Interculturalità nella scuola italiana
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SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI
(Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)
Via P. S. Mancini, 2 – 00196 - Roma
TESI DI DIPLOMA
DI
MEDIATORE LINGUISTICO
(Curriculum Interprete e Traduttore)
Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi
afferenti alla classe delle
LAUREE UNIVERSITARIE
IN
SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA
Interculturalità nella scuola italiana:
convivere nella diversità
RELATORI: CORRELATORI:
Prof.ssa Adriana Bisirri Prof.ssa Maria Nocito
Prof.ssa Tiziana Moni
Prof.ssa Claudia Piemonte
CANDIDATA:
FALSO MARIA
2179
ANNO ACCADEMICO 2016/ 2017
Interculturalità nella scuola italiana
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Interculturalità nella scuola italiana
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Dedico questa mia tesi in primis alla mia famiglia,
per il loro appoggio costante e incondizionato,
per aver creduto sempre in me e nelle mie potenzialità,
incoraggiandomi a fare sempre del mio meglio;
al mio fidanzato Emanuele, per il suo sostegno quotidiano;
ed una dedica speciale a me stessa,
fiera di aver raggiunto questo obiettivo con forza e determinazione,
pronta più di prima ad iniziare un nuovo capitolo della mia vita.
Interculturalità nella scuola italiana
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Interculturalità nella scuola italiana
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Interculturalità nella scuola italiana:
convivere nella diversità
Interculturalità nella scuola italiana
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Interculturalità nella scuola italiana
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“I bambini hanno bisogno di essere guardati come esseri unici,
preziosi, degni di amore per poter fiorire,
per questo la scuola è importante”.1
1 Tobagi B., “La scuola salvata dai bambini”, Rizzoli, Milano 2016.
Interculturalità nella scuola italiana
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INDICE
INTRODUZIONE ............................................................................. 11
I.Verso un’educazione interculturale ............................................. 15
I.1. Una scuola, tante lingue .......................................................... 18
II. L’importanza del mediatore linguistico-culturale ....................... 23
II.1. Piccoli mediatori (Child Language Brokering) ......................... 28
III. Il ruolo degli insegnanti ............................................................ 33
III.1. Pratiche di integrazione e l’apprendimento della lingua italiana
come L 2 ........................................................................................ 35
III.2. La fiaba come ponte tra culture.......................................... 40
IV. Il bambino straniero: problema o risorsa? ................................ 43
IV.1. Un viaggio nelle scuole multiculturali .................................... 45
IV.1.A. Brescia, la scuola di tutti i bambini del mondo!............... 46
IV.1.B. Udine e “la scuola in movimento” ................................... 49
IV.1.C. Torino: musica nell’aria ................................................... 50
IV.1.D. Mantova: un salto a Sermide e Suzzara e la nascita di
piccoli registi. ............................................................................. 53
IV.1.E. Napoli: Porte aperte per i “rom” ..................................... 55
IV.1.F. Roma: Cosa succede dove gli stranieri sono tanti ? ......... 58
CONCLUSIONI ................................................................................ 63
Interculturalità nella scuola italiana
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TABLE OF CONTENTS
INTRODUCTION .................................................................................................... 67
I. Intercultural education ...................................................................................... 69
I.1.One school, many languages .................................................... 70
II. The importance of the linguistic-cultural mediator ........................................... 72
II.1.Child language brokering ......................................................... 75
III. Integration practices ........................................................................................ 79
III.1. Fairy tales: a bridge between cultures ................................... 81
IV. A look into multicultural schools across Italy ................................................... 85
CONCLUSION ........................................................................................................ 91
Interculturalità nella scuola italiana
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TABLE DE MATIÈRES
INTRODUCTION ............................................................................... 95
I. L’éducation interculturelle et la diversité linguistique ................ 96
I.1. Le conte de fées comme point de rencontre entre les cultures99
II. Le médiateur linguistique –culturel. ........................................ 101
II.1. Traducteur et interprète naturel (Child Language Brokering) 103
III. Portes ouvertes aux enfants migrants. .................................... 107
CONCLUSION ............................................................................... 109
Interculturalità nella scuola italiana
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Premessa
La scelta di affrontare il tema dell’educazione interculturale
nasce dalla volontà di valorizzare l’importanza della coesistenza delle
diverse lingue e culture, che popolano la scuola italiana. Il grande
numero di etnie presenti tra i banchi di scuola, determina quello che
è stato definito “l’Arlecchino in classe”, tale affermazione può avere
una connotazione positiva, qualora si inizi a considerare gli alunni
stranieri come una risorsa e non un problema, perché con tanti
bambini di provenienze diverse, si ha la possibilità di viaggiare nel
mondo pur rimanendo in un’aula scolastica.
Episodi di discriminazione relativi alla presenza di alunni
stranieri, vengono molto spesso riportati dai giornali. Durante
l’incontro tra culture diverse diventa fondamentale non chiudere gli
occhi, per paura di poter essere sopraffatti da tradizioni e religioni
diverse, ma bisogna aprirli ancora di più, cercando di guardare e
accogliere il mondo nella sua varietà, solo attraverso questa
prospettiva sarà possibile realizzare efficaci azioni di integrazione per
gli alunni stranieri.
La strada che ha intrapreso l’Italia è di una scuola che valorizza
le diverse identità, che promuove il dialogo tra le differenti culture,
ma nello stesso tempo deve saper affrontare le problematiche che si
presentano, per aiutare lo sviluppo di una “società multiculturale”,
basata sul rispetto e la tolleranza verso il prossimo.
La scuola è il terreno privilegiato per creare quello spazio di
scambio tra sistemi culturali, in grado di permettere una reale
Interculturalità nella scuola italiana
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comprensione delle differenze, senza svalutare l’alterità dell’altro,
ma divenendo mediatrice tra culture diverse.
INTRODUZIONE
L’Italia, storicamente paese di emigranti, si è velocemente
trasformata, negli ultimi decenni, nella meta di notevoli flussi
migratori. Uno dei luoghi dove questo fenomeno si è avvertito in
maniera più consistente è sicuramente l’ambiente scolastico,
caratterizzato soprattutto da volti di bambini provenienti da
differenti parti del mondo, con diverse storie e origini. La prospettiva
interculturale adottata nelle scuole rappresenta una risposta politica
e educativa per far fronte alle continue sfide poste dalla società
multiculturale.
Nel primo capitolo sarà approfondito il concetto di educazione
interculturale, una metodologia di insegnamento la cui finalità è la
creazione di una convivenza basata sul rispetto reciproco, insegnando
come convivere con la diversità attraverso il dialogo, la tolleranza e la
solidarietà.
Nelle pagine seguenti sarà evidenziata la coesistenza delle
diverse lingue parlate dai bambini stranieri nell’ambito scolastico, la
cui condivisione favorisce il reciproco arricchimento.
Il secondo capitolo può essere considerato il cuore
dell’elaborato, in cui è presentata la figura del mediatore linguistico
culturale, una valida risorsa per facilitare l’inclusione degli alunni
Interculturalità nella scuola italiana
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stranieri. Saranno evidenziate competenze, ruoli e ambiti di attività
del mediatore al fine di permettere una maggiore comprensione di
tale figura professionale.
In seguito sarà mostrato il fenomeno sempre più diffuso del
Child Language Brokering, vale a dire “il lavoro invisibile” di
mediazione svolto dai bambini stranieri una volta giunti in Italia,
indicando l’importanza che questa attività ricopre nella vita
quotidiana.
Nelle pagine successive sarà riportato il ruolo degli insegnanti
e i vari dispositivi di accoglienza e di integrazione adottati nel sistema
scolastico, tenendo conto in particolar modo dell’insegnamento
dell’italiano come L2, essendo uno dei prerequisiti fondamentali per
permettere agli studenti stranieri di poter comunicare con i loro
compagni. In particolare, il genere fiabesco inteso come “ponte tra
culture” si è rivelato un metodo didattico capace di educare alla
pluralità e al confronto. Una caratteristica peculiare della didattica
interculturale è la valorizzazione delle culture lontane resa possibile
grazie alla presenza degli alunni stranieri, i quali, com’è rimarcato
nello scritto, rappresentano un’opportunità e un’occasione di
cambiamento per l’intero sistema scolastico, in quanto una scuola
che si pone delle domande, chiedendosi come accogliere al meglio un
bambino, diventa più interessante, si mette in discussione e riesce a
superare il modello didattico tradizionale e monoculturale.
Nell’ultimo capitolo saranno presentati i diversi progetti attuati
nelle varie scuole italiane, mostrando difficoltà e successi degli
istituti, con la più alta percentuale di studenti stranieri, in cui il
Interculturalità nella scuola italiana
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problema di inserimento dei nuovi arrivati può rappresentare
un’opportunità di innovazione per la scuola italiana.
Interculturalità nella scuola italiana
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I. Verso un’educazione interculturale
Negli ultimi decenni, con l’aumento del flusso migratorio, la
società italiana si è arricchita di nuove culture e la multiculturalità è
divenuto il termine per indicare la nuova situazione socioculturale.
I bambini e i ragazzi migranti sono sempre più numerosi nelle
istituzioni scolastiche. Sono quasi 815.000 gli alunni con cittadinanza
non italiana presenti nelle classi, dalla scuola dell’infanzia alla
secondaria di II grado: il 60% di essi è nato in Italia.
Quanto alle nazionalità di origine più rappresentate, sono
Romania (157.806 alunni), Albania (111.029) e Marocco (102.179), in
crescita quelle asiatiche, in particolare Cina (45.336) e Filippine
(26.533).2
Lo sviluppo dell’educazione interculturale è strettamente
connesso al fenomeno dell’immigrazione. Si intende per educazione
interculturale un processo multidimensionale, di interazione tra
soggetti di identità culturali diverse, che attraverso l'incontro vivono
un'esperienza complessa, di conflitto/accoglienza, come preziosa
opportunità di crescita della cultura personale di ciascuno, nella
prospettiva di cambiare tutto quello che è di ostacolo alla costruzione
di una convivenza civile.
La scuola ha un ruolo fondamentale nel sostenere i processi di
integrazione della nuova realtà migratoria, sia nei confronti delle
famiglie sia dei bambini, divenendo “ponte” fra la cultura del paese di
origine e la cultura di accoglienza.
2http://www.vita.it/it/article/2017/04/03/il-60-degli-alunni-stranieri-e-nato-in-italia/142942
Interculturalità nella scuola italiana
16
È da molti anni che lo Stato Italiano indica per la scuola pubblica
la direzione dell’educazione interculturale, la quale compie il suo
primo ingresso nel mondo della scuola nel 1990 con la C.M. n. 205,
nella quale si parla di un’educazione che “comporta non solo
l'accettazione e il rispetto del diverso, ma anche il riconoscimento
della sua identità culturale, nella quotidiana ricerca di dialogo, di
comprensione e di collaborazione, in una prospettiva di reciproco
arricchimento”, 3 mentre nel 1993 una pronuncia del Consiglio
nazionale della Pubblica Istruzione descriveva l’educazione
interculturale come “la forma più alta e globale di prevenzione e
contrasto del razzismo e di ogni forma di intolleranza”.
Già da prima, era questo un tema di dibattito tra quanti si
occupavano di difficoltà scolastiche degli allievi a causa di differenze
culturali e sociali e si cercava di individuare un modo per rendere
meno traumatico l’impatto con la nuova realtà, la nuova cultura e la
nuova lingua per chi proveniva da altri paesi.
Per questo le strategie interculturali evitano di separare gli
individui in mondi culturali diversi, promuovendo il confronto ed
anche la reciproca trasformazione.
L’interculturalità non ha quindi un compito semplice, poiché
implica un riesame degli attuali saperi insegnati nella scuola e non è
considerata una nuova disciplina che si aggiunge alle altre, ma un
punto di vista, un’ottica diversa con cui guardare ai Saperi
attualmente insegnati.
3 Circolare Ministeriale n. 205, “La scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri. L'educazione Interculturale”, 26 luglio 1990, art. VI.
Interculturalità nella scuola italiana
17
Come previsto dalla normativa vigente, l’educazione
interculturale deve essere rivolta a tutti, perché tutti i bambini,
indipendentemente dall’origine, saranno sempre più coinvolti dalle
trasformazioni in atto e dovranno essere preparati ad affrontarle,
contribuendo alla creazione di una convivenza basata sul rispetto per
le minoranze etniche.
“La presenza di alunni stranieri è un dato ormai strutturale
del nostro sistema scolastico. Molti studenti sono figli di
immigrati di seconda generazione e a volte parlano
l’italiano con le sonore inflessioni locali dei nostri bei dialetti
regionali.
Adottare la prospettiva interculturale significa non limitarsi
soltanto a organizzare strategie di integrazione degli alunni
immigrati o misure compensatorie di carattere speciale.
Insegnare in una prospettiva interculturale vuol dire
piuttosto assumere la diversità come paradigma
dell’identità stessa della scuola, occasione privilegiata di
apertura a tutte le differenze”.4
4Ivi, pag.7.
Interculturalità nella scuola italiana
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I.1 Una scuola, tante lingue
“A macchia di leopardo”, “a mantello di Arlecchino” sono
locuzioni che spesso, negli ultimi anni, si incontrano per connotare
una caratteristica della scuola italiana.
I dati presenti nei dossier statistici del Ministero dell’Istruzione
confermano che tende a diminuire il numero di chi arriva da un paese
straniero, mentre aumenta di anno in anno, la quota dei bambini
stranieri nati in Italia.
Le lingue e i linguaggi presenti nella scuola riflettono una
complessità e una pluralità che appartiene, in primo luogo, alla
società attuale. Si tratta di lingue e culture diverse, da quelle
tradizionalmente presenti nel curricolo, dei tanti studenti non
italofoni. La diversità linguistica rappresenta un’opportunità di
arricchimento per tutti, sia per i parlanti plurilingue, che per gli
autoctoni, i quali possono precocemente sperimentare la varietà dei
codici e crescere con una visione più ampia del mondo e delle sue
lingue.
Il documento Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola
dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, conferma la scelta
dell’educazione interculturale: “Una molteplicità di lingue e culture
sono entrate nella scuola. L’Intercultura è oggi il modello che
permette a tutti i bambini e ragazzi il riconoscimento reciproco e
dell’identità di ciascuno”. 5 Il documento rileva dunque che le
condizioni e le forme di bilinguismo sono oggi diffuse nelle classi.
5MIUR, “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia”, Settembre 2012.
Interculturalità nella scuola italiana
19
Negli ultimi tempi sono stati compiuti passi in avanti riguardo al
riconoscimento e la valorizzazione delle situazioni bilingui e della
diversità linguistica dei bambini e dei ragazzi immigrati. Si
propongono momenti di narrazione, confronto tra gli alunni su
“come si dice”, “come si scrive” e la diffusione di fiabe del mondo in
versione bilingue o plurilingue, ciò permette di facilitare la
comprensione del testo in italiano da parte dell’alunno straniero, dal
momento che può contare su una prima lettura della sua lingua di
origine. In tal modo si possono far conoscere a tutti gli studenti,
alcuni esempi di un patrimonio narrativo ampio e nello stesso tempo
presentare alla classe nuove lingue e scritture con alfabeti differenti.
Si comincia prima dai nomi dei bambini: come si pronunciano,
come si scrivono, che cosa significano, si esplorano le analogie. Poi si
condivide un gioco e una ninna nanna di ciascun Paese, questo
contribuisce a creare un clima famigliare e accogliente per i bambini.
