A' DEGLI STUDI DI NAPOLI
Facoltà di Architettura
DELLO STUDENTE ANNO ACCADEMICO 1981-82
ORDINAMENTO DEGLI STUDI
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI
Facoltà di Architettura
GUIDA DELLO STUDENTE PARTE SECONDA ANNO ACCADEMICO 1981- 82
ORDINAMENTO DEGLI STUDI
COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO DI FACOLTÀ
Anno Accademico 1981-82
PROFESSORI DI RUOLO E FUORI RUOLO
l. SIOLA Uberto
2_ FADINI Angelo 3. ALISIO Giancarlo 4. ALISON Filippo 5. ANGRISANI Marcello
6. BARATTA Alessandro
7. BELLI Paolo
8. BISOGNI Salvatore
9. CANTONE Gaetana
lO. CAPOBIANCO Michele
11. CARDARELLI Urbano 12. CARPUTI Ugo
13. CASI ELLO Stella
14. CASTELLANO Giovanni
15. CATERINA Gabriella
16. DALAI EMILIANI M. Luisa
17. D'AMBROSIO Raffaele 18. D'ANGELO Guido 19. DE FUSCO Renato 20. DELLA SALA Francesco
21. DE SETA Cesare 22. DI STEFANO Roberto
Praf. ord. di Composizione architet· tonica - Preside
Praf. f.r. di CompI. di Matematica Praf. ord. di Storia dell'Architettura Prut. ord. di Arredamento Pruf. ord. di Composizione architet
tonica Pruf. straord. di Scienza delle Co
struzioni PruE. straord. di Scienza delle Co
struzioni Pruf. ord. di Composizione architet
tonica Prof. straord. di Storia dell'Architet
tura Praf. ord. di Composizione architet
tonica PraE. ord. di Urbanistica Praf. ord. di Tecnica delle Costru
zioni PraE. straord. di Restauro dei Monu
menti Praf. ord. di Scienza delle Costru
zioni PraE. straord. di Tecnologia dell'Ar
chitettura Prof. straord. di Letteratura Arti-
stica Prof. ord. di Urbanistica Prof. ord. di Materie giuridiche Prof. ord. di Storia dell'Architettura Prof. ord. di Composizione architet-
tonica Prof. ord. di Storia dell'Architettura Prof. ord. di Restauro dei monu
menti
23. FABBROCINO Vincenzo
24. FIENGO Giuseppe 25. FUSCO GIRARD Luigi
26. GANG EMI Virginia
27. GIUSTI BACULO Adriana 28. JOSSA Paolo
29. MANGO Roberto
30. MUROLO Claudio
31. NUNZIATA Massimo
32. PAGLIARA Nicola
33. RIGILLO Arturo 34. ROSSI LORIS Aldo
35. RUSSO ERMOLLI Ennio 36. SAMONA' Alberto
37. SGROSSO FRANCESE Anna 38. VENDITTI Arnaldo 39. VITTORINI Marcello
Praf. ord. di Tecnica delle Costruzioni
Prof. straord. di Caratteri stilistici Prof. ord. di E.~timo ed esercizio
professionale Prof. ord. di Tecnologia dell'Archi·
tettura Prof. straord. di Disegno e rilievo Pruf. straord. di Tecnica delle Co
struzioni ProL ord. di Progettazione artistica
per l'industria Praf. ord. di Unifìcazionc c prefab
bricazione edilizia Prof. ord. di Composizione architet
tonica ProL ord. di Composizione architet
tonica Prof. ord. di Urbanistica Prof. ord. di Composizione architet
tonica PruC ord. di Materiali speciali Pro/'. ord. di Composizione architet-
tonica Pro!'. straord. di Disegno e rilievo ProC ord. di Storia dell'Architettura Pro!". onl. dì Urbanistica
PROFESSORI INCARICATI STABILIZZATI
40. AMBROSIO Rosanna
41. BELLI Attilio 42. BOCCIA Serali no 43. BONELLI Maria Luisa 44. BORRELLl Gaetano 45. CELLA Carmela
46. CENNAMO Michele
47. COCCHI A Fabrizio 48. COLETTA Mario 49. DALISI Riccardo 50. D'ARISTOTILE Anna Maria
51. DE ANGELIS Almerico 52. DE FELICE Ezio 53. DEFEZ Alberto
54. DE FRANCISCIS Giovanni 55. DE ROSA Luciana
dì Analisi matematica e geometria analitica
di Urbanistica di Geometria descrittiva di Statica di Composizione architettonica di Analisi matematica e geometria
analitica di Illuminazione ed acustica nella
Edilizia di Arredamento di Storia dell'Urbanistica di Composizione architettonica di Analisi matematica c geometria
analitica di Scenografia di Allestimento e museografia di Consolidamento e adattamento
degli edifici di Composizione architettonica di Composizione architet tonica
56. DI SIMONE Giorgio 57. DIVICCARO M. Luigia
58. FORTE Francesco 59. GAMBARDELLA Alfonso 60. GUBITOSI Camillo 61. IZZO Alberto 62. LANINI Romano
63. MAlSANO Stelania 64. MARTINI Giulia
65. MAZZOLENI Donatella 66. MORRICA Lucio 67. NOTO Antonio 68. ORLACCHIO Domenico 69. PACI ELLO Stefano 70. PALERMO Calogero 71. PAPALE Giantristano 72. PICA CIAMARRA Massimo 73. PIEMONTESE Luigi
74. RAGUSA LIGUORI Fortunata
75. RENNA Agostino 76. RIGILLO TRONCONE Maria 77. ROSI Massimo 78. SAN TORO Lucio 79. SBRIZIOLO Alfredo 80. SCARANO Rolando 81. SCIVITTARO Antonio 82. SPIRITO Fabrizio 83. STARACE Francesco Saverio 84. TUCCI Francesco
85. VENTRE Aldo 86. VITALE Augusto
di Arte dei giardini di Analisi matematica e geometria
analitica di Urbanistica di Storia dell'Architettura di Disegno e Rilievo di Composizione architettonica di Pianificazione territoriale urba.
nistica di Statica di Analisi matematica c geometria
analitica di Composizione architettonica di Decorazione di Ponti e grandi strutture di Tecnologia dell'architettura di Composizione architettonica di Geometria descrittiva di Plastica ornamentale di Composizione architettonica di Pianificazione terri toriale urba.
nistica di Analisi matematica e geometria
analitica di Analisi dei sistemi urbani di Igiene edilizia di Disegno e rilievo di Storia dell'architettura di Composizione architettonica di Composizione architettonica di Disegno e rilievo di Composizione architettonica di Storia dell'architettura di Analisi matematica e geometria
analitica di Geometria descrittiva di Tecnologia dell'Architettura
RAPPRESENTANTI DEI PROFESSORI INCARICATI NON STABILIZZATI E DEGLI ASSISTENTI DI RUOLO
87. DAL PIAZ Alessandro 88. 89. 90.
Ass. di ruolo di Urbanistica
RAPPRESENTANTI DEI CONTRATTISTI
91. DE MASI Pasquale Contrattista presso la Cattedra di Composizione architettonica I
RAPPRESENTANTI DEGLI ASSEGNISTI
92. CAJATI Claudio Assegnistica presso la Cattedra di Composizione architettonica IV
RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI
93. AVETA Daniela 94. GAGLIARDO Elvira 95. SABATI NO Giovanni 96. VIDETTA Andrea
PREMESSA
Gli studenti hanno l'obbligo di conoscere le disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano la carriera scolastica universitaria.
Tali disposizioni sono contenute nel Testo Unico delle leggi sull'istruzione superiore, approvato con R.D. 31-8-1933, n. 1592, e successive modificazioni e nel Regolamento degli Studenti approvato con R.D. 4-6-1938, n. 1269.
L'Università di Napoli, allo scopo di portare a conoscenza degli studenti le più importanti di tali disposizioni, predispone annualmente la stampa della" Guida dello studente ».
Tutti gli studenti, in corso e fuori corso, in regola con la iscrizione e con il pagamento delle tasse prescritte per l'anno accademico 1981-82 hanno diritto a ritirare gratuitamente dalla Segreteria di Facoltà la Guida dello studente dietro esibizione del libretto universitario sul quale, a cura della Segreteria stessa, verrà posta apposita stampigliatura per attestare l'avvenuta consegna.
Eventuali nuove disposizioni di legge e di regolamento, modificatrici delle norme in vigore, nonché gli avvisi e le comunicazioni varie, vengono pubblicate di volta in volta unicamente nell'albo della Segreteria di Facoltà.
Tanto la Guida dello studente che le notizie affisse negli albi della Segreteria hanno tenore di notificazioni ufficiali agli interessati.
Lo studente è il solo responsabile della validità degli atti di carriera scolastica da lui compiuti. Pertanto, gli esami indebitamente sostenuti e gli atti di carriera scolastica invalidamente posti in essere saranno annullati.
L'Ufficio di Segreteria non è obbligato a dar corso a pratiche per corrispondenza.
Per quanto attiene alla possibilità da parte dello studente di ottenere l'assegno di studio, lo studente interessato è pregato di rivolgersi agli uffici dell'Opera Universitaria (Via De Gasperi n. 45).
TITOLI DI AMMISSIONE AL CORSO DI LAUREA DELLA FACOLTA
In base alle vigenti disposizioni di legge, possono iscriversi (Legge 11-12-1969 n. 910, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 13-12-1969):
a) i diplomati degli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata quinquennale, ivi compresi i licei linguistici riconosciuti per legge, e coloro che abbiano superato i corsi integrativi previsti dalla legge;
h) indipendentemente dal titolo di istruzione secondaria superiore posseduto, chiunque sia munito di altra laurea (ad eccezione dei diplomati dell'ISEF e in Vigilanza scolastica).
I laureati presso altre Facoltà, in base agli studi compiuti per il conseguimento dell'altra laurea, possono, con delibera del Consiglio di Facoltà, essere ammessi ad un anno successivo al primo, con eventuale dispensa dal suptllare esami di materie comuni od affini.
MECCANIZZAZIONE DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI
Si porta a conoscenza degli studenti della Facoltà di Architettura che è stata attuata la meccanizzazione dei servizi amministrativi della Segreteria della Facoltà, a mezzo del Centro Elettronico Amministrativo.
Tale innovazione riguarda 'Soltanto gli studenti immatricolati a decorrere dall'anno accademico 1968*69 in poi.
Pertanto gli studenti interessati, per ciascun atto di carriera scolastica, dévono riempire appositi moduli per uso del servizio meccanizzato. Tali moduli, da ritirare presso gli sportelli della Segreteria di Facoltà, devono essere riempiti con esattezza e chiarezza, nell'interesse stesso dello 'studente.
Nei casi di mancata presentazione del modulo o di inesatta compilazione dello stesso, le richieste avanzate dallo studente rimarranno inevase o sospese.
Pertanto, per assicurare la piena riuscita del servizio di meccanizzazione, si raccomanda la completa collaborazione degli studenti.
Per le stesse esigenze del nuovo sistema, si ricorda che le tasse scolastiche devono essere pagate usufruendo esclusivamente dei bollettini di c/c postale predisposti dall'Amministrazione universitaria, che si ritirano gratuitamente presso la Segreteria di Facoltà.
