anno XV 8 marzo 2017 N. 223
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IL PERICOLO IMMINENTE
È LA PERDITA DELLE RADICI CULTURALI Arttenzione, la nostra cultura è minacciata!
È un grido d'allarme che si fa sempre più
pressante e che alcune associazioni stanno
cercando di diffondere partendo dalla difesa
della lingua. Invadenza dei nuovi linguaggi;
impoverimento che deriva dalle neo lingue
soprattutto televisive e burocratiche;
corruzione del linguaggio istituzionale,
pieno di errori, favorito anche dai messaggi
pubblicitari.
Se un Paese dovesse perdere la sua lingua, la
sua storia, la sua arte, è come se perdesse le
sue radici culturali e con esse anche la
capacità di creare. Fermiamoci un istante a
pensare quello che l’Italia ha potuto e saputo
produrre ieri, dopo l’ultima guerra,
nonostante la distruzione subita e la povertà
del momento: grandi capolavori nel cinema,
con Fellini, Rossellini, Sergio Leone,
Comencini e nella letteratura con Buzzati,
Moravia, ecc. Da sola l’Italia ha diffuso la
cultura nel mondo. E oggi? Oggi, invece,
abbiamo incominciato a disprezzare quello
che i nostri grandi personaggi hanno saputo
costruire: la nostra storia, la nostra lingua, la
nostra cultura. Non abbiamo saputo utilizzarli
come modelli da imitare. Abbiamo peccato di
presunzione dando più importanza
all’apparenza, all’immagine e credendo di
poter ridurre tutto all’improvvisazione.
Abbiamo pensato che la lingua non sia più un
elemento importante e che la storia sia
completamente inutile.
Oggi, vanno di moda i ‘talk show’, i
cosiddetti ‘reality’, alcuni programmi
televisivi, comprati dall’estero, basati
sull’annientamento della personalità senza
esclusione di colpi. Non abbiamo più tempo e
siamo troppo distratti da una vita di
consumismo per leggere e capire un qualsiasi
libro di filosofia, di psicologia, di saggistica.
Per questo non sappiamo più progettare,
costruire, produrre buoni programmi
televisivi e film da imporre sul mercato
mondiale. Ci facciamo superare da società e
culture inferiori storicamente a noi.
Occorre innanzitutto resistere e battersi contro
l'inquinamento della lingua, la quale non è
minacciata da chi parla o scrive, ma da chi si
augura la sua rapida estinzione per poter
approdare ad un mondo globalizzato, dove la
comunicazione corrente sia affidata all’inglese.
Così facendo, possiamo dire addio alle nostre
radici culturali.
LA GIORNATA DELLE VITTIME DELLE MAFIE
SI TERRÀ OGNI 21 MARZO
A partire da quello di questo mese, il 21 marzo sarà la giornata nazionale della memoria e dell'impegno in
ricordo delle vittime delle mafie. La celebrazione, istituita per legge con l'ok definitivo della Camera
arrivato il 1 marzo, in tempo per l'edizione 2017, prevede di conservare, rinnovare e costruire una
memoria storica, condivisa in difesa delle istituzioni democratiche, delle vittime innocenti delle mafie.
Potranno essere organizzate manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di ricordo
dei fatti e di riflessione, anche nelle scuole di ogni ordine e grado. Nonché iniziative finalizzate alla
costruzione, nell'opinione pubblica e nelle giovani generazioni, di una memoria degli avvenimenti che
hanno caratterizzato la storia recente e i successi dello Stato nelle politiche di contrasto e di repressione
di tutte le mafie.
“Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.”
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, III Canto)
8 marzo 2017 p. 2
IN ITALIA 55 FURTI
D’ARTE AL GIORNO,
LA PIÙ COLPITA
AL MONDO
L’opera d’arte acquistata in una galleria d’arte ma disconosciuta dall’artista
a cui era attribuita, la mancata restituzione di opere agli artisti che le
avevano create dopo la chiusura di una galleria e l’uso non autorizzato di
fotografie riproducenti opere d’arte, sono controversie sorte nel settore
dell’arte e risolte attraverso una procedura di mediazione gestita dalla
Camera Arbitrale, azienda speciale della Camera di commercio di Milano.
Sono circa 20 mila i furti d’arte registrati all’anno in Italia, circa 55 al
giorno, facendone il Paese più colpito al mondo (l’Italia possiede oltre la
metà dei tesori artistici mondiali).
Oltre un furto su due avviene in case private ma uno su dieci riguarda
gallerie d’arte. Dipinti, sculture e statue gli oggetti più colpiti, pesano quasi
il 60% del totale dei beni culturali illecitamente sottratti in Italia, oltre 13
mila su circa 22.400 registrati. Emerge da un’elaborazione Camera di
commercio su dati Interpol, ARCA e Arma dei Carabinieri.
Un progetto ADR Arte della Camera arbitrale di Milano, azienda speciale
della Camera di commercio. Il servizio, attivo da alcuni mesi e il primo del
genere in Italia, è dedicato alle controversie in materia di arte sia di natura
contrattuale (la vendita di un'opera d'arte) che extra-contrattuale (la
restituzione di un bene culturale esportato illecitamente). Destinatari
possono essere artisti, collezionisti d’arte e gallerie, soggetti privati, case
d'asta, ma anche musei e Stati. Sono oltre 600 le attività che in Lombardia
si dedicano al commercio di oggetti d’arte. Crescono dell’1,8% in un anno
raggiungendo punte del 30% a Monza e 23% a Como. Milano è prima con
378 localizzazioni (il 62% lombardo e 14% nazionale) seguita da Brescia
(70) e Bergamo (45). Quasi un’impresa su tre nel settore è femminile con
punte del 73% a Mantova e del 50% a Lodi e Sondrio. Milano è anche
prima in Italia per commercio di oggetti d’arte, seguita da Roma (204, 8%),
Napoli, Torino, Venezia e Bologna (4%).
“Chi vuol esser lieto sia, del doman
non v’è certezza” (Lorenzo de’ Medici)
DIETA VEGANA
PER UN ITALIANO
SU DIECI
Quasi un italiano su dieci per una percentuale del 7,6% ha seguito una
dieta vegetariana o vegana con una tendenza in aumento dovuta ai
vegani che sono praticamente triplicati nell’ultimo anno per un totale di
1,8 milioni di persone. È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati
Eurispes relativi al 2017 nel commentare il nuovo paniere dell’Istat.
I cambiamenti nei comportamenti di spesa degli italiani sono
intervenuti anche per effetto di allarmismi infondati, provocazioni e
campagne diffamatorie che colpiscono un alimento come la carne
determinante per la salute che fa parte a pieno titolo della dieta
mediterranea, alla quale apporta l’indispensabile contributo proteico.
Anche la birra artigianale nel ‘paniere’ Accanto ai prodotti vegetariani entra nel paniere anche la birra
artigianale per la quale si assiste in Italia - precisa la Coldiretti - al
boom dei microbirrifici che dieci anni fa erano poco più di una trentina
ed ora sono circa un migliaio per una produzione stimata in 45 milioni
di litri. La nuova produzione artigianale ‘Made in Italy’ è molto
diversificata con numerosi esempi di innovazione, dalla birra
aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo
paglierino ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo
Igp o al riso. Una offerta che sta conquistando un numero crescente di
consumatori in Italia e all’estero dove in dieci anni l’export di birra
italiana è praticamente triplicato.
20.690 EURO IL
REDDITO MEDIO
DEGLI ITALIANI
Nel 2015 il reddito complessivo degli italiani ammonta a circa 833
miliardi di euro per un valore medio di 20.690 euro (+1,9% rispetto al
2014). A renderlo noto il ministero dell'Economia e delle Finanze,
pubblicando l’analisi dei dati Irpef relativi all’anno d’imposta 2015.
L'analisi territoriale mostra che la regione con reddito medio
complessivo più elevato è la Lombardia (24.520 euro), seguita dalla
provincia di Bolzano (22.860 euro), mentre la Calabria ha il reddito
medio più basso (14.780 euro). Rimane pertanto notevole la distanza tra
il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni
meridionali. Rispetto al valore medio del reddito complessivo (pari a
20.690 euro), il reddito medio da pensione (pari a 16.870 euro) è
inferiore del 18,5% mentre quello da lavoro dipendente (pari a 20.660
euro) è in linea.
fisco
NEL 2021 PIÙ
TELEFONINI CHE
CONTI IN BANCA
Entro il 2021 gli abitanti della terra che
possiederanno un telefono cellulare saranno 5,5
miliardi, più delle persone che avranno un conto in
banca (5,4 miliardi), acqua corrente (5,3 miliardi) o
linee telefoniche fisse (2,9 miliardi)
In Italia l’88% della popolazione continuerà ad utilizzare dispositivi
portatili: un dispositivo in più a testa - In Italia, avremo in media 3
dispositivi mobile connessi a testa entro il 2021, rispetto a 1.6 del 2016. Gli
utenti mobile in Italia sono stati 52.7 milioni (88% della popolazione
Italiana) nel 2016, risetto ai 52.6 del 2015 e cresceranno a 53.1 milioni nel
2021 (89% della popolazione). La previsione risulta dall’undicesima
edizione dello studio Cisco Global Mobile Visual Networking Index
(VNI), che copre il quinquennio 2016 – 2021.
Lo stesso studio, prevede che tra cinque anni il volume di traffico sulla rete
mobile globale sarà sette volte più intenso di oggi. Un grande traffico, ma
niente ingorghi grazie all' evoluzione tecnologica. Ci si connetterà in un
modo tre volte più veloce di oggi, passando da una velocità media di 6,8
Mbps a una di 20,4 Mbps. Il 58% delle connessioni avverrà su rete mobile
4G: una tecnologia che avrà una crescita davvero importante, considerando
che nel 2016 le connessioni in 4G erano il 26% del totale.
Per il 2021, Cisco inizia a considerare anche l'arrivo delle reti 5G. Come
altri esperti del settore, l'azienda si aspetta di vedere realizzate le prime reti
5G su larga scala intorno al 2020.
Italiani in dieta
dispositivi portatili
arte
“LITIGARE” COSTA
DUE MILIONI
AL GIORNO
Ammonta a 5 miliardi di euro il “castelletto” delle spese legali per liti e
per oneri da contenzioso sostenute da Stato, Regioni, Province e
Comuni dal 2010 ad oggi. Ben 410 mila euro l’esborso medio per ente
locale in Italia. Dal 2010 al 15 febbraio 2017, Stato e amministrazioni
locali hanno sostenuto pagamenti dovuti a contenziosi e a spese per liti
pari a 5 miliardi di euro. Sud più “litigioso” del Nord con pagamenti
superiori di un quintuplo: in Sicilia, Puglia e Campania gli esborsi
maggiori. Sul versante opposto, a spendere di meno, gli enti locali in
Piemonte, Trentino Alto Adige e Lombardia. È quanto emerge dalla
Nota scientifica dell’Istituto Demoskopika “Liti e contenziosi. La
mappa degli esborsi della Pubblica Amministrazione italiana”. Stato e
amministrazioni locali hanno emesso mandati di pagamento per cause
perse e patrocinio legale per 4.906 milioni di euro, poco meno di 2
milioni di euro al giorno.
pubblica
amministrazione
8 marzo 2017 p. 3
”Le radici della cultura sono amare,
ma i frutti sono dolci” (Aristotele)
CLARICE BENINI
LA VITA IN BIANCO E NERO DELLA REGINA DEGLI SCACCHI
Donne d’Italia
È una storia in bianco e nero quella della più
grande scacchista italiana, Clarice Benini. Una
storia in bianco e nero, come i pezzi a
fronteggiarsi nel “nobil gioco”, dove il bianco
rappresenta senz’altro la genialità, l’intelligenza
agonistica di questa figlia di Firenze, qui nacque
l’8 gennaio 1905. Questi pezzi avrebbero potuto
portarla a ottenere risultati ancora più esaltanti di
quelli immortalati dal suo nutrito albo d’oro se il
“nero”, che macchiò tanta parte della sua
esistenza, non avesse preteso da lei un prezzo
tragicamente alto. Prezzo che la Benini cominciò
a pagare molto presto, all’età di quindici anni,
quando rimase orfana di padre, vittima di un
attacco cardiaco che lo stroncò durante un torneo
di scacchi a Viareggio.