Successivamente lo stesso tipo di lavoro si fa con le favole,
l’arte figurativa, la musica e con la danza. Per ogni tema tutti i
bambini imparano alcune parole-chiave nella lingua dei compagni e
tutte le lingue madri sono valorizzate in modo giocoso e naturale.
In tale direzione il Consiglio d’Europa ha compiuto un ulteriore
passo avanti, proponendo Una guida per lo sviluppo e l’attuazione di
curriculi per un’educazione plurilingue e interculturale.6Il documento
prende origine dalla consapevolezza e dalla ricchezza della lingua e
della provenienza culturale, che si ritrova oggi nelle scuole e dalla
6Consiglio d’Europa, “una Guida per lo sviluppo e l’attuazione di curriculi per un’educazione
plurilingue e interculturale”, 2010.
Interculturalità nella scuola italiana
20
necessità di stabilire un legame efficace tra i contenuti comuni e i
bagagli individuali linguistici e culturali, che ogni alunno porta con sé.
Il testo si focalizza sulla pianificazione e implementazione
istituzionale di un percorso scolastico dell’allievo, che abbia come
fine lo sviluppo della sua competenza plurilingue e multiculturale,
perché l’arrivo dei bambini stranieri è una sfida, permette alla scuola
di innovarsi, ripensare la didattica. In una parola, potenziarsi.
“La premessa è che gli alunni migranti devono sintonizzarsi
con un ambiente e una cultura diversi, ma allo stesso tempo
ci deve essere un movimento in senso opposto: anche chi
accoglie il nuovo compagno, deve apprendere qualcosa da
lui. In tutte le classi ci sono almeno una decina di lingue
diverse, vuol dire una grandissima ricchezza, ogni alunno
impara a conoscere le lingue di tutti i compagni. I bambini
sono in una fascia di età in cui hanno una grande curiosità
per i linguaggi e, dal punto di vista neurologico ed
evolutivo, hanno strutture cognitive molto flessibili e aperte
proprio all’apprendimento linguistico”.7
I vantaggi cognitivi per i bambini che crescono bilingui o trilingui
sono riconosciuti: durante la crescita, una mente più flessibile ha
maggiore facilità nell’apprendere nuove lingue.
Le linee guida per l’educazione interculturale in Italia hanno
preso atto del valore del plurilinguismo da molti anni, ma nella scuola
7Tobagi, Op.cit., p.47.
Interculturalità nella scuola italiana
21
italiana sono necessari fondi, principalmente per disporre di
mediatori culturali, considerati una valida risorsa, non solo per
comunicare con le famiglie che non parlano italiano, ma anche per
accompagnare l’inserimento a scuola degli alunni neoarrivati, per
loro, il trauma migratorio è fortissimo.
Valorizzare il plurilinguismo dà una marcia in più ai bambini
stranieri, che sotto tanti altri aspetti sono svantaggiati.
È necessario che tutte le lingue siano curate, rispettate,
sostenute e riconosciute, devono essere considerate sia come una
risorsa, sia come una ricchezza.
Interculturalità nella scuola italiana
22
Interculturalità nella scuola italiana
23
II. L’importanza del mediatore linguistico-culturale
La mediazione è uno strumento pedagogico che nasce come
legame nell’incontro tra culture diverse. Nella sua origine latina, il
termine mediare assume una varietà di sensi e utilizzi che vanno dallo
“stare in mezzo”, in una posizione neutra all’ “interporsi”, cioè fare
da collegamento e mettere in relazione due termini o due soggetti.
L’esigenza della mediazione nasce come bisogno della società
multiculturale, in particolar modo quando persone appartenenti a
culture diverse si trovano coinvolte in attività comunicative
reciproche, come sostegno ad una persona affinché utilizzi meglio le
informazioni o le strategie più efficaci per risolvere i propri problemi.
Nelle scuole italiane gli alunni stranieri aumentano sempre più,
per questo, si è rivelata necessaria la presenza di mediatori linguistici-
culturali che favoriscano il rapporto tra bambini immigrati e scuola e
divenendo un anello di collegamento tra docenti e i genitori
immigrati.
Quando un insegnante entra in contatto con le famiglie
provenienti da Paesi diversi, il dialogo tuttavia può risultare
complicato, dar luogo a malintesi e molto spesso la relazione tra
insegnanti e famiglie straniere è coadiuvata dal mediatore.
Il mediatore ha la funzione di rendere comprensibile una realtà
all’altra, di fornire la capacità di comunicazione a persone che in quel
momento non ci riescono, di dare un pezzo di autonomia a chi è
straniero, divenendo un tramite tra i “mondi”, di cui favorisce la
reciproca comprensione. È chiamato a comprendere idee, sensazioni,
Interculturalità nella scuola italiana
24
sentimenti che le due parti intendono comunicare ed a tradurle
nell’altra cultura con parole, immagini e similitudini adatte.
Questo discorso vale sia per il lavoro con gli alunni, sia per
quello con le famiglie che si rivela spesso ben più arduo, soprattutto
quando le problematiche suggeriscono di monitorare una situazione,
oppure di intervenire in varie maniere per sostenere il lavoro
scolastico. Si tratta infatti, non solo di descrivere le difficoltà del
ragazzo, ma di aiutare le famiglie a comprendere le problematiche
della situazione e ad attivarsi per una sua evoluzione positiva (o
almeno a permettere ad altri operatori di sviluppare aiuti adeguati).
L’introduzione della figura del mediatore linguistico culturale è
considerata un’evoluzione fondamentale, il quale cerca di agevolare
la comunicazione all’interno della classe, facilitando principalmente
la prima fase di accoglienza e di inserimento dell’alunno.
Come viene espresso nelle Linee guida per l’accoglienza e
l’integrazione degli alunni stranieri 8si possono individuare quattro
ambiti di intervento, in cui il mediatore può collaborare e fungere da
supporto al ruolo educativo della scuola. In particolare può svolgere
compiti:
• di accoglienza e facilitazione nei confronti degli allievi
neoarrivati e delle loro famiglie;
• di mediazione nei confronti degli insegnanti fornendo loro
informazioni sulla scuola nei paesi di origine, sulle competenze e sulla
storia personale del singolo alunno; 8MIUR, “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”, C.M. n.24, 1 Marzo
2006.
Interculturalità nella scuola italiana
25
• di interpretariato e traduzione (avvisi, messaggi, documenti)
nei confronti delle famiglie, di assistenza e mediazione negli incontri
dei docenti con i genitori, soprattutto nei casi di particolare
problematicità;
• relativi a proposte e a percorsi didattici di educazione
interculturale, condotti nelle diverse classi, che prevedono momenti
di conoscenza e valorizzazione dei paesi e delle lingue.
In una recente ricerca sulla mediazione culturale del comune di
Modena si legge:
“Il mediatore linguistico culturale deve essere la figura che
ha la capacità di relazionarsi con i bambini nella lingua del
paese di origine ed essere facilitatore dell’approccio con il
sistema scuola. Inoltre, egli deve aiutare e fornire
consulenza alla scuola e agli insegnanti per riuscire a
ragionare in un’ottica della DIDATTICA DELLA PLURALITA’:
senza cercare di dimostrare quale delle culture sia la
migliore, ma ha lo scopo di formarne un’altra che le
racchiuda tutte.
All’interno del sistema scuola, la principale attività’ del
mediatore linguistico culturale è quella di sviluppare e
realizzare uno scambio reciproco, nelle due direzioni, da un
lato sulle abitudini e i comportamenti scolastici, dall’altro
sugli usi e le tradizioni religiose e sociali”.9
9 http://docplayer.it/5827634-Schede-su-la-mediazione-linguistico-culturale-fondo-sociale-
europeo.html
Interculturalità nella scuola italiana
26
Si ritiene necessario sottolineare che, il mediatore linguistico -
culturale, deve cercare di limitare nel tempo la sua azione, non
caratterizzare il proprio intervento come continuo e stabile,
altrimenti si corre il rischio che la sua presenza si trasformi, anche
involontariamente, nell’elemento che evidenzia la condizione di
“diverso” del bambino straniero.
Al fine di raggiungere dei buoni risultati, il mediatore linguistico
culturale, impegnato in ambito scolastico, deve:
- usare strumenti di facilitazione della comunicazione e della
relazione tra diversi, tesi alla valorizzazione di ogni partecipante al
rapporto dall’approfondimento degli aspetti culturali;
- conoscere la legislazione di settore e il funzionamento del
sistema scolastico;
- proporre e gestire laboratori e attività multiculturali, tesi al
confronto delle culture presenti nel gruppo, in primo luogo per “far
conoscere l’altro”, diminuendo così la possibile diffusione di
stereotipi e pregiudizi.
I mediatori hanno una funzione fondamentale nel costruire un
buon rapporto con i genitori stranieri: non solo abbattendo la
barriera linguistica, ma conoscendo le tradizioni di un certo Paese e le
caratteristiche del sistema scolastico, possono sciogliere molti nodi
dovuti a incomprensioni, evitando dunque che il minore straniero, a
contatto con la nuova realtà, si trova al centro di un conflitto che, se
non riconosciuto e governato, rischia di trascinarlo nel profondo di
una crisi esistenziale e identitaria assoluta.
Interculturalità nella scuola italiana
27
Da questo punto di vista, la presenza di un mediatore è
effettivamente in grado di assicurare agli alunni stranieri una
diminuzione Dello stress, scaturito dalla paura di non poter essere
compresi: stress che investe anche gli insegnanti, con i quali il
mediatore collabora anche nella produzione di materiale didattico di
supporto a tutte le materie e nella valutazione complessiva dei
progressi dell’alunno.
Il numero di questa utile figura professionale deve essere
adeguato nelle scuole, diversamente dall'attuale tendenza che lo sta
gradualmente riducendo, creando problemi di comprensione
linguistica tra l'istituzione scolastica e le famiglie degli alunni
stranieri, i quali si sentono isolati dal resto della scuola e della
comunità locale.
Il mediatore assume un ruolo importante anche nei confronti
dei bambini italiani poiché presenta loro le culture di origine dei
compagni immigrati, ne fornisce un’immagine positiva e propone
momenti di animazione interculturale.
Tra i tanti compiti del mediatore vi è anche quello di riuscire a
comprendere il linguaggio non verbale, quando il non detto è
connesso a prescrizioni o a divieti culturali legati al senso del pudore,
al rispetto per l’altro. Nella cultura occidentale il silenzio è
interpretato in senso negativo, come freddezza comunicativa,
distanza; non è invece sempre così in altre culture, il silenzio può
avere una valutazione molto diversa ed essere segno di prudenza o di
rispetto verso l’interlocutore.
Interculturalità nella scuola italiana
28
Le situazioni di distorsione comunicativa sono frequenti quando
le persone coinvolte nell’evento comunicativo, appartengono a
contesti culturali diversi in cui ogni persona pur parlando la stessa
lingua, fa riferimento al proprio repertorio di conoscenze, ma
soprattutto a esperienze che danno una carica emotiva differente
alle parole con cui comunicano.
II.1. Piccoli mediatori (Child Language Brokering)
Ogni anno, milioni di persone abbandonano il proprio paese di
origine al fine di trovare delle condizioni di vita migliori per sé e per la
propria famiglia. In questa fase di transito, bambini e adolescenti,
una volta giunti nel paese d’arrivo svolgeranno un “lavoro” invisibile
ed essenziale. Questo lavoro consiste nel mediare dal punto di vista
linguistico e culturale per i genitori, al fine di facilitarne l’inserimento
in una nuova società, da cui altrimenti si sentirebbero estranei,
utilizzando la loro migliore conoscenza della lingua del Paese
ospitante.
Il fenomeno del Child Language Brokering può essere descritto
come l’attività di mediazione linguistica e culturale per opera di
bambini e adolescenti all’interno del nucleo familiare. Ciò nonostante
è rimasta per molti anni una pratica invisibile, poco studiata e
analizzata dalla letteratura.
La ragione per la quale tale compito è svolto da bambini e
adolescenti all’interno delle comunità di immigrati, piuttosto che da
adulti è legata al fatto che essi sono inseriti in un processo di
Interculturalità nella scuola italiana
29
scolarizzazione che permette loro di imparare prima e più
velocemente la lingua del paese ospitante, arrivando ad acquisire
nozioni linguistiche e culturali per favorire la comunicazione tra i
membri della propria famiglia e la società in cui sono inseriti.
Sfruttando la conoscenza che hanno di queste due lingue, i bambini
svolgono un vero e proprio lavoro, che consiste nel parlare, leggere e
ascoltare per gli altri.
Da diverse testimonianze emerge che, per molti bambini e
adolescenti si tratterebbe di un’attività “normale”. Ed è proprio la
naturalezza dell’atto che porterebbe quindi a non vederlo come
degno di nota e di attenzione.
Pur essendo invisibile, l’attività dei giovani mediatori riveste un
ruolo di fondamentale importanza su più livelli, tra i quali quello
sociale.
I molteplici contesti in cui il bambino può essere chiamato a
svolgere le attività di CLB hanno luogo in domini della vita sociale e
quotidiana; nell’ambito domestico, burocratico e sanitario.
Nella sfera domestica i compiti più comuni possono consistere
nell’effettuare telefonate, fare la spesa/acquisti in generale, tradurre
testi scritti (in particolare quelli relativi alla scuola, la posta, avvisi di
affitto o vendita di immobili).
Si può richiedere il coinvolgimento dei bambini anche in
contesti burocratici come: la traduzione di documenti legali, la
mediazione tra i genitori e il proprietario della casa o tra i genitori e
funzionari pubblici/forze dell’ordine; situazioni molto più
impegnative sia dal punto di vista linguistico e traduttivo che
Interculturalità nella scuola italiana
30
psicologico/emotivo, e possono avere importanti ripercussioni sulla
vita familiare.
Il CLB ha implicazioni diverse sia positive che negative; essere di
aiuto in un compito che viene avvertito come importante per il
benessere del proprio nucleo famigliare può accrescere l’autostima
dell’adolescente, accendendo nel bambino l'orgoglio di sentirsi parte
integrante e attiva della vita familiare e un’accresciuta autostima,
scaturita dalla fiducia che l’adulto ripone in lui nel richiedere la sua
mediazione per questioni importanti, da cui può dipendere il
benessere di tutta la famiglia.10
Nella stessa ottica, altri studi hanno evidenziato che i bambini,
grazie alla loro costante interazione con gli adulti e con professionisti
di vari campi, conseguono un miglior rendimento scolastico,
particolarmente nelle scuole superiori.11
È necessario sottolineare anche le implicazioni psico-
sociologiche per il bambino che vi si sottopone, generando forme di
disagio o condizioni di svantaggio evolutivo e può avere un impatto
negativo sulle relazioni familiari. Quando/se il bambino sente, di non
essere adeguato nella sua attività di traduttore, lo nasconde per non
deludere le aspettative degli adulti.12 In tal caso, viene danneggiata
non solo l’autostima del bambino, ma anche gli stessi adulti, poiché
lo scambio di informazioni può risultare incompleto o addirittura
10
Hall N., Sham S., “Language brokering as young people’s work: evidence from Chinese adolescents in England”, Language and EducationXXI, 1, (2007): 16-30. 11
Buriel R., R et al. “The relationship of language brokering to academic performance, biculturalism, and self-efficacy among Latino adolescents”, Hispanic Journal and Behavioral Sciences20 (1988): 283-297. 12
Wu N., Kim S., “Chinese American adolescents’ perceptions of the language brokering experience as a sense of burden and sense of efficacy”, Journal of Youth and Adolescence 38, (2009): 703-718.