MODULI MECCANOGRAFICI
Mod. Sm/i - per l'immatricolazione Mod. Sm/2 - per la richiesta dispensa tasse Mod. Sm/3 - per la richiesta certificati Mod. Sm/5 - per la richiesta di passaggio Mod. Sm/6 - per la richiesta di trasferimento Mod. Sm!7 - per trasferimento in arrivo Mod. Sm/9 - per iscrizione anni successivi al primo Mod. Sm/IO - per !'immatricolazione dei laureati Mod. L/l - per la presentazione del piano di studio
ELENCO DEGLI INSEGNAMENTI ATTIVATI NELL'ANNO ACCADEMICO 1981-82
Insegnamenti fondamentali:
Analisi matematica e geometria analitica l° (A) Canfora A. Inéaricato
Analisi matematica e geometria analitica l° (B) Martini G. Stabilizzato
Analisi matematica e geometria analitica F (C) Ragusa Liguori F. Stabilizzato
Analisi matematica e geometria analitica l° (D) Tucci F. Stabilizzato
Analisi matematica e geometria analitica 1<> (E) D'Apuzzo L. Incaricato
Analisi matematica e geometria analitica 2° (A) Diviccaro M. L. Stabilizzato
Analisi matematica c geometria anali tica 2° (B) Cella C. Stabilizzato
Analisi matematica e geometria analitica 2° (C) D'Aristotile A. M. Stabilizzato
Analisi matematica e geometria analitica 'J:> (D) Ambrosio R. Stabilizzato
Arredamento (A) Alison F, Ordinario Arredamento (B) Cocchia F. Stabilizzato Composiz. architettonica l° (A) Angrisani M. Ordinario Composiz. architettonica l° (B) Mazzoleni D. Stabilizzato Composiz. architettonica l° (C) Nunziata M. Ordinario Composiz. architettonica l° (D) De Rosa L. Stabilizzato CompO'siz. architettonica l° (E) Scarano R. Stabilizzato Composiz. architettonica 2° (A) De Franciscis G. Stabilizzato Composiz. architettonica 2° (B) Borrelli G. Stabilizzato Composiz. architettonica 2° (C) Paci ella S. Stabilizzato Composiz. architettonica 2° (D) Izzo A. Stabilizzato Composiz. architettonica 3° (A) Bisogni S. Ordinario Composiz. architettonica 3° (B) Dalisi R. Stabilizzato Composiz. architettonica 3° (C) Siola U. Ordinario Composiz. architettonica Y (D) Spirito F. Stabilizzato Composiz. architettonica 4° (A) Rossi AL. Ordinario Composiz. architettonica 4° (B) Samonà A. Ordinario Composiz. architettonica 4° (C) Sbriziolo A. Stabilizzato Composiz. architettonica 4° (D) Cuomo A. Incaricato Composiz. architettonica 5° (A) Capobianco M. Ordinario Composiz. architettonica S° (B) Pagliara N. Ordinario Composiz. architettonica S° (C) Pica Ciamarra M. Stabilizzato Composiz. architettonica S° (D) Della Sala F. Ordinario Disegno e Rilievo (A) Sgrosso A. Straordinario Disegno e Rilievo (B) Scivittaro A. Stabilizzato
Disegno e Rilievo (C) Disegno e Rilievo (D) Disegno e Rilievo (E) Estimo ed Esercizio Prof. (A) Estimo ed Esercizio Prof. (B) Fisica (A) Fisica (B) FisiCa tecniCa ed impianti Geometria Descrittiva (A) Geometria Descrittiva (B) Geometria Descrittiva (C) Geometria Descrittiva (D) Igiene Edilizia (A) Igiene Edilizia (B) Restauro dei Monumenti (A) Restauro dei Monumenti (B) Scienza delle Costruzioni (A) Scienza delle Costruzioni (B) Scienza delle Costruzioni (C) Statica (A) Statica (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell' Architettura l° (A) Storia dell'Architettura l° (B) Storia dell'Architettura l' (C) Storia dell'Architettura l' (D) Storia dell'Architettura l' (E) Storia dell'Architettura 2' (A) Storia dell'Architettura 2° (B) Storia dell'Architettura 2° (C) Storia dell'Architettura 2' (D) Tecnica delle Costruzioni (A) Tecnica delle Costruzioni (B) Tecnologia dell'Architettura l° (A) Tecnologia dell'Architettura l° (B) Tecnologia dell'Architettura l° (C) Tecnologia dell'Architettura 2° (A) Tecnologia dell'Architettura 2° (B) Tecnologia dell'Architettura 2° (C) Urbanistica l' (A) Urbanistica l° (B) UrbanÌ'stica l° (C) Urbanistica 2' (A) Urbanistica 2° (B) Urbanistica 2' (C)
Insegnamenti complementari:
Allestimento e Museografia Analisi dei Sistemi urbani Arte dei Giardini Caratteri stilistici e costruttivi
dei Monumenti Complementi di matematica Consolidamento e adattamento
degli edifici Decorazione
Rosi M. Giusti Baculo A. Gubitosi C.
Fusco Girard L.
Colantuoni G.
Boccia S. Palermo C. Ulisse Penta R. Ventre A. Rigillo Troncone M. Ferraro L Di Stefano R. Casiello S. Castellano G. Baratta A. Belli P. Bonelli M. E. Maisano S. De Rosa E. Fino L. Gambardella A. Starace F. San toro L. Cantone G. Pane G. De Fusco R.
Alisio G. Venditti A. Carputi U. Fabbrocino V. Orlacchio D. Caterina G. Vitale A. Gangemi V. Cennamo M. Capasso A. Rigillo A. Forte F. Belli A. D'Ambrosio R. Cardarelli U. Vittorini M.
De Felice E. Renna A. Di Simone G.
Fiengo G. Di Nola A.
Defez A. Morrica L.
Stabilizzato Straordinario Stabilizzato
Ordinario
Incaricato
Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Ordinario Straordinario Ordinario Straordinario Straordinario Stabilizzato Stabilizzato Incaricato Incaricato Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato Straordinario Incaricato Ordinario
Ordinario Ordinario Ordinario Ordinario Stabilizzato Straordinario Stabilizzato Ordinario Stabilizzato Incaricato Ordinario Stabilizzato Stabilizzato Ordinario Ordinario Ordinario
Stabilizzato Stabilizzato Stabilizzato
Straordinario Incaricato
Stabilizzato Stabilizzato
Illuminazione ed Acustica nell' Edilizia
Indirizzi dell' Architettura nlO' derna
Letteratura artistica Lingua inglese Materiali da costruzione speciali Materie giuridiche Pianificazione Territoriale Urba-
nistica (A) Pianificazione Territoriale Urba-
nistica (B) Plastica Ponti e Grandi Strutture Progettazione artistica per l'In-
dustria Scenografia Storia dell'Urbanistica Tipologia Strutturale Unificazione edilizia e Prdabbri-
cazionc
Cennamo M. Incaricato
De Fusco R. Incaricato Dalai Emiliani M.L. Straordinario De Vivo F. P. Incaricato Russo Ermolli E. Ordinario D'Angelo G. Ordinario
Lanini R. Stabilizzato
Piemontese L. Stabilizzato Papale G. Stabilizzato Noto A. Stabilizzato
Mango R. Ordinario De Angelis A. Stabilizzato Coletta M. Stabilizzato Murolo C. Incaricato
Murolo C. Ordinario
CODIFICAZIONE DEGLI INSEGNAMENTI DELLA FACOLTA
Analisi matematica e geometria analitica I Analisi matematica e geometria analitica J[ Composizione architettonica I Composizione architettonica II Composizione architettonica III Composizione architettonica IV Composizione architettonica V Disegno e rilievo Geometria descrittiva Restauro dei monumenti Scienza delle costruzìoni Statica Storia dell'Architettura I Storia dell'Architettura II Tecnica delle costruzioni Tecnologia dell'Architettura I Tecnologia dell'Architettura II Urbanistica I Urbanistica II . Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani ' Arredamen to Arte dei giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti Complementi di matematica Consolidamento e adattamento degli edifici Decorazione Estimo ed esercizio professionale Fisica Fisica tecnica ed impianti Igiene edilizia Illuminazione e acustica nell'edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua Inglese Materie giuridiche Materiali da costruzione speciali Pianificazione telTitoriale urbanistica Plastica Ponti e grandi strutture Progettazione artistica per l'industria Scenografia Storia dell'urbanistica Tipologia strutturale Unificazione edilizia e prdabbricazionc
(25/04) (25/10) (25/28) (25/34) (25/67) (25/71) (25/72) (25/61) (25/60) (25/32) . (25/25) (25/63) (25/62) (25/65) (25/69) (25/64) (25/66) (25/29) (25/35) (25/73) (25/74) (25/70) (25/50) (25/22) (25/75) (25/52) (25/53) (25/37) (25/13) (25/68) (25/26) (25/76) (25/77) (25/78) (25/41) (25/55) (25/79) (25/56) (25/43) (25/80) (25/57) (25/58) (25/81) (25/82) (25/84)
LEZIONI E FREQUENZA
A proposito della frequenza alle lezioni, si ricorda che il R.D. 4-6-1938, n. 1269, sempre in vigore, dice testualmente:
« I professori ufficiali e i liberi docenti si accertano della frequenza e del profitto nel modo che credono più opportuno ».
Attualmente, per deliberazione del Consiglio di Facoltà, gli studenti sono esonerati dal presentare in Segreteria la firma di frequenza.
Si fa presente che data la particolare natura degli studi di Architettura è indispensabile che gli studenti seguano con assiduità le lezioni.
PIANI DI STUDI DELLA FACOLTÀ
Gli studenti possono conseguire la laurea seguendo l'ordinamento didattico consigliato dalla Facoltà secondo il nuovo ordinamento (Decr. Preso n. 995 del 31-10-1969) oppure scegliendo un piano di studio individuale.
Il piano di studio ufficiale è composto da un numero rigido di determinati insegnamenti (detti fondamentali e uguali per tutti gli stessi corsi di laurea delle Università italiane) e da un numero minore di insegnamenti (detti complementari), che vengono scelti in un vasto gruppo per lasciare maggiore libertà allo studente.
Il piano di studio ufficiale viene automaticamente scelto e seguito da quegli studenti che non presentano alcuna domanda per variarlo.
Anche per l'iscrizione ai corsi, lo studente viene iscritto d'ufficio a tutti gli insegnamenti fondamentali e a tutti quelli complementari contenuti nell'elenco del corso di laurea.
Inoltre gli studenti, anziché seguire il piano di studio predisposto dal Consiglio di Facoltà, secondo il nuovo ordinamento didattico (piano di studio ufficiale), possono compilare un piano di studio diverso da esso (piano di studio individuale); in questo secondo caso il piano di studio dev'essere approvato dalla Facoltà.
CONCETTI GENERALI SUI PIANI DI STUDIO INDIVIDUALI
La legge 11-12-1969, n. 910, art. 2 (G.U. del 31-12-1969, n. 314, p. 7621) dice testualmente:
« Per l'anno accademico 1969-70, lo studente può predisporre un piano di studi diverso da quello previsto dall'ordinamento didattico in vigore, purché nell'ambito delle discipline effettivamente insegnate e nel numero degli insegnamenti stabiliti.
«Il piano è sottoposto, non oltre il mese di gennaio, all'approvazione del Consiglio di Facoltà, che decide, tenuto conto delle esigenze di formazione culturale e di preparazione professionale dello studente ».
La legge 30-11-1969, n. 924, arI. 4 (G.U. del 9-12-1970, n. 310, p. 8142) dice testualmente:
«Il termine di presentazione da parte degli studenti di piani di studio individuali, è fissato al 31 dicembre di ciascun anno accademico. Quello per le decisioni dei Consigli di Facoltà è fissato al 31 gennaio di ciascun anno accademico )}.
Il concetto informatore della legge è di lasciare la possibilità agli studenti di predisporre piani di studio razionali, logicamente strutturati che tengano conto sia delle loro possibili inclinazioni, sia della necessità di mantenere e possibilmente migliorare il livello della loro preparazione culturale e professionale.
Lo studente ha la possibilità di formulare un piano di studi complementare a sua scelta. E' chiaro che la Facoltà valuterà questi piani con particolare attenzione, essendo suo dovere tener conto {( delle esigenze di formazione culturale
e di preparazione professionale dello studente ». Il Consiglio di Facoltà potrà anche spostare gli insegnamenti da un anno all'altro.
Dopo l'approvazione da parte della Facoltà, tutti gli esami degli insegnamenti indicati nel piano di studio presentato diventano obbligatori e quindi non possono essere né sostituiti né anticipati di anno. Potranno, invece, essere posticipati anche se- ciò chiaramente influirà sull'eventuale diritto all'assegno di studio. E' chiaro che il piano di studio presentato ha valore dall'anno accademico per cui esso viene presentato (ad esempio, il piano presentato per l'anno accademico 1981-82 inizia ad avere validità dalla sessione estiva 1982, cioè dal maggio 1982); esso non può avere in nessun caso valore retroattivo, per cui fino alla sessione invernale (appello straordinario di febbraio) immediatamente successiva a quella della presentazione (nel caso dell'esempio per gli esami da sostenere fino a marzo 1982) avrà valore il piano di studio approvato per l'anno precedente (anno accademico 1980-81).
Ove mai gli studenti sostenessero e superassero esami non inclusi nei piani di studio presentati ed approvati dalla Facoltà, detto esami saranno annullati e non risulteranno indicati in nessun tipo di certificato. Infatti la presentazione di un piano di studio da parte dello studente, ave approvato dalla Facoltà costituisce un'effettiva sostituzione dell'ordinamento didattico tradizionale che lo studente è tenuto a rispettare. Nel caso che esso venga approvato con modifiche si convocherà lo studente affinché ne prenda visione. Se lo studente non si presenta ana convocazione indicata, egli sarà tenuto a seguire il piano tradizionale o quello approvato l'anno precedente.
E' opportuno sottolineare che per ogni anno accademico lo studente ha la facoltà di presentare un nuovo piano di studio, che comunque inizia ad avere validità - ove approvato - dall'anno accademico della sua presentazione. E' da sottolineare, però, come ciò sia assolutamente sconsigliabile in quanto la scelta del piano dovrebbe essere falla dopo profonda meditazio"e.
Il piano di studio deve essere formulato in maniera completa, cioè per tutti gli anni accademici di durata del corso di laurea. Per quanto attiene gli esami relativi agli anni precedenti a quello della presentazione del piano di studi lo studente deve riportare nel modulo, senza alcuna modifica, l'indicazione degli esami superati inc1udendoli negli anni di corso in cui ha frequentato (senza riguardo a quando l'esame è stato effettivamente superato).
