Riproduzione su lucido della mappa storica
LA COSTRUZIONE DELL’ARSENALE
Nel1862 iniziano i lavori per la costruzione dell'Arsenale, per volontà di Cavour. Domenico Chiodo è incaricato della direzione del progetto e dà avvio ai lavori sulla piana di San Vito presso Marola. I lavori si protraggono per sette anni e l'arsenale viene inaugurato il 28 agosto 1869 dallo stesso generale Domenico Chiodo. Con la costruzione dell'Arsenale la città mutò completamente aspetto: scomparvero le mura, furono demolite le antiche chiese che sorgevano nella zona dell'Arsenale. Venne raso al suolo il paesino di San Vito e distrutta la passeggiata a mare che lo univa alla Spezia. Furono realizzati nuovi spazi urbani come i rettilinei di Viale Italia e Viale Garibaldi (ai tempi Via Militare) e i giardini.L'Arsenale fu separato dalla città da un fossato ottenuto deviando il corso del canale Lagora e da un muro di cinta con delle torri semicircolari e le Porte: la Porta Principale, Porta Sprugola, Porta Ospedale, Porta Ferrovia, Porta Ponente e Porta Marola.La manodopera necessaria alla realizzazione di questa imponente opera richiamò alla Spezia dalle zone limitrofe e da ogni parte di Italia un gran numero di lavoratori, seguiti dalle rispettive famiglie, portando ad una mescolanza di genti e culture.
Visita al Museo Navale
Le mura
Il tratto più significativo delle mura é quello che dal castello San Giorgio scende verso il basso per un ampio tratto, con i suoi merli tagliati a coda di rondine.
Castello San Giorgio
Nel Castello San Giorgio sono conservati i reperti storici di tanti popoli perché è un museo. Noi andiamo lì per conoscere la storia di quei reperti e per fare laboratori storici, divertenti.
Il quartiere Umberto I occupa una porzione regolare tra Viale Giuseppe Garibaldi, Viale Amendola (prima V.le Savoia), V.le Ferrari (prima V.le Regina Margherita) e la stazione ferroviaria.
Le case furono 123, ciascuna a 4 piani. L'intervento fu realizzato nel tempo record di soli 3 anni dal 1886 al 1889. Il quartiere si integrò con la città storica e si espanse verso Rebocco e la collina di Gaggiola, dove si insediò, nei primi del Novecento, il 21mo Reggimento di Fanteria. Il quartiere ha e ebbe il suo cuore nella Piazza Benedetto Brin, con la chiesa della Scorza e i palazzi ricchi e fu centrato sull'asse urbano di Corso Cavour. Le case si organizzano in isolati rettangolari e le facciate risultano semplici.
Umberto I (Torino, 14 marzo 1844 – Monza, 29 luglio 1900) fu Re d'Italia dal 1878 al 1900. Figlio di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, e di Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena, regina del Regno di Sardegna, morta nel 1855.Da Umberto I prende il nome l'omonimo stile artistico ed architettonico.
A lui si deve il nome del quartiere in cui viviamo
LE CHIESE DELLA PARTE DEL QUARTIERE PIU’ VICINA ALLA SCUOLA
La Chiesa di Nostra Signora della Salutein Piazza Brin
La Chiesa Evangelica Battista di Via Milano
Al centro dei giardini di Piazza Brin è posta la fontana delle voci realizzata da Mirko Basaldella, iniziata nel 1955. È una fontana con un mosaico che copre l’intera superficie della scultura, del basamento cilindrico su cui poggia, delle pareti interne della vasca poligonale che raccoglie l’acqua zampillante. Il mosaico è dotato di una prevalenza di tessere dorate, che accompagnano i numerosi motivi in più colori. È alta sette metri e mezzo.