Interculturalità nella scuola italiana
31
falsificato.13La traduzione può causare stress e ansia per il giudizio
degli adulti, o disagio per le critiche che il bambino può avvertire
verso la sua famiglia.
Le dinamiche relazionali create dall’attività di mediazione
linguistica svolta dal bambino possono quindi creare in lui
frustrazioni, che vanno a infrangersi contro i più elementari principi
educativi.
Questo fenomeno non è raro nelle classi plurilingue, accade
spesso, che bambini con la stessa madrelingua usino fra loro, la
lingua d’origine per comunicare, tradurre, spiegare, dunque che il
bambino o adolescente bilingue svolga il ruolo di interprete, a favore
di un compagno neoarrivato, con il quale condivide la lingua nativa.
Nella quotidianità scolastica, a diversi insegnanti capita di
assistere a dialoghi in cui un alunno bilingue agisce spontaneamente
come interprete, per rendere comprensibili i contenuti della lezione
al compagno da poco inserito in classe. Quest’ultime possono essere
chiamate delle traduzioni sussurrate, con una piccola attinenza
«all’interpretazione simultanea sussurrata» degli interpreti
professionisti, meglio nota come chuchotage, una tecnica che
consiste nello stare accanto, o molto vicino, al destinatario della
traduzione, e nel parlare al suo orecchio. Anche le traduzioni nelle
classi si svolgono circa nella stessa maniera, bambini/e seduti/e nello
stesso banco, e hanno come caratteristica il loro parlare, per lo più,
sottovoce.
13
Orellana M., “Responsibilities of children in Latino immigrant homes”, New Directions for Youth Development, 100, (2003):25-39.
Interculturalità nella scuola italiana
32
Per lungo tempo, quest’attività è rimasta in ombra nelle ricerche
linguistiche italiane. Da qualche anno, tuttavia, sono iniziati diversi
studi anche verso la mediazione linguistico-culturale infantile e, più in
generale, verso le occasioni di plurilinguismo spontaneo che si creano
a scuola.
Interculturalità nella scuola italiana
33
III. Il ruolo degli insegnanti
La scuola è il luogo dove i bambini e gli adolescenti trascorrono
buona parte della loro giornata, e il docente diviene la figura di
riferimento degli studenti.
In primo luogo fare educazione interculturale significa lavorare
per individuare, progettare e sperimentare le strategie educative e
didattiche più idonee per favorire un positivo inserimento degli allievi
stranieri nella scuola e nella società.14
Quale è il ruolo del docente all’interno di tale progetto
educativo?
L’interculturalità pone al docente grandi stimoli, il quale non
deve semplicemente facilitare la comunicazione all’interno della
classe ed insegnare dei contenuti, ma deve trasmettere loro la
capacità di affrontare e risolvere i problemi, far sì che i propri allievi
acquisiscano una competenza interculturale, intesa come capacità di
comunicare con persone di altre culture, di adattarsi a nuovi contesti
culturali e di mediare all’interno di essi. In altri termini, si tratta di
mettere gli allievi in condizione di realizzare il “dialogo tra culture”.
Proprio per questo motivo, è fondamentale che i docenti
pongano particolare attenzione nell'adottare una tecnica educativa
volta ad incoraggiare lo sviluppo armonico della personalità degli
allievi, che consenta loro di imparare a conoscersi, rispecchiandosi
negli altri. 14
Fiorucci M., “L’educazione interculturale: una proposta per tutti”, 18 Gennaio 2015.
Articolo tratto da: http://www.giuntiscuola.it/sesamo/cultura-e-societa/punti-di-vista/punti-di-vista-l-educazione-interculturale-una-proposta-per-tutti/
Interculturalità nella scuola italiana
34
Un insegnante che si occupa di Intercultura non deve essere,
ovviamente, orientato verso atteggiamenti razzisti, al contrario deve
avere un atteggiamento improntato sulla conoscenza, “sensibile alle
culture” e di apertura e scoperta dell’universo culturale degli alunni
stranieri.
Il punto fondamentale è certamente la formazione dei docenti
italiani in ambito linguistico ed interculturale, in modo che essi
possano conoscere e meglio affrontare i problemi dell'educazione
interculturale e linguistica degli alunni stranieri, per i quali vanno
poste in essere le metodologie dell'italiano come lingua seconda e
non come lingua materna.
Di conseguenza la formazione interculturale dei docenti occupa,
in tale prospettiva, un posto di tutto rilievo; partendo da una corretta
impostazione del lavoro educativo nella scuola, si può sperare di
diffondere una sempre più necessaria “cultura della convivenza”.
Non si tratta di un obiettivo facile, insegnanti ed educatori per
primi sono chiamati a rimettere in discussione i propri modelli di
riferimento, è fondamentale accrescere il livello di competenza
interculturale del personale docente, sviluppando strumenti
metodologici per inserire la prospettiva interculturale nelle varie
discipline scolastiche.
Il ministro dell’Istruzione nella presentazione del rapporto Tra
difficoltà e successi15 ha posto l’accento su un problema attualissimo,
affermando: “Per i nati in Italia è fondamentale garantire una piena
15
MIUR-FONDAZIONE ISMU, “Alunni con cittadinanza non italiana. Tra difficoltà e successi” Rapporto nazionale A.s. 2013/2014, “Quaderni Ismu” 1/2015.
Interculturalità nella scuola italiana
35
integrazione formativa e sociale, perché non si sentono stranieri nel
Paese in cui sono venuti al mondo”.
Nel 2011 il Gruppo ASAI16 con alcuni adolescenti italiani ha
scritto un piccolo libro, una lettera agli insegnanti intitolata Allora che
ci faccio del mare?17, nel quale vengono elencate le caratteristiche
che dovrebbe avere un bravo docente: “Umanità (capace di
ammettere gli errori e trattare tutti ugualmente, di ascoltare,
rispettare); competenza (capire di cosa ha bisogno un allievo e di
essere in grado di soddisfare i bisogni di ognuno); essere innovativo
(in modo da non far mai perdere all’alunno la voglia di imparare)”.
III.1. Pratiche di integrazione e l’apprendimento della lingua
italiana come L2
Tra i migranti, i soggetti più deboli, sono sicuramente i minori, i
quali devono inserirsi in un ambiente diverso dal proprio e superare
diversi ostacoli, con un bagaglio emotivo e psicologico più fragile
rispetto agli adulti, per questo motivo è necessaria una legislazione
attenta e di tutela.
16
ASAI è un’associazione di volontariato presente a Torino dal 1995. ASAI propone iniziative educative e culturali rivolte a bambini, giovani e adulti in diversi luoghi della città. Ogni anno coinvolge più di 600 volontari in azioni concrete e dirette a una migliore convivenza nel tessuto urbano. ASAI dedica particolare attenzione agli adolescenti e alle seconde generazioni e propone loro attività aggregative e formative basate sulla metodologia cooperativa, che favorisce lo sviluppo della capacità di ascolto, negoziazione e partecipazione dei ragazzi. I numerosi volontari, esempio significativo di impegno civile, sono la forza e il motore dell'associazione 17
ASAI, “Allora che ci faccio nel mare?”, Ananke, Torino 2012.
Interculturalità nella scuola italiana
36
Per i ragazzi stranieri l’ostacolo e il traguardo principale consiste
nell’integrazione all’interno della società ospitante che avviene
attraverso varie forme: l’apprendimento della lingua italiana, il
successo scolastico, la capacità di socializzazione e di poter
progettare il proprio futuro in Italia.
Le modalità di inserimento degli alunni stranieri nella scuola
risultano, dunque, un chiaro modello di ammissione degli immigrati
nelle società ospitanti.
L’accoglienza è il momento più importante del progetto di
educazione interculturale, costituisce il primo passo del processo di
integrazione perché indica l’orientamento della scuola nell’assumere
un ruolo di promozione, valorizzazione delle specificità e attenzioni
nei confronti dei bisogni di ciascuno.
Strettamente legato ad una cultura dell’accoglienza è il tema
della valorizzazione delle somiglianze e delle differenze. Accogliere
chi si percepisce come simile può risultare naturale: la somiglianza, di
solito, rassicura. Accogliere chi è diverso, invece, può risultare più
complesso poiché le differenze possono incuriosire, ma anche
spaventare.
L’accoglienza della diversità e delle differenze può essere
realizzata con l’introduzione nel servizio scolastico di alcuni “progetti
innovativi”, come ad esempio: gli scaffali multiculturali.
L’allestimento di uno scaffale multiculturale, cioè di una
biblioteca plurilingue con libri per bambini e adulti, che raccontano
l’incontro tra le culture, rendono la scuola testimone della varietà e
della ricchezza che la circonda .
Interculturalità nella scuola italiana
37
La figura del mediatore linguistico culturale è importante in
questo contesto come anello di congiunzione fra le parti. Egli è
chiamato a sostenere la fase di accoglienza del bambino nella scuola,
spiegando principalmente le regole di comportamento che vigono al
suo interno, ricostruisce la biografia di vita e la storia scolastica del
bambino, diviene per lui un punto di riferimento che fornisce
sostegno morale e può rappresentare un modello con il quale
identificarsi.
Il mediatore ha un ruolo importante anche per quanto riguarda
il mantenimento della cultura d’origine del bambino, infatti, si
richiede che la valorizzi agli occhi degli autoctoni assieme alla lingua
madre dell’immigrato. Allo stesso tempo però, dovranno essere
valorizzate anche la cultura e la lingua italiana per aiutare il bambino
immigrato ad accettarle.
In questo ambito sono particolarmente rilevanti le indicazioni
proposte dalle nuove Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione
degli alunni stranieri18tale documento, dopo avere opportunamente
proposto una distinzione tra bisogni diversi relativi alle diverse
condizioni degli allievi con cittadinanza non italiana (neoarrivati, nati
in Italia, adottati, minori non accompagnati), affronta le diverse
questioni che concorrono a definire il successo formativo: dalla
valutazione all’insegnamento dell’italiano come lingua seconda, dal
plurilinguismo all’orientamento, dall’iscrizione alla formazione degli
insegnanti fino all’istruzione degli adulti.
18
MIUR, “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”, Febbraio 2014.
Interculturalità nella scuola italiana
38
In questa direzione si possono sinteticamente indicare alcuni
ambiti di lavoro:
- Accoglienza: significa acquisire informazioni e conoscenze sui
sistemi scolastici di provenienza e sulla scolarizzazione precedente;
fornire informazioni sul sistema scolastico italiano, tracciare un
profilo linguistico e cognitivo degli allievi, acquisire informazioni sul
progetto migratorio della famiglia.
- Insegnamento dell’italiano come L2: questo aspetto è
assolutamente centrale. Le competenze linguistiche sono alla base di
ogni processo di integrazione ed è necessario insegnare l’italiano in
modo diverso da chi è alfabetizzato in un’altra lingua; tuttavia, tale
insegnamento deve avvenire all’interno delle normali classi
scolastiche, evitando la costruzione di luoghi separati di
apprendimento. Il punto centrale dell’azione di inserimento è proprio
la possibilità, per l’alunno straniero, di entrare in contatto con i
coetanei, dai quali, in modalità formali e non formali, apprenderà
non solo le forme linguistiche più immediate, ma anche le forme
della comunicazione e le regole del gruppo di accoglienza. Vari studi
mostrano che una separazione totale del nuovo alunno sarebbe
penalizzante per la sua possibilità di inserirsi, a livello linguistico,
comunicativo, cognitivo e culturale nella classe.
- Valorizzazione della lingua e cultura d’origine e del
plurilinguismo: Il mantenimento e il rafforzamento della lingua e della
cultura d’origine fortificano le capacità comunicative generali degli
alunni immigrati contribuendo all’innalzamento del livello di
autostima.
Interculturalità nella scuola italiana
39
Un’altra indicazione che viene dalle pratiche didattiche delle
scuole è l’utilizzo e il potenziamento dei linguaggi non verbali,
dall’arte alla musica, dal teatro allo sport, anche in collaborazione
con le associazioni e gli operatori delle comunità di accoglienza.
Il gruppo di lavoro di studenti, docenti e ricercatori della Scuola
di italiano per stranieri dell’Università di Palermo, per esempio,
definisce “un’immersione nel territorio” la necessità di uscire dal
modello del corso di lingua in classe, con uno spazio/tempo limitato e
chiuso.19 Sono necessari momenti di incontro dentro e fuori la scuola,
contesti di relazioni che spezzino il sentimento di estraneità di chi è
sopravvissuto a drammi collettivi e individuali. Serve un “bagno
linguistico”, nei tanti linguaggi della città e della vita reale, questa è
l’indicazione didattica che viene dall’esperienza palermitana.
Nell’intento di valorizzare il patrimonio di conoscenze di cui gli
studenti sono portatori e di rafforzare la creazione di legami tra di
loro, in alcune pratiche scolastiche. È necessario ribadire, che
l’acquisizione della lingua italiana come seconda lingua deve essere al
centro dell’azione didattica per l’integrazione degli alunni stranieri, in
tal modo si assicura uno dei principali fattori di successo e di
inclusione sociale.
Le differenze linguistiche sono l’elemento più evidente e incisivo
a cui gli alunni devono far fronte. Lo studio della lingua italiana deve
essere inserito nella quotidianità dell’apprendimento e della vita
19
Amoruso M., D’Agostino M., Jaralla Y.L., “Dai barconi all’Università. Percorsi di inclusione
linguistica per minori stranieri non accompagnati”, Università di Palermo, 2015.
Interculturalità nella scuola italiana
40
scolastica degli stranieri, con attività di laboratorio linguistico e con
percorsi e strumenti per l’insegnamento intensivo dell’italiano.
Nella fase iniziale ci si può avvalere di strumenti e figure di
facilitazione linguistica (cartelloni, carte geografiche, testi
semplificati), promuovendo la capacità dell’alunno di sviluppare la
lingua per comunicare.
La scuola può fare una grande differenza. Per questo, quanto più
il contesto sociale è difficile, tanto più si deve cercare di fare tutto il
possibile e inventarsi strategie nuove.
III.2. La fiaba come ponte tra culture
La fiaba può avere una vocazione interculturale?
La risposta è affermativa, l’intervento dei metodi didattici più
specificatamente dedicati all’educazione interculturale prevede un
posto di primo piano al metodo narrativo, in particolare l’uso della
fiaba.
Si tratta di un genere letterario universale, che abbraccia tutte le
culture della terra, secondo numerosi studi la fiaba può rivelarsi un
adeguato mezzo per dare spazio al confronto tra culture diverse e
stimolare la fantasia, avvicinando bambini a mondi nuovi, da prima
sconosciuti.
La narrazione della fiaba, rappresenta uno dei primi canali
attraverso cui si apprende sia la lingua sia le prime conoscenze del
mondo. Durante il percorso di apprendimento di una lingua straniera,
il linguaggio della fiaba offre molte possibilità’ di acquisizione della
Interculturalità nella scuola italiana
41
competenza linguistica, poiché si configura come un linguaggio
semplice da seguire in quanto utilizza il discorso diretto, con
ripetizioni e pause.
La fiaba è un genere narrativo presente nella tradizione orale di
ogni popolo, considerato uno strumento didattico capace di creare
punti di incontro. Consente di entrare per un momento nella vita
quotidiana di un di un paese, di un’etnia, costituendo la chiave di
accesso a quella cultura.
