Unità di responsabilità C.I.I.P.:
Geom. Antonio Serena ( R.U.P.)
Ing. Massimo Tonelli
Ingegneria di sistema e coordinamento
Ing. Corrado Speranza
GRUPPO DI LAVORO
Valutazioni ed indagini Idrogeologiche
Prof. Torquato Nanni (Università Politecnica delle Marche)
Prof. Marco Petitta (Università La Sapienza di Roma)
Valutazioni ed indagini biologiche
Studio Graia srl - Varese
Valutazioni Geomorfologiche
Geologo Stefano Palpacelli
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\LAvoro\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 1/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa Capitale Sociale € 4.883.340,00 i.v. Viale della Repubblica, 24 63100 Ascoli Piceno C.F.-P.I. e n. iscr. R.I.di AP 00101350445 tel +39 0736 2721 fax +39 0736 272222 Numero Verde 800-216172 www.ciip.it e-mail: [email protected]
Premesse
La presente relazione ha il fine di integrare tutti gli aspetti risultati poco chiari o per i quali si è richiesta
integrazione nella conferenza dei servizi tenutasi nell’ambito della procedura di V.I.A. a cui è sottoposto il
rinnovo della concessione di derivazione di Foce di Montemonaco.
In base alle richieste emerse dal verbale e dai contributi istruttori alla conferenza dei servizi, si è ritenuto
opportuno puntualizzare alcuni argomenti sul quadro di riferimento programmatico, in merito alla normativa
vigente ed alle pianificazioni territoriali inerenti alla gestione dell’acqua, sul quadro di riferimento
progettuale per evidenziare la stretta necessità dal punto di vista acquedottistico del quantitativo richiesta e
l’impossibilità di individuare nel breve periodo fonti alternative di approvvigionamento tecnicamente ed
economicamente sostenibili, sul quadro di riferimento ambientale per riproporre le opere di mitigazione che
la Ciip spa ha già presentato alle istituzioni interessate.
Le integrazioni presentano anche la fase conclusiva dello “Studio del bacino idrogeologico carbonatico del
fiume Aso finalizzato alla caratterizzazione delle condizioni di alimentazione e di circolazione idrica, alla
valutazione del bilancio idrogeologico e analisi della sorgente di Foce”.
Come ampiamente esposto, lo studio è stato condotto dai proff. Torquato Nanni, dell’Università Politecnica
delle Marche e Marco Petitta, dell’Università La Sapienza di Roma.
L’opportunità di affidare a codeste istituzioni lo studio di cui trattasi è nata della concomitanza di indagini
che le due Università stavano conducendo sul bacino orientale dei Sibillini, nello specifico come base di
partenza si è preso in considerazione lo studio redatto dal prof. Boni e dallo stesso prof. Petitta del 2007
denominato “Studio idrogeologico per l’identificazione e la caratterizzazione degli acquiferi che alimentano
le sorgenti dei corsi d’acqua perenni dei Monti Sibillini, esteso all’intera area del Parco Nazionale”, che
affrontava su larga scala il problema dell’individuazione degli acquiferi e della disponibilità di risorsa
immagazzinata negli stessi.
Nelle conclusioni della relazione finale del predetto studio, veniva riportato quanto segue:
“L’eventuale futuro utilizzo di acque sotterranee nelle aree proposte è da ritenersi comunque subordinato
alla minimizzazione degli impatti sulle condizioni ambientali e alla definizione del Deflusso Minimo Vitale,
che non è stato direttamente valutato nel corso dello studio. Infine, considerato che il presente studio vuole
costituire una sintesi dell’assetto idrogeologico e una valutazione della reale risorsa disponibile sulla
dorsale dei Monti Sibillini, si considera opportuno proseguire con il monitoraggio della risorsa, soprattutto
attraverso la realizzazione di una rete di monitoraggio prevalentemente idrometrica, che possa fornire
informazioni aggiuntive e soprattutto continue nel tempo. Data l’ampiezza dell’area di indagine, i risultati
prodotti, sebbene dettagliati e quantitativi, vogliono infatti rappresentare un punto inequivocabile di
partenza per il governo della risorsa idrica da parte dell’Ente Parco e degli Enti appositamente preposti,
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\LAvoro\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 2/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
ferma restando la necessità di procedere a studi e indagini di dettaglio per problematiche specifiche nei
settori più critici e in quelli oggetto di maggiori attenzioni per l’utilizzazione idrica.”
Dietro la consapevolezza di tali giuste affermazioni, si è quindi impostato un progetto di studio sul bacino
carbonatico del fiume Aso diviso in due parti, la prima di caratterizzazione ed acquisizione dati, unitamente
ad un “breve” monitoraggio idrologico, che ha permesso di entrare nel dettaglio delle formazioni geologiche
rilevanti ai fini idrogeologici, di caratterizzare nello specifico i diversi acquiferi che alimentano il bacino
dell’Aso e di individuare il bacino idrogeologico a cui è sottesa la sorgente del fiume Aso.
Il rapporto di prima fase è stato consegnato alle istituzioni prima della presente richiesta di rinnovo della
concessione, in attinenza al rinnovo “provvisorio” del prelievo di 156 l/s aggiuntivo ai 370 l/s di
concessione.
La seconda fase dello studio è stata avviato con l’intento di proseguire il monitoraggio attraverso le
strumentazioni messe in campo nella prima fase e di poter indagare, con più precisione, le tematiche relative
alla disponibilità della risorsa, al bacino idrogeologico, alla piezometria nella zona della sorgente e
dell’opera di captazione, alle quote di ricarica degli acquiferi ed agli aspetti legati al minimo deflusso vitale.
Quello che emerge è sicuramente una situazione naturale modificata a seguito della realizzazione dell’opera
di captazione, ciò attiene a scelte ambientali fatte, negli anni di pianificazione delle opere, da parte del
Ministero delle opere pubbliche e dei soggetti interessati nella pianificazione, gestione e tutela della risorsa.
Tornare oggi ad uno stato ante operam appare impossibile, mentre si può lavorare per realizzare opere di
mitigazione e mettere in atto strategie di gestione della risorsa che mirino a mantenere uno buono stato di
naturalità degli ambienti nel lungo periodo.
La presente valutazione di impatto ambientale mira, dopotutto, a valutare gli effetti prodotti dal prelievo
della risorsa idrica e non dalle opere realizzate per lo stesso, in quanto queste attengono a scelte già
operate nel passato e che sono state avallate dal punto di vista ambientale.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 3/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
QUADRO DI RIFERIMENNTO PROGRAMMATICO
FABBISOGNO IDROPOTABILE Gli attuali istrumenti di pianificazione vigenti, in materia di gestione della risorsa idrica, sono due, il piano
regolatore degli Acquedotti(PRGA) che disciplina l’aspetto più strettamente quantitativo della risorsa, ed il
piano d’ambito dell’AATO 5 Marche sud che invece ne disciplina l’aspetto più strettamente economico e
gestionale in riferimento al gestore unico che dal 2005 al 2032, nel territorio amministrativo dell’AATO 5, è
individuato nell’impresa pubblica Ciip Spa.
Il PRGA è stato adottato dal ministero dei lavori pubblici nel lontano 1969, con D.M. 14/07/1969, ed è stato
redatto sulla base di una previsione statistica demografica con orizzonte al 2015. Tale piano prevedeva nella
provincia di Ascoli Piceno, la realizzazione di nuove opere di captazione per il soddisfacimento del
fabbisogno idropotabile distinte e specificate negli schemi acquedottistici 17/c 18/c 20/c 22/c 23/c per un
prelievo complessivo di 942.5 l/s.
Nel tempo poi diverse di quelle previsioni non hanno trovato attuazione per problemi di altra natura e la
configurazione odierna dell’acquedotto gestito dalla Ciip Spa è molto differente da quella in cui veniva
redatto il PRGA vigente. Rispetto agli allora 47 comuni, il territorio, la cui gestione del servizio idrico
integrato è di competenza della Ciip Spa, oggi annovera 59 comuni e comprende le provincie di Ascoli
Piceno e di Fermo, includendo, oltre alle storiche linee adduttrici del Pescara e dei Sibillini, anche la linea
dell’acquedotto del “Vettore”, acquedotto di fatto attualmente indipendente dal sistema Sibillini - Pescara.
Oltre all’aspetto quantitativo degli utenti da servire nel tempo si è modificata anche l’infrastruttura della rete,
la linea dei Sibillini è stata potenziata andando a servire anche i comuni di Montefiore, Campofilone e
Massignano, è stato inoltre realizzato un by pass da Capradosso a Monterubbiano a sostegno della linea del
Pescara.
In sostanza ad oggi abbiamo una situazione, rispetto a quanto previsto nel 1968, profondamente mutata, nel
territorio servito, nei confini amministrativi, nelle infrastrutture delle reti, nel servizio fornito, nonché nelle
abitudini della popolazione.
