“Login” di Alessandro Mariani
Come avete potuto assistere durante l’assemblea per la presentazione delle liste, il giornalino
scolastico ha ricevuto numerose critiche. a prima è di non pubblicare articoli riguardanti la
scuola in numero sufficiente. Rispondo come ho risposto all’assemblea. Noi non obblighiamo
a scrivere articoli né tantomeno imponiamo una linea editoriale rigida e imprescindibile.
Ognuno in redazione scrive di ciò che vuole, con gli ovvi limiti del buon senso. Non capisco
poi come queste richieste possano essere inserite nel programma di una lista. I Rappresen-
La politica del giornalino di Alessandro Mariani
Gio
rnale d
el Liceo
Scientifico
“Galileo
Galilei” M
acerata (MC
), anno V
I, n° 2
, Novem
bre
2011
Preferite la versione A4
o A5?
Fatecelo sapere!
La DeLorean di Ritorno al Futuro
in commercio nel 2013
Keiko Fukuda è la prima donna a
ricevere il 10° dan di judo (l'ultima
cintura)
Proposto alla NASA un progetto
consistente per una base lunare
permanente
tanti d’Istituto, infatti, non hanno alcun potere nel decidere ciò che riguarda il gior-
nalino scolastico. Esortiamo infine vivamente chi ha mosso queste critiche a propor-
re loro stessi articoli al giornalino. Altra interessante accusa (chiamatela come vi pa-
re) è quella di un altro candidato, sempre durante l’assemblea. Dopo aver proclama-
to: “Voi avete censurato un articolo, l’anno scorso!” non è riuscito a specificare né di
cosa si trattasse né ha fornito altri dettagli. Ha solamente biascicato qualcosa su di
una presunta “politica del giornalino”. Se è possibile che sia accaduta una cosa simi-
le, ne siamo estremamente dispiaciuti. Siete tutti testimoni di quanto vorremmo che
voi studenti partecipiate al Sic Est. Non so chi fosse quel candidato, ma lo invito a
rispondere inviando un articolo per il prossimo numero. La verità è che la politica
del giornalino, essenzialmente non esiste. Siamo solo un gruppo di ragazzi volente-
rosi, che si ritrova il venerdì pomeriggio alla sesta ora, e che lavora tanto durante la
settimana, tutto per far uscire questo giornalino, il Sic Est. Noi crediamo che questo
giornalino non sia solo un progetto destinato a noi della redazione, ma un potente
mezzo d’espressione a disposizione di tutti gli studenti del liceo, a tutti voi. Appro-
fittatene! Mandate articoli, immagini, canzoni, poesie, proposte e chi più ne ha, più
ne invii!
Let’s read! Progetto di lettura con la prof. Tancredi di Cristina Angeloro
dal liceo
Leggere è bello, ma solo se non si è obbligati. Daniel Pennac infatti ci dice che il verbo leggere non tolle-ra l’imperativo, perciò non si deve obbligare la let-tura : chi vuole, legge, chi no, beata ignoranza, non va costretto ma… esortato. In qualunque caso i con-sigli riguardo a possibili letture da effettuare sono sempre ben accetti. Partendo proprio da questa vo-lontà non di obbligare ma di esortare alla lettura, nella classe IIIA la professoressa Tancredi si è im-pegnata a organizzare un progetto di lettura. Que-sto consiste nella proposta di liste, via via compo-ste sempre da libri più complessi e articolati, le quali gli alunni possono seguire liberamente, a se-conda delle loro preferenze. Si è organizzata anche una biblioteca all’interno della classe, alla quale gli alunni possono attingere senza sostenere spese ag-giuntive per comprare i libri. Perciò si è proprio creato un “mercato del libro”. Come detto sulle ri-ghe precedenti sono in programma diversi cicli, ognuno caratterizzato da una lista. Il 5 di Novem-
bre si è concluso il primo, con dei risultati sorpren-denti: i 29 alunni hanno letto 164 libri in un mese con un media di 5 libri ciascuno. La lista seguita è composta da una proposta di 25 libri, tra classici e non, ampliata col passare del tempo. Per citarvi al-cuni titoli : “Il violino nero” di Maxence Fermine, “Castelli di Rabbia” di Alessandro Baricco, “Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti, “La signora delle Camelie” di Alexandre Dumas, “Le notti bianche” di Dostoevskij, “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Au-sten.
Da questo punto, diciamo di partenza, si stanno ideando altre iniziative che cercheranno di estende-re il progetto anche al di fuori della realtà della classe. Per esempio è in programma la realizzazio-ne di un blog, gestito dai componenti della classe, dove recensire e discutere sui libri letti, il quale sa-rà aperto a chiunque voglia visitarlo. Ora sarà pro-posta la seconda lista, sperando in esiti sempre mi-gliori.
Preferite la versione A4 o A5? Ditecelo!
Rinvenuta la domus sul Palatino
nord-orientale dove nacque Augu-
sto nel 63 a.C.
Scoperta una stella a forma di
spirale, forse causata da un parti-
colare disco protoplanetario
I colloqui di lavoro sono inutili:
si ottengono gli stessi risultati con
video di 20 secondi
SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VI, n° 2, Novembre 2011
La Toyota si separa. Un’altra macchina la segue. I rivoltosi bloccano le macchine. Esce dalla Toyota e si nasconde in alcuni tubi di cemento. Poi la mattanza e l’esecuzione. La vita di Muammar Gheddafi si spegne in quel tunnel di cemento a Sirte, cittadina alle porte del Sahara, dove 69 an-ni fa era nato. Si spegne così anche la primavera libica, iniziata dopo le repressioni violente da parte delle forze armate sui manifestanti a Ben-gasi, il 17 febbraio scorso, la “giornata della col-lera”. Una rivoluzione nata sui blog e sui social network. Dopo otto mesi di guerra civile portata avanti dal Cnt libico (Consiglio Nazionale Transi-zione), dalla Nato e dall’ONU, dopo la no-fly zone e i raid aeri, dopo la riapertura a ottobre del ga-sdotto tra la Libia e l'Italia, dopo 42 anni al pote-re, dopo la morte di 25mila persone, il colonnel-lo Gheddafi cade ucciso il 20 ottobre 2011. Ucci-so. Quello del rais è stato un omicidio, bisogna avere il coraggio di chiamarlo con il suo nome. E del suo corpo? Prendetene e mangiatene tutti. Le immagini e i video del rais ferito, pestato, de-bole, umiliato e ormai vinto, hanno fatto imme-diatamente il giro del mondo. Ma e’ pur sempre in quel buco che si nasconde un uomo in preda al terrore, un uomo che sente vicina la morte, un uomo. “Non sparate, non sparate”. La paura del-la morte coglie anche un dittatore che avrebbe schiacciato come topi i manifestanti, anche un dittatore che non voleva scappare dalla sua terra, anche un dittatore. Non so se è giusto o meno puntare il dito contro Gheddafi perché gli sta be-ne, non so nemmeno se è giusto dire che era un uomo e non meritava quella fine, so solo che queste questioni non spettano a noi, noi che non stiamo in Libia, noi che vedendo in diretta la bar-bara esecuzione abbiamo provato forse a non cambiare canale? A rivederla su youtube? E mi chiedo: perché immortalare e poi condividere la violenza? Non sarà mica che ci piace il san-gue? Nonostante tutto l’odio e la guerra che ha macchiato la storia, in ogni occasione l’uomo ri-pete lo stesso errore, dimostra di essere violen-to. La mucca fa il latte, la gallina l’uovo e l’uomo fa la violenza. E’ questo il suo prodotto. Ma ha senso vivere nell’egoismo, nell’economia, nella razionalità e nella violenza se tutti noi passere-
mo prima o poi in quel tunnel a sirte e chiedere-mo alla morte di non sparare? Perché dobbiamo ancora pretendere del tempo per fare qualcosa c h e n o n a b b i a -mo an-c o r a f a t t o , ma di cui sen-tiamo il b i s o -g n o ? C o s ’ è c h e dobbiamo ancora fare?. A volte quello che fac-ciamo non è quello che vogliamo ed è forse pro-prio questo, secondo me, che ci porta a cercare sempre più del tempo per noi, del tempo al di fuori di tutto quello che “dobbiamo fare”, il co-siddetto tempo libero. Quel tempo che cerchia-mo di risparmiare e di ammucchiare, andando sempre di fretta e inventando nuovi elettrodo-mestici, è il tempo che inconsciamente ammuc-chiamo per vivere veramente. Ed è proprio vive-re, quello che dobbiamo ancora fare quando arriva la morte. Tutti muoiono ma non tutti vi-vono veramente. Si dovrebbe, secondo me, pren-dere quello che più ci sta a cuore di ogni cosa e fonderlo con la nostra personalità. In questo mo-do ci svilupperemo originalmente e unicamen-te e lo svincolarsi da questo meccanismo del “subire la storia” sarebbe più facile. Solo allora, forse e dico forse, quando entreremo in quel tun-nel a sirte, non schiveremo più la morte ma sare-mo capaci di accettarla. Aspettate! Perché preoc-cuparsi? Nessuno di noi sa com’è la vita dopo la morte no?
P.S.: e come dice genslatina in un commento ad un video su youtube, chissà se adesso la Libia avrà il debito pubblico, il precariato, l’alcolismo, la pornografia, la droga, il cibo spazzatura, la tv che espelle sporcizia 24 ore su 24 e un popolino piallato dall’american style!.
Tutti muoiono ma pochi vivono davvero
Gheddafi: metus mortis?
primo piano
di Roberto Bartolacci
SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VI, n° 2, Novembre 2011
27/10/2011 : ad Assisi si fa la storia
L’incontro che rompe il silenzio di Federica Spalletti
Se già nel 27 ottobre 1986 Papa Giovanni Paolo II
indisse il primo incontro interreligioso, il suo suc-
cessore è riuscito, come lui a fare la storia. La più
grande rivoluzione è stata quest’anno la presenza
straordinaria di un gruppo di umanisti atei .Ma
come, ad un incontro religioso?? Sì, anzi proprio
perché assemblea religiosa, o meglio interreligiosa.