Ogni popolo ha ambientato le proprie fiabe nel paesaggio in cui
viveva e nella narrazione sono presenti continui riferimenti ad
abitudini, credenze, regole che vigono all’interno della propria
società.
La fiaba fornisce ai bambini opportunità di conoscenza, di
avvicinamento, di arricchimento e di scambio. In essa, i ragazzi
trovano nuovi mezzi per capire la società attuale e per avvicinare
culture che non sono poi così lontane, scoprendo caratteristiche e
differenze che connotano un gruppo, una cultura e un Paese.
In tutte le fiabe vi sono eroi, amori, perdite, paure, riconquiste
che legano le situazioni e le storie di vita dei bambini di tutto il
mondo ed il loro immaginario. Il ragazzo straniero, può ritrovare pezzi
di sé, della propria storia, della propria appartenenza e nello stesso
tempo incontrare una pluralità di linguaggi, di stili e di alfabeti.
Le fiabe indirizzano il bambino verso la scoperta della sua
identità e suggeriscono che una vita gratificante è alla portata di
ciascuno, nonostante le avversità.
Interculturalità nella scuola italiana
42
Molte storie, infatti, le più note, hanno attraversato il mondo,
colorandosi di scenari diversi, ma hanno conservato spesso una
sorprendente uniformità nei personaggi, negli eventi cruciali, nelle
situazioni che si presentano simili anche se collocate in paesi
differenti. Un esempio ne è cenerentola, una delle favole più famose
che si ritrova in numerose culture: da quella cinese a quella tedesca,
dall’antico Egitto alla versione di Basile (La Gatta Cenerentola).
Attraverso il racconto può avvenire lo scambio fra immaginari
diversi, rintracciando in ogni storia le differenze, ma soprattutto le
analogie. La fiaba è uno strumento utile per imparare ad apprezzare
le differenze culturali sin da piccoli e questo rappresenta un passo
molto importante per lo sviluppo del bambino.
“l’immaginario ha dunque il potere di congiungere
trasversalmente popoli e culture e nello stesso tempo di
raccontare la loro specificità”.20
20
Demetrio D., “Agenda Interculturale”, Meltemi, Roma 1997.
Interculturalità nella scuola italiana
43
IV. Il bambino straniero: problema o risorsa?
“Le scuole che sono cambiate in questi vent’anni sono le
scuole a forte processo immigratorio, sono diventate scuole
migliori per necessità”.21
I bambini stranieri che popolano i banchi della scuola italiana
sono per la maggioranza bambini di seconde generazioni vale a dire
sia i figli di cittadini stranieri nati nel paese ospitante, sia i ragazzi
immigrati che hanno compiuto la formazione scolastica primaria e
oltre nel luogo di approdo.
Ormai da molto tempo, all’inizio dell’anno scolastico, si
ripropongono le polemiche nelle scuole dove ci sono molti bambini
stranieri. Periodicamente si ritorna a parlare di stabilire dei “tetti”,
ovvero il vincolo per cui il numero degli alunni con cittadinanza non
italiana presenti in ciascuna classe, non può superare di norma il 30%
del totale degli iscritti previsto dalla C.M. n. 2“Raccomandazioni per
l’integrazione di studenti con cittadinanza non italiana”,22 tale limite
può essere derogato su determinazione del Direttore generale
dell’Ufficio Scolastico Regionale, a fronte della presenza di alunni
stranieri già in possesso di adeguate competenze linguistiche, o in
caso di particolari complessità; oppure si propone la creazione di
“classi ponte” in cui relegare gli stranieri che non parlano ancora la
lingua italiana. 21
Favaro G., “L’Intercultura dalla A alla Z”, Franco Angeli, Milano 2008. 22
MIUR, “Raccomandazioni per l’integrazione di studenti con cittadinanza non italiana”, C.M n.2/2010.
Interculturalità nella scuola italiana
44
Secondo le analisi delle prove Invalsi nelle province ad alta
densità di migranti realizzata dal MIUR e pubblicata nel
summenzionato rapporto nazionale sugli alunni non italiani Tra
difficoltà e successi: “È possibile ritenere che la presenza di un numero
elevato di compagni stranieri non sembri influenzare in modo
significativo l’apprendimento dei loro compagni nativi”. 23
È importante rimarcare che, le scuole con un’alta densità di
stranieri necessitano un investimento maggiore perché la fuga degli
italiani è aumentata in parallelo al taglio delle risorse. In assenza di
fondi e di mediatori culturali che possono sostenere da subito i
neoarrivati e gli altri alunni in difficoltà, i docenti devono far fronte a
diverse esigenze degli studenti e dal punto di vista degli italiani
questo significa che i loro bambini “restano fermi”.
La fuga dei bambini nativi, per contro, priva i bambini stranieri
della possibilità di assimilare nel modo più naturale la lingua e la
cultura italiana dalla convivenza quotidiana con i compagni.
La presenza dei nuovi compagni di banco ha stravolto la scuola
italiana, suscitando dubbi e incertezze, ma con il passare del tempo
ha stimolato la ricerca e la curiosità, in quanto i bambini stranieri si
rivelano una ricchezza, non un ostacolo. Crescere e studiare in una
classe mista permette di conoscere una porzione di mondo più
grande.
23
Ivi pag.37.
Interculturalità nella scuola italiana
45
IV.1. Un viaggio nelle scuole multiculturali
Nella scuola attuale continuare a guardare gli studenti come una
popolazione omogenea non è possibile, poiché la diversità,
rappresenta ormai una caratteristica di ogni scuola e una sfida
fondamentale per l’educazione.
Gli alunni che frequentano la scuola italiana, sono lo specchio
della conformazione sociale della società attuale: bambini
provenienti da paesi stranieri o nati in Italia da genitori stranieri,
bambini autoctoni o bambini originari delle varie regioni italiane.
Secondo i dati sulla scuola multiculturale, nell'ultimo rapporto
curato dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
(Miur) con la Fondazione Ismu, Il primato lo detiene il Nord-Ovest,
che accoglie 179.422 alunni stranieri nativi, seguito dal Nord-Est
(129.981), dal Centro (100.839), e dal Sud (23.877). La regione con
più alunni stranieri nati in Italia è la Lombardia (122.153).24
Integrazione e interculturalità sono necessarie per la didattica
nelle classi dove gli stranieri sono la maggioranza con una babele di
lingue tra i banchi.
Quali progetti innovativi sono realizzati nelle scuole italiane,
divenute da tempo multiculturali e plurilingue?
Come far uscire dal silenzio iniziative ed esperienze che si sono
rivelate efficaci, al fine di condividerle e metterle in comune?
Un progetto non può essere risolutivo di un problema così
complesso come quello dell’integrazione interculturale, ma un
24
http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/05/11/news/milano_immigrati-139524652/
Interculturalità nella scuola italiana
46
piccolo progetto può attivare una sinergia, perché la scuola ha
bisogno di individuare riferimenti e pratiche comuni, di stabilire ponti
e di condividere esperienze.
Nelle pagine successive saranno presentate diverse scuole
italiane con la più alta percentuale di alunni stranieri. Nelle quali sono
in atto, oltre ai progetti e ai dispositivi ordinari per sostenere un
positivo inserimento, per l’insegnamento dell’italiano come seconda
lingua, per l’informazione delle famiglie, anche altre azioni
innovative, che cercano di prestare attenzione ai bisogni della scuola
italiana in continuo cambiamento, scuole che offrono una proposta
didattica e pedagogica per tutti.
IV.1.A. Brescia, la scuola di tutti i bambini del mondo!
Brescia è il comune con più scuole a "maggioranza straniera",
nelle quali negli ultimi dieci anni la concentrazione di alunni non
italofoni è cresciuta costantemente. Nella scuola “Manzoni”, come
nel resto di Italia gli arrivi continuano a superare le partenze.
Nel settembre 2015 la scuola primaria, situata nel centro di
Brescia è stata oggetto di una lunga polemica tanto da divenire un
caso mediatico per la presenza di soli bambini stranieri nelle due
classi primarie. Ad accompagnare le critiche, ci sono stati molti
striscioni con contenuti razzisti e discriminatori, ciò che veniva
esposto venne poi esplicitato in un comunicato stampa: “La presenza
di sempre più stranieri comporta un pericolo per gli italiani”.
Interculturalità nella scuola italiana
47
La situazione maturava da anni poiché, i genitori italiani,
spaventati dalla crescente concentrazione di stranieri, sono fuggiti
nelle paritarie di zona o in altri distretti, accelerando il processo.
Soprannominata “una scuola ghetto”, centro di delinquenza e di
terrore, ma in realtà si tratta solo di classi popolate da volti sempre
più spesso di ragazzi che provengono da mondi geograficamente e
culturalmente lontani dall’Italia.
Molti bambini appena arrivati hanno moltissime difficoltà nel
comunicare, poiché le ore con gli “alfabetizzatori” sono terminate a
causa della mancanza di fondi. Il sistema italiano non ha mai adottato
le cosiddette “classi ponti”, ossia classi di inserimento separate per gli
alunni stranieri neoarrivati (o comunque con insufficienti capacità
linguistiche).
Graziella Favaro in un articolo del 2013, Contro le geografie
della separazione. Ancora sulle classi ponte cinque anni dopo,25 spiega
alla luce di un’esperienza pluriennale e in base a ricerche e studi
comparati a livello europeo (tra cui lo Study on educational support
for newly arrived migrant children pubblicato dalla Commissione
europea del 2012), le classi separate non rappresentano la risposta
più efficace ai bisogni linguistici e di integrazione degli alunni
stranieri, sono considerate controproducenti dal punta di vista
psicologico e didattico.
Per questi motivi, conclude Favaro G., la maggior parte dei Paesi
Europei segue il “modello integrato”, ossia l’inserimento in classe da
25
Articolo tratto da: http://www.centrocome.it/wp-content/uploads/2014/11/ne-separati-ne-invisibili-nov13.pdf
Interculturalità nella scuola italiana
48
subito con ore di apprendimento dedicate alla seconda lingua, in
piccoli gruppi.
Occorre garantire alle scuole risorse sufficienti per retribuire i
docenti che insegnano la L2 ai piccoli gruppi neoarrivati, anziché
confinare i bambini in una classe a parte.
Il problema della “Manzoni” e di tante scuole simili non sono gli
stranieri, ma l’impoverimento generale e i tagli al personale, che
rendono molto più ardua la gestione del flusso di neoarrivati.
I bambini hanno bisogno di un’attenzione personale e continua,
Il desiderio di molte professoresse è di mettere questi bambini in
condizioni di giocarsi le loro possibilità di fronte alla vita, come tutti
gli altri.
Per rispondere a queste critiche, l’istituto ha messo in atto da
tempo una strategia di potenziamento dell’offerta formativa, con
attività laboratoriali che valorizzano le risorse di ciascun alunno in
un’ottica di promozione del successo formativo e di partecipazione
attiva delle famiglie al percorso educativo dei propri figli. La
“Manzoni” è l’unica scuola bresciana a proporre “l’inglese veicolare”,
ossia l’insegnamento di materie come musica ed educazione
all’immagine direttamente in inglese, per favorirne l’apprendimento,
per agevolare e valorizzare i tanti bambini dell’Africa o del
Subcontinente indiano presenti a scuola, i quali parlano bene
l’inglese.
In questa scuola, tutti sono diversi. La diversità è la normalità,
ognuno può essere se stesso. Una scuola come questa è una sorta di
Interculturalità nella scuola italiana
49
“Erasmus” anticipato all’età scolare, la diversità di ognuno diventa
ricchezza per tutti.
IV.1.B. Udine e “la scuola in movimento”
A Udine, un’iniziativa interessante ha coinvolto gli alunni della
scuola primaria “Dante Alighieri” dove la percentuale degli alunni
stranieri supera il 90%. Una percentuale da primato, tra le più alte a
livello nazionale. Nella classe prima su venti iscrizioni nell’anno
scolastico 2014/2015 c’erano solamente due italiani. La percentuale
di alunni con background migratorio è aumentata anche per via
dell’abbandono della scuola da parte dei bambini italiani.
Per rispondere a queste preoccupazioni e all’immagine negativa
di scuola “di serie B”, la scuola ha avviato il progetto “Crescere
sportiva-mente” della durata di cinque anni, investendo sullo sport
come strumento di integrazione e linguaggio di inclusione.
Il progetto prevede un’ora di educazione motoria tutti i giorni in
lingua inglese e una didattica originale. Il movimento fa bene al fisico,
all’umore e soprattutto, se ben strutturato, dà grandissimi risultati
sotto il profilo educativo, relazionale e cognitivo.
Imparare a “stare al gioco”, rispettare le regole che occorrono
per far parte di un gruppo e farlo funzionare, accettare le frustrazioni
quando si commette uno sbaglio, sono tra i punti cardini del lavoro in
palestra. I docenti disciplinano i bambini all’autoregolazione in modo
da comprendere il significato della norma e aderire spontaneamente.
Interculturalità nella scuola italiana
50
I giochi e le attività manuali servono a sviluppare le cosiddette
“abilità fino-motorie”, necessarie per la scrittura.
Tra alcuni obiettivi del progetto: soddisfare il bisogno di
movimento dei bambini, stimolare un’azione educativa e culturale
della pratica motoria e riscoprire il valore educativo del gioco.
Un altro aspetto interessante contenuto nel programma del
progetto Scuola in movimento è l’idea dello sport come chiave di
lettura interdisciplinare: l’insegnamento delle diverse discipline è
declinato attraverso il movimento. Giocando in palestra si possono
imparare le tabelline o le regole grammaticali.
Ci sono diversi elementi positivi in questa esperienza che
possono essere utili per situazioni simili, nelle scuole con una forte
presenza di alunni stranieri.
“Un investimento intelligente, un’esperienza gratificante e
un’occasione per smentire il diffuso pregiudizio, secondo cui nelle
classi con un’elevata percentuale di stranieri, i bambini non
imparano» ha dichiarato Pierino Damiani, professore della scuola
Dante.26 Nella scuola “Dante Alighieri”, non c’è solo sport, c’è anche
un’idea diversa di didattica.
IV.1.C. Torino: Musica nell’aria
L’Istituto Comprensivo “REGIO PARCO” di Torino comprende
sette scuole dei tre ordini di grado d’istruzione, la presenza di
26
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/03/28/news/nelle-scuole-gli-alunni-stranieri-sono-una-risorsa-1.11138625.
Interculturalità nella scuola italiana
51
un'utenza fortemente multiculturale (più di trenta le etnie presenti)
ha condizionato la formazione degli insegnanti, promuovendo una
preparazione didattica particolarmente mirata all'accoglienza.
L’istituto propone di preparare gli alunni in tutte le discipline
previste dal curricolo, senza dimenticare la valorizzazione delle
culture di appartenenza degli alunni per creare un ambiente
educativo e formativo stimolante e ricco di interessi.
In questo istituto, si tende a creare un clima di accoglienza
permanente, non solo per gli allievi neoarrivati, ma anche per gli
alunni di origine italiana o per gli stranieri di seconda generazione.
Si verifica in questo modo un’importante sinergia: l’accogliere
diverse culture determina il raccogliere nuovi valori che, faciliteranno
i futuri inserimenti e integreranno il patrimonio umano e culturale.
