Docente: Dott.ssa Valeria Guariento
GESTIONE della CLASSE
con ALUNNI BES e DSA
Fermo 10/12/16
MENU DELLA GIORNATA (14.30 -17.30)
• Presentazione docente: 4 min
• Visione video: 6 minuti
• Presentazione slide: 1,5 ore
• Breve attività 5 minuti
• Pausa 10 minuti
• Presentazione seconda parte slide: 1 ora
• Presentazione Servizio «Specialmente tu» : 5 minuti
• Saluti
Fermo 10/12/16
VIDEO «STELLE SULLA TERRA»
• https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&so
urce=video&cd=3&cad=rja&uact=8&ved=0CCsQt
wIwAg&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2F
watch%3Fv%3D-
PGPXuktEIc&ei=b8yyU7SDNbDo7AaynYG4DQ&usg=
AFQjCNGzd6ETS1EgaNF1cYGLjam5rAsXqQ&sig2=_I_
E-z6Osiky7tPIN3f7Yw
Fermo 10/12/16
INDICE
Fermo 10/12/16
1. La predisposizione di un contesto facilitante
1.1 Creare e gestire un clima relazionale
1.2 Strutturare il compito di apprendimento
1.3 Progettare il contesto di apprendimento
2. La formulazione degli obiettivi di lavoro
2.1 Aiutare i ragazzi a…
2.2 La buona formulazione di un obiettivo
INDICE
Fermo 10/12/16
3. Insegnare l’autoregolazione mediante il
coinvolgimento della classe
3.1 Ruolo positivo
3.2 Apprendimento cooperativo
4. L’approccio al compito e la struttura della lezione
4.1 AMOS: QAS e QCA
4.2 strategie area motivazionale
4.3 strategie area emotiva
4.4 struttura della lezione: mix di buone prassi
5. Servizio «Specialmente tu» e il lavoro a 4 mani
1. LA PREDISPOSIZIONE PER UN AMBIENTE FACILITANTE
Fermo 10/12/16
1.1 Creare e gestire
un clima relazionale
Interazione
tra compagni
Modalità di
coinvolgimento Ruolo e comunicazione
da parte dell’insegnante
RUOLI DELL’INSEGNANTE
FIGURA DI
SOSTEGNO
CAPACE DI
FAVORIRE IL
RINFORZO
MOTIVAZIONALE
DIVULGATORE
DI STRATEGIE
ADEGUATE
FACILITATORE
DELL’APPRENDIMENTO
L’INSEGNANTE
COME
Fermo 10/12/16
L’insegnante come centrale nell’intervento sui DSA e BES per
Fermo 10/12/16
riconoscere prevenire inviare se
necessario
Informare la
famiglia
Didattica speciale
e
Disturbi psicologici
Avendo ben
monitorato lo sviluppo
dei processi
POTERI DELL’INSEGNANTE …
• Intenzione positiva quotidiana
Con quale intenzione entro in classe?
• Disponibilità a mettersi in gioco
• Volontà di comprendere il punto di vista dell’altro
• Desiderio di aiutare i ragazzi
• Esempio di coerenza
• Ascolto attivo
• Comunicazione efficace /
barriere della comunicazione
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COMPRENDERE IL PDV DEGLI ALUNNI
• Farsi delle domande sul perché sta facendo così, cosa
vuole trasmettere, cosa vuole comunicare (eventuale
atteggiamento di chiusura o oppositività …).
• Guardare le cose dal suo punto di vista (capire il suo
stato d’animo, i suoi vissuti…).
Fermo 10/12/16
ROMPERE GLI SCHEMI
• Anticipazione di ciò che si andrà a fare.
• Fare qualcosa che il ragazzo non si
aspetta dall’adulto (es. battuta di
spirito, esempi di vissuti personali…).
• Ricalcare lo stesso linguaggio del
ragazzo.
• Usare metafore per spiegare la
situazione.
