LM Verona a.a. 2016-‐17 1 Elisabetta Neve
Cosa significa V. DI EFFICACIA?
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Ciò che ho fatto è veramente utile
alla persona? I problemi per cui sono intervenuto
sono stati superati o almeno ridotti?
Quali cambiamenti ho ottenuto come bene-fici per la persona e la sua situazione?
L’EFFICACIA DIPENDE DA
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la situazione di partenza
Che cosa facciamo e cosa ci aspettiamo di ottenere dagli
interventi per/con la persona
Con quali strumenti misuriamo e valutiamo queste cose
In generale: QUALE EFFICACIA POSSIAMO ASPETTARCI DAL NOSTRO LAVORO?
☺ Che le persone-famiglie stiano e si sentano meglio ☺ Che le persone-famiglie abbiano au-
mentato capacità di auto-aiutarsi (+ autonomia) ☺ Che la comunità tutta diventi più ri-
sorsa per le persone (altre famiglie + privato sociale + volontariato + istituzioni…) ………..
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………. OGGI UNA NUOVA SFIDA:
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☺ che l’aiutato diven-ti aiutante di al-tri…
☺ …rigenerando ulteriori risorse anche per altri (SOLIDARIETÀ)
Così il nostro aiuto diventa un INVESTIMENTO
= un modo di aiutare capace di
RIGENERARE le risorse e potenzialità che abbiamo a
disposizione
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DAL MICRO AL MACRO
Questa prospeLva che noi possiamo/dobbiamo applicare nel “micro” del lavoro quoXdiano, corrisponde ad una analoga prospeLva di invesXmento dell’intero sistema di welfare?
Cioè le nostre attuali politiche di welfare si pongono chiaramente questi obiettivi, o si limitano a distribuire prestazioni in modo assistenzialistico? e a spendere denaro della collettività senza preoc-
cuparsi del rendimento ottenuto?
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Come sta il nostro sistema di welfare?
È opinione comune che: la spesa del welfare sia a fondo perduto,
solo un onere per lo Stato poco utile perché non risolve molti problemi un costo, tanto più caro quanto più siamo
colpiti dalla crisi economica
Ma le risorse del welfare stanno davvero diminuendo?
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Il trend è in aumento!
18,0
19,9
26,4
21,222,0
24,9
27,5
15,0
17,0
19,0
21,0
23,0
25,0
27,0
29,0
1980
1982
1984
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
2002
2004
2006
2008
2010
2012
Fonte: OECD Social Expenditure Database
ITALIA: SPESA PUBBLICA PER LA PROTEZIONE SOCIALE (% sul Pil)
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Eppure le disuguaglianze non diminuiscono! (indice di Gini)
Fonte: Verbist G. et alii (2012)
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Italia all’8° posto su 34
0,34
0,240,26
0,29 0,30 0,290,32
0,49
0,34
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
Slovenia
Denmark
Norway
Czech Republic
Slovak Republic
Belgium
Sweden
Finland
Austria
Hungary
Luxembourg
France
Ireland
Netherlands
Germany
Iceland
Switzerland
Greece
OECD average
Poland
Korea
Estonia
Spain
Canada
Japan
New Zealand
Australia
Italy
United Kingdom
Portugal
Israel
United States
Turkey
Mexico
Chile
Non risulta esserci un impoverimento del sistema di welfare, ma piueosto
COME SONO DISTRIBUITE LE RISORSE?
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Dei 51 miliardi disponibili:
TRASFERIMENTI MONETARI
89% SERVIZI 11%
9 1
GESTIONE STATALE: 43 miliardi GESTIONE EE.LL.: 8 miliardi
(Fondazione Zancan, Rapporto Lo>a alla povertà 2012)
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Quanto RENDONO u le erogazioni economiche (89%)? - molto scarso – si esauriscono - assistenzialismo – dipendenza = CONTINUO ONERE u e i servizi (11%)? - percorsi di sviluppo di autonomia-em- powerment - più posti di lavoro… 350.000! = INVESTIMENTO PER SVILUPPO
In Europa i SERVIZI (di assistenza sanitaria, sociale, educativa, abitativa) riducono le
disuguaglianze di UN TERZO
Ma Italia, Polonia, Austria sono in coda
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Soprattutto per carenza di: Edilizia sociale Servizi prima infanzia Servizi per non autosufficienti
Le risposte in SERVIZI riducono dell’80% il rischio di povertà assoluta e del 40% il rischio di povertà relaXva
(Verbist et al., 2012)
… e invece le istituzioni hanno aumentato il numero di sussidi
economici
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…come se problemi di salute, di ben-essere, di socializzazione… fossero monetizzabili
“A Milano ne abbiamo contato 65 forme, cioè 65 modi di dare denaro a chi chiede aiuto”
FZ, 2012
Se il sistema di welfare non funziona in modo da diminuire le disuguaglianze
e garantire reale benessere,
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l’unica via è trasformare il welfare da COSTO a INVESTIMENTO
W. COSTO € Le erogazioni economiche si
esauriscono € Non valorizza e non fa
frueare il capitale umano € Amministra i diriL senza
esigere responsabilità e rigenerazione di risorse
€ Non ha bisogno di media-‐zione professionale
€ Tende a degenerare in assistenzialismo
W. INVESTIMENTO
v InvesXre di più in SERVIZI consente di accompagnare le persone in percorsi riabilita-‐Xvi, di far frueare il capitale umano generando autono-‐mia, capacità, responsabilità
v Il lavoro dei servizi può pro-‐muovere la partecipazione anche di altri soggeL della comunità
v Genera occupazione (350.000…)
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Perché?