L’istituto ha avviato un progetto musicale “Crescere in
Orchestra”, l’iniziativa mira ad aiutare i bambini a lavorare insieme,
inizialmente due famiglie mussulmane si sono opposte al progetto
interculturale, scatenando numerose discussioni tanto da diventare
oggetto di prima pagina dell’articolo della Stampa intitolato: “Per
l’Islam la musica è peccato”.27
La scuola “Regio Parco” ha quindi organizzato un incontro con le
famiglie, invitando anche i rappresentanti di due moschee della zona
e una mediatrice culturale di lingua araba con l’obiettivo di chiarire il
significato di Crescere in orchestra. Dopo la riunione, i genitori si sono
dichiarati d’accordo a continuare il progetto dell’orchestra.
27
Martinengo M. T., “Per l’Islam la musica è peccato” pubblicato dalla Stampa, Torino 2015.
Interculturalità nella scuola italiana
52
A dispetto delle polemiche, l’estrema varietà di confessioni
religiose che si mescolano nella classe non crea conflitti, anzi, stimola
molto i bambini, suscitando grande apertura e curiosità.
“Fare orchestra” è un potentissimo strumento di educazione alla
cittadinanza, al rispetto delle regole e alla collaborazione.
La musica, favorisce l’integrazione tra le culture che si
mescolano in classe, perché la diversità sia sempre più vissuta come
portatrice di ricchezza, anziché di paura e conflitto.
Anche a Torino, le risorse sono essenziali perché scuole come
queste, devono essere potenziate, non solo per arginare la fuga degli
italiani, ma per adempiere la loro funzione.
Significativa per la scuola di “Regio Parco” è la collaborazione
con l’ASAI (Associazione di Animazione Interculturale). Fin dalla sua
fondazione, ASAI offre supporto scolastico, per dare risposta alle
difficoltà di inserimento e apprendimento di ragazzi stranieri e
italiani. L’attività si concretizza nel lavoro condiviso con le scuole del
territorio e con proposte educative che migliorano la qualità e
l’efficacia del percorso scolastico. Un luogo d’incontro per superare le
tensioni e le diffidenze che accompagnano le migrazioni, offrendo
corsi di italiano per gli stranieri e corsi di formazioni tra gli insegnanti.
“Questi ragazzi sanno fare, quando messi nella condizioni di
agire, quando agire ha un senso. Loro sono il sangue della
scuola, perché trasportano il nutrimento, ma come il
sangue, portano in circolo anche virus e malanni.
Questa linfa contiene il più bravo della classe
Interculturalità nella scuola italiana
53
come
il più in crisi, il giusto e l’errore, il facile
e il difficile”.28
IV.1.D. Mantova: un salto a Sermide e Suzzara e la nascita di
piccoli registi
Nel mantovano la presenza degli immigrati è molto alta. È la
diciannovesima provincia in Italia per incidenza di alunni stranieri
nelle scuole e Suzzara è il quarto comune della provincia, per
presenza di stranieri.
Nell’istituto comprensivo “Margherita Hack”, i docenti con i
bambini decidono di adottare nella scuola dell’infanzia il metodo del
Total Physical Response (TPR)29, una strategia che introduce lo studio
di una lingua a partire dall’esecuzione di istruzioni verbali, “i
comandi”. La modalità di lavoro prevede che l’alunno ascolti,
comprenda, esegua ciò che gli propone l’insegnante, sotto forma di
comando verbale (utilizzando il modo imperativo): ad es. «Alzati!» e
l’alunno imitando l’azione dell’adulto si alza. È necessario che l’allievo
comprenda ed esegua, ma che non riproduca (almeno in una prima
fase) il termine.
28
Giordi R., “Il dialogo delle piccole cose” in Articoli su ASAI, 2015. 29
Il TPR (total physical response, o in italiano risposta fisica totale) è una strategia ideata da J.
Asher negli anni Sessanta dello scorso secolo. Il TPR si basa sulla premessa che il cervello possiede un BIOLOGICAL PROGRAMM, cioè un meccanismo naturale predisposto per l’acquisizione di una lingua. Lo si può dimostrare facilmente, osservando come un bambino interiorizza la lingua durante la fase del silenzio. Sin dai primi giorni di vita, il bambino ascolta e risponde esclusivamente con un’azione fisica.
Interculturalità nella scuola italiana
54
Tra i molto vantaggi, il TPR prevede che l’allievo cominci a capire
la lingua, prima di doversi lanciare nel parlare, riduce molto l’ansia
associata all’apprendimento e riesce ad attivare, attraverso il corpo,
la parte destra del cervello e la memoria a lungo termine.
L’alunno viene stimolato nella sua globalità, proponendogli lo
svolgimento di funzioni simili alle modalità da lui abitualmente
utilizzate per scoprire ed interiorizzare il mondo.
Si tratta, dunque, di attività caratterizzate dal piacere e
divertimento, in cui si abbassa il filtro affettivo, l’alunno supera
l’inibizione, l’imbarazzo e la difficoltà di mettersi in gioco di fronte
agli altri; si utilizzano materiali tipici dei giochi (dadi, mappa, percorsi,
ecc.); ci si può muovere, è possibile cantare, ballare, imparare rime e
filastrocche e ci si può organizzare a coppie o a squadre.
A Mantova, si trova anche l’Istituto Comprensivo “Virgilio” di
Sermide, il quale negli ultimi anni, ha dovuto far fronte ai nuovi
bisogni educativi ed articolare progetti specifici per l’inclusione degli
alunni stranieri.
In questa scuola la parola Intercultura coincide con il teatro. È
una modalità di didattica originale che viene messa in atto dai
docenti della scuola con finalità formative, per favorire il processo di
inclusione degli stranieri oltre che il loro apprendimento della lingua
italiana.
I ragazzi della III A dell’Istituto sono gli autori del primo film di
“CIAK JUNIOR” edizione 2009. “MAROCCO CHIAMA ITALIA”, così si
intitola il cortometraggio che racconta una bellissima storia di
integrazione attraverso il teatro. Il film girato dalla troupe di Gruppo
Interculturalità nella scuola italiana
55
è andato in onda su Canale 5. I ragazzi hanno messo in scena la storia
di un alunno marocchino Otman, il suo viaggio e l’impatto con la vita
in Italia. Per due anni Otman, sembra non aver voglia di imparare e di
integrarsi, poi succede qualcosa che gli dà la forza di rimanere da solo
a Sermide, mentre i suoi genitori tornano in Marocco per preparare il
matrimonio di uno dei suoi fratelli.
La motivazione a qualcuno sembrerà assurda, ma non a lui. Non
vuole rinunciare alle lezioni di teatro a cui partecipa con entusiasmo
e al “sogno” che l’ha portato in Italia: avere un futuro migliore!
A Sermide, come nelle altre scuole, serve un lavoro continuo, i
bambini hanno bisogno di essere compresi e gli insegnanti devono
avere la capacità di immedesimarsi nei loro studenti.
Compito della scuola è di individuare e di ricorrere a
metodologie didattiche che sappiano valorizzare e coniugare tutti gli
aspetti dell’apprendimento, non escluso quello affettivo ed
emozionale.
IV.1.E. Napoli: Porte aperte per i “rom”
“Se la nostra società saprà rispettare la società zingara, allora
ciò che costituisce diversità diventerà motivo di vicendevole
arricchimento” 30 , queste bellissime parole di Bruno Nicolini,
fondatore dell’Opera Nomadi, si scontrano purtroppo con una realtà
completamente diversa.
30
Tobagi, Op.cit., pag.47.
Interculturalità nella scuola italiana
56
Il problema della comunità nomade e del loro inserimento nella
società resta oggi dolorosamente irrisolto.
La parola “rom”, indica un insieme di popolazioni diverse, che
includono sinti, camminanti, kalè, ashkali, accomunate da modi di
vita e caratteristiche culturali simili, primi fra tutti la lingua romanès.
Ogni comunità ha il suo dialetto e le varianti sono così diverse
che non sempre i vari gruppi si intendono tra loro.
A Napoli, in particolare ci sono numerosi campi nomadi, gli
insediamenti più importanti sono nelle periferie di Barra e Scampia.
Nel quartiere Barra della città partenopea, il 69esimo Circolo
didattico ha aderito al Progetto Sperimentale per l’inclusione e
l’integrazione dei bambini rom, sinti e camminanti, elaborato dal
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, insieme all’Istituto “Ilaria
Alpi ” di Scampia.
L’ostilità a Napoli e nel resto d’Italia è profonda, i pregiudizi
sono enormi, lavorare su quest’ultimo, approfondendo anche
elementi di cultura rom può rappresentare un elemento
fondamentale di sviluppo, poiché in molti contesti, il sopravvivere di
un forte pregiudizio nei confronti della popolazione rom tra
insegnanti e operatori sociali, rischia di vanificare l'intervento
realizzato in classe.
Il primo lavoro, è stato quello di decostruire gli stereotipi,
innanzitutto tra gli insegnanti e il resto del personale scolastico,
investendo sulla formazione dei docenti.
Nella scuola i bambini sono stati accompagnati nell’esplorazione
della lingua e delle tradizioni dei compagni rom, i quali sono rimasti
Interculturalità nella scuola italiana
57
colpiti dalla loro cultura, così ricca e piena di esperienze. I bambini
rom descrivono il campo, così i loro compagni possono rendersi
conto delle condizioni in cui vivono.
Molti alunni target coinvolti nel progetto, risiedono nei
cosiddetti campi nomadi, luoghi in gran parte caratterizzati da un
profondo disagio ambientale e sanitario e una delle cause principali
delle difficoltà di integrazione nel tessuto comunitario delle
popolazioni rom, sinti e camminanti.
Mettere il bambino al centro della didattica vuol dire valorizzare
tutto ciò che fa parte del suo mondo, in classe gli studenti imparano a
convivere e a riconoscersi in stili e comportamenti che sono alla base
della vita scolastica, nonostante ciò alcune scuole italiane sono
ancora impreparate ad accogliere gli alunni stranieri. Nei fatti il
diritto all’istruzione viene negato a tantissimi bambini, è il caso per
esempio di tanti piccoli rom.
Il problema degli zingari può configurarsi come un test sulla
capacità della società e delle civiltà attuali di accogliere il diverso.
Come ha affermato Vinicio Ongini “I rom sono un vero e proprio
riflettore puntato sulle debolezze e i pregiudizi che allignano dentro e
fuori la scuola pubblica italiana”. 31 La scuola ha il compito di
insegnare ai bambini zingari a diventare uomini migliori, questo
perché la cultura zingara è bella e forte, dietro le loro scelte c’è un
mondo, una cultura antica, come viene esaltato in una celebre poesia
intitolata “Noi zingari abbiamo una sola religione: La Libertà”:32
31
Ongini V., “Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale”, Laterza, Roma-Bari, 2011. 32
Mayer V. P. (Spatzo), “Noi zingari abbiamo una sola religione: la libertà” in Pino Petruzzelli, Non chiamarmi zingaro, Chiarelettere, p.214.
Interculturalità nella scuola italiana
58
Noi Zingari abbiamo una sola religione: la libertà.
In cambio di questa rinunciamo alla ricchezza,
al potere, alla scienza ed alla gloria.
Viviamo ogni giorno come se fosse l'ultimo(...)
Il nostro segreto sta nel godere ogni giorno le piccole cose che la vita
ci offre e che gli altri uomini non sanno apprezzare:
una mattina di sole, un bagno nella sorgente, lo sguardo di qualcuno
che ci ama.
E' difficile capire queste cose, lo so.
Zingari si nasce
Ci piace camminare sotto le stelle.
Si raccontano strane cose sugli Zingari.
Si dice che leggono l'avvenire nelle stelle
e che possiedono il filtro dell'amore.
La gente non crede alle cose che non sa spiegarsi.
Noi invece non cerchiamo di spiegarci le cose in cui crediamo.
La nostra è una vita semplice, primitiva. Ci basta avere per tetto il
cielo, un fuoco per scaldarci
e le nostre canzoni, quando siamo tristi.
IV.1.F. Roma: Cosa succede dove gli stranieri sono tanti?
Un esempio di scuola con una forte presenza di alunni stranieri è
l’Istituto comprensivo Ferraironi di Roma, formato da cinque diversi
plessi scolastici: Iqbal Masih (primaria, sede centrale), Romolo Balzani
(primaria e infanzia), Carlo Pisacane (primaria), Ugo Guattari
(infanzia) e Francesco Baracca (secondaria di primo grado) i quali
Interculturalità nella scuola italiana
59
sono situati in zone con un intenso flusso di migranti: Prenestino,
Casilino, Quadraro, Torpignattara, Labicano, Collatino, Centocelle,
Tor Sapienza e Tor Cervara.
Accogliere è la vocazione della scuola, come sottolineato nel
protocollo di accoglienza dell’istituto, promuovendo la
comunicazione e l’espressione delle diverse intelligenze, attraverso
una pluralità di linguaggi.
In questo contesto, i diversi plessi dell’istituto con tempi e
percorsi differenti tra loro hanno formato dei veri e propri laboratori
di didattica interculturale, acquisendo sempre più una dimensione
transnazionale.
Il protocollo di accoglienza, nell’ottica interculturale delinea
interventi organici che, tenendo conto della realtà scolastica, possano
rispondere ai bisogni formativi e culturali, coinvolgendo tutta la
comunità scolastica.
Nel cuore di Tor Pignattara a Roma si trova la scuola elementare
“Carlo Pisacane” in cui, dei 176 studenti solo 40 hanno la cittadinanza
italiana.
Un paio di anni fa, i genitori italiani hanno iniziato a non
iscrivere più i loro figli a causa dell’alta percentuale di bambini
stranieri nelle classi. Ci sono state vicende drammatiche e la scuola è
divenuta un bersaglio mediatico tanto da ispirare la legge del
massimo 30% dei bambini stranieri, per la scarsa presenza di bambini
italiani.
Interculturalità nella scuola italiana
60
Per questo l’istituto ha deciso di fondare un’associazione dei
genitori, come strumento di supporto esterno alla scuola in modo da
poterla collegare al territorio e al quartiere.
Il primo progetto, è stato il doposcuola: alcuni bambini, che non
hanno i genitori che parlano italiano hanno un serio problema nello
svolgere i compiti a casa, perché non hanno la possibilità di essere
aiutati. Questo progetto ha riportato la scuola al centro del quartiere,
in più sono state aggiunte diverse attività pomeridiane, che grazie ai
contributi delle famiglie, sono gratuite per i bambini: lezione di
arabo, cinese, italiano; si organizzano inoltre giochi e attività che
favoriscono l’integrazione tra i bambini e i genitori delle varie
comunità e pian piano si sta cercando di ampliare il progetto fino a
far diventare la scuola un centro culturale.
Come conseguenza dei tagli all’istruzione, nell’ultimo anno
l’istituto Pisacane è stato costretto ad eliminare tutte le ore dei
mediatori culturali, figure assolutamente indispensabili in una scuola
che ospita alunni di 18 nazionalità diverse e gran parte delle ore
aggiuntive per l’insegnamento dell’italiano.
Nella realizzazione dei progetti sono stati vivamente aiutati da
volontari per lo più: ex insegnanti, studenti universitari, i quali hanno
sostenuto l’iniziativa che probabilmente sarà replicata nei prossimi
anni. È importante sottolineare che nonostante le difficoltà, i risultati
degli alunni della scuola Pisacane sono al di sopra della media
nazionale sia in italiano che in matematica.
Questo grazie alla didattica, all’impegno degli insegnanti e ad
una naturale predisposizione dei bambini, che parlando 2 o 3 lingue
Interculturalità nella scuola italiana
61
hanno una maggiore elasticità mentale che rende loro più facile
l’apprendimento.
