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Istruzione, Università e Lavoro quale matching?

Monitoraggio e analisi delle best practice dei Servizi di

Orientamento e Placement delle Università.

di

Ludovica Rossotti, Piera Rella

Istruzione, transizione al mercato del lavoro e mobilità sociale

Paper for the Espanet Conference

“Modelli di welfare e modelli di capitalismo. Le sfide per lo sviluppo socio-

economico in Italia e in Europa”

Università degli Studi di Macerata, 22 - 24 Settembre 2016

Ludovica Rossotti- Docente a contratto presso l’Università degli studi di Perugia e PhD in“Ricerca

Applicata nelle Scienze Sociali” – Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche, Sapienza

Università di Roma e [email protected]

Prof.ssa Piera Rella - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche, Sapienza Università di

Roma - [email protected]

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Abstract I dati dell’ultimo rapporto ISTAT (ISTAT 2016), evidenziano come i giovani in Italia faticano sempre

di più ad entrare nel mondo del lavoro, rimanendo così intrappolati in un processo di dipendenza

economica dalla famiglia. Tale problematica non coinvolge solo i ragazzi più svantaggiati ma anche

giovani laureati, con anni di formazione e master alle spalle.

Ciò evidenzia come la crisi economica e le conseguenti politiche attuate in Italia, abbiano

conseguenze anche sull’istruzione, che viene indebolita in una delle sue principali funzioni, di

ascensore sociale, volto a contrastare le diseguaglianze e a garantire a tutti gli stessi strumenti.

All’opposto si rafforza la provenienza familiare, quindi di ceto e classe, che attraverso reti informali

favorisce l’entrata nel mondo del lavoro. Rimane comunque difficile anche per le classi più agiate

scegliere il corso di laurea in base alle proprie aspirazioni e garantire l’ingresso nell’occupazione

desiderata (Cavarra, R. Rella, P., Rossotti, L. 2015). Un problema di transizione dalla formazione

all’inserimento nel mercato del lavoro che trasversalmente interessa larga parte della popolazione

(ISTAT 2016).

Per fronteggiare questa dilagante disoccupazione da circa un ventennio, l’Europa fa molto

affidamento nelle politiche attive e nei Servizi pubblici per l’impiego (SPI): una prova è il nuovo

Regolamento del FSE per la programmazione 2014/2020, il quale continua a prevedere, tra le diverse

priorità di investimento, la modernizzazione delle istituzioni del mercato del lavoro (ISFOL 2014)

con il fine di aumentare l’occupabilità delle persone come risposta ad una crisi che rende sempre più

difficile per gli Stati assicurare politiche di protezione e di sostegno (ISFOL 2015). Accanto ai centri

per l’impiego pubblici (CPI) e alle agenzie per il lavoro private (APL) si stanno facendo sempre più

strada i servizi di Orientamento e Placement delle Università, (Italia Lavoro 2015, Rapporti SOUL

2015) con particolare approfondimento al rapporto di quest'ultima con le imprese (FONDAZIONE

CRUI 2015). L’esigenza nasce dalla difficoltà dei centri per l’impiego pubblici di rispondere ad un

offerta di lavoro qualificata, che evidenziava una latenza di servizi sulle politiche attive del lavoro

destinate ai laureati. Una domanda esistente ma che non riusciva a trovare una corrispondente offerta

da parte del sistema pubblico, per questa ragione sono nati gli uffici di orientamento e placement

degli atenei, per andare incontro ad una domanda potenziale ed effettiva che non veniva soddisfatta

o relegava il laureato a rivolgersi ad una agenzia di somministrazione privata.

In un mercato del lavoro estremamente frammentato la presenza di più soggetti che gestiscono

servizi per il lavoro può essere una ricchezza, ma c’è anche il rischio di dispersione degli

interventi: l’importanza della ricerca proposta è anche quella di fare maggiore chiarezza sulla

situazione, individuare le best practice per farle diventare un modello anche per gli altri Servizi.

L’obiettivo principale che ha orientato la ricerca è stato, l’individuazione delle best practice dei

servizi di Orientamento e Placement delle Università pubbliche e private nel Lazio. In particolare

attraverso il monitoraggio e l’analisi dei servizi offerti dalle diverse università, si è analizzato il loro

funzionamento nei termini di: compiti svolti dagli operatori e dai dirigenti, collegamento con le

imprese, matching tra offerta e domanda di lavoro, tipologia di contratti offerti. La finalità è stata la

costruzione di tipologie di servizi per l’impiego in base alle caratteristiche locali del mercato del

lavoro, che nella nostra ricerca ha riguardato il territorio laziale.

A livello metodologico si è proceduto ad un monitoraggio sugli studi già esistenti e successivamente

ad un’analisi qualitativa mediante interviste in profondità rivolte ad operatori e dirigenti dei servizi

di Orientamento e Placement dell’Università.

Dai primi risultati è emerso che le università del Lazio riescono a fare orientamento e offerta di

tirocini curriculari ed extra-curriculari ai laureati e molto meno intermediazione di manodopera.

Emergono delle differenze tra università pubbliche e private che evidenziano come punti vissuti come

critici per le une diventano punti di forza per le altre. E soprattutto si è ricostruita una mappa di

interventi esportabili da un territorio all’altro.

Key words: università, orientamento, mercato del lavoro, giovani, laureati

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1.Inquadramento internazionale

Disoccupazione, scoraggiamento, precarietà e scarsa qualità sono le facce con cui si presenta il lavoro

oggi in Italia; già presenti dagli anni '80 vengono aggravate dalla crisi finanziaria del 2007. E' un

problema non solo italiano ma mondiale come testimoniano i rapporti sempre più allarmati dell'ILO

sulle difficoltà dei giovani di inserimento nel mondo del lavoro (ILO 2015). Guardando alle

trasformazioni economiche e sociali in Occidente in conseguenza della globalizzazione, emerge una

società complessa, lacerata da conflitti tra ceti e classi, territori, generi e generazioni: in essa attori

sociali privilegiati almeno in termini di capitale culturale come le e i laureati sembrano avere più

possibilità di manovra, ma di fatto continuano ad avere molti vincoli. Se il mercato del lavoro (MDL)

italiano in cui prevalgono le piccole imprese di settori tradizionali esposte alla concorrenza straniera,

presenta problemi di over-education già tra chi è inserito nel MDL, gli scarsi investimenti privati nei

settori innovativi, le politiche di austerity che limitano gli investimenti pubblici, il blocco del turnover

nel pubblico impiego, rendono difficile l’inserimento delle poche (in confronto agli altri paesi

europei) persone laureate. E’ dunque indispensabile rafforzare gli strumenti di collegamento tra

domanda e offerta come i CPI. Anche le Università devono farsi carico, come già sta avvenendo nelle

varie regioni italiane, dell’orientamento e dell’inserimento nel MDL, per evitare che chi proviene da

famiglie di ceto medio basso abbia più difficoltà rispetto a chi proviene da famiglie di ceto alto a

parità di merito. Soprattutto considerando che il nostro Paese è tra quelli che hanno destinato una

quota residuale di investimenti sui servizi per l’impiego. Da circa un ventennio, l’Europa fa molto

affidamento nelle politiche attive e nei Servizi pubblici per l’impiego (SPI): una prova è il nuovo

Regolamento del FSE per la programmazione 2014/2020, il quale continua a prevedere, tra le diverse

priorità di investimento, la modernizzazione delle istituzioni del MDL (ISFOL 2014) con il fine di

aumentare l’occupabilità delle persone come risposta ad una crisi che rende sempre più difficile per

gli stati assicurare politiche di protezione e di sostegno (ISFOL 2014).

Di recente l’Ocse (OECD, 2013) ha rilevato che vi è una mancanza di organizzazione tra gli SPI che

andrebbe rivista. Tuttavia ritiene che i Servizi pubblici per l’impiego a livello comunitario siano lo

strumento principale per la realizzazione delle politiche attive del lavoro e vengono coordinati, guidati

e finanziati dall’Europa. Ovviamente si riscontrano delle differenze territoriali tra i vari Paesi che

riflettono da una parte la situazione occupazionale nei singoli mercati del lavoro e dall’altra il diverso

modo di affrontare il problema da parte dei governi (Koning et al., 1999).

Le elaborazioni ISFOL su dati Eurostat sull’andamento della spesa per gli SPI nel periodo compreso

tra il 2008 e il 2011, mostrano come in generale i paesi hanno incrementato la spesa dedicata ai servizi

per il lavoro, tranne per alcune eccezioni: Irlanda, Italia e Grecia. Inoltre nei paesi mediterranei, a

fronte di un’elevata crescita della disoccupazione non corrisponde un innalzamento della quota di

PIL dedicata agli stessi servizi.

In particolare per quanto riguarda la quota di PIL destinata ai servizi per il lavoro, i paesi del

mediterraneo si contraddistinguono per un investimento molto basso allontanandosi dalla media

europea: la Finlandia è il Paese che investe di più mentre l’Italia e il Portogallo sono in fondo alla

graduatoria (ISFOL 2014).

