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I mini Bond e la riforma del

decreto Destinazione Italia

Ministero dello Sviluppo economico

Stefano Firpo Capo della Segreteria Tecnica del Ministro Roma, 4 marzo 2014

Le imprese italiane sono troppo dipendenti dal credito bancario

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Italia Francia Germania Spagna Regno Unito

Debiti commerciali

Equity

Prestiti a MLT

Prestiti a BT

Titoli di debito

Struttura finanziaria delle imprese (dati 2011)

Produttività che flette e capital misallocation

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L’economia italiana ha perso slancio negli ultimi vent’anni principalmente a causa della riduzione registrata dalla produttività manifatturiera (misurata in termini di Total Factor Productivity)

Sembrano esserci evidenze di una scarsa efficienza nella allocazione delle risorse, che sono state indirizzate prevalentemente verso i settori con la minore crescita di produttività

Dopo anni di “credito facile” (e male allocato), è arrivato il credit crunch …

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Il credito bancario nel nostro Paese per molti anni, a partire dal 2000, è cresciuto in misura ben superiore alla dinamica dei fondamentali economici (investimenti, produzione).

Dal picco di novembre 2011 si sono persi € 101 miliardi di credito bancario alle imprese (ossia l’11% del totale), € 51 miliardi solo negli ultimi 12 mesi

Il deleveraging degli attivi potrebbe continuare e assumere connotati ancora più ampi. Gli impieghi al settore privato in Italia potrebbero contrarsi di ulteriori € 100 150 miliardi

L’entrata nell’UEM ha reso più facile l’accesso al credito Il credito è divenuto “commodity” e “variabile indipendente” Il banco-centrismo è aumentato 60

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1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Prestiti alle società non finanziarie e principali driver della domanda di credito

(giugno 1998=100)

Prestiti alle società non finanziarie Investimenti fissi Produzione industriale

… e l’incremento dei costi di finanziamento per le imprese

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L’incremento dei tassi sui titoli di Stato italiani ha avuto anche la conseguenza di peggiorare le condizioni creditizie per le imprese, in precedenza allineate a quelle praticate in Germania e in Francia

Anche le imprese che riescono ad accedere al credito, quindi, si trovano in una condizione difficile sullo scenario competitivo internazionale, pagando in media circa 180 p.b. in più rispetto alle concorrenti tedesche e francesi

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8 Tassi sui prestiti fino a 1 milione da 1 a 5 anni di durataalle società non finanziarie (%)

Spagna Italia Germania Francia

La “tenaglia” che comprime gli impieghi

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L’attuale scenario regolamentare e macroeconomico nel quale operano le banche italiane limita fortemente la capacità di erogare credito. Le criticità:

L’incremento delle sofferenze e dei crediti problematici. Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia, a dicembre 2013 le sofferenze lorde sfiorano i 156 miliardi di euro, quelle nette superano gli 80 miliardi

Il permanere di uno strutturale funding gap tra raccolta e impieghi, in particolare a lungo termine, a causa del “flight to quality” degli investitori

Il processo di asset quality review dei bilanci delle banche europee da parte della Bce, e la necessità di ulteriori ricapitalizzazioni ovvero di riduzione degli attivi

La normativa di Basilea 3, con requisiti patrimoniali più severi e pro-ciclici, si è rivelata un’occasione mancata per orientare maggiormente il nostro sistema bancario verso il mercato. E’ stato mero adempimento regolamentare e non occasione di ridefinizione del modello di business. L’adozione dei rating interni ha comportato ancora maggior “risk warehousing” non “portando sul mercato” i portafogli i rischio delle banche

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Con i due “Decreti Sviluppo” nel 2012 sono stati introdotti gli strumenti per aprire un circuito d’intermediazione diretto tra risparmio e investimento

In particolare, sono stati rimossi molti ostacoli all’accesso e alla sollecitazione al mercato dei capitali da parte di emittenti finora esclusi, come le imprese non quotate anche di media e piccola dimensione

La liberalizzazione della finanza d’impresa

Cd “grandi emittenti”

(società quotate)

Grandi imprese

Medie e piccole imprese

Microimprese, società di persone,

cooperative, artigiane, familiari

Medesimo trattamento fiscale Diverso trattamento

Corporate Italia: una nuova asset class • L’obiettivo è quello di indirizzare stabilmente il risparmio nazionale finora

prevalentemente investito in asset “sovereign” o corporate estero, verso una nuova asset class rappresentativa del meglio del Corporate Italia