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TROVARE SOLUZIONI ACCETTABILI
• Anticipazione e condivisione
delle regole
• Definire degli accordi
• Definire delle attività da
svolgere
Fermo 10/12/16
ASCOLTO ATTIVO
• Una persona che ascolta in modo attento e che si impegna attivamente nell’ascoltare l’altro, a livello di comunicazione
non-verbale e di comportamento, veicola i seguenti
messaggi:
• ti considero e cerco di comprenderti senza un’ottica di
valutazione e giudizio;
• dedicandoti la mia attenzione dimostro il mio reale interesse
nei tuoi confronti, ti attribuisco importanza e ti riconosco come
persona;
• ti stimo come interlocutore e voglio veramente capire il tuo
punto di vista prima di definirmi eventualmente in accordo o
con idee differenti.
Fermo 10/12/16
ASCOLTO ATTIVO
• Sul piano concreto delle relazioni, l’ascoltare
attivamente e l’intervenire in modo mirato
favoriscono la creazione di rapporti aperti,
collaborativi e in cui vi è comprensione e stima
reciproca…elementi fondamentali per il dialogo
con gli adolescenti.
Fermo 10/12/16
PERCHÉ USARE L’ASCOLTO ATTIVO?
• Dimostra al ragazzo di averlo ascoltato
attentamente;
• serve ad avere un feedback sul proprio livello di
comprensione del ragazzo;
• promuove all’interno della relazione l’empatia e
l’intimità;
• rende il ragazzo più recettivo;
• alimenta la fiducia reciproca.
Fermo 10/12/16
PER COINVOLGERLI …
Gli atteggiamenti di
- “sicurezza”,
- “interessamento”,
- “apertura”,
- “entusiasmo”,
- “curiosità”,
sono importanti nel corso dell’interazione con
l’adolescente.
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UTILIZZARE FRASI DI INVITO PER
INCORAGGIARE A PARLARE E FACILITARE LA COMUNICAZIONE
- Ti capisco
- Incredibile!
- Interessante
- Raccontami…
- Di che si tratta?
- Spiegati meglio…
- Parliamone…
- Parla, ti ascolto
- Mi sembra che sia molto importante per te.
- Voglio veramente ascoltare il tuo punto di vista
- Voglio entrare in rapporto con te, conoscerti meglio
Fermo 10/12/16
LINGUAGGIO DEL RIFIUTO VS
LINGUAGGIO ACCETTAZIONE
• Le 12 barriere rappresentano il linguaggio del rifiuto
perché tendono a bloccare, rallentare o inibire la comunicazione necessaria per aiutare gli
studenti a risolvere problemi che interferiscono con
l’apprendimento
• Linguaggio dell’accettazione è come un terreno
fertile che permette a un debole seme di svilupparsi
in un bel fiore.
Accettazione approvazione crescita e
sviluppo operare mutamenti costruttivi
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12 BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE (GORDON)
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Esercitazione:
autovalutazione
per la
consapevolezza
delle vostre
modalità di
comunicazione
Fermo 10/12/16
USO DELLA FORMA
NEGATIVA
EVITARE LA
NEGAZIONE
Non devi arrabbiarti
per nulla
Non devi essere così
negativo,
Non lasciarti
abbattere
Non rinunciare alla tua
passeggiata / visita /
gioco / attività
quotidiana
Non sei riuscito a
seguire tutte le
indicazioni che ti ho
dato
Esercitazione:
Completa le
caselle vuote
Fermo 10/12/16
USO DELLA FORMA NEGATIVA EVITARE LA NEGAZIONE
Non devi arrabbiarti per nulla
Riconoscere la rabbia come emozione
è già una buona
consapevolezza…aiutami a capire…
Non devi essere così negativo
Cosa ti impedisce di essere più
positivo? Cosa ti servirebbe per essere
più positivo?
Non lasciarti abbattere
Visto che sei stato così bravo fino ad
oggi ti chiedo di fare un passo in più e
di continuare a…
Non rinunciare alla tua passeggiata /
visita / sport/ attività quotidiana
E’ importante che dedichi il tuo tempo
a fare le cose che ti possono far
provare piacere come…
Non sei riuscito a seguire tutte le
indicazioni che ti ho dato
Molto bene, sei stato molto bravo a
seguire alcune indicazioni che ti ho
dato! Ora ti chiedo di …
Esempi di
risposte
CON I COMPAGNI DI CLASSE…
• Delicatezza delle problematiche psicologiche che si innescano.