Una situazione che si ripresenta anche per quanto riguarda gli operatori dei CPI, dove tra il 2008 e il

2011 Francia e Germania e Inghilterra hanno aumentato gli investimenti incrementando anche il

numero di operatori a differenza dell’Italia e del Portogallo che invece li hanno diminuiti. Nello

specifico l’Italia insieme agli altri paesi mediterranei, mostra un impiego di spesa per disoccupato

irrisorio con una scarsa disponibilità di operatori preposti per ciascun disoccupato. L’Italia si

contraddistingue per un altro elemento: la maggior parte dei disoccupati si rivolge prevalentemente

alle reti informali per trovare lavoro (80%) oppure direttamente alle imprese (66,6%) (ISFOL 2014)

una spia di come i CPI nel nostro Paese non siano ancora in grado di contrastare la difficile situazione

in cui navigano i giovani.

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2.Contesto nazionale

Passando dal panorama internazionale a quello nazionale, i dati dell’ultimo rapporto ISTAT rivelano

che i giovani in Italia faticano sempre di più ad entrare nel mondo del lavoro, rimanendo così

intrappolati in un processo di dipendenza economica dalla famiglia. Tale problematica non coinvolge

solo i ragazzi più svantaggiati ma anche giovani qualificati in possesso di laurea e/o e master costretti

a lottare tra disoccupazione, overeducation e overskills.

Secondo i dati Eurostat relativi al 2013 in Italia le/i laureati nella classe d’età 15-34 anni sono il 22,7%

a fronte di una media europea del 36%. Nonostante ciò i laureati occupati fino a 34 anni sono di meno

che negli altri paesi. Se ne deduce che il sistema produttivo del nostro paese non è in grado di assorbire

la (poca) forza lavoro qualificata (Bergamante, Canal 2015 p.105-106; Reyneri e Pintaldi, 2013). Ciò

è confermato anche dalla crescita esponenziale degli espatri di laureati verso l’estero sia in termini

assoluti (i cancellati dall’anagrafe sono passati da 3480 nel 2002 a 23.971 nel 2015) che in percentuale

degli altri emigrati (nel 2013 erano il 30,6%)1.

D’altronde l’Italia non si caratterizza come un Paese che valorizza l’istruzione come accesso e volano

per l’occupazione, ne è una spia il titolo di studio della classe manageriale italiana che secondo quanto

riportato dall’Eurostat, nel 2012, il 28% si caratterizza per avere titoli bassi: scuola dell’obbligo o

titoli minori, a fronte di una media europea dell’11% (UE27) e 13% (UE15) e della Germania che

riporta solo un 5% di manager con basso titolo di studio (CRUI 2015). E all’opposto i manager italiani

in possesso della laurea o titolo superiore sono solo il 24% a fronte di una media UE del 53% (UE27)

e 52% (UE15).

Fig 1. – Occupati con qualifica di manager per titolo di studio

Fonte: CRUI 2015

Ciò ha conseguenze sul tessuto produttivo e sul capitale umano ovvero riflette “la manodopera” di

cui ha bisogno il sistema produttivo, perché come hanno dimostrato Torrini e Schivaldi il manager

con un titolo di studio alto, appunto la laurea, assume il triplo dei laureati rispetto ad un manager con

basso titolo di studio (CRUI 2015), quindi un paese, il nostro, caratterizzato da piccole e medie

imprese che non investono in innovazione e alta tecnologia e con imprenditori che prediligono i

lavoratori poco qualificati (Torrini e Schivaldi 2008).

I dati dell’ultimo Rapporto annuale dell’ISTAT (ISTAT 2016), evidenziano come la lieve ripresa

dell’occupazione nell’Ue nel 2015 (+1,1%) non abbia comportato grandi miglioramenti per i giovani

del nostro paese, per diversi motivi. Già prima della crisi il tasso di occupazione italiano era più basso

di quello medio europeo. In secondo luogo il nostro paese fa parte di quell’ampia parte di stati europei

che non ha recuperato i livelli occupazionali precedenti la crisi.

1 I dati sono presi dal rapporto del Centro Studi e Ricerche Idos e dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” Le migrazioni

qualificate in Italia. Ricerche, statistiche, prospettive, a cura di B. Coccia e F. Pittau , 2016

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In terzo luogo a causa della riforma delle pensioni e del blocco delle assunzioni nel pubblico impiego

la lieve ripresa ha interessato solo le generazioni più anziane (+0,1% la crescita del tasso di

occupazione giovanile (ISTAT,2016).

Se si guarda la figura sottostante, è possibile notare come nelle città metropolitane italiane tra il 2008

il 2015 ci sia stato un forte calo di lavoratori giovani a favore di lavoratori ultra 54enni, configurando

una struttura che vede una media italiana di giovani tra i 15-24 avere un peso lavorativo pari a 3,9%

a confronto del 19,3% degli over 54. La situazione è particolarmente grave in due città meridionali

su tre, bari e Palermo, dove anche i 40-54 enni sono in calo. Ciò si verifica anche a Milano dove la

situazione di partenza del 2008 era di alta occupazione. Viceversa il gap generazionale è

relativamente meno forte a bologna, Firenze, Venezia e Roma

Fig. 2 - Occupati secondo l’età. Variazione percentuale 2008-2015. Città metropolitane Italia

Fonte: Elaborazioni Ufficio di Statistica di Roma Capitale sui dati ISTAT - RFL

Ciò decreta un netto squilibrio verso la generazione più anziana a discapito di quella più giovane, con

forti conseguenze a livello di partecipazione al mercato del lavoro e inclusione nella società,

testimonianza di tale fenomeno sono i neet che dal 2008 aumentano a ritmi sostenuti, toccando il

picco nel 2013, per scendere di soli due punti percentuali nel 2016 con il 20% di ragazzi tra i 15-24

anni che non studiano, non lavorano, non seguono percorsi di istruzione e formazione.

Tab 1. - Percentuale nazionale di Neet. Anno 2008-2016

Fonte: ISTAT 2016

Un dato che va letto come una chiara difficoltà dei più giovani nel riuscire a creare e a perseguire le

proprie aspirazioni e i propri obiettivi. Ciò va a ledere la parte vitale di un giovane, le sue

rappresentazione sociali nel mondo, come individuo, come persona dotata di capacità e abilità da far

fruttare per se stesso e per la comunità. Si è spezzato questo legame tra la passione insita e fuoco

ardente dell’essere umano e la voglia di perseguirla nonostante le difficoltà e i sacrifici che ciò può

16,6 17,619,0 19,7

21,022,2 22,1 21,4

20,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

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comportare. Lo studio non viene più percepito come uno strumento utile di socializzazione e di

crescita interna ed esterna, lo testimoniano i dati sul calo delle immatricolazioni che evidenziano una

diminuzione del 20% dal 2003 al 2012 (CRUI 2015).

Fig. 3 – Evoluzione 2000-2012 Immatricolati nel sistema universitario italiano

Fonte: Crui 2015

Una delle motivazioni del crollo dell’iscrizioni all’università è dovuta al fatto che diventa sempre più

evidente che anche chi è laureato ha difficoltà a trovare un lavoro corrispondente alla sua qualifica

anche perché il lieve incremento occupazionale è stato soprattutto di lavori non qualificati. Di

conseguenza i giovani e le loro famiglie sono meno disposti a fare dei sacrifici aggiuntivi rispetto alla

già difficile situazione economica dovuta alla crisi, perché non vedono più la laurea come un ingresso

sicuro nel mondo del lavoro.

Allo stesso tempo il mondo del lavoro risulta lontano e quando si avvicina è frammentato e ha

continue richieste differenti di come farne parte, da imprenditore di se stessi, da “libero” precario

senza diritti e limiti di tempo e di spazio. L’ingresso nel mondo del lavoro pare abbia diverse porte

da varcare, ma nessuna veramente aperta.

Le difficoltà di inserimento nel lavoro non sono solo quantitative, ma anche di tipo qualitativo, a

cominciare dal carattere precario del lavoro: prevalenza di assunzioni con contratti di lavoro atipico

e di breve termine, alternati a periodi di disoccupazione, che comportano percorsi frammentati e

differenziati, che spostano in avanti l’età in cui si raggiunge una certa indipendenza economica. Un

età che arriva mediamente più tardi per le donne rispetto agli uomini2.

Un ultima considerazione da fare riguarda le forti differenze territoriali: l’Italia centrale si posiziona

tra un Nord che ha un tasso di occupazione vicino a quello europeo e il Sud, con il tasso di

occupazione di 20 punti più basso di quello medio europeo, in posizione intermedia, ma nettamente

più vicina al nord (circa 60%).