Hanno partecipato il patriarca della Chiesa prote-
stante di Costantinopoli Bartolomeo I, il rappresen-
tante musulmano Kyai Haji , il Rabbino David Rosen
e molti altri, in poche parole tutte le maggiori auto-
rità dell’cristianesimo, islam, ebraismo ma anche
del buddhismo, induismo, zoroastrismo e chi più ne
ha più ne metta. Durante il primo incontro
dell’86 ,solo Papa Wojtyla prese parola; quel giorno
fu caratterizzato dal SILENZIO. Un silenzio di rifles-
sione, di preghiera non ipocrita: ognuno pregava
singolarmente, ma accanto all’altro. Ciò che mosse
ad organizzare quell’assemblea fu la volontà di cer-
care la pace nelle religioni, ormai accantonate dalla
modernità. Benedetto XVI ha riportato in vita questo
spirito parlando dei 2 grandi estremi di violenza del
mondo moderno: il relativismo che si identifica
spesso con l’immagine di un gregge di pecore che
segue l’idolo della non-religione, della sete di pote-
re, di colui che vive alla giornata senza porsi qual-
che domanda un po’ più grande; l’altro estremo è il
fondamentalismo religioso , passione da ammirare
quanto pericolo che più volte si manifesta nel terro-
rismo (quest’anno è il decimo dalla caduta delle
Torri Gemelle). Il Papa ha anche pronunciato un
“mea culpa” per tutti gli atti violenti compiuti in
passato dalla Chiesa (guerre sante, l’Inquisizione)
ed in proposito al terrorismo il rappresentante mu-
sulmano ha sottolineato che, tanto in passato quan-
to oggi, la religione è stata strumentalizzata per mo-
tivi non religiosi. Questo è stato solo uno dei tanti
punti di accordo tra i vari esponenti religiosi: il non
alla violenza, il sì ad un dialogo per evitare che l’i-
gnoranza porti a conflitti, l’importanza del credo
religioso. Anche l’atea Julia Kristeva ha sottolineato
l’importanza di riportare alla luce i codici morali e
che le religioni sono presente vivo. “La secolarizza-
zione ha dimenticato il bisogno di credere che è
sotteso al desiderio di sapere”. Il messaggio finale,
soprattutto per noi giovani credo possa essere “ Par-
late, cercate di conoscere, confrontatevi , che credia-
te o no ponetevi delle domande!” Credenti e non
credenti, tutti sono accumunati dalla RICERCA CO-
MUNE DEL SIGNIFICATO DELLA VITA. Le religioni
vanno conosciute, rispettate e non strumentalizza-
te: ecco il succo di una bella spremuta di grandi
esponenti atei e religiosi che mirano ad una pace, o
perlomeno ad un’armonia. Certo, forse la pace idea-
le non esiste, lo scontro porta confronto, ma che
almeno la violenza e l’ignoranza si facciano da par-
te. 27 ottobre 2011: ognuno prega per sé,uno ac-
canto all’altro, e il silenzio è finalmente stato rot-
to.
primo piano
A.A.A. cerchiamo talenti e idee per la FESTA DI ISTITUTO
del 23 Dicembre 2011. Riunione in centrale Giovedì 17 ore 15:00.
Il editoriale
Salve a tutti, eccomi puntuale con il contro-editoriale. Questo numero porta con sé un bel po’ di news: innan-zitutto, come avrete notato i numeri di questo mese sono usciti in formato A5, anziché A4. Personalmente non sono niente male, ma questa soluzione è stata adottata per risparmiare un po’ di carta e garantire una lettura a più studenti. Non è una scelta definitiva, anzi: il nostro intento è :giornalini grandi ed in gran quantità! Purtroppo c’è chi sostiene che “non si può sprecare la carta per il giornalino”, ma la redazione Sic Est si è subito mobilitata chiedendo al preside la possibilità di sponsorizzare alcuni negozi e librerie in modo da ottenere in cambio carta a volontà. Il preside sta pensando alla proposta e, citando il prof Della Ce-ca “la pazienza è la virtù dei forti”, perciò speriamo bene, vi terremo informati;) Ma teneteci informati an-che voi! Sia in sede centrale che distaccata noterete presto delle “cassette della posta Sic Est”: suggerimen-ti, proposte, idee.. inserite tutto ciò che ritenete utile e costruttivo per il giornalino;) E approfittando di que-sto clima di cambiamenti, il vostro mensile scolastico
si è iniziato ad organizza-re e perfezionare: a partire da questo numero, trove-rete a bordo pagina le ca-tegorie di argomento degli articoli: primo piano (notizie di attualità), punti di svista (articoli di opi-nione), cultura (musica, film, libri, fumetti) , sport, scienze e tecnologia e lo speciale del mese. Stiamo diventando professionali;)
Ma ecco la novità più succosa: SIC EST HA UN SUO SI-TO! Finalmente potrete leggerlo anche a casa sul vo-stro computer e godervi immagini a colori, video e molto altro sui vostri articoli preferiti;) Andate su www.sicestmacerata.alteravista.com
Il sito è stato realizzato e verrà curato da Daniel Rusu al quale la redazione fa i più calorosi complimenti;) Buona lettura!
C’è qualcosa di nuovo nell’aria di Federica Spalletti
SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VI, n° 2, Novembre 2011
di Matteo Guardati
Durante la giornata di martedì 25 ottobre, i territori al confine tra Liguria e Toscana sono stati colpiti da alla-gamenti, esondazioni, frane e smottamenti a causa del maltempo e delle piogge abbondanti. Dalle 10 di mattina si sono abbattuti oltre 500 mm di acqua sul territorio di La Spezia. I comuni più colpiti sono stati: Monterosso, Levanto, Vernazza, Brugnato, Rio Maggio-re, Borghetto Vara e Aulla. L’ingente quantità di acqua e una massa di fango scesa dalle colline, che ha rag-
giunto i 6 me-tri di altezza, hanno fatto tremare gli spezzini. Alle h 1 3 . 0 0 un’imponente frana si è ab-battuta sulla A12 spazzan-do via una porzione di Aurelia. I fiu-mi Magra e
Vara hanno alzato le loro acque oltre il limite di guar-dia annunciando l’onda di piena. Ad Aulla sono state
evacuate 300 persone e a Borghetto Vara diversi sono stati i dispersi nell’acqua e nel fango. Black out elet-trici e telefoni-ci, autostrade e ferrovie bloc-cate, strade interrotte, ne-gozi e scantinati allagati, case crollate: queste sono le conseguenze più vistose del cataclisma che ha colpito parte del territorio ligure. I danni, che ammontano a 100 milioni di euro, sono stati affiancati dal grave do-lore per il tragico bilancio delle vittime e dei disper-si. Anche le Cinque Terre, quel concentrato di bellezza e natura che ha ispirato uno dei più grandi poeti ita-liani, Eugenio Montale, non sono state risparmiate da acqua e fango. In alcuni paesi come Brugnato si cerca di “tornare a vivere”, come esorta a fare il primo cit-tadino del paese, spingendo i commercianti a riaprire le loro attività anche nella difficoltà di ricominciare.
Apocalisse in Liguria primo piano
Vittime, dispersi e gravi disastri ambientali
Ogni mese i Rappresentanti pubblicheranno sul SicEst
ciò che hanno fatto per la scuola.
Come avete potuto assistere durante l’assemblea per
la presentazione delle liste, il giornalino scolastico ha
ricevuto numerose critiche. a prima è di non pubbli-
care articoli riguardanti la scuola in numero suffi-
ciente. Rispondo come ho risposto all’assemblea. Noi
non obblighiamo a scrivere articoli né tantomeno im-
poniamo una linea editoriale rigida e imprescindibile.
Ognuno in redazione scrive di ciò che vuole, con gli
ovvi limiti del buon senso. Non capisco poi come
queste richieste possano essere inserite nel program-
ma di una lista. I Rappresentanti d’Istituto, infatti,
non hanno alcun potere nel decidere ciò che riguarda
il giornalino scolastico. Esortiamo infine vivamente
chi ha mosso queste accuse (chiamatele come volete)
a proporre loro stessi articoli al giornalino.
Altra interessante accusa è quella di un altro candi-
dato, sempre durante l’assemblea. Dopo aver procla-
mato: “Voi avete censurato un articolo, l’anno scor-
so!” non è riuscito a specificare né di cosa si trattasse
né ha fornito altri dettagli. Ha solamente biascicato
qualcosa su di una presunta “politica del giornalino”.
Se è possibile che sia accaduta una cosa simile, ne
siamo estremamente dispiaciuti. Siete tutti testimoni
di quanto vorremmo che voi studenti partecipiate al
Sic Est. Non so chi fosse quel candidato, ma lo invito
a rispondere inviando un articolo per il prossimo nu-
mero. La verità è che la politica del giornalino, essen-
zialmente non esiste. Siamo solo un gruppo di ragaz-
zi volenterosi che si ritrova il venerdì pomeriggio alla
sesta ora e che lavora tanto durante la settimana per
far uscire questo giornalino, il Sic Est. Noi crediamo
che questo giornalino non sia solo un progetto desti-
nato a noi della redazione, ma un potente mezzo d’e-
spressione a disposizione di tutti gli studenti del li-
ceo, a tutti voi. Approfittatene! Mandate articoli, im-
magini, canzoni, poesie, proposte e chi più ne ha, più
ce le mandi!