• E la classe?
• Sentita la famiglia si possono avviare adeguate iniziative per condividere con i compagni di classe le ragioni dell’applicazione di strumenti e misure…per evitare le ricadute psicologiche negative
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CON I COMPAGNI…
• Promuovere occasioni di conversazione nelle quali sia possibile parlare delle proprie difficoltà e diversità
Es. Giochi di ruolo
• Utilizzo del post –it per creare occasioni di comunicazione delle proprie emozioni, vissuti, pensieri positivi della giornata o dei compagni…
Es. cartellone
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ALCUNI «VORREI» DEI RAGAZZI DSA/BES…
• Mi chiedesse se ho capito perchè io non ho il coraggio di farlo specie se chiedo tante volte
• Spiegando dettasse qualche appunto- magari nei passaggi importanti
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VORREI CHE…
• Fosse disponibile a spiegare ogni volta senza fare facce strane
• Mi lasciasse uno schema: a volte sono veloce a scrivere appunti anche se, ogni tanto, ci sono errori di ortografia che comunque trovo subito quando a casa li rileggo con calma. Però forse mi troverei poi meglio ad avere uno schema di quello che vuole lei.
Fermo 10/12/16
VORREI CHE…
• Spiegasse con parole semplici, esempi buffi
o che richiamano le cose che stiamo
vivendo o che accadono nel mondo o si
vedono in tv.
• Fosse chiaro su cosa sarà l’interrogazione.
Fermo 10/12/16
VORREI CHE…
• Facesse una domanda a piacere durante l’interrogazione…così si vede chi sono e che ho studiato!
• Facesse interrogazioni programmate
• Facesse domande generali…così viene in mente la struttura del testo.
• Verifiche con richieste che utilizzino le parole del libro di testo e che spieghino con chiarezza che risposta dare.
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VORREI CHE …
• Ci facesse intervenire nelle spiegazioni
facendoci domande, chiedendoci di
ripetere quello che abbiamo capito…
• Evitasse di riprendermi quando sbaglio
davanti ai compagni
• Evitasse di chiedere che voto mi merito ai
compagni (e viceversa)
Fermo 10/12/16
Fermo 10/12/16
1.2 Strutturare il compito
di apprendimento
Attenzione ai processi
cognitivi e metacognitivi
Individuazione
di criteri di
verifica e valutazione
1. LA PREDISPOSIZIONE PER UN AMBIENTE
FACILITANTE
LA METACOGNIZIONE: COLLEGAMENTO TRA PENSIERO,
MOTIVAZIONE E AUTOSTIMA
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Compito Uso di strategie
Prestazione Feedback
Stati attributivi e motivazionali
Conoscenza di sé, senso di valore personale e obiettivi di apprendimento
Processi di controllo
Conoscenza specifica di strategie
Modello metacognitivo di
Borkowski e Muthukrishna (1994)
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LA DIDATTICA METACOGNITIVA
• Il termine significa letteralmente ” riflessione sui
processi mentali”
• CIOE’ “L’APPRENDIMENTO DI STRATEGIE UTILI ALLA
SOLUZIONE DI VARI COMPITI PUO’ RISULTARE
POSSIBILE E UTILE DALLA SCUOLA PRIMARIA
ALL’UNIVERSITA’
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LA METACOGNIZIONE INCLUDE:
• LA CONOSCENZA METACOGNITIVA
=
cioè informazioni sul funzionamento mentale
Es. PRIMA SI STUDIA E POI SI ESEGUONO GLI ESERCIZI
• PROCESSI METACOGNITIVI DI CONTROLLO
=
cioè la capacità di valutare la correttezza del compito che si sta eseguendo, pianificare lo studio con opportuni tempi e metodi, verificare il risultato finale
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STRATEGIE AREA METACOGNITIVA
• Sottolineatura attiva (sottolineare in modo funzionale il testo, usare vari colori per differenti concetti, analisi accurata delle informazioni, approccio chiaro al testo)
• Mappe concettuali (diagramma di flusso con info principali, eventuale arricchimento mappa per esposizione)
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STRATEGIE AREA METACOGNITIVA
Fermo 10/12/16 [email protected]
• Frammentazione del testo (letto e compreso in piccole parti con domande chiare e semplici, sintesi orale)
• Tipologia domande (domande a scelta multipla, a completamento,
a collegamento)
• Cooperative learning
• Strumenti compensativi e dispensativi
CRITERI DI VERIFICA E VALUTAZIONI
1) Favorire la possibilità di dare prestazioni adeguate:
• Nell’ambito degli ob. disciplinari previsti per la classe verifiche con minori richieste
• Tempi aggiuntivi per la prova/riduzione richieste
• Verifiche con esercizi graduati (I livelli di difficoltà)
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CRITERI DI VERIFICA E VALUTAZIONI
2) Pre – verifica
Utilizzare una esercitazione di pre-verifica aiuta a focalizzare l’obiettivo da raggiungere e controllare l’emotività.