2 L’Istat fa un analisi dei dati dell’Indagine famiglia e soggetti sociali del 2009 dei passaggi di stato sia occupazionale

che lavorativo, che termina quando gli studi sono finiti e il lavoro anche a tempo determinato trovato. Confrontando le

diverse generazioni si nota che l’eterogeneità delle carriere aumenta e anche l’età in cui si raggiunge l’indipendenza,

comunque più elevata per le donne. Ciò è in parte spiegato dal fatto che le ragazze studiano di più, ma è anche effetto

delle maggiori difficoltà che incontra il genere femminile (Istat, 2016, p.123)

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Fig. 4 - Tasso della popolazione > 15 anni. Ripartizione territoriale e dati Italia. Anni (2008-2015)

Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica di Roma Capitale su dati ISTAT- RCFL

Ciò evidenzia come la crisi economica e le relative politiche attuate in Italia, abbiano conseguenze

anche sull’istruzione, che viene indebolita in una delle sue principali funzioni, di ascensore sociale,

volto a contrastare le diseguaglianze e a garantire a tutti gli stessi strumenti. All’opposto si rafforza

la provenienza familiare, quindi di ceto e classe, che attraverso reti informali favorisce l’entrata nel

mondo del lavoro. Rimane comunque difficile anche per le classi più agiate scegliere il corso di laurea

in base alle proprie aspirazioni e garantire l’ingresso nell’occupazione desiderata (Cavarra, R. Rella,

P., Rossotti, L. 2015). Un problema di transizione dalla formazione all’inserimento nel mercato del

lavoro che trasversalmente interessa larga parte della popolazione (ISTAT 2016).

3. Disegno della ricerca

Il presente paper riporta i primi risultati di una ricerca più ampia sui Centri per l’Impiego Pubblici, le

Agenzie per i lavoro e i Servizi di Orientamento e Placement delle Università, volta a valutare i servizi

per l’impego pubblici, privati e universitari.

La funzione madre dei servizi pubblici per l’impiego (SPI) consiste nel comporre e gestire un vasto e

complesso insieme di dispositivi di intervento (sistemi, standard, procedure, strumenti) mirati al

sostegno e all’accompagnamento degli individui nelle diverse fasi di transizione del proprio percorso

professionale e lavorativo. Oggi questi centri necessitano di disporre di processi ed attività in grado

di sostenere adeguatamente i molteplici passaggi caratterizzanti la vita professionale degli individui

e di realizzare progressivamente una flessibilità, con significativi margini di sicurezza, del mercato,

attraverso la fornitura personalizzata di servizi avanzati, in grado di ridurre il più possibile il tempo

di permanenza delle persone nella rischiose condizioni di inattività, in un momento in cui la gestione

del contesto di crisi economica e occupazionale, da un punto di vista normativo e procedurale, già

risentiva dell’applicazione della Legge 2/2009 (misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro,

occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale) e del

processo di concertazione territoriale ai fini dell’integrazione tra politiche passive ed attive. Per

quanto riguarda le Università, il ruolo di intermediazione è avvenuto nel 2002 con la riforma Biagi,

con lo scopo appunto di favorire l’inserimento dei laureati nel mercato del lavoro. Una funzione da

svolgere non in competizione o al posto dei centri per l’impiego, ma con degli obiettivi specifici, tra

cui appunto l’attività di placement senza scopo di lucro (Garofano, Spattin 2011). I dati e le analisi contenute nel presente contributo restituiscono una panoramica dello stato dei servizi

di orientamento e placement dell’università rivolto agli studenti, laureandi e laureati delle Università

del Lazio, appartenenti al poggetto SOUL: Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Foro Italico, La Tuscia,

LUMSA e LUISS (quest’ultima ora uscita dal SOUL). Il Job Soul è un progetto iniziato nel 2008,

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prima denominato BLUS, partito dall’Università la Sapienza in accordo con la Regione Lazio, il cui

fine è di creare una rete di università per favorire l’ingresso dei laureati nel mondo del lavoro,

attraverso servizi erogati in maniera diversa ma complementare tra le varie università che vi

appartengono. Per questa ragione si muove su una piattaforma on line (www.jobsoul.it) in cui lo

studente laureando o laureato può iscriversi e candidarsi autonomamente all’offerta più vicina alle

proprie competenze. Attraverso la realizzazione di iniziative di recruiting, career day e orientamento

al lavoro gli studenti ed i laureati hanno la possibilità di instaurare un contatto diretto con le aziende

e di conoscere il mondo delle professioni già prima di conseguire il titolo universitario. In questo

modo, possono svolgere tirocini e stage, candidarsi per Premi di laurea o Borse di studio, conoscere

le opportunità lavorative offerte in Italia e all’estero, da aziende e istituzioni nazionali ed

internazionali. Il servizio inoltre, si avvale di un sito Placement di ateneo e di un database in cui

vengono delineati i diversi profili professionali di ogni laureato per permettere alle aziende di reperire

il candidato maggiormente conforme alla propria vacancy e viceversa ogni utente può essere

costantemente aggiornato sulle offerte di lavoro e cercare quella più idonea al proprio profilo

professionale.

Per Placement universitario però, non si può intendere soltanto una sterile attività di pubblicazione

dei curricula degli studenti messi a disposizione delle aziende. Il Placement non serve solo a

presidiare in sé l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, che compete istituzionalmente anche ad

altri soggetti, ma a creare giorno per giorno quell’indispensabile rete di relazioni cooperative e

fiduciarie senza le quali il richiamo al capitale umano rischia di essere puramente retorico, in quanto

privo dei necessari canali istituzionali per la sua effettiva valorizzazione. In realtà due testimoni

privilegiati dell’Università della Sapienza e della LUISS hanno preso le distanze dalla definizione di

placement come attività principale dei centri per l’impiego universitari “perché placement significa

che tu prendi una persona ‘to place’ e la metti sul mercato, questo non lo può fare nessuno perché

se non c’è una domanda tu il placement non lo puoi fare, quindi si scrive placement ma si legge

orientamento al lavoro quindi tutte le nostre attività sono come si scrive un cv…”(Sapienza)

Quindi un insieme di servizi volti ad accompagnare gli studenti, i laureandi e laureati nel passaggio

dall’università al lavoro rendendoli consapevoli delle proprie skills e del percorso che vogliono

intraprendere, fornendo “degli strumenti che ovviamente aiutano loro sia in una fase di pre-

orientamento professionale, sia come supporto nell’individuazione di un lavoro ma non facciamo

placement, quindi non siamo un ufficio di collocamento, per quello noi c’è stato proprio un

evoluzione del nostro ufficio dal livello di placement a career service” (LUISS).

La rilevazione è stata effettuata nel complessivo arco di 7 mesi, è iniziata a Gennaio del 2016 ed ha

assicurato una prima sostanziale restituzione entro 45 giorni, per concludersi nella metà del mese di

Luglio, aprendo un percorso, ancora in atto, di costruzione di indicatori di valutazione e analisi

valutativa volta alla misurazione delle performance ed alla qualità dei servizi erogati dalle università

del Lazio.

L’indagine si è sviluppata in una serie di interviste rivolte a testimoni privilegiati, operatori e utenti

dei servizi di orientamento università e lavoro. Per testimoni privilegiati si intendono i responsabili

scientifici e organizzativi dei vari centri di orientamento delle università prese in esame.

Come strumento di rilevazione si è utilizzato un temario guida con dei topics generali in cui si

chiedeva all’intervistato di approfondire: i compiti svolti dagli operatori, dai dirigenti, il collegamento

con le imprese, il matching tra offerta e domanda di lavoro, la tipologia dei contratti offerti,

collegamento con CPI non universitari e in un ultimo una valutazione su come migliorare il servizio

di placement.

Nello specifico le aree e le relative dimensioni toccate sono state le seguenti:

A- Come funzionano i SOPU, ovvero quale sono gli obiettivi che perseguono e la tipologia di

servizi offerti:

1- I servizi di orientamento e placement rivolti a studenti e laureati

Nel temario, la sezione rivolta ai servizi alle persone è centrata sui focus relativi allo stato di

implementazione e alle capacità operative dei centri di orientamento università lavoro in qualità di

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servizi offerti: la presenza, le modalità di gestione, le specifiche attività presidiate ed alcuni

significativi indicatori di realizzazione degli stessi servizi erogati. Elementi utili ad una prospettiva

valutativa dei servizi per il lavoro, in termini di capacità gestionale, trasparenza, efficacia ed

efficienza degli interventi e qualità degli stessi.

Il servizio di orientamento consente di rispondere ai bisogni degli studenti e delle studentesse, di

ricevere informazioni per affrontare processi di scelta in modo sempre più autonomo nel proprio

contesto lavorativo e professionale e nelle formule più specializzate, di fruire di una consulenza che

le supporti nella presa di decisione in un momento di transizione dall’università al lavoro.

2- Iter della domanda e collegamento con le imprese

Quale procedimento devono seguire le aziende per offrire lavoro, in quali settori operano

prevalentemente le imprese che vi si rivolgono, per capire come e se avvenga la copertura verso quei

lavori di più difficile occupazione, come le professioni delle scienze umane, e la natura di tali imprese,

quindi se associazioni, se privati o pubbliche. Un focus specifico è stato inoltre dedicato alla tipologia

di contratti offerti, se tempo determinato, indeterminato, tirocinio curriculare o stage, per capire se

nelle rappresentazioni delle aziende i SOPU, siano strumenti di “passaggio” per avvalersi di stagisti

o offrano concrete prospettive di collocazione. E viceversa se gli operatori del SOPU prendano in

considerazione tale possibile scenario e controllino che ciò non avvenga favorendo la collaborazione

con imprese più “solide” a livello di possibilità contrattuali.