Dall’esame della tabella allegata di seguito allegata( tabella tratta dal link www.ciipap/pianeta_ciip) si può
notare come rispetto alle previsioni del PRGA al 2015, che prevedevano una popolazione residente da
servire nell’allora provincia di Ascoli Piceno pari a 344.046 residenti e 100.107 abitanti fluttuanti, nel 2010 il
territorio di cui la Ciip Spa gestisce il Servizio Idrico Integrato, ospita una popolazione residente di 295.452
abitanti ed una fluttuante di 189.448.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 4/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
COMUNI SOCI 59
ABITANTI SERVITI (RESIDENTI+FLUTTUANTI) 484.900
ABITANTI RESIDENTI 295.452
UTENZE IDRICHE 173.876
ACQUEDOTTO
VOLUME IN INGRESSO ALLA RETE DI DISTRIBUZIONE (mc. /anno) - A09 - 33.805.641
LUNGHEZZA COMPLESSIVA DELLA RETE compresi gli allacci (Km) Adduttrici Distributrici Allacci (dato stimato)
4.135 970
2.785 380
DOTAZIONE IDRICA AL GIORNO PER ABITANTI RESIDENTI (lt) 313
INDICE DELLE PERDITE REALI IN DISTRIBUZIONE - P3 - (%) 19,50
INDICE LINEARE DELLE PERDITE REALI IN DISTRIBUZIONE - I3 - (mc. /m) 1,594
FOGNATURA E DEPURAZIONE
VOLUME TRATTATO IN DEPURAZIONE (mc./giorno) 62.292
NUMERO DI IMPIANTI DI TRATTAMENTO ACQUE REFLUE Impianti grandi (oltre 15.000 AE - Abitanti Equivalenti) Impianti medi (da 2.500 a 15.000 AE - Abitanti Equivalenti) Impianti piccoli (minori di 2.500 AE - Abitanti Equivalenti)
340 6
10 324
LUNGHEZZA DELLA RETE FOGNARIA (KM) 1.277
INDICI GESTIONALI
ABITANTI RESIDENTI PER DIPENDENTE 1.211
ABITANTI RESIDENTI PER UTENZA IDRICA 1,70
ABITANTI RESIDENTI SERVITI PER KM DI RETE 71
KM DI RETE PER DIPENDENTE 22
UTENZE IDRICHE PER KM DI RETE 42
VALORE DELLA PRODUZIONE PER DIPENDENTE (€) 191.937
VALORE DELLA PRODUZIONE PER UTENZA IDRICA (€) 258
NOTA: Gli indici A09, P3, I3 rappresentano gli indicatori previsti dal Decreto Ministeriale 08/01/1997 n. 99 - Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature"
Scheda riassuntiva tratta dal sito della Ciip Spa.
Tornando al piano ed alle previsioni ivi contenute, al 2015 si individua come strettamente necessario un
fabbisogno idrico totale pari a 1.431 l/s (vedi tabella 1 dello studio Calenda allegato al SIA), con le
previsioni demografiche di cui precedentemente accennato.
Nel 1997 la Ciip Spa ha commissionato ai proff. Guido Calenda, Corrado Mancini e Gianmarco Margaritora
(tutti ordinari presso l’Università la Sapienza di Roma) uno studio sull’ottimizzazione della rete della Ciip
Spa nell’intento di programmare una serie di interventi volti al miglioramento della rete acquedottistica di
gestione futura. In tale studio venne redatta una proiezione al 2025 dei fabbisogni idrici del territorio gestito
dalla Ciip Spa che, nel 1997, aveva già visto l’integrazione di alcuni comuni (per lo studio si rimanda
all’allegato al presente SIA).
Da questo studio, alla tabella 11, venne riportato il fabbisogno idrico proiettato al 2025 della popolazione
servita, individuando tale valore in 1.634,48 l/s, considerando a quella data una popolazione residente pari a
287.343 abitanti ed una popolazione fluttuante di 116.950 abitanti nel mese di massimo consumo, valori che
includono il fabbisogno industriale e quello zootecnico (tabella 8 dello studio Calenda) ammontante
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 5/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
complessivamente a 281,34 l/s (195,20 l/s per il fabbisogno l’industriale e 86,14 l/s per il fabbisogno
zootecnico).
Sia il valore del piano che il valore di portata analizzato nello studio Calenda Mancini, sono valori già
riportati in sorgente, comprensivi quindi sia delle perdite fisiche che di rete.
Prendendo invece in considerazione l’altro strumento di pianificazione, ossia il Piano d’ambito, questo è
stato redatto adottando delle proiezioni demografiche con l’orizzonte temporale del 2040.
Prendendo come riferimento il 2027, in modo da avere dei valori raffrontabili con le previsioni del PRGA e
quelle del predetto studio, la popolazione residente, proiettata al 2027 con i dati e le progressioni
geometriche adottate dall’AATO 5 Marche Sud, sarebbe pari a 308.640 unità, mentre la popolazione
fluttuante, nel mese di massimo consumo, sarebbe pari a 237.732 unità sull’intero territorio dell’ambito.(cfr.
Piano d’ambito 2008-2032).
A fronte di tale incremento di popolazione rispetto ai precedenti modelli di calcolo, l’AATO 5 , considera
sufficiente una dotazione idrica all’utente di 1.500 l/s (cfr. Relazione generale del Piano d’Ambito par.
6.3.1), basandosi comunque su una dotazione idrica media inferiore a quanto previsto dai precedenti modelli
matematici (cfr. Tabella 8 – Volume venduto e dotazione idrica pro-capite per i Comuni dell’ATO 5 –
Relazione generale – Cap. 4.1 )
Dall’analisi effettuata, anche in considerazione delle future annate di crisi idrica, sia per scarsa alimentazione
da parte delle sorgenti esistenti che per eventuali lunghe interruzioni di servizio cagionate da rotture o eventi
eccezionali, emerge un quadro riassunto nelle conclusioni del capitolo 6.4 del piano d’ambito che qui si
riportano fedelmente:
“ A conclusione del percorso valutativo si delineano i seguenti punti conclusivi associati all’orizzonte
temporale del breve, medio e lungo termine del 2027:
A) Non sono necessarie nuove fonti di captazione se non associate alla cogente necessità di provvedere
alla ridondanza delle fonti di soccorso, da realizzarsi nel breve termine, come previsto nel piano
degli interventi;
B) La portata massima del giorno di massimo consumo al 2027 è stimata di 1.500 l/s, valore
sostanzialmente conforme con le previsioni del PRGA al 2015;
C) Le nuove fonti di soccorso NON sono utilizzate se non in concomitanza dei due eventi seguenti :
a) Presenza di crisi idrica;
b) Fallanza di una o più delle captazioni di soccorso già presenti al 2008;
D) I profili di rischio per la disponibilità idrica al consumo sono contenuti entro i margini gestibili da
una buona efficacia ed efficienza del gestore sui fronti seguenti:
a) Recupero delle perdite idriche fisiche e commerciali almeno entro gli obiettivi di piano;
b) Adozione di piani di promozione della cultura dell’acqua, volti ad incrementare il livello di
conoscenza del problema e quindi a disincentivare i consumi eccessivi e non razionali
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 6/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
c) Adozione di programmi di contenimento coatto dei consumi in presenza di annate di crisi
idrica;
d) Predisposizione di dettagliati ed approfonditi studi di carattere idrogeologico e di
campionamento delle portate, mirati all’ ulteriore verifica degli aspetti sin qui delineati;
E) Le proiezioni delle quantità effettivamente erogate sono prudenzialmente riferite agli attuali valori,
con previsione di variazioni negative dell’ordine di 500.000 mc in presenza di annate di crisi idrica.”
Per quanto riguarda gli investimenti previsti nel piano d’ambito inerenti alle opere di captazione, in
conseguenza di quanto sopra esposto, non sono previste somme da destinarsi a nuove opere di captazione
“permanenti” ma esclusivamente investimenti atti a potenziare gli impianti di soccorso e la rete di adduzione
attraverso interconnessioni ed estensioni di rete (cfr. Piano d’ambito – Relazione generale – Cap. 7.3.1), per
un importo pari ad € 9.000.000,00 ( A03 cap. 7.3.1), investimenti per un totale di quasi 51.000.000 di euro
relativamente ad interventi di miglioramento dello stato di conservazione delle reti e dei manufatti dell’intero
ambito (C07 cap. 7.3.1) ed infine un intervento, codificato dall’AATO dal codice C03 – Potenzialità di
captazione insufficiente – riguardante un investimento di 1.000.000 di euro per la realizzazione di un campo
pozzi, con funzionalità di impianto di soccorso, in località Capodacqua di Arquata.
Il quadro di programmazione esposto si basa quindi sul presupposto che le attuali fonti di
approvvigionamento siano sufficienti al soddisfacimento del fabbisogno idropotabile sino all’orizzonte del
2027, con un quantitativo in prelievo di 1500 l/s”.
In sostanza il primo Piano d’Ambito non prevedeva la destinazione di fondi per la ricerca di ulteriori
fonti di approvvigionamento idrico a carattere permanente nel medio e nel lungo termine.
L’ultima variante al Piano del 2011 ha di fatto introdotto una somma di € 100.000,00 da destinare alle
ricerche di nuove fonti di approvvigionamento idrico gettando le basi per colmare nel prossimo futuro
tale lacuna programmatica.
Nella tabella che segue si sono volute raffrontare le previsioni demografiche in relazione al fabbisogno
idropotabile nel mese di massimo consumo delle diverse previsioni considerate nel presente documento.
Tipo di Previsione Orizzonte
temporale
anno
Popolazione
residente
ab
Popolazione
fluttuante
Mese.max
ab
Dotazione
pro-capite
media
Previsioni
fabbisogno
sorgente
l/s
PRGA Acquedotti 2015 344.046 100.107 1431,0
Prof. Calenda 2025 287.343 116.950 1.634,48
AATO 5 2027 308.640 237.732 1.500
CIIP (dati attuali) 2010 295.452 193.948 1.286 *
Tabella 1 - Raffronto previsioni - * prelievo di concessione da sorgenti maggiori.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 7/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
Dal confronto dei dati demografici previsti nelle differenti programmazioni, emerge come i dati di previsione
del PRGA presentino uno forchetta sostanziale sia nei residenti (in eccesso) che nei fluttuanti (in difetto). I
dati di previsione dello studio Calenda sono invece aderenti alla popolazione residente attuale, sono invece
molto sottostimati i fluttuanti del mese di massimo consumo. Appare evidente che, confrontando dotazioni e
popolazione, la previsione di 1.500 l/s al 2027 di Piano d’ambito, risulta insufficiente secondo i modelli di
analisi del PRGA e del prof. Calenda.