La scomparsa dell’amato papà Giuseppe
probabilmente fu il primo “inciampo” nella
carriera di Clarice, che approdò all’agonismo
piuttosto tardi, ormai sulla soglia dei trent’anni,
quasi che una sorta di “rifiuto” l’avesse tenuta a
lungo lontana dalla disciplina della quale
comunque il genitore le aveva trasmesso la
passione. Clarice “combatteva” le sue partite
affidandosi più all’istinto che al calcolo e il
mondo fece conoscenza con la sua bravura nel
La Benini raggiunse ancora altri lusinghieri
risultati nei tornei internazionali femminili di
Abbazia (1953-54) dove si piazzò seconda con
13,5 punti su 17, di Gardone (1956) che la vide
imbattuta al primo posto e di Amsterdam
(1957) ancora prima ed imbattuta.
Nella sua carriera Clarice partecipò
dignitosamente, oltre a quelli femminili già
citati, anche ai Campionati italiani assoluti. La
Benini continuò a giocare presso il Circolo
Scacchistico Fiorentino per qualche anno
ancora, poi abbandonò l'attività agonistica per
una malattia agli occhi, a metà degli anni
Sessanta. Ormai anziana, Clarice si trasferì in
campagna abbandonando la sua casa in via San
Gallo. Possedeva infatti una piccola abitazione
a Borgo Nuovo, alle porte di Poggio a Vico
(Rufina), abitazione che fino ad allora le era
stata custodita senza pigione da un contadino.
Sarà quest’ultimo a farle pagare l’estremo
pegno al “nero” della sua esistenza.
È il 6 settembre 1976: colto da un raptus di
follia per la “perdita dell’abitazione”, il colono
massacrerà a coltellate prima la moglie e i figli
e quindi rivolgerà l’arma contro colei che resta
tuttora la vera regina degli scacchi italiani.
La filosofia, per quando sostantivo femminile, è sempre stata patria dei
maschi, specie in Italia. Eppure c’è una cattedra a Milano di Filosofia della
Persona, prima ed unica con questa denominazione, che è tenuta dalla
Professoressa Roberta De Monticelli, presso l’Università Vita-Salute del
San Raffaele. La sede a Milano è in via Olgettina (via nota per questioni
tutt’altro che filosofiche), il Rettore è don Luigi Maria Verzé, fondatore e
presidente dell'Ospedale San Raffaele.
Ha studiato alla Normale di Pisa, ha studiato a Bonn, Zurigo e Oxford, è
stata professore ordinario di Filosofia moderna e contemporanea
all'Università di Ginevra. Ma poi, dopo tanto studio itinerante, è tornata in
Italia, per diffondere la filosofia della persona. E cos’è la filosofia della
persona? Un insegnamento di concezione nuova anche nel nome, che pone
al centro il singolo, la sua realtà e le modalità di conoscenza che esso attua.
L’ambizione della filosofa, autrice di numerosi saggi di successo (oltre che
poetessa), è quella di costruire un linguaggio chiaro e rigoroso per
affrontare le questioni che si pongono ad ogni esistenza personale. Un
rigore umano che risuona appassionatamente nel suo ultimo libro, “La
questione morale”, edito da Raffaello Cortina Editore, in cui centra le
cause dell’attuale degrado morale e ne segnala una possibile via d’uscita.
Si legge ad un certo punto: “Nel pensiero filosofico europeo del Novecento
è prevalso, prima e dopo le guerre, quello che possiamo chiamare un
fondamentale scetticismo etico, e cioè la convinzione che non esista verità
ROBERTA DE MONTICELLI E LA FILOSOFIA DELLA PERSONA
1937, quando l’Associazione scacchistica
italiana accreditò la ormai trentaduenne Clarice
al mondiale femminile di Stoccolma.
L’Italia, a quel tempo, subiva l’asfissiante giogo
fascista, ed è facilmente immaginabile l’effetto
che sortì il trionfo della Benini, che fece incetta
di medaglie. Dopo questa grande prestazione, la
Federazione scacchistica italiana “scoprì” lo
scacchismo femminile e negli anni 1938 e 1939
organizzò il Campionato italiano che la Benini
vinse in entrambe le occasioni. Ma ancora una
volta Clarice dovette sottostare alla legge del
bianco e del nero, e al candido rifulgere del suo
estro andarono opponendosi i plumbei eventi
della storia.
La follia distruttrice che per la seconda volta in
uno stesso secolo travolse il pianeta la vide
riemergere, non più giovane e fuori esercizio, il
volto sbiadito e soprattutto senza riserve
finanziarie. Il suo spirito, però, era ancora quello
di una volta e, nonostante l’allenamento
pressoché nullo, nel 1949, a sue spese, decise di
partecipare al Campionato del Mondo femminile
in Urss, affrontando un viaggio a dir poco
impegnativo. Clarice fece quello che poté, ma il
suo gioco non aveva continuità, e perse spesso.
o falsità in materia di giudizio di valore, e non esista di conseguenza
oggettività alcuna in materia di giudizio pratico, vale a dire del giudizio
che risponde alla domanda ‘che fare’?”.
E che fare se il proprio Rettore, nel giorno del conferimento della laurea
a Barbara Berlusconi, le offre pubblicamente e davanti al papà, una
cattedra? Si prende carta e penna e si scrive una lettera indignata a “La
Repubblica”. E che fare se, da cattolica, la tua Chiesa, ti impone una
linea sulla bioetica che tu non condividi? Prendi carta e penna, se ti
chiami De Monticelli, e scrivi questa volta al “Foglio”, la tua “Abiura di
una cristiana laica”. Iniziando così: “Questo è un addio. A molti cari
amici – in quanto cattolici. Non in quanto amici, e del resto sarebbe un
fatto privato. È un addio a qualunque collaborazione che abbia una
diretta o indiretta relazione alla chiesa cattolica italiana…”.
Immaginare la raffica di polemiche innescata da queste poche righe non è
difficile. Ma il rigore morale della De Monticelli ne esce indenne, sempre
si potrebbe dire, tanto la sua natura è circonfusa di rigore sì, ma anche
d’un concreto amore per il prossimo, basti pensare al titolo della sua
cattedra e ad alcuni dei suoi libri, come “L’ordine del cuore – Etica e
teoria del sentire”, “L’allegria della mente”, Bruno Mondadori Editore,
oppure gli “Esercizi di pensiero per apprendisti filosofi”, Bollati
Boringhieri. Ci voleva una donna per far fiorire la grazia negli studi
filosofici.
8 marzo 2017 p. 4
1. Usare sempre e solo prodotti legali. L’etichetta deve riportare: - il numero del decreto ministeriale che ne autorizza il commercio; - il nome del prodotto; - la ditta produttrice, la categoria e le modalità d’uso che devono essere seguite attentamente.
Se questo talloncino non c’è sono da considerarsi fuochi proibiti.
Comprando fuochi d’artificio ‘certificati’, si ha la garanzia che si tratta di
prodotti che:
- “non possono accendersi accidentalmente per frizione o sfregamento”
- “la quantità di esplosivo è conforme ai parametri previsti per quel tipo di
prodotto”
- “l’effetto pirotecnico è ritardato di alcuni secondo dall’accensione”
- “l’effetto pirotecnico e le eventuali fiamme si devono auto estinguere”
- “le impugnature abbiano una lunghezza tale da impedire le scottature”
2. Acquistare giochi pirotecnici esclusivamente nei negozi autorizzati e
mai sulle bancarelle che non abbiano esposta la licenza specifica per
trattare questo genere di prodotti
3. Accenderli all’aperto e allontanarsi quando la miccia viene accesa
4. Tenerli lontani dal proprio corpo
5. Accendere un fuoco alla volta ed evitare che al momento
dell’accensione ci siano altri fuochi vicini
6. Non indossare mai al momento dell’accensione giacconi o maglioni di
pile o fibra sintetica, e nemmeno indumenti acetati come tute sportive
7. Non raccogliere botti abbandonati e dirlo ai bambini di non farlo mai
8. Non farli accendere dai bambini
9. Evitare di acquistare quelli troppo sofisticati, è meglio lasciarli ai
fuochisti esperti
10. Se un botto non è esploso non avvicinarsi troppo non prenderlo con le
mani e immergerlo in un secchio d’acqua
VADEMECUM FUOCHI D’ARTIFICIO
L’Adoc, per la campagna “Attenti al Pacco!” pubblica due utili vademecum sull’acquisto e
uso dei fuochi d’artificio e su come rispettare il benessere degli animali
Italiani
nel mondo
SONO
5,2 MILIONI
GLI ITALIANI RESIDENTI ALL’ESTERO
“Il numero delle cancellazioni dall’anagrafe per l’estero, giunte nel 2015 a
145mila e all’8% in più rispetto al 2014, si lega innanzitutto all’emigrazione
di cittadini italiani (da 89mila a 102mila unità, pari a +15%), mentre i
trasferimenti dei cittadini stranieri si riducono dai 47mila del 2014 a 45mila
(-6%). Lo evidenzia il rapporto “Il fenomeno dell’immigrazione in Italia e le
sue implicazioni internazionali” curato da IDOS per OCSE e presentato a
Roma. “Per effetto di questa nuova emigrazione – sottolinea il rapporto -,
gli italiani registrati come residenti all'estero ammontano a 5.200.000
secondo le anagrafi consolari. Oltre il 50% degli italiani che espatriano
negli ultimi anni sono laureati o diplomati”.
PER IL 70% DEGLI
ITALIANI
È APPENA SUFFICIENTE
Se fossero i politici a tornare sui banchi di scuola, che voto gli darebbero
gli italiani in inglese? In base ad un sondaggio condotto da Aba English su
1000 studenti italiani, il 90% ritiene che sia necessario per un presidente
del Consiglio saper parlare inglese a un buon livello (70%) o addirittura
essere bilingue (20%). Il restante 9% si accontenterebbe che il presidente
del Consiglio capisse bene la lingua di Shakespeare.
Solo il 10% degli intervistati ritiene che i politici parlino bene inglese. Per
il restante campione il livello di inglese della classe politica è appena
sufficiente (71%) o addirittura insufficiente (19%). I politici italiani non
sono però i soli rimandati a settembre, infatti se per il 58% l’Italia è il
fanalino di coda dell’Europa, il 40% ritiene che a fare compagnia ai
politici italiani ci siano i governanti di altri paesi mediterranei quali
Francia e Spagna.
A dare speranza ci pensano le nuove generazioni di politici che secondo il
57% degli italiani sono più preparati a livello linguistico delle precedenti
generazioni. Per il restante 43% non vi è differenza. I politici italiani
possono però continuare a dormire sonni tranquilli perché nonostante
l’importanza attribuita alla lingua di Shakespeare nel mondo d’oggi,
quando si tratta di votare più della metà degli italiani non è influenzata dal
livello d’inglese del candidato (56%). Solo per il 7% la conoscenza della
lingua straniera è un fattore decisivo mentre il restante 37% pur
considerandolo un fattore importante non lo ritiene decisivo nella scelta.