3) Interrogazione post verifica
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PER LE VERIFICHE È UTILE…
• Carattere chiaro
• Testo ingrandito (solo se necessario)
• Testo con spazi bianchi tra un esercizio e l’altro
• Consegne con eventuali richiami a qualche regola o esempi
• Schemi, mappe, formulari
• Segnare esercizi prioritari e quelli «facoltativi»
Fermo 10/12/16
1. LA PREDISPOSIZIONE PER UN AMBIENTE
FACILITANTE
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1.3 Progettare il contesto
di apprendimento
Individuazione di
Strategie facilitanti
Scelta dei
mediatori didattici
Scelta di
strumenti e loro uso
SCELTA DI STRUMENTI E LORO USO
In classe l’insegnante può
utilizzare e far utilizzare:
• C-map o simple
minds
• Schemi/sintesi
• Power Point
• Video o filmati
• LIM
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• Tablet e pc
• Libri digitali
• Immagini
• Link utili di altre scuole e
piattaforme
• Registratore
• Storie / aforismi / metafore
(Gruppo di auto mutuo aiuto)
PERCHÉ UTILIZZARE DIVERSI
STRUMENTI…
• ES. USO DELLE DIAPOSITIVE, FILM O LIM…
ATTIVA:
• IL CANALE UDITIVO
• IL CANALE VISIVO
• L’ATTENZIONE
• LA MEMORIA
• LA LOGICA
• La metacognizione
Fermo 10/12/16
ESEMPIO LEZIONE POWER POINT
• L’ILLUMINISMO E LE RIFORME (1).ppt
Fermo 10/12/16
ALCUNI LINK UTILI…
• www.didatticacomputer.it
• http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/biologia.html
• www.gaudio.org
• www.polovalboite.it
• www.dislessiainrete.org
• www.dienneti.it/risorse.htm • www.matematika.it
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LETTURA: «SCUOLA DEGLI ANIMALI»
• LA SCUOLA DEGLI ANIMALI.doc
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MEDIATORI DIDATTICI
1) Mediatori attivi l'esperienza diretta: se l'insegnante
vuole far capire il significato della parola reazione
chimica farà loro vedere e sperimentare una reazione
reale.
2) Mediatore iconico disegni, foto, carte geografiche,
modellini e plastici, ma anche film, videotape, ovvero
immagini dinamiche.
3) Mediatore analogico drammatizzazioni, simulazioni,
giochi di ruolo. La simulazione o role-playing è
«un'esperienza che rappresenta l'esperienza» stessa.
4) Mediatore simbolico «lettere, numeri e altri tipi di
simboli per rappresentare delle variabili e le loro
relazioni»
Fermo 10/12/16
2. LA FORMULAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI LAVORO: AIUTARE I RAGAZZI A…
• Fissare obiettivi chiari, realistici e realizzabili: facilita il successo
• Piccoli obiettivi ne costituiscono uno grande: “micro” è meglio di “macro”!