90° anniversario della sepoltura
del milite ignoto di Cristina Angeloro
"Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria." Così si diede la medaglia d’oro al Milite Ignoto, il soldato che muore in guerra e che rimane senza dimora, senza famiglia, senza una tomba e senza un nome. A migliaia ne muoiono, migliaia e migliaia di persone senza nome, che scompaiono, così, come polvere. Dopo la Prima Guerra Mondiale le Nazioni che vi hanno partecipato hanno voluto onorare i loro morti. L’idea di onorare una salma ignota in Italia risale al 1920 e fu accettato come disegno di legge nel 1921, ben 90 anni fa. Aven-do confermato il disegno di legge si cominciò la ricer-ca di tutti i corpi che si potessero trovare in quelli che furono campi di battaglia. Furono scelti undici corpi di cui solo uno è stato scelto come simbolo di questa commemorazione, e la scelta fu effettuata da una popolana che perse il figlio in battaglia senza averlo mai ritrovato. La bara fu messa su un treno appositamente costruito che poi avrebbe percorso la
linea Aquileia- Venezia- Bologna- Firenze- Roma ad una velocità moderatissima, affinché la gente di
ogni stazione potesse onorare ognuno i propri caduti attraverso quel solo corpo. Il viaggio terminò nella capitale. Il 4 novembre 1921 il Milite Ignoto veniva tumulato nel sacello posto sull'Altare della Patria, lo stesso giorno in cui quest’anno si è celebrata la ''Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate'' e in cui per ovvi motivi si è posta una corona d'alloro al Sacello del Milite Ignoto sullo stesso altare di 90 anni prima, proprio a celebrare l’anniversario di questa occasione; sempre per lo stesso motivo quest’anno si è riproposto lo stesso viaggio che fece il treno di commemorazione nel 1921. Questo ha attraversato l’Italia sostando in 15 città; il presidente Giorgio Na-poletano ha poi inaugurato una targa a Termini (RM) dove si celebra appunto questo “viaggio dell’eroe”. Inoltre il 4 novembre 1918, esattamente 93 anni fa, si sanciva la fine del primo conflitto mondiale con l’ar-mistizio firmato a Villa Giusti (Padova). Per questo, essendo anche il 150° dell’Unità d’Italia, si è scelto di organizzare questo evento, che al suo interno voleva celebrare tutto ciò che riguardasse uno dei capitoli più brutti della storia moderna, in cui l’Italia si è di-mostrata forte e unita, guidata da un obiettivo comu-ne.
SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VI, n° 2, Novembre 2011
punti di (s)vista
Mai più dimenticarsi Futili pensieri in un’odissea esistenziale: uno studente
di Riccardo Frolloni
E’ guerra. O forse è più opportuno dire: Benvenuti.
Welcome to the machine, è l’unita di produzione
n.31264 che vi parla. Passate il badge e potete entra-
re. Chi sarete o cosa sarete, non potete saperlo anco-
ra, ma non illudetevi che questo vi dia la libertà di
decidere il cosa, al massimo la vostra unica possibili-
tà è di poter tentare di cambiare quanto sarete: que-
sto è il grande mondo dei Numeri. E voi che, ingenui,
li amate così tanto i numeri, avete scelto di far parte
della categoria “liceo scientifico”, non conoscevate
ancora il dramma di essere Voi un Numero, ma, tran-
quilli, lo conoscerete presto. Che cosa significa dive-
nire un numero? Sostanzialmente non “diventerete”
un numero, se siete qui ad ascoltare, lo siete già. Un
gelido, stilizzato, contorto, innaturale, esanime, ta-
gliente, pungente, intoccabile, inodore, insensibile,
Numero. Come me voi siete tutti un numero o, per
essere più precisi, un’unità di produzione, una fab-
brica di numeri i quali identificano la tua persona al
Sistema che è il mondo. Il parlare, il pensare, il muo-
versi, lo scrivere, sono valori che v’identificano, il
vostro tempo è numerabile: mi sveglio alle sei, cin-
que ore di scuola, alle quattro inizio a studiare, mini-
mo tre ore mi servono, due ore di tv, un’ora in tutto
per fare cena e pranzo, zero secondi per ossigenare il
cervello. Il Sistema ci osserva, ci crea, ci forma nel
Sistema, siamo a immagine e somiglianza della Mac-
china, non puoi ribellarti, non esiste e non è mai esi-
stito nulla che sia andato contro la Macchina, tu sei il
Sistema. Avanti! Continuate a sfornare numeri, non
fermatevi! Chi saresti se non fossi un sette o un cin-
que? Questa è la prassi, la convenzione, è stato sem-
pre così e ci vorrebbe davvero qualcosa di grosso per
poter smuovere le radici profonde e intricate del po-
tere. Ma … e questo ve lo dico sottovoce, perché nes-
suno ci deve sentire, perché è qualcosa di davvero
proibito, perché è qualcosa di delicato, un segreto
fragile … sì, fragile, come il tanto temuto secondo
che scandisce l’esistenza, perché se nella notte, pri-
ma di andare a letto, di fronte allo specchio vi guar-
daste, vi osservaste davvero, forse, capireste cosa
siete realmente, ed un dolce tepore vi avvolgerà con
un drappo mostrandovi le vostre forme, dolci, lisce,
reali, vive, umane. Sarà uno shock, forse la vostra
morte, forse la più grande rivoluzione mai ricordata.
Nascondetevi, il mondo non vuole la vostra anima, la
odia, ostacola la produzione, siete o non siete unità
di produzione? Certo che non lo siete, ma nessuno lo
ammetterà in vostra presenza, scatenerebbe la nasci-
ta dell’autocoscienza di cosa siete. Proteggete la vo-
stra umanità, ogni sera sarà guerra, fare imboscate
contro la Macchina ma perderete sempre, non ci sa-
ranno frutti finché tutti non prenderanno autoco-
scienza del loro potenziale, della loro libertà, non
abbattetevi, continuate a combattere, perché ogni
sera vincerete, voi sconfiggete la Macchina con ogni
libero pensiero, con ogni sogno improduttivo, con
ogni caldo sorriso, con ogni lacrima di speranza. Voi
non siete un numero, non siete il voto che vi dà il
vostro insegnante, non siete i soldi che avete stampa-
ti addosso, non siete la brutta copia dei vostri genito-
ri, voi siete liberi, dentro a quei pochi centimetri cu-
bici che avete a dispo-
sizione c’è tutta la
libertà, l’unica vera
libertà che nessuno vi
può togliere. Il mondo
fuori è in guerra, una
guerra con poche re-
gole, lottate ogni gior-
no per un voto a scuo-
la, vi difendete
dall’ansia che ci sta
divorando interi, le
righe di un foglio non
sono un vero carcere.
Ma quel secondo è già
passato e deve rico-
minciare la catena.
Questo è stato ciò che ho pensato un secondo di
qualche tempo fa, di fronte allo specchio e poi sotto
le coperte, e ho sognato tutto, un sogno così reale
che volevo svegliarmi. Ce ne sono così tanti di sogni
di questa specie, ma è stato un sogno così bello e
azzardato che ho sentito il bisogno di raccontarlo,
contro ogni superstizione. Prendetelo come un rac-
conto o una banale speculazione filosofica, ma bada-
te bene ad un solo concetto: siate una mela sana in
questo albero marcio, nel vostro nocciolo più profon-
do siete liberi, non vediate negli altri un modello, voi
siete il modello. Sono decisamente a favore del biolo-
gico.
di Saverio Mengoni Il Sic Est cresce, diamo tutti un contributo!
punti di (s)vista
Sic Est as I and YOU like it
Sono diversi anni ormai che faccio parte della redazio-ne del Sic Est, ho quindi visto il giornalino sviluppar-si e diventare più importante agli occhi di tutti. Sono davvero molto felice, soprattutto per come è cresciu-to l’interesse e l’impegno nei vari membri della reda-zione. Infatti in passato come il giornalino era meno importante agli occhi di tutti gli studenti così anche i membri della redazione erano scoraggiati e poco atti-vi. Ma con passione ed un impegno costante la reda-zione sta crescendo in quantità e qualità, è bello ve-dere tante facce nuove in redazione, molti del bien-nio, e nessuno che molla dopo le prime riunioni. Per essere più pratico: la grafica del giornalino è miglio-rata in modo esponenziale, finalmente i problemi di spazio sono dovuti al fatto che ce ne sia poco e non più troppo, abbiamo finalmente un sito attivo (o che lo sarà presto) e stiamo cercando di portare il Sic Est in tutte le scuole (Sic Est in tour). Sono dunque mol-to orgoglioso di essere un redattore di questo gio-vane giornale! Come ho detto la mia longevità all’in-terno del giornalino mi ha permesso di assistere ed essere ora testimone della sua crescita, ma allo stes-so modo capisco che si può fare ancora molto. Per dirla in termini filosofici, credo che il Sic Est ha tra-sformato molta della sua potenza in atto, ma questo giornale è giovane e dunque è ancora gran parte in
potenza. Per andare avanti abbiamo bisogno di perse-verare nell’impegno costante di questi ultimi anni, ma soprattutto abbiamo bisogno di voi studenti. Questo progetto si chiama “giornalino scolastico”, è il giornalino di tutto l’istituto, non solo di noi adep-ti della redazione. Sono felice di poter spesso leggere sull’ultima facciata di ogni numero del giornale due o tre nomi di collaboratori, ma vorrei o forse sogno di più. Vorrei che tutti voi studenti vi sentiste liberi di esprimere le vostre idee/opinioni tramite il giornali-no, infatti noi redattori siamo “volontari”, non siamo stati selezionati per la nostra capacità di conoscere e inoltrare in forma scritta i pensieri degli studenti, perché noi questa capacità non la possediamo. Noi non siamo vincolati a scrivere nulla in particolare, noi semplicemente scriviamo ciò che ci piace scrive-re, ciò che ci piace o ciò che crediamo che tutti do-vremmo sapere, in pratica noi della redazione scrivia-mo ciò che vogliamo e a meno che non siano delle volgarità nessuno ci bacchetta per questo e nessuno ci censura. Ed è questo che sto chiedendo a voi, se volete scrivere fatelo! Mi rivolgo a te studente del Li-ceo Scientifico G.Galilei, il giornalino scolastico è tuo e dei tuoi compagni, scrivi ciò che ritieni giusto e importante, perché purtroppo nessuno lo farà al posto tuo!
