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LaVer itàAnno II - Numero 275 www.laverita.info - Euro 1O Quid est veritas? O

QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Domenica 19 novembre 2017

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MAGNESIOSUPREMO®

IL BESTIARIO

Lettera d’addio di un vecchio padrerimasto orfano del suo «bel fieu»

di GIAMPAOLO PANSA

n Caro Alessandro, latua scomparsa im-provvisa mi ha costret-to a prendere atto dialcune verità. La pri-ma è che nella vita di

tutti giorni accade ciò che di solitoavviene quando c’è una guerra. Checosa succede in una nazione coin-volta in un conflitto? L’ho visto con

i miei occhi di bambino negli ultimimesi della seconda guerra mondia-le: a morire sono sempre i giovani,mentre gli anziani la scampano. In-somma, la guerra rovescia lo statonaturale delle cose. Ma può accade-

re così anche se il mondo si trova inpac e.

Te ne sei andato a 55 anni. Men-tre io sono ancora vivo quando neho 82. Ti confesso che in questigiorni più di una volta mi sono do-

mandato: perché il Padreterno nonha preso me, invece di te, anche seavrebbe arrecato un grande dolorealla persona che amo di più al mon-do, la mia cara Adele? Lo so, è unadomanda senza senso: il perché lo

conosce soltanto lui. Ma l’ho pensa-to e credo che ci metterò del tempoprima di non chiedermelo più.

In compenso ho scoperto che esi-ste l’infarto posteriore. Come mi haspiegato un cardiologo moltoesperto, corrisponde a una fucilataimprovvisa che ti uccide in pochiistanti. Di solito colpisce soggettiancora giovani, spesso maschi, chenon hanno mai avuto (...)

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55 ANNI Alessandro Pansa

SCONVOLGENTE RIVELAZIONE DI UN PRELATO

La profezia di Wojtyla: «Ho vistole orde musulmane in Europa»

Giovanni Paolo II ebbe la tremenda premonizione di notte«Sarà peggio di comunismo e nazismo. Diventeremouna cantina. Ricordalo tu alla Chiesa del terzo millennio»

NOTA AL MINISTRO

LA FEDELISI AGITAPER TUTTOMA IGNORALA SCUOLAdi MAURIZIO BELPIETRO

n Questa èuna letteraaperta a Va-leria Fedeli,la ministrad e l l ’ I s t r u-

zione senza istruzione.La signora, che in testaostenta una bandiera ros-sa, mesi fa scattò comeuna molla appena appre-sa la notizia che un pro-fessore di una scuola pergeometri di Carrara avevaavuto l’ardire si scalareuna vetta facendosi poiun selfie con una bandie-ra della Repubblica di Sa-lò. Come si permette?tuonò la ministra, che inun battibaleno ordinòu n’ispezione a carico deldocente. Da notare che ilprof era salito sul cucuz-zolo per i fatti suoi, cioèd’estate, quando le scuolesono chiuse e non avevacoinvolto nella scalatanessuno dei suoi alunni.Tuttavia la giustificazio-ne dell’insegnante, il qua-le si era limitato a dire chela sua era una libera ma-nifestazione del pensie-ro, non era riuscita a pla-care l’indignazione dellaresponsabile del dicaste-ro scolastico la quale, sa-puto che nei paraggi viera stata una strage nazi-fascista e che la scalataera avvenuta (...)

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VATICANO SEGRETOLe foto più insolite dei papi

SUPPLEMENTO DI QUATTRO PAGINE AL CENTRO DEL GIORNALE

AVEVA 91 ANNI, NEL 1951 FU IL PRIMO ITALIANO A DIVENTARE MUSULMANO

La morte di Pallavicini, sceicco dell’islam buonoSi convertì nel giorno in cui morì il suo maestro Guénon. Fu monarchico e partigianodi STEFANO LORENZETTO

n Nonostante if o t o m o n t a g g idell’Isis con papaFrancesco deca-pitato, c’è ancheun islam buono.

Il compianto professor SergioNoja Noseda, uno dei tre gran-di arabisti d’Europa, che era dicasa persino da quel demoniod el l’iraniano Mahmoud Ah-madinejad, me lo ripetevasempre, quando tornava da

una visita «fra i cannibali» (luii musulmani li chiamava così)o da una lezione all’Un ive r s i tàAl Azhar del Cairo, il più anticoistituto accademico maomet-tano di studi religiosi e giuridi-ci: «Se passeggi per le vie diAlgeri, ti accorgi che la mag-gioranza degli islamici vuoleaccompagnare i figli a scuola,mangiare in famiglia, fare laspesa nei centri commerciali eguardare un po’ di tv la sera,proprio come noi italiani».