Fermo 10/12/16
Ambizione Senso di realizzazione
2. LA FORMULAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI LAVORO: AIUTARE I RAGAZZI A…
• Scegliere in modo autonomo: favorisce il coinvolgimento
• Creare legami tra l’attività di studio e le loro esigenze, interessi ed obiettivi
Fermo 10/12/16
Responsabilità
Storia personale
2. LA FORMULAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI LAVORO: AIUTARE I RAGAZZI A…
• Vivere le difficoltà come “opportunità” di crescita non come un ostacolo!
• Favorire i rapporti umani positivi con persone in grado di cogliere le loro potenzialità e che condividono i loro stessi interessi!
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Stimolo
Riconoscimento
Personale
e
Senso di
appartenenza
2.2 LA BUONA FORMULAZIONE DI UN OBIETTIVO
• Partendo dagli elementi della diagnosi (QI, sill/sec,
aspetti emotivo/motivazionali e conclusioni)
• Confrontandosi con gli insegnanti del CdC
• Confrontandosi con il ragazzo stesso (diretto
interessato)
Si possono definire obiettivi concreti, ben definiti nel
tempo, ecologici, misurabili da inserire nel PDP.
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3. INSEGNARE L’AUTOREGOLAZIONE MEDIANTE IL COINVOLGIMENTO DELLA CLASSE
Fermo 10/12/16
All’interno della Scuola Secondaria, accade che
dipenda più dal ragazzo mettere in evidenza le
proprie difficoltà rispetto a quanto accada nella
Primaria (dove l’insegnamento è focalizzato proprio
sulle strumentalità e l’insegnante preparato può
cogliere eventuali segnali di “divergenza”).
Ecco che nasce l’ostacolo più grosso: il ragazzo non
ha la minima intenzione di mostrare le proprie
difficoltà in classe, anzi cerca in tutti i modi di
nasconderle.
Riesce a confondersi con le caratteristiche della
“svogliatezza”, della mancanza di motivazione, del
caratteriale, ed altro ancora.
La propria immagine sociale davanti al gruppo
diventa più importante del proprio rendimento
scolastico, e quindi è quella che va difesa per prima.
La propria immagine sociale è meno compromessa
se viene considerato “disimpegnato” anziché
“dislessico”: nel primo caso infatti, c’è un implicito
messaggio di scelta personale, nel secondo caso, no.
Fermo 10/12/16
3.1 RUOLO POSITIVO
• Gratificare i comportamenti adeguati …
Piuttosto che rimproverare o punire condotte
disfunzionali
• Valorizzare le risorse e capacità davanti alla classe
• Es. «tu che so che sei capace con il pc, potresti
aiutarmi a…?»
• Es. «Tu che sei abile con strumenti tecnologici
seguiresti audio/video della lezione o dello
spettacolo…»
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DA UNA RICERCA SULLE FONTI DI APPRENDIMENTO (GLASSER)
• Si impara meglio quando si deve insegnare agli altri
quello che si è appreso
Noi impariamo:
• Il 10% di ciò che leggiamo
• Il 20% di ciò che ascoltiamo
• Il 30% di ciò che vediamo
• Il 50% di ciò che vediamo e ascoltiamo
Fermo 10/12/16
• Il 70% di ciò che discutiamo con gli altri
• L’80% di ciò che sperimentiamo personalmente
• Il 90% di ciò che insegniamo a qualcuno
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L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
• Quando i ragazzi discutono e condividono
le loro idee su un testo, raggiungono una
maggiore comprensione e migliorano le
loro abilità : questo sembra essere vero sia
per gli alunni con difficoltà sia per quelli con
medio e alto rendimento
Fermo 10/12/16
APPRENDIMENTO COOPERATIVO
• E’ un metodo di insegnamento/apprendimento
che si basa sulla cooperazione tra studenti
• Si propone di sviluppare e incrementare il processo
di apprendimento e lo sviluppo delle abilità sociali
• Es. preparare una lezione su …
Ognuno ha un ruolo e una parte da studiare che
spiegherà ai compagni del proprio gruppo e che poi
verrà riportato al gruppo classe
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4. APPROCCIO AL COMPITO E STRUTTURA DELLA LEZIONE
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QAS 1.Motivazione
2. Organizzazione
3. Elaborazione
4. Flessibilità
5. Concentrazione
6. Ansia
7. Atteggiamento
QCA successo impegno
abilità
aiuto
compito
caso
insuccesso impegno
abilità
aiuto
compito
caso
4.1 Questionario AMOS
1. MOTIVAZIONE
• La motivazione è l'espressione dei motivi che inducono un individuo ad una determinata azione.