L’istituto è un vero esempio di integrazione riuscita , le classi
ghetto, le fughe bianche, lo straniero “nemico” abitano lontano tra le
paure ostentate dai politici. Gli italiani hanno capito che la diversità
culturale è un valore e non un ostacolo. Oggi questa scuola è
diventata il polo culturale del quartiere, dove la doppia identità è
forza. Le classi dell’istituto sono una fotografia del mondo ideale:
aperto alla sfida della multiculturalità.
Interculturalità nella scuola italiana
62
Interculturalità nella scuola italiana
63
CONCLUSIONI
L’immigrazione oggigiorno è divenuto un fenomeno sociale che
abbraccia in modo trasversale l’intera società. Troppo spesso e da
troppe persone l’arrivo di stranieri viene vissuto esclusivamente
come un problema o una minaccia, perché ancora non si concepisce
l’idea che il mondo è un indivisibile ventaglio di lingue, costumi e
religioni.
L’incontro tra chi arriva e chi accoglie è un evento che non è mai
indolore, anzi più si rallentano i processi di integrazione, meno si avrà
da offrire alle generazioni future, più si chiudono le porte
all’interculturalità, meno si ha la possibilità di conseguire un
arricchimento personale, bisogna insegnare ad educare alle
differenze come fonte di arricchimento, perché la diversità è una
ricchezza e non un ostacolo. E’ soltanto nella relazione che
comprendiamo l’altro e scompare la paura del diverso.
Il presente lavoro ha cercato di mostrare quello che si nasconde
dietro un semplice aiuto dei bambini, una volta giunti nel paese
ospitante, un fenomeno che sebbene risulti normale e naturale
nasconde dinamiche molto più complesse, e merita un’adeguata
attenzione.
La presenza di alunni con background migratorio può essere
considerata una possibilità, se si è disposti a sperimentare o a
riscoprire nuovi metodi didattici.
L’immigrato in generale offre l’opportunità di sottolineare i
difetti presenti nel sistema italiano e i bambini non italofoni aiutano a
Interculturalità nella scuola italiana
64
riflettere sui metodi educativi, come ha affermato Vinicio Ongini: “Gli
alunni stranieri sono come un evidenziatore, una cartina di tornasole
che scopre punti di forza, contraddizioni e debolezze del sistema
educativo italiano”.33
I bambini hanno bisogno di un’attenzione costante nel tempo,
non per brevi periodi o con progetti temporanei. Energie e risorse
vanno dedicate a tutti gli studenti di origine immigrata, dalla prima
elementare.
Come documentano in maniera chiara i racconti delle scuole, è
necessario continuare la strada dello scambio con forza, con pazienza
e partecipazione, cercando di dare risposta ai bisogni specifici di tutti
gli studenti, in modo da elaborare e realizzare progetti per una scuola
di tutti; intensificare la presenza dei mediatori linguistici culturali per
aiutare i bambini stranieri, perché non vedano le proprie differenze
come difetti, far comprendere ai bambini che non devono provare un
senso di inferiorità, se non padroneggiano la lingua alla perfezione,
lavorare perché non si identificano con l’etichetta loro affibbiata,
qualunque essa sia: caratteriale, negro, arabo, zingaro, albanese.
La scuola non può proteggerli dalla crudeltà del mondo di fuori,
ma può fare molto per far nascere in loro amore e rispetto di sé, un
tesoro interiore che li accompagna ovunque vadano. “Per imparare
poi a camminare con le scarpe rotte” scrisse Natalia Ginzburg, “è
bene avere i piedi asciutti e caldi quando si è bambini”.34
33
Ivi pag.57. 34
Ginzburg N., tratto da “Le scarpe rotte” in “Le piccole virtù”, Einaudi, Torino 2005.
Interculturalità nella scuola italiana
65
Interculturalism in Italian schools
Interculturalità nella scuola italiana
66
Interculturalità nella scuola italiana
67
INTRODUCTION
Italy has progressively changed its status from a country of
emigration to one of immigration. The increasing migration has also
been reflected in Italian schools: the growth in the number of pupils
with a migrant background has led to changes in the educational
system. The perspective of Interculturalism in schools represents the
political and educational response to the challenges ofa multicultural
society. In this task, integration practices have been adopted and the
school has played a vital role as a mediator between different
cultures and over time it has become the place where culture and
knowledge comparison have been promulgated.
The first chapter of my thesis intends to analyze the concept of
intercultural education adopted in schools, of which the peculiar
characteristic is the valorization of different cultures ensured by
foreign pupils.
The second chapter can be considered the core of the
dissertation, in which the figure of the cultural – linguistic mediator is
presented. These mediators are a valuable resource to facilitate the
social inclusion of foreign students. This study focuses on the skills,
roles and the fields in which the mediator operates, in order to offer
a greater understanding of this professional figure.
The second chapter also focuses on the growing phenomenon of
child language brokering that is carried out by foreign children once
they come to Italy, paying particular attention to its importance in
everyday life.
Interculturalità nella scuola italiana
68
Integration practices are the main topic in the third chapter. I
focused my attention on the various issues necessary for the
achievement of educational success, and the value of fairy tales in
the teaching practice, as a tool of authentic understanding of
different cultures.
In the last chapter, various projects implemented in Italian
schools with the highest percentage of foreign students are
presented. The issue of foreign pupils can be an important
opportunity for schools since they represent the fertile ground where
to build an area of exchange between cultural systems in which all
the differences are embraced.
Interculturalità nella scuola italiana
69
I. Intercultural education
In Italy in the last decades, there has been an increase in
migratory flow. The presence in schools of children from foreign
cultural communities constitutes a source of enrichment for the
Italian society.
The development of an intercultural education strategy
acknowledges these demographic changes, which are reflected in the
education system.
In Italy, intercultural education made its official appearance in
1990 with the Ministerial Circular N.205, the key principle outlined in
the document is the following: “Intercultural education should involve
not only the acceptance and the respect for differences , but also the
recognition of its cultural identity, in the daily pursuit of dialogue,
better knowledge and cooperation on the basis of a mutual
enrichment", while in 1993 a decision by the National Council of
Education described intercultural education as “The highest
comprehensive form of prevention against racism and all forms of
intolerance."
The intercultural strategies aim at freeing people from their own
logic and cultural idioms in order to promote the comparison and
reciprocal transformation. Acquiring intercultural competences is a
challenge since everyone is called upon to understand the values of
other cultures.
The educational approach is based on the respect for and
understanding of cultural diversity. It is targeted at each and every
Interculturalità nella scuola italiana
70
member of society as a whole, proposing an integrated model of
involvement in the student’s education that includes all the aspects
of the educational process in such a way that we can achieve equal
opportunities for all, overcomes racism in its various manifestations
and establishes intercultural communication and competence.
The implementation of measures that foster equal opportunities
test our ability to welcome diversity as a valuable force, and not as a
problem that must be overcome.
I.1.One school, many languages
A peculiar characteristic of Italian schools is the differentiated
composition of foreign students in terms of nationalities (almost
180), with the presence of more than 80 different languages in class.
The arrival of foreign children is a challenge; it is an opportunity
of innovation for the education system, in which new cultures are a
rich and shared resource.
The document National Guidelines for the Curriculum of
Kindergarten, 35 confirmed the Intercultural Education Choice. It
stated that "a variety of languages and cultures have become part of
our schools". The document restates that the forms of bilingualism
are now widespread in class.
Recently, a lot of progress has led to the recognition and the
enhancement of bilingual capacity and linguistic diversity of children
and young immigrants, through storytelling moments or the
35
MIUR, “National Guidelines for the Curriculum of Kindergarten”, 2012.
Interculturalità nella scuola italiana
71
presentation of the world's fairy tales in bilingual or multilingual
versions. In this way students can learn about some examples of a
foreign narrative heritage and new languages and writings with
different alphabets are presented in class.
This strategy allows us to create a familiar and welcoming
atmosphere for children in the classroom. Moreover, all children
learn some keywords in their classmates’ language. Therefore all
native languages are valued in a playful and natural way.
In addition, it was demonstrated that, there are cognitive
advantages for children growing up bilingual or trilingual because a
more flexible mind has a greater capability of learning new
languages.
"The premise is that students have to tune into different
environments and cultures, and at the same time there must be
a movement in the opposite direction: even those who welcome
a new classmate have to learn something from him/her. In all
classes, there are at least ten different languages; this translates
into a great treasure…”36
For many years, the guidelines for intercultural education in Italy
have acknowledged the value of multilingualism; nevertheless, the
gap between the declared principles and the actual availability of
resources is still huge. The Italian education system needs funds,
because the cultural-mediators are required, not only to
36
Tobagi B., “La scuola salvata dai bambini”, Rizzoli, Milano 2016, p. 47.
Interculturalità nella scuola italiana
72
communicate with families unable to speak Italian, but also to ensure
a better inclusion of newly arrived students in school, who
experience a migratory trauma.
Boosting multilingualism gives a leg up to foreign children,
which in many other aspects are disadvantaged.
In schools, all languages should be covered, respected,
supported and should be consolidated not only as a resource but as a
treasure.
Interculturalità nella scuola italiana
73
II. The importance of the linguistic-cultural mediator
The presence of immigrant students is an effective stimulus in
enhancing intercultural approaches, for this reason, the presence of
cultural-linguistic mediators is necessary in order to foster the
relationship between immigrant children and schools.
They promote the removal of cultural and language barriers, the
development of a culture of openness and the advocacy of rights.
Mediation is one effective and empowering strategy for a
successful conflict resolution.
The essential requirements fora mediator are: good knowledge
of the two languages and of the cultural codes, between which the
mediation is carried out, and an adequate communication and
relationship as well as conflict management skills.
The document entitled: “The Guidelines for the Reception and
Integration of Foreign Students”37underlines that there are four areas
of intervention in which the mediator can serve as a support system
for the educational role in schools. They include:
• reception procedures to facilitate the inclusion of newly
arrived students
• mediation on behalf of teachers by providing them with
information on the school system in the home countries, skills and
personal history of the foreign student
37
Miur, “the guidelines for the reception and integration of foreign students”, 2006.
Interculturalità nella scuola italiana
74
• interpretation and translation (notifications, messages and
written documents) provided for families as well as assistance during
meetings between teachers and parents, especially in particularly
problematic cases
• proposals and educational courses in intercultural education,
conducted in different classes, which provide information on
different countries and languages.
Linguistic and cultural mediators have the ability to interact with
children in the language of the country of origin. Furthermore, they
have to provide advice to the school and teachers so as to undertake
a multicultural pedagogy: not trying to prove which culture is best,
but create another one that encompasses many aspects.
However, it should be emphasized that mediators have to limit
their action over time otherwise they will run the risk that their
presence will turn, even unknowingly, into the element that
highlights the condition of "being different” for a foreign student.
This professional figure plays a key role in establishing a good
relationship with foreign parents, not only by eliminating the
language barrier, but also by dissolving many knots due to
misunderstandings thanks to his/her knowledge of the country’s
traditions and the characteristics of the school system.
They can, thus, avoid that the foreign student in contact with a
new society can be at the center of a conflict which, if not recognized
and controlled, threatens to drag him in a deep existential crisis.
Interculturalità nella scuola italiana
75
From this point of view the aid of the linguistic-cultural mediator
can help to reduce the stress of foreign pupils caused by the fear of
not being understood; this same stress also affects the teachers, with
whom the mediator also collaborates with to provide teaching
materials in all subjects and in the overall assessment of the pupil's
progress.
Mediation should range from the school approach to conflict
management. The presence of mediators must be ensured in order
to meet the needs of foreign students, unlike the current trend which
is gradually reducing the number of mediators. This can create a
linguistic barrier between the educational institution and the families
of foreign students who can feel isolated from the rest of the school
and the local community.
II.1.Child language brokering
Every year, millions of people leave their country of origin,
seeking better living conditions for themselves and their families.
Children and adolescents, once in the host country will do
invisible, but essential "work."
This work consists in translating or interpreting on behalf of
adult family members who do not speak the local language so as to
pave the way for their integration into a new society.
Through schooling, children often learn the host language much
faster than their parents. In this way, increasing numbers of children
Interculturalità nella scuola italiana
76
and young people contribute to family life by acting as child language
brokers (CLBs) for their parents.
The interpreting and translating activities that they perform,
cover a wide range of contexts and situations.
Despite the significant contribution that child language brokers
make to the economic and social life of their families as well as to the
institutions that avail themselves of the language service these
children provide, it is still an unacknowledged aspect. It has remained
an “invisible practice” for many years.
According to various testimonies, it has emerged, that for many
children and adolescents it is a “normal” activity, perhaps it is the
naturalness of the act that does not give it the proper attention.
It is crucial to underline that, thanks to them the communication
can occur and the people, who need it, can be integrated into the
mechanism of a new society in which they live.
The multiple contexts in which the child can be expected to
perform CLB activities are during everyday life, such as in the
domestic, bureaucratic and health field.
In the domestic sphere, the most common tasks may consist in:
making phone calls, translating written texts (in particular those
related to the school, mail, rent or sale of property notices).
The involvement of children may be required, even in the most
challenging bureaucratic contexts, which can have a strong impact on
family life such as the translation of legal documents.
Some studies have documented positive and negative effects of
language brokering for children; their help in some crucial events can
Interculturalità nella scuola italiana
77
enhance the adolescent's self-esteem, which originates from the
confidence that an adult relies on their translations.
For some language brokers, the experience represents a positive
outcome such as better academic performance.Their vocabulary is
enriched by the variety of settings and documents to which they are
exposed, increasing the likelihood that they will develop the linguistic
skills necessary for academic achievement.
It has also been proven to generate forms of discomfort or
evolutionary disadvantages. If children feel that they are not
translating properly they do inform anyone in order to not disappoint
the expectation of the adults. In this case, it not only affects the
child's self-esteem, but also that of the adults because the exchange
of information may be incomplete or even falsified.
This phenomenon is also widespread in multilingual classes.
Many times in the classroom there are children with the same
mother tongue, who use their native language to communicate or
explain for the newly arrived student.
Every day in class, teachers witness a bilingual student who acts
spontaneously as an interpreter to make the content of the lesson
comprehensible. This form of interpretation can be called whispered
translation as it reminds us of “whispered simultaneous interpreting"
carried out by professional interpreters, known as chuchotage.
The translations in class are done more or less in the same way;
the child whispers the translation to his classmate.
This role encompasses not only the ability to transfer a message
into another language, but sociolinguistic skills as well.
Interculturalità nella scuola italiana
78
Interculturalità nella scuola italiana
79
III. Integration practices
The issue of building upon similarities and differences is closely
connected to cultural integration. The acceptance of diversity can be
realized with the introduction in the education system of some
"innovative projects" such as multicultural bookshelves, in other
words, a multilingual library with books for children and adults. In
this way the school becomes the witness of the variety and richness
that surrounds it.
The progressive increase in the number of foreign students is a
matter of great importance that, calls into question the Italian
schools and in particular, their reception capacity and integration.
The figure of the mediator is crucial in this context as a bridge
between the parties, and in particular for the maintenance of the
child’s home culture. The mediator is called to support the phase of
the child's reception in school, becoming a point of reference that
provides moral support and at the same time the Italian culture and
language are enhanced, to help the immigrant child to accept them.
In this context, the indications proposed in the new guidelines
for the reception and integration of foreign students 38are particularly
relevant. It embodies the various issues necessary for the
achievement of academic performance; in this task some activities
include:
- Reception which means to acquire information and knowledge
about educational systems of origin and prior schooling; providing
38
Miur, “the new guidelines for the reception and integration of foreign students”, 2014.