LA FONTANA DI PIAZZA BRIN
I palazzi
Alfonso La Marmora
i grandi personaggi che hanno dato il nome alle strade
Antonio Gramsci
Camillo Benso Conte di Cavour
Filippo CorridoniGiovanni
Amendola Domenico Chiodo
Formulazione di ipotesi relative alle persistenze
scaturite dal confronto tra le cartine
Uscita nel quartiere
Uscita sul territorio
Chiesa di Via Milano
Mulino storico
La tecnologia del mulino
Chiesa antica
Le antiche cantine dei palazzi di
Via Corridoni
Riproduzione dal vero
Caserma XXI
Caserma del XXI Reggimento Il XXI Reggimento risiedeva in una caserma, tipo piccolo castello, con torretta
sovrastante l'ingresso, situata nella parte nord della città, alla fine di viale Savoia (oggi viale Amendola).
I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale avevano in parte distrutto
l'edificio della caserma ma, nelle ali ancora utilizzabili, dopo l'8 settembre 1943, trovarono collocazione le prigioni fasciste della R.S.I.
In tali prigioni furono perciò rinchiusi partigiani, patrioti, semplici cittadini rastrellati che nei tristemente noti locali dell'ex XXI subirono torture e brutalità di ogni tipo.
L'edificio, andato in ulteriore rovina, oggi non esiste più, essendo stato raso al suolo nel 1950.
Successivamente è stato costruito nella stessa area il "Complesso scolastico 2 Giugno" (che ospita Nido, Scuola dell'Infanzia, Elementare, Media e una Scuola Superiore, il Liceo G. Mazzini).
Sono state però conservate sullo stesso terreno, a monito e memoria futura, alcune tracce murarie della costruzione pre-esistente, con lo scopo di ricordare, anche mediante una lapide opportunamente apposta, la presenza su di esso dell'orribile prigione fascista.
Sul prato del "Complesso 2 Giugno" ha inoltre trovato posto un monumento riguardante la deportazione nei lager di sterminio e il Sacrario.
Adozione
Bisogna rispettare l’ambiente
che ci circonda
Non dobbiamo rovinare il quartiere e dobbiamo pulirlo.
Bisogna rispettare le cose nostre
e quelle degli altri.
Se siamo in Cina non
sporchiamo la Grande Muraglia.
Bisogna voler bene al posto
che ci circonda e
curarlo ogni giorno.
Dobbiamo collaborare a renderlo migliore: si
deve proteggere
Non bisogna
distruggere l’ambiente
né i monumenti
storici.
Da soli non bastiamo … miglioriamo …chiedendo
aiuto agli altri.
Dobbiamo controllare l’ambiente ogni giorno
per “ricordare” (giorno della
memoria)
Proteggere le persistenze storiche che
ci stanno vicine
Proteggere le persistenze storiche che
sono più lontane, tipo le piramidi,
comunicando agli altri.
Comunicare agli altri per
farlo arrivare a
tutti.
Trovare altre
persistenze storiche da proteggere
Condividiamo le fonti storiche per raccontare e per ricordare.
Dobbiamo mettere dei cartelli che spiegano il comporta-mento da
avere.
Dobbiamo passare
dall’impe-gno di uno
solo a quello di
tutti.
Si può abbellire il quartiere
con gli alberi, i
parchi e le
fontane
Bisogna proteggerlo perché così lo onoriamo
e lo rispettiamo
CONVERSAZIONE CONCLUSIVA
Noi ci proponiamo di iniziare dal nostro parco e coinvolgere tutti!
Vorremmo i cartelli e la pulizia!Vogliamo raccontare la storia del posto in cui andiamo a scuola anche agli altri!
Bisogna proteggere anche le
cose nuove perché
insieme a quelle
vecchie formano la “forza” del quartiere.
Dobbiamo abitare il
quartiere e animarlo
con le feste.
Dobbiamo stare nello
stesso spazio per
condividere il piacere e conoscerci.
Dobbiamo stare
insieme negli spazi
del quartiere
per condividere la gioia
Bisogna stare
insieme per fare la comunità.
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