• Il meglio del nostro “Quarto Capitalismo”, un universo composto da 5-15 mila imprese, diviene così visibile sui radar degli investitori nazionali e internazionali

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dati in miliardi di Euro

RISERVE TECNICHE ASSICURATIVE

FONDI PENSIONE

CASSE DI PREVIDENZA PROFESSIONISTI

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AZIONI

BOND GOVERNATIVI

BOND SOCIETARI

FONDI COMUNI E LIQUIDITA'

Risparmio di lungo termine (sinistra) e relativa allocazione (destra; esclusi investimenti immobiliari)

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I contenuti dei “Decreti Sviluppo”

Le misure previste dai “Decreti Sviluppo” hanno disciplinato l’emissione di strumenti di debito a breve termine (cambiali finanziarie) e a medio - lungo termine (obbligazioni), anche a contenuto subordinato e partecipativo

Sono stati eliminati i limiti previsti dall’articolo 2412 del codice civile (doppio del capitale sociale) alle emissioni obbligazionarie quotate da parte delle SpA

È stata estesa anche alle società non quotate che emettono titoli di debito:

la deducibilità degli interessi passivi secondo le stesse regole previste per le società quotate, con riferimento ai titoli quotati su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione, ovvero a quelli sottoscritti da investitori qualificati che non detengano più del 2% del capitale

la deducibilità dei costi di emissione

l’esenzione della ritenuta alla fonte sui proventi corrisposti su titoli negoziati su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione di Stati membri dell’UE o di Paesi in “White List”, allo scopo di evitare una doppia imposizione

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Risultati già raggiunti

Queste misure , entrate pienamente in vigore alla fine del 2012, hanno già reso possibili numerose operazioni di emissione, di diversa taglia dimensionale

In genere le singole emissioni ammontano a qualche centinaio di milioni di euro, ma anche le imprese più piccole iniziano a fare ricorso al mercato

L’entità complessiva delle emissioni ha quasi raggiunto € 6 miliardi. Diverse operazioni sono in corso di strutturazione e saranno perfezionate a breve

In molti casi, le emissioni sono finalizzate ad allungare l’orizzonte temporale dei finanziamenti e a ridurne gli oneri, in confronto con fonti alternative

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IssuerIssue

Rating

Issue

Date

Coupon

(%)

Size

(€ mln)

Cogemat SpA NR/NR feb-14 FRN 50

TerniEnergia SpA NR/NR feb-14 6,9 25

JSH Group SpA NR/B gen-14 7,5 1,8

Microcinema SpA NR/NR gen-14 8,1 1,5

Iacobucci HF Electronics Srl NR/BB+ dic-13 8,0 3,8

GPI SpA NR/NR dic-13 5,5 3,8

Alessandro Rosso Group SpA NR/NR dic-13 10,0 4,0

Ferrovie dello Stato SpA BBB/BBB+ dic-13 3,5 600

Fincantieri SpA NR/NR nov-13 3,9 300

Marcolin Spa B2/B- nov-13 8,5 200

Filca Cooperative BBB+ set-13 6,0 9,0

Cassa del Trentino SpA A3/NR ago-13 3,5 70

Primi sui Motori SpA NR/NR ago-13 9,0 1,7

Manutencoop Facility Management SpA B2/B+ lug-13 8,5 425

Gamenet SpA B1/B+ lug-13 7,3 200

Salini Costruttori SpA NR/BB- lug-13 6,1 400

Ferrovie dello Stato SpA BBB/BBB+ lug-13 4,0 750

CAAR SpA NR/NR lug-13 6,5 3,0

Sisal Holding Istituti di Pagamento B1/BB- mag-13 7,3 275

Buscaini Srl NR/NR apr-13 7,0 10

Wind Acquisition Finance SA* Ba3/BB- apr-13 FRN 150

Wind Acquisition Finance SA* Ba3/BB- apr-13 6,5 550 (**)

Team System Holding SpA B2/B apr-13 7,4 300

Zobele Holding SpA B2/B gen-13 7,9 180

Cerved Technologies SpA B2/B gen-13 FRN 250

Cerved Technologies SpA B2/B gen-13 6,4 300

Cerved Technologies SpA B3/CCC+ gen-13 8,0 230

Rottapharm Ltd* Ba3/BB- nov-12 6,1 400

Guala Closures SpA B1/B nov-12 FRN 275

Nota: (*) Emissioni da veicolo estero (**) importo in dollari

Prossime evoluzioni: “aggregatori” di mini-bond

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Tranches

Sottoscrizione

Tranche Junior

Tranche Mezzanine

Tranche Senior

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PMI emittenti “mini-bond”