3- Iter dell’offerta, e presa in carico dei bisogni dell’utenza

Quale percorso deve seguire l’utente per iscriversi e cercare lavoro tramite il servizio di orientamento

dell’università. Il Servizio di accesso e informazione segna il primo impatto dell’utente con la

struttura dei SOPU e attiva un percorso di esplorazione e conoscenza fra utente e servizio, in cui

quest’ultimo si pone in condizione di conoscere la domanda dell’utente ed integrarla con la propria

offerta. L’informazione erogata alla persona facilita e sostiene l’acquisizione di informazioni utili a

formarsi, orientarsi nel mondo del lavoro. La finalità del servizio è essere in grado, attraverso le sue

attività, di rispondere adeguatamente a tutte le tipologie di bisogni dei vari destinatari e favorire

l’incontro tra la domanda e l’offerta.

4- Informazione e comunicazione

Le informazioni acquisibili riguardano le opportunità occupazionali, di tirocinio, formative, di

inserimento professionale. Quale tipo di attenzione viene rivolta al destinatario, preso nella sua

individualità: le sue aspettative, le sue motivazioni, gli interessi personali e professionali e i propri

obiettivi. Tutti questi dati concorrono alla presa in carico dell’utente e dei suoi bisogni al fine di

esplicitare e rispondere alla sua domanda.

Inoltre nell’area informazione, si è voluto capire se e quali metodi utilizzassero le diverse università

per far conoscere l’esistenza dei servizi di placement agli studenti e laureati, quale strategia di

comunicazione viene perseguita e con quali mezzi: sito, social network bacheche e/o mailing-list

periodiche

5- Incontro domanda/offerta

Esistono diverse opzioni di supporto e accompagnamento ai fabbisogni dell’utente, ma il matching

domanda/offerta è sicuramente la più innovativa. Tale attività offre ai datori di lavoro servizi di

preselezione e reclutamento, ai lavoratori, invece, fornisce contatti coerenti con le caratteristiche e le

propensioni individuali. Spesso vengono organizzati giornate d’incontro, denominate “career day”,

con aziende utili a per far incontrare da vicino la realtà lavorativa in cui lo studente vuole immergersi,

permettendogli di capire le skills richieste e a volte simulando un colloquio di selezione.

Il servizio incontro domanda/offerta esprime al meglio la sua efficacia quando collegato con altri

strumenti di politica attiva del lavoro (es: servizi mirati al ricollocamento del lavoro, sostegno al

reddito…) per questa ragione in questa sotto dimensione è stato inoltre chiesto se vi fosse il

collegamento con altri programmi nazionali (garanzia giovani, torno subito) o internazionali, con la

finalità di indagare se esista una collaborazione tra questi centri di orientamento universitario e le

istituzioni che si occupano di politiche attive del lavoro, i Centri per l’Impiego, il Ministero del

Lavoro.

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10

B- Il ruolo degli operatori, ovvero studio dei profili professionali degli operatori

Nella ricerca si è studiato il ruolo degli operatori del servizio di intermediazione tra domanda e offerta

di lavoro: il fulcro dell’intermediazione risulta infatti l’elemento decisivo e quello che rappresenta il

fine ultimo dei servizi di orientamento e placement delle università. Una tipologia di figure

professionali che più di ogni altra interagisce con persone portatrici, non solo di esigenze economiche

e professionali, ma anche di istanze che attengono alle variabili della gratificazione e della

realizzazione personale. Il rapporto con gli utenti è diversificato in base alla mansione ricoperta: è

generalmente definito come molto “impegnativo” in quanto si deve rispondere tempestivamente ed

in modo efficace alla richiesta dell’utente da un lato, dall’altro aprirsi alla comprensione del vero

bisogno che spesso dichiarano non essere solo strumentale.

1- Contesto lavorativo e inquadramento contrattuale degli operatori

E’ necessario nella relazione con l’utente un “saper fare” che si basi sull’empatia e sulla sensibilità,

sulla capacità di ascolto e sull’apertura. Condizioni che possono svilupparsi al meglio quando vi sono

un contesto lavorativo favorevole e una condizione professionale sicura. E’ importante quindi che gli

operatori stessi dei servizi di orientamento dell’università siano un numero congruo per espletare le

diverse mansioni altrimenti si rischia di lavorare con un sovraccarico di responsabilità e incarichi,

con il pericolo che ciò abbia conseguenze sulla qualità del servizio erogato. Al contempo è però

importante che gli operatori, in qualità di “facilitatori” all’ingresso nel mondo del lavoro, non

subiscano essi stessi per primi la condizione di precarietà contrattuale, mettendoli nella stessa

condizione degli utenti che vi si rivolgono. Per queste motivazioni si è investigato su quanti operatori

sono preposti per ciascuna università e sulla loro condizione contrattuale.

2- Principali attività e Knowledge degli operatori

Gli aspetti analizzati dall’indagine, per quanto riguarda la prassi professionale, hanno riguardato le

attività principali che caratterizzano il lavoro svolto quotidianamente e gli obiettivi lavorativi degli

operatori intervistati, ovvero le principali competenze che contribuiscono a costruire il ruolo sociale,

quindi il saper ed il saper fare. Si sono considerate poi le conoscenze indispensabili per svolgere

questo tipo di lavoro, indagando se sono state richieste al momento dell’assunzione o acquisite

durante l’esperienza lavorativa.

C- Valutazione, ciò che andrebbe migliorato

1- Valutazione degli operatori

La valutazione di un servizio è un processo dinamico che richiede la riflessione delle persone che lo

espletano e di quelle che vi si rivolgono. In questa prima fase si è partiti dagli attori principali dei

centri di orientamento e placement delle università, ovvero gli operatori, chiedendogli, secondo il

loro parere ciò che andrebbe migliorato rispetto: ai rapporti con le aziende, ai servizi con gli utenti e

al proprio lavoro. Si è voluto stimolare da una parte la riflessività dell’operatore e dall’altra la sua

capacità di conoscenza di altre realtà che forniscono lo stesso servizio in maniera migliore. Su questo

punto sarà interessante nella fase di restituzione dei risultati con le università pubbliche e private si

schierano in maniera antitetica.

2- Valutazione dell’utente e dell’impresa

In continuum con la valutazione del servizio, si è chiesto se gli utenti che trovano lavoro mediante i

SOPU, fossero seguiti nella loro esperienza e successivamente alla fine della stessa. L’obbiettivo è

intercettare da un lato la soddisfazione dello studente, laureando, laureato nello svolgere quel tipo di

lavoro, e capire se sia andato incontrato alle proprie aspettative. Dall’altro controllare la coerenza

dell’offerta proposta dall’azienda con le reali mansioni poi effettivamente richieste e in ultimo

osservare se lavori partiti come stage venissero convertiti in contratti di lavoro più stabili: a tempo

determinato o indeterminato. L’attenzione circa la qualità dei servizi offerti dai SOPU, esprime un

giudizio sulla capacità che essi hanno nell’offrire concrete opportunità di orientamento e lavoro.

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4. Metodologia

Per pervenire all’individuazione delle best practice esportabili da un territorio all’altro si è proceduto

attraverso un procedimento ad imbuto: è stata prima creata una tabella di sintesi della mappa dei

servizi messi a punto da Italia lavoro, dal Ministero del Lavoro in collaborazione con FIXO (tab. 2),

successivamente sono stati individuati i servizi offerti da ogni università presa in esame e dove

possibile sono stati inseriti nelle categorie della tabella di sintesi di Italia lavoro, costruendo una

tabella per ciascuna categoria e si sono messe in evidenza le best practice e individuate quelli che

realmente sono esportabili da un territorio all’altro.

Tab. 2 –Sintesi standard di qualità Italia Lavoro

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Come si vedrà nella restituzione dei risultati, non tutti i servizi e le attività riportate nella tabella sono

realizzate, ma è comunque interessante notare le diverse modalità e combinazioni di servizi erogati

da ciascuna delle Università. Anzi spesso le modalità in cui vengono realizzati ed erogati i servizi

rispecchia la filosofia di approccio dell’Università alla missione di intermediazione. C’è infatti chi la

interpreta più come collocazione dell’utente spingendo molto sui tirocini come ponte per un approccio

più immediato al mondo del lavoro, è il caso dell’Università di Roma Tre; e chi come orientamento

e sviluppo delle capacità per facilitare la ricerca consapevole del lavoro, come la Sapienza; e chi come

percorso che parte già nel momento in cui l’utente è uno studente, attraverso l’introduzione di una

serie di attività che stimolano lo studente ad immergersi già da subito in quello che vorrebbe e

potrebbe essere il suo futuro. Qui si ritrova in primo piano la Luiss seguita anche dal Foro Italico.

5. Risultati ed evidenziazione delle best practice

Ora si procederà ad illustrare per ciascuna dimensione la modalità di erogazione dei servizi da parte

delle università: Tor Vergata, Roma Tre, Sapienza, Foro Italico, Tuscia, Luiss, Lumsa e ad

evidenziare le best practice.