“Embassy guys, next stop!!”. A queste parole, 41 ra-
gazzi ancora insonnoliti si preparano per scendere
alla prossima fermata della metro; tra spintoni e go-
mitate, si fanno largo tra la folla, cercando a stento
di seguire le professoresse, ma pur sempre ridendo
e scherzando, e con la voglia di vedere qualcosa di
nuovo. Tutto ciò era all’ordine del giorno durante il
viaggio a Londra organizzato quest’estate dalle
professoresse Santarelli, Capodaglio, Piangiarelli e
Giorgetti, al quale anche io ho avuto il piacere di
prendere parte. Il viaggio è durato dal 31 luglio al 14
agosto. Le giornate erano solitamente suddivise tra
lezioni di inglese nel
nostro college,utili per
prendere più confi-
denza con la lingua e
per conoscere persone
nuove da tutto il mon-
do, e scarpinate assur-
de da una parte all’altra della città, ogni giorno alla
volta di un luogo diverso. Per citarne alcuni: il British
Museum, la National Gallery, Hyde Park e l’Hard
Rock Cafè, e ancora il museo di Scienze Naturali, Ox-
ford Street (piena di negozi, la via per eccellenza del-
lo shopping) e l’immancabile Piccadilly Circus; nei
weekend, due gite a Oxford e a Canterbury. La sera
ci si ritrovava tutti insieme nel campus per una pas-
seggiata lungo il Tamigi, per un film o per ballare in
discoteca; poi alle 11 (con sommo dispiacere), ognu-
no nel proprio appartamento per una buona e sana
dormita…o a dirla tutta, un lauto spuntino (siamo
abituati a mangiare troppo bene noi italiani!!). Per
farla breve, un’occasione per divertirsi, conoscere
nuove culture e amici, potenziare l’inglese, ma so-
prattutto visitare una città piena di storia, d’arte e
cultura quale è Londra. E l’anno prossimo, quale
altro emozionante viaggio ci riserveranno le nostre
instancabili professoresse? Staremo a vedere!
Hey guys, next stop! di Martina D’Ottavio
punti di (s)vista
Il quesito è qua a fianco, è molto più sempli-
ce dell’altra volta ma vi do comunque un aiu-
to: scrivete i numeri in forma polinomiale.
Ad esempio, 1235 in forma polinomiale di-
venta 1x1000 + 2x100 + 3x10 + 5x1
Così ABC diventa Ax100 + Bx10 + Cx1
Come per il precedente ad ogni lettera
corrisponde cifra diversa e ad esempio
DEA è un numero tipo 123.
Riscrivete tutti i numeri e sommateli, di-
venterà semplicissimo!
Titolo da mettere di Mattia Morelli
Ciao a tutti, cari lettori di Sic Est. Innanzitutto voglio
dire che siete (siamo) proprio in una bella scuola. Mol-
ti ci invidiano, pensare che quando su google scrivi
anche solo “scientifico”, la prima cosa che viene fuori
è proprio il nostro liceo… Ma è poi così sensazionale
la nostra scuola? Scopriamolo subito. Cominciamo con
i docenti: preparatissimi, bravissimi, competentissimi,
sulla carta sembrano l’esempio del perfetto professo-
re. Prestate attenzione a questo “sulla carta”: sono
davvero così? Alcuni sì, altri meno. Ovviamente su
questo articolo non voglio fare nomi, a cominciare da
quello del sottoscritto. Vi è mai capitato di parlare (o
sentir parlare) delle malefatte degli altri studenti, o del
loro menefreghismo verso il docente di turno, manife-
stato con scherzi, battute, sghignazzi? Di chi è la col-
pa, degli studenti o dei professori? Anche se bisogna
ammettere che dal 1968 gli studenti hanno cominciato
a divenire i padroni della scuola, non è di minore im-
portanza il fatto che oggi molti insegnanti non sono
capaci di mantenere l’ordine in classe. Infatti un pro-
fessore può essere anche l’incarnazione vivente di tut-
to il sapere del mondo, ma se non è in grado di farsi
ascoltare, non riuscirà mai ad insegnare loro qualcosa,
se non ad approfittare del carattere degli altri. Il presi-
de allora dovrebbe investire su insegnanti non solo
competenti, ma anche adatti a svolgere il ruolo a cui
sono designati. Un’ altra qualità della nostra scuola è il
“mastercom”, che registra le nostre presenze attraver-
so il passaggio del badge. Le colonnine grigie che tro-
viamo all’ingresso dell’ istituto sono costate 3000 euro
l’una. Sono soldi ben spesi? Non tutti sono d’accordo,
e vediamo di capire perché. L’intento del Preside era
quello di trovare un metodo efficiente per informare i
genitori nel qual caso i figli avessero salato. Ma per
raggiungere il medesimo scopo si sarebbe anche potu-
to mandare i bidelli alle 9 in giro per le classi a chiede-
re gli assenti (cosa che già fanno), e segnarsi i nomina-
tivi degli alunni assenti, e il giorno dopo mandare sms
ai genitori per avvisarli (altra cosa che già si fa). Per
questo ritengo che quella delle colonnine del badge sia
stata una maniera piuttosto infruttuosa di impiegare i
soldi dei nostri genitori. Altra caratteristica è la pre-
senza dei computer di classe. Attraverso il computer
di classe, un insegnante può inserire i voti su master-
com, annotare presenze e assenze, uno strumento uti-
lissimo, dunque. Siamo sicuri? Ognuno di questi com-
puter costa circa 200 euro, un prezzo senza dubbio
bassissimo, se consideriamo che sono stati comprati
l’anno scorso, quando costava tutto il doppio. Se lo
consideriamo però moltiplicato per 43 classi il totale
ammonta a 8600 euro. Chi di voi ha più di due o tre
insegnanti che siano in grado di usarlo? Perciò anche
uno strumento utile come un computer diventa un
oggetto di cui si può fare a meno, dal momento che
pochi lo sanno sfruttare appieno. Lo stesso discorso
vale per le lavagne multimediali, che però costano
2000 euro l’una. L’ultimo “gingillo” tecnologico della
nostra scuola è la rete wireless, costituita da ben 9 ri-
petitori per la sede centrale, e non so quanti della suc-
cursale. Perché mai dovrebbe esserci una rete wireless
a scuola, a parte per scaricare da internet intere ver-
sioni di latino nei compiti in classe, o andare su fa-
cebook durante lezioni particolarmente noiose? E so-
prattutto: se nelle classi l’ unico computer che può
stare acceso è quello di classe, che senso ha mettere
una rete wireless piuttosto che una rete via cavo con
un ingresso per ogni classe? Infine l’ultima cosa che
voglio precisare è che il rappresentante d’istituto non
serve a niente, perché l’istituto è rappresentato dal
rettore o da un suo delegato. Questa organizzazione
di rappresentanti di classe, consiglio d’istituto, eccete-
ra è solo un’ organizzazione pseudopolitica il cui fine
è caricare gli studenti del lavoro del preside e dei pro-
fessori, e non mi meraviglio del fatto che nessuno si
sia candidato come rappresentante d’ istituto. Chiudo
con un’osservazione: sicuramente quel che ho scritto
va controcorrente, e mi creerà qualche problema, dato
che è un boccone amaro da mandare giù, sia da parte
degli studenti, sia da parte dei professori, ma credo
che sia stato necessario e forse renderà il nostro liceo
la scuola migliore d’ Italia. E non solo sulla carta.
Il nuovo giochino crittografico
Happy Tree Friends Cartone innocente o splatter senza pietà? di Marco Matteucci
punti di (s)vista
Happy Tree Friends è un cartone animato arrivato dall’
America negli ultimi anni e che seguono molti bambini
dai 5 anni in su in You Tube aggiudicandosi il titolo di
“fenomeno”. Senza considerare il fatto che bambini
cosi piccoli abbiano accesso a Internet, è inammissibile
che bambini cosi piccoli guardino un cartone cosi, co-
me fossero i Simpson. Non voglio fare il solito ipocrita
buonista che si unisce alle voci del
popolo come una pecora, quindi
ammetto che a me quel cartone pia-
ce, perché trovo divertente e genia-
le il modo con cui quei “pupetti”
tanto carini e adorabili trovano il
modo di uccidersi a vicenda tutte le
volte (non vi biasimo se pensate sia un pazzo scatena-
to). Ma la questione veramente importante è che i bam-
bini di 5 anni non possono pensarla cosi, perché sareb-
be seriamente dannoso per la loro educazione; qui
entrano in ballo i genitori: cosa fanno i genitori quan-
do questi bambini guardano questa roba? Tralasciando
l’educazione che spetta ai genitori, la serie è stata più
volte a rischio di chiusura e censura a causa delle mol-
teplici proteste e lamentele. Secondo alcune fonti, gli
autori Kenn Navarro e Rhode Mon-
tijo, si sarebbero ispirati per la se-
rie a “Grattachecca e Fichetto” (nei
Simpson), ma riescono a mantenere
quell’originalità che rende la serie
amata non solo dai bambini (NO
COMMENT), ma anche agli adole-
scenti. Ci sono moltissimi episodi e ancor più perso-
naggi e questo aiuta la continuità della serie;
ogni serie di episodi ha come protagonista un perso-
naggio che agisce in base a precise carat-
teristiche. I personaggi più amati e celebri
sono: -Flippy: il nostro amico è un orsetto
verde, reduce di guerra, che sembra ami-
chevole, ma quando sente qualche rumore
o vede qualcosa che gli ricorda la guerra o
gli dà particolarmente fastidio, sgrana gli
occhi, mette un ghigno crudele sulla bocca ed impugna
un coltellaccio alla RAMBO. Dopo questo elimina TUT-
TI i personaggi dell’episodio. -Scimmia buddista: una
simpatica scimmietta che deve affrontare “ninja catti-
vi” che se la prendono con le cose a cui lui tiene di più
(libri, piante, mobili….). Solitamente prima di uccidere
tutti, cerca di mantenere il controllo con la meditazio-
ne, ma alla fine cede. -Lumpy: un alce abbastanza stu-
pido a cui succedono innumerevoli disgrazie. Questo
simpatico alce ha gli occhi strabici e le corna storte. Di
solito cerca di rimediare ai suoi guai, ma poi fa qualco-
sa per cui peggiorando la situazione mette in pericolo
se stesso o gli altri. -Splendid: lui in-
vece è uno scoiattolo blu capace di
volare a cui piace salvare le persone.