Rimane comunque il fatto che, rispetto al fabbisogno di prelievo di 1.500 l/s pianificato dall’AATO nel
mese di massimo consumo al 2027, le concessioni in atto ammontano a 1286 l/s (cfr. paragrafo successivo)
con un difetto di prelievo, rispetto alla programmazione AATO, di 214 l/s.
Si ribadisce pertanto che, in una situazione già deficitaria dal punto di vista delle concessioni in atto
rispetto ai fabbisogni idropotabili, qualsiasi eventuale riduzione che non sia supportata
dall’individuazione di una fonte di approvvigionamento della risorsa idrica alternativa, porterebbe ad
una potenziale situazione di crisi idrica strutturale.
Per quanto riguarda l’esistenza di potenziali fonti alternative si ricorda che la Concessione del 12 Gennaio
2009 per il prelievo temporaneo dei 156 l/s presso Foce di Montemonaco, alla Pag. 7 recita: “alla data
odierna risulta impossibile individuare fonti alternative di approvvigionamento per la portata di 156
lt/sec.” ed, alla Pag. 8, conclude che è: “ritenuto un quantitativo idrico strettamente indispensabile al
fabbisogno idropotabile”.
La stessa concessione precisa che “l’Autorità d’Ambito n. 5 Marche Sud, con nota n. 1938 in data
15.12.2008 ha confermato ed attestato che: a) il prelievo temporaneo della sorgente Foce di Montemonaco
della portata di 156 l/s, oltre ai 370 l/s già autorizzati, costituisce un esigenza primaria ed indifferibile di
pubblico interesse al fine di scongiurare una crisi di approvvigionamento idrico potabile; b) alla data
odierna, alla luce del vigente Piano Regolatore Acquedotti, risulta impossibile individuare fonti alternative
di approvvigionamento per la portata di 156 l/s” .
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 8/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
CONSIDERAZIONI SUL QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUAL E
OPERE DI CAPTAZIONE CIIP
Ad oggi le opere di captazione principali della Ciip Spa coprono un fabbisogno di 1.286 l/s dati dalla somma
di una concessione in fase di rinnovo pari a 526 l/s presso Foce di Montemonaco, n° 2 concessioni di
derivazioni distinte, presso Capodacqua e Pescara d’Arquata, la cui somma è pari a 629,80 di cui
rispettivamente 429,80 l/s prelevati da Capodacqua il cui rinnovo è stato già concesso e 200 l/s per la
concessione di Pescara d’Arquata il cui rinnovo è in itinere, la sorgente di Sasso Spaccato per un
quantitativo pari a 62,5 l/s, la sorgente di Forca Canapine autorizzata per 70 l/s di cui solo 45 l/s vengono
immesse nel territorio dell’AATO 5 in quanto 25 sono inviati all’AATO 4 della Regione Umbria (sorgente la
cui disponibilità è spesso molto inferiore ai quantitativi di concessione), il campo pozzi di S.Caterina
autorizzato per una portata di 22,7 l/s. Quindi complessivamente, considerando per Forca Canapine solo i 45
l/s immessi in sorgente, l’approvvigionamento dalle fonti principali è pari a :
7,22455,6280,629526 ++++=Qsorg = 1.286 l/s
A questa portata emunta dalle captazioni principali ed immessa nelle linee acquedottistiche di adduzione, si
aggiunge quella captata dalle fonti minori ed immessa nei serbatoi di distribuzione locali (principalmente
nelle frazioni dei comuni di Amandola, Montegallo e Montemonaco) ammontante a 204 l/s per cui
l’approvvigionamento complessivo, senza tenere conto delle fonti di soccorso dalle quali attingere in periodi
di carenza idrica o nei giorni di massimo consumo, si ottiene una portata complessiva teorica captabile pari
a:
204286.1 +=Qsorg = 1.490 l/s
Il valore calcolato rappresenta il quantitativo massimo di prelievo da parte della Ciip, considerando quindi il
contributo massimo prelevabile da tutte le captazioni. Tale valore nella realtà è difficilmente raggiungibile,
soprattutto nella quota parte delle sorgenti minori che soffrono molto la variabilità microclimatica dei siti di
prelievo e le cui acque non sempre sono di qualità sufficientemente apprezzabile a causa della stretta
interdipendenza con gli scorrimenti superficiali. Inoltre molte sorgenti minori non sono connesse alle
linee adduttrici ma fungono esclusivamente da alimentazione per i piccoli serbatoio locali, mandando
spesso a scarico le eccedenze prelevate, non possono pertanto essere considerate come fonti stabili di
approvvigionamento idropotabile e come risorsa disponibile per la rete di adduzione della risorsa.
Pertanto la portata di concessione disponibile per lo sfruttamento della risorsa è fissata in 1.286 l/s.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 9/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
FABBISOGNO IDROPOTABILE ATTUALE
Facendo riferimento ai dati ISTAT della tabella Ciip, considerando la dotazione procapite media,
comprensiva degli altri usi diversi dai domestici, degli utenti de territorio dell’AATO 5 pari a 211 l/gg*ab
(vedi Allegato 1 alla relazione), si ottiene una portata giornaliera pari a:
Ab. Residenti = 295.452
Ab. Fluttuanti nel mese e nel giorno di massimo consumo = 193.948
=+
=400.86
** flufluresrescittadino
dndnQ =+
86400
211*948.193211*452.2951195 l/s
Tale valore riportato in sorgente, considerando le sole perdite fisiche pari al 14.5 % (Dichiarazione
all’AATO dei dati di perdita relativi all’anno 2010, prot. CIIP n. 13838 del 24/05/2011, allegata - rif. Tab.
Indicatori, parametro P2), risulta uguale a:
Q sorg = 855.0
195.1 = 1.397 l/s
Considerando le perdite complessive, fisiche e commerciali, pari complessivamente al 34.7% (Dichiarazione
all’AATO dei dati di perdita relativi all’anno 2010, prot. CIIP n. 13838 del 24/05/2011, allegata - rif. Tab.
Indicatori, parametro P2), il valore in sorgente è pari a :
Q sorg = 653.0
128.1= 1.830 l/s
Appare più sensato in questa sede riferirsi comunque ad un valore medio di perdite fisiche di rete
attestabile intorno al 20 %, valore mediamente considerato anche nella redazione delle proiezioni di
Piano d’ambito.
Figura 1 - Estratto dal Piano d'ambito -
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 10/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
Con tale asserzione il valore di portata alla sorgente necessario al soddisfacimento del fabbisogno idrico
diventa:
Q sorg = 8.0
195.1= 1.495 l/s
Il valore così calcolato, relativo all’anno 2010, rappresenta il fabbisogno reale della risorsa idropotabile
riportato in sorgente in riferimento al mese di massimo consumo.
Supponendo tale valore costante fino al 2011, considerando quanto recuperato con la campagna ricerca
perdite (80 l/s mediamente recuperati cfr. paragrafo successivo) ad oggi complessivamente il valore minimo
che la CIIP deve soddisfare nel mese di massimo consumo è pari a:
Qsorg. = 1.495 – 80 = 1.415 l/s ;
riprendendo il valore di disponibilità in prelievo della Ciip Spa considerando l’apporto delle sole sorgenti
stabili e connesse al sistema acquedottistico di adduzione, si rileva un deficit di risorsa pari a :
∆Q = 1.415 – 1.286 ≈ 130 l/s
Il delta così determinato è considerato nel mese di massimo consumo ed in corrispondenza delle massime
portate captabili. In realtà la disponibilità nel mese di massimo consumo è inferiore a quanto riportato a
causa della stagionalità delle sorgenti ( si rammenta che nell’anno in corso la sorgente di Pescara d’Arquata
ha erogato una portata media intorno ai 60 l/s in luogo dei 200 previsti in concessione con un ammanco di
140 l/s rispetto ai 1286 considerati)
Si rammenta in questa sede che , come spiegato nella consegna del SIA, in effetti alla Ciip manca
quanto previsto nel PRGA in seno alla captazione dal Fiume Tenna la quale prevedeva il prelievo di
un quantitativo pari a 260 l/s da immettere nell’acquedotto dei Sibillini in luogo dell’incremento del
prelievo dalla sorgente di Foce di Montemonaco. La soluzione del prelievo dal Tenna venne
abbandonata per diversi motivi amministrativi ed oggi, in luogo del prelievo dei 260 l/s previsti, è in
atto, ed in fase di rinnovo, il prelievo di ulteriori 156 l/s da Foce di Montemonaco, con una sottrazione
rispetto a quanto pianificato di più di 100 l/s.
Non spetta al gestore individuare fonti di approvvigionamento alternative e suppletive a quelle già in
atto essendo questa un’attività propria delle pianificazioni regionali preposte alla tutela ed alla
gestione della risorsa idrica del territorio con gli strumenti di pianificazione quali il piano d’ambito ed
il piano regolatore degli acquedotti.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 11/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
CAMPAGNA DI RICERCA PERDITE Dal 2005 la Ciip Spa, precedendo quanto disposto con il piano d’ambito in termini qualitativi di gestione
della risorsa idrica nonché in termini di investimento, ha avviato una fitta campagna di monitoraggio delle
perdite finalizzata al recupero idrico. Si è quindi provveduto a suddividere il territorio in distretti funzionali
(in tali distretti è nota sia la portata in ingresso che quella in uscita), procedendo alla verifica tra il consumo
degli utenti e la differenza tra la portata in ingresso e quella in uscita al distretto.