Chi mai potrebbe aver pau-

ra di Pietrangelo Buttafuoco,giornalista e scrittore dallaprosa abbagliante, che daqualche anno professa la fedenel Profeta e ha persino assun-to il nome di Giafar Al Siqilli,cioè Giafar il Siciliano, essen-do nato a Catania? Avrebbespaventato solo la mia inse-gnante di chimica delle magi-strali, Piera Nicoli, che mi re-galò un saggio sull’espansioni -smo saraceno del primo mil-lennio dalla Sicilia alle Alpi.Oppure Enzo Biagi, il quale a

ogni nostro incontro mi demo-liva Buttafuoco, che all’epocaancora non conoscevo perquella persona che è, uno stoi -ki m ug i k , uomo tutto d’un pez-zo, lo avrebbe classificato Ru-dolf Abel, l’agente segreto rus-so del Ponte delle spie. Biagiera ossessionato da Buttafuo-co. Lo riempiva di querele. Evi-tava persino di pronunciarneil cognome, storpiandolo inMangiafuoco, Picciafuoco oqualcosa del genere. (...)

segue a pagina 17

di FRANCESCO BORGONOVO

n Monsignor Mauro Longhi del pre-sbiterio della prelatura dell’Opus Deirende nota la visione profetica cheGiovanni Paolo II gli rivelò nel 1993:« L’islamismo», disse il Papa, «è unapiaga più profonda, più dolorosa e più

mortale rispetto a nazismo e comuni-smo». A monsignor Longhi, Wojtylaraccontò con preoccupazione che leorde islamiche avrebbero «invasol’Europa», trasformandola in unacantina piena di «vecchi cimeli, pe-nombra e ragnatele».

a pagina 3

Il governo in un vicolo ciecoVuole abolire la Forneroperò non ha i soldi per farloCgil e Lega contro la proposta sulle pensioni di anzianità

di CLAUDIO ANTONELLI

n Il rischio di prendereschiaffi è alto. Da un lato c’èl’Unione europea che ha giàmesso l’Italia tra i Paesi a ri-schio e non consentirà nes-sun intervento che crei altraspesa pubblica strutturale.Dall’altro ci sono i sindacatiche minacciano il governobrandendo la mazza ferratadel voto, e chiedono il bloccodella riforma Fornero sullepensioni. Le elezioni (...)

segue pagina 7

La verità su Fico di Farinettisi legge soltanto all’e st e ro

ALESSIA PEDRIELLI a pagina 8

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LaVer ità 17DOMENICA19 NOVEMBRE 2017

ZLA MORTE DI ’ABD AL WAHID PALLAVICINISegue dalla prima pagina

di STEFANO LORENZETTO

(...) Eppure sono certo che G i a fa r AlS iq i l l i non sia mosso da propositi bel-licosi, benché la nuova identità gli de-rivi da Jawhar Al Siqilli, generale na-tivo della Trinacria, conquistatoredel Nordafrica dal Marocco fino all’E-gitto, dove fondò Il Cairo e costruì lamoschea di Al Azhar, sede dell’ate n e odove era Noja Noseda a indottrinaregli studenti arabi, mai viceversa.

Peccato solo che l’islam buonoc’entri poco con l’islam noto ai più.Era il penultimo giorno del 2003quando a Roma ne conobbi il più insi-gne esponente, ’Abd Al Wahid Palla-v ic i n i , morto domenica scorsa all’etàdi 91 anni, dopo una vita spesa a cerca-re di mettere d’accordo le tre religionimonoteiste del ceppo abramitico.

Ora immaginate di dover incontra-re uno sceicco. La sera prima gli tele-fonate per confermare la vostra visitae lui, dopo un subisso di salamelec-chi, vi congeda così: «Lei è un uomoprezioso». Questo era l’islam delloshaykh (sceicco, appunto) ’Abd AlWahid Pallavicini, alla nascita bat-tezzato Felice. Aveva fondato la Co-reis (Comunità religiosa islamica ita-liana), bestia nera dei fondamentali-sti, oggi guidata dal figlio Ya hya , lega-