5.1 Conoscenza

Nella dimensione conoscenza sono stati individuati due servizi; predisporre di un database delle

imprese e delle organizzazioni aggiornato e svolgere eventi in azienda.

La presenza di un database è presente in quasi tutte le università, ma la Sapienza (evidenziata) è stata

la promotrice e ha dato vita ad un sistema che si autoalimenta tale per cui lo sforzo iniziale di

contattare le imprese ha funzionato a tal punto che ora sono le imprese e le organizzazioni stesse a

contattare l’università. Inoltre la collaborazione con varie istituzioni e la presentazione di report

semestrali fa sì che la Sapienza abbia un data base sempre aggiornato come affermato dal responsabile

scientifico “siamo arrivati a 11500 tra aziende pubbliche e private che sono registrate all’interno

della piattaforma”. Una best practice che è già stata esportata nelle varie università restituendo

concretamente i risultati positivi.

Mentre per gli eventi in azienda la LUISS ha una marcia in più, nel senso che si muove facilmente

anche in ambito internazionale incontrando aziende di prestigio “Adesso a luglio-settembre andrà su

da Google a Dublino per fare una business company, cioè tante attività, a-c-compagnare i nostri

studenti, i nostri laureati a fare un percorso, un percorso di competizione che orami è molto forte”

riuscendo ad organizzare attività in ambito europeo “organizziamo il Bruxelles day, che è un venerdì

che organizziamo su Bruxelles, dove lo studente va lì e va lì con un’idea di approcciare a tutta una

serie di istituzioni locali che lo aiuteranno ovviamente ad un collocamento…a Bruxelles ma è stata

fatta anche una vist presso la Comunità Europea, perché poi i ragazzi hanno fatto anche un

investimento, hanno portato loro i soldini per prenotarsi il volo e l’albergo e abbiamo avuto un ottimo

successo perché circa 80 studenti sono andati a spese loro a Bruxelles e in questi giorni sono stati

fatti dei seminari, quali competenze per chi vuole fare lobbing, quali competenze per lavorare in una

Categoria

Fattore 1 3

Erogazione del servizio

Database imprese e organizzazioni Eventi in azienda

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

1-Conoscenza

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comunità europea”. L’opportunità di poter vivere da vicino l’esperienza della professione che si

vorrebbe esercitare è importante, e lo diventa ancora di più se è possibile realizzarla anche in ambito

internazionale, su questo effettivamente la LUISS offre un ottimo servizio ai propri studenti, C’è da

tenere in considerazione che purtroppo non tutti gli studenti hanno le possibilità economiche per

pagarsi un viaggio di tre giorni fuori Italia e allo stesso tempo non tutte le Università hanno soldi cui

poter attingere. Quindi pur lodando la finalità del servizio non può essere esportabile da un territorio

all’altro.

5.2-Comunicazione

In generale a livello di comunicazione tutte le università investono molto anche al di là degli standard

fissati da Italia lavoro. Ci sono però da sottolineare delle modalità interessanti di erogazione che

possono essere tranquillamente adottate da un’università all’altra

Per quanto riguarda il sito, Tor Vergata permette di “candidarsi per Premi di laurea o borse di

studio”.

La Sapienza invece ha un’ottima strategia di comunicazione che parte dai social network, passando

per i docenti e studenti fino ad arrivare alle imprese “fidelizzazione dell’utenza, aoh poi ci sono i

canali social twitter e facebook, c’è un lavoro di comunicazione costante con gli studenti, con le

imprese, con il personale docente e non dell’ateneo e con tutti i partners esterni”.

Ingegnosa invece l’idea del Foro Italico per farsi conoscere rendendo “l’iscrizione obbligatoria per

tutti con finalità di far conoscere il servizio “a cui si affianca anche un lavoro di rassegna stampa

“il sito viene gestito …tutta una parte di lavoro pubblicistico da svolgere e di rassegna stampa dove

quando ci sono eventi particolari...”

Mentre la LUMSA si caratterizza per un’attenzione particolare alla diffusione dei servizi per i NEET

“terza azione del progetto che da la possibilità di segnalare alle persone che sono venute qui da noi,

quindi i NEET, eventuali offerte lavorative che sono presente sul territorio. Questo molto in sintesi”

e per l’utilizzo di differenti modalità di pubblicizzare i progetti “poi a seconda dei singoli progetti

abbiamo la predisposizione tramite l’ufficio comunicazione e sviluppo, con locandine, con volantini

a seconda del progetto specifico”.

In ultimo un’azione importante è intrapresa dalla LUISS che per raggiungere più studenti e laureandi

possibili si avvale dell’aiuto dei rappresentanti degli studenti che si muovono su altri canali oltre a

quelli canonici.

Categoria

Fattore

Erogazione del servizio Sito internet aggiornato Mailing list periodica Utilizzo di social network Iscrizione obligatoria Rassegna stampa Diffusione servizi NEET Utlizzo di localindine e volantini Aiuto dai rappresentanti degli

studenti per la diffusione dei

servizi

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

2-Comunicazione

4

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5.3 Marketing

Come è possibile vedere dalla tabella di sintesi degli standard rilevati da Italia lavoro, il primo fattore

della categoria Marketing è “Realizzare un'analisi dei servizi offerti con l'individuazione delle criticità

e dei punti di forza da sviluppare”, evidenziando l’importanza di una riflessione delle università che

porti sia ad individuare le criticità che i punti di forza. Si è quindi deciso di inserire in questa parte

gli aspetti critici e positivi che ogni intervistato rilevava della propria università di pertinenza.

Le risposte sono state diverse: la Sapienza ha visto come punto critico la ricerca di finanziamenti che

servono per mandare avanti il progetto SOUL e per stabilizzare gli operatori, Tor Vergata, la Tuscia

e la LUMSA pensano sia indispensabile una valutazione degli utenti dopo il tirocinio, il Foro Italico

ritiene necessario migliorare le competenze professionale degli operatori perché sono gli attori

principali dell’efficacia ed efficienza del servizio, a cui aggiunge anche spingere su un maggior

contatto tra la professione e il mondo del lavoro. Tutte best practice che sarebbe importante esportare

da un territorio all’altro, e alcune delle quali come si vedrà più avanti, sono già presenti ma non in

tutti gli atenei, si pensi solo che la Sapienza è l’unica università ad avere gli operatori precari.

Invece la LUISS dichiara di non avere criticità e semmai punta a migliorare i servizi che offre che

reputa comunque già buoni. Invece come rilevato anche tra gli standard di qualità è importante fare

un’analisi sui servizi offerti individuandone le criticità e i punti di forza da sviluppare. Quindi ciò che

per la LUISS potrebbe essere un punto di debolezza in realtà non lo è, anzi aiuta a migliorare

l’erogazione del proprio servizio e costituisce un valore positivo perché evidenzia come l’università

rifletta sui propri servizi analizzando come vengono erogati nelle altre università nazionali e

internazionali.

Per quanto riguarda invece gli altri servizi pertinenti al marketing si vede come per “gli incontri con

aziende internazionali” la LUISS è praticamente l’unica, come si è potuta già costatare essendo “un

ateneo che oramai è particolarmente internazionalizzato ... Abbiamo anche una certificazione equis,

quindi siamo molto internazionalizzati ...Abbiamo convenuto che il mondo cambia quindi bisogna

essere molto competitivi, precompetitivi. Oramai non c’è più lo studente LUISS, lo studente Bocconi,

lo studente Sapienza, lo studente del politecnico di Milano, oramai ci si confronta con Stanford,

Harvard, con London Business School, con School of Economics, con Hong Kong”. Ma anche qui

come sottolineato in precedenza c’è un problema di soldi legato all’esportabilità del servizio.

Sul piano nazionale invece non si riscontrano particolari differenze, tutte le università presentano

collegamenti con imprese nazionali. Stesso discorso vale per le attività riguardanti l’organizzare

eventi con le aziende: recruting day, career day, presentazioni aziendali e mantenere relazioni stabili

con le imprese, sono servizi offerti da tutte le università tranne che da Roma Tre in quanto

specializzata prevalentemente nell’attivazione dei tirocini, demandando la parte di orientamento al

lavoro direttamente al CPI.

Interessante invece l’attività di simulazione del colloquio offerta dalla LUISS, una best practice che

può essere tranquillamente inserita tra le attività anche dalle altre università.

Fattore 10 11

Erogazione del servizio Ricerca

finanziamenti

Monitoraggio

successivo al

tirocinio

Migliorare le

competenze

professionali

Maggiore

contatto tra

la

professione

e il mondo

esterno

Stabilizzare

lo staff

Incontri

con

aziende

internazi

onali

Incontri

con

aziende

nazionali

Recruting

day

Career

day

Presenta

zioni

aziendali

Simulazi

one

colloquio

Inviare

mail alle

aziende

Relazion

i stabili

con le

imprese

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

7 8 9

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15

5.4 Network e partecipazione

Tra i servizi più importanti nella categoria denominata “Network e partecipazione” vi è la

collaborazione con i centri per l’impiego che in maniera diversa viene espletata da quasi tutte le

università: con Roma Tre e alla Sapienza che condivide lo stesso spazio fisico, consentendo una

collaborazione molto stretta che a Roma Tre diventa delega la maggior parte dei servizi di

orientamento al lavoro ai CPI. Alla invece Luiss dove un rappresentante del CPI si reca all’università

una volta a settimana.