Oltre a tale operazione, è stata intensificata la campagna di controllo dei livelli dei serbatoi in modo da
disporre di valori medi di consumo che possano fungere da riferimento nella ricerca di perdite occulte della
rete. Parallelamente è stata intensificata l’attività di telecontrollo sia del livello dei serbatoi che delle portate
di linea, investendo sulla formazione dei tecnico deputati a tale compito, sull’incremento dei nodi in
telecontrollo ed in telemisura e sui software deputati alla ricezione, archivio e gestione dei dati.
Per quanto riguarda l’ottimizzazione della gestione della rete è stato attuato un progetto di riduzione della
pressione di esercizio. Allo scopo sono stati installate diverse valvole di regolazione con l’obiettivo di gestire
la linea con piezometrie differenziate per orari di distribuzione, regolando quest’ultima sulla base di una
fascia oraria diurna ed una notturna.
Gli idrometri inseriti e funzionanti da qualche anno nella rete distributiva della Ciip sono circa 30.
Il lavoro della campagna di ricerca perdite e dell’ottimizzazione della rete ha portato ad un netto
miglioramento delle perdite fisiche passando dal valore medio di 26,5% corrispondente all’anno di inizio
della campagna di ricerca perdite (2005) al valore medio attuale pari al 14,5%, valore nettamente al di sotto
della media nazionale (diverse pubblicazioni in merito dimostrano che la percentuale di perdita fisiologica
compresa tra il 10% ed il 15% rappresenta l’ottimo in termini di analisi di costi-benefici).
Questo ha permesso di recuperare, rispetto allo stato pre-interventi, una portata media giornaliera pari ad 80
l/s, valore di rilevante importanza sulla gestione della rete.
In quest’ottica non è prevedibile nel futuro prossimo un ulteriore significativo risparmio idrico
derivante dalla campagna ricerca perdite in quanto il valore della perdita fisiologica ad oggi raggiunto
è, come già detto, tra i migliori in ambito Nazionale e rientra pienamente nel range di valori
individuato in letteratura come optimum in termini di analisi costi benefici (10% ÷ 15%).
Ciò non esula comunque il gestore dal continuo impegno proteso verso il mantenimento ed il
miglioramento dell’efficienza della gestione della risorsa pubblica.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 12/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE AL RISPARMIO IDRICO
Dal 2004 la Ciip spa ha avviato una fitta campagna di informazione sulla qualità dell’acqua fornita all’utenza
e sugli usi parsimoniosi che si devono fare della stessa. Nell’ultimo opuscolo informativo inviato dalla Ciip
agli utenti del territorio, oltre ad una panoramica tesa a fornire informazioni sull’azienda e sul territorio
gestito, sono state fornite le analisi delle acque distribuite provenienti dalle diverse sorgenti ed una seri di
consigli ed informazioni sul risparmio idrico, sulla risoluzione dei problemi legati all’uso dell’acqua ed
anche un confronto tra le acque minerali presenti sul mercato e le acque provenienti dalle nostre sorgenti.
La campagna di informazione nel tempo ha comunque portato nella cittadinanza una cultura del risparmio
idrico ed una consapevolezza spinta della preziosità della risorsa idrica che proviene dalle nostre sorgenti
montane.
Si allega l’ultimo opuscolo informativo trasmesso dalla Ciip Spa ai propri utenti.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 13/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
OPERE DI MITIGAZIONE
PROGETTO DELL’IMPIANTO D I SOCCORSO AL LAGHETTO DI FOCE DI MONTEMONACO
Il progetto di soccorso e riqualificazione del laghetto di Foce di Montemonaco è stato più volte affrontato
dalla Ciip Spa, con proposte differenti per impatto e filosofia che risalgono ai primi anni ’90, quando
venivano valutate soluzioni anche piuttosto invasive quali la realizzazione di diaframmi sotterranei
impermeabili per l’innalzamento locale della piezometria.
Nel recente passato, l’argomento è stato ripreso dietro la spinta della Regione Marche e del Parco dei
Sibillini, in occasione del rinnovo del prelievo provvisorio dei 156 l/s aggiuntivi ai 370 l/s di concessione
presso la sorgente di foce di Montemonaco.
La Regione Marche, con Decreto del Dirigente della P.F. Demanio Idrico, Porti, Lavori Pubblici n. 1/DPL
del 12-01 2009, ha concesso in via provvisoria e temporanea alla CIIP SpA di derivare in località Foce di
Montemonaco, dove è già presente l’opera di presa dell’acquedotto dei Monti Sibillini gestito dalla CIIP
SpA, la ulteriore portata di 156 l/sec di acqua a fini idropotabili, in aumento alla portata di 370 l/sec della
derivazione già in atto sulle sorgenti del Fiume Aso, assentita con Decreto Interministeriale n. 9.008 del 31-
10-2000.
Contestualmente la Regione Marche ha prescritto alla CIIP SpA di “redigere un progetto per il recupero e la
riqualificazione ambientale del laghetto di Foce e delle aree limitrofe, in particolare del tratto del corso
d’acqua compreso tra la zona sorgentizia originaria ed il tubo di scarico della galleria di eduzione a quota
905,79, al fine del recupero di un deflusso almeno parziale dell’asta fluviale, da concordare con il Comune di
Montemonaco e con l’Ente Parco dei Sibillini e da realizzare con fondi della CIIP SpA e/o eventuali altre
misure atte a mitigare l’effetto della derivazione aggiuntiva”.
Alla data del 30/06/2010 la Ciip Spa ha consegnato alla Regione Marche, lo “Studio di fattibilità e
riqualificazione ambientale del laghetto di Foce di Montemonaco e delle aree limitrofe”, redatto dal Prof.
Ing. Guido Calenda, dal Prof. Ing. Corrado Paolo Mancini e dalla prof.ssa Ing. Elena Volpi con la consulenza
ambientale dello studio S.I.A. di Giuseppe Marfoli & C.snc.
In detto studio di fattibilità, che si allega alla presente e che è stato condiviso in più sedi con l’Ente Parco, si
prevedeva la possibilità di intervenire sul laghetto mediante il sollevamento di una portata ritenuta sufficiente
a mantenere vitale il laghetto sotto l’aspetto biologico, portata prelevata dalla discenderia delle gallerie di
captazione. Allo stesso tempo si prevedeva un intervento di controllo della permeabilità del fondo del
laghetto mediante l’asportazione dell’attuale materiale costituente il fondo, e la posa, con opportuna
compattazione, di una serie di strati di terreni( limo argillosi) a bassa permeabilità in modo da impedire la
filtrazione dell’acqua immessa attraverso il pompaggio artificiale.
In data 14/12/2010, con decreto del dirigente della P.F. Grandi Infrastrutture di Comunicazione, Viabilità e
Demanio Idrico, prot. CIIP n°258 del 04/01/2011, la Regione Marche autorizzava il prosieguo alla
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 14/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
concessione di derivazione a scopo idropotabile di ulteriori moduli 1.56 (156 l/s) fino al termine di scadenza
della concessione di derivazione principale di moduli 3.70 (370 l/s), termine fissato nel giorno 31/05/2011
All’interno del predetto decreto, il Responsabile del Procedimento, Ing. Carlo Duca, adottava i seguenti
proponimenti:
“Art.2) L’autorizzazione al prosieguo della derivazione è rilasciata fino alla data di scadenza della
concessione principale di 370 l/s, prevista per il 31/05/2011, con le prescrizioni di cui all’ ”Atto integrativo
del disciplinare n° 240/ap del 16.9.1999” sottoscritto in data 23/12/2008 con n°1084 di rep. Ed approvato
con Decreto Dirigenziale del 12/01/2009 n°1/DPL_09;”
“Art.3)Di realizzare entro la data del 31/05/2011, d’intesa con L’Ente Parco ed il Comune di
Montemonaco un primo stralcio dei lavori attinente al recupero del laghetto di Foce, di cui alla ipotesi
progettuale n°3 dello studio di fattibilità, che prevede il sollevamento di una portata fino ad un massimo di
50 l/s, dalla discenderia delle galleria di captazione dell’opera di presa, in grado di garantire
l’alimentazione di soccorso ed un adeguato ricambio idrico al laghetto e un apporto diretto al fiume Aso
immediatamente a valle dello stesso. Con successivo stralcio si procederà all’intervento indirizzato a
ridurre la permeabilità del fondo del laghetto.”
“Art.4) Di proseguire il monitoraggio sulle misure delle portate del fiume Aso, già avviato con la
realizzazione della relativa stazione, e gli studi in corso attinenti lo scenario idrogeologico dell’acquifero
del fiume Aso, al fine di avere un quadro quanto più possibile esaustivo e reale della derivazione.”
In conseguenza ai proponimenti della Regione Marche in data 26/03/2011, la Ciip Spa ha indetto una
riunione presso la sala consiliare del comune di Montemonaco, invitando a partecipare sia le istituzioni
comunali che i rappresentanti dell’Ente Parco, al fine di definire le linee progettuali per la riqualificazione
del laghetto.
In accordo con il comune e con l’Ente Parco si è quindi deciso di realizzare l’impianto di sollevamento e di
rimandare ad una fase successiva la realizzazione dell’impermeabilizzazione del fondo.
Con lettera protocollo Ciip n. 2204 del 27/01/2012, la Ciip Spa trasmetteva il progetto esecutivo al comune
di Montemonaco al fine di recepire le osservazioni del caso per poi procedere alla fase autorizzativa ed alla
realizzazione dei lavori.
Il progetto prevedeva la realizzazione di un sollevamento artificiale per il pompaggio della risorsa idrica,
prelevata dalla galleria di eduzione, in testa al laghetto ed in alcuni punti del primo tratto di fiume Aso
compreso tra il laghetto e lo scarico di sicurezza della Ciip Spa.