Pertanto, si ripete ancora che per l'anno accademico precedente a quello per cui è stato presentato il piano di studio, gli studenti sono tenuti a rispettare il piano di studio approvato per detto anno.
Si fa inoltre presente che un anno accademico può essere ritenuto valido solo quando sia comprensivo del numero minimo di insegnamenti, che non può essere inferiore a 3 per ciascun anno. E' chiaro che questa disposizione è valida soltanto per gli studenti che presentano piani di studio alternativi.
Per quanto riguarda gli studenti che si trasferiscono da altra Università non potrà tenersi conto di piani di studio approvati in altre sedi. Pertanto, lo studente è invitato a presentare un piano di studio secondo le norme indicate in questo opuscolo, a partire dall'anno accademico in cui egli risulterà trasferito a questa sede, sempreché il foglio di congedo sia pervenuto entro il 31 dicembre. Lo studente comunque, non potrà conseguire la laurea presso questa sede senza che questa Facoltà abbia espresso il suo parere di validità sul piano di studio complessivo seguito dallo studente.
PIANO DI STUDIO CONSIGLIATO DALLA FACOLTÀ
I Anno
Analisi matematica e geometria analitica (l" anno del
corso). Geometria ·descrittiva. Disegno é rilievo. Composizione architettonica (l" anno del corso). Storia dell'architettura (l" anno del corso). Due insegnamenti complementari a scelta.
II Anno
Analisi matematica e geometria analitica (2' anno del
corso). Statica. Tecnologia dell'architettura (l'anno del corso). Composizione architettonica (2' anno del corso). Storia dell'architettura (2' anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.
III Anno
Fisica. Scienza delle costruzioni. Tecnologia dell'architettura (2' anno del corso). Compòsizione architettonica (3' anno del corso). Urbanistica (l'anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.
IV Anno
Fisica tecnica ed impianti. Tecnica delle costruzioni. Arredamento. Igiene edilizia. Composizione architettonica (4° anno del corso). Urbanistica (2° anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.
V Anno
Estimo ed esercizio professionale. Restauro dei monumenti. Composizione architettonica (5° anno del corso). Un insegnamento complementare a scelta.
. Insegnamenti complementari vrà sceglierne sei, distribuendoli: anno successivo:
tra i quali lo studente do-2 allo anno ed l per ogni
Allestimento e museografia (annuale). Analisi dei sistemi urbani (annuale). Arte dei giardini (Architettura del paesaggio) (annuale). Caratteri stilistici e costruttivi dei monumenti (annuale). Complementi di matematica. Consolidamento ed adattamento degli edifici. Decorazione (annuale). Illuminazione ed acustica nell'edilizia (annuale). Indirizzi dell'architettura moderna (annuale). Letteratura artistica (annuale). Lingua inglese (annuale). Materiali da costruzione speciali (annuale). Materie giuridiche (annuale). Pianificazione territoriale urbanistica (annuale). Plastica ornamentale (annuale). Ponti e grandi strutture (annuale). Progettazione artistica per \'industria (annuale). Scenografia (annuale). Storia dell'urbanistica (annuale).
Tipologia strutturale (Morfologia strutturale) (annuale). Unificazione edilizia e prefabbricazione (annuale).
Gli insegnamenti a corso biennale e pluriennale comportano l'esame alla fine di ogni anno di corso.
Gli esami di profitto e quelli di laurea si danno, per ciascun anno accademico, in due sessioni ordinarie (estiva e autunnale) e nell'appello straordinario di febbraio (disciplinato quest'ultimo, dalle norme contenute nelle leggi 5-11-1955,
n. 8 e 1-2-1956, n. 34).
Nell'appello straordinario di febbraio, però, gli studenti in corso possono sostenere al massimo 2 esami.
In particolare si ricorda che nell'appello di febbraio non possono essere ripetuti esami già sostenuti con esito negativo per due volte consecutive nelle sessioni ordinarie dell'anno accademico (estiva ed autunnale) .
DELIMITAZIONI DELLE SESSIONI DI ESAMI
Il senato Accademico nell'adunanza del 3-4-1973 ha deliberato la ripartizione di sessioni degli appelli di esame come
segue:
_ sessione estiva: maggio; giugno; luglio; ottobre;
_ sessione autunnale: novembre; dicembre; gennaio;
sessione invernale: febbraio; marzo.
Le date degli appelli, verranno fissate dai Professori uf
ficiali dei corsi.
NORME GENERALI E PER L'ESAME DI LAUREA
Gli insegnamenti sono svolti sotto forma di lezioni teoriche e di esercitazioni pratiche e possono essere integrati da visite a monumenti, edifici e cantieri che presentino particolare interesse ai fini dell'insegnamento. Gli insegnamenti comportano l'esame alla fine di ogni anno o semestre di corso.
Per essere ammesso all'esame di laurea, lo studente deve aver superato gli ~sami di tutti gli insegnamenti fondamentali e dei sei complementari da lui scelti fra quelli indicati dalla Facoltà.
E' altresì ammesso all'esame di laurea lo studente che abbia superato gli esami di tutti gli insegnamenti del piano di studio da lui predisposto ai sensi dell'art. 2 della legge 11-12-1969, n. 910, prorogata con legge 30-11-1970, n. 924.
Lo studente, almeno sei mesi prima della sessione di laurea, dovrà concordare con il professore relatore l'assegnazione della tesi che dovrà svolgere.
Per essere ammesso all'esame di laurea, lo studente deve aver superato, almeno venti giorni prima della seduta di laurea, gli esami di tutti gli insegnamenti fondamentali e complementari, previsti dal piano degli studi (sia esso quello ufficiale ovvero individuale cioè prescelto dallo studente ed approvato dal Consiglio di Facoltà).
Nel termine prescritto, lo studente che intende laurearsi deve presentare alla Segreteria della Facoltà apposita domanda di ammissione, corredata dalla quietanza attestante il pagamento della sopra tassa esame di laurea e dal nulla osta, rilasciato dal Relatore.
L'esame di laurea consiste:
a) nella redazione di un progetto di architettu.ra o ~i urbanistica o nell' elaborazione di una monografia dI stona dell'architettura o dell'urbanistica. Il progetto deve essere completo nei riguardi dell'arte e della tecnica, in modo da poter esser considerato esecutivo in ogni sua parte, e svolto dallo studente durante l'ultimo anno di corso;
b) in una discussione sullo svolgimento del progetto
o della monografia.
Si ricorda, infine, che l'esame di laurea non dovrà identificarsi in alcun modo con il corso e l'esame di Composizione Architettonica V, come del resto già da tempo stabilito dal
Consiglio di Facoltà.
BIBLIOTECA
La Biblioteca della Facoltà è aperta al pubblico dalle ore 9 alle ore 19 dei giorni feriali, escluso il sabato, in cui è aperta dalle ore 9 alle ore 13.
Sono ammessi alla consultazione gli studenti, i docenti universitari, nonché i laureati e gli studiosi, relativamente ad opere non reperibili presso altre biblioteche, previa autorizzazione del Direttore.
La consultazione dei periodici termina alle ore 14.
Il prestito è concesso ai professori di ruolo ed ai pn,lfessori incaricati della Facoltà, nonché agli assistenti, cnrr malleveria dei Direttori d'Istituto.
Le opere rare, quelle di frequente consultazione, i codici, le enciclopedie, i dizionari, i repertori bibliografici, gli atlanti, le raccolte di tavole ed i periodici sono tassativamente esclusi dal prestito.
Funziona un servizio di riproduzione fotomeccanica.
SCUOLA DI PERFEZIONAMENTO IN RESTAURO DEI MONUMENTI
E' istituita, pre;so la Facoltà di Architettura, la Scuola di Perfezionamento in Restauro dei monumenti, con lo scopo di incrementare la preparazione storico-artistica e tecnica dei professionisti, impegnati nella attività di restauro e di tutela dei monumenti e nella pianificazione urbanistica dei centri urbani.
In particolare, la scuola si propone anche di preparare gli architetti alle funzioni tecniche e scientifiche che vengono svolte presso le Sopraintendenze ai monumenti.
La scuola svolge un corso di insegnamento della durata di due anni e rilascia un diploma di Perfezionamento in Restauro dei monumenti.
Sono ammessi alla scuola i laureati in Architettura ed Ingegneria civile (sezione edile). Il numero massimo degli iscritti è di 50 per ogni anno di corso.
Della accettazione delle domande giudica, anno per anno, il Consiglio direttivo della scuola, su proposta del Direttore.
Gli insegnamenti della scuola sono i seguenti:
a) Fondamentali:
l) Teoria e storia del restauro dei monumenti; 2) Urbanistica dei centri antichi; 3) Consolidamento ed adattamento degli edifici; 4) Restauro dei dipinti, affreschi e mosaici; 5) Nozioni giuridiche ed amministrative.
b) Complementari:
l) Storia dell'architettura; 2) Storia dell'arte; 3) Cantieristica; 4) Estimo e contabilità dei lavori.'';.
Le lezioni relative agli insegnamenti suddetti saranno integrate da conferenze svolte da specialisti dei vari settori.
Il Consiglio potrà anche istituire altri corsi non compresi nel suddetto elenco.
Ciascun insegnamento fondamentale comporta un unico esame alla fine del biennio; a tali esami sono ammessi gli allievi che abbiano frequentato almeno due terzi delle lezioni di ciascun corso. La frequenza viene attestata da ciascun docente.
Le commissioni giudicatrici sono composte da tre insegnanti della scuola e sono presiedute ciascuna dal docente della materia di esame.
Gli esami hanno luogo in due sessioni, estiva ed autunnale.
L'iscritto che ha superato tutti gli esami degli insegnamenti fonda· mentali e di almeno due complementari è ammesso all'esame di diploma.
L'allievo che non abbia sostenuto le prove di esame nel termine pre· scritto, potrà ottenere l'iscrizione fuori corso soltanto per un anno.
L'esame di diploma si sostiene dinanzi al Consiglio direttivo riunito in commissione, che in nessun caso dovrà essere costituita da meno di cinque professori.
Il candidato deve presentare una dissertazione scritta, accompa~ gnata da eventuali altri elaborati, su di un tema scelto dall'allievo, d'accordo con il docente della materia, e deve discuterla davanti alla commissione, nell'ambito di un colloquio che dimostri la sua adeguata preparazione nella specializzazione.
I candidati non riconosciuti idonei potranno presentarsi all'esame di diploma dopo un altro anno di frequenza alla scuola. Nel caso che essi anche al secondo esame di diploma non siano riconosciuti idonei, saranno senz'altro esclusi da ogni ulteriore prova.
ta scuola è retta da un Consiglio direttivo, composto dai professori che insegnano nella scuola stessa, i quali eleggono tra loro il Direttore che lo presiede per un triennio ed è rieleggibile. Il Consiglio stabilisce l'ordinamento e l'indirizzo degli studi nonché il numero delle lezioni per ogni singolo insegnamento.
Gli incarichi di insegnamento sono conferiti su propO'sta del Consiglio della Facoltà di Architettura, approvata dal Senato accademico e dal Consiglio di Amministrazione dell'Università di Napoli. Gli insegnanti possono essere scelti tra i professori di ruolo e fuori ruolo, tra i liberi docenti e anche tra specialisti o stranieri di chiara e riconosciuta competenza.
Gli iscritti alla sc_uola di perfezionamento 'sono tenuti a pagare le tasse, le sopratasse, la tassa di diploma, nonché tutti gli altri contributi stabiliti per gli studenti iscritti alla Facoltà di Architettura del· l'Università di Napoli.
Essi sono tenuti, altresì, a pagare un contributo speciale nella miSura che sarà determinata annualmente dal Consiglio di amministra~ zione, su proposta del Consiglio direttivo della scuola.
La tassa di diploma è fissata nella misura di L. 6.000, ai sensi della legge 18 dicembre 1951, n. 1551.
La presentazione delle domande di iscrizione scade improrogabil· mente il 5 novembre di ogni anno.
PROGRAMMI
I. - INSEGNAMENTI FONDAMENTALI
ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA I
(A) (B) (C) (D) (E) Prof. Albino Canfora Prof. Giulia Martini
Prof. Fortunata Liguori Prof. Francesco Tucci Prof. Livia D'Apuzzo
Premessa comune al cinque corsi
Quale breve premessa teorica e metodologica al program· ma didattico di Analisi Matematica e Geometria Analitica i: che qui di seguito andiamo ad esporre per gli studenti del primo anno di corso, possiamo dire che è nostro intendimento fondamentale partire dal recupero delle conoscenze matemati· che che i giovani hanno già acquisito nella Scuola secondaria superiore, cercando di colmare i dislivelli di preparazione causati dai diversi programmi svolti nelle diverse scuole di prove· nienza. In secondo luogo, avendo presente che per i primi corsi di Matematica ed in particolare per l'Analisi Matematica e Geometria Analitica I, generalmente considerata la materia più ostica, è necessario un bagaglio di nozioni molto modesto, passiamo ad introdurre i concetti di base cercando, per quanto possibile, di sviluppare le capacità critiche degli allievi, l'attenzione a ciò che è fondamentale, l'elaborazione autonoma c l'equilibrio fra la fantasia e la sistematicità.