Interculturalità nella scuola italiana
80
information on the Italian school system, drawing a linguistic and
cognitive profile of students, and acquiring information on the
migratory project of the family;
- Teaching Italian as L2; this issue is absolutely central, language
skills are the heart of any integration process. The newly arrived
students are put in the same classroom as their native peers for most
of the school year. This methodology promotes the natural
acquisition of L2 through informal communication with native
speakers. Language differences are the most evident and incisive
elements that pupils have to face. For this reason, learning Italian
should be incorporated in everyday activities, for example, with the
introduction of language laboratory activities;
- The enhancement of the language, culture of origin and
multilingualism, maintaining and strengthening the language and
culture of origin, reinforcing the general communication skills of
immigrant pupils while contributing to rising self-esteem.
Another indication that comes from the teaching practices of
schools is the use of non-verbal language such as art, music, theatre
and sport, carried out in collaboration with associations and
operators of the host communities. Meeting in and after school is
important as well as a "language immersion” in the many languages
of the city.
The school can make a big difference. For this reason, the more
difficult the social context is, the more the school must try to do
everything in its power to come up with new strategies.
Interculturalità nella scuola italiana
81
III.1. Fairy tales: a bridge between cultures
Fairy tales are one of the most valuable learning tools; they have
been proven to be an educational method with great intercultural
power in our multicultural society.
Teachers today will undoubtedly have students with different
cultural backgrounds: therefore, the narrative in the classroom
reflects real cultural issuesand in particular, the fairy tale is a
universal genre that embraces all cultures of the world. This way,
students gain various cultural perspectives, which they can carry over
into their everyday life.
According to numerous studies, through fairy tales, all children
will have access to a narrative heritage that represents the various
contexts of society.
The students learn about diversity by reading about a culture
that they might not be familiar with. Not only can they assimilate
more about their own cultural identity, but they can also start
building an understanding for other cultures.
During the acquisition process of a foreign language, the simple
language of a fairy tale, which is full of repetitions and pauses, offers
many advantages for the achievement of linguistic competence.
This is a narrative genre that exists in the oral tradition of every
society. It provides an opportunity for young students to analyze the
diversity shaping our world as well as enrich and broaden their
perception of other backgrounds.
Interculturalità nella scuola italiana
82
The stories themselves are usually a cultural staple; they
address universal themes encountered by many cultures with
constant references to habits, beliefs and customs of the country in
which they originate.
Thus, through storytelling, pupils acquire new ways to
understand current society, discovering the features and differences
that characterize a group, a culture or a country.
By hearing different cultural versions of the same fairy tale,
students learn how to draw connections and compare and contrast
the different cultural versions of the same story. This means they will
be enriched by this type of comparison because they will be able to
perceive the similarities between two cultures as well as notice them
which will hopefully give them a better understanding of diversity.
In each story foreign students can find fragments of their
history, meet a plurality of languages, styles and alphabets. This also
creates an awareness of diversity; students can gain knowledge from
this, and they will benefit from having this understanding.
Many stories, in fact, have crossed the world, coloring itself of
different scenarios, but often they have preserved a surprising
uniformity in the characters, in crucial events or in similar situations,
even if located in different countries. Cinderella is a typical example
of a story whose variants can be found in many countries, from China
to Africa, from Europe to Australia.
Interculturalità nella scuola italiana
83
Storytelling is a useful tool to celebrate cultural diversity
among children. It is vital to include and raise awareness of a
student’s heritage because foreign children are a great treasure, not
an obstacle. Moreover, growing and studying in a mixed class allows
children to learn about other cultures.
Interculturalità nella scuola italiana
84
Interculturalità nella scuola italiana
85
IV. A look into multicultural schools across Italy
For many years, at the beginning of the school year,
controversies have emerged in institutes, where there are many
foreign pupils. Periodically, limits have been set for newcomers with
limited Italian language skills to 30% for each class as stated in the
Circular Letter: “Recommendations and indications for the integration
of students without Italian citizenship.”39Creating “separate classes"
relegating newly arrived students, who do not speak Italian, has been
proposed.
It is essential to highlight that, schools with a strong presence of
foreign students need more substantial investments; the decrease in
Italian students simultaneously increases with the cut in funds. With
the absence of cultural mediators who can immediately support
foreign students and teachers are overloaded with work. For the
Italian parents, this means that, their children "are at a standstill" and
the absence of native children deprives foreign schoolchildren of the
opportunity to assimilate, the Italian language and culture in the
most natural way possible, from the daily coexistence with their
classmates.
What innovative projects are carried out in Italian multicultural
schools?
How to break the silence with initiatives and experiences that
have been effective, in order to share them?
39
Miur, “Recommendations and indications for the integration of students without Italian citizenship”, 2010.
Interculturalità nella scuola italiana
86
Projects that embody specific devices for the promotion of a
positive integration, with awareness-raising activities on
multiculturalism, interculturalism and diversity have been carried
out. Encouraging critical thinking and preventing prejudice and
discrimination among children, with particular attention to the needs
and requirements of the ever-changing Italian school is of utmost
importance.
This dissertation intends to show the different projects
implemented in multiethnic schools, located in different Italian
cities.
Udine
An interesting initiative has involved the pupils of the "Dante
Alighieri" primary school situated in Udine, in which there were only
two Italians in first grade during the academic year 2014/2015. The
percentage of foreign pupils has increased progressively because
Italian students no longer attend this school.
For this reason, the school started the project "Crescere
sportivamente”, which literally translates into growing sportingly. It
invests in sports as a tool of integration. It includes an hour of
physical education every day in English and an original didactics
based on the teaching of different disciplines through the initiative.
The main principles of this discipline are:
learning how to respect rules and how to work in a team;
playing games and doing manual activities to develop the so-
called " fine motor skills", necessary for writing;
Interculturalità nella scuola italiana
87
embracing this new teaching method enabled students to
comprehend the lesson better.
It has been proven that, sports aspire to contribute to the
integration of different social groups independently of gender and
ethnicity and benefits from engagement in sports and physical
activity are assured. It promotes language learning, social values and
it calls for communication and cooperation.
In the "Dante Alighieri" school sports and a new idea of didactics
have been embraced. "An intelligent investment, a gratifying
experience and an opportunity to deny the widespread
preconception that in classes with a high percentage of newcomers,
children will never learn" said Pierino Damiani, a professor at the
school.40
Turin
The "ROYAL PARK" Comprehensive School in Turin is known for
the great presence of multicultural students, with more than 30
ethnic groups. The institute has launched a music project called
"Growing up in an Orchestra.” The initiative aims at helping children
to work together. Nevertheless, two Muslim families objected to the
intercultural project, sparking numerous debates so much to become
the subject of front-page article entitled "For Islam, music is a sin".
The school has therefore arranged a new meeting with the
families, also inviting the representatives of two mosques of the area
and a cultural mediator in Arabic in order to clarify the idea behind
the project. 40
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/03/28/news/nelle-scuole-gli-alunni-stranieri-sono-una-risorsa-1.11138625.
Interculturalità nella scuola italiana
88
In the end, despite the controversy, the children with different
religions that are part of the class were stimulated, thus fostering
openness and curiosity. The project is an ideal tool for citizenship
education and the respect for rules and cooperation. Music
encourages the integration of cultures, because diversity must be
considered “the treasure bearer”, and not be synonymous with fear
and conflict.
Rome
An example of a school with a high number of foreign students
is “Ferraironi” Comprehensive School in Rome. The institute includes
five different schools among which, there is “Carlo Pisacane” primary
school located in a multicultural district in Rome. In the school, only
40 of the 176 students have Italian citizenship.
A couple of years ago, Italian parents stopped enrolling their
children in this school because of the high percentage of foreign
pupils in class. Dramatic events occurred and the school became a
media target, enough to inspire the law of a maximum 30% of foreign
students per class. Consequently, the institute decided to create an
association of parents, as a tool of external support to the school.
The first project included creating an after-school programme:
the children who do not have parents who speak Italian find it
difficult to do their homework because they do not have the chance
to be helped. For this reason several afternoon activities like Arabic,
Chinese and Italian lessons have been added.
Interculturalità nella scuola italiana
89
The school is a clear example of a successful integration; the
Italians have understood that cultural diversity is a value, not an
obstacle.
On December 18 of each year for the World Day of Refugees,
musicians do a concert together with students and each ethnic group
prepares typical dishes of their home country.
Today, this school has become the cultural core of the
neighborhood, where double identity is now synonymous with
power.
Interculturalità nella scuola italiana
90
Interculturalità nella scuola italiana
91
CONCLUSION
Immigration has become a social phenomenon that embraces
our entire society. Too often and too many people see the arrival of
foreigners as a problem or a threat, because the idea that the world
is an indivisible range of languages, customs and religions is still
inconceivable. During the encounter between new cultures, we do
not have to close our eyes for fear of being overwhelmed by different
traditions and religions, but we must open them wide in order to
welcome the cultural diversity of the world.
The foreign pupils who enriched our schools are a resource,
because with so many children who come from different
backgrounds, students can travel the world while sitting in a
classroom. Moreover, they can be compared to a lighthouse that
sheds light on the strengths and weaknesses of the Italian Education
System, by helping to elaborate the creation of new educational
methods.
It is necessary to constantly experiment, reflect on, and imagine
education, using whatever useful resources to improve the
traditional educational approach.
This thesis has also shown what is hidden behind a simple
cooperation carried out by children, once they arrive in the host
country. A phenomenon which is although normal and natural, hides
much more complex dynamics and it deserves proper attention.
Creating and maintaining multicultural education in our schools
ensures student success as proven by the stories of the school. It is
Interculturalità nella scuola italiana
92
fundamental to pursue the path of dialogue with perseverance,
patience and participation by trying to meet the needs of a specific
group of students and thus intensify the presence of linguistic-
cultural mediators to help the integration of foreign children and
avoid that newcomers see their differences as defects.
The school cannot protect them from the cruelty of the world,
but it can increase their love and self-respect, an inner treasure that
will accompany them wherever they go. Natalia Ginzburg, an Italian
writer, stated: “Perhaps even learning to walk in worn-out shoes, it is
best to have dry, warm feet when we are children.”41
41
Ginzburg N., “Le scarpe rotte”, Einaudi, Torino 2005.
Interculturalità nella scuola italiana
93
L’éducation interculturelle en Italie
Interculturalità nella scuola italiana
94
Interculturalità nella scuola italiana
95
INTRODUCTION
L’Italie, historiquement un pays d'émigration, est devenue au
cours des dernières décennies, le pays d’immigration. L'un des
endroits où ce phénomène a été ressenti d'une manière plus
considérable est le milieu scolaire, avec des salles de classe riches
d’enfants venant de différentes parties du monde, avec leurs propres
histoires et origines.
La perspective interculturelle adoptée dans les écoles
représente une réponse politique et éducative, pour relever les défis
persistants posés par la société multiculturelle.
Dans le premier chapitre de ce travail, la définition du concept
de l'éducation interculturelle sera présentée ainsi que son apparition
dans le système scolaire italien. Il s’agit d’une méthodologie
d'enseignement avec le but d’instaurer des relations positives
d’intéraction et de compréhension entre des cultures différentes.
L’objectif de ce chapitre consiste également à montrer la coexistence
de plusieurs langues dans les salles de classe.
Dans les pages suivantes, l’étude se propose de décrire
l’efficacité de l’usage du conte dans les programmes scolaires,
comme un outil de transversalité culturelle, d’ouverture à l’autre et
une source d'enrichissement mutuel.
Le deuxième chapitre peut être considéré le cœur du texte, dans
lequel la figure du médiateur linguistique et culturel sera présentée,
une ressource précieuse pour faciliter l'intégration des étudiants
étrangers, et au même temps les compétences, les rôles et les
Interculturalità nella scuola italiana
96
domaines d'activités du médiateur seront mis en évidence, afin de
permettre une meilleure compréhension de cette figure
professionnelle.
En deuxième lieu, le travail de médiation naturelle exercé par les
enfants bilingues sera également l’objet de cette étude, en indiquant
l'importance que cette activité joue dans la vie quotidienne.
Le dernier chapitre est consacré au rôle de l’école dans la
formation des futurs citoyens. Le milieu scolaire est le lieu privilégié
pour sensibiliser les étudiants à l’Interculturalité, en enseignant le
vivre-ensemble avec la diversité.
Enfin, le problème d’intégration scolaire des enfants roms dans
les écoles italiennes sera analysé dans le dernier chapitre, en
présentant l’exemple d’une école dans laquelle les écoliers
apprennent à connaître les diversités et à briser les préjugés.
Interculturalità nella scuola italiana
97
I. L’éducation interculturelle et la diversité linguistique
Avec l’augmentation des vagues migratoires, la société italienne
a été enrichie de nouvelles cultures. « Le multiculturalisme » est
devenu le terme pour indiquer la nouvelle situation socio-culturelle.
Les enfants migrants sont devenus plus fréquents dans les
institutions scolaires, par conséquent les différentes cultures
cohabitent dans les salles de classe. L'école joue un rôle fondamental
dans le soutien des processus d'intégration, tant vis-à-vis des familles
que vis-à-vis des enfants, en devenant un « pont » entre la culture du
pays d'origine et la culture d'accueil.
L’éducation interculturelle a fait son entrée à l’école italienne
en 1990 avec la circulaire ministérielle n° 205. Dans laquelle on
souligne que : « l'éducation implique non seulement l'acceptation et
le respect des différences de chacun, mais aussi la reconnaissance de
son identité culturelle à travers le dialogue quotidien, la
compréhension et la coopération, dans une perspective
d’enrichissement mutuel. Tout en considérant les groupes
minoritaires comme des partenaires sociaux valables et égaux».42
L’approche interculturelle aide les écoliers à mieux connaître
leur culture, et au même temps à se rapprocher aux autres, en
acceptant les différences comme un accès au développement.
Une pédagogie basée sur l’Interculturalité propose donc le
respect de chacun, quelle que soit son origine, et de rendre les
42
Circolare Ministeriale 26 luglio 1990, n. 205, “La scuola dell'obbligo e gli alunni stranieri. L'educazione Interculturale”, art. VI.
Interculturalità nella scuola italiana
98
relations harmonieuses entre les personnes, en permettant à chaque
culture d’avoir son influence sur les autres.
Les écoles multilingues sont une caractéristique du paysage
linguistique varié et complexe de l’Italie. Les enfants étrangers
enrichissent les salles de classes, en apportant de nombreuses
langues et compétences linguistiques. Dans chaque salle de cours, il y
a au moins une douzaine de langues différentes, cela signifie une
grande richesse.
Les enfants peuvent apprendre non seulement à parler et à écrire
la langue de leur propre communauté, mais aussi à comprendre et à
apprécier la langue et la culture de l’autre.
Il convient de remarquer, que les enfants ont une grande
curiosité pour les langues, et les travaux de neurolinguistique et de
psycholinguistique ont démontré qu’ils ont une majeure plasticité
cérébrale, par rapport à celle des adultes. Donc ils possèdent une
« disposition naturelle » pour acquérir une ou plusieurs langues
simultanément.
Le document Lignes directrices nationales pour le programme de
l'école maternelle, confirme le choix de l'éducation interculturelle:
«Une multiplicité de langues et de cultures sont entrées à l'école».43
Le document souligne que les conditions et les formes de bilinguisme
sont maintenant très répandues dans la salle de classe.
Le riche patrimoine représenté par la diversité linguistique et
culturelle des classes, constitue une précieuse ressource commune,
qu'il faut préserver et développer, et que des efforts considérables
43
MIUR, “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia”, Settembre2012.