Per quanto riguarda i programmi nazionali, tutte le università partecipano a Garanzia Giovani e/o a

Torno subito denotando un’attenzione verso le politiche attive del lavoro rivolte ai più giovani e una

collaborazione anche con soggetti non universitari come la Regione Lazio.

Nei programmi internazionali invece oltre alla Luiss che a più riprese si è visto caratterizzarsi per un

ateneo internazionale, spicca Tor Vergata; entrambe le università hanno un desk informativo preposto

all’attivazione del servizio “Erasmus placement”, un’attività che può essere estesa alle altre università

magari alternandola con altri servizi laddove ci sia carenza di personale, vista l’importanza che ormai

ricopre l’esperienza all’estero e la difficoltà che uno studente potrebbe avere nel trovare soggetti

internazionali presso cui poter svolgere un tirocinio.

Un’altra attività rilevata è l’importanza di fare rete tra le università, mettendo in piedi un sistema di

aiuto tra i vari soggetti al fine di rispondere in maniera più efficace alle esigenze dello studente,

laureando, laureato. Eloquenti le parole del responsabile scientifico della Sapienza che afferma

“servizio aperto - meglio collaborare che competere”. Una filosofia che contrasta con quella delle

università private Luiss e Lumsa, dove i servizi sono destinati solo ai propri laureati. Invece il progetto

SOUL, è nato proprio dalla Sapienza con l’intenzione di unire le forze attraverso una messa in rete di

più soggetti per valorizzare al meglio le competenze dei laureati e muoversi nel difficile mondo del

lavoro, promuovendo servizi quanto più integrati e favorendo una stretta collaborazione per arrivare

anche alla più difficile opportunità di lavoro. E ancora il responsabile scientifico “offriamo servizi

anche agli studenti degli altri atenei, qui il problema è di occupazione dei laureati non dei laureati

Sapienza”. Un atteggiamento che si ritrova tra i vari standard qualitativi evidenziati da Italia Lavoro

che invece viene vissuta dalle due università private come una criticità.

Importante è inoltre, anche la collaborazione con i dipartimenti afferenti ai vari atenei, una modalità

presente in quasi tutti le Università, ma Tor Vergata risulta avere un ingranaggio migliore prevedendo

un referente per facoltà “una struttura centrale che coordina delle strutture di macro-area, di facoltà.

Ogni facoltà ha un referente”. Sempre su questa linea di collegamento tra dipartimenti ma con un

servizio leggermente diverso che merita una sua attenzione specifica è la modalità di comunicazione

veloce utilizzata dal Foro Italico per dialogare tra i diversi corsi di laurea “utilizziamo i social

network; quindi ogni corso di laurea ha il suo gruppo Facebook a cui io sono iscritto, a cui chiedo

Categoria

Fattore

Erogazione del servizio Collaborazione CPI Partecipazione

programmi nazionali

(garanzia giovani,

torno subito)

Partecipazione

programmi

internazionali

(erasmus)

Fare rete tra le

università

divisione del

lavoro tra

dipartimenti

utilizzo dei social

network per

comunicare pi

velocemnte tra le

facoltà

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

12

4-Network e partecipazione

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l’iscrizione appunto per poter comunicare con loro più facilmente”. Quindi se per istaurare un

referente di facoltà è necessario spingere su una riorganizzazione interna, ma fattibile, per quanto

riguarda la creazione di gruppi di Facebook per ogni corso di laurea la realizzazione è veramente a

portata di mano.

5.5 Accesso

Ora si entrerà nel vivo di come l’utente possa essere o meno facilitato nell’interfacciarsi con i vari

servizi.

Ne risulta che Tor Vergata, Sapienza, Foro Italico e Luiss utilizzano oltre alla mail come modalità

di conoscenza dei diversi servizi anche mediante i social network, facebook, twitter, sarebbe

opportuno estenderlo anche alle altre essendo un servizio di non difficile applicabilità.

Mentre per quanto riguarda la divisione del lavoro, tutte le università risultano avere operatori che si

ripartiscono il carico da lavoro ma la Sapienza ha ben pensato di farlo in base alle aree tematiche

“Allora diciamo che la struttura è stata sempre divisa in delle aree tematiche, no? Ehm, c’è una parte

di noi che si occupa prevalentemente dei tirocini quindi convenzioni e tirocini e di tutta quella parte

del portale che si occupa di gestire questo tipo di attività”. Se un ateneo grande come la Sapienza

riesce a dividersi il lavoro in aree tematiche non dovrebbe essere difficile farlo anche nelle altre

università.

5. 6 Accoglienza e informazione

Rimanendo sempre nell’ambito dell’utente, per quanto riguarda l’accoglienza tutte le università

risultano avere uno sportello per l’accoglienza, in particolare la Sapienza ha ben pensato di attivare

degli “sportelli periferici all’interno delle facoltà”. Una modalità per raggiungere la massima

copertura.

Sempre la Sapienza insieme a Roma Tre hanno la fortuna di condividere gli spazi con i CPI quindi

hanno possibilità di collaborare a stretto contatto fornendo un servizio a 360° come si ritrova nelle

parole dell’intervistato della Sapienza, “quando loro hanno problemi di ragazzi diciamo gli facciamo

Categoria

Fattore 17 18

Erogazione del servizio Diversi canali di accesso per i servizi Divisione del lavoro

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

5- Accesso

Categoria

Fattore 22 23

Erogazione del servizio Sportello per accoglienza utenti Condivisione spazi con i CPI Calendario interattivo Informazioni via mail

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

21

Accoglienza e informazione

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noi il servizio quindi c’è ad esempio il servizio che noi facciamo di rilancio delle competenze è aperto

anche a loro”. Questa sicuramente è una best practice ma forse non di immediata fattibilità.

Invece un servizio molto ingegnoso e che potrebbe essere esportato lo fornisce la Luiss attraverso un

“calendario interattivo, una cosa che abbiamo fatto da pochissimo, dove i ragazzi si possono

registrare a degli eventi dedicati cliccando direttamente sulla data e sull’evento che è più

interessante per loro e inserendo ovviamente quelli che sono i loro dati”. Una modalità presente sul

sito del CPI di ‘Porta futuro’ che potrebbe essere tranquillamente estesa agli altri atenei.

Infine tutte le università prevedono come canale di risposta alle diverse richieste degli utenti l’utilizzo

delle mail, con la Tuscia che primeggia dichiarando di “Rispondere entro 5 giorni”.

5.7 Progettazione

La categoria progettazione pertiene alla modalità di erogazione di un servizio in maniera

personalizzata. Qui è interessante notare come più o meno tutti gli atenei si sono “sbizzarriti” nel

prevedere attività interessanti.

Per il sostegno psicologico la Tuscia presenta uno “sportello di aiuto psicologico, perché alcune volte

abbiamo una difficoltà nei ragazzi nel sapersi orientare”. Invece per i servizi rivolti a sviluppare la

capacità dell’utente le due università private vanno per la maggiore con la LUISS che punta di più ad

una crescita psicologica e consapevole dello studente “attraverso tutti i servizi che noi mettiamo a

disposizione con le soft skills attraverso le attività di volontariato, vedi il carcere ad esempio abbiamo

degli studenti che partecipano alle attività di volontariato per ad esempio beni confiscati alla mafia

locale, che sono dei terreno, dove vanno li, vanno a lavorare mira a capire di cosa si tratta

fattivamente di un lavoro diciamo più manuale ma tutto questo è finalizzato a renderli consapevoli

dello spirito d’iniziativa che bisogna avere, del sacrificio e del senso di lavoro comune”; mentre la

Lumsa offre servizi che partono dalle competenze dell’utente al fine di “insomma emerge quali sono

le potenzialità, quali invece sono le cose su cui si dovrebbe lavorare di più e poi insomma stesura del

colloquio” prevedendo l’incontro con uno psicologo del lavoro. Sarebbe importante che tutti gli

atenei riuscissero a garantire le attività della LUISS e della LUMSA purtroppo l’esportabilità di

queste best practice dipende molto da un fattore economico.

Invece best practice di facile realizzazione sono i servizi offerti dalla Sapienza e dalla Lumsa sulla

differenziazione dell’attività, dove la Sapienza afferma di erogarla e "differenziata per area

disciplinare, quindi comunque c’è un lavoro di fidelizzazione dell’utenza" e la LUMSA "ogni corso

di laurea le specifiche particolari del corso stesso di indentificare quel è il loro target di riferimento,

quel è insomma la cosa che cercano in maniera particolare quindi mettersi in contatto poi,

utilizziamo diverse cose, oltre al ricevimento c’è anche insomma"

Allo stesso modo anche Tor Vergata ha un servizio che si muove sulla stessa linea mediante

“l’inoltro di mail a target specifici se appunto le iniziative riguardano un target piuttosto che un

altro”.

