dei loro interventi sul mercato.
Una cosa ben diversa dalle figure deputate allo sviluppo territoriale operanti in Italia in
regime monopolistico di gestione!
Il modello di riferimento deve essere il capo villaggio di un distretto asiatico, non un
impiegato, laureato, masterizzato, che come dipendente è retribuito per promuove
imprese e territori (sob: non è l’imprenditore che promuove il dipendente ma il dipendente
che promuove l’imprenditore e… senza rischiare nulla di proprio).
Nel Cilento il modello è Angelo Vassallo!
(* Nota: Nel tempo intercorrente fra l’invio e la pubblicazione di questo articolo, sono
avvenute le dimissioni del Ministro delle Infrastrutture Lupi)
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Bibliografia
1 - European Commission (2014), Investment for jobs and growth. Promoting development
and good governance in EU regions and cities. Sixth report on economic, social and
territorial cohesion, July.
2 - Per un quadro storico si vedano F. Prota, G. Viesti, Le nuove politiche regionali
dell’Unione Europea, Il Mulino, Bologna, 2007 e Ib.Senza cassa. Le politiche di sviluppo del
Mezzogiorno dopo l’Intervento straordinario, Il Mulino, Bologna, 2012.
3 - F. Barca, La coesione territoriale in Italia alla fine del 2011. Relazione alle Commissioni
Bilancio di Camera e Senato del Ministro per la coesione territoriale, 6 dicembre 2011.
4 - Viesti G. Perché la spesa dei fondi strutturali è così lenta? StrumentiRES - Rivista online
della Fondazione RES. Anno VII - n° 1 - Febbraio 2015
5 - Banca d’Italia Il Mezzogiorno e la politica economica dell’Italia, intervento di apertura
del Gov. Mario Draghi al Convegno di presentazione dello studio (Roma, 26 novembre
2009).
6 - Dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica – Nucleo Tecnico di valutazione e
verifica degli investimenti pubblici
7 - G. Viesti, P. Luongo, I fondi strutturali europei. Alcune lezioni dall’esperienza italiana,
StrumentiRes, febbraio 2014.
8 - Viesti e Luongo (2014), cit.
9 - Cfr. Audizione del Ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia alle Commissioni
Bilancio (V) e Politiche dell’Unione europea (XIV) della Camera sulla Programmazione dei
Fondi Strutturali 2014-2020, 19.11.2013.
10 - (DPS-UVER) (2014) I tempi di attuazione e di spesa delle opere pubbliche. Rapporto
2014.
11 - G. Viesti (2015), Why Europe is in a trap, Stato e Mercato, n. 1.
12 - G. Viesti (2015), Il Sud dimenticato dalla politica, Italianieuropei, n. 1.
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13 - F. R. Zotta, D. Babic’, (2014), Guida pratica dell'UE alle Opportunità di finanziamento
2014-2020, European Project Association; Cittalia; ES.COM; International University
Institute for European Studies; European Accademy; Informo; Scuola Superiore
Amministrazione dell’Interno.
14 - Comunità Europea Decisione di esecuzione della Commissione del 29.10.2014 che
approva determinati elementi dell'accordo di partenariato con l'Italia Bruxelles, 29.10.2014
15 - Art.10 Reg. UE n. 1303/2013
16 - F. Barca, Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020.
Documento di apertura del confronto pubblico, 2012
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