Nel nostro insegnamento poi già da tempo facciamo il possibile per abbandonare le metodologie tradizionali delle lezioni ex-cathedra a studenti destinatari passivi di nozioni
I :i'·
e teorie già accuratamente confezionate, cercando invece di dare ai giovani con l'insegnamento matematico il mezzo ne~ cessario per sviluppare l'astrazione e ciò non per significare distacco dal concreto bensì perché essa costituisca lo strumento più appropriato per dominarlo.
Cosicché in un corretto apprendimento della matematica il giovane studente trovi il mezzo necessario per trattare i problemi concreti.
Per quanto riguarda il contenuto del corso, a differenza di quanto avviene per altre discipline in cui sono possibili delle diversificazioni, per l'Analisi Matematica e Geometria Analitica I tutti i docenti sono generalmente soliti distribuire il programma nel modo che qui appresso viene indicato:
Programma
Simboli logici di uso corrente e nozioni fondamentali sugli insiemi. Insiemi numerici. Spazi euclidei ad n dimensioni. Concetto di funzione. Funzioni numeriche di una o più varia~ bili. Elementi di algebra lineare. La nozione di limite di funzioni reali di una variabile reale e teoremi fondamentali per la ricerca del limite. La nozione di continuità e proprietà notevoli delle funzioni continue. Le funzioni numeriche elementari nel campo reale (funzione potenza, funzioni esponenziali e logaritmiche, funzioni circolari e loro inverse, polinomi nel campo reale). Infinitesimi ed infiniti. Derivate e differenziali delle funzioni reali di una variabile reale. Regole di derivazione. Derivazione delle funzioni elementari. Applicazione del calcolo differenziale delle funzioni di una variabile reale. Elementi di geometria analitica del piano.
Testo consigliato
Fiorenza" Greco, Lezioni di analisi matematica, VoI. T.
ANALISI MATEMATICA E GEOMETRIA ANALITICA II
(A) (B) (C) (D) Prof. M. Luigia Diviccaro
prof. Carmela Cella Prof. Annamaria D'Aristotile
Prof. Rosanna Ambrosio
Gli argomenti del corso di Analisi Matematica e Geom~tria Analitica II costituiscono il presupposto per la comprensIOne delle questioni di carattere tecnico che :i prese~tano. nello studio delle strutture architettoniche e del procedImentI progettuali.
l. Applicazione del calcolo differenziale in una variabile.
2. Integrazione delle funzioni di una variabile.
3. Lo spazio euclideo reale a R - dimensioni - Elementi di
calcolo vettoriale.
4.
5.
6.
7.
8.
Funzioni reali di più variabili reali - Funzioni vettoriali -Limiti e continuità.
Calcolo differenziale delle funzioni di più variabili.
Elementi di geometria differenziale delle curve.
Integrali curvilinei.
Integrazione delle funzioni reali di due variabili.
Testo consigliato
Fiorenza - Greco, Lezioni di analisi ma/ematica, VolI. I e II.
ARREDAMENTO (A)
Prof. Filippo Alison
Articolazione del corso
In un solo anno accademico è possibile coprire, sia pure in forma conoscitiva, l'ampia problematica della disciplina.
L'attuale ordinamento didattico non cencede occasioni propedeutiche atte ad informare gli studenti sul ruolo e sul significato specifico dell'arredamento. L'arco di tempo disponibile, sempre più limitato, riduce le osservazioni analitiche e pone limiti anche all'operazione progettuale ritenuta prevalente, sia per la sua collocazione nel corso di studi sia per la sua istanza promotrice di responsabilità.
In forma problematica, col tentativo di coprire le lacune plU emergenti il corso affronta i temi delle attrezzature di arredo per l'alloggio, per l'ambiente urbano e per i servizi sociali a carat.tere collettivo.
I comportamenti sociali, la condizione economica attuale, in connessione con la disciplina, pongono problemi quali: l'adeguamento, la rivalutazione e la trasformazione delle attrezza· ture di arredo in rapporto con l'evolversi della produzione industriale e artigianale e con l'uso di esse nelle attività produttive, nella casa e nelle organizzazioni comunitarie.
Nel quadro di assestamento e di riconversione delle attività agricole, artigianali e produttive in genere, e nell'ambito delle istanze di rivitalizzazione e di recupero sia funzionale che produttivo di ambienti urbani degradati, usando un metodo di mediazione tra pragmatismo e materialismo dialetti· co, la nostra ricerca, sia critica che progettuale, estrapola dalle condizioni reali ambienti-campione ave emergono i pro· blemi del settore direttamente correlati alla funzione alloggio.
Tema A - L'ambiente domestico privato o collettivo
Tema B - Servizi per la didattica e sociali con strutture aggre· gative in un insediamento urbano
Tema C - Strutture ambientali per attività collettive urbane
Tema di progetto
Prendendo spunto da un tema di estrema attualità, lo inizio dei lavori per la metropolitana della linea l della M.N., i! programma prevede innanzitutto di analizzare i problemi
di mediazione con l'esterno della stazioni; poi l'allestimento e le attrezzature degli spazi destinati al pubblico; gli accessi e gli spazi circostanti; l'innesto nel tessuto urbano preesistente; infine lo studio del materiale rotabile.
La stazione della Metropolitana di Piazza Dante.
Il corridoio mobile tra Piazza Dante e le stazioni di Montesanto (Cumana, funicolare, f.S.).
Studio del materiale rotabile: allestimento delle vetture.
Ricerca storica
In una sincronia con lo svolgimento dei temi esposti, si affidano a gruppi di studenti, argomenti di ricerca tesi alla storicizzazione della disciplina.
Tale ricerca, intesa come strumento metodologico si articola programmaticamente tra strutturisrno e storicismo e si esplica con operazioni di analisi strutturali mediante la lettura sincronica e diacronica di un'opera prescelta - a volte con la ricostruzione - per un recupero alla storia attraverso la storici tà del segno.
Gli obiettivi di questo lavoro possono così sintetizzarsi:
a) decifrazione delle regole costitutive dell'opera in esame e rinvenimento della grammatica operativa.
b) risalire all'istanza progettuale di base, dal suo presupposto poetico alla sua estrinsecazione tecnico-costruttiva.
c) analisi dello statuto simbolico - in rapporto sincronico e ovviamente dilatabile - degli oggetti in esame.
Attraverso la verifica sui modelli al vero (oggetti ricostruiti) o in scala (ambienti), l'analisi assume valore concreto di sperimentazione, laddove attraverso la ri-storicizzazione del progetto si intende rinviare ad una ri-progettazione della storia.
ARREDAMENTO (B)
Prof. Fabrizio Cocchia
Il tema riguarderà l'arredo urbano.
Le lezioni che il corso effettuerà tenderanno ad individuare e connotare culturalmente e tecnicamente gli elementi costituenti l'arredo urbano, nel rapporto funzionale ed ambientale che questi definiscono, reciprocamente e per il confronto dialettico che si instaura tra tali elementi e il complesso delle preesistenze urbane. Dette comunicazioni di Corso agli studenti prenderanno in esame gli aspetti più vari ed interessanti di espressioni di arredo urbano, in un escursus che interesserà civiltà anche geograficamente e storicamente lontane dalla nostra, sempre mettendo in relazione il prodotto analizzato con la matrice culturale che l'ha generato, al fine di meglio comprendere meccanismi e modalità metodologiche di quella dinamica progettuale.
L'esercitazione di progetto si riferirà ad una parte della città di Napoli che dovrà essere investigata ed assunta dagli studenti anche attraverso una accurata indagine sulla cortina degli edifici e delle preesistenze ambientali.
. La proposta conclusiva di arredo dovrà tenere nel debito conto connotati, articolazioni, caratteristiche costruttive degli elementi che lo costituiscono, tenendo presente i margini di interesse disciplinare del progetto che, se da un lato non dovranno sconfinare nel campo proprio del disegno industriale, dall'altro dovranno sempre valutare il rapporto che l'articolazione e la configurazione degli elementi d'arredo contrae con l'ambiente preesistente, e quindi con le regole di vita e le modalità di fruizione degli utenti.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (A)
Prof. Marcello Angrisani
Argomento centrale del Corso (che è biennale, estendosi all'A.A. 1982-83) è 1'« architettura del litorale », inteso que-
st'ultimo come luogo di riferimento della accezione morrisiana
della disciplina.
S'intende individuare in tal modo in un luogo fisico - il litorale urbano di Napoli - un luogo anche concettuale, nel quale cioè l'ampiezza e la complessità del fenomeno Architet: tura si concretizza nello' insieme delle modifiche e alterazIOni operate dall'uomo sulla superficie terrestre, in v~sta delle proprie necessità ... " in un ambito nel quale questI fr~n(eggIa e affronta la molteplicità degli elementi --' la terra, Il mare, Il luogo urbano - e li risolve con gli strumenti che la disci
plina stessa occorre gli fornisca.
La peculiarità del luogo fisico, propria della ?o~tra città, costituendone immagine e sostanza da sempre eSIstIta, conti
nuamente trasforrnantesi ma pure nella sua evoluzione contribuendo in gran parte a conferirle la sua impronta di 'città mondiale', ne riflette la storia urbana architettonica e ne propone la condizione attuale, ora critica ma pure fornita di virtualità e potenzialità ancora presenti, da coltivare dopo l'even-
to sismico.
Il retroterra urbano, con tutti i suoi problemi ma con tutte le risorse umane che devono confrontarsi con le risorse pure derivanti dai processi di trasformazione economica e sociale converge su questa linea che non è di demarcazione invaiicabile, ma un tramite su cui possono ancora giocarsi le parti che le competono delle sue possibilità future.
Si tratterà allora tra l'altro di mettere a confronto le speculazioni concettuali sui significati dei contenuti architettonici con le sperimentazioni ' sul campo' del contesto urbano.
I problemi del movimento - meccanizzato e non - traffici paralleli e ortogonali alla linea di costa, con tutto quanto essi hanno a che fare con resistenza - non sopravvivenza ~ dell'uomo, si affiancano e si svolgono, a lambire e ad attraversare, non solo gli spazi e gli ostacoli naturali, l'acqua, i,l sottosuolo, ma anche quelli (problemi) della costrUZIOne, plU tradizionalmente coincidenti nell'architettura degli edifici (in questi si riproducono I in DUce I gli stessi fenomeni, funzio-
nali e formali).
Obbiettivo del Corso sarà quello di esaminare e analizzare l~ situazi.oni presenti (come risultanti di un processo evoluhvo plun-rr.l1l1enario) (I parte) per confrontarlo e reI azionarlo al problemI e alle esigenze della attualità (II parte) studiandone e considerandone la globalità e contestualità dell'insieme, ma ~nche .add~~tr~ndosi nelle sue parti e nei suoi episodi archltettontc plU slgmficativi, contraddistinti da differenti aspetti e distinazioni d'uso (legati alle esigenze delle funzioni reslldbenziali, .clom~erciali, del traffico, dell'ospitalità, del tempo I ero, mI Itan, ecc.).
N.B. - La bibliografia necessaria verrà dettata durante lo svolgimento del Corso.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (B)
Prof. Donatella Mazzoleni
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Composizione Architettonica.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (C)
Prof. Massimo Nunziata
Programma didattico
Dal punto di vista teorico e metodoIogico si riterrebbe opportuno aff;ontare i cinque corsi di Composizione architettomca dal 1 al 5" anno partendo da una analisi del probIe~a dell: progettazione nella sua globalità, da effettuarsi al 1 e al 2 anno, pe: giungere gradualmente, al 3" 4' e S'anno, con un approfondImento sempre maggiore, che va dal generale al particolare, alla progettazione esecutiva di un edificio.
Ciò significa, in termini operativi, iniziare con indagini e rilevazioni della realtà e proseguire con proposte di rect!pero e di ristrutturazione dell'ambiente esistente fino alla progettazione di nuove realtà architettoniche, con un metodo che intende recuperare il valore della professionalità, intesa come risultato di una preparazione etica e culturale.
({ Analisi e proposte di ristrutturazione del centro monumentale della città di Napoli» è il tema di studio concordato dal nostro gruppo e collegato, per il primo anno, con il Corsa di Disegno e rilievo tenuto dal prof. arch. Massimo Rosi.
Il corso, biennale, si propone di effettuare un'esperienza che può cosÌ sintetizzarsi:
l - analisi del centro monumentale della città di Napoli, intendendo per esso, lo spazio compreso tra le piazze del Plebiscito, Trieste e Trento e del Municipio con il Palazzo Reale, la chiesa di S. Francesco di Paola, il teatro S. Carlo, la chiesa di S. Ferdinardo, la galleria Umberto I, il maschio Angioino, il palazzo S. Giacomo, il teatro Mercadante e gli altri edifici della piazza fino al molo.