Invece un’attività che sarebbe importante che tutti gli atenei erogassero è la valorizzazione della

donna mediante la collaborazione con l’associazione VALORE D, di cui la Luiss è l’unica a

Categoria

Fattore 24 30

Erogazione del servizio

sostegno psicologico servizi a partire

dalle competenze

dell'utente

Servizi per

sviluppare le

capacità

dell'utente

Incontro psicologo

del lavoro

servizio

differenziato per

area disciplinare

azioni personalizzate

in base al target di

utenti

Servizi rivolti

all'utenza

femminile

Sportello per gli

utenti più in difficoltà

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

7-Progettazione personalizzata

27 29

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prevederla “VALORE D valore donna, cosa vuol dire? Noi partecipiamo attivamente ad un

programma di mentoring dove gli studenti vengono selezionati da dei manager donna. Questo qui

cosa vuol dire? Vuol dire andare a rafforzare la figura manageriale femminile che trasmette agli

studenti quello che è sia un percorso lavorativo di crescita, ma soprattutto quello che è il valore della

donna inserito in un contesto lavorativo.” Una best practice esportabile e da esportare.

In ultimo la Tuscia oltre a prevedere un sostegno psicologico ha anche un servizio di sportello per i

ragazzi più in difficoltà dove “si rivolgono di più allo sportello sono quei ragazzi che hanno poche

tra virgolette competenze trasversali, che hanno visto sempre e una cosa e in quel momento si sono

travati improvvisamente a doversi guardare intorno e quindi hanno proprio bisogno del supporto”

5.8 Mediazione domanda/offerta

Con questa categoria si evidenziano le azione di matching che i diversi atenei intraprendono per

favorire l’ingresso dei loro utenti nel mondo del lavoro. Ne risulta come tutte le università pubblicano

le offerte di lavoro, tranne Roma Tre che co e si è visto si occupa prevalentemente di tirocini

demandando la questione delle vacancy aziendali ai CPI.

Importante inoltre è l’attvità di scouting svolta dal Foro Italico "cioè un avviso specifico per gli utenti,

per i laureati in maniera che sappiano che quello che noi abbiamo trovato su internet è come se lo

avessero trovato loro", quindi un’attenzione a livello qualitativo dell’offerta pubblicata.

Quasi tutti gli atenei hanno un supporto con le aziende per spiegare il funzionamento della piattaforma

ma la LUMSA fornisce anche un sopporto di aiuto "nella compilazione di un job descritto perché

magari non tutte le aziende hanno del personale qualificato per fare questo quindi comunque magari

anche da questo punto di vista non solo al servizio dello studente ma anche insomma coadiuvare

l’azienda.

Rimanendo in tema dell’azienda vi sono due attività di facile esportazione che vengono effettuate, la

prima riguarda il monitoraggio dell’azienda per controllare che lo studente esegua effettivamente il

lavoro per il quale si è candidato altrimenti l’azienda viene inserita in una una black list; e altrettanto

importante è l'attività di controllo degli annunci pubblicati svolta dal Foro Italico e da Tor Vergata

per assicurarsi che non sia un’agenzia di intermediazione.

Interessante e singolare il servizio della Tuscia che pretende che “l’azienda faccia il colloquio, perché

anche se non prende tutti diciamo, quelli che si sono candidati, almeno il ragazzi ha l’esperienza di

fare un colloquio e quindi rimane non solo l’esperienza ma anche il fatto che ha un riscontro sulla

sua candidatura". L’esercizio di affrontare un colloquio è effettivamente importante e inoltre riempie

di significato un gesto che con la crisi del lavoro odierno rende sempre di più la ricerca un’operazione

meccanica con il rischio di essere interiorizzata come inutile perdita di tempo.

Categoria

Fattore 31 33

Erogazione del servizio

Pubblicazione costante

delle offerte di lavoro

Attività di scouting aiutare l'azienda nella

pubblicazione

dell'offerta

monitoraggio

azienda

controllo dell'

aziende

organizzazione di

colloqui di selezione

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

32

8-Mediazione domanda/offerta

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5.9-Formazione

Come è possibile vedere dalla tabella, tutte le università offrono dei servizi rivolti alla formazione

degli utenti, ognuna però si caratterizza per erogare un servizio in maniera più specifica come la Tor

Vergata "supporto alla costruzione curricula e progetto professionale” e la Lumsa dove lo "studente

seguito dalla stesura del curriculum al ruolo ricercato dall’azienda”.

Interessanti i seminari di orientamento al lavoro quello specifico di Tor Vergata su “come cercare

lavoro tramite internet" e altrettanto importanti nei seminari su come si sostiene un colloquio la parte

che la Luiss dedica di "attenzione ai social". Inoltre la Luiss e il Foro italico si caratterizzano per

fornire dei servizi già a partire dal percorso di studi, soprattutto il Foro italico che aiuta ad "orientare

attraverso un counseling continuo anche il percorso di studi e le scelte degli studenti in previsione

delle future scelte professionali". Le attività menzionate in questa categoria possono essere realizzate

in tutti gli atenei.

5.10 Misure e strumenti

Nella categoria misure e strumenti si ritrovano tutte le attività riguardante i tirocini, che è emerso

essere una delle maggiori modalità di lavoro offerte dalle Università. Ci sono però all’interno dei

servizi interessanti che alcuni atenei offrono.

Ad esempio sia Roma Tre, che la Tuscia e la Luiss forniscono all’utente le informazioni riguardante

l’azienda ospitante, le caratteristiche e i compiti da espletare. Inoltre soprattutto Roma Tre e Lumsa

hanno uno sportello preposto all’assistenza del tirocinante durante il percorso aziendale, con la Lumsa

che si contraddistingue per predisporre anche di un servizio volto a sviluppare l’alternanza

scuola/lavoro per "quanto riguarda appunto i tirocini curriculari a volte utilizziamo dei rapporti

consolidati con strutture che mettono a disposizione le loro conoscenze per poter far sviluppare allo

studente l’alternanza scuola/lavoro, cioè nel senso studio/lavoro per poter incominciare a lavorare

in un contesto lavorativo”. Mentre Roma Tre offre un front office rivolto sia all’utente che all’azienda

"facciamo supporto prevalentemente sia ad aziende che a studenti che ai tirocini curriculari a post

Categoria

Fattore 35 36

Erogazione del servizio

supporto creazione

curricula, lettera di

presentazione

seminari

orientamento al

lavoro(come

cercare lavoro)

seminari su

come si

sostiene un

colloquio)

orientare a partire

dal percorso di

studi

offerte proposte

da altri soggetti

invio puntuale

tramite

newslatter degli

eventi

organizzati

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

34

9-Formazione

Categoria

Fattore 39 40 41

Erogazione del servizio

Gestione tirocini e

appredistati

fornire al tirocinante

informazioni sull'azienda

ospitante

assistere il tirocinante

durante il percorso in

azienda

Monitoraggio e

valutazione del

tircinio da parte dello

studente

Monitoraggio e

valutazione del tircinio

dell'azienda ospitante

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

38

10-Misure e strumenti

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titolo e lo facciamo sia telefonicamente che per posta elettronica che con un front office”. Entrambi

i servizi sono importanti e andrebbero adottati da tutte le università.

Le restanti attività che pertengono a questa categoria riguardano la valutazione del tirocinio da parte

dello studente e da parte dell’impresa, rappresentando un elemento chiave per capire l’efficacia del

servizio offerto soprattutto in termini di qualità. Purtroppo non tutti gli atenei riescono a fare questa

operazione di monitoraggio per via dello sforzo economico che esso richiede. Le università che

riescono a valutare sia l’utente che l’impresa sono Roma Tre, Tuscia, Luiss e la Lumsa. In particolare

la Tuscia, la Luiss e la Lumsa si contraddistinguono per predisporre di un questionario di valutazione,

con la Tuscia che prevede un “documento viene firmato dall’azienda e dal tutor accademico, e c’è

riportato l’obiettivo che ha raggiunto il ragazzo durante il tirocinio, l’obiettivo professionalizzante

che viene codificato con le codifiche delle professioni ISTAT. Quindi rimane questo documento

firmato dalla tre parti: soggetto promotore, soggetto ospitante e ragazzo e la Lumsa “poi in

determinati casi di corsi, abbiamo gli attestati di stage dove vengono sintetizzate a termine

dell’esperienza di tirocinio o di stage da parte del tutor aziendale le competenze acquisite, appunto,

dal tirocinante durante il percorso di tirocinio, si chiama anche certificazione di competenze dove

appunto a seconda del tipo di tirocinio professionale riguardo al tirocinio professionale specifico,

vengono acquisite delle competenze. Mentre Roma Tre effettua il monitoraggio mandando una mail

all’azienda "che deve compilare una scheda in cui ci dice se il laureato aveva le competenze

necessarie per la posizione richiesta e se gli è stato offerto qualcosa dopo”. Sono servizi la cui

erogazione dovrebbe obbligatoria così il finanziamento potrebbe essere assicurato.

5.12 Supporto alla creazione d’impresa

Sulla creazione d’impresa l’unica università che offre servizi in merito è la Sapienza che prevede

seminari sulla costituzione e sviluppo di start up.