Quello che gli succede fa pensare che
lui è effettivamente la parodia di Su-
perman, per esempio in 1 o 2 compa-
re la Kriptonut (Kriptonoce) corri-
spondente alla Kriptonite in Super-
man. Sfortunatamente nonostante tutti gli sforzi per
salvare le persone, fallisce sempre e commette dei di-
sastri enormi. Non lasciatevi impressionare dai bei fac-
cini! Se volete capire meglio cercateli su You Tube!
Alcool sempre più diffuso Nel mondo in cui viviamo noi ragazzi abbiamo tutto: cellulare, computer, videogiochi... qualsiasi sorta di divertimento. Eppure molti di noi non sono soddisfat-ti di ciò che hanno, perciò sempre più spesso i giovani per divertirsi, per farsi accettare dagli altri, per risol-vere problemi personali, per evadere dalla realtà o an-che semplicemente per passare una serata ricorrono all' alcool o ad altre sostanze che potrebbero sfociare in pericolose abitudini. L'età di quelli che iniziano a bere si abbassa sempre di più, infatti non è raro trova-re ragazzini che a poco più di dieci anni incominciano già a farlo.In tutti gli organismi, soprattutto in quello dei ragazzi, l' alcool ha conseguenze disastrose, ecco
gli effetti che provoca: 0,1 – 0,2 g/l : I riflessi sono leggermente disturbati e aumenta la ten-
denza ad agire in modo rischioso. 0,3 g/l : I movimen-ti e le manovre vengono eseguiti più bruscamente- 0,5 g/l : E' il limite legale per la guida dei veicoli. I mo-vimenti e gli ostacoli vengono percepiti in ritardo e si riduce la facoltà della visione laterale. 0,7 – 0,8 g/l: Aumenta la facilità di commettere errori anche gravi e i tempi di reazione sono molto lunghi, perciò i rilessi sono più lenti. 0,9 – 10 g/l: Diminuisce la capacità di valutare le distanze e gli ingombri. Si va in stato di ebrezza, manca l' attenzione, la capacità visiva è mini-ma e i riflessi sono lentissimi 3,5 g/l : c' è il rischio di coma etilico o addirittura la morte. Alla luce di tutti queste dannose conseguenze, ne vale veramente la pena? La prossima volta che vi capita di bere qualcosa pensateci!
di Alessia Venturini
La prima luce di Alma Radiotelescopi ad alta definizione di Edoardo Altamura
A.A.A. cerchiamo talenti e idee per la FESTA DI ISTITUTO
del 23 Dicembre 2011. Riunione in centrale Giovedì 17 ore 15:00.
scienza e tecnologia
Arrivano dalla piana di Chajnantor – a quota 5000m s.l.m. -, nel nord del Cile, le prime spettacolari imma-gini prodotte dall’Osservatorio Internazionale ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) gesti-to dall’ESO per conto dei Paesi europei. La prima ripre-sa HD mostra una coppia di galassie in collisione deno-minata “Le Antenne”. Attualmente, infatti, il sistema di antenne è composto da circa un terzo di quelle pre-viste nella configurazione completa (in programma per il 2013) della struttura, che sarà composta da 66 an-tenne paraboliche del diametro di 7 e 12 metri. Que-sti ricevitori saranno collegati tra loro come un unico, enorme radiotelescopio per poter osservare contempo-raneamente la stessa porzione di cielo nella banda di radiazione millimetrica e sub millimetrica, che hanno una lunghezza d’onda circa 1000 volte maggiore di quella della luce visibile. ALMA è provvista di un siste-ma di interferometri – strumenti collegati a due tele-scopi (che lavorano in parallelo) che ricevono in con-temporanea la luce raccolta da ognuno di questi e che, combinandone i moti oscillatori delle onde elettroma-gnetiche, ottengono una risoluzione dell’immagine fi-nale pari a quella che si avrebbe con un telescopio di diametro uguale alla distanza tra i due telescopi. Il progetto ALMA vede un’ampia partecipazione interna-zionale tra Europa, Nord America e Asia Orientale in cooperazione con la Repubblica del Cile dove l’Italia
gioca un ruolo di primo livello, sia in ambito scientifi-co che tecnologico. Ha infatti sede presso l’Istituto di Radioastronomia dell’INAF uno dei 7 ALMA Regional Center (ARCs) della rete europea. Il coinvolgimento industriale italiano nel progetto è altrettanto rilevante. Thales Alenia Space guida infatti il con-sorzio (composto da Francia, Italia e Germania) che ha il com-pito di realiz-zare la forni-tura di 25 ra-diotelescopi del diametro di 12 metri. Dopo la fase di collaudi operativi, di cui le riprese ap-pena ottenute sono la migliore conferma, ALMA si ap-presta a iniziare il primo vero periodo di attività scien-tifica, denominato “early science”. Nei prossimi nove mesi si svolgeranno osservazioni su 100 programmi di ricerca accettati. Molti, eppure solo un nono di quel-li proposti da gruppi di ricerca da tutto il mondo.
Cielo in diretta #2 La nebulosa Pacman: un videogioco nel cielo di Edoardo Altamura
Si trova a 9.200 anni luce da noi, in direzione della costellazione di Cassiopea: è una regione ricca di gas e polveri e il suo nome ufficiale è NGC 281, ma è più facile ricordarla come Nebulosa Pacman. Ha questo soprannome, poiché, a guardarne le immagi-ni, vi si riconosce la figura di Pac-Man, il protagoni-sta dell’omonimo e famosissimo gioco degli anni ‘80. Nelle immagini ottenute da telescopi sensibili alla radiazione visibile, la bocca di NGC 281 appare simile a quella di Pac-Man. Se però la si guarda con altri occhi, nello specifico quelli di WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer), telescopio orbitante della NASA, sensibile agli infrarossi, il suo aspetto cam-bia: spuntano dei “denti” là dove prima sembrava che non ci fossero. Si tratta in realtà di strutture gassose al cui interno, molto probabilmente, si stanno formando nuove stelle. Infatti nelle riprese
si notano anche punti luminosi di colore rossastro: stelle giovani, in fase di formazione e ancora avvolte da bozzoli di polvere. Le immagi-
ni recente-
mente ot-
tenute da
WISE, oltre
ad offrirci
una nuova
v i s i o n e
della nebu-
losa Pac-Man, evidenziano aspetti sempre più sor-
prendenti.
La soluzione del gio-
chino crittografico Nessuno studente è riuscito a risolvere il giochino crit-
tografico della scorsa volta. L’unica persona che ha in-
viato una soluzione, ovviamente corretta, è stata la
prof. Ascenzi. Il prossimo giochino è più semplice, lo
trovate da qualche parte nel giornalino.
La soluzione (per chiarimenti chiedere ad Alessandro
3G): 9567 + 1085 = 10652. Dato che la somma di due
interi non può essere maggiore di 19, M è per forza
uguale ad 1. A questo punto S + M ha riporto, ma es-
sendo M = 1, allora S = 9 o S = 8 (riporto dei precedenti)
O è per forza 0. Ma allora E+0=N, che non può essere,
quindi tra N+R c’è riporto ed E+1=N. Se E+1 facesse ri-
porto (E=9), N=0, ma O=0, quindi concludiamo che E+1
non fa riporto e S=9. Sappiamo che N+R fa riporto
quindi N+R-10=E ed E+1=N, ma risolvendo il sistema si
cade in assurdo, quindi D+E fa riporto. Il sistema diven-
ta N+R+1-10=E ed E+1=N quindi , risolvendo, R=8. Dato
che D+E fa riporto e Y non è né 0 né 1 allora D+E>11 e
le uniche possibilità rimaste portano a dire che almeno
uno dei due numeri è 7, l’altro
è 5 o 6. E=7 e E=6 porterebbero
ad assurdi per N, quindi
D=7 ed E=5. Essendo N=E+1
N=6. Infine Y=2. Non era
semplice ma neanche troppo
complicato.
Gli sciami meteoritici di questo mese di Edoardo Altamura DAL 14/11 al 30/11
LEONIDI: dal 14/11 al 21/11 con massima intensità nel giorno 17/11. Lo sciame presenta un grado di
attività irregolare ed una velocità di ingresso delle meteore nell’atmosfera di c.ca 71km/s.
α MONOCERONTIDI: dal 15/11 al 25/11 con massima intensità nel giorno 21/11. Lo sciame presenta
un grado di attività irregolare ed una velocità di ingresso delle meteore nell’atmosfera di c. 60km/s.
χ ORIONIDI: dal 25/11 al 31/12 con massima intensità nel giorno 2/12. Lo sciame presenta un grado di
attività medio ed una velocità di ingresso delle meteore nell’atmosfera di c.ca 28km/s.
MONOCEROTIDI: dal 27/11 al 17/12 con massima intensità nel giorno 9/12. Lo sciame presenta un
grado di attività medio ed una velocità di ingresso delle meteore nell’atmosfera di c.ca 43km/s.
Che cos’è lo spread?
Piccolo glossario dei termini della crisi di Alessandro Mariani
Ne abbiamo sentito tanto parlare in questi giorni, ma
cosa significa il termine “spread” e cosa significa
“default”? Ok, andiamo con calma. Se le entrate dello
Stato (le tasse) coprono tutte le uscite, va tutto bene,
ma ciò accade raramente. Per cui, quando le entrate
non bastano e lo stato ha bisogno di soldi, ricorre al
debito pubblico. Emette dei titoli di stato di vario gene-
re (BOT, BTP, etc) che possono essere acquistati da
aziende, banche, cittadini, da chiunque voglia. Chi
compra titoli viene chiamato creditore o investitore.