A tale soluzione progettuale si è inoltre allegata la proposta di un “recupero” delle acque fluenti naturali
provenienti da Fonte della Cerasa le quali, a seguito di una colata detritica attiva nei pressi del laghetto, non
fluiscono più verso lo specchio d’acqua ma si infiltrano nel detrito depositatosi.
Durante la riunione tenutasi all’uopo presso la sala consiliare del comune di Montemonaco,
l’amministrazione comunale ha espresso la propria perplessità su un progetto che, per la riqualificazione
ambientale, preveda la realizzazione di un sollevamento continuo con ingenti spese energetiche e che
comunque rappresenti una soluzioni artificiale al problema dell’approvvigionamento idrico del laghetto,
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 15/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
facendo notare altresì che fosse auspicabile la soluzione alternativa proposta di alimentazione naturale
mediante il recupero delle acque fluenti di Fonte della Cerasa.
Effettivamente il contributo naturale di Fonte della Cerasa non è influenzato dal prelievo Ciip e apporterebbe
al laghetto di un quantitativo d’acqua variabile dai 5 ai 25-30 l/s, in funzione della stagione, sufficiente alla
vitalità ed alla persistenza dello specchio d’acqua.
Si allega alla presente il progetto esecutivo consegnato e lo studio di fattibilità commissionati a prof. Calenda
Mancini Volpi dell’università la Sapienza di Roma.
PROGRESSIVO INCREMENTO DELLA GESTIONE DELLA PIEZOME TRIA IN
CORRISPONDENZA DELLE GALLERIE DRENANTI
Nella relazione generale del SIA, alla Pag. 37, tra le opere di mitigazione, si è fatto cenno alla possibilità di
una differente gestione della piezometria sullo sbarramento delle gallerie drenanti.
Storicamente la piezometria dietro lo sbarramento è stata monitorata e gestita dalla Ciip Spa con molta
prudenza, nella consapevolezza di quale enorme danno possa verificarsi dalla improvvisa mancata tenuta di
uno degli sbarramenti. Tale approccio prudenziale ha portato a mantenere, sino al 2007, una piezometria
massima di circa 14,5 m (con variazioni legate alla stagionalità degli afflussi e dei prelievi), con medie degli
anni precedenti che si attestavano intorno al valore di 12,5m.
Figura 2 - Dati desunti dal telecontrollo Ciip relativi all'anno 2007 -
Dal 2007 in poi, a seguito della forte carenza idrica che ha caratterizzato l’anno in questione, la Ciip Spa ha
iniziato un lento processo di innalzamento progressivo della piezometria a monte degli sbarramenti delle
gallerie drenanti, portandone il valore medio dai m. 14,50 del 2007 ai circa 17,00 m nell’anno 2010. Il
procedimento è stato avviato in parallelo ad un continuo controllo dello stato di salute degli sbarramenti in
cls principalmente nelle parti di roccia calcarea (Corniola) nelle quali si intesta il tappo in cls delle gallerie
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 16/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
drenanti. Negli anni infatti sono emerse diverse venute d’acqua in corrispondenza del contatto tra l’opera di
sbarramento e la roccia le quali più volte sono state riparate con interventi mirati senza comunque addivenire
ad una soluzione definitiva del problema. Tali considerazioni rendono pertanto indispensabile un
intervento di consolidamento delle opere di sbarramento (sono comunque opere costruite oltre 30 anni fa)
prima di continuare nel lento processo di incremento delle quote di gestione della piezometrica
dell’acquifero dietro lo sbarramento.
Figura 3 - Dati desunti dal telecontrollo Ciip relativi all'anno 2010 -
Nell’ottica comunque di incrementare le conoscenze per ottimizzare la gestione della piezometria, dal mese
di Marzo 2011, la Ciip spa, ha provveduto a strumentare la condotta di scarico delle gallerie in pressione
mediante l’installazione di una quadrina atta a misurare i valori di portata transitanti nella condotta, in
quanto, in precedenza, la tubazione era dotata di un solo sensore di segnale relativo al passaggio d’acqua. La
strumentazione si è resa opportuna anche al fine di valutare la possibilità di utilizzare tale condotta di scarico
come alimentatrice dell’impianto di soccorso del laghetto di Foce di Montemonaco.
Dai profili redatti all’epoca della realizzazione delle opere si può desumere la quota a cui fuoriesce l’acqua
dalle gallerie drenanti, pari a m. 913.31; la quota a cui è posta la condotta di scarico ed il relativo misuratore
della piezometria è di m. 916,00. La quota del punto più alto dello scarico di “sicurezza” è di m 931.80, per
cui, a meno delle perdite di carico, l’attivazione dello scarico si ha non appena dietro lo sbarramento la
piezometria supera i 15,80 m.
Questo implica che ogni qualvolta la piezometria supera il predetto valore, oltre ai 50 l/s rilasciati dalla
condotta si scarico all’altezza dell’idrometro Ciip, avviene un “rilascio naturale” in corrispondenza
dello scarico di sicurezza.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 17/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
DEFLUSSO MINIMO VITALE
Dal punto di vista della competenza amministrativa territoriale in materia di salvaguardia della risorsa idrica,
risultano competenti l’Autorità di Bacino Regionale ed il Parco nazionale dei Sibillini. Entrambe le autorità,
in merito di pianificazione e gestione del territorio per i temi in esame, fanno riferimento, in forme e modi
diversi, alle norme previste dal Piano di Tutela delle Acque, approvato dall'Assemblea legislativa regionale
delle Marche con DACR n.145 del 26/01/2010 ed aggiornato con DGR 1849/2010 del 23/12/2010.
Il piano di tutela delle acque è lo strumento attraverso il quale la Regione Marche, recependo le norme
comunitarie di settore, disciplina l’uso e la tutela della risorsa idrica in riferimento allo stato attuale ed alla
proiezione futura. Nell’art. 1 delle norme tecniche di attuazione del piano si specificano le finalità dello
stesso ribadendo, al comma 1, che “l’acqua è una risorsa naturale, bene pubblico indispensabile per la vita e
lo sviluppo delle comunità viventi, da tutelare e migliorare a garanzia delle generazioni future”. Nel
successivo comma 4 si fa invece più specifico riferimento alle finalità del piano specificando che “il Piano
regolamenta gli usi in atto e futuri, che devono avvenire secondo i principi di conservazione, risparmio e
riutilizzo dell’acqua per non comprometterne l’entità del patrimonio idrico e consentirne l’uso, con priorità
per l’utilizzo idropotabile, nel rispetto del minimo deflusso vitale in alveo”.
Il rinnovo della concessione di Foce di Montemonaco, di 526 l/s, si inquadra proprio in quest’ultimo comma,
trattandosi di un rinnovo di una concessione istituita nel 1981 ad uso idropotabile e della quale si è chiesto il
rinnovo in seno ai principi enunciati di tutela della risorsa e del sostentamento delle comunità animali e
vegetali ed a garanzia di un futuro sostenibile per le generazioni attuali e future.
Nell’ottica pertanto di essere il riferimento attuativo normativo regionale, in materia di tutela della risorsa
idrica e della natura contermine, in un orizzonte temporale lungo che mira alla preservazione ed al
miglioramento dell’ambiente stesso, il piano non poteva che avere una natura dinamica nella sua struttura,
recependo, nell’ambito di un corpo sostanzioso di indirizzo, le osservazioni derivanti da attività di
monitoraggio e studi, i cui fini di uso programmato, tutela e preservazione collimano con quelli del piano.
Tali principi vengono di fatto inclusi nell’art. 5 comma 1 che cita “Il piano è uno strumento dinamico che
viene aggiornato attraverso una continua azione di monitoraggio, programmazione, realizzazione degli
interventi, individuazione ed attenuazione di misure e fissazione di vincoli, finalizzata al raggiungimento
degli obiettivi di tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee.”
In merito alla dinamicità del piano ed ai contributi informativi per il sua adeguamento alle reali necessità e
situazioni territoriali, nel successivo comma 3 dell’art. 5 si sancisce che “ La Regione Marche si impegna ad
istituire una Commissione che comprenda i rappresentanti dei Comuni, delle Province, delle Comunità
Montane, delle AATO e dei gestori, con il compito di monitorare la fattibilità del piano e il suo livello di
attuazione, nonché di supporto alla elaborazione dei regolamenti previsti dal PTA, con facoltà di proporre
eventuali adeguamenti e aggiornamenti. Continuando in tale direzione all’art. 8 comma 1 si dice che “ Tutti i
soggetti , pubblici e privati, che posseggono informazioni inerenti alla tutela qualitativa e/o quantitativa delle
risorse idriche, o che comunque gestiscono e/o fanno uso delle medesime, sono tenuti a fornire gratuitamente
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 18/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
tutte le necessarie informazioni alla Regione, secondo modelli, procedure e strutture organizzative stabilite
dalle vigenti norme comunitarie, nazionali, regionali, ovvero all’uopo stabiliti dalla Giunta Regionale”.
Il quadro ricostruito delinea quindi la necessità di intessere uno stretto rapporto tra il soggetto gestore della
risorsa idrica e le istituzioni preposte al controllo ed alla legiferazione, creando una struttura normativa
dinamica che non prescinde dalle informazioni recepite sul territorio dai gestori che da tempo utilizzano la
risorsa e che monitorano l’ambiente in relazione ai propri interessi specifici ossia, nella fattispecie, in
relazione alla disponibilità ed alla qualità della risorsa idrica ad uso idropotabile.
Entrando nello specifico in data 20/02/2012 la Ciip Spa ha presentato, unitamente alla domanda di rinnovo
della concessione ad uso idropotabile di Foce di Montemonaco per un quantitativo pari a 526 l/s, lo Studio di
Impatto Ambientale, essendo il rinnovo sottoposta a procedura di V.I.A. di competenza regionale secondo i
dispositivi normativi nazionali, regionali e degli enti gestori del territorio (Parco Nazionale dei Sibillini).