Il riuscire a mettere a frutto le proprie capacità e i diversi anni di studio in un progetto proprio

costituisce un’ulteriore opportunità per quanti hanno idee ma non sanno come svilupparle. E’ quindi

opportuno che anche gli altri atenei si attrezzino in tal senso.

5.13 Requisiti e competenze del personale

In questa parte si ritrova la sezione del temario riguardante gli operatori. Dalla ricerca emerge una

presenza eterogenea del numero di operatori da un ateneo e soprattutto una diversità di formazione.

Categoria 12-Supporto alla creazione d'impresa

Fattore 45

Erogazione del servizio Seminari sulla costituzione e sviluppo di start up

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

Categoria

Fattore

Erogazione del servizio

servizio da due a sei

operatori

operatori qualificati operatori con

conratto a tempo

indeterminato

formazione iniziale corsi di aggiornamento

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

13-Requisiti e competenze del personale

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Le università con operatori tutti laureati sono la Sapienza, il Foro Italico e la Luiss, queste ultime

vantano inoltre operatori che hanno seguito anche dei master. Dalla modalità di erogazione dei servizi

offerti si vede come l’acquisizione di un maggiore titolo di studio da parte degli operatori determini

concretamente la differenza. Ma non basta è anche importante una formazione iniziale e continua.

Per la formazione iniziale quasi tutti rispondono di averla fatta sul campo, mediante l’affiancamento

agli altri colleghi che già lavoravano. Le uniche due che si contraddistingue sono la Lumsa che

dichiara di avere seguito un corso di formazione per operatori di placement "All’inizio del mio lavoro

sono entrata con contratto di collaborazione attraverso un’agenzia tecnica del ministero del lavoro

e li ci sono state fatte giornate, in quel contesto giornate di formazione tematiche appunto per

operatori di placement, per poter operare appunto nel settore, per conoscere il contesto aziendale,

riuscire a fare anche dei distretti tecnologici per settore per distinguere le aziende a seconda anche

della corso di laurea di provenienza degli studenti o laureati e poter indentificare meglio le

caratteristiche sia delle aziende che dei studenti o laureati“, e il Foro italico “un corso di formazione

con, allora si chiamava CASPER, adesso è il CINECA, che gestisce il portale per l'utilizzo, appunto,

delle funzioni quindi serve una preparazione". E sono sempre gli stessi due atenei che dichiarano di

ricevere una formazione continua attraverso corsi di aggiornamento. Puntare sulla formazione in

ingresso e in itinere degli operatori è quanto mai indispensabile se si vuole riuscire a fronteggiare la

difficile situazione lavorativa che attanaglia la nostra società. Come si è visto durante questa

trattazione spesso sono le idee più che i soldi a fare la differenza, quindi uno stesso servizio erogato

in maniera diversa può risultare più efficace. Un obiettivo che è possibile realizzare solo se si punta

sugli attori principali dei centri per l’impiego universitari: gli operatori. Ciò vale anche per

l’inquadramento contrattuale che purtroppo per alcuni di loro è ancora di collaborazione rendendo

difficile lo svolgimento del lavoro stesso e paradossalmente rischiando di metterlo nelle stesse

condizioni dell’utenza che vi si rivolge.

5. 14 Monitoraggio e valutazione

L’ultima categoria presa in considerazione è il monitoraggio e la valutazione dei servizi offerti che

viene effettuata solo dalla Sapienza "abbiamo, in collaborazione con il Ministero del Lavoro, attivato

anche qui mi sembra dal 2012, un progetto per l’analisi delle comunicazioni obbligatorie che sono

tutti i contratti dei lavoratori. Quindi attraverso questo tipo di dati riusciamo a monitorare in qualche

modo l’andamento effettivo del mercato del lavoro dipendente o para-subordinato. Quindi per quello

che riguarda noi, i contatti che abbiamo noi, somministriamo questionari online, tendenzialmente”

e dalla Luiss "monitoraggio costante dei risultati elaborati dal nostro istituto di ricerca”. Tra i due

atenei quello che attua un monitoraggio più costante e aggiornato è però la Luiss grazie al supporto

del proprio centro di ricerca.

A questo servizio si affianca l’attività di produzione di report che per quanto riguarda le università

afferenti alla piattaforma Job Soul è semestrale, con l’unica differenza che la Sapienza ha pubblicato

insieme al ministero del lavoro diversi report che riportano la situazione dei propri servizi da quando

è partito il progetto SOUL.

Categoria

Fattore 50 52

Erogazione del servizio

Valutazione e monitoraggio dei servizi

offerti

Pubblicare periodicamente report

Tor Vergata

Roma Tre

Sapienza

Foro Italico

Tuscia

Luiss

Lumsa

14-Monitoraggio e valutazione

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Conclusioni

Il presente paper ha cercato di dare quanto più possibile uno specchio dello stato dell’arte dei servizi

e delle attività presenti nelle diverse università del Lazio. Si è partiti dall’importanza che la

commissione europea rivolge ai centri per l’impiego e si è restituita una panoramica internazionale

sul funzionamento degli SPI nei vari paesi europei da cui è emersa la scarsa performance dell’Italia

rispetto ai paesi europei.

Si è inoltre sottolineato quanto importante sia il titolo di studio degli imprenditori stessi e come esso

possa impattare sul sistema produttivo. Si è visto infatti, sempre in comparazione con altri paesi

europei, come l’Italia presenta i manager con più basso titolo di studio e come ciò si riversi in una

scelta di manodopera di bassa qualità, a differenza degli imprenditori laureati che prediligono e

valorizzano i laureati.

Dai primi risultai emersi si evince come i diversi atenei laziali presi in esame stiano investendo molto

sul ruolo di intermediazione al fine di fornire l’ingresso nel mondo del lavoro per i laureati.

Si è visto come i servizi più numerosi pertengano all’area di orientamento e ricerca attiva del lavoro,

mediante seminari sulla costruzione del curriculum vitae, lettera di presentazione e quali strategie

adottare nella ricerca del lavoro. In particolare la Luiss e il Foro Italico prevedono una serie di servizi

a partire dal corso di laurea, stimolando così la consapevolezza degli studenti già prima di arrivare

alla tanto attesa laurea.

Un’attenzione particolare è data anche alla Comunicazione, in cui i diversi atenei hanno previsto

forme simili di diffusione: come le newletters periodiche, la pubblicazione on line delle offerte; ma

anche modalità singolari, come quella utilizzata dal Foro Italico che prevede l’obbligo dell’iscrizione

al portale al fine di raggiungere la massima copertura.

Tutti gli atenei presentano attività relative ai tirocini. E infatti è emerso come i servizi d orientamento

e placement riescono più a proporre opportunità di tirocinio che di lavoro. Nonostante vi siano delle

attività di matching, di certo le università non possono sostituirsi alla logica della domanda e

dell’offerta del mercato del lavoro.

Le università dovrebbero ritornare ad essere investite di quel ruolo sociale che consegna al laureato

la consapevolezza che il suo operato fa la differenza per la società e allo stesso tempo ai decisori

politici di credere e puntare sul laureato vedendolo come risorsa su cui investire, affidandogli

“l’annoso” incarico di contribuire a migliorare la società. Il vero problema non si ritrova solo

nell’incontro tra domanda e offerta, che autorizza a colpevolizzare le università che non “producono”

laureati con skills adatte al mondo del lavoro, ma è necessario puntare su ogni tipologia di laureato,

perché il titolo di studio oltre alle competenze fornisce un’apertura mentale che permette al laureato

stesso di saper adattare le proprie competenze, che non vuol dire svolgere il lavoro con compiti

sottodimensionati, ma valorizzare il proprio know how nei diversi contesti. Ciò è possibile solo se si

crede e si investe sull’università e la conoscenza e non si pretende di affrontare la dilagante

disoccupazione soltanto con un rafforzamento dell’intermediazione ma valorizzando le competenze.

Per questa ragione in uno scenario così difficile prevedere dei servizi preposti per i laureati

rappresenta sicuramente un buon punto di partenza ma c’è ancora molta strada da fare. Innanzitutto

è necessario lavorare sul livellamento tra le università, perché come si è visto, molte best practice

pertengono soprattutto alle università private per via dei maggiori fondi a cui possono attingere, ciò

riproduce il pericoloso e sempre più frequente fenomeno di studenti di serie A e B, che in questo caso

diventano i laureati di serie A e B. Quindi prevedere maggiore finanziamento a tutti gli atenei e

favorire tra di loro una maggiore collaborazione affinché il ruolo principale dell’istruzione, di atterrire

le diseguaglianze sociali, non diventi invece il suo contrario. Per questa ragione si è deciso di porre

in evidenza i servizi che sono esportabili da un territorio all’altro e quali no. L’obiettivo è di favorire

da una parte la riflessione per gli operatori dei centro per l’impiego universitario, incoraggiandoli ad

implementare i servizi laddove si tratta di attività a costo zero, e dall’altra lanciare un segnale ai

decisori politici che per ripartire il paese ha bisogno di maggiore investimento nell’Università anche

per quanto concerne la parte di matching studio-lavoro.

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