Ogni titolo ha una scadenza, al termine della quale lo
Stato deve ridare a chi ha acquistato il titolo non solo i
soldi che ha versato, ma anche degli interessi (perché
altrimenti nessuno li acquisterebbe). Tutti i soldi che lo
Stato deve ridare vanno a costituire il debito pubblico,
che per ora in Italia è circa 1.800.000.000.000€. Capite
che non è poco. Quando si ha un debito così ele-
vato, i creditori tendono a non fidarsi più, cioè
non credono che lo stato possa pagare tutti i debiti. A
questo punto, lo Stato, che vuole continuare a farsi
prestare soldi, aumenta l’interesse sui titoli, così che
più persone li acquistino. Ma come facciamo a misura-
re quanto è rischioso acquistare il titolo di uno stato
con elevato debito pubblico? Si mettono a confronto i
titoli di uno Stato a rischio con i titoli di uno stato si-
curo. Vediamo come con un esempio. L’interesse sui
titoli tedeschi, sostanzialmente sicuri, con scadenza di
un anno è di circa il 2%. Cioè se investo 100€ dopo un
anno ne riprendo 102. L’interesse sui titoli italiani con
la stessa scadenza, invece, che sicuri non si possono
definire, è pari al 7%. Lo spread si misura calcolando la
differenza tra il tasso d’interesse dei titoli italiani e
quelli tedeschi moltiplicato per 100, cioè (7-2) x 100 =
500, che è circa lo spread odierno. Per contro, 3 anni
fa, lo spread era pari a 37.Cosa accadrà a tal punto è
difficile da dire, ma non sarà di certo nulla di buono.
speciale: elezioni
Elezioni d’Istituto
Come funzionano le elezioni dei Rappresentanti
di Alessandro Mariani
In questo articolo ho intenzione di esporre come ven-
gono effettuate le elezioni dei Rappresentanti d’Istitu-
to. Può sembrare banale, ma in realtà pochi lo sanno
bene. Innanzitutto, cos’è il Consiglio d’Istituto? Alme-
no in teoria è il massimo organismo di una scuola. Per
istituti con più di 500 alunni, come il nostro, è com-
posto da 8 docenti, 4 ragazzi, 4 genitori, 2 ATA più il
Preside. Ha potere di deliberare sul bilancio, sull’ora-
rio settimanale e annuale e adotta il Regolamento d’I-
stituto. Chi vuole può presentare delle liste, entro un
termine stabilito dalla
scuola. Per gli studenti,
queste devono essere
composte da un minimo
di quattro ad un massimo
di otto persone. La vota-
zione. Si può votare un’u-
nica lista. È
po s s i b i l e
esprimere
1 o 2 prefe-
r e n z e
all’interno
della lista
votata, op-
pure nes-
suna. Se si
scrive qual-
cos’altro al
di là delle
c r o c e t t e
per i voti, la scheda è nulla. Se si vota più di una lista,
la scheda è nulla. Se si votano più di due persone, op-
pure due persone in liste diverse, la scheda è nulla. Lo
scrutinio. Perché le elezioni siano valide è necessario
che voti almeno la metà degli studenti. Le schede
bianche contano per il rag-
giungimento del quorum,
quelle nulle no. A questo
punto le schede vengono
scrutinate e si procede in
questo modo. Il voto valido
dato alla sola lista conta co-
me voto per la lista. Se inve-
ce, oltre al voto alla lista
vengono anche espresse una
o più preferenze, il voto va
sia alla lista che ai candidati
scelti. Il voto dato alla sola
lista NON conta come voto
per il capolista, né per alcu-
no dei candidati. Vediamo
perché. Si
deve innanzi-
tutto stabilire
quanti seggi vadano ad ogni lista. Per
fare ciò contano solamente i voti dati
alla lista. Si divide il numero di voti
prima per 1, poi per 2, per 3, infine
per 4. Si ottengono quindi una serie di
numeri. Si selezionano i quattro più
grandi. Ognuno di questi corrisponde
ad un seggio. La situazione di questo
anno è rappresentata in figura. I candi-
dati vengono quindi scelti all’interno
delle liste in base ai seggi per lista e
alle preferenze ottenute. In questa scuola vige una
regola, cioè di scegliere 2 rappresentanti tra gli stu-
denti della centrale e 2 tra quelli della succursale. Ec-
co tutto!
speciale: elezioni Intervista ai Rappresentanti d’Istituto Il giorno prima della nomina ufficiale abbiamo intervi-
stato i nuovi Rappresentanti degli studenti al Consiglio
d’Istituto: Roberto Bartolacci, Rebecca Marconi, Michele
Norscini e Jacopo Vico.
SicEst: Quali sono i punti del vostro programma ai
quali state già lavorando?
Roberto Bartolacci: Stiamo lavorando sui punti più im-
portanti, come lo speak corner e l’ora d’attualità. Vor-
remmo anche richiedere l’aula del seminterrato come
autogestita. Abbiamo anche attivato la Posta Proposta,
che è arrivata in ogni classe.
SicEst: Quando sarà attivato lo speak corner?
Jacopo Vico: Sarà attivato appena possibile, quando il
Preside ci autorizzerà a prendere l’aula.
SicEst: A Rebecca Marconi e Michele Norscini, già
rappresentanti lo scorso anno. Cosa vorreste ripro-
porre e cosa vorreste invece potenziare?
Michele Norscini: Vorremo potenziare il legame tra
studenti e Rappresentanti, tramite l’attivazione di Po-
sta Proposta.
Rebecca Marconi: Vorremmo anche incentivare i pro-
fessori a dare il loro appoggio per attuare i punti della
nostra lista.
SicEst: Avete un messaggio da dare agli studenti?
Rebecca Marconi: Partecipiamoci!
Jacopo Vico: Sì, quello di aiutarci a sfruttare tutto ciò
che possiamo fare. Noi possiamo proporre qualunque
cosa, ma se poi non è appoggiata dagli studenti non
serve a nulla.
SicEst: Qual è la prima proposta che presenterete al
Consiglio d’Istituto?
Roberto Bartolacci: La
settimana culturale.
Sentiremo anche il Co-
mitato Studentesco e
pensiamo di arrivare al
primo Consiglio con
una proposta in mano.
Rebecca Marconi: un
altro punto importante
è il salotto in lingua.
SicEst: Come pensate
di risolvere un even-
tuale ostruzionismo
del Preside?
Jacopo Vico: Credo che
se le proposte siano
accolte dagli studenti,
abbiamo comunque un
mezzo per fare pres-
sione.
Roberto Bartolacci: Statuto degli studenti, raccolta fir-
me…
Rebecca Marconi: Abbiamo fatto in modo di mettere in
lista tutti i punti già consolidati, che possono essere
realizzati facilmente.
SicEst: Avete qualche proposta per innovare la festa
del 23?
Roberto Bartolacci: discuteremo quest’oggi con i pro-
fessori riguardo alla festa.
SicEst: Qualcuno ha proposto di utilizzare il giornali-
no come mezzo di comunicazione degli studenti, tra-
mite una pagina apposita in ogni numero. Pensate di
accogliere la proposta?
Rebecca Marconi: Sì, mi sembra una buona idea.
(L’idea è stata accolta e la pagina la trovate da qualche
parte in questo numero)
SicEst: Cosa vi ha spinto a candidarvi come Rappre-
sentante?
Jacopo Vico: Mi sono trovato con delle persone che
condividevano i miei progetti per la scuola e ci siamo
quindi candidati tutti insieme.
Roberto Bartolacci: La voglia di partecipare. Vedendo
ciò che accade fuori dalla scuola, oggi più che mai ab-
biamo bisogno di essere protagonisti.
Rebecca Marconi: Essendo già stata rappresentante, ho
capito che ci sono ancora molte cose che a scuola non
vanno, quindi ho la voglia di alzare un po’ la voce e
soprattutto, mi sono trovata con persone che avevano
le mie stesse idee e con cui mi sono trovata a lavorare
bene.
Michele Norscini: Essendo stato anch’io Rappresentante
lo scorso anno volevo continuare ciò che avevamo ini-
ziato, perciò mi sono candidato.
SicEst: Qual è il punto della vostra lista sul quale vo-
lete puntare di più?
Speak corner e Posta Proposta. Attualità e partecipa-
zione sono le cose che più mancano nella scuola, quin-
di sono quelle su cui vogliamo puntare.
Grazie ai Rappresentanti!
cultura
di Cristina Angeloro
L’essenziale è invisibile agli occhi La storia di un piccolo principe e di una volpe di Alessandra Marani
Ventisette capitoli, poco più di cento pagine e una
manciata di disegni possono riassumere i principi di
un’esistenza intera? Personalmente, sento che senza
aver letto il Piccolo Principe, nessuno ci scommettereb-
be sopra. In effetti per divorarlo non è che ci voglia
molto, e la comparazione fra lo spessore di questo nei
confronti dei tomi filosofici (senza sminuire questi
ultimi), può essere considerata nulla o quasi imbaraz-
zante. Eppure Antoine de Saint-Exupery, una sera di
pochi giorni fa, è riuscito a colpirmi al cuore e ritrova-
re la capacità di emozionarmi davanti a un libro. Sicu-
ramente quest’opera è un classico, e di certo non sono
io a dover dire di leggerla, anche perché quasi tutti
hanno avuto la possibilità di assaporarla almeno una
volta. Ma, sfor-
tuna t a me nt e ,
troppo spesso
essa è sottova-
lutata e ci si li-
mita a sostener-
la alle elementa-
ri o alle medie, e
poi dimenticata
senza capirne il
vero significato.