Se si passa ai singoli leader politici, secondo gli italiani chi passerebbe un
esame d’inglese delle scuole medie superiori?
Nonostante nessun politico passi l’esame a pieni voti, Matteo Renzi
sarebbe promosso per il 34% degli intervistati. Giorgia Meloni (19%),
Silvio Berlusconi (17%) e Beppe Grillo (13%) sarebbero probabilmente
rimandati a settembre. Bocciati invece Nichi Vendola (11%) e il leader
del Carroccio Matteo Salvini.
l’inglese
dei politici
”Vivete per il presente, sognate per
l'avvenire, imparate dal passato” (Anonimo)
TUMORE, IN EMILIA ROMAGNA
63000 CITTADINI LO HANNO SCONFITTO
Il 5% dei cittadini dell’Emilia-Romagna ha ricevuto nel corso della vita
una diagnosi di tumore. Sono 231.625 persone, circa 62.800 possono già
dirsi guariti (20% uomini e 33% donne) e sono oltre 31.400 i pazienti
(con tumore diagnosticato nel periodo 2006-2009) di cui ci si aspetta la
guarigione. Nel 2015 nella Regione sono stati stimati 34.879 nuovi casi,
ma le percentuali di sopravvivenza migliorano in maniera costante, grazie
a terapie sempre più efficaci, come evidenziato nel libro “Si può vincere”
realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) che
raccoglie le testimonianze dei pazienti che hanno sconfitto la malattia.
Per il benessere degli animali:
1. Cercate di tenere gli animali il più lontano possibile dai festeggiamenti e
dai luoghi in cui i petardi vengono esplosi
2. Non lasciare soli i propri animali
3. Gli animali fobici corrono il rischio serio di avere reazioni incontrollate
e ferirsi, quindi è necessario stare loro vicino, ma senza esagerare con
coccole e carezze
4. È necessario mostrarsi tranquilli, cercando di distrarli, all’occorrenza,
con giochi e bocconcini
5. Non lasciare gli animali in giardino. E’ preferibile tenere in casa, o in un
luogo sicuro e rassicurante, anche gli animali che normalmente vivono
fuori, in modo da evitare il pericolo di fuga
6. Accendere e mantenere elevato il volume di radio o televisione, chiudere
le finestre e le persiane, in modo che venga attutito il rumore dei botti
proveniente dall’esterno
7. Se l’animale intende rifugiarsi in luogo abitualmente vietato,
assecondarlo
8. Se si passeggia, gli animali vanno tenuti al guinzaglio, evitando anche di
liberarli nelle aree per gli animali per evitare fughe dettate dalla paura. È
ad ogni modo consigliato non farli uscire a mezzanotte o nelle ore
immediatamente precedenti
9. Evitare soluzioni fai-da-te somministrando tranquillanti, c’è il rischio di
controindicazioni e di un innalzamento dello stato fobico. Al contrario, è
possibile rivolgersi a un veterinario comportamentalista per un processo
graduale di desensibilizzazione al rumore
8 marzo 2017 p. 5
“C'è un solo bene: il sapere.
E un solo male: l'ignoranza.” (Socrate)
“IL DENARO”
una storia di Zola più che mai attuale
La speculazione internazionale ideata da Aristide Saccard, che Émile
Zola racconta nel romanzo “Il denaro” (Sellerio, a cura di Fabio Grassi),
poderoso e profetico affresco dell’economia finanziaria globalizzata, è
tutt’altra cosa dal disegno di possesso di un avaro: è il sogno di rinascita
e distruzione di un visionario assetato di vita.
Siamo nella Francia del Secondo impero, di Napoleone “il piccolo”,
epoca d’oro per gli affaristi abbarbicati nella Borsa di Parigi, allora
mercato del mondo. Un uomo piccolo dalle grandi ambizioni, Saccard,
già rovinato da un passato tracollo, immagina un’immane impresa: la
Banca Universale, finanziata da una massa di investitori allettati dal
boom, e connessa alla costruzione di una rete ferroviaria intorno al
recente taglio del Canale di Suez. Suoi compagni d’avventura sono un
geniale ingegnere di ideali positivistici e una giovane vedova
innamorata. Immediatamente si accende il fuoco speculativo, e Saccard è
spinto verso il trionfo dalla crescente ebbrezza dei suoi anonimi
finanziatori di varia fortuna. Ma un potente nemico domina meglio le
leve dell’illusione e della crisi.
Ispirato a una storia vera di euforia e di panico, del 1882, con personaggi
costruiti fondendo insieme figure vere di banchieri, questo romanzo del
1891 si inoltra negli ingranaggi più dettagliati del sistema finanziario ed
è considerato una precisa prefigurazione di eventi futuri e anche
recentissimi. Ma questo quadro è delineato dalle storie minute di
moltissimi personaggi, attraverso le loro speranze e i loro progetti di vita.
Nella lotta fatale che si svolge tra l’affarista impetuoso e il suo gelido
avversario banchiere, non manca il romanzesco e la suspense, il colpo di
scena e il comico.
Nonostante la sfida di Aristide Saccard, i suoi modi spietati e i suoi
pregiudizi contengano valori inaccettabili, è difficile, però, non
parteggiare in qualche misura per lui. E questa ambiguità è forse il punto
di forza del romanzo, illustrando il carattere di distruzione e creazione
del capitalismo: “la speculazione è il richiamo stesso della vita, è
l’eterno desiderio che costringe a lottare, a vivere; è nel piano della
natura”.
“METTI L’AMORE SOPRA OGNI COSA”
di Armando Massarenti
Ama veramente chi è capace di non amare troppo. Questo ci insegna la
filosofia: pur sapendo bene che l'amore “è sopra ogni cosa” ed è persino
alle radici della filosofia stessa. Grazie all'Eros povero e scalzo
impersonato dal più grande e atipico dei maestri, Socrate, la filosofia ci
insegna ad amare, ma non troppo. Ovvero, ci invita ad amare, e in
definitiva a vivere, facendo un buon uso delle nostre passioni e dei nostri
piaceri senza lasciarci trascinare dagli eccessi dell'innamoramento, una
delle poche follie che godono di un'ampia legittimazione sociale. Per far
questo, e per vivere bene, abbiamo bisogno di un'etica che dell'amore ci
faccia evitare i fanatismi e i picchi totalizzanti di entusiasmo.
L'amore, ha scritto Ovidio, è come andare “per la prima volta soldato in
una terra sconosciuta”, ma a ben vedere ciò è vero per tutta la nostra vita
morale e per i dilemmi che quotidianamente ci pone il nostro rapporto con
gli altri che, proprio come l'amore, diceva Sartre, può trasformarsi in un
inferno.
In “Metti l'amore sopra ogni cosa” (Mondadori) Armando Massarenti,
attingendo alla sapienza classica e moderna – da Platone a Ovidio, da
Wittgenstein a Iris Murdoch – ma anche a spunti provenienti dalle
neuroscienze, coniuga filosofia, logica ed epistemologia al fine di proporre
al lettore una bussola per orientarsi in quella terra sconosciuta. Una
filosofia pratica in grado di regalarci un bene prezioso: la possibilità
concreta di stare bene con gli altri.
“VASCO, FABRIZIO E I BEATLES”
di Marcello Giannotti e Paolo Giordano
“Sento il bisogno di giustificarmi perché la mia generazione è
responsabile che esista ancora il Festival di Sanremo”. Inizia così il
capitolo dedicato a Sanremo contenuto in “Vasco, Fabrizio e i Beatles
spiegati a mio figlio” (Arcana), il libro di Marcello Giannotti e Paolo
Giordano in cui un padre dialoga con un figlio sulla musica pop, uno dei
massimi esempi di incomunicabilità intergenerazionale.
Nel capitolo sul Festival, il padre si assume le responsabilità di non aver
contribuito a sancire la fine di Sanremo. “Sono quelli della mia età che
portano il peso sulle spalle di questa responsabilità. La mia generazione è
stata l’unica che aveva davvero in mano la possibilità di decretarne la fine
– si legge nel libro - Nei primi anni Settanta il Festival aveva perso
interesse. E alla nostra generazione, a quelli che erano teenager negli anni
’70 ma anche quelli che avevano 20 o 30 anni, del Festival di Sanremo non
gliene importava proprio niente”.
Invece il Festival negli anni Ottanta risorse: “E noi, poveri idioti, ci
cascammo in pieno. E ci sembrò simpatico, divertente, persino intelligente,
riunirci in casa con gli amici a guardare insieme le serate del Festival.
Siamo noi i responsabili, perché noi avremmo potuto cambiare le cose e
non lo abbiamo fatto”. Il capitolo conclude però con un lungo elenco dei
motivi per i quali il Festival è comunque importante tra cui l’aver visto
“gente salire su quel palco emozionata, sudata, nervosa, con le lacrime
agli occhi, le mani tremanti, senza voce e con la certezza che si sarebbe
giocata la carriera in un minuto”. Gli altri capitoli del libro sono dedicati
a personaggi come Vasco Rossi, Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber,
Francesco De Gregori, Edoardo Bennato, i Beatles e a fenomeni come il
Beat, il 33 giri, la discomusic.
“FELICITÀ D’ITALIA” di Pietro Bevilacqua
Che cosa sono le felicità d’Italia? La musica, il cibo, la biodiversità
agricola, il paesaggio, la tradizione artistica e culturale. Ovvero tutto ciò
che rende il nostro Paese e i suoi costumi speciali agli occhi degli
stranieri che vengono a visitarlo o di quelli che ne apprezzano e
adottano lo stile di vita. Ma perché queste ‘felicità’ hanno avuto origine
proprio qui? Come mai la Penisola possiede una eredità tanto ricca e
varia di questi tesori?
Carlo Cattaneo sosteneva che la cultura e la felicità dei popoli non
dipendano tanto dai mutamenti della ‘superficie politica’ quanto
dall'influsso di alcune ‘istituzioni’ che agiscono inosservate nel fondo
delle società. Sono creazioni del popolo che sono state elaborate dal
basso e che contano più delle scelte dei governi per il progresso
dell’umanità.
“Felicità d'Italia. Paesaggio, arte, musica, cibo” dello storico Piero
Bevilacqua (Laterza) racconta la storia di quattro di queste ‘felicità’:
l’alimentazione, dipendente dall’originalità storica e geografica
dell’agricoltura italiana; le città, con il loro patrimonio di bellezza, che
per secoli hanno costituito la forma più alta di organizzazione della vita
sociale; la musica e la canzone napoletana, esempi della creazione di un
immaginario poetico da parte di un popolo; la tradizione cooperativa,
che ha dato un’impronta di egualitarismo sociale e di avanzato civismo.
“L'IGNOTO DAVANTI A NOI”
di Alessandro Vanoli
Da sempre sogno e scoperta vanno assieme. L’uno ha alimentato l’altra e
viceversa. “L'ignoto davanti a noi. Sognare terre lontane” di Alessandro
Vanoli (Il Mulino) racconta che, a ben guardare, di ignoto e di stupore è
ancora pieno il mondo. Spingersi al di là dei limiti geografici, solcare
acque ignote, studiando venti e correnti, superando deserti e montagne: che
ne è di quel sogno della scoperta che da sempre gli uomini hanno
condiviso?
“Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi,
o, come fanno gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete
per vivere.” (Gustave Flaubert)
14 novembre 2016 p. 5
“Uno dei più grandi disordini dello spirito è
quello di vedere solo ciò che si vuole
vedere” (Oscar Wilde)
Tra il 2010 e il 2015 il numero di spettacoli circensi è passato in Italia
da 17.100 a 15.242, con una riduzione dell'11%. Il calo è più evidente al
Centro (-29%), in particolare in Umbria (-53%), ma anche in regioni
con una forte tradizione circense come la Toscana (-30%) e il Lazio (-
20%). Al Sud (-10%) la riduzione è stata forte in Abruzzo (-60%),
Campania (-32%) e Puglia (-23%), mentre Calabria (+46%) e Sicilia
(+55%) mostrano un sensibile aumento. Segno negativo anche per il
Nord-Est: -15%. In controtendenza rispetto al dato nazionale è il Nord-
Ovest (+20%), in particolare la Lombardia (+29%), che nel 2015 è stata
la seconda regione per numero di spettacoli circensi dopo la Sicilia
(rispettivamente con 1.725 e 2.034 rappresentazioni).
È quanto emerge dallo studio realizzato dal Censis in collaborazione con
la Lav sul mondo circense in Italia e sul possibile impatto della legge di
riforma del settore.
Il numero di spettatori si è ridotto del 5% nel periodo 2010-2015: più
consistente al Nord-Est (-42%), seguito dal Centro (-27%) e dal Sud (-
9%). La maggiore disaffezione si registra in Friuli Venezia Giulia (-
55%) e in Emilia Romagna (-54%). La straordinaria crescita della
Lombardia, che tra il 2014 e il 2015 ha registrato un incremento di
presenze del 300%, ha consentito all'area del Nord-Ovest di essere
l'unica a registrare una variazione positiva di pubblico, pari al 61%.
Tuttavia, questo incremento è riconducibile in buona parte alle
manifestazioni circensi realizzate nell'ambito di Expo 2015, tra le quali
Le Cirque du soleil.
La spesa al botteghino è cresciuta del 21% tra il 2010 e il 2015, ma
l'incremento è determinato in parte dall'aumento del costo medio del
biglietto, che è passato negli ultimi cinque anni da 10,7 a 13,1 euro.
il circo
in Italia
CARTOLINE DALL’ALTRA ITALIA
Scopri il mondo della nuova Emigrazione con
“Cartoline dall’altra Italia”:
http://www.9colonne.it/category/1089/cartoline-dall-altra-italia.
La web serie - realizzata con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri
e della Cooperazione Internazionale-Direzione Generale per gli Italiani
all’Estero e le Politiche Migratorie.
8 marzo 2017 p. 6
SPETTACOLI
Trovate i vostri biglietti tra una scelta
di 48000 spettacoli in più di 40 paesi
http://www.music-opera.com
Precisazioni delle Autorità del Regno Unito
su sollecitazione dell’Ambasciata d’Italia a Londra
In merito alle notizie recentemente diffuse dalla stampa britannica - riguardanti una presunta sospensione della libera circolazione dei cittadini UE nel
Regno Unito a partire dalla metà di marzo, a seguito dell’attivazione dell’art. 50 del Trattato UE - si informa che su sollecitazione dell’Ambasciata
d’Italia a Londra, le Autorità del Regno Unito hanno precisato che il Governo britannico, anche dopo l’attivazione dell’articolo 50, continuerà ad
assicurare il pieno rispetto di diritti e obblighi europei fino al giorno in cui il Regno Unito uscirà dalla UE, inclusi quindi i diritti di cui godono
attualmente i cittadini di stati membri dell’Unione europea, tra i quali è compresa la libera circolazione delle persone. Fino a quel momento non vi
saranno pertanto modifiche nell’attuale regime di ingresso in questo Paese.
Per quanto riguarda gli scenari futuri che si profileranno nel corso del negoziato per l’uscita dall’Unione Europea, ricordiamo che il Governo
britannico, al massimo livello politico, ha più volte manifestato formalmente l’intenzione di garantire pienamente i diritti acquisiti dai cittadini
europei anche dopo la Brexit, a condizioni di reciprocità. Dal canto suo il Governo italiano è prioritariamente impegnato a garantire il rispetto dei
diritti acquisiti dai cittadini italiani residenti nel Regno Unito nonché ad assicurare la massima tutela possibile a tutti i nostri connazionali.
Quando saranno disponibili ulteriori indicazioni da parte del Governo
britannico, sarà cura della nostra Ambasciata diffonderle tempestivamente
a tutti i connazionali.
brexit
https://www.change.org/p/un-intervento-per-la-lingua-italiana
Un intervento per la lingua italiana
Evitiamo gli anglicismi
LA CRISI DEL CIRCO IN ITALIA IN
UNO STUDIO REALIZZATO DAL CENSIS
Tra il 2010 e il 2015 -11% di spettacoli, -5% di spettatori, -9% di contributi pubblici
L'Italia è uno dei pochi Paesi ancora senza una legge sull'impiego degli animali
nel settore circense
Il calo della spesa ha coinvolto tutte le aree geografiche (Nord-Est -59%,
Centro -45%, Sud -13%), ad eccezione del Nord-Ovest (+314%). Cali
importanti in Emilia Romagna (-76%), Toscana (-70%), Friuli Venezia
Giulia (-64%). Aumento esponenziale di biglietti staccati in Lombardia
(+584%), prima regione per spesa al botteghino.
I contributi del Fondo unico per lo spettacolo destinati al complesso delle
attività circensi sono diminuiti del 9% tra il 2010 e il 2015, passando da 50
a 18 domande accolte. I contributi erogati relativi ai nuovi investimenti
(cioè per l'acquisto di nuove attrazioni, impianti, macchinari, attrezzature e
beni strumentali) sono passati da 241.000 euro nel 2012 (furono accolte 6
domande) a 0 nel 2015. Si sono dimezzati i contributi per i circhi con
animali (da 2.508.492 euro nel 2011 a 1.358.026 euro nel 2015). Mentre
aumentano i contributi per i Circhi contemporanei (da 30.000 a 296.722
euro) e per i Circhi tradizionali senza animali (da 10.000 a 263.528 euro).
Il disegno di legge per la riforma del settore sta completando l'iter di
approvazione cominciato un anno fa ed è all'esame del Senato. L'Italia al
momento non è dotata, né a livello nazionale né a livello locale, di una
normativa che regolamenti l'utilizzo degli animali nei circhi.
Su 53 Paesi europei ed extraeuropei esaminati, solo 5 non hanno ancora
alcun tipo di legislazione riguardante l'impiego di animali nei circhi. In
Europa, Bosnia e Herzegovina, Cipro, Grecia, Lettonia e Malta hanno
vietato l'uso di tutti gli animali nei circhi (Bolivia e Honduras nel resto del
mondo). Belgio, Croazia, Olanda, Slovenia, Norvegia e Serbia
impediscono l'uso dei soli animali selvatici (nel mondo, la stessa
restrizione è prevista in Costa Rica, Nicaragua, Paraguay, Perù, Colombia,
El Salvador, Messico, Iran, Israele e Singapore). Estonia, Finlandia,
Polonia vietano l'uso di animali catturati in natura (lo stesso per l'Equador).
8 marzo 2017 p. 7
3 novembre 2014 p. 9
“Non esiste una via per la pace,
la Pace è la Via” (Dalai Lama)
LE ABITUDINI DI RICERCA ONLINE
L’Osservatorio trivago prova a rispondere a queste e ad altre domande analizzando il comportamento dei propri utenti sulla piattaforma italiana del
portale. Lo spaccato sulle abitudini dei viaggiatori del Bel Paese mette in luce aspetti più conosciuti e altri meno: ad esempio, agli Italiani piace
riprendersi dalle fatiche del lunedì cercando un hotel ‘online’.
Agli Italiani piace fare le cose ‘last-minute’ Anche quando si tratta di andare in vacanza. Italiani sempre all’ultimo minuto anche per la ricerca di hotel, La maggior parte degli utenti italiani effettua
la ricerca del proprio hotel ideale a poca distanza da date importanti come Ferragosto o Capodanno. Infatti, il picco di ricerche per le vacanze natalizie si
registra intorno alla 49ª settimana dell’anno, mentre per quelle estive intorno alla 32ª, solitamente proprio agli sgoccioli del 15 agosto. La stagione
preferita per le vacanze degli Italiani è senza ombra di dubbio l’estate, periodo in cui si concentrano le ricerche hotel. Ma non è solo la bella stagione a
far fare le valigie agli utenti della Penisola: che sia per la settimana bianca o per sfuggire al freddo pungente, tanti Italiani scelgono di partire anche in
inverno. Attira di più ammirare gli alberi in fiore magari lontano da casa: tra le mezze stagioni, la primavera anticipa l’autunno per numero di ricerche
hotel.
Disponibilità a spendere Il lunedì è un giorno un po’ pesante per tutti, ma agli Italiani piace concluderlo pensando al prossimo viaggio: la ricerca della struttura ideale per la
prossima vacanza si concentra infatti il lunedì sera, tra le 21 e le 23. Gli Italiani trascorrono in media 3 notti in hotel, l’unico periodo dell’anno che fa
eccezione è l’estate, dove si concedono una notte in più. Quello che varia a seconda delle stagioni è la disponibilità a spendere. Il periodo in cui gli
Italiani scelgono di destinare qualche euro in più per il proprio hotel è la primavera, quando spendono in media 150€ a notte. L’estate viene subito dopo,
con una spesa media a notte di 140€, seguita da inverno con 120€ e autunno, 118€.
Ad ogni città la sua stagione Roma prescinde dalla stagionalità e guida la classifica delle mete più ricercate dagli Italiani in tre dei quattro periodi dell’anno. Per quanto riguarda
l’estate, la regina incontrastata è Rimini, che supera la Capitale per numero di ricerche da giugno a fine agosto. All’estero, invece, Parigi è la meta
preferita in inverno, Londra per la primavera e l’autunno, mentre Barcellona per l’estate.
spariscono frequentemente stampanti, computer
e risme di carta. Ogni albergo ha una spesa
media annuale che supera i 200mila euro per gli
accessori e i servizi offerti, che ricadono sul
costo della camera. I migliori usano prodotti di
marca, e anche se scompaiono, ne forniscono di
nuovi ogni giorno. Altri hotel, invece, hanno i
loro punti vendita con i prodotti di qualità nella
hall, dove è possibile trovare oggetti e accessori
con il loro marchio, dai mobili agli articoli per la
tavola, dagli accappatoi ai cuscini.
Ci sono poi i clienti più furbi Quesi conoscono bene piccoli accorgimenti da
prendere per non destare sospetti quando
vogliono portarsi via qualcosa; per esempio,
sfilare un asciugamano o un accappatoio o le
bottigliette dei liquori dal carrello degli addetti
alle pulizie quando sono nei corridoi per rifare le
camere. Oppure prendere piatti, posate e vassoi
dagli avanzi del servizio in camera abbandonati
fuori dalle stanze. Tra i pezzi più gettonati,
saliere e portauovo. E non mancano i furti
durante la prima colazione a buffet, o negli
spuntini che spesso è possibile consumare fino a
mezzogiorno. Anche se portarsi via del cibo
sarebbe vietato, vengono prelevati vasetti di
marmellata, formaggi, merendine e biscotti.
Un’altra tentazione è il minibar; non è raro,
infatti, che dopo aver consumato la bottiglia del
gin o della vodka, i clienti la riempiano con
acqua, avendo cura che il tappo sembri davvero
chiuso. Capita anche con whisky o cognac,
sostituendo l’alcool con tè.
COME CAMBIA LA VITA DEGLI ITALIANI Identikit degli italiani in viaggio
Gli Italiani cercano un hotel all’ultimo minuto o si organizzano per tempo? Sono disposti a spendere di più in
estate o in primavera? Qual è la meta preferita per le vacanze estive? E per un weekend all’estero in autunno?
E non sorprende scoprire che spesso si sono
presi anche asciugamani o posacenere (quando
ancora era possibile fumare nelle stanze).
Secondo uno studio di Jetcost, oltre il 79% degli
italiani ammette di essersi portato via qualcosa
da un hotel, mentre i danesi sarebbero gli ospiti
più onesti: l’88% ha detto di non aver mai
rubato nulla. Dopo di loro, in quanto a
correttezza, gli olandesi e i norvegesi: l’85% e
l’84% di loro, rispettivamente, ha dichiarato di
non aver mai preso oggetti. Tra quei viaggiatori
che hanno invece riconosciuto di essersi portati
via un ricordo durante il soggiorno, c’è il 62%
dei francesi, il 69% dei britannici, il 76% dei
portoghesi e l’81% degli spagnoli, maglia nera.
A volte anche altro! Dall’indagine emerge poi che a volte i clienti si
appropriano non dei consueti “souvenir”. Ad
esempio, anche se frutta e dolci vengono messi
come omaggio in camera per i clienti, non è la
stessa cosa per vassoi e cesti che li contengono,
e che invece tendono a sparire.
E altri furti sono ancora più ingiustificati; alcuni
hanno prelevato le batterie del telecomando, o il
controller, anche se fuori dalla stanza non
funziona, o le lampadine dei lampadari, o la
Bibbia in diverse lingue che si trova nei cassetti
di tavolini e comodini (nonostante il settimo
comandamento inviti a non rubare!). Qualcuno si
è portato via anche cuscini e coperte
dall’armadio, i più esperti hanno preso quelli con
piume di qualità migliore, lasciando i più
scadenti. La cosa più assurda è che si tratta
comunque di oggetti di poco valore, talvolta
pochi centesimi, in camere d’albergo che
costano spesso più di 100 euro a notte. In alcuni
hotel sono stati usati cacciaviti o altri strumenti
per staccare immagini, maniglie delle porte,
asciugacapelli, portasciugamani, specchi,
elettrodomestici e stereo.
Non “rubato”, ma “preso un ricordo” È divertente notare che la maggior parte di questi
“cleptomani” non ha mai ammesso di aver
“rubato” qualcosa, ma ha detto di aver preso un
“ricordo”. Tutte piccole cose, naturalmente,
anche se nel 2008 dalla catena di hotel Holiday
Inn sono spariti più di mezzo milione di
asciugamani.
Un luogo particolarmente “pericoloso” è il
business center per gli uomini d’affari, da dove
IL 79% DEGLI ITALIANI PRENDE “SOUVENIR”
DA HOTEL
Bottigliette dello shampoo, saponi, cuffie per la doccia, non è una novità, i
clienti degli hotel amano portarsi via come souvenir la maggior parte
degli accessori messi a disposizione nei bagni delle camere
8 marzo 2017 p. 8
“La vera conoscenza, è sapere i limiti
della nostra ignoranza” (Confucio)
FUTURO DELL'UE: ECCO LE PROPOSTE
DEL PARLAMENTO EUROPEO
La prima risoluzione, redatta da Mercedes Bresso (S&D,
IT) e da Elmar Brok (PPE, DE) si concentra sulla valorizzazione
del Trattato di Lisbona esistente. Nel documento si chiede, tra
l'altro che: il Consiglio dei ministri sia trasformato in una vera
seconda camera e le sue configurazioni in organi preparatori, sulla
falsariga del funzionamento delle commissioni del Parlamento
europeo; ogni Stato membro indichi per la nomina a commissario
europeo almeno tre candidati di entrambi i sessi; il Consiglio passi
veramente al voto a maggioranza qualificata, ove possibile
conformemente ai trattati, al fine di evitare il blocco di importanti
progetti legislativi e accelerare il processo legislativo, e; un
Consiglio dei ministri della Difesa permanente sia istituito, allo
scopo di coordinare le politiche di difesa degli Stati membri. La
risoluzione è stata approvata con 329 voti a 223 e 83 astensioni.
La seconda risoluzione, redatta da Guy Verhofstadt
(ALDE, BE), valuta la possibilità di muoversi al di fuori degli
strumenti attualmente a disposizione e suggerisce varie riforme del
Trattato di Lisbona nei settori della governance economica, della
politica estera, dei diritti fondamentali e della trasparenza. Tra le
varie proposte, si suggerisce: la creazione di un ministro delle
Finanze della zona euro e di fornire alla Commissione europea il
potere di formulare e attuare una politica comune economica
dell'UE, sostenuta da un bilancio della zona euro; che il Parlamento
europeo abbia una sola sede; la riduzione sostanziale del Collegio
dei Commissari UE, compresa la riduzione del numero dei
vicepresidenti a due; di consentire ai cittadini europei di ogni Stato
membro di votare direttamente i candidati dei partiti politici europei
LA FIACCOLA
BENEDETTINA
DAL VATICANO
A BRUXELLES
Dopo la benedizione papale il 22 febbraio, in
Vaticano, la Fiaccola benedettina per la pace e
l'Europa è partita per un viaggio che la porterà
a Bruxelles a metà marzo e che si concluderà
con delle iniziative legate al rinnovo della firma
dei Trattati di Roma, nella ricorrenza del 60.mo
anniversario. L'iniziativa quest'anno assume
una particolare valenza per le gravi calamità
che hanno colpito Norcia e l'Italia centrale,
dove il viaggio della Fiaccola farà tappa.
Per far sì che l'UE aumenti la propria capacità di azione, per ristabilire la fiducia dei
cittadini e per rendere l'economia della zona euro più resistente agli shock esterni, bisogna
utilizzare in modo completo il Trattato di Lisbona. Ma per poter fare di più, l'Unione deve
attuare una riforma profonda. Questo il messaggio chiave di tre risoluzioni, approvate dal
Parlamento nei giorni scorsi.
Bologna sede del nuovo Data
Center del Centro europeo per le
previsioni meteo a medio termine
Nella nota diffusa dal Miur (Ministero Istruzione Università Ricerca) viene sottolineato come il
progetto italiano sia stato giudicato il migliore da un panel di revisori internazionali chiamati a
valutare le proposte pervenute dagli Stati membri per la nuova sede del Centro. L’area
individuata è il Tecnopolo di Bologna, di proprietà della Regione Emilia Romagna, che sarà
messa a disposizione a titolo gratuito per il Data Center.
“È stata premiata l’eccellenza italiana e del territorio bolognese, un territorio – ricorda il
Ministro, esprimendo la sua soddisfazione per la scelta di Bologna quale sede per il nuovo Data
Center dell’ECMWF - sul quale oltre all'Università sono già concentrate le sedi di importanti
enti di ricerca, dal Cnr all’Infn, dall’Inaf all’Ingv. Senza contare, poi, il centro di supercalcolo
Cineca che potrà mettere a disposizione del nuovo Centro l’esperienza maturata sia nell’ambito
della gestione dei Big Data che quella specifica relativa alle previsioni meteo”.
per il Presidente della Commissione, attraverso una lista europea.
La risoluzione è stata approvata con 283 voti a 269 e 83
astensioni.
La terza risoluzione, redatta da Reimer Böge (PPE,
DE) e da Pervenche Berès (S&D, FR), propone di ravvicinare le
economie della zona euro e renderle più resistenti agli shock
esterni. Si delinea una strategia di convergenza finanziata da uno
specifico bilancio della zona euro finanziato dai suoi Stati
membri. Le principali proposte includono: una capacità fiscale
costituita dal Meccanismo europeo di stabilità (ESM) e una
specifica capacità di bilancio supplementare per la zona euro,
finanziato dai suoi membri, come parte del bilancio UE; un
Fondo monetario europeo (che dovrebbe svilupparsi
gradualmente al di fuori dell' ESM), con capacità di prestito
adeguate e con un mandato ben definito per assorbire gli shock
economici; un codice di convergenza: cinque anni per soddisfare
i criteri di convergenza in materia di fiscalità, mercato del lavoro,
investimenti, produttività e coesione sociale; migliorare la
governance: un ruolo più importante per il Parlamento europeo e
i Parlamenti nazionali, unificare le funzioni di Presidente dell'
Eurogruppo e di Commissario per gli affari economici e
monetari, oltre a un ministro delle Finanze e del Tesoro all'
interno della Commissione europea. La risoluzione è stata
approvata con 304 voti a 255 e 68 astensioni. Tutte queste
proposte fanno parte di un pacchetto che mira a chiarire la
posizione del Parlamento sul futuro dell'UE, prima del 60°
anniversario del Trattato di Roma.
centri europei di ricerca
8 marzo 2017 p. 9
“La Regione Umbria – sottolinea l’assessore alla Cultura, Fernanda
Cecchini – si è fatta promotrice di questa mostra per lanciare, attraverso
i suoi beni culturali, il messaggio forte di una comunità che sa reagire e
collaborare per realizzare interventi altamente qualificati di recupero e
per far conoscere che la quasi totalità del suo territorio e dei suoi musei
non è stato ferito dal sisma ed è pienamente fruibile.”.
Con questo obiettivo, sono stati promossi alcuni incontri preliminari con i
diversi uffici del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo,
con il Comune di Spoleto e con l’Arcidiocesi di Spoleto e Norcia durante
i quali “è stata valutata positivamente l’idea di tenere nel Museo
nazionale del Ducato di Spoleto una mostra con le opere d’arte
recuperate dopo il terremoto”.
In mostra, secondo il progetto, ci saranno opere provenienti in particolare
dall’Umbria, recuperate in larga parte da chiese colpite dal sisma o
accolte nel deposito attrezzato di Santo Chiodo per motivi di inagibilità
della struttura (quali quelle del Museo civico diocesano della Castellina di
Norcia). A queste potrebbero aggiungersi due opere provenienti dalle
Marche e due dal Lazio, presenti già alla Rocca di Spoleto per
l’esposizione “Ospiti in Rocca”, dedicata alle opere d’arte tratte in salvo
in Valnerina e nel Centro Italia, che si aprirà il 10 marzo prossimo e farà
da anteprima alla nuova mostra.
Si aprirà alla Rocca di Spoleto in aprile, prima delle festività pasquali
ospiterà opere d’arte recuperate nei centri umbri colpiti dal terremoto,
alcune delle quali ora in fase di restauro
UMBRIA PROMUOVE UNA MOSTRA CON OPERE
D’ARTE RECUPERATE
“Daremo conto anche dell’impegno e della solidarietà che si sono
attivati dopo gli eventi sismici – dice l’assessore Cecchini –
Esporremo, infatti, sette opere umbre provenienti dal primo lotto di
restauri sostenuti dai Musei Vaticani ed altre cinque che sono
attualmente in carico all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Altre
opere da esporre provengono dal deposito attrezzato di Santo Chiodo e
verranno selezionate con la Soprintendenza in funzione delle loro
condizioni di conservazione e di restauro”. Ogni opera sarà
accompagnata da informazioni essenziali, fra cui il luogo di
provenienza. Inoltre, fotografie e filmati aiuteranno a contestualizzare i
beni e a fornire i necessari rimandi al paesaggio, ai borghi, al territorio
in genere.
“Vogliamo anche valorizzare il lavoro di tanti che stanno operando
nei nostri territori per aiutarci a superare la fase di emergenza e per il
salvataggio dei nostri tesori – prosegue l’assessore - Mostreremo le
operazioni di recupero attraverso un montaggio dei filmati dei Vigili
del fuoco o degli altri soggetti presenti alle operazioni, così come delle
fasi di restauro”. Nel periodo di apertura della mostra potranno essere
organizzati eventi e convegni legati al tema del terremoto e della
ricostruzione e visite programmate al laboratorio di restauro a Santo
Chiodo di Spoleto.
Tariffe
di “roaming”
Il termine “roaming” (dall'inglese to roam": "vagare", "andare in giro)
identifica, nel campo delle telecomunicazioni, l'insieme di procedure,
normative e apparecchiature che permettono di rintracciare un terminale
mobile desiderato che non si trova nella propria rete, e di metterlo in
comunicazione con l'utente chiamante all'interno di una stessa rete, o tra
reti di comunicazione distinte ma interoperanti)
Quando utilizzi il cellulare in altri paesi dell'UE per telefonare, inviare un
messaggio o collegarti online il tuo operatore di telefonia mobile deve
rispettare un massimale sulle tariffe di roaming.
La cosiddetta "eurotariffa" per i servizi di roaming fa sì che il costo del
loro utilizzo non superi una certa soglia. L'obiettivo è porre fine alle
bollette esorbitanti.
Massimali tariffari per le chiamate
gli sms e il collegamento ‘online’
(scaricamento di dati):
30 aprile
2016
15 giugno
2017**
Chiamate in uscita (al
minuto, IVA esclusa)
tariffa
nazionale +
fino a € 0,05
nessun costo
aggiuntivo,
uguale a tariffa
nazionale
Chiamate in entrata (al
minuto, IVA esclusa) € 0,0114
Messaggi in uscita (per
sms, IVA esclusa)
tariffa
nazionale +
fino a € 0,02
Collegamento online
(scaricamento dati, per
MB*, IVA esclusa)
tariffa
nazionale +
fino a € 0,05
* Il massimale si calcola per MB, ma la tariffa applicata si basa sui
kilobyte utilizzati.
** Le tariffe di roaming non esistono più per coloro che usano il
telefono all'estero in via temporanea. Gli operatori possono ancora
applicare una tariffa per le carte SIM utilizzate in un altro paese in
modo permanente.
Questi massimali si applicano a tutti, a meno che non si abbia optato
per un servizio o un pacchetto specifico. Il vostro operatore può
ovviamente offrirvi tariffe più economiche. Sta a voi quindi cercare
l'offerta più vantaggiosa.
Notifica delle tariffe Quando ti rechi in un altro paese dell'UE, il tuo operatore di telefonia
mobile è obbligato a inviarti un SMS con un riepilogo delle tariffe per le
chiamate in entrata e in uscita, gli SMS e il collegamento online
(scaricamento dati) in tale paese.
Cosa fare in caso di problemi Se ritieni che il tuo operatore abbia violato i tuoi diritti riguardo alla
tariffe e alle condizioni di roaming:
contatta l'operatore/venditore specificando i tuoi diritti e i suoi
obblighi e chiedigli di risolvere il problema prima di dover passare ad
altre misure se non sei soddisfatto della sua risposta, puoi rivolgerti
alle autorità nazionali di regolamentazione competenti. Potrebbero
essere in grado di risolvere la controversia.
“Qualunque petto amor d’Italia
accende” (G. Leopardi)
8 marzo 2017 p. 10
A questo punto
Donato aveva fatto
del suo mestiere
un’arte, per cui si
rimise in bottega
per realizzare
questa volta un
sandalo per donna,
anch'esso dalle
dimensioni
notevoli. Appena
terminato, Donato
decise di cederlo al
comune di
Cancellara insieme
alla forma di legno
utilizzata per la realizzazione della scarpa da
Guinness e ad una bacheca contenente una
collezione di scarpe minuscole di straordinaria
bellezza.
Questo generoso gesto spiega il forte legame
che univa Donato alla sua terra natia e per la
quale il suo cuore ha continuato a battere fino
alla fine dei suoi giorni.
Il comune di Cancellara ha gradito molto gli
omaggi del caro Donato, riservando ad essi un
angolo della Sala Consiliare aperto a tutti,
curiosi e ammiratori.
Della scarpa da Guinness, invece, si sono perse
le tracce e la famiglia lancia un accorato
appello alla ditta che l’ha commissionata
perché possa ritrovarla, semplicemente per
scattarle ancora una foto e rivivere il ricordo
dell’amato Donato.
VISITATE IL NOSTRO SITO www.BottegArte.eu
è in rete con una pagina riservata a
"Il Botteghino"
Villa Poggio Salvi
ha partecipato alla manifestazione
presentando i seguenti vini:
BRUNELLO di MONTALCINO DOCG 2012 CRU-POMONA
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ROSSO di MONTALCINO DOC 2015
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Nato a Cancellara il 4 gennaio 1919, Donato già
da piccolo manifestava una spiccata precisione e
abilità per tutto ciò che gli capitava di fare. Era
“mànë péndë”, come lo ricorda la sorella Lucia.
Furono proprio queste doti a risparmiarlo dal duro
lavoro dei campi per cui, appena adolescente, si
recò in un paese limitrofo a far da “discepolo” ad
un maestro per apprendere l’arte dello “scarparo”.
Acquisite le tecniche necessarie, Donato trascorse
alcuni anni a Cancellara lavorando presso una
bottega di calzolaio con l’intento di perfezionarsi
nel mestiere. Ormai la vita di paese gli stava un
po’ stretta e per sfuggire alla miseria e alla
quotidianità, il giovane calzolaio, con il mestiere
in tasca e una valigia colma di sogni, si avventurò
verso la lontana Argentina. Stabilitosi a Buenos
Aires, fu subito notato per il suo talento, tanto da
essere nominato caporeparto in una fabbrica di
scarpe.
Nel frattempo convolò a nozze, per procura, con
una giovane donna di buona famiglia conosciuta a
Cancellara prima di partire. La neo sposa non esitò
a raggiungerlo e dopo un’interminabile traversata
oceanica, i due poterono coronare il loro sogno di
vita insieme. Erano trascorsi una decina d’anni
quando la coppia, che nel frattempo aveva dato alla
luce due figli, si trasferì a Bologna dove Donato
aprì una modesta bottega di riparazione scarpe.
Ormai in pensione, Donato si dilettava a
realizzare scarpe in miniatura, finemente
rifinite, che raggiungevano a malapena la
lunghezza di un pollice: un hobby che aveva
iniziato a coltivare, nei ritagli di tempo, quando
lavorava a Buenos Aires.
Un bel giorno, mentre era intento a realizzare
una delle sue minuscole creazioni, fu invitato
da una conceria di Pisa a confezionare una
scarpa un po’ fuori misura che mettesse in
risalto la qualità della pelle utilizzata. Donato
prese decisamente sul serio la richiesta, tanto
da farsi prendere un po’ la mano.
Trascorsero sei lunghi mesi e tra cuciture,
chiodi, martello, lacci e lucido, con grande
orgoglio presentò la sua creatura: una scarpa
lunga un metro e novantadue centimetri. Era un
po’ come Geppetto che dal suo pezzo di legno
aveva dato alla luce Pinocchio. Considerate le
straordinarie dimensioni della scarpa, fu tentato
di chiederne l’inserimento nel Guinness dei
Primati. E fu così che l’8 ottobre del 1993,
dopo attente valutazioni da parte dell’Ufficio
Omologazione Primati, la scarpa venne
ufficialmente inserita nel libro dei Guinness dei
Primati.
corrispondenza dall’Italia
LA FIABA DEL
CIABATTINO PER
GNOMI E PER GIGANTI di Franca Caputo
C’era una volta un ciabattino che viveva a Cancellara, un piccolo paese situato nel cuore della
Lucania dove le case fanno il girotondo intorno al castello…
È così che inizia la storia - dal sapore di fiaba - di Donato Biscione, l’autore della scarpa da
Guinness dei Primati, recentemente scomparso a Bologna alla veneranda età di 98 anni.
CRISTOFORETTI E BENIGNI
EMBLEMI DELL’ITALIA ALL’ESTERO
Per quanto riguarda l’immagine dell’Italia all’estero, la politica non
conta. Secondo gli intervistati nell’ultima rilevazione sugli italiani e la
politica internazionale Ispi-Rainews, realizzata da Ipsos, Samantha
Cristoforetti e Roberto Benigni sono i due personaggi che meglio
rappresentano il nostro paese all’estero. Nessun politico figura nelle
prime 5 posizioni.
Ambasciata d’Italia a Bruxelles http://www.ambbruxelles.esteri.it/Ambasciata_Bruxelles
Cancelleria Consolare a Bruxelles http://www.consbruxelles.esteri.it/Consolato_Bruxelles
Parlamento Europeo
www.europarl.europa.eu / www.europarl.it
Commissione Europea
www.ec.europa.eu / www.ec.europa.eu/italia
Consiglio dell'Unione Europea
www.consilium.europa.eu
Corte di giustizia delle Comunità europee
www.curia.europa.eu
Comitato economico e sociale
www.eesc.europa.eu
Comitato delle regioni
www.cor.europa.eu
Gazzette Ufficiali dell'Unione Europea
www.eur-lex.europa.eu/it/index.htm / www.ted.europa.eu/
EUR Info Centres
www.ec.europa.eu/enterprise-europe-network
Associazione “SVILUPPO EUROPEO” sede fiscale a Bruxelles e rappresentanza in Italia
http://www.associazionease.eu/
Nata dalla volontà di alcuni Componenti che hanno deciso di trovare uno spazio nella loro professione per offrire, attraverso un Sito web, un contributo
di pensiero e non solo. Esperti e professionisti curano Rubriche on-line, rendendosi disponibili a fornire assistenza, ispirandosi ai principi
Fondamentali dell'Unione Europea, abbracciando argomenti come, Giustizia, Salute, Ambiente, Creatività, Arte & Cultura. Chi ha necessità di un
parere professionale, può rivolgere un quesito ai componenti dell’associazione. I Consulenti dell’Associazione Sviluppo Europeo forniranno
un’assistenza di base, mentre ulteriori approfondimenti potranno essere richiesti attraverso contatti privati tra le parti.
Chi si rivolge all’ASE - chiunque desidera cogliere informa-
zioni, news ed approfondimenti sulle materie trattate ; chiunque desideri
presentare un proprio progetto e ambisce alla buona riuscita. Chiunque
desideri curare una Rubrica potrà proporsi scrivendo a:
L’Associazione consente ai propri collaboratori e sostenitori di ottenere
maggiore visibilità e instaurare nuovi rapporti in un contesto europeo.
a chi si rivolge l’ASE - l’Associazione si rivolge a professio-
nisti, artisti, a sportivi, per offrire loro l’opportunità di avere un supporto
gratuito su cui contare per un’ulteriore presentazione attraverso i canali
acquisiti, mettendo anche a disposizione il sito per condurre una Rubrica
individuale, senza doversi preoccupare della gestione e dei costi di un
sito personale. Il Sito web offre un canale attraverso il quale instaurare
un rapporto diretto tra visitatore e conduttore delle rubriche.
del minore causate da un disagio sociale grave o di malattia.
Attraverso l’impegno di 172 volontari e 38 operatori è
presente a Milano, Roma, S. Benedetto del Tronto, Kisii
(Kenya) e Chikuni (Zambia).
L’Opera per la gioventù "Giorgio La Pira", nata a Firenze
nel 1954, è impegnata nella formazione umana e cristiana
dei giovani, finalizzata ad un responsabile inserimento nelle
comunità e alla costruzione di una casa comune europea.
Fondatore è stato Pino Arpioni, che maturò l'idea negli anni
passati nei campi di prigionia tedeschi durante la guerra.
L’Associazione Pegaso, nata nel 1998 dalla volontà di un
gruppo di familiari di persone con disabilità, ha come
obiettivo la creazione di un futuro per i propri figli e per chi
ha perso i genitori e si propone di condividere e mettere a
confronto esperienze di famiglie con persone disabili per
costruire insieme un futuro adatto ai loro cari. Casa Pegaso,
situata a Bisceglie (Bt) e inaugurata nel dicembre 2015, è la
risposta alla domanda ricorrente dei genitori “che ne sarà
dei nostri figli quando noi non ci saremo più?”.
Nawal Soufi è una giovane donna italiana di 26 anni di
origini marocchine da sempre impegnata nelle attività
rivolte al sociale, oggi è diventata un punto di riferimento
per migliaia di migranti, in particolare siriani, che la
chiamano al telefono cellulare dai barconi in difficoltà
lanciandole il proprio SOS per sopravvivere al viaggio della
speranza nel Mediterraneo: lei raccoglie le loro coordinate e
le comunica alla Guardia Costiera, che si attiva per salvarli.
I profughi ricevono anche il suo aiuto, così come quello
della rete di volontari che ha creato.
Dal 2008, il Premio del Cittadino del parlamento europeo è
assegnato a cittadini singoli o a gruppi, organizzazioni e
associazioni che si sono distinti per rafforzare l'integrazione
europea e il dialogo tra i popoli, mettendo in pratica i valori
della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.
Ogni candidato deve essere proposto e presentato da
almeno un eurodeputato.
“Per essere italiani nel mondo,
dobbiamo essere europei in Italia” (G. Agnelli)
8 marzo 2017 p. 11
AEREI: ITALIA QUINTA IN CLASSIFICA PER
TRAFFICO DEI PASSEGGERI
Nel 2015, il traffico dei passeggeri in Europa è aumentato del 4,8% rispetto al 2014,
passando da 1,3 a 1,4 milioni. I paesi che nel 2015 presentano il maggior traffico in
termini assoluti sono Regno Unito con circa 232 milioni di passeggeri (+12,2 milioni
rispetto all’anno precedente), Germania con più di 194 milioni (+7,4 milioni rispetto
all’anno precedente), Spagna con 175 milioni (+9,3 milioni rispetto all’anno
precedente) e Francia con circa 142 milioni, ma con una diminuzione di 927 mila
passeggeri; l’Italia si colloca al quinto posto nella classifica europea, con poco più di
128 milioni di passeggeri (+6,1 milioni rispetto al 2014). Lo rende noto l’Istat.
Complessivamente nel 2015 questi cinque paesi rappresentano circa il 62,9% delle
destinazioni europee. Considerando l’andamento registrato tra il 2014 e il 2015 i
maggiori incrementi riguardano Polonia (+12,6%), Irlanda (+12,5%) e Portogallo
(+10,5), mentre si registra una forte riduzione per Danimarca (-5,9%) e Francia (-
0,7%).
PREMIO CITTADINO EUROPEO
QUATTRO I VINCITORI ITALIANI
Sono la Fondazione Archè, l'Opera per la Gioventù "Giorgio La Pira", l'associazione
Pegaso e l'attivista italo-marocchina Nawal Soufi i quattro vincitori italiani del Premio
Cittadino europeo 2016, assegnato quest'anno a cinquanta tra persone, associazioni e
organizzazioni dei 28 Stati membri. La giuria ne ha selezioni 50 su 79 candidature. Vediamo da vicino chi sono i vincitori italiani: la Fondazione Archè, nata venticinque
anni fa su iniziativa di padre Giuseppe Bettoni, risponde a situazioni di sofferenza
L’Europa è più sana di quanto
molti credono
La vera malattia in Europa
sono i suoi oppositori (Jacques Delors)
notizie dall’europa
“Chi nel marzo non pota la sua vigna,
perde la vendemmia” (proverbio)
Marzo, 3° mese dell'anno (secondo il Calendario
Gregoriano), conta 31 giorni che segnano il
passaggio dalla stagione invernale a quella
primaverile e un aumento generale delle
temperature.
Fin dall'antichità era visto come l'inizio di qualsiasi attività, umana (in passato, era
frequente cominciare una guerra in questo periodo) e della natura, dopo il lungo letargo
dell'inverno; tutt'oggi dà avvio al calendario astronomico, inaugurato dall'equinozio di
primavera. Questo fenomeno, che cade il 20 o 21 del mese, vede il sole allinearsi
perpendicolarmente alla linea dell'equatore, facendo in modo che il giorno e la notte
abbiano eguale durata. Lo stesso si verifica al 22 o 23 di settembre (equinozio
d'autunno).
Le giornate si allungano visibilmente anche per via dell'introduzione dell'ora legale,
nell'ultima domenica di marzo.
Sotto il profilo climatico, marzo è un mese instabile e l'antica saggezza popolare lo
testimonia con numerosi proverbi e modi di dire, come «marzo pazzerello, guarda il
sole e prendi l’ombrello». Facile che ci sia il sole ma un mutamento improvviso e
viene giù un temporale. Un elemento costante è la forte presenza di vento, al punto che
durante la Rivoluzione francese venne ribattezzato "Ventoso".
LA MIMOSA: è una pianta che è stata importata in
Europa all’inizio del XIX secolo: originaria dell’Australia, in
Europa ha trovato il clima ideale per crescere e svilupparsi. I
suoi rami sbocciano a fine inverno e con il loro colore giallo
paglierino smorzano all’istante il grigiore dell’inverno per
portare l’allegria della primavera.
Secondo gli Indiani d’America i fiori della mimosa
significano forza e femminilità. Non è quindi un caso che sia
stato eletto fiore simbolo della festa della donna: non solo
infatti fiorisce proprio in concomitanza dell’8 marzo, ma ha
un significato in linea con la ricorrenza.
il fiore del mese
Una buona abitudine in
cucina è quella
d’insaporire i piatti con
scorza di limone
grattugiata: si limita così
l’uso del sale nella dieta e si fa una buona scorta di
antiossidanti.
Preferire i limoni con la buccia poco lucida o, meglio ancora,
quelli di provenienza biologica.
MOUSSE
AL CAFFÉ
Ingredienti: 500ml di panna per dolci, 170 gr. di latte
condensato, 50 ml di caffé ristretto.
Preparazione: Montare la panna fredda di frigo. Da parte
mescolare il latte condensato con del caffé ristretto freddo di
frigo. Versare tutto nella ciotola con la panna montata e
mescolare delicatamente per non sgonfiare la mousse.
Si può usare la mousse per farcire una torta o come dolce al
cucchiaio
la ricetta del mese
Come conservare al meglio
la mimosa recisa
La mimosa è un fiore molto delicato ed ha purtroppo vita
breve. Basta però un piccolo trucco per allungare la vita a
questo fiore così primaverile e profumato. Utilizzando un
coltellino affilato, eliminate tutte le foglie che si sino
rovinate e quelle che crescono in basso: queste infatti
marciscono rapidamente perché a contatto con l'acqua del
vaso. Riempite il vasetto con dell'acqua tiepida in modo da
far fiorire i capolini non ancora aperti e a rendere più soffici
quelli già sbocciati. Inoltre tenere il vasetto lontano da ogni
fonte di calore (es. termosifoni).
1 marzo 1961: L'Aeronautica istituisce le “Frecce Tricolori”
4 marzo 1950: Debutta nelle sale Cenerentola della Disney
5 marzo 1876: Nasce il Corriere della Sera
6 marzo 1983: Primo cellulare in commercio
8 marzo 1817: Fondata la Borsa di New York
9 marzo 1959: Nei negozi arriva la bambola Barbie
10 marzo 1302: Dante condannato all'esilio da Firenze
11 marzo 2011: Disastro di Fukushima
13 marzo 1988: Inaugurato il tunnel sottomarino più lungo al mondo
15 marzo 1972: Al cinema esce “Il padrino”
16 marzo 1869: Brevettata la motocicletta
16 marzo 1978: Moro viene sequestrato
17 marzo 1861: Vittorio Emanuele II proclamato Re d'Italia
19 marzo 1964: Inaugurato il traforo del Gran San Bernardo
20 marzo 1800: Alessandro Volta presenta la pila
21 marzo 1956: Anna Magnani, prima attrice italiana a ricevere
l’Oscar ;
22 marzo 1963: Esce il primo album dei Beatles
23 marzo 1857: Installato il primo ascensore per persone
29 marzo 1795: Primo concerto di Beethoven
30 marzo 1876: A Trieste inaugurato il primo trasporto pubblico
31 marzo 1889: Inaugurata la Torre Eiffel
accadde a marzo…
8 marzo 2017 p. 12
I fiori che si possono
seminare sono quelli di
ciclamino, dalia,
gladiolo, begonia e
gelsomino.
Le rose devono essere irrorate e i geranei interrati.
Nell’orto si possono rimuovere le protezioni alzate contro il
freddo. La cicoria e la catalogna, invece, devono ancora essere
difese dagli sporadici ma pericolosi abbassamenti di
temperatura.
il mese
nell’orto e in giardino
consigli utili
per la salute
CATTIVI ODORI
DA TUBATURE
E SCARICHI
Per evitare gli odori sgradevoli che provengono dagli scarichi dei
sanitari, versare nelle tubature una miscela composta da 3 cucchiai
di sale grosso e 3 cucchiai di bicarbonato di sodio, seguiti da acqua
bollente in quantità.
fai da te
....
8 marzo 2017 p. 13
Perché la mimosa è il simbolo
della festa della donna? Sembra che la mimosa sia stata adottata come
fiore simbolo della festa della donna dalle
femministe italiane.
Era il 1946 quando l’U.D.I. (Unione donne
italiane) stava preparando il primo “8 marzo” del
dopoguerra.
Si cercava un fiore che potesse.
contraddistinguere e simboleggiare la giornata E
furono le donne italiane a trovare nella profumata
mimosa il simbolo della festa delle donne. In più
questi fiori avevano (e hanno) il gran vantaggio
di fiorire proprio nel periodo della festa e di non
essere troppo costosi.
Come conservare al meglio la
mimosa recisa La mimosa è un fiore molto delicato ed ha
purtroppo vita breve. Basta però un piccolo
trucco per allungare la vita a questo fiore così
primaverile e profumato. Utilizzando un
coltellino affilato, eliminate tutte le foglie che si
sino rovinate e quelle che crescono in basso:
queste infatti marciscono rapidamente perché a
contatto con l'acqua del vaso. Riempite il vasetto
con dell'acqua tiepida in modo da far fiorire i
capolini non ancora aperti e a rendere più soffici
quelli già sbocciati. Inoltre tenere il vasetto
lontano da ogni fonte di calore (es. termosifoni).
Non tutti ne conoscono il
motivo La Giornata internazionale della donna o più
comunemente "Festa della Donna", viene
celebrata ogni anno in tutto il mondo
occidentale dalle istituzioni e dai privati
cittadini. Si tratta di una festività internazionale
che cade ogni anno l’8 marzo e che vuole
commemorare le conquiste sociali, politiche ed
economiche delle donne in tutto il mondo.
È nata inizialmente come una giornata di lotta,
IN ITALIA DONNE PIÙ
LONGEVE DEGLI UOMINI
Le donne italiane hanno un’aspettativa di vita di
85 anni, contro gli 80,3 degli uomini; quelle che
un tempo erano ritenute malattie a prevalenza
maschile come malattie cardiovascolari, obesità,
carcinoma polmonare, sono ora fra le principali
cause di morte per le donne. Rispetto agli
uomini consumano più farmaci, con una
prevalenza d’uso del 67,5% contro il 58,9%
negli uomini, fumano di meno - il 14,8% di
donne dichiara di fumare sigarette rispetto al
24,5% di uomini - e fanno meno uso di alcol - le
consumatrici a rischio sono l’8,2% rispetto al
22,7% dei consumatori. Nonostante le donne in
sovrappeso siano meno degli uomini (28,2%
contro 44,8%), sono loro a praticare meno sport
e a essere più sedentarie: solo il 10,3% fa attività
sportiva con continuità e il 44,1% è sedentaria,
contro, rispettivamente il 27,1% e il 35,5% degli
uomini. A fare il punto sulla salute della donna è
il Libro bianco di Onda, l’Osservatorio
nazionale sulla salute della donna, grazie alla
collaborazione di Farmindustria. Dal rapporto
emerge quanto le donne italiane siano sottoposte
a peggiori condizioni lavorative rispetto agli
uomini, fattore questo che le espone a maggiori
rischi di stress con ripercussioni sulla salute.
specialmente nell'ambito delle associazioni
femministe, contro le oppressioni che la donna ha
dovuto subire nel corso dei secoli.