2 - progettazione di massima della migliore utilizzazione di tale spazio e dell'eventuale ristrutturazione funzionale degli edifici in esso compresi.
Il primo punto costituirà il lavoro da effettuare al primo anno del corso, si servirà prevalentemente di rilievi già effettuati che saranno integrati da osservazioni dirette, comprenderà una indagine storica, premessa indispensabile ad una seria conoscenza della situazione attuale, ed una analisi dell'ambiente dal punto di vista dei contenuti sociali e dal punto di vista della forma.
Il secondo punto costituirà il lavoro da effettuare al secondo anno del corso partendo dai risultati conseguiti con la precedente analisi.
Si tratterà di riorganizzare funzionalmente questo ambiente rappresentativo ed essenziale alla vita della città, prevedendo, nelle sue linee generali, la progettazione del nuovo ambintec che dovrà consentire tale riorganizzazìone.
Sul piano operativo, si effettueranno, al primo anno del corso, analisi socio-economiche e storiche, rilevamenti grafici e fotografici, e si raccoglierà e si ordinerà il materiale in un numero di tavole sufficienti a evidenziarne i risultati.
Al secondo anno si dovrà giungere a proposte concrete di riutilizzazione o di migliore utilizzazione dell'ambiente oggetto dello studio. I gruppi di studenti, guidati dagli assistenti, procederanno alla progettazione vera e propria che potrà giungere a fasi diverse di maturazione e, comunque, dovrà essere rappresentata in grafici sufficienti ad illustrarne le intenzioni, grafici che rispetteranno formati e modi indicati, anche per consentirne una facile utilizzazione ai fini di una documentazione di archivio dei beni culturali.
Sarà fornita, all'inizio del corso, una cartografia essenziale ed una altrettanto essenziale bibliografia, riferite entrambe all'ambito del quale ci si occuperà.
Come introduzione allo studio e stimolo ad un approfondimento culturale saranno svolte una trentina di lezioni, che si alterneranno alle esercitazioni, lezioni tenute dai docenti sulle origini dell'architettura e dell'urbanistica moderna, sulla rappresentazione grafica dello spazio architettonico e, in dettaglio, sul tema oggetto dello studio. Queste lezioni saranno integrate, nel momento opportuno, da interventi di altri docenti, esterni al corso, per fornire elementi di maggiore specializzazio ne sugli argomenti essenziali.
Agli esami. che si svolgeranno in diverse sessioni, saranno presentati gli elaborati grafici di cui si è già detto, corredati da relazioni illustrative, e su di essi si svolgerà un colloquio.
Sarà altresì richiesta una buona conoscenza dei testi suggeriti nella bibliografia e si farà particolare riferimento agli argomenti oggetto delle lezioni.
Bibliografia essenziale:
Renato De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, editore Laterza, 1974;
Lewis Mumford, La città nella sioria, editore Comunità, 1963;
Gordon Cullen, Il paesaggio urbano, morfologia e progettazione, editore Calderini, 1976;
Massimo Nunziata, Introduzione ad una analisi del terrilorio, editore Guida, 1972;
ed, in particolare, per il tema oggetto di studio:
Cesare De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento, editore Laterza, 1973;
Riccardo Filangieri, Castel Nuovo, editore Arte Tipografica,
1964;
Roberto Pane, Architettura dell' età barocca in Napoli, editore
E.P.S.A., 1939;
Arnaldo Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, editore
E.S.I., 1961.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (D)
prof. Luciana De Rosa
I tempi per la sperimentazione progettuale faran~o rife: rimento ad ambiti urbani e terranno conto delle espenenze di rilievo ed analisi di opere dell'architettura contemporanea napoletana condotte dagli studenti nel corso del primo anno.
La formulazione degli obiettivi del progetto farà riferi
mento a:
1.1. il concetto di continuità ed il rapporto con le preesi
stenze;
1.2. il concetto di spazio (dimensione, struttura, aggregazione, identità) come organizzazione per un uso (funzioni, attività, partecipazione);
1.3. il ruolo dei percorsi nella organizzazione dello spa· zio: continuità e struttura gerarchica;
1.4. il ruolo della tecnologia nella definizione della «fi· gura)} architettonica;
1.5. il ruolo della « informazione energetica ".
La messa a punto degli strumenti della progettazione farà riferimento a:
2.1. il rapporto fra le diverse fasi progettuali e la rapo presentazione grafica e tridimensionale: il disegno canonico e l'uso degli organigrammi;
2.2. il rapporto fra l'analisi ed il progetto: l'analisi fi· nalizzata e le diverse fasi di approfondimento; il lavoro interdisciplinare;
2.3. il rapporto con la tecnologia: !'introduzione e la definizione degli aspetti tecnologici e strutturali co· me momento inscindibile da quello della definizio· ne degli aspetti architettonici;
2.4. il rapporto con l'impiantistica: l'introduzione e la definizione degli aspetti impiantistici come momen· to inscindibile da quello della definizione degli aspet· ti architettonici.
Il programma dettagliato del corso, con l'indicazione dei tempi specifici, dei tempi e delle modalità di attuazione, con l'indicazione delle lezioni tenute dai docenti, con la bi· bliografia, sarà fornito agli studenti all'inizio dell'anno ac· cademico.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA I (E)
Prof. Rolando Scarano
Brevi cenni metodologici
La linea di pensiero, che più correttamente interpreta la situazione attuale della progettazione, evidenzia una condizio·
ne di crisi dell'oggetto dell'architettura. Condizione che, ori· ginatasi in un nuovo e necessario rapporto con il sociale, si esplica come perdita di valore del prodotto e del processo di progettazione rispetto a nuovi parametri. Conseguentemente si assiste alla richiesta di una rifondazione della disciplina aro chitettonica, non per elaborare una teoria dell'architettura astratta dal suo impegno sociale, ma per la definizione di nuovi strumenti teorici di progettazione.
Si individuano così due momenti di riflessione sull'ogget· to di questa crisi:
a) esigenza di controllo dei significati dell'azione progettuale per la modificazione dell'ambiente;
b) esigenza di un controllo del processo attraverso un metodo logico, analitico, scientifico, in alternativa a schemi intui· tivi ed incontrollabili.
Tali istanze si riducono in effetti ad una sola: acquisizio. ne e controllo dell'oggetto teorico che definisce il processo di progettazione come entità reale e differenziata rispetto alle altre pratiche umane.
Quindi l'unico modo per recuperare la progettazione nel· la sua unità teorica ed operativa (scientifica) consiste nell'in· dividuare in essa un processo concreto di conoscenza e tra~
sformazione del reale.
La progettazione si precisa in tal modo come pratica scientifica all'interno della più vasta pratica sociale. Sono gli obiettivi di questa a definire l'ambito entro cui si sviluppa I" pratica scientifica dell'architettura, e le diverse pratiche tec· niche che volta per volta si immettono a definire l'articolazio· ne del processo.
Gli attributi peculiari di questo processo diventano la lo· gica e la controllabilità, al fine non solo di avere un quadro di riferimento rigoroso, ma soprattutto per poter attuare conti~ nuamente sul processo progettuale una verifica da parte della comunità. Si configura così un'organizzazione concettuale logica e controllabile, il metodo, che individua le fasi teoriche ed operative della pratica scientifica di progettazione.
Sinteticamente la metodologia di progettazione si articola in tre fasi operative:
l. analisi dei bisogni umani al fine di precisare un modello di comportamento spaziale da riferirsi alle particolari attività che debbono esplicarsi in un determinato contesto;
2. definizione teorica e concettuale delle procedure tramite cui manipolare le informazioni per la determinazione di una organizzazione spaziale ottimale che risponda alle richieste della utenza; inoltre precisazione dei processi simu· lativi (modelli e sistemi) per poter, nell'evolversi del processo progettuale, controllare i prodotti parziali della progettazione per verificarne la congruenza con il sistema degli obiettivi sociali e politici;
3. individuazione del sistema tecnologico per trasformare le rappresentazioni organizzative metaprogettuali in rappresentazioni tridimensionali che possono determinare la trasformazione della realtà fisica.
Contenut; ed organizzazione del corso
L'oggetto specifico di conoscenza e di didattica del corso si articola in due filoni relazionabili fra loro:
- il primo si riferisce al riuso di preesistenze urbane, sia per abitazione sia per strutture di servizio; si cercherà di individuare specifiche tipologie abitative definendo possibili organizzazioni ottimali all'interno dei vincoli fisici ed ipotizzando servizi non soltanto direttamente legati alla residenza, ma relazionati all'intera struttura urbana;
il secondo affronta l'area problematica dell'insediamento universitario a Napoli, come progettazione di nuove strutture e come riorganizzazione spaziale e funzionale degli edifici indicati dal Senato Accademico quali sede di facoltà e di servizi generali.
L'articolazione di questi due filoni progettuali si avvarrà di una base metodo logica comune, distribuita negli anni se-
condo i gradi di complessità delle tecniche e del prodotto pro
gettuale finale.
Si ipotizza una scansione biennale (1"-2'; 3°-4°; 50
_laurea)
con approfondimenti successivi.
Eventuali coordinamenti
Per un possibile coordinamento con altri corsi si indivi-
duano 4 aree culturali:
l'ambito sociologico, con particolare riferimento all'analisi dei comportamenti, alla psicologia sociale ed alle tecnicre statistiche di elaborazione;
l'ambito storico come conoscenza delle trasformazioni spaziali operante sul tessuto urbano in diverse sezioni sto
riche;
l'ambito matematico per quanto riguarda le teorie di rappresentazione (grafi, matrici, ecc.), direzionate alla conoscenza successiva del calcolatore elettronico e delle tecni
che di programmazione;
l'ambito tecnologico come progettazione dei sistemi di componenti e come individuazione dei processi di assem
blaggio.
La bibliografia sarà fornita durante lo svolgimento del
corso.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (A)
Prof. Giovanni De Franciscis
Il Corso di Composizione Arcitettonica II si pone in termini di continuità didattica e metodologica rispetto all'iter formativo già affermato al I anno. Infatti, mentre al I anno,
la conoscenza dell'architettura è stata affrontata attraverso metodi di tipo analitico-strutturali, al secondo, è ancora attraverso una metodologia di tipo analitico che si intende avviare una prima esperienza di progettazione.
Il Corso ha come oggetto di studio il "sistema residenziale integrato », intendendo per questo l'insieme delle funzioni abitative di servizi e di attrezzature, necessario allo svoI~ gimento della vita urbana.
Lo studio viene condotto attraverso lezioni teoriche articolate nei seguenti temi:
a) La residenza.
b) Nuovi quartieri residenziali e antico centro abitativo.
c) Le trasformazioni nella città storica.
La verifica degli aspetti teorici viene condotto attraverso esercitazioni pratiche imperniate sul tema dell'intervento nel centro abitativo di più antico impianto; ed in particolare, per restare più vicino ad una realtà quotidianamente vissuta e direttamente sperimentale, verrà ipotizzata una serie di interventi coordinati in un ambito della città di Napoli.
Il Corso si concluderà con lo studio degli argomenti trat
tati durante le lezioni, la elaborazione di una tesina monografica su uno di tali argomenti, e la progettazione di un organismo architettonico semplice inserito all'interno del pezzo di città studiato.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (B)
Prof. Gaetano Borrelli
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Analisi Architettonica.
._-------------------~
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (C)
Prof. Stefano Paciello
1.1. Questo corso biennale si propone d'introdurre lo studio della progettazione architettonica quale disciplina tendente ad ordinare in forme significative i luoghi in cui viviamo, e di attuarne una prima metodica esperienza.
1.2. Rientra nei nostri specifici interessi e compiti conoscere lo spazio che abitiamo, tanto ai fini della sua rappresentazione che del suo controllo formale. Forma dell'ambiente e organizzazione del progetto per comunicare immagini architettoniche saranno quindi i tempi dello studio teorico e sperimentale da svolgere nei due anni del nostro corso.
2.1. Quale campo operativo di tali linee di ricerca sarà preso in esame l'ambito di Posillipo, studiando ne dapprima il processo formativo, gli aspetti e i significati della sua configurazione. L'indagine consisterà nell'individuare e ordinare le entità rappresentative del contesto, interpretandone sinteticamente caratteri, relazioni, filOdi di organizzazione e mutamento. La selezione critica dei dati acquisiti e la riduzione in immagini delle situazioni esaminate come delle operazioni di analisi misureranno]' efficacia della lettura, finalizzata ad una nuova costruzione dell'immagine ambientale.
2.2. Successivamente gli studenti sviluperanno progetti di massima per la definizione architettonica di specifiche parti dell'ambito considerato. Tuttavia, per quanto premesso, in nessun momento di questa esperienza biennale analisi e progetto potranno separarsi in operazioni autonome, essendo di
fatto compresenti in ogni processo conoscitivo. E ciascun momento dello studio potrà ritenersi concluso solo quando un comunicabile grado di conoscenza della situazione considerata avrà nel progetto preso forma esauriente.