Quindi consiglierei a tutti di rileggere, tra un impegno
e l’altro, questo racconto meraviglioso che mi ha fatto
riflettere e piangere riscoprendo pian piano i valori
che dovremmo inseguire durante la nostra vita. Fra le
parti che più mi hanno colpito vi è sicuramente il ca-
pitolo ventunesimo, nel quale il Piccolo Principe in-
contra una volpe e in-
traprende con lei un
discorso sull’addome-
sticare, il quale per la
bestiolina significa
“creare legami”. Parlan-
do l’animale fa capire
al protagonista la noia
della sua vita, e insiste
affinché lui lo addome-
stichi. Il principino è
inizialmente titubante,
ma, ammaliato dalle
commoventi parole della piccola creatura, si fa travol-
gere nel complicato rito dell’ “addomesticamento” ini-
zialmente svolto in silenzio, poiché a detta della volpe
le parole sono una fonte di malintesi. Conclusosi que-
sto delicato cerimoniale, l’esserino esorta il suo nuovo
amico ad andare a vedere le rose, per capire che la sua
è unica la mondo, e gli promette che al suo ritorno,
prima di dirsi addio, gli regalerà un segreto. Così, al
rientro, la bestiolina riferisce al compagno la sua con-
fidenza con una semplice ma profondissima frase:
“l’essenziale è invisibile agli occhi”. E così anch’io co-
me la volpe vi sollecito a non dimenticare questa veri-
tà, disgraziatamente trascurata da gran parte degli
uomini.
“Yuko Akita aveva due passioni. L'haiku. E la neve.”
Così comincia questo racconto. Yuko Akita è un giova-ne poeta giapponese. Scrive Haiku, un genere letterario giapponese dove le poesie sono composte di tre versi e diciasette sillabe. Nei suoi Haiku, scrive della neve. An-zi, più che scrivere di lei, la elogia; è tutto secondo lui. Ma non basta, c'è bisogno di qualcosa in più. Da questo punto parte la ricerca di Yuko, che non è semplicemen-te incentrata sulla poesia, ma si apre all'intero discorso sulla vita: la vita, la morte, l'amore. In 107 pagine sem-bra improbabile riuscire a raccogliere temi così intensi,
ma Fermine con delicatezza li tocca uno ad uno, facendo im-mergere totalmente il lettore in un'atmosfera fiabesca. La vicenda è surreale, legata da questo viaggio che ha come tappe alcuni dei punti cruciali che impensieriscono l’essere umano nella maggior parte della sua esistenza. Un libro elegante, anche grazie alla co-pertina, semplice e raffinata. Una lettura consigliata a tutti, anche a chi non ama partico-larmente leggere!
Un romanzo di Maxence Fermine, uscito nel 1999
Neve
EMA 2011 di Marco Ramazzotti
cultura
Lady Gaga batte tutti E’ Lady Gaga (alias Stefani Joanne Angelina Germanot-ta) appunto,la protagonista della 18° edizione degli MTV Eureopean Music Awards, l’evento che premia gli artisti e le canzoni più popolari in Europa, svolti all’O-dissey Arena di Belfast e condotti da Selena Gomez lo scorso 6 novembre. La nuova regina del pop si è ag-giudicata ben 4 premi (Best Video e Best Song entram-bi per Born This Way, Best Female e Biggest Fan) la-sciando gli altri candidati a mani vuote. Grande suc-cesso anche per Justin Bieber a cui sono andati i pre-mi di Best Male e Best Pop, Bruno Mars vincitore nelle categorie Best New Act e Best Push Act. Tutti gli altri premi sono andati a: Eminem (Best Hip Hop) che, tra-mite un video messaggio si è scusato per non essere presente alla cerimonia di premiazione; 30 Seconds to Mars (Best Alternative, Best World Stage Performan-ce ); Linkin’ Park (Best Rock); Katy Perry (Best Live Act) e Lena (Best European Act). Inoltre altri premi come Global Icon e Worldwide Act sono andati rispet-tivamente: ai Queen, che si sono esibiti senza lo stori-co cantante Freddy Mercury, sostituito da Adam Lam-bert, e ai BIGBANG una boy band sud-coreana nata nel 2006. Ad iniziare la serata sono stati i Coldplay con la
loro Every Teadrop is a Waterfall, singolo del loro nuo-vo album “Mylo Xyloto”. Sul palco dell’Odissey Arena inoltre si sono esibiti molti altri cantanti tra cui: gli LMFAO, Bruno Mars, Jessie J, la quale ha ricorda-to Amy Winehou-se trattenendo a fatica le lacrime, Lady Gaga, Red Hot Chili Peppers, e molti altri. In p iù , propr io quando la famosa attrice Hayden Panettiere stava per decretare il vincitore della catego-ria Best Song, un ragazzo è piombato sul palco com-pletamente nudo facendo rimanere tutti a bocca aper-ta. La serata si è conclusa con i Queen & Adam Lam-bert che si sono esibiti in: The Show Must Go on, We Will Rock You e We are the Champions. Un finale di serata che ha riscosso un grandissimo successo da parte di tutti coloro che hanno assistito all’evento.
Evanescence: il ritorno Il nuovo album dopo cinque anni di Martina D’Ottavio
Doveva uscire nel 2010, poi posticipato a ottobre
2011; ora, per la gioia dei fans, ecco finalmente
“Evanescence”, il nuovo disco del gruppo alternati-
ve/gothic metal capitanato da Amy
Lee, ufficialmente disponibile a par-
tire dall’11 ottobre! Realizzato 5
anni dopo “The OpenDoor”,
”Evanescence” è il terzo album in
studio della band statunitense. Anti-
cipato dal singolo “What You
Want” uscito a settembre, doveva
dapprima presentare sonorità dal
sapore celtico, poi suoni più simili
all’elettronica. Le sedute di registra-
zione erano tuttavia state subito sospese:-Se doveva
essere il nostro grande ritorno, non era quello il ma-
teriale giusto.- racconta la Lee -Abbiamo atteso il mo-
mento adatto e ora posso dire che questo è in asso-
luto il disco che preferisco e che mi rende più orgo-
gliosa.
La band, quindi, ricomincia a registrare daccapo, por-
tando a termine un mix di tutto ciò che i loro fans
amano di più: metal distorto inter-
vallato dalla calma del pianoforte,
un pizzico d’elettronica, ma so-
prattutto l’incredibile voce di
Amy, che come sempre fa da pa-
drona.
Per la prima volta l’intera band ha
partecipato alla realizzazione del
disco: da qui l’idea di intitolarlo
con il nome stesso della band,
quasi come a farlo diventare una
carta d’identità.
Il tour è già partito dagli Stati Uniti, per poi prosegui-
re in Europa a Novembre. Una data in Italia? Chissà.
Gli amanti del gruppo la richiedono a gran vo-
ce,perciò speriamo che vengano presto accontentati!!
di Cristina Angeloro
Una delle band di punta del movimento musicale angloamericano This is “The BLACKOUT!”
Giovani, una band quasi appena nata. Formatasi nel 2003 nel Sud-Galles in soli 3 anni i The Blackout pub-blicano il loro primo (mini)album “The Blackout! The Blackout! The Blackout!”. L'anno successivo pubblica-no il vero album di debutto, “We Are the Dynamite!”, il quale sarà l'album della Fierce Panda Records venduto più velocemente. Band veramente promettente che già dopo la sola pubblicazione di un album viene inserita in tour segnati dalla presenza di grandi gruppi, per citarvi qualche esempio : Avenged Sevenfold, Rise Against, Paramore, The Used o i 30 Seconds to Mars. Passati 2 anni a suonare i vari tour, arriva nel 2009 il debutto del loro secondo album: “The Best in Town”. Ma non c'è due senza tre e quest'anno si ripresentano con “Hope”. In pochi anni tante cose, così di solito si rischia di bruciare in una sola fiammata. I The Blac-kout hanno fatto tanto e da loro si è sempre aspettato
altrettanto, soprat-tutto nell'ultimo album. A questo punto non possono mancare le critiche, che giustamente vanno prese in con-siderazione: infatti è stato definito un gruppo prodotto da un mix di band di-
verse, ma non caratterizzati da novità. D'accordissimo con la prima affermazione, ma d'altronde sono pochi i gruppi che non partono da influenze iniziali che poi divengono parte del proprio stile. A pensarci bene sono questi mix che, a mio avviso, rendono i gruppi
unici per quello che sono. E nuovi, per l'appunto, pur avendo radici piantate in terreni già esistenti. Potran-no pur assomigliare a molti altri gruppi, ma hanno un'energia tipicamente loro: sono un mix tra Linkin Park, parlando di voce (Sean Smith/Gavin Butler) con delle evidenti influenze hip-hop\hardcore che potrebbe-ro riportare alla mente i Limp Bizkit; tra l'altro questa è una coppia vin-cente, con Smith preva-lentemente allo scream e Butler che alleggerisce il tut-to con il suo melodico. Per quanto riguarda lo stru-mentale è tutto un caleidoscopio di sonorità diverse. I fratelli Matthew e James Davies (chitarre) variano le loro composizioni con ritmi davvero incalzanti, seb-bene non si trovino solos, in perfetta sintonia con Rhys Lewis (basso) e Gareth Lawrence (batteria). I The Blackout sono questo : pura energia, “dinamite”, ed è chiaro che non sono nulla di raffinato; a loro non inte-ressano le critiche, né gli elogi, fanno semplicemente ciò che gli appartiene. Per un primo ascolto i pezzi consigliabili potrebbero essere “The Devil Inside”, “Children Of The Night”, “Save Our Selves [The Warn-ing]”, “Said And Done” e “Higher And Higher”.Vi augu-ro un buon ascolto e spero vi possano affascinare al-meno la metà di quanto piacciano a me.
cultura
Here and now Il nuovo strepitoso album dei Nickelback
di Matteo Guardati
I Nickelback, lo storico gruppo rock canadese, torna-no in grande stile con l’attesissimo e nuovo album Here and Now. L’uscita è prevista per il 21 novembre prossimo. Chad Kroeger, il leader del gruppo, e gli altri componenti della band hanno parlato di Here and Now come un lavoro schizofrenico, in cui i toni aggressivi del metal si uniscono a canzoni d’amore con melodie e ritornelli pop. Riguardo al titolo del nuovo disco i Nickelback hanno affermato questo: “Lasciamo sempre per ultima la parte in cui dobbiamo trovare il titolo a un disco, stavamo diventando matti e non sapevamo dove andare a parare, quando Daniel (il batterista, ndr) se ne è uscito con “Here And Now”. Inizialmente abbiamo riso tutti insieme ma poco a po-co le risate sono sparite per lasciare spazio alla consa-
pevolezza di aver trovato un ottimo titolo per il nuovo album!” Per la prima volta nel-la storia della band, i Nickel-back si sono calati anche nel ruolo di produttori. Il disco è stato registrato ai Mountain View Studios di Vancouver per la casa discografica Roadrun-ner Records. Quest’ultima ha deciso di andare in radio con 2 singoli apripista: “When We Stand Together” per le radio pop e “Bottoms Up” per le radio rock.
La Band partirà per un tour mondiale all’inizio del 2012.
cultura
Akame Un monaco e un tiranno di Marco Matteucci
Un signorotto feudale di nome Nobuhira, governa sui
suoi villaggi con ingiustizia e crudeltà: uccide inno-
centi contadini, strappa le ragazze dai villaggi solo
per il gusto di “usarle” e ucciderle e pretende una
tassa in grado elevatissima a causa della quale
muoiono molte persone. I contadini
tentano molteplici congiure per assas-
sinare il signore, ma vengono sempre
scoperti ed eliminati. Uno di questi
contadini un giorno fugge perche gli
furono sottratte la moglie e la figlia
dopo essere stato pestato, e si rifugia
in fin di vita da un monaco. Il monaco
lo avrebbe addestrato a combattere e
seguire i principi morali del Samurai,
ma una notte, avendo deciso che sa-
rebbe stato inutile a causa dei suoi
lenti progressi, se ne sbarazza e lo
abbandona. Nella stessa notte, dei
cani randagi cercano di sbranarlo, ma
viene salvato da un contadino che lo ospita per gior-
ni. Al suo ritorno al villaggio, nessuno lo riconosce e
si fa passare per un monaco, predicando che gli
eventi sarebbero stati causa di una maledizione dei
venerabili Akame, ovvero i conigli locali dagli occhi
rossi (Akame in giapponese vuol dire occhi rossi
Aka= rosso, Me=occhi). Per far si che le loro sorti
migliorassero i contadini avrebbero dovuto rispetta-
re gli Akame e non cacciarli, perche sacri. I contadini
sono veramente dediti a questo mo-
naco e imparano a rispettare e vene-
rare gli Akame proprio come Dei. Ma
questo come può aiutare i contadini
a sfuggire alle ingiustizie di Nobuhira
e ucciderlo??
In questo geniale manga autoconclu-
sivo Sanpei Shirato unisce un picco-
lo pezzo di storia del Giappone feu-
dale, la religione e una trama verosi-
mile che non annoia di certo, il tutto
per dare spunti di pensiero agli uo-
mini: “Non commettete ingiustizie”
e “Non affrontare le cose di petto,
ma pensa alle conseguenze e alle
varie opportunità”. Nonostante il manga assuma il
tono di una favola non c’è una morale precisa e se-
ria, ma se si vuole carpire ogni insegnamento “Non
uccidete i conigli”.
sport
La giornata dell’accoglienza
Il 14 Ottobre si è tenuta allo stadio Helvia Recina la
giornata dell’accoglienza, proposta a tutte le classi
prime e seconde del Liceo.
Questa giornata si inserisce nel progetto accoglien-
za, volto ad accogliere, appunto, principalmente le
classi prime.
Tutto il biennio si è recato allo stadio, mentre del
triennio vi si sono recati solo coloro che hanno
svolto il ruolo di giudici nelle varie gare.
La partecipazione era opzionale, e del biennio ha
aderito circa il 50% degli studenti.
Hanno avuto luogo gare di atletica leggera, sulla
corsa veloce, lancio del peso e resistenza.
Il fine della giornata era appunto quello di accoglie-
re gli studenti, e sebbene le gare fossero strutturate
come una sorta di torneo, nessuno dei vincitori nel-
le singole specialità è stato premiato.
A.A.A. cerchiamo talenti e idee per la FESTA DI ISTITUTO
del 23 Dicembre 2011. Riunione in centrale Giovedì 17 ore 15:00.
di Martina Ortolani
“Diobò ragazzi che casino avete fatto!!!”.
… tra i riccioli… sport
“Diobò ragazzi che casino avete fatto!!!!!”chissà se Marco ha commentato così il “minuto di casino” in suo onore avve-nuto il 6 novembre alle 10:10 sul circuito Ricardo Tormo di Valencia, ultima tappa del Mondiale di MotoGp. Il “minuto di casino” si è aperto con un corteo capeggiato da Kevin Schwantz, uno dei miti di Marco. Alla parata hanno parte-cipato tutti gli 85 (58 se lo rovesciamo) piloti del Moto-mondiale e proprio tutti portavano il numero 58 chi sul casco, chi sulla moto e chi sulla tuta, al posto del cuore,
come Dovizioso, “nemico” di Super Sic il quale però ha detto di sentire un vuoto ora che il rivale non c’è più. Tra i piloti non po-teva non spiccare Valentino che addi-rittura portava una bandiera in onore
del suo “fratello minore”. Una carriera vissuta velocemente fin da piccolo e terminata alquanto rapidamente all’età di ventiquattro anni, per un incidente che quel 23 ottobre ha lasciato tutti, amanti delle moto e non, a bocca asciutta. Sarà impossibile dimenticare l’immagine del tuo corpo im-mobile sull’asfalto caro Marco. Appresa la notizia le lacri-me sono scese sui visi di tanta gente, anche su quello di Valentino e subito in tanti hanno pensato ad un suo abban-dono, ma lui ha deciso di NON MOLLARE e forse è questo uno dei più grandi insegnamenti che ci hai lasciato. Da te caro Sic ho imparato che inseguire i propri sogni è la cosa più importante. Che bisogna lottare per raggiungere il pro-prio obiettivo, sempre, anche se ti trovi in difficoltà. NON MOLLARE... fosse l’ultima cosa che fai. Nonostante abbia seguito solo alcune delle tue gare, ti posso garantire che oggi, vedendo la prima gara senza di te, mi sei mancato. Costa, medico di gara, durante il tributo ha detto: “ Marco insegnerà ai giovani che i sogni e le emozioni esiste-ranno per sempre”. CIAO SUPER SIC!!!!!!!<3
Intervista alla Lube di Francesco Corradini
Per questa edizione del giornalino, abbiamo deciso di intervistare alcuni protagonisti dello sport della no-stra città. Iniziamo con una intervista ai Campioni della Lube. Abbiamo chiesto loro come è nata la pas-sione per il volley e come vedevano la sfida con il Modena del giorno dopo. MARKO PODRASCANIN: La mia passione per la pallavolo è nata quando ave-vo circa 13 anni, quando la Nazionale Serba vinse la medaglia d’oro ai Campionati Mondiali del 2000.
Decisi allora che per me sarebbe stato un sogno di-ventare un campione , come anche giocare in qual-che squadra importante. Il Modena è una squadra forte, ha perso due partite come noi e pertanto ha voglia di vincere, ma anche noi non saremo da me-no! IGOR OMRCEN L' approccio col volley è nato per
caso. All'inizio andavo in piscina a fare nuoto con dei miei compagni di scuola. a 15 anni poi ho deciso di fare dapprima pallanuoto e poi il gioco della mia vita, la pallavolo... JEAN FRANCOIS EXIGA. Il mio primo sport era il basket. Poi nel 2000 mi sono dedi-cato al volley. È iniziata cosi una grande avventura, che mi ha portato a giocare con la Lube. SIMONE PARODI La passione per il volley mi è stata trasmessa all'età di 6/7 anni da mio padre, allenatore di questo sport. Da quel momento la pal-lavolo è diventata parte importante della mia vita. La partita col Modena sarà una bella partita. Tutti daremo il meglio di noi stessi. Tutte e due le squa-dre hanno voglia di giocare e vincere.... vinca il mi-gliore!! DRAGAN STANKOVIC. La voglia di giocare a volley mi è venuta verso i 13/14 anni quando la na-zionale Serba vinse i mondiali. Decisi allora che per me sarebbe stato un grande obbiettivo riuscire ad eguagliare quel risultato. Il Modena è una squadra molto forte che ha fatto ottimi acquisti di giocatori. Pertanto ha titolari molti forti e dopo la sconfitta che ha subito nell’ultima partita ha voglia di vincere. D'altra parte pure noi non ci arrenderemo. ALLENATORE ALBERTO GIULIANI Mi sono avvici-nato al volley per caso. Inizialmente mi servivano i soldi per comprare una moto e per guadagnarli ho iniziato a giocare fino a diventare allenatore .I ragaz-zi si sono allenati molto bene. E questo è positivo. Tutti, compresi i nuovi arrivati , sono molto ambi-ziosi, hanno molta voglia di fare bene e di vincere.
SIC EST as you like it - Giornale del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” Macerata (MC), anno VI, n° 2, Novembre 2011
Tiratura: 130 copie
Alessandro Mariani - caporedattore
(sede centrale)
Federica Spalletti - vicecaporedattrice
(sede distaccata)
Alessandra Marani - redattrice
Alessia Venturini - redattrice
Cristina Angeloro - redattrice
Daniel Rusu - redattore/ resp. sito
Edoardo Altamura - redattore
Edoardo Sciarra - redattore
Francesco Andreucci - redattore
Francesco Corradini - redattore
Jacopo Vico - redattore
Responsabile progetto
"Giornale Scuola SIC-EST":
prof. Stefano Della Ceca
Marco Matteucci - redattore
Marco Ramazzotti - redattore
Martina D’Ottavio - redattrice
Martina Ortolani - redattrice
Martina Romano - redattrice
Matteo Guardati - redattore
Roberto Bartolacci - redattore
Saverio Mengoni - redattore
Mattia Morelli - collaboratore
Riccardo Frolloni - collaboratore
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