• Da un punto di vista psicologico può essere definita come il PERCHE’ delle nostre azioni e come il FINE che spinge l’uomo al soddisfacimento di un proprio bisogno.
Fermo 10/12/16
6. ANSIA PUÒ PROVOCARE…
• insonnia 33,8%
• spossatezza 26,7 %
• mal di testa 18,3 %
• perdita di appetito 12 %
• difficoltà digestive 11,9 %
Fermo 10/12/16
SINTOMI COGNITIVI DELL’ANSIA
• PENSIERI DISTRAENTI
• PREOCCUPAZIONE
• TENSIONE FISICA “tutti vedono che sono arrossito” “il
professore si accorgerà che mi tremano le mani»
• PRESTAZIONE “di sicuro mi chiede l’argomento che
non ho capito” “dovevo stare a casa …. sono
pieno di dubbi” “perdo sempre tempo, non
risponderò a tutte le domande”
• AUTO-SVALORIZZANTI “non prederò mai un bel voto
in questa verifica» «è troppo difficile per me!” “farò
una figuraccia”
Fermo 10/12/16
4.2 STRATEGIE AREA MOTIVAZIONALE
• Previsione difficoltà del compito (far valutare al ragazzo la
difficoltà del compito da
svolgere, scala a tre livelli: molto difficile, mediamente difficile,
facile)
• Autovalutazione (per vedere esame di realtà)
• Utilizzo di strumenti accattivanti
• Rinforzo positivo, gratificazione
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4.3 STRATEGIE AREA EMOTIVA
• Prescrizione del sintomo (nel caso in cui il ragazzo presenti una sintomatologia particolare può essere utile concordare momenti in cui il ragazzo può dare spazio all’espressione del suo sintomo)
• Espressione emozioni e pensieri (accoglienza, sfogo del malessere/benessere, dare un nome all’emozione, consapevolezza)
• Attività giornaliera per fasi (soprattutto per ragazzi che manifestano modalità ansiogene di approccio al compito o che presentano difficoltà di attenzione)
• Pianificazione tempi di lavoro, pianificazione materiale, strutturazione pausa, autoregolazione, regole individuali e di gruppo
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4.4 MIX DI BUONE PRASSI
1. Controlla che le cose scritte alla lavagna
per essere copiate dagli alunni rimangano fino a che tutti le abbiano copiate.
A fine lezione scrivi sul registro elettronico.
2. Scrivi possibilmente con ordine, precisione e chiarezza.
Fermo 10/12/16
MIX DI BUONE PRASSI
3. Presta attenzione all’alunno/i (chiamandolo,
avvicinandosi, guardandolo…) prima e
durante ogni attività, anche passando con
frequenza tra i banchi.
Fermo 10/12/16
MIX BUONE PRASSI: IL LESSICO
4. PRESTA ATTENZIONE
AL LESSICO DELLE
LEZIONI E DEI TESTI
5. ACCERTATI DELLA
COMPRENSIONE
EFFETTIVAMENTE
RAGGIUNTA
Fermo 10/12/16
MIX BUONE PRASSI: 6. UTILIZZA LE ILLUSTRAZIONI
MIGLIORA
LA COMPRENSIONE
E IL RICORDO
RIPETENDO
LA STESSA
INFORMAZIONE
CONTENUTA
NEL TESTO
EVIDENZIANDO
RELAZIONI
ESPLICITE
ED
IMPLICITE
VISUALIZZANDO
E
CONCRETIZZANDO
TERMINI E
ASPETTI
ASTRATTI
TRASFORMANDO
MATERIALE
POCO FAMILIARE
IN FORMA
FAMILIARE
Fermo 10/12/16
7. SEMPLIFICA IL TESTO DI STUDIO
• Attraverso la riduzione
della complessità
lessicale e sintattica e
preparando insieme
alla classe la lezione
con la LIM (concetti
fondamentali) o
lasciando schema a
fine lezione.