A seguito della conferenza dei servizi del 19/03/2012 tenutasi presso l’ufficio della P.F. Valutazioni ed
Autorizzazioni ambientali, è emersa la necessità di produrre della documentazione integrativa agli elaborati
del S.I.A riguardanti principalmente il completamento della relazione idrogeologica sul bacino carbonatico
dell’Aso e l’indagine sulle dinamiche idrologiche relative alla zona del laghetto ed alla parte alta del fiume
Aso.
Tralasciando l’aspetto meramente tecnico alla rapporto finale redatto dai proff. Torquato Nanni e Marco
Petitta, si vuole,in questa sede, solo sottolineare alcuni aspetti normativi e di “ratio” del PTA che valgono la
pena di essere rimarcati.
Il PTA al capo V “Misure di tutela Quantitativa” rimanda (art. 51) tutti gli aspetti di tutela al Piano del Parco,
in quanto sostitutivo del presente PTA.
A sua volta il parco nel “Disciplinare per la salvaguardia e l’uso compatibile delle risorse idriche” approvato
con DCS n.25 del 27/04/2007, definisce all’art. 7 il Deflusso minimo Vitale, facendo riferimento, in attesa di
definizione di propri valori e metodi, alle formule approvate dalle Autorità competenti ai sensi della
normativa vigente.
Inoltre all’art. 8 comma 1 il disciplinare precisa che “Oltre alle misure di salvaguardia di cui al presente
disciplinare, valgono le indicazioni per la tutela definite nell’ambito degli strumenti di pianificazione, ivi
compresi piani stralcio, di gestione dei bacini idrografici e di tutela, predisposti dalle Autorità competenti”,
rimandando di fatto, per ciò che non viene disciplinato nel proprio disciplinare, al PTA.
In conseguenza di tale articolo le formule per il calcolo del DMV all’interno del territorio del Parco saranno
quelle prevista dal Piano di tutela delle acque ed altresì le deroghe previste dall’art.60 del medesimo PTA
verranno rilasciate nei tempi e nelle modalità ivi disciplinate.
Negli artt. 52 e 53 il PTA definisce le finalità legate al DMV ed il concetto di DMV. Nell’art. 54 si specifica
che il DMV viene calcolato a valle delle derivazioni di acque superficiali, nella fattispecie, trattandosi di
acque sotterranee trova applicazione l’art. 63 secondo il quale, per captazioni da sorgente, il rispetto del
DMV deve avvenire nel tratto immediatamente a valle della captazione.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 19/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
Le formule per il calcolo del DMV sono definite nel PTA all’interno delle norme tecniche di attuazione
nell’allegato 2, nel quale si definisce il DMV come prodotto tra una componente idrologica ed una
componente morfologica ambientale.
La componente idrologica può essere calcolata in due modi, tramite il metodo parametrico, in assenza di
osservazioni prolungate delle portate giornaliere del corso d’acqua interessato dalla concessione di
derivazione, o, in presenza di tali dati, con il metodo razionale. Per i dettagli delle formulazioni si rimanda
alla relazione sul calcolo del DMV consegnata con il SIA.
Fatte le dovute premesse, in questa sede si vuole sottolineare un importante concetto relativo alla sezione di
controllo del valore del DMV da rispettare ed al suo valore.
Come espresso nell’ambito della relazione specifica il deflusso minimo vitale è stato calcolato in due sezioni,
entrambe a valle dell’opera di captazione.
L’opera di captazione Ciip, realizzata tra gli anni ’70 ed ’80, comprende sia le gallerie drenanti che le
gallerie di eduzione. Questo concetto è stato ampiamente descritto sia nel SIA che nell’integrazione dello
studio delle università coinvolte. La galleria di eduzione, che termina in corrispondenza della partenza
acquedottistica e quindi all’altezza della condotta di scarico, venne realizzata a quote inferiori a quelle dello
scorrimento dell’alveo fluviale, ciò comporta un probabile flusso di richiamo della galleria di eduzione nei
confronti della falda di sub alveo e rappresenta pertanto, oltre ad un condotto naturale per il quantitativo
drenato al tappo delle gallerie Rozzi ed Orsini, una ulteriore linea drenante. In effetti, correttamente, il
prelievo Ciip viene misurato in corrispondenza della partenza acquedottistica e non alla fuoriuscita del tappo
alle gallerie drenanti comprendendo pertanto sia la quota parte prelevata all’uscita delle gallerie di drenaggio
che la quota parte drenata dalle gallerie di eduzione.
Sulla base di quanto disposto dall’art. 63 delle NTA del PTA secondo il quale, per captazioni da sorgente, il
rispetto del DMV deve avvenire nel tratto immediatamente a valle della captazione, in linea teorica ed a
rigore della normativa vigente, il punto di “controllo” di tale valore non può essere che ubicato a valle della
condotta di scarico della Ciip, dove termina il drenaggio dell’opera di captazione.
Nell’ambito delle prescrizioni contenute nel disciplinare 240/ap sottoscritto dalla Ciip per l’ulteriore prelievo
di 156 l/s in aggiunta ai 370 l/s già assentiti, la Regione Marche ha disposto la realizzazione di una stazione
di misura fissa permanente, da parte della Ciip Spa, in corrispondenza di una sezione denominata A-900
individuata nell’ambito dello studio – “Studio idrogeologico per l’identificazione e la caratterizzazione degli
acquiferi che alimentano le sorgenti dei corsi d’acqua perenni dei Monti Sibillini, esteso all’intera area del
Parco Nazionale” [Boni C. & Petitta M. (2007)].
Questa stazione venne realizzata nel punto individuato sulla base di uno studio di più ampia scala che
posizionava alla quota 900 la stazione automatica di misura al fine di raccogliere dati indicativi delle
proprietà dell’acquifero basale.
Nelle conclusioni del predetto studio si affermava anche che “L’eventuale futuro utilizzo di acque
sotterranee nelle aree proposte è da ritenersi comunque subordinato alla minimizzazione degli impatti sulle
condizioni ambientali e alla definizione del Deflusso Minimo Vitale, che non è stato direttamente valutato
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 20/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
nel corso dello studio. Infine, considerato che il presente studio vuole costituire una sintesi dell’assetto
idrogeologico e una valutazione della reale risorsa disponibile sulla dorsale dei Monti Sibillini, si considera
opportuno proseguire con il monitoraggio della risorsa, soprattutto attraverso la realizzazione di una rete di
monitoraggio prevalentemente idrometrica, che possa fornire informazioni aggiuntive e soprattutto continue
nel tempo. Data l’ampiezza dell’area di indagine, i risultati prodotti, sebbene dettagliati e quantitativi,
vogliono infatti rappresentare un punto inequivocabile di partenza per il governo della risorsa idrica da
parte dell’Ente Parco e degli Enti appositamente preposti, ferma restando la necessità di procedere a studi e
indagini di dettaglio per problematiche specifiche nei settori più critici e in quelli oggetto di maggiori
attenzioni per l’utilizzazione idrica.”
Gli studi idrogeologici di dettaglio condotti dallo stesso Prof. Petitta e dal prof. Nanni, sulla base di una fitta
campagna di misure e rilievi geologici strutturali, hanno in realtà osservato una diversa collocazione della
stazione caratterizzante il contributo dell’acquifero basale (estratto dalla relazione specialistica per il calcolo
del DMV):
“Ai fini dello studio in corso si ritiene che possa essere maggiormente significativa la SEZ_875 in quanto
ubicata alla chiusura del bacino idrogeologico delle sorgenti alimentate dall’acquifero basale. In
corrispondenza di questa sezione è possibile, quindi, misurare la portata complessiva dell’acquifero basale,
a meno dell’aliquota captata dal CIIP. Nella SEZ_900, ubicata alcune centinaia di metri a monte della
SEZ_875, si misura solo una parte della portata complessivamente erogata dall’acquifero basale,
trascurando il contributo delle sorgenti lineari comprese fra 900 e 875 m di quota. Le uniche due misure di
portata contemporanee finora eseguite nel corso del 2010 in corrispondenza di queste due sezioni hanno
fornito i seguenti valori di incremento di portata in alveo: 375 L/s nell’ottobre 2010 (SEZ_900) e 430 L/s nel
giugno 2011 (SEZ_875). Di conseguenza, si conferma che soltanto la sezione di chiusura posta a quota 875
m s.l.m. consente di determinare con completezza il contributo al deflusso dell'acquifero basale intercettato
dalla captazione CIIP. Gli incrementi rilevati nel tratto compreso tra le due stazioni idrometriche CIIP e
Politecnica della Marche indicano che circa il 50% della portata erogata dall’acquifero basale emerge a
quota inferiore a 900 m, nel tratto a valle della SEZ_900. Ad esempio, nell’ottobre 2010 sono stati misurati
434 L/s alla SEZ_900 rispetto agli 808 L/s misurati alla SEZ_875, per un incremento in alveo tra le due
sezioni quasi equivalente (circa 374 L/s) alla portata misurata alla sezione di monte SEZ_900.
Questa situazione mette quindi in evidenza che, precedentemente alla messa in opera della captazione, una
parte non direttamente quantificabile della portata attualmente derivata dal CIIP veniva presumibilmente a
giorno nell’alveo del fiume anche a valle della SEZ_900. Allo stato attuale ciò comporta una valutazione
sovrastimata del DMV in corrispondenza della SEZ_900, in quanto la portata media annua naturale viene
calcolata come la somma della portata defluita in alveo e la portata media complessivamente captata dal
CIIP, non essendo possibile stabilire la reale aliquota della portata derivata dal CIIP che defluirebbe
naturalmente in alveo in assenza della derivazione sulla stessa sezione. Sulla base di quanto sopra illustrato,
si ritiene che il calcolo del DMV della SEZ_875 risulti quindi più significativo ed immediato rispetto a
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 21/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
quello della SEZ_900, per il quale non è possibile calcolare precisamente la portata naturale in merito alla
sua componente captata dal CIIP.”