Una proposta: IL WELFARE GENERATIVO
• Trasformare il welfare da costo a INVESTI-‐MENTO = non solo consumare, ma produrre nuove risorse
• InvesXre di più in SERVIZI:
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(Vecchiato, 2016; FZ, RapporE 2012, 2013, 2014, 2015)
² La mediazione professionale consente di accompagnare le persone in per-corsi riabilitativi, di far fruttare il ca-pitale umano generando autonomia, capacità, responsabilità
² Generano occupazione (350.000…)
= non più solo Raccogliere e Redistribuire
ma anche Rendere Rigenerare risorse
Responsabilizzando
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(i servizi rendono ben di più!)
(valorizzando e attivando le capacità umane e sociali)
(i professionisti, le per-sone-famiglie, la comu-nità)
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Raccogliere Redistribuire
+ Rigenerare Rendere
Responsabilizzare
= Raccogliere Redistribuire Rigenerare Rendere
Responsabilizzare
W = f(r1, r2)
W = f(r3, r4, r5)
Wg = f(r1, r2, r3, r4, r5)
L E C I N Q U E R
(Vecchiato, in Rapporto 2013, 78)
• Garantire interventi + appropriati non solo al bisogno ma anche alle risorse e capacità
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+ centrato sull’esito anziché sul “che fare”
della comunità (aiutante)
della persona-‐famiglia (che fa
frueare ciò che ha ricevuto)
• Agire in modo + responsabile e + responsabilizzante
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LA PERSONA da aiutata (= assisten-‐zialismo) diventa anche AIUTANTE
LA COMUNITÀ da aiutante (= w. community) diventa anche AIUTATA
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Siamo in linea con la Costituzione:
- art. 2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti…e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
- art. 3 “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli…”. - art.4 “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere… una funzio-ne che concorra al progresso materiale o spirituale della società”
(RESPONSABILITÀ SOCIALE – SOLIDARIETÀ)
… non mancano le esperienze q IntervenX di “messa alla prova” (Dpr. 448/88) q ProgeL con adulX in pena alternaXva q Inserimento in comunità di tossicodipendenX con impegno di aLvità lavoraXve o sociali
q ProgeL europei per l’invecchiamento aLvo q InvenXva nei servizi….
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FARE QUALCOSA PER GLI ALTRI AIUTA MOLTO DI PIÙ ANCHE SE STESSI
Tornando alla V di efficacia…
Quando gli esiti sono PIÙ EFFICACI? Quando i cambiamenti nella persona
riguardano la sua attivazione per AIUTARSI DA SÉ e per
AIUTARE ANCHE ALTRI MA
purchè l’attivazione non sia un obbligo o ricatto, ma sia stimolata, motivata,
sostenuta dal professionista!
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… a due condizioni
v Che l’AS sia molto più capace di lavorare con le CAPACITÀ / RISORSE delle persone e dell’ambiente
v Che l’aiuto si traduca in un PROGETTO rigoroso sul piano scientifico, e condiviso con i soggetti coinvolti
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RiferimenX bibliografici • Vecchiato T. (2012), “Welfare generaXvo: da costo a invesXmento”, in Fondazione E. Zancan, Vincere la povertà con un welfare generaEvo, Il Mulino, Bologna (pagg. 81-‐101, con parXcolare riferimento al par. 5).
• Vecchiato T. (2016), Contrasto alla povertà e riordino dei servizi sociali, in “Studi Zancan”, n. 1 (scaricabile gratuitamente da www.fondazionezancan.it/pubblicazioni)
• Fondazione E. Zancan, RapporE sulla lo>a alla povertà, anni 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, Il Mulino, Bologna
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