Le indicazioni bibliografiche saranno fornite durante il corso. La cartografia aggiornata sarà integrata dal rilevamento aereo della collina effettuato nell'agosto 1977.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA II (D)
Prof. Alberto Izzo
Premessa teorica e metodologica
Il Corso si propone come Corso di progettazione le analisi del I anno, svolte nell'ambito di una zona del centro antico di Napoli, prendono le mosse dal rapporto, storicamente stratificato, tra morfologia e tipologia urbana, fornendo le condizioni di contesto che più direttamente influiscono sulla progettazione, come valido presupposto e piattaforma necessaria ad ogni ipotesi d'intervento_
Il tema di progetto del II anno, come riutilizzazione e ristrutturazione dell'esistente, fa riferimento al lavoro svolto nell'anno precedente sulla problematica dei centri storici.
Come introduzione al tema saranno tenute lezioni sui criteri d'intervento nei centri storici in Italia ed all'estero.
Contenuto del corso
Il tema è quello di una progettazione e si impernia sull'architettura italiana degli ultimi vent'anni: il rapporto tra nuovi edifici e tessuti edilizi esistenti. Il Corso prevede due ipotesi d'intervento, le cui definizioni e soluzioni, ricollegate date la prima, come operazione di recupero e conservazione, ad una nuova struttura capace di realizzare una continuità alle esperienze acquisite nel primo anno di Corso, sono affidi tessuto e di funzioni nell'ambito della zona prescelta e la seconda ad un'ipotesi di intervento sostituitivo di un particolare brano del tessuto urbano.
Articolazione ed organizzazione
Il Corso si articolerà nelle seguenti fasi:
1) Ricerche teoriche e sperimentali dei singoli gruppi di studio, sul contributo del Movimento Moderno alla problematica dei centri storici.
2} Individuazione a scelta dell'intervento nell'ambito della zona presa in esame al primo anno.
3} Ipotesi di intervento come recupero di relazioni capaci di realizzare una continuità tra i vari complessi architettonici disomogenei o come intervento sostitutivo di un brano del tessuto preso in esame.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (A)
Prof. Salvatore Bisogni
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso !'Istituto di Metodologia architettonica.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (B)
Prof. Riccardo Dalisi
Tema e premessa teorica
Tema: la "scuola di quartiere» riimpostazione del problema teorico e metodologico sperimentato dal '69 in poi nel corso di Composizione III B, tutto basato sull'architettura di "Partecipazione attiva» di concentrare quest'anno la didattica e la ricerca sulla "scuola vista strettamente legata alla residenza (dall'asilo nido all'obbligo). Essa può essere intesa come il principale "modo partecipativo» di un quartiere e il primo modulo partecipativo nella città.
Se alcune ipotesi legate alla possibilità di coinvolgere l'utente nel progettare sono cadute, la vitalità teorico e spe-
rimentale dell'urgenza partecipati va rimane in piedi, ha dato luogo ad una serie di ipotesi secondarie per « microsperimen~
tazioni di settore» di grande attualità: (creatività personale e di gruppo, dimensione Iudica e terapeutica della progettazione, ampliamento della dimensione logica, funzione formativa dell'immaginazione, dinamica formativa dell'immaginazione, dinamica formativa dei gruppi.
Articolazione e organizzazione
Il corso esclude lezioni e correzioni per studenti del IV e Vanno. Infatti l'offerta didattica si orienta prevalentemente verso i primi 3 anni. Il corso si articola in tre momen ti: a carattere seminariale, (prevalentemente per gli studenti dei primi due anni) ma coll'obiettivo di stabilire un contatto partecipativo di tutto il corso; 2) una seconda parte investe direttamente i problemi progettuali tecnico pratici e metodologici; 3) una parte sperimentale semiesterna (con incontri di quartiere).
Le attività didattiche comprendono:
a) conduzione di tipo seminariale con uso sia pure parziale della dinamica di gruppo (escursione storica ed uso di discipline affini);
b) compilazione di « schede didattiche» ad uso interno del corso (esercitazioni);
c) compilazione schede per uso interdisciplinare (storia, arte, tecnica, ecc.) eventualmente rivolti anche all'esterno (altre facoltà, comitati di quartiere ecc.).
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (C)
Prof. Uberto Siola
Premessa
Il più recente dibattito sull'architettura, sul suo insegnamento e quindi sugli obiettivi e sull'articolazione organiz-
zativa della facoltà, sembra aver rafforzato la coscienza della necessità di sviluppare !'insegnamento degli aspetti teorici e
tecnici della disciplina.
Sembra esserci una domanda sempre più diffusa di ancorare !'insegnamen to agli aspetti più concreti e certi dell'architettura, sviluppando, in termini più complessivi, !'ipotesi di un'architettura intesa come una chiave di lettura specifica della realtà urbana e territoriale, nonché come una vera e propria « tecnica di intervento» su di essa.
Questo significa sottointendere due considerazioni:
l) Svincolare il problema di un insegnamento «tecnico» dell'architettura da un rapporto univoco di dipendenza della questione drammatica degli sbocchi professionali, per cui la mancanza di sbocchi potrebbe giustificare una vanificazione dei contenuti della didattica; sviluppare invece, la ipotesi di un insegnamento non fondato sulla creatività quanto sull'uso razionale degli elementi della conoscenza (regole, principi, materiali) significa andare al di là dell'obiettivo di minima di fornire una professionalità di base allo studente, per investire il campo di una preparazione politica e culturale che consenta di partecipare attivamente e coscientemente ai processi dialettici che investono nella realtà le questio
ni della città e del territorio.
2) Dall'altra, respingere il catastrofismo emergente di chi sostiene l'impossibilità di mantenere in vita !'istituzione universitaria. Pur nei limiti di una situazione caratterizzata da una grande drammaticità, va riaffermato !'impegno a mantenere al più alto livello possibile l'insegnamento uni
versitario.
Contenuto del corso
Questa breve premessa dovrebbe rendere più chiare le finalità del corso, impostato appunto sull'obiettivo di proporre allo studente una esperienza didattica sul tema della
residenza a Napoli.
Sembra inutile sottolineare la drammaticità che assu. me oggi il tema della casa,' a Napoli in particolare.
Anche partendo da questa realtà, il corso vuole offrire:
elementi per una conoscenza della produzione di progetti e proposte inerenti il tema dell'alloggio e della residenza in questi ultimi 50 anni: conoscenza condotta sul filo pre. valente dei caratteri tipologici piuttosto che stilistici;
- elementi per una conoscenza del ruolo svolto dai carat. teri tipologici prevalenti dela residenza nella storia di Napoli come città sulla definizione dei suoi caratteri more fologici;
- elementi per una conoscenza delle principali posizioni teoriche oggi ricorrenti nella produzione e nella ricerca architettonica, anche per fornire un quadro di riferimen· to teorico alla linea di lavoro teorico che si propone;
- elementi per una specificazione dei principali punti di ri· ferimento dell'indirizzo teorico seguito dal corso, in pri· mo luogo caratterizzato dall'approfondimento dei temi del rapporto fra caratteri dell'architettura e struttura morfologica della città;
una esercitazione progettuale sul tema della casa a Na· poli.
Articolazione del corso
Il corso è articolato in:
- lezioni teoriche - dibattiti di corso - dibattiti e riunio· ni con contributi esterni - esercitazioni di progetto.
Le lezioni teoriche riguarderanno i seguenti gruppi di argomenti:
L Le questioni connesse al ruolo ed al lavoro degli architetti
2. I termini del dibattito attuale e la linea di lavoro 3. I caratteri degli edifici per la residenza 4. Napoli Come cit· tà: tipologia e caratteri morfologici S. I punti teorici della
nostra linea di lavoro: - L'architettura come tecnica di intervento - Il progetto architettonico come momento di una tecnica. Gli strumenti del progetto: - il rapporto con la storia - l'analisi urbana - la rappresentazione grafica - tecnica e tecnologia.
Ogni lezione sarà seguita da un dibattito. Ciascun grup' po di argomenti vedrà un momento di confronto con docen· ti della facoltà o di altre facoltà.
Per l'esercitazione di progetto gli studenti potranno sce· gliere fra gruppi che faranno capo ciascuno ad uno degli assistenti del corso che presenteranno delle loro autonome proposte di lavoro: tali gruppi di esercitazione si baseranno sulla discussione e sul confronto collegiale, mentre gli elabo· ratori grafici di progetto saranno individuali.
Il corso è aperto a studenti di tutti gli anni. Eventuali cordinamenti, che restano un obiettivo centrale di questa offerta didattica, verranno stabiliti e concordati con altri corsi dopo il dibattito generale sui programmi.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA III (D)
Prof. Fabrizio Spirito
Il programma è a disposizione degli allievi presso !'Isti· tuto di Metodologia architettonica.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (A)
Prof. Aldo Loris Rossi
Premessa
L'adozione delle tecniche di industrializzazione nel setto· re edilizio è attualmente fondata, nella generalità dei casi,
su alcuni assiomi a catene logiche giudicate incontrovertibili.
L'obiettivo primario ddla progettazione e produzione seriale, presupponendo un'immagine urbana determinata da Un reticolo geometrico cubizzante si precisa in sostanza come individuazione di:
l. moduli geometrici organizzatori dello spazio;
2. elementi strutturali quali unità minime staticamente determinate: generalmente di natura lineare o bidimensionale come pilastri, travi, lastre-pareti, piastre-solai, ecc.;
3. «componenting» più daborati: quali infissi, pareti attrezzate, blocchi impiantistici, ecc.
La combinazione tridimensionale di tali elementi dà luogo:
4. all'insieme scatolare della cellula abitativa intesa quale minimum tipologico-funzionale;
5. la moltiplicazione e giustapposizione di tali unità scatolari genera l'edificio singolo;
6. quest'ultimo connesso a sua volta con altre unità determina finalmente !'insediamento urbano ipotizzato.
Ogni elemento sottende gli altri e viceversa.
In tale circuito la qualifica funzionale, tecnologica e formale del prodotto « città» è iperdeterminata sia negli aspetti positivi che negativi del metodo e dal processo adottati. Se ?a un lato vengono abbassati i costi di produzione, dall'altro " prodotto non sfugge alle accuse, generalmente rivolte ad es.so, di uniformità, monotonia, assenza di qualità spaziali, alIenazione meccanicistica. .
In realtà lo standard non è ingrado di tradursi in polivalenza formale, pluralismo linguistico, «varietas» spaziale, e, anche se imposte da ragioni strettamente economiche, sarà sempre scarsamente accettato nel settore edilizio. Evidentemente è da rivedere criticamente l'intero meccanismo consegeunziale che . lega 1) la ricerca dei moduli geometrici alla
individuazione degli dementi strutturali, 2) lo studio dei « componentings» alle cellule abitative, 3) i metodi di aggregazione seriale di queste in un singolo edificio all' articolazione di edifici in un insieme quale frammento di città.
Il quesito al quale bisogna trovare una urgente risposta è il seguente: è possibile, utilizzando le tecnologie dello standard, rispettare determinate qualità architettoniche con una riduzione dei costi, ovvero, incrementare la qualità a parità di costo?
Contenuto del corso
L'obiettivo che si propone il corso è lo studio di «Prototipi di unità urbana a sviluppo verticale autosufficienti dal punto di vista dei servizi e dell' energia ».
Tali unità urbane possono essere fondate su alcuni principi quali:
1) l'integrazione delle funzioni nel piano verticale;
2) la possibilità di una crescita controllata dell'organismocittà per segmenti verticali.
In altri termini invece di produrre cellule standard da giustapporre per formare l'edificio e il quartiere nel piano orizzontale, si progettano edifici-città quali insiemi di « grandezza conforme» alle esigenze, ma flessibili ed ampliabili nel tempo.
Lo studio è incentrato dunque sulla progettazione di griglie strutturali in cemento e in acciaio o in materiali plastici.
Le caratteristiche spazio-strutturali del continuum possono essere definite mediante l'uso di un reticolato «cristallografico» in cui, dal punto di vista geometrico sia possibile riconoscere l'interferenza di figure semplici come il cubo, il tetraedro, l'ottaedro.
Dal punto di vista tecnologico è lecito parlare di «continuum» pur adattando in realtà una struttura discreta se
si introduce nel calcolo il concetto di « materiale ideale» secondo !'ipotesi di Le Ricolais.
Dal punto di vista urbanistico il reticolo tridimensionale studiato sarà dunque una vera e propria materia prima per le funzioni del vivere e dell'abitare.
Esso in funzione delle caratteristiche tecnologiche precisat~, ~erm~tte. una .grande flessibilità di utilizzazioni-configu_ r~zlOm. POlche ~edlante operazioni semplicissime di montaggi? e smo~tagglO possono facilmente aggiungersi o togliersi gh elementi modulari, tale reticolo spaziale può essere « scav~t~» (basta ripris!inare le condizioni al contorno) là dove VI Slano nuove necessità formali-funzionali, compatibili ovviamente con le sue leggi strutturali.