ta alla Lega musulmana mondiale.L’«altro» islam predica la jihad,

Pall avicini combatteva una guerrasanta contro l’intolleranza e il fanati-smo. L’«altro» islam taglierebbe vo-lentieri la testa agli infedeli, Pallavici -ni era sicuro che avrebbero visto laluce dell’unico Dio anche quelli che sisono regolati sulla Torah o sui Vange-li. L’«altro» islam vorrebbe entrare inVaticano con l’aereo passando attra-verso il tiburio del Cupolone, Pallavi -cini vi si era fatto ammettere comeambasciatore della Grande moscheadi Roma nel Pontificio consiglio per ildialogo interreligioso. L’«altro» islamvorrebbe uccidere il Papa, Pallavicinigli aveva stretto la mano ad Assisi.L’«altro» islam brucia i crocifissi, Pal -l av ic i n i mai una volta pronunciò i no-mi di G e sù e Maria senza farli seguiredalle formulerituali «su diLui la pace» e«su di Lei la pa-ce».

L o s h ayk hera stato il pri-mo italiano aconvertirsi allar e l i g i o n e d iM a o m e t t o .Pronunciò las h a h a d a , l aprofessione difede, il princi-pale dei cinquepilastri su cuis i f o n d a l ’ i-slam, il 7 gen-naio 1951, inSvizzera: «Non vi è Dio se non il Dio eMuhammad è il suo profeta». Quellostesso giorno alle 11 di sera moriva alCairo un altro ’Abd Al Wahid, il suomaestro René Guénon, l’o r ie nta l i s tafrancese che aveva abbracciato l’i-slam e cambiato identità 40 anni pri-ma. Oltre che ereditarne il nome, Pal -l av ic i n i ne prese idealmente il posto.Da allora rimase sempre saldamenteancorato al sufismo, la corrente mi-stico-esoterica dell’islamismo chepratica l’ascesi, il distacco dalle cosemondane, la contemplazione di Al-lah. Non per nulla ’Abd Al Wahid vuoldire servo dell’Un ic o.

Il sufismo ebbe un corrispettivonella Chiesa cattolica con i templari, icavalieri dell’Ordine religioso-milita-re del Tempio fondato a Gerusalem-me nel 1119 in difesa del Santo Sepol-

cro e soppresso due secoli dopo dapapa Clemente V per deviazioni ere-ticali. E così come i templari avevanostretto rapporti con i saraceni, tantoda ottenere un angolo di preghieradentro la moschea di Al Aqsa, terzoluogo santo dell’islam dopo la Meccae Medina, ’Abd Al Wa h id Pa l l av ic i n iamava fregiarsi del titolo di cavalieredel Sovrano Ordine di San Giovannidi Gerusalemme. L’investitura av-venne a Beirut, una ventina d’anni fa.Lo rivelai sul G io r n ale. Insorse l’Ordi -ne di Malta, gridando all’i m b rog l io.L’interessato reagì con distacco:«Ciascuno di questi ordini sostiene diessere quello vero». Mi giunse unaletteraccia su carta color indaco, sor-montata da croce latina e corona, fir-mata dalla principessa Elvina Palla-vicini Medici del Vascello, la nobil-

donna romanache viveva fratempere delBotticelli, af-freschi di Gui-do Reni e teledi Palma il Gio-va n e. D a s e-guace del ve-scovo tradizio-nalista M a rc elL e fe bvre, nonvoleva che lasua dinastiafosse confusac o n i l r a m olombardo, dalquale discen-deva i l capodella Coreis.

Il titolo di shaykh (significa saggio)era onorifico. Fu conferito a Pallavi -c i ni nel 1970 a Singapore, mentreviaggiava «in cerca della verità», pro-fessione consentita solo ai rampollidi famiglie benestanti (il padre orefi-ce gli aveva lasciato molte proprietà).Per i parenti diventò un reprobo. Fre-quentava il secondo anno di medicinae dovette abbandonare gli studi.

Incontrai Pa l l av ic i n i nel suo villi-no sulla via Cassia, dove viveva con lamoglie giapponese. Intercalava ita-liano, arabo e dialetto meneghino. Ti-rava avanti a caffè, biscottini e acquaPanna. Sul tavolo del salotto teneva lascultura di un crociato. Indossavauna gellaba grigia, la veste che scendefino ai piedi, e sopra quella un caftanonero privo di maniche; in testa avevala taqiyah, uno zucchetto bianco fatto

a uncinetto, dono dell’a m ba s c i ato redell’Oman. Quella mattina s’era alza-to alle 5.55 per il Fajr, la prima pre-ghiera della giornata. Ne conclusi chese tutti quelli che si professano mu-sulmani - e cristiani, ed ebrei, e indui-sti, e atei - fossero stati come ’Abd AlWahid Pallavicini, il mondo non sol-tanto sarebbe apparso un posto piùtranquillo: anche migliore.

