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AGENDA GIOVANI

L’EMERGENZA GIOVANILE: UNA PRIORITÀ PER IL PAESE

L’Italia deve ricominciare a investire nel proprio futuro. Negli ultimi vent’anni, lo sguardo della politica ha smesso di puntare avanti, schiacciando il nostro Paese sul presente e sul passato, togliendo slancio e prospettiva. È invece necessario puntare sui giovani e il futuro. I giovani sono stati al centro di molte misure adottate dal governo Monti, che è necessario intensificare.

È la stessa Agenda Monti a indicare questa via: “bisogna rilanciare un Piano Occupazione giovanile con incentivi a sostegno della formazione e dell’inserimento nel mercato del lavoro e con forme di detassazione per chi assume lavoratori tra i 18 e i 30 anni”. A novembre 2012 i disoccupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono 641 mila, cioè il 37% della forza di lavoro di quell'età. E anche moltissimi di coloro che un lavoro ce l’hanno si trovano costretti in situazioni di precariato, basti pensare che nel 2011 solo il 18% dei nuovi contratti attivati è stato a tempo indeterminato: sono 3 milioni i lavoratori con contratto a tempo determinato (dipendenti a tempo, lavoratori a progetto e collaboratori). Per risolvere questa vera e propria emergenza generazionale, Scelta Civica propone:

• La sperimentazione di un nuovo contratto a tempo indeterminato che assorba le attuali forme di contratto precario: un contratto più flessibile, meno costoso, ma con maggiori tutele in caso di licenziamento per superare un dualismo nel quale una parte di lavoratori, sempre più piccola, ha tutte le tutele a spese dell’altra parte, sempre più grande, che non ha alcuna tutela.

• L’offerta, a ogni giovane che esca da un ciclo scolastico, entro il termine massimo di 4 mesi di un servizio di orientamento scolastico e professionale, e un’opportunità di apprendistato, formazione, o lavoro.

• L’istituzione e il finanziamento di più efficienti servizi all’impiego, ovvero di assistenza nella ricerca di una nuova occupazione per le persone che abbiano perso il lavoro precedente.

• La creazione di un Fondo d’Opportunità per Giovani meritevoli e/o svantaggiati, da maturare durante gli anni della scuola, per facilitare l'accesso a opportunità di studio o di realizzazione professionale che richiedono costi non sempre sostenibili da tutte le fasce di reddito.

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Nella riunione del Consiglio Europeo dello scorso 8 Febbraio, i 27 Paesi dell’Unione hanno stanziato investimenti per sei miliardi di euro da utilizzare in Paesi come Spagna, Italia, Portogallo e Grecia, in cui la disoccupazione giovanile supera il 25%. Metà della somma verrà ricavata dal Fondo sociale europeo, mentre il resto sarà denaro fresco. Questo impegno è da associarsi al forte aumento della spesa per l'innovazione, gli investimenti e la competitività dell'economia europea: l'Italia avrà oltre 400 milioni di euro per il nuovo fondo dedicato all'occupazione giovanile, in particolare per il Mezzogiorno. Il problema dell’Italia è che l’ascensore sociale è bloccato da tempo: è un Paese polarizzato tra chi ha rendite d’appartenenza e chi no, e ciò genera tensioni sociali, insicurezza, e precarietà per i secondi. L’Italia ha allo stesso tempo uno dei più bassi tassi di mobilità sociale e uno dei più alti tassi di concentrazione della ricchezza. È sufficiente pensare che, nell’ultimo quinquennio, il reddito delle fasce generazionali più anziane – quelle già più ricche – è continuato ad aumentare, mentre è crollato quello di chi ha sotto i 45 anni. Costruire una società più giusta e moderna richiede di aggredire non solo il deficit fiscale, ma anche il deficit di opportunità che il Paese offre ai suoi giovani e alle persone meritevoli: le stesse che, ogni anno, fuggono all’estero, quale uscita di sicurezza da un Paese che spesso non sa riconoscere e coltivare il talento e ricompensare il merito a prescindere dal censo o dalle conoscenze. Più mobilità sociale e più spazio al merito significa una società più dinamica, più innovativa e con meno diseguaglianze sociali. Una società aperta significa che tutte le posizioni sono contendibili e non acquisite per sempre. Vuol dire aprire spazi a chi ha più voglia di fare o a chi ha idee nuove, senza corsie preferenziali o rendite di posizione, senza privilegi. Occorre aprire professioni e mercati ai giovani e ai nuovi entranti e garantire l’accesso alla pubblica amministrazione basato su concorsi generali e imparziali.

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