La festa sembra oggi aver perso quello spirito
originario, lasciando posto a una ricorrenza
caratterizzata da elementi di tipo più
commerciale.
Perchè l' 8 marzo Non è un caso che questa giornata cada proprio
l’8 marzo: fu in quel giorno, nel 1908, che un
gruppo di operaie di un’industria tessile di New
York fece sciopero per protestare contro le
terribili condizioni lavorative costrette a
sopportare. Lo sciopero era iniziato qualche
giorno prima, ma l'8 marzo la proprietà
dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica,
impedendo alle operaie di uscire. Nella fabbrica
scoppiò un incendio in cui persero la vita ben 129
operaie, tra cui molte immigrate, anche italiane.
L’8 marzo venne quindi scelto come giornata
internazionale per ricordare questo tragico evento
e poi per non dimenticare l’importanza dei diritti
fondamentali della donna.
PERCHÈ LE DONNE HANNO LA PRESSIONE ARTERIOSA
PIÙ BASSA DEGLI UOMINI
Perché le donne in età fertile hanno la pressione arteriosa più bassa degli uomini di pari età?
Perché dopo la menopausa i loro valori pressori uguagliano e addirittura superano quelli degli
uomini? Sono domande che hanno assillato Cardiologi e Ricercatori per decenni. Una ricerca
della dott.ssa Brasilina Caroccia del Dottorato Internazionale in Ipertensione Arteriosa e Biologia
Vascolare dell’Università di Padova.
I ricercatori hanno dimostrato che il principale estrogeno della donna, il 17 -estradiolo, agendo
attraverso il recettore beta inibisce potentemente la produzione di uno dei maggiori ormoni
pressori, l’aldosterone, da parte delle ghiandole surrenaliche. Quando quest’inibizione non
funziona più o perché il recettore è bloccato, per esempio nelle donne con cancro alla mammella
cui venga prescritto un trattamento con modulatori degli estrogeni, ovvero quando il livello di
estrogeni cala fisiologicamente, come avviene durante la menopausa, la produzione di
aldosterone viene stimolata. Ciò succede perché viene attivato un nuovo recettore chiamato
GPER-1. Ne deriva l’aumento delle concentrazioni di aldosterone in circolo e un incremento della
pressione arteriosa i cui valori superano quelli degli uomini di pari età.
La scoperta apre nuove inaspettate prospettive per la riduzione del rischio cardiovascolare nelle
donne in menopausa.
LE DONNE PIÙ BRAVE A
VEDERE UN VOLTO UMANO
DOVE NON C’È
Guardando le nuvole, a molti è capitato di
riconoscere una forma familiare, un animale o
un volto umano, magari con un’espressione
particolare. Ad alcune persone, tuttavia, succede
più spesso: il gruppo di ricerca dell’Università
di Milano-Bicocca coordinato dalla
professoressa Alice Mado Proverbio insieme
alla dottoressa Jessica Galli, analizzando maschi
e femmine, ha scoperto che le donne sono molto
più portate degli uomini a trovare sembianze
umane in un oggetto reale e ad attivare, di
conseguenza, le aree cerebrali legate all’affet-
tività. Per arrivare a questo risultato è stata
misurata la risposta del cervello alla percezione di
stimoli visivi legati a quattro categorie di
immagini: volti umani, oggetti qualsiasi, oggetti
simili a facce e, infine, animali.
La pareidolia (dal greco èidōlon, “immagine”) è
l'illusione che tende a ricondurre oggetti o profili
dalla forma casuale a forme note.
In questo studio viene anche svelato il
meccanismo con cui il nostro cervello “attribuisce
un’anima” ad oggetti altrimenti inerti, ovvero li
antropomorfizza conferendo loro motivazioni,
emozioni e intenzioni con il coinvolgimento della
regione temporale superiore di destra, del
cingolato posteriore e della corteccia orbito-
frontale, parti del cosiddetto “cervello sociale.
8 marzo 2017 p. 14
Davanti all'armadio indecise su cosa indossare, è una scena che si ripete ogni mattina. Stanche del nichilismo
del nero, optiamo per i colori. E appena indossato un abito colorato, ci sentiamo subito benissimo. Sì, perchè
quando scegliamo un colore esprimiamo inconsciamente un nostro bisogno. Parola di Isabella Romanello,
autrice del volume "Il colore, espressione e funzione" (Hoepli), nel quale sostiene che, coinvolgendo numerosi
campi (l'arte, il sociale, la psicologia, l'industria...), il colore ha un effetto sull'intero organismo.
Quale colore per quale utilizzo?
Ecco una guida per orientarsi nel mondo della cromoterapia
ROSSO : energetico e stimolante,
tendenzialmente eccitante. E' il colore delle
emozioni forti, dell'erotismo, del movimento e
dell'attività, del coinvolgimento, sia fisico che
emotivo.
Sì quando si desidera ricaricarsi di energia e si
vuole richiamare su di sè l'attenzione.
Sì nel make-up (labbra, unghie, capelli):
risveglia i processi vitali, esprime ardore e
passione.
Sì negli abiti e ambienti nelle attività fisiche e
sportive che richiedono sforzi muscolari,
dispendio di energia fisica e scatto.
No nei casi di nervosismo, sovraeccitazione e
stress. No nelle ginnastiche dolci e nello yoga.
GIALLO : come la luce solare, è allegro,
irradiante e benefico.
Per mente e corpo. Ha proprietà stimolanti che
inondano di gioia e ottimismo.
Sì quando si vuole apparire dinamici, dotati di
grande energia e sempre in movimento.
Sì quando si è depressi e un po' delusi, perchè
prepara all'attesa ottimistica e alla speranza
proiettata nel futuro.
No se si ha bisogno di riposo e di relax, perchè
è troppo stimolante e attivo.
No nelle occasioni in cui è richiesta
riservatezza e affidabilità: il giallo è troppo
estroverso.
ROSA : per antonomasia il colore della
bellezza femminile delicata, dolcemente
sensuale, teneramente fanciullesca. Evoca l'idea
di pace, di un'esistenza senza conflitti e
preoccupazioni. Sì per assumere un aspetto fre-
DONNE PIÙ SEDENTARIE DEGLI UOMINI
La quota di sedentari (elevata tra i piccolissimi di 3-5 anni), diminuisce nella fascia di età 6-10 anni, si mantiene bassa tra i minori ma aumenta
decisamente nelle fasce di età successive. A partire dai 65 anni quasi la metà della popolazione si dichiara sedentaria. I più sedentari sono gli over75,
fra i quali oltre il 68% dichiara di non praticare sport né attività fisica nel tempo libero. Lo mette in evidenza l’Istat nel report "Fattori di rischio per
la salute: fumo, obesità, alcol e sedentarietà". In tutte le fasce di età le donne sono più sedentarie degli uomini. In particolare tra gli
ultrasettantacinquenni si dichiarano sedentari il 57,9% degli uomini e il 75,8% delle donne. Anche per la sedentarietà emerge un forte gradiente Nord
- Sud, che, probabilmente, riflette una diversa disponibilità di strutture organizzate per praticare attività sportiva. Nella maggior parte delle regioni
meridionali e insulari più della metà della popolazione non pratica sport né attività fisica, fatta eccezione per la Sardegna dove la percentuale di
sedentari si attesta al 36,3%. Le percentuali più elevate si rilevano in Sicilia (57,3%), Campania (57,2%), Calabria (56,7%), Molise (55,1%),
Basilicata (51,7%) e Puglia (51,1%). Nei piccoli comuni fino a 2000 abitanti si osservano le quote più elevate di sedentari (42,2%). Meno elevata,
invece, la sedentarietà nei comuni centro area metropolitana (37,4%) e nei piccoli comuni da 2 mila a 10 mila abitanti (38,9%).
sco, fiorente e sano, che rimanda alla
giovinezza: dona luminosità all'incarnato.
Sì dopo un lungo periodo "nero", per alleggerire
la pesantezza dei ricordi negativi .
No se si ha un aspetto troppo immaturo e/o una
personalità infantile, perchè se ne trarrebbe
un'immagine di puerilità ed ingenuità.
No ai sognatori: potenzia l'abitudine a essere
poco concreti .
ARANCIO : somma di rosso e giallo, ha
un'azione a metà tra i 2 colori; rallegrante ed
energizzante come il rosso, non è tuttavia così
eccitante, perchè ha in sè una nota di
morbidezza.
Sì quando si vuole comunicare in modo
espansivo, dare un'immagine di sè piacevole ed
allegra.
GUIDA ALLA CROMOTERAPIA
Sì per contrastare pessimismo, apatia e insoddisfazione No per le persone troppo espansive e giocherellone, che "fanno fatica a prendere le cose sul
serio". No se si vuole dare un'immagine di sè di rassicurante, seria e ponderata.
BLU freddo, calmante, associato alla profondità del mare o del mistero notturno e all'affettività Sì se dopo una giornata di lavoro si resta tesi:
rilassa e riequilibria la mente. Sì quando si vogliono sottolineare doti di umanità e disponibilità: induce sentimenti di amicizia e di fiducia e comunica
sensibilità, affettuosità e sincerità. Sì per comunicare l'impressione di affidabilità e di sicurezza No se occorre mostrare un'immagine scattante e
vigorosa, aperta al futuro e non ripiegata sul passato. No dopo una rottura affettiva: evoca gli affetti perduti.
VERDE: neutro e stabilizzatore, dona equilibrio a mente e corpo. E' collegato alle idee di stabilità, sicurezza, mitezza, serenità e costanza Sì
indossare o circondarsi di verde dopo una giornata faticosa, per ritrovare la calma e il rilassamento. Sì per dare di sè un'immagine di grande sicurezza
No quando è richiesto coinvolgimento emotivo perchè comunica freddezza e distacco, o comunque non disponibilità. No se si desidera apparire
originali, perchè tende a risultare noioso e troppo equilibrato.
VIOLA: Ambiguo e misterioso, è in grado di donare fascino, soprattutto nelle tonalità più morbide. E' associato a fantasia, creatività aritistica,
ispirazione e sensualità Sì quando si vuole suscitare ammirazione per la propria originalità e si vuole apparire diversi, inafferrabili o ambigui
Sì per stimolare la parte creativa di sè No se si rischia di apparire troppo bizzarri o eccentrici. No se si è in contatto con persone superstiziose, che in
questo colore evocano il lutto, la penitenza No all'utilizzo esclusivo. Meglio mischiarlo e "alleggerirlo" con colori più caldi come giallo, arancione e
rosso.
BIANCO: tinta della pulizia materiale e della purezza spirituale. Freschezza e giovinezza sono le sue connotazioni: evoca le possibilità infinite
una pagina bianca ancora da riempire. Ideale per iniziare una nuova vita. Anche in senso figurato Sì tutte le volte che si avverte l'esigenza di essere
leggeri. Sì per donare splendore radioso a viso e corpo. Sì se si desidera sottolineare giovinezza e freschezza No quando si rischia di sottolineare un
temperamento già distaccato e glaciale. No se la situazione richiede di essere vissuta con fantasia, coinvolgimento e passione: l'immagine
impersonale del bianco rende tutto mentale, razionale e anonimo.
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