Il concetto viene ribadito anche nel rapporto finale della seconda fase dove si sottolinea che:
Si ritiene opportuno sottolineare i seguenti aspetti già in parte emersi nella prima fase del lavoro:
- Nel tratto 3 (nel rapporto finale di seconda fase il tratto 3 è quello compreso tra l’edicola Leonelli e la
presa ENEL) è stato rilevato il maggior incremento naturale di portata in alveo del fiume, con valori
medi compresi fra 320 L/s e 470 L/s, non comprensivi del contributo dello sbocco della condotta di sfioro
della captazione CIIP. Presumibilmente in questo tratto emergerebbero, in regime naturale, anche i
quantitativi d’acqua sotterranea attualmente prelevati dalla CIIP. L’aspetto segnalato riveste una sua
importanza strategica rispetto all’attuale posizionamento dell’idrometro CIIP. La sezione dell’idrometro,
infatti, risulterebbe ubicata a monte della sezione di chiusura del bacino idrogeologico dell’acquifero di
base interessato dalla captazione, ed effettua, quindi, un monitoraggio parziale della portata residua del
sistema sorgivo captato.
Le considerazioni sovraesposte fanno riferimento alla struttura idrogeologica del bacino carbonatico dell’Aso
ed in particolare all’apporto dell’acquifero basale nel quale è inserita la captazione della Ciip spa.
Sulla base delle risultanze degli studi scientifici eseguiti dalle Università il proponente individua nella
sezione As 48-50 , ossia nella sezione che precede la presa ENEL, la sezione di misura e controllo del
DMV, essendo quest’ultima caratterizzante dell’apporto dell’acquifero basale del massiccio. Ogni
altra localizzazione della misura a monte della sezione indicata può ritenersi non significativa in
relazione all’alimentazione che la struttura idrogeologica fornisce al bacino dell’Aso.
D’altronde il PTA disciplina che il valore del DMV deve essere rispettato nel tratto a valle dell’opera
di captazione e la sezione As 50 dista dall’idrometro Ciip circa 600 metri lineari, una distanza del tutto
accettabile viste le grandezze in gioco (bacini di Km2).
Per quanto riguarda i valori del DMV per la sezione in esame, nel rapporto consegnato con il SIA i valori
ottenuti, sia per la sezione As 46 quota 895 in cui è posizionato l’idrometro Ciip che nella sezione As 48 –
As 50, sono i seguenti:
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 22/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 23/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
Nel seguito si riporta una tabella riassuntiva del confronto tra le misure effettuate in campo ed i valori di
rispetto calcolati secondo la formula parametrica, evidenziando in blu i dati di portata il cui valore è
superiore al DMV di rispetto ed in rosso il valore nei casi in cui è inferiore.
Come si può notare alla stazione As50 non si rilevano problemi sostanziali di rispetto del deflusso
minimo vitale, sia nell’anno 2010-2011 che potremmo definire di morbida, che nell’anno 2011-2012,
anno di carenza idrica.
Diversa è la situazione nella sezione As 46 dove non si riscontrano problemi nell’anno 2010-2011 mentre si
rileva un sostanziale mancato rispetto del DMV nell’anno 2011-2012.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 24/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
STAZIONE As 50 Presa ENEL STAZIONE As 46 IDR. CIIP DMV L/s Q mis. L/s Q mis. L/s DMV L/s Q mis. L/s Q mis L/s
MESE 2011 2012 2011 2012 GEN 345 310 FEB 398 357 MAR 398 427 357 172 APR 345 788 310 390 MAG 345 529 310 205 GIU 345 1026 364 310 595 147 LUG 265 865 342 238 630 85 AGO 265 507 238 471 SET 265 496 238 322 OTT 265 496 238 297 NOV 345 427 310 DIC 345 310
Tabella 2 - Confronto portate misurate e DMV
Fermo restando che per i motivi precedentemente esposti il proponente ritiene che la sezione As 50 sia il
punto in cui debba essere controllato il valore di DMV, si vuole comunque sottolineare due aspetti inerenti ai
valori di portata della sezione As 46. Il primo riguarda la particolarità dell’anno idrologico 2011-2012, anno
di carenza idrica in cui la Ciip Spa ha visto ridursi drasticamente le fonti di approvvigionamento ed in cui gli
apporti meteorici sono stati nettamente al di sotto della media. Il riscontro di tale affermazione si ritrova
anche nei dati misurati e nel rapporto finale dello studio sul bacino dei sibillini dove è riportato il seguente
passaggio:
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 25/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
Figura 4 - Tabella 37 Studio Nanni e Petitta modificata con linee di tendenza
Se si prende in considerazione il grafico riportato nella fig. 37 del rapporto finale dello studio, si può
tracciare un idrogramma delle portate rilasciate dall’acquifero del massiccio (S2 ) e notare come questo
presenti una netta tendenza alla diminuzione (linea rossa) arrivando a “perdere” un quantitativo idrico, in
riferimento all’anno 2010, superiore al 60 %.
Tale considerazione assume rilievo ancora maggiore se si tiene ben presente quanto riportato nel paragrafo
3.3.2 del rapporto finale sullo studio del bacino carbonatico dei Sibillini ossia che l’acquifero basale, vista la
sua elevata permeabilità, risente molto poco dei ruscellamenti superficiali legati e picchi di eventi piovosi:
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 26/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
In definitiva si può concludere senza tema di smentita che l’anno 2012 è stato caratterizzato da una forte
diminuzione delle precipitazioni meteoriche, la quale ha generato una riduzione della disponibilità idrica ai
fini idropotabili tale da indurre il gestore a dichiarare lo stato di “allarme arancione” nei mesi Estivi e quindi
ad attivare, oltre agli impianti di soccorso, tutti gli accorgimenti finalizzati al risparmio idrico,
programmando chiusure notturne delle alimentazioni delle linee distributrici ed inibendo qualsiasi uso
,diverso dall’idropotabile, della risorsa.
In presenza di un’emergenza idrica, come disciplinato dall’art. 60 delle norme tecniche di attuazione del
P.T.A., si configura la deroga al rispetto del DMV, riducendo lo stesso sino ad 1/10 del valore determinato,
al fine di garantire le esigenze di approvvigionamento per il consumo umano e vista l’impossibilità di
reperire fonti di approvvigionamento alternativo nell’immediato ed economicamente sostenibili.
In sostanza quindi, negli anni di apporto meteorico che possono essere definiti nella media, si ha il
sostanziale rispetto dei valori di DMV in entrambe le sezioni, la sezione As45-46 in corrispondenza
dell’idrometro Ciip, e la sezione AS 48-50 in corrispondenza della prima presa ENEL.
Negli anni di carenza idrica in cui si dovesse verificare il mancato rispetto del valore di DMV
calcolato, il piano di tutela delle acque permette al gestore di sfruttare l’istituto della deroga per
garantire l’approvvigionamento idropotabile. La verifica del rispetto del DMV dovrebbe d’altronde
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 27/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
fare riferimento a situazioni idrologiche medie di precipitazioni di neve e piogge e non a condizioni di
siccità durante le quali è probabile, principalmente nei tratti sorgivi, che ci sia un mancato rispetto del
valore del DMV. L’istituto dell’art. 63 dovrebbe avere lo scopo proprio di “superare” tali criticità.
D’altronde dai dati evince che comunque nella sezione As 50 il rispetto del DMV c’è anche nei periodi
siccitosi pertanto il prelievo dei 526 l/s appare pienamente sostenibile.
Il secondo aspetto che vale la pena rimarcare riguarda gli incrementi di riportata misurati in alveo e quelli
previsti nelle formulazioni del PTA.
Come si può notare dalla tabella 9 del rapporto finale dello studio sul bacino carbonatico dell’Aso, gli
incrementi di portata medi del tratto fluviale compreso tra l’edicola Leonelli e la prima presa dell’Enel varia
mediamente dai 464 l/s (minimo 301 l/s) del 2009 ai 320 l/s (minimo 239 l/s) del 2011-2012. Tale valore non
trova riscontro nelle formule del PTA che tra i valori di DMV calcolati in corrispondenza dell’idrometro Ciip
e quelli in corrispondenza della presa ENEL (stesso tratto), forniscono un incremento di circa 35 l/s.
Questo perché ovviamente le formule previste nel PTA non tengono conto del bacino idrogeologico ma di
quello idrografico.
Nel merito si ribadisce quanto evidenziato anche nel rapporto finale dello studio “Presumibilmente in questo
tratto emergerebbero, in regime naturale, anche i quantitativi d’acqua sotterranea attualmente prelevati
dalla CIIP. L’aspetto segnalato riveste una sua importanza strategica rispetto all’attuale posizionamento
dell’idrometro CIIP. La sezione dell’idrometro, infatti, risulterebbe ubicata a monte della sezione di
chiusura del bacino idrogeologico dell’acquifero di base interessato dalla captazione, ed effettua, quindi, un
monitoraggio parziale della portata residua del sistema sorgivo captato.”