Interculturalità nella scuola italiana
99
s'imposent dans le domaine de l'éducation afin que cette diversité,
au lieu d'être un obstacle à la communication, devienne une source
d'enrichissement et de compréhension réciproques.
Il est nécessaire que toutes les langues soient prises en
considération, respectées, soutenues et reconnues. Elles doivent être
considérées tant une ressource qu’une richesse.
I.1. Le conte de fées comme point de rencontre entre les cultures
Le conte de fées constitue un support didactique visant à
développer les compétences culturelles et interculturelles chez les
étudiants.
Il est un genre universel présent dans toutes les cultures, toutes
les langues et tous les pays du monde.
L’utilisation du conte, comme genre littéraire dans une
perspective interculturelle donne aux enfants la possibilité de
connaissance, d’enrichissement et d’échange. Les écoliers
découvrent de nouvelles façons de comprendre la société actuelle et
de se rapprocher aux cultures, qui ne sont pas si lointaines, et au
même temps de percevoir les similarités et les différences qui
caractérisent une culture ou un pays.
Les apprenants ont la possibilité de comparer ou d’établir des
points communs entre leur propre culture et celle étrangère ainsi
que stimuler l’imagination. Le conte facilite la création de liens, en
surmontant la barrière de la langue et la peur de l’étranger.
Interculturalità nella scuola italiana
100
Au cours du processus d'apprentissage d'une langue étrangère,
la langue du conte de fées offre des nombreuses possibilités
d’acquisition de compétences linguistiques, car il apparaît comme un
langage simple à suivre.
C’est un genre littéraire qui retrace tous les aspects de nos
craintes, et aussi les problèmes les plus graves d’une société, en se
basant sur l’histoire de l’homme qui avoue son expérience, son vécu
et ses conflits personnels. De cette manière, les enfants étrangers
peuvent y retrouver des morceaux de leur histoire et au même temps
connaître une pluralité de langages.
Comme D.Demetrio affirmait : « l’imaginaire a le pouvoir de lier
transversalement peuples et cultures, et au même temps de raconter
leur spécificité ».44
44
Demetrio D., “Agenda Interculturale”, Meltemi, Roma 1997.
Interculturalità nella scuola italiana
101
II. Le médiateur linguistique –culturel
L’école italienne est de plus en plus confrontée à la diversité des
origines sociales et culturelles de ses élèves. Dans cette perspective,
la médiation linguistique et culturelle peut avoir un rôle charnier,
pour favoriser le dialogue interculturel entre les enfants étrangers et
l'école, et devenir un lien entre les enseignants et les parents des
écoliers.
Le médiateur désigne le professionnel qui joue le rôle de rendre
compréhensible une réalité à l’autre, de fournir la capacité de
communiquer aux personnes qui, à ce moment-là ne peuvent pas, en
favorisant la compréhension mutuelle. En outre, Il est appelé à
comprendre les idées, les sensations, les sentiments que les deux
parties ont l'intention de communiquer et de les traduire d’une
culture à l’autre, à travers les mots les plus adéquats.
Les médiateurs qui travaillent au sein de l’environnement
scolaire ont le devoir d’encourager les relations entre les élèves
italiens et ceux qui appartiennent aux cultures différentes, afin de
prévenir les conflits et de favoriser un échange mutuel sur les
traditions, les religions et les modes de vie des enfants qui peuplent
les salles de classe. Le médiateur facilite principalement la première
phase d’accueil et d'insertion de l’étudiant étranger, en lui
permettant de comprendre la nouvelle culture.
Comme il est souligné dans les lignes directrices pour l'accueil et
l'intégration des étudiants étrangers (C. M. 24 01.03.2006.),45 Il y a
45 MIUR, “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”, 2006.
Interculturalità nella scuola italiana
102
quatre domaines d’activité du médiateur, qui peut collaborer et agir
comme soutien au rôle éducatif de l'école:
• la réception et la facilitation à l'égard des nouveaux arrivants
et des leurs familles
• la médiation envers les enseignants, en leur fournissant des
informations nécessaires de chaque élève;
• interprétation et traduction ;
• en ce qui concerne les propositions et les cours de formation
dans l'éducation interculturelle, menées dans les différentes salles de
classe.
Toutefois, lorsque l'enseignant entre en contact avec les familles
des étudiants étrangers, le dialogue peut être compliqué et
provoquer des malentendus, pour cette raison l’intervention du
médiateur dans ces contextes est fondamentale. Il peut dissoudre de
nombreux nœuds en raison de controverses, en connaissant les
traditions de leur pays et les caractéristiques du système scolaire,
ainsi que éviter que l’enfant étranger en contact avec la nouvelle
réalité puisse se sentir isolé du reste de l'école.
De ce point de vue, la présence d'un médiateur est réellement
en mesure d'assurer aux étudiants étrangers une diminution du
stress, qui découle de la crainte de ne pas être compris. Le stress qui
affecte aussi les enseignants, avec lesquels il collabore également
dans la production du matériel pédagogique.
Le médiateur joue un rôle important aussi avec les enfants
italiens, car il leur présente les cultures des camarades d'origine
Interculturalità nella scuola italiana
103
immigrée, en fournissant une image positive de la culture de leurs
voisins de classe.
Le nombre de ces figures professionnelles doit être assuré dans
toutes les écoles, contrairement à la tendance actuelle qui est en
train de le réduire progressivement.
II.1. Traducteur et interprète naturel (Child Language Brokering)
Le phénomène de l’intermédiation par les enfants (Child
language brokering) se désigne comme les actes de traduction
effectués par les jeunes enfants bilingues, au cours de leur vie
quotidienne, en faveur de leurs familles, une fois arrivées aux pays
d’accueil.
Les enfants migrants, grâce au processus de scolarisation ont la
possibilité d’apprendre de manière plus rapide la langue du pays
d’arrivée par rapport à leurs parents. En utilisant la connaissance
qu’ils ont de ces deux langues, c’est-à-dire langue maternelle et
langue du pays d’accueil, les enfants font un vrai travail de
médiation.
Cependant, de nombreux aspects de ce phénomène passent
grandement inaperçus, en étant un domaine de recherche plutôt
négligé. Un certain nombre de témoignages soulignent que pour de
nombreux enfants et adolescents il s’agit d’une activité normale.
Même si invisible, l'activité des jeunes médiateurs joue un rôle crucial
dans plusieurs niveaux, y compris le social. Ils interviennent dans une
très grande variété de contextes formels et informels.
Interculturalità nella scuola italiana
104
Les recherches ont investigué les avantages et les désavantage
de l’interprétation naturelle. Quand un enfant apporte son aide dans
une tâche qui est perçue comme importante pour le bien-être de la
famille, cela peut faire augmenter l'estime de soi de l'adolescent.
De la même façon, d'autres études ont montré que les enfants,
en raison de leur interaction constante avec les adultes, obtiennent
de meilleurs résultats scolaires.
Nous devons également mettre l'accent sur les implications
psychologiques et sociologiques pour l'enfant ; ce travail peut
générer des formes d'inconfort, et avoir un impact négatif dans les
relations familiales. Lorsque l'enfant comprend de ne pas être
adéquat comme « traducteur », il ne le cache pas, pour ne pas
décevoir les attentes des adultes. Dans ce cas, l'estime de soi est
endommagée ainsi que l'échange d'informations peut être incomplet
ou falsifié. La traduction peut provoquer des formes de stress et
d'anxiété pour le jugement et la critique des adultes.
L’interprétation et traduction naturelle est pratiquée dans un
grand nombre de situations institutionnelles, principalement, à cause
de l’absence de ressources pour s’adresser aux médiateurs
spécialisés, afin de résoudre les problèmes d’intercompréhension
linguistique et culturelle. Pour cette raison, la personne migrante doit
recourir à un proche qui a une compétence linguistique qu’elle ne
possède pas.
Ce phénomène est très fréquent dans les classes multilingues,
les enfants qui ont la même langue maternelle utilisent entre eux la
langue d’origine pour traduire et expliquer en faveur d'un nouveau
Interculturalità nella scuola italiana
105
camarades, donc que l'enfant bilingue joue le rôle d’interprète.
Pendant la vie quotidienne à l'école, différents étudiants bilingues
agissent spontanément en qualité d’interprète, afin de rendre
intelligible le contenu de la leçon à leur camarade récemment arrivé.
C’est type de traductions ont un peu de pertinence avec
l'interprétation en chuchotage des interprètes professionnels. Dans
les salles de classe, les traductions se déroulent presque de la même
manière, à savoir l'enfant qui chuchote sa traduction à l'oreille de son
camarade.
Pendant longtemps, cette activité est restée dans l'ombre dans
les recherches de linguistique italienne. Ces dernières années,
cependant, plusieurs études sur la médiation linguistique et culturelle
enfantine ont commencées, et plus généralement, les occasions de
multilinguisme spontanées qui se créent à l'école.
Interculturalità nella scuola italiana
106
Interculturalità nella scuola italiana
107
III. Portes ouvertes aux enfants migrants
Un trait distinctif de l'éducation interculturelle est la valorisation
des cultures lointaines rendue possible grâce à la présence d'écoliers
étrangers. Ils représentent l'occasion et la possibilité de changement
pour le système scolaire, parce qu’ une école qui se pose des
questions, en se demandant comment mieux accueillir un enfant,
devient plus intéressante et capable de surmonter le modèle
traditionnel et monoculturelle d'enseignement. L’intégration de
jeunes nouveaux arrivants et les pratiques qui favorisent leur réussite
scolaire constituent une question importante pour le système
scolaire italien. Différentes écoles situées en Italie peuvent être
considérées un modèle à suivre, dans lesquelles la diversité est
devenue synonyme de normalité. C’est le cas de plusieurs
établissements surnommés «écoles ghettos » mais, grâce aux
nombreux efforts des enseignants, des familles et aussi de la
communauté locale, elles sont devenues des écoles où la diversité de
chacun est une richesse pour tous. Il convient de souligner que
malheureusement, le problème de la communauté nomade et de
leur intégration dans la société reste aujourd'hui une plaie sociale.
« Si notre société saura respecter la société tsigane, alors, ce qui
constitue la diversité deviendra source d'enrichissement mutuel »46,
ces belles paroles de Bruno Nicolini s’opposent à une réalité
complètement différente.
46
Tobagi, Op.cit., pag.47.
Interculturalità nella scuola italiana
108
À Naples, par exemple, les campements rom les plus importants
se trouvent dans la périphérie de Barra et Scampia. L'hostilité à
Naples et dans le reste de l'Italie est profonde. Les préjugés sont
énormes, et travailler sur ces derniers, en étudiant les
caractéristiques de la culture rom, c’est le travail qu’est en train de
faire le « 69e cercle éducatif » situé à Barra. L’institut a mis en œuvre
le projet expérimental pour l'inclusion et l'intégration des enfants
roms, préparé par le ministère du Travail et des Affaires sociales,
avec l'Institut « Ilaria Alpi » situé à Scampia. La première action
consiste à travailler sur les stéréotypes, surtout parmi les enseignants
et les autres membres du personnel de l'école. En deuxième lieu, les
enfants sont accompagnés vers l'exploration de la langue et des
traditions des camarades roms, lesquels décrivent leurs modes de vie
et leur culture. L’ école doit placer les enfants au cœur de la
pédagogie, à savoir en valorisant tout ce qui fait partie de leur
monde, parce que dans la salle de classe, les élèves apprennent à
vivre ensemble et à comprendre les comportements qui sont à la
base de la vie. Le problème tzigane peut être considéré comme un
test qui évalue la capacité de la société actuelle d’accepter la
diversité. Vinicio Ongini a statué que « Les Roms sont un véritable
phare qui illumine les faiblesses et les préjugés qui se développent à
l'intérieur et à l'extérieur de l'école publique italienne»47. Il est du
devoir de l'école d'enseigner aux enfants tziganes à devenir des
personnes meilleures, parce que la culture rom est belle et forte,
derrière leurs choix, il y a un monde et une culture ancienne.
47
Ongini V., “Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale”, Laterza, Roma-Bari, 2011.
Interculturalità nella scuola italiana
109
CONCLUSION
L'immigration est devenue un phénomène social qui
embrasse toute la société. L'arrivée des étrangers est considérée très
souvent comme un problème ou une menace, car il n y a pas encore
l'idée que le monde est un véritable éventail de langues, de traditions
et de religions.
Nous avons souvent des idées préconçues de l’inconnu, lors
de la rencontre avec les autres cultures, nous devons ouvrir nos yeux,
en essayant de regarder et d'accueillir le monde qui nous entoure. En
laissant les préjugés de côté, nous aurons des avantages. La
rencontre entre ceux qui arrivent et ceux qui accueillent est un
événement qui est sans douleur. Au contraire, plus nous ralentissons
le processus d'intégration, moins nous avons à offrir aux générations
futures, plus nous fermons la porte au multiculturalisme, moins nous
avons la chance de recevoir un enrichissement personnel. Nous
devons apprendre à éduquer aux différences, parce que la diversité
est un atout et non un obstacle. Ce n'est qu’avec la rencontre que
nous comprenons l’autre et la peur de l’inconnu disparaît.
« L’Arlequin dans la salle de classe » est devenu le nouveau
terme pour indiquer la variété culturelle des étudiants. Cette
affirmation peut avoir une connotation positive, si nous commençons
à considérer les étudiants étrangers comme une ressource.
En plus, ce travail a montré, ce qui se cache derrière une
simple aide réalisée par les enfants, un phénomène qui bien qu'il soit
Interculturalità nella scuola italiana
110
normal et naturel, s’avère beaucoup plus complexe, et il mérite une
attention adéquate.
La présence d'élèves issus de l'immigration peut être
considérée comme une possibilité d’innovation, si nous voulons
expérimenter et découvrir de nouvelles méthodes d'enseignement.
L'énergie et les ressources doivent être consacrées à tous les
étudiants, il convient de poursuivre le chemin de l’échange avec force
et patience, en essayant de répondre aux besoins spécifiques de tous
les élèves et renforcer la présence des médiateurs linguistiques
culturels.
L'école ne peut pas les protéger contre la cruauté du monde
extérieur, mais elle peut leur donner l’amour et le respect. Un trésor
intérieur qui les accompagne partout où ils vont. « Pour apprendre à
marcher avec des chaussures cassées » comme Natalia Ginzburg a
écrit, « c’est bien d'avoir les pieds au sec et au chaud quand vous êtes
un enfant ».48
48
Ginzburg N., tratto da “Le scarpe rotte” in “Le piccole virtù”, Einaudi, Torino 2005.
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111
RINGRAZIAMENTI
Vorrei dedicare quest’ultima pagina per ringraziare i miei
genitori e mio fratello, per il loro aiuto costante, per aver sostenuto i
miei studi, in particolare un ringraziamento speciale a mia madre,
sono fiera di essere cresciuta al fianco di una grande donna, che mi
ha fatto diventare la ragazza che sono oggi, ad entrambi grazie di
essermi sempre vicino con il vostro amore.
E grazie a te Emanuele, diventato un punto di riferimento e una
persona di cui non posso più fare a meno, felice di intraprendere
questo nuovo capitolo della mia vita con te al mio fianco.
E infine un ringraziamento alla Prof.ssa Maria Nocito, Prof.ssa
Tiziana Moni, Prof.ssa Claudia Piemonte e alla direttrice Adriana
Bisirri per la loro completa disponibilità.
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