Fermo 10/12/16
8. IL MENU
• Lavoro di METACOGNIZIONE
• Utile ad ANTICIPARE LA STRUTTURA DELLA
LEZIONE
• Lo studente potrebbe essere aiutato a stare
PIU’ ATTENTO mettendolo nelle condizioni
di…
Fermo 10/12/16
IL MENU PERMETTE AGLI ALUNNI DI:
A) organizzare le
proprie energie e
le proprie
aspettative
B)ricevere
informazioni sui
risultati che ci si
attende da quella
attività
Fermo 10/12/16
IL MENU PERMETTE DI…
C) conoscere con
anticipo quale sara’
lo svolgimento
dell’attivita’ che sta
per iniziare
d) Ridurre possibili stati
di ansia e momenti di
disattenzione
Fermo 10/12/16
Evoluzione positiva di personalità,
abilità e possibilità per l’alunno
Fermo 10/12/16
Fermo 10/12/16
Importanza del lavoro a 4 mani:
Quando il ragazzo è già seguito da un
esperto (psicologo, logopedista o da un’equipe) mettersi sempre in un’ottica di collaborazione e di condivisione di professionalità: non aver paura di chiedere e dare con chiarezza dati specifici.
Quanto più il lavoro è condiviso nella quotidianità e nella sostanza quanto più l’intervento sarà proficuo ed efficace agli occhi di tutti e nella pancia del ragazzo!
LA SCOMMESSA DELLA SCUOLA DI FRONTE AI DSA E BES
• E’ possibile imparare anche se non si sa usare bene
il codice scritto
• E’ possibile usare il codice scritto in modi diversi e
personali
• Un buon lavoro didattico agevola il lavoro
riabilitativo
• Un buon lavoro pedagogico riduce il rischio di
disturbi psicopatologici secondari (impotenza
appresa, depressione precoce, ansia)
Fermo 10/12/16
PUNTO DI CONTATTO
La ricerca di un punto di contatto tra le
competenze dell’alunno e le richieste della
classe è un processo continuo, instancabile e
faticoso ma è la sfida della scuola!
Fermo 10/12/16
PER SALUTARCI…
Fermo 10/12/16
«...In fondo, chi
mi ha salvato
dalla scuola
se non tre o
quattro
insegnanti?»
GRAZIE A VOI INSEGNANTI…
“Solo noi possiamo tirarlo fuori da quella prigione, formati o
meno per farlo. Gli insegnanti che mi hanno salvato – e che
hanno fatto di me un insegnante – non erano formati per
questo.
Non si sono preoccupati delle origini della mia infermità
scolastica. Non hanno perso tempo a cercarne le cause e tanto
meno a farmi la predica.
Erano adulti di fronte ad adolescenti in pericolo.
Hanno capito che occorreva agire tempestivamente.
Si sono buttati. Non ce l’hanno fatta. Si sono buttati di nuovo,
giorno dopo giorno, ancora e ancora… Alla fine mi hanno tirato
fuori. E molti altri con me. Ci hanno letteralmente ripescati.
Dobbiamo loro la vita.” Fermo 10/12/16
Giustizia in ambiente educativo non è
dare a tutti la stessa cosa,
ma dare ad ognuno
ciò di cui ha bisogno …
Fermo 10/12/16
CONTATTI
Fermo 10/12/16
• «Specialmente tu» Servizio di supporto alle
difficoltà scolastiche - Dott.ssa Valeria Guariento
Cel. 3932021427 mail: [email protected]
• Cooperativa Ceposs – Dott.ssa Anna Galiazzo
www.cooperativaceposs.it
• «Polo blu» Servizi per l’età evolutiva e autismo,
Dott.ssa Cristina Menazza,
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