Dalle considerazione esposte appare evidente come i valori di DMV calcolati in corrispondenza
dell’idrometro Ciip con la formula parametrica siano sovrastimati rispetto alla reale restituzione
dell’acquifero del massiccio e come l’unico punto di certa caratterizzazione degli apporti dell’acquifero
basale sia la stazione As 50 posta prima della presa dell’Enel e sulla chiusura dell’acquifero, sezione in cui ,
come già detto, non si riscontrano sostanziali problemi di rispetto del DMV.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 28/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
CONCLUSIONI
Con la presente integrazione si è voluto fornire delle precisazioni in merito ai quesiti sollevati in seno alla
conferenza dei servizi sul rinnovo della concessione di Foce di Montemonaco, quivi sintetizzate:
• Il prelievo dei 526 l/s presso Foce di Montemonaco è stato programmato del Ministero dei lavori
pubblici in luogo di un prelievo cumulativo di 630 l/s che sarebbe dovuto avvenire, secondo il PRGA
, per 370 l/s da Foce di Montemonaco e per 260 l/s dal bacino del Tenna. Allo stato attuale si rileva
un deficit di più di 100 l/s rispetto a quanto programmato (526 l/s in luogo di 630 l/s).
• In riferimento al fabbisogno idropotabile fissato dal Piano d’ambito in 1.500 l/s al 2027, ad oggi la
Ciip spa ha concessioni per 1.286 l/s, con un difetto di prelievo di 214 l/s. Il quantitativo di prelievo
di 526 l/s è il minimo indispensabile per il soddisfacimento del fabbisogno idropotabile ed una
riduzione di tale quantitativo genererebbe una crisi idrica strutturale del sistema
acquedottistico del territorio amministrativo dell’AATO 5 delle Marche comprendente le provincie
di Ascoli Piceno e Fermo.
• Alla data odierna non sono individuabili fonti di approvvigionamento alternativo economicamente
sostenibili. Qualsiasi riduzione delle portate di prelievo genererebbe un incremento dei costi operativi
legato all’attivazione “permanente” di impianti di soccorso che si riverserà sulla tariffa degli utenti
del territorio dell’AATO 5 determinandone un incremento.
• L’opera di captazione realizzata intorno agli anni ’70, ha generato una variazione della piezometria
nell’intorno dell’abitato di Foce di Montemonaco che, dagli studi effettuati, risulta irreversibile. Un
eventuale decremento della portata di concessione molto probabilmente non avrebbe
un’influenza diretta sulla piezometria della zona del laghetto e della prima parte del fiume Aso.
Lo stesso rapporto finale della seconda fase dello studio sul bacino carbonatico dei Sibillini cita nelle
conclusioni:“L’analisi delle caratteristiche idrogeologiche dell’area di Foce di Montemonaco,
inquadrata nel contesto del bacino idrogeologico che alimenta la sorgente lineare del fiume Aso,
porta a ritenere che un decremento dei prelievi dall’opera di presa Ciip non avrebbe effetti
significativi sull’attivazione del deflusso in alveo e, in particolare, non potrebbe influire sulle attuali
caratteristiche piezometriche dell’acquifero detritico a monte dell’abitato di Foce. Si ritiene infatti,
considerando l’assetto idrogeologico attuale caratterizzato da gallerie drenanti, che eventuali
diminuzioni dei prelievi verrebbero restituiti all’alveo Aso nel tratto in cui il fiume attualmente drena
le acque dell'acquifero basale, cioè a quote inferiori al tratto di fiume asciutto. Questo perché la
galleria si comporta da linea di drenaggio a potenziale imposto, inferiore alla quota del fiume e, di
conseguenza, diminuzioni delle portate derivate dalla galleria Ciip difficilmente potranno portare
alla riattivazione di un flusso idrico nel settore più montano del corso d'acqua e, in particolare, a
una riattivazione del laghetto di Foce.”
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 29/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
• Dagli studi idrogeologici effettuati dall’Università La Sapienza di Roma e dall’Università Politecnica
delle Marche risulta che “gli acquiferi del bacino idrogeologico carbonatico del fiume Aso sono
caratterizzati da una elevata potenzialità idrica e che, anche in periodi siccitosi prolungati,
apportano all’Aso portate medie di circa 1.200 l/s all’uscita della dorsale Carbonatica. Il solo
acquifero del Massiccio cede all’Aso, nel periodo di esaurimento della portata fluviale e cioè nel
periodo in cui in genere non si ha alimentazione dell’acquifero, circa 1.073 l/s di cui circa 500l/s
captati dalla Ciip.”Il prelievo di 526 l/s risulta pertanto sostenibile in relazione ai quantitativi
idrici disponibili.
• Il rispetto del DMV, come previsto dalle normative vigenti, deve avvenire nel tratto immediatamente
a valle dell’opera di captazione. Tale tratto è individuato dalla quota A-900 in poi. Nella fattispecie,
viste le risultanze degli studi condotti, si ritiene idonea, per caratteristiche idrogeologiche, la sezione
posta in corrispondenza della prima presa ENEL, in quanto caratterizzante dell’acquifero basale nel
quel è inserita l’intera opera di captazione. In tale sezione, anche precedentemente alla realizzazione
dell’opera di captazione, emergevano tutte le acque derivanti dal contributo dell’acquifero basale.
Tale sezione è inoltre sufficientemente vicina all’opera di captazione per caratterizzarne gli effetti.
• Alla sezione denominata As48-50 si osserva il sostanziale rispetto del DMV nei diversi periodi
dell’anno anche in anni siccitosi. Diversa è la situazione della sezione As 45-46, in corrispondenza
dell’idrometro Ciip dove nell’anno siccitoso (2011-2012) si verifica il mancato rispetto del DMV. Si
sottolinea che comunque nell’anno siccitoso di carenza idrica valgono comunque i dettami dell’art.60
delle NTA del PTA che disciplinano le deroghe al rispetto del DMV. e che,. Inoltre, per quanto detto
precedentemente, non si ritiene la sezione dell’idrometro Ciip caratterizzante dell’apporto del
massiccio ed il corrispondente valore di DMV calcolato con le formule parametriche appare
eccessivamente alto rispetto alle condizioni reali di natura idrogeologica. In riferimento alla sezione
As 50 si ha il rispetto sostanziale del DMV anche nei periodi siccitosi pertanto il prelievo dei 526
l/s appare pienamente sostenibile.
• In riferimento alle opere di mitigazione, la Ciip spa ha avanzato un progetto di riqualificazione del
laghetto di Foce di Montemonaco prevedendo la realizzazione di un impianto di soccorso. Tale
impianto, previsto in prima analisi come un sollevamento delle acque prelevate all’uscita del tappo
delle gallerie drenanti, prevede nell’ipotesi attuale il recupero delle acque fluenti da Fonte della
Cerasa ed il loro condottamento in testa al laghetto di Foce di Montemonaco. In un secondo stralcio,
qualora l’impermeabilizzazione del fondo del laghetto non fosse sufficiente a trattenere nei periodi
siccitosi il contributo idrico ricevuto, si potrà provvedere ad impermeabilizzare naturalmente, come
previsto nello studio di fattibilità, il fondo del laghetto.
• Al fine di mitigare l’impatto dell’opera di captazione, la Ciip sta portando avanti un piano di gestione
della piezometria dietro lo sbarramento di Foce di Montemonaco al fine di tenerla il più alta possibile,
compatibilmente alle condizioni di sicurezza delle strutture civili.
S:\progetti\CY11- ATTIVITÀ RINNOVO CONCESSIONI FOCE DI MONTEMONACO E PESCARA D'ARQUATA\02_Progetto\SIA Foce di Montemonaco\INTEGRAZIONI\REl_GEnerale_Integrazioni_Foce.doc Pag. 30/30
Cicli Integrati Impianti Primari spa
• Mediante una campagna di sensibilizzazione sull’uso della risorsa idrica ed una parallela campagna di
ricerca delle perdite fisiche di rete, la Ciip Spa ha raggiunto una percentuale di perdite fisiche che
rientra nel range 10 – 15% individuato dalla letteratura di settore come optimum dal punto di vista
costi benefici. Tali operazioni hanno portato ad un “recupero” di 80 l/s di risorsa idrica. Non è
prevedibile nel futuro un ulteriore miglioramento delle percentuali raggiunte, resta comunque
l’impegno dell’azienda proteso al mantenimento, all’efficienza ed alla sensibilizzazione sull’uso della
risorsa.
• Infine si vuole comunque sottoporre all’attenzione che il rispetto del deflusso minimo vitale del fiume
Aso sarebbe comunque vanificato dallo pera di presa dell’ENEL e dalla concessione di derivazione in
atto che permette il prelievo di quasi tutta la risorsa transitante alla sezione As 48. In tale stato di fatto
appare pleonastico imporre un dmv di rispetto agli usi idropotabili quando non ne esiste uno per usi
idroelettrici per le cui concessioni si è assistito ad una proroga sino al 2021 senza alcuna valutazione
in merito.
• La presente valutazione di impatto ambientale mira a valutare, come previsto delle normative vigenti,
gli effetti del prelievo e la sua sostenibilità ambientale. Da tale punto di vista si è dimostrato
attraverso gli studi presentati che, a meno di anni di carenza idrica, il prelievo appare sostenibile. La
condizione creatasi nella zona evidenziata dal Parco dei Sibillini, ossia dal laghetto di Foce sino
all’edicola Leonelli, attiene all’impatto delle gallerie drenanti e non al prelievo. Nello stesso
rapporto finale si ribadisce che la “vitalità” del laghetto e della prima parte dell’Aso dipende solo da
condizioni naturali e che una eventuale riduzione del prelievo non potrebbe influire in modo sensibile
su tali aspetti. Si ritiene pertanto che sia percorribile la strada del mantenimento del prelievo per la
portata richiesta e che si possa procedere, per la mitigazione delle gallerie drenanti, con la
realizzazione dell’intervento di soccorso al laghetto di Foce mediante il recupero delle acque fluenti
da Fonte della Cerasa come proposto nel progetto allegato.
Top Related