POSSO?O in~ividua~si inoltre almeno due sistemi infrastrutturalt che mterfenscono organicamente con la suddetta struttura portante.
L'insieme della struttura primaria e delle infrastrutture s~c?~darie. d~termina dei veri e propri spazi attrezzati, dispombill per I diversi usi tipologici e funzionali.
Particolare importanza assumerà lo studio del sistema di automo~taggio .. Se si tiene conto che oggi una portaerei è in g:a~o di all?gglare anche 5.000 abitanti, una vera e propria citta galleggiante prodotta in serie, i prototipi di unità urbana che si intende studiare, in quanto organiche città-strutture possono essere dimensionati per 1.000, 2.000, 3.000, 5.000: 10:000 ... abitanti; ed insieme contenere delle potenzialità di svzluppo controllato, nella misura in cui tale crescita avviene per sezioni verticali integrate.
In conclusione, dal punto di vista teorico, si tratta di sup~r~re limiti tradizionali del taylorismo applicato all'urbamstlca.
Significa cioè conciliare l'uniformità isostorica del campo con la ~ariabilità delle immagini spaziali, il rigore della maglta ordmatrice ed il pluralismo linguistico, la certezza della regola (standard) e la imprevedibilità individuale del caso (unicum).
Spezzando in tal modo il «continuum» di f,· ma~struttura, considerato da sempre uno dei tabù Q,-_
dossia del M.M. e postulando lo scheletro strutturale cOl,", « campo n, aperto ad uso pluralistico, sia sin tattico che funzionale si apre una prospettiva di ricerca sicuramente stimolante.
Solo se articolate all'interno di tale quadro teorico, anticipato esplicitamente da quelle ricerche di Le Corbusier che vanno dal progetto dello «chassis Domino» (1914) al Piano « obus» per Algeri (1931), si può dare un senso pregnante. legittimo, alle istanze avanzate dalle correnti «Post-Moderniste »,
Articolazione e organizzazione
Il corso si articola in lezioni teoriche, seminari, esercitazioni progettuali, visite ai cantieri e ad impianti speciali.
Ciascun gruppo di studenti svolge una ricerca di carattere teorico ed un progetto che tende a precisarsi come esecutivo.
Alla fine di ogni anno accademico tutti i risultati relativi alle ricerche ed ai progetti vengono raccolti in volumi, unitamente ai testi teorici ed alle comunicazioni ciclostilate elaborate durante il corso e distribuite agli stessi studenti.
Il corso è aperto all'iscrizione degli studenti del III, IV e Vanno.
Eventuali raccordi con altri corsi
Si ritengono di pii) stretta pertinenza al corso le seguenti
discipline: a) Settore storico critico: L Storia dell'architettur;t; 2. Storia
dell'urbanistica; 3. Indirizzo dell'architettura moderna;
b) Settore strutturale-costruttivo: 4. Scienza delle costruzioni; 5. Tecnica delle costruzioni; 6. Materiali da costruzioni speciali; 7. Tipologia strutturale;
il i!j
Il.' ! l' l
c)' Settore scienze ambientali e normativa-gestionali: 8. Analisi dei sistemi urbani; 9. Pianificazione territoriale urbanistica; IO. Materie giuridiche.
Il corso poliennale è coordinato verticalmente con Composizione Architettonica I e II b.
Bibliografie ragionate sono distribuite durante il corso.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (B)
Prof. Alberto Samonà
Il Corso è aperto a studenti della Facoltà indipendentemente dall'anno di iscrizione.
Il Corso si basa su esercitazioni progettuali integrate e collegate da argomenti teorici attinenti l'architettura e l'urbanistica. All'interno della vasta tematica relativa all'abitazione oggetto delle esercitazioni progettuali è «la casa per una famiglia ». Le esercitazioni progettuali sono relative a:
l) Casa unifamiliare isolata da progettarsi secondo i caratteri dell'edilizia pubblica.
2) I servizi per un insieme di circa 300 case unifamiliari da progettarsi in base alle esigenze della collettività; si dovrà sistemare l'area, prevedere le norme architettoniche necessarie a caratterizzare l'insieme, dimensionando le diverse attrezzature.
Ai fini dell'esame è necessario aver svolto le due esercitazioni e aver approfondito gli argomenti di studio proposti durante l'anno.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (C)
Prof. Alfredo Sbriziolo
Il tema della ricerca - la residenza - vuole porre l'attenzione su un problema che, quale che sia la sua definizione e
delimitazione, rispecchia in positivo - o in negativo - le situazioni emergenti dalla società e gli orientamenti della cultura architettonica del tempo.
Al progressivo logoramento delle tipologie abitative derivate - nel secondo dopoguerra - dai modelli storici del Movimento Moderno di architettura, fa riscontro - a partire dagli anni cinquanta - un ripensamento complessivo sul tema dell'abitazione. La messa in questione dei modelli convenzionali e la ricognizione di un filone di ipotesi alternative e innovatrici, costituiscono il punto di avvio di una ricerca sulla praticabilità di metodologie basate sulla assunzione di nuovi parametri e su più ampie possibilità di articolazione, flessibilità e variabilità dello spazio abitabile.
In questo quadro !'indagine si estende alle strutture di aggregazione e mura all'individuazione di unità urbane compiesse, come passaggio di grado dalla funzione residenza alla funzione integrata-associativa.
L'ottica nella quale si intende svolgere la ricerca progettuale muove dal presupposto che essa:
- debba svilupparsi in posizione analitica nei confronti dei caratteri specifici dell'area a cui si riferisce, è cioè con un aggancio esplicito alla realtà e alle preesistenze di un dato ambiente;
- debba porsi criticamente nei confronti di schematizzazioni tipologiche bloccate e ripetitive, ed orientarsi verso « sistemi» abitativi fondati su programmi di relazione e reciproca dipendenza di elementi strutturali e di spazi componibili, determinati analiticamente, moltiplicabili in tessuti aggregativi articolati e varianti;
- debba proporsi di introdurre, nella tematica della progettazione dell'alloggio, lo studiq dei modi abitativi come situazione dinamica, ed il problema del ruolo e del coinvolgimento dell'utente nella configurazione del proprio spazio abitabile, in funzione di valori dipendenti dall'individualità dell'uomo.
Il pasaggio dalla unità minima (alloggio ad una unità insediativa " primaria », comprendente alloggi e attrezzature complementari collettive, il passaggio cioè ad una aggregazione di dimensioni ottimali - controllabili architettonicamente -determinante un ambito omogeneo di strutture e spazi " integrati}) - intesa come tessera di un contesto più ampio di cui è parte organica, è considerato parte integrante dell'ipotesi di ricerca.
L'elaborazione, guidata dai docenti e condotta per piccoli gruppi, partirà da sintetici modelli di approccio e si svilupperà progressivamente attraverso la'nalisi sistematica dei problemi posti dal temafi e la precisazione delle tecniche progettuali congruenti con le soluzioni specifiche.
La documentazione conclusiva sarà costituita da:
- planimetria dei luoghi e di progetto (1/500) - profili di insieme (1/500) - modello volumetrico (1/500)
schedature di studio, riferimenti bibliografici, note esplicative schemi planimetrici delle infrastrutture (1/500 - 1/200) schemi edilizi della residenza (1/200)
- progetto dell'alloggio: piante, prospetti, sezioni (1/50) - schemi tecnici (impianti - strutture) - particolari, vedute prospettiche.
Bibliografia di base
A. Aalto, Opera completa.
Le Corbusier, Opera completa.
Diotallevi e Marescotti, Ordine e destino della casa popolare.
Griffini, Costruzione razionale della casa, volI. I, II.
Chenut, Ipotesi per un habitat contemporaneo.
L. Benevolo e altri, I modelli di progettazione della città moderna_
INA-CASA, I quattordici anni del piano INA-CASA.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA IV (D)
Prof. Alberto Cuomo
Sfuggendo l'ipotesi, falsamente scientifica, di una c~tegorizzazione logica dell'architettura, in cui ritrovare u~ improbabile - ideologico _ tramite fra definizioni costruttive e «( reale}) e rifiutando al tresì le aspirazioni ad una « fine» definitiva 'dell'architettura che tenti una altrettanto improbabile ({ partecipazione}) all'edificare, il corso att~averserà: .rne~ diante lezioni teoriche ed esercitazioni, le dIverse VISIOOI
dell'architettura moderna così come si sono manifestate nella concretezza della pietra e del progetto, per riscoprire nello studio e nell'esercizio del progettare e del costruire, i materiali, i luoghi in cui essere ancora architetti.
Probabilmente è proprio nel ripercorrere la distanza rinvenibile, nel corso della storia contemporanea, tra le diverse identità offerte all'architettura ed il " reale », che è possibile offrire un senso alla nuova distanza - se si preferisce la differenza - che separa il nostro agire attuale, la stessa ricerca di una identità dell'architettura attraverso il suo riesame analitico, dalle cose. E' evidente che tale ({ ritorno» non va inteso né nei termini di uno storicismo - v. le ambiguità di C. Jencks e P. Portoghesi circa il concetto di Post-modern -che auspichi, a partire dallo studio del passato, nuovi" fini », nè in quelli di uno scienticismo che ritrovi tra le diverse esperienze una Legge, così come esso non tenterà di abbreviare la distanza tra il nostro essere necessariamente - per storica coazione - nell'architettura e ciò che le è fuori, con lo sterile gesto dei cosiddetti « radicals », che si illude di annullare la "differenza» del costruire con l'esorcismo della negazione di ogni definizione dell'architettura.
Sarà invece proprio nel ripercorrere (non nel ricordare) con parole "differenti" i modi del costruire e dell'abitare trascorsi che sarà resa la nostra attuale «differenza», il nostro essere, (voler essere) come docenti o discenti, co
struttori, architetti.
l
Testi consigliati
M. Cacciari, Oikos, da Laas a Wittgenstein, Roma, 1978;
M. Heidegger, Essere a tempo, Torino, 1976;
M. Tafuri, La sfera e il labirinto, Torino, 1980;
M. Capobianco, Il metodo del disegno urbano, Padova, 1970;
A. Rossi, L'Architettura della città, Padova, 1969.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (A)
Prof. Michele Capobianco
Premessa di metodo
Finalità del corso è quella di definire le condizioni strutturali ed organizzative di un sistema di habitat, specificandane le qualità urbane attraverso le soluzioni architettoniche, spaziali, formali e tecnologiche.
Il corso tende a svolgersi secondo termini di scientificità che, in un processo di metodo progettuale, operanti attraverso le scelte di paramet ri e categorie proprie dello specifico disciplinare, così come si è evoluto storicam~nte (tipi, forme, strutture, ecc.), pongono l'ipotesi di intervento architettonico. Tali ipotesi, assumendo valori di mediazione e/o alternativi, nella non realtà del territorio, risultano idonee a verificare il ruolo degli organismi progettati in un possibile disegno di città, accertando la funzionalità del metodo stesso.
Si tratta quindi di intervenire attraverso ipotesi di sistemi che ponendosi criticamente nei confronti della frammentarietà e della indifferenziazione della città, pervengano alla definizione di spazi ur~
bani, tali da registrare con maggiore pienezza la dialettica di sociale e collettivo propria delle aree metropolitane.
Il corso intende, pertanto, recuperare la natura critica dei processi di progettazione, dove l'operazione critica è condotta attraverso gli
--------------------,
strumenti nello specifico architettonico, nella individuazione del nucleo critico proprio dell'architettura relativo alle relazioni che istituisce con le dimensioni della realtà da cui parte ed in cui può indurre modificazioni.
Contenuti del corso
La ricerca è orientata alla organizzazione dei sistemi di habitat:
l. nelle zone all'interno della città;
2. nelle zone di interdipendenza e che appartengono al continuum urbanizzato;
3. nelle zone marginali o del territorio.
La ricerca progettuale si propone lo studio di quelle forme di intervento che, inerendo ai più generali problemi del « rinnovo urbano », ne rilevano la capacità di recuperare l'originario significato di appropriazione della città: in questo senso l'esigenza di porre una tematica innovatrice (conseguenza della risposta architettonica alla domanda sociale) trova il suo spazio di verifica all'interno di un terreno storicamente dato, dove l'assunzione di partenza è che l'architettura sia una disciplina storicamente determinata attraverso la evoluzione del proprio corpus storico.
Per gli interventi legati al 30 punto le ipotesi di sistemi di nuovi habitat sono formulati in rapporto con la realtà del territorio, valutando anche le indicazioni programmatiche espresse ai vari livelli della pianificazione.
Nei differenti casi il tema operativo si pone come scelta possibile di fronte ad una realtà di segno negativo: la condizione di degrado urbano che investe, sia pure riconducibile a ragioni ed a connotazioni diverse, tanto la banlieu quanto le aree interne, dove l'obsolescenza delle strutture fa riemergere il volto della non città in immediata prossimità o allo
interno della stessa città.
Articolazione dell'attività didattica
Il corso si articola in tre livelli di generalizzazione:
a) Metodologia: attraverso trattazioni teoriche si defi, nisce una linea di metodo operativo circa i problemi relativi alla progettazione di un sistema globale di spazi, fondato sul principio della integrazione funzionale sulla scorta di esempi di interventi sul corpo della città, in cui sia individua bile una tale problematica.
b) Informazioni: il discorso è volto a tracciare un quadro di posizioni relative ai problemi dell'architettura così come SOno emersi nella storia più recente, attraverso la trat~ tazione di argomenti monografici sui momenti e sulle perso, nalità del dibattito architettonico di questi ultimi anni. Que, sto tipo di lettura è orientato a collegare il discorso sulla specificità della disciplina con quello sull'individuazione dei referenti sociali, che si manifestano nella pratica proget, tuale.
c) Sperimentazione: le esercitazioni attraverso lavori di gruppo ed elaborazioni individuali, verificano progressi, vamente gli assunti teorici attraverso la definizione di ipote, si spaziali nelle varie definizioni funzionali formali tecnolo, giche, ecc. ' ,
L'elaborazione progettuale delle ipotesi fa riferimento a:
a) significati e obiettivi:
- esposti in relazioni scritte ed in elaborati grafici;
b) organizzazione generale:
che illustri le diverse componenti emergenti nella struttura dell'intervento, e cioè:
percorsi
localizzazione di attività specifiche e definizione ti, pologica delle aree che le accolgono
campi funzionali;
c) elementi che compongono il modello di habitat:
definizione delle modalità di associazione di tali ele, menti in una formalizzazione architettonica.
Le ipotesi progettuali possono essere dirette sia allo studio di un sistema complessivo che a quello di uno o più elementi particolari del sistema complessivo che a quello di uno o più elementi particolari del sistema stesso (unità resi, denziale e/o attrezzature, ecc.) e alla valutazione del loro ruolo nel sistema complessivo cui appartengono.
Raccordi e coordinamento con altri corsi
L'elaborazione dei progetti, sia di quelli svolti durante il corso sia di quelli oggetto di tesi di laurea, dovendo rappresentare la sintesi degli studi degli allievi, nell'arco dei cinque anni previsti dalla Facoltà, non può non tener conto delle esperienze svolte negli anni precedenti o in altri Istituti. In particolare il progetto può anche costituire elemento di verifica spaziale per eventuali altre ipotesi e ricerche (urbani~tiche, storiche, strumentali, tecnologiche) sulle quali l'allievo più specificamente intende applicarsi.
In altri termini le opportune forme di coorçlinamento con le altre discipline risultano strettamente legate al tema di studio prescelto: i tempi e i modi di tale coordinamento verranno perciò valutati insieme con gli studenti in fase di programmazione della ricerca progettuale.
Risultano nella impostazione generale del corso privilegiati i coordinamenti con le discipline:
- Urbanistica e pianificazione territoriale
- Storia e Indirizzi dell'architettura e Storia dell'urbanistica
- Tecnica delle costruzioni e Materiali speciali
- Tecnologia dell'architettura.
La bibliografia essenziale è a disposizione degli studenti presso l'Istituto di Progettazione.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (B)
Prof. Nicola Pagliara
Le ragioni
I frammenti della scienza della progettazione, cocci multicolori sparsi fra le teorie più apprezzate dell'attuale firmamento culturale, tendono per loro natura, come un'implosione cosmica, a riconnettere le parti di un sistema un tempo unito e regolato da leggi ferree. Il «big-bang" di intuizione einsteiniana si è prodotto per la nostra scienza in tempi recenti dando luogo ad un'autentica galassia di « qualità" nella quale ogni intuizione personale sembra avere risvolti probabili e segni esclusivi. Da qui al vuoto cosmico dei contenuti, il passo è breve: l'interazione svuota, si sa, le parti dei loro significati, ne elabora una rappresentazione asettica, la giustifica sul piano socio~economico, insomma svincola e riduce se stessa dalle regole della disciplina. Il risultato è che non un eccletismo, ma più teorie giustificano la libertà di interpretazione dell'attuale briccolage progettuale. Il « non sense " che ne deriva è il nostro panorama urbano, pattumiera improbabile delle più acute sperimentazioni.
Le ragioni di questa condizione sarà più facile analizzarle alla distanza, quando il tempo trascorso consentirà di leggere divise le parti componenti del gioco delle parti, e forse solo allora troveranno giustificazione le tendenze collettive al massacro della disciplina. Noi per ora siamo qui solo a considerare, e tenteremo una rapida conversione (con i suoi rischi), per riprendere non « la direzione», ma pc!' raccattare i cocci dispersi. Già molti ricercatori sono al lavoro, anche in territori del sapere lontani dai nostri, ma tutto ciò ci indica un metodo a noi quasi sconosciuto. I racconti dei modi di pensare fino ai Maestri sono come fascinose storie di alambicchi, simili alle magie di Nostradamus, lontane dalla lucida scienza di Newton. Tuttavia è sempre a quel modo che torna la nostra speranza di conoscere i più intimi segreti del progettare, dissolti intorno agli anni '20, quasi che le esplosioni della grande Berta si fossero portati via, con le farfalle del fronte occidentale anche i draghi del misterioso bosco della Maginot.
Che sia solo questo il compito della nostra generazione, mi pare ben pagato alla via concessa, solo che il tempo stringe, e già nuovi
slogan appaiono nel firmamento della post~cultura: non si fa in tempo a riflettere, che il secondo canale TV, istituzionalizza con un flash d'agenzia la crisalide tenera della nostra mutazione. E allora, per restare nel vago, diremo soltanto che cerchiamo il (( mistero », come ci insegna Einstein, cioè il sentimento fondamentale che ci consenti di porci domande, di vivere accanto alla scienza e soprattutto di sentire in ogni scoperta dell'armonia universale, un riflesso della nostra sor· da, infinita meraviglia.
I mezzi
In questi anni ho cercato di mettere a punto uno schema dei pochi elementi fissi dell'architettura, e negli studi che ho sviluppato mi sembra si possano estrapolare tre punti indispensabili e ricorrenti, le cui caratteristiche se pure ancora poco controllabili, sono però certamente presenti in tutti i fenomeni architettonici. Questi elementi sono nell'ordine: la tettonica, !'inconologia, la simmetria. Di questi tre elementi il secondo ed il terzo sono quasi completamente scomparsi subito dopo le analisi sulle simmetrie neoplastiche di Mondrian e le iconologie metafisiche di Magritte.
Si sono ancora individuati due parametri variabili: la funzione e la tecnologia. La prima esaltata dagli anni '20 in poi, ha raggiunto ogni carattere di esclusiva speculazione economica, moneta di scambio o di ricatto per la fattibilità di un progetto, perdendo la sua caratteristica storica di ragione essenziale del pluriuso dello spazio; la seconda, finita nei laboratori Montedison o nelle rapide soluzioni di montaggio, associa industria e patronato sperando che con l'ausilio del designer possa divenire appetibile ed essenziale, una scatola di montaggio: troppi passaggi a nostro avviso per costruire il mini-cottage, pluriuso, accessoriato, con caratteristiche da ferrodastiro, da potersi adagiare indifferentemente (o da gonfiarsi) su spiagge a piacere o boschi o laghi o città ...
Questi cinque punti saranno gli argomenti delle nostre lezioni, cercando di analizzare quali furono nel tempo le loro caratteristiche, i significati e soprattutto quale fu la loro quantità d'uso all'interno dei diversi tipi di progetto. Ancora sarà sviluppato un piccolo tema durante !'intero corso, verificato
l
sIstematicamente attraverso cinque punti: prima in modo parziale (funzione, tecnologia), poi con un'ottica più ampia (tettonica, simmetria), ed infine il progetto darà spiegazioni attraverso l'espressione dei suoi significati (iconologia). L'elaborato al termine dovrà comprendere i cinque elementi in una assoluta contemporaneità di lettura, avendo sfiorato così il complesso meccanismo della sintesi dei momenti formativi !'immagine. L'esercitazione sarà singola e si svolgerà in classe attraverso correzioni e pubbliche discussioni; l'elaborazione potrà essere sviluppata all'esterno (la mancanza di spazi privati lo impone) ma le verifiche saranno sistematiche e settimanali, un giorno in più rispetto all'orario ufficiale e prodotte dai contrattisti con l'ausilio della presenza del docente.
Le considerazioni
Brevi possono essere le considerazioni, se così sperimentale si presenta il quadro della riserva del corso, ed il rischio (controllato) in cui si spinge. E' un nostro dovere crediamo ridare scientificità ad una malintesa interpretazione della « Composizi,one». Proprio oggi in cui per tutti tutto è composizione sentiamo con urgenza la necessità di restituire i ruoli. Accadde anche tanto tempo fa e ci fu alla soglia di un lungo rinascimento, quando fu chiaro che fra i mastri muratori e gli scienziati dell'architettura il passo del piede fiorentino si era smisuratflmente allungato. Non è un male tutto ciò se isolando la cOJllpetenza tecnica, gli architetti ricercano un nuovo modo umanistico, diventando a mio avviso allora sì indispensabili nello sviluppo del sociale non come mezzo, ma come motore e produttore delle immagini del proprio tempo. Noi vagliamo da anni un ruolo, fin qui resi quasi inutili ed affiancati al divertito e compiacente modo degli ingegneri. Perso il bandolo, si sa, anche Teseo avrebbe avuto grosse difficoltà nella scoperta di se stesso e noi tentiamo di riammagliare la grande tela della meraviglia.
Arida d' sembra fin qui !'immagine di quanto ci circonda, e se pure logici marxisti ci consigliano di stemperare le nostre fantasie nel mare profondo della socialità, noi chiediamo un
ruolo di produttori, come il teatro e la TV, di tutto quell'indispensabile inutile che forma, rallegra, arricchisce ma soprattutto tiene sveglie le buone come le cattive coscienze.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (C)
Prof. Massimo Pica Ciamarra
Il corso si articola su tre livelli che riguardano gli obiettivi, il metodo e gli strumenti della progettazione architettonica; e ne riscopre le relazioni all'interno di esercitazioni progettuali: la ricerca si incentra sul rapporto fra « architettura e dimensione urbana », ed esamina il problema della riorganizzazione dello spazio urbano e della sua riconquista ai fini collettivi.
I principali argomenti sono:
progettazione architettonica e progettazione integrale; intersezioni e contrapposizioni nella realtà dei processi progettuali;
l'organizzazione funzionale: dall'idea di funzione a quella di attività; lo spazio come sistema di luoghi; criteri tipologici e caratteri topologici; le barriere architettoniche;
architettura e logica delle tecnologie: la riunificazione della ingegneria strutturale con l'architettura; evoluzione della idea di progetto nell'edilizia industrializzata per componenti; il controllo del microclima nei sistemi edilizi; !'informazione energetica; gli impianti tecnologici nell'architettura;
l'uso delle geometrie nella definizione dello spazio: reticoli ordina tori e struttura organizzativa e formale; la progettazione architettonica fra topologia e geometria;
il {( principio insediativo », ovvero « l'armatura della forma »: la storia come metodologia del fare architettonico; ruolo degli utenti nel processo progettuale;
il rapporto con le preesistenze: l'intervento architettonico COme frammento e come elemento di legame.
Gli argomenti trattati hanno come riferimento le esercitazioni d'anno, a carattere monografico.
La bibliografia di base è disponibile presso !'Istituto di Progettazione Architettonica.
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA V (D)
Prof. Francesco Della Sala
Tema: «Progetto di residenza integrata da servizi complementari e sociali, potenziato da tecniche informatiche nella prospettiva dell'industrializzazione» '
~l tema par.t~ dalla considerazione dell'alloggio come un particolare. serVIZIO con caratteristiche di privacy, non auton?~o e C~iUsO ma concorrente all'integrazione degli altri serVIZI offerti dalla città.
~n tal ~enso,. ~a necessaria contrazione dell'alloggio è in f~nzlOne del servIzI collettivi che, oltre ad esserne indispensabile complemento, promuovono !'incontro e la partecipazione alla vita associata urbana.
I! Corso intende orientarsi al crisi energetica, la trasformazione zazione, ecc.
nuovo, come richiedono la della società, !'industrializ-
. Ci si p\?pone di continuare la sperimentazione di logiche dlver~~ delliter progettuale, capaci di tener conto delle COm~lessJta del process? e di evidenziarle. A tal scopo verranno Illustrate due espenenze progettuali condotte con l'aiuto del calcolatore.
. .I! pres~nte programma sarà integrato da allegati su speCifiCI aspetti, come le leggi e norme vigenti per l'edilizia residenziale di cui il progetto del V, nel suo legame con la realtà deve tenere conto. ' '
DISEGNO E RILIEVO (A)
Prof. Anna Francese Sgrosso