Fondo di debito

“Mini-bond”

Sottoscrizione

SGR

Investitori

Originator STRUTTURA A FONDO DI CREDITO

STRUTTURA DI CARTOLARIZZAZIONE

PMI emittenti “mini-bond”

SPV ex 130

“Mini-bond”

Sottoscrizione

Originator

Quote

Sottoscrizione

Investitori

Il Decreto Destinazione Italia: facilitazioni fiscali Il Decreto Destinazione Italia, con l’art. 12, segna un ulteriore importante

passaggio nel quadro di una ampia riforma della finanza d’impresa

Allo scopo di ampliare la diffusione degli strumenti di finanza d’impresa si introducono specifiche misure di eliminazione di vincoli di natura fiscale:

Rimodulazione in senso agevolativo della fiscalità indiretta sui finanziamenti garantiti (ipoteche, pegni su azioni, su quote di Srl, su inventario e su proprietà intellettuale), bancari e non. Si prevede un particolare impatto di una tale misura sulle emissioni di “mini-bond”, che con ogni probabilità saranno emessi in forma “secured”

Estensione della possibilità di costituire un privilegio speciale sui beni mobili destinati all’esercizio dell’attività di impresa, attualmente previsto solo per i crediti bancari, anche a garanzia dei titoli obbligazionari. Si consente così alle imprese che intendono emettere bond di evitare il ricorso a forme di garanzia alternative, come le ipoteche immobiliari

Disapplicazione della ritenuta d’acconto sui proventi corrisposti ai fondi obbligazionari chiusi detenuti da investitori qualificati, realizzando l’obiettivo di rendere fiscalmente neutro l’intervento di tali fondi 12

Il Decreto Destinazione Italia: interventi normativi Il Decreto Destinazione Italia contiene anche alcuni interventi normativi:

Semplificazione delle procedure di cartolarizzazione (viene meno la necessità di cessione in blocco dei crediti) e maggiore protezione per gli investitori. Estensione dell’applicazione della disciplina anche alle operazioni aventi ad oggetto le obbligazioni

Ammissibilità delle obbligazioni, dei relativi titoli cartolarizzati, nonché delle quote dei fondi che investono prevalentemente in tali obbligazioni, come attivi a copertura delle riserve tecniche assicurative e compatibilità con le disposizioni in materia di limiti di investimento per i fondi pensione

Inclusione tra le attività idonee come garanzia delle obbligazioni collateralizzate emesse dalle banche (complementari ai “covered bonds”), anche delle obbligazioni societarie e dei crediti alle PMI

Inclusione delle aperture di credito sui conti correnti tra le attività utilizzabili come collateral per il rifinanziamento presso l’Eurosistema

Possibilità per il Fondo Centrale di Garanzia di garantire anche le SGR, per gli investimenti sia su singole emissioni di titoli sia su portafogli 13

Il Decreto Destinazione Italia: primi effetti Le misure del Decreto Destinazione Italia hanno già sortito i primi effetti. Il 23

gennaio l’IVASS ha infatti anticipato una imminente modifica degli articoli 17 e 23 del Regolamento 36/2011 (rispettivamente, per le gestioni vita e danni), che avrà effetto per gli investimenti a copertura già nel primo trimestre 2014

In particolare, nella lista degli attivi a copertura delle riserve tecniche verranno inserite due nuove classi di investimenti:

1. La A1.2d, comprendente le obbligazioni e i titoli similari emessi da società non quotate ai sensi del Decreto Sviluppo. Le compagnie potranno investire in questi strumenti, anche non quotati, fino al 3% delle riserve tecniche

2. La A1.9, comprendente le operazioni di cartolarizzazione previste dalla legge n. 130 del 1999. Le compagnie potranno investire in questi strumenti, anche privi di rating, fino al 3% delle riserve tecniche

Inoltre, nella sezione A5) Investimenti Alternativi, il limite dell’1% previsto come soglia di concentrazione in un unico fondo, verrà elevato al 3% nel caso di fondi che investono prevalentemente in queste nuove classi di attivi

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Una nuova industria finanziaria in costruzione?

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Tra i Fondi di credito già operativi e quelli in corso di costituzione, la platea dei Fondi dedicati ai minibond si sta ampliando …