Chiesi allo sceicco perché avesserinnegato il cattolicesimo. «Non horinnegato nulla», s’irrigidì. «Ci si con-verte verso Dio, non contro. L’islamnon è superiore al cristianesimo. Èsolo una rivelazione successiva delDio unico, Allah in arabo. L’ultima.Prima c’è stata quella ebraica, poiquella cristiana, infine quella del pro-feta Mu h a m m ad . G e sù - su di Lui lapace - per noi è il Maestro del Soffio:spirito divino. I giornalisti islamofo-bici martellano su integralismo, pa-narabismo, antimodernismo, antioc-cidentalismo. Ma islam, alla lettera,significa sottomissione alla volontàdi Dio. Il guaio è che molti di coloroche si dicono musulmani non sonoper niente sottomessi a Dio».

Pa l l av ic i n i era approdato ad Allahpartendo da Vittorio Emanuele III.«Avevo 20 anni quando mi arruolaipartigiano nella brigata monarchicadi Edgardo Sogno», mi raccontò. «Fuicatturato dalla milizia fascista e rin-chiuso alle Nuove di Torino. Rimasifino al 25 aprile 1945 nel raggio dellamorte». Avevo sempre creduto chePa l l av ic i n i simpatizzasse per il filo-sofo Julius Evola, ammiratore di Be -nito Mussolini, più che per il re. «Sim-patizzavo», corresse. «Evol a traduce -va in italiano i libri di Gué n o n , per cuiandai a trovarlo. Mi disse: “Io non pos-so fare niente per lei, perché non haistanze politiche da rappresentar-m i”. E m’indirizzò verso gli islamici».

Gli domandai se si sentisse più ita-liano o più musulmano. Rispose: «Gliitaliani non credono che io sia musul-mano, i musulmani neppure. È in-comprensibile il musulmano italia-no. Ma l’islam è universale, perciòcattolico. Non ci sono forse gli arabicristiani? Perché non possono esser-ci gli islamici italiani? Lo Stato sostie-ne cattolici ed ebrei, ma non i musul-mani. Eppure c’è un volto buono del-l’islam, lo ammette persino G e o rgeBu s h . Non siamo tutti terroristi. Da-teci la forza per predicare il modera-tismo ai nostri giovani, lasciate che

insegniamo loro la dottrina e il rispet-to per le leggi della Repubblica italia-na. L’islam non è solo maiale e poliga-mia».

Ma allora in che modo inquadraregli atteggiamenti violenti di perso-naggi come Adel Smith, pace all’ani -ma sua, che in quelle settimane si eravisto riconoscere da un giudice deltribunale dell’Aquila, Mario Monta-n a ro, la legittimità della sua richiestadi far rimuovere il crocefisso dalle au-le della scuola frequentata dai figli?« A’udu biLlahi min ashshaytan arra-jim», esclamò Pa l l av ic i n i , cioè «mi ri-fugio in Dio contro Satana il lapida-to». E aggiunse: «Le espressioni dia-boliche hanno molteplici volti». Il cheforse spiega le disavventure di S m i thin quel 2003: la prima su Serenissimatv, quando il politologo Carlo Pelan-da, che si erasentito defini-re «stupido ei g n o r a n t e » ,decise di rego-lare i conti al-l ’istante conuna virile scaz-zottata; la se-c o n d a n e g l is tu d i d e l l ’ e-mittente vene-ta Telenuovo,dove 23 giovanidi estrema de-stra fecero ir-ruzione in di-retta per inter-rompere le ba-lordaggini spa-rate da S m i th durante la trasmissio-ne Rosso e Nero.

Pa l l av ic i n i aveva chiesto più voltealla Santa Sede di riconoscere la vali-dità salvifica sia dell’islamismo chedel giudaismo e di affermare che an-che i musulmani avranno la vita eter-na, nonostante non siano cristiani.Ma forse sbagliò i tempi del pontifica-to. Presso papa Fran cesc o av rebb etrovato più ascolto. Non si dava paceper questo: «Purtroppo prevale l’an -tica concezione secondo cui “ex traEcclesiam nulla salus”, fuori dallaChiesa non c’è salvezza. Non capisco-no che è proprio l’esclusivismo con-fessionale a condurre al fanatismo. Ilterrorista crede di essere depositariodell’unica verità e di dover convertiregli altri o per amore o per forza. Chiuccide, e si suicida, nel nome di Allah

non lo farebbe se sapesse che sta am-mazzando degli innocenti i quali ado-rano il suo stesso Dio. Se ci odiamo franoi, non è perché siamo ebrei, cristia-ni o musulmani, ma perché non losiamo a sufficienza. Nelle chiese nonsi parla più di Dio: soltanto di pace.Nelle moschee non si parla più di Dio:soltanto di guerra».

Pa l l av ic i n i ebbe parole di condan-na per Osama Bin Laden: «A’udu biL-lahi min ashshaytan arrajim. È unaquestione diabolica. Sfrutta la reli-gione per fini egocentrici, politici,eversivi. Non rappresenta nulla di re-ligioso in generale né di islamico inparticolare. È la contraffazione dellaverità, tipico segno della fine dei tem-pi » .

E concluse il dialogo con una profe-zia che si sta avverando: «La religionenon è razionale. Lo scontro del mon-do d’oggi non è fra civiltà, bensì frasacralità e razionalità. Il senso dellasacralità in Occidente è perduto. Èl’occidentale che si stufa ad andare amessa, non il cristiano. Ex Orientelux . Il sole sale a Oriente e cade a Occi-dente. Tutte le religioni sono sorte inOriente e tramontano in Occidente».

Rividi ’Abd Al Wahid Pallaviciniqualche anno dopo, sempre a Roma,dove la Fondazione Ali aveva deciso diconferirci, non ho mai capito perché,un premio. Indossava la stessa gella-

ba grigia, lo stesso caftano nero e lastessa taqiyah bianca del nostro pri-mo incontro. Con noi, anche MarinaO rl a n d i , vedova del professor M a rc oBiagi, assassinato dalle Nuove Br, eGiuseppe Fraizzoli, direttore del-l’Holy Family hospital Fatebenefra-telli di Nazareth, il quale nella cittànatale di Maria rendeva possibile ilmiracolo di medici ebrei che si fannoassistere da infermieri arabi e mediciarabi che si fanno assistere da infer-mieri ebrei, prendendosi cura tuttiinsieme dei sofferenti, senza badarealla loro religione di appartenenza.

Purtroppo, anziché vicino a questitre campioni di altruismo, fui messo asedere accanto a un altro premiato,Carlo Alessandro Puri Negri, che sidistingue per una spocchia diretta-mente proporzionale alla lunghezza

delle sue gene-ralità. La stes-sa boria cheebbi modo dit o c c a r e c o nmano quandoa Pescara mi fuconsegnato ilpremio Carlet-ti alla solida-rietà insiemecon Igor Man,al secolo I go rM a n l i o M a n-zel la, inviatospeciale dellaSta m p a , c h eperò almenoaveva il meritodi spiegarci l’i-

slam e di regalarci qualche scoop, co-me quello di Edoardo Agnelli diven -tato musulmano e baciato in frontedall’imam K h o m ei n i una ventina dianni prima del misterioso suicidio.Benché fossi stato messo in guardiada Giorgio Dell’Ar ti, che me ne avevatracciato l’identikit pur senza nomi-narlo («Baffoni. Capelli bianchi. Ma-nia di scrivere in prima persona. Inti-mità con gli Ag nelli proclamata a ognioccasione. Il più trombone di tutti»),ai miei occhi M a n resta esemplareper l’intrepida abitudine di chiudereil suo Diario arabo con una sura trattadal Corano. Anche se resto più affe-zionato alla frase che Victor Hugoscrisse nel 1857: «Morendo, C r i s to la -scia quattro chiodi, M ao m etto s ettespade». Spiega molto. Quasi tutto.

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“Se parlava di Gesù, al nomefaceva seguire la formula«su di Lui la pace». Lo stessose citava Maria. Fu ammessonel Pontificio consiglioper il dialogo interreligioso

”“Fu partigiano monarchicocon Edgardo Sogno e vennecondannato a morte. «Il guaioè che molti si proclamanomusulmani ma non sonosottomessi a Dio», spiegava

CORANO Lo sceicco ’Abd Al Wahid Pallavicini, morto domenica scorsa all’età di 91 anni. Fu seguace di René Guénon e Julius Evola

Lo sceicco che amava Maometto e il PapaBattezzato Felice, nel 1951 fu il primo italiano a convertirsi all’islam. Del quale diceva: «Non è superiore al cristianesimo». Fondòla Coreis, bestia nera dei fondamentalisti. Imitò i templari: era cavaliere del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme