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Lunedì 19 Ottobre 2009 Pagina 10

La fotografia tra impegnosociale e impegno ambientale

QUESTIONE DI AFFINITÀ ELETTIVE

rent’anni fa decisi di impegnar-mi politicamente, utilizzando

la fotografia di territorio, comestrumento di servizio sociale. Suquesta strada, lo scorso anno, hoincontrato FareAmbiente con i suoidirigenti e fondatori, e, come in o-gni innamoramento, reciproca-mente abbiamo immediatamentericonosciuto le nostre affinità e-lettive. Dall’inizio della mia scesain campo professionale, ho sempreinteso la fotografia un modo diraccontare ciò che vedo attraversociò che penso, finalizzato ad unuso sui media, ieri, esclusivamentecartacei, oggi, anche digitali e te-lematici. Grazie, poi, al supportodelle tecnologie, oggi, alla foto-grafia ho aggiunto la multimedia-lità e sono approdato su internet.Ho fondando il PhotoWebMagazi-ne Penisolabella. it (www. peniso-labella. it) col quale lavoro perproporre la fotografia come stru-mento utile alla conoscenza del-l’Italia: l’ambiente, l’agricoltura, iterritori, i luoghi naturali urbaniantropizzati, le identità territoriali.Questo perché, impegnarsi so-cialmente, significa anche coin-volgere, partecipare, coinvolgersiassieme ad altri, per portare avantile proprie idee condivise. La foto-grafia non rivoluziona il mondo,ma, attraverso la sua forza evocati-va, la potenza creativa e testimo-niale, supportate da un linguaggioesteticamente “accattivante”, induce

T a riflettere, e può cambiare le co-scienze. Può, altresì, rappresen-tare una rivoluzione con la suacapacità di parlare un linguaggiotra i più compresi al mondo, ren-dendola ambasciatrice di pace estrumento di dialogo, anche dovequesto stenta a partire o ripartire. E’mia convinzione che l’Italia abbiabisogno di armonia, serenità, bel-lezza, cultura. Prendere coscienza,riscoprire la propria identità, si-gnifica riappropriarsi di valori nonnegoziabili, della passione perl’appartenenza ad un paese unico,ricco di storia, di civiltà e bellezzache, in centinaia di anni i nostripadri hanno saputo far sedimentarenei luoghi e territori, nel rispetto enell’amore per l’ambiente, con lesue bellezze naturali e architetto-niche. C’è bisogno, quindi, di va-lorizzare e promuovere la cono-scenza dei territori e come foto-grafo autore, ho sempre sentitoforte la responsabilità ad impe-gnarmi politicamente nel sociale,attraverso lo strumento fotografico,per risvegliare le coscienze e le i-dentità individuali, e territoriali. IlXX secolo ha rappresentato la cre-scita esponenziale di progressiscientifici e tecnologici. Sonocambiate le nozioni di spazio etempo, grazie alla spinta dell’im-maginazione e dell’ingegno uma-no. Non altrettanto si può affer-mare per la convivenza sociale elo status dei popoli e degli indivi-

dui, per i quali, dobbiamo regi-strare una tendenza contraria cheha portato gran parte degli esseriviventi ad uno stato di degrado so-ciale ed esistenziale aberrante.Stesso destino, hanno subito l’am-biente e le risorse dell’Italia e delpianeta che, con altrettanta crescitaesponenziale, sono sottoposte adun depauperamento criminale, i-nesorabile. Sul nostro pianeta si ècreato uno squilibrio sociale, civile,etnico, geopolitico, ambientale dimacroscopiche proporzioni. Para-dossalmente, forze centripete,hanno realizzato un contrasto cheha portato a contrapporsi la rapi-dità dei mezzi di comunicazione,telematici e di trasporto, che an-nullano le distanze avvicinando gliabitanti della terra, all’aumentodelle distanze millenarie che sifrappongono tra le etnie, e, irrime-diabilmente, tra i singoli individui.Sono terribili distrazioni e superfi-cialità alle quali come fotografoautore, testimone attento e sensi-bile, mi sottraggo, chiedendomi,quale debba essere il mio ruolo inquesto momento, di fronte a questomondo. Queste emergenze hannorappresentato per me la spintafondamentale fin dai miei iniziprofessionali, alla fine degli anni‘70, spingendomi ad un impegnoetico, attraverso l’uso della foto-grafia. In Italia e nel mondo, inquesto momento storico, c’è biso-gno di riscoprire la forza della

bellezza che, come autore foto-grafo, testimonio in uno stile nonconvenzionale, coniugando, forzadella visione, ispirazione, sensibi-lità e linguaggio artistico. Inquanto, il fotografo autore, èchiamato a coinvolgersi con il suostile espressivo, eletto a linguaggiointerpretativo, a raccontare e co-noscere, scoprire, interpretare econservare i valori che rappresen-tano la cultura e l’essenza di uo-mini e luoghi. Perché la fotografiaè mezzo d’eccellenza per unacomunicazione universalmentecompresa, in grado di visualizzareatmosfere e sensazioni astratteconcretizzabili, di caratteri imma-teriali delle identità caratteristichee caratterizzanti dei territori, at-tuando dialogo senza confini. So-no convinto, quindi che, per ri-solvere tutti i problemi si debbatrovare uno scopo: la promozionedi quell’unicum che ci è ricono-sciuto da tutto il mondo senza ec-cezioni: l’Italia, con i suoi pae-saggi, i suoi ambienti, le sue bio-diversità, la sua arte diffusa, le sueproduzioni e le sue atmosfere. Inun’Italia che ha aderito acritica-mente, irresponsabilmente, im-maturamente, ad una globalizza-zione occidentale bulimica, in cuiogni scelta è ispirata dall’eccessodi avere, consumare e sprecare e-goisticamente e non da un’educa-zione al rispetto, all’essere, all’al-truismo e alla condivisione sociale,

è necessario fermarsi a ripensare aivalori. La figura del fotografo so-cialmente impegnato, è portatricedi un fattore “morale” che s’inseri-sce nell’economia di scala dei ter-ritori come delle imprese – aperte alsociale attraverso il proprio bilancioetico – il cui obiettivo si arricchisce ediviene una vera e propria missio-ne. I territori dei Comuni italianicostituiscono l’asse portante delPaese, attraverso una forte identitàstorica, artistica, artigianale, cultu-rale, monumentale, paesistica,ambientale. Eppure, molte, troppedi queste realtà, pur ricche distraordinari valori, unici nel lorogenere, ancora oggi non riesconopienamente a sfruttare le propriepotenzialità, perché prive di visi-bilità. Pur trovandoci nell’epocadella civiltà dell’immagine, moltaparte del territorio italiano, ancoraoggi, soffre di un cono d’ombra chelo rende invisibile. Questo èquanto ispira anche la collabora-zione intrapresa con FareAmbien-te, che mi vede impegnato nellacreazione e gestione del weblog diFareAmbiente Lazio (http: //fare-ambientelazio. wordpress. com) ,organo informativo del Coordina-mento per il Lazio, e nel progetto“FotografareAmbiente” che prestodarà vita all’Osservatorio Fotogra-fico Territoriale e Ambientale,congiuntamente all’OsservatorioNazionale “Ambiente e Sicurezza”.

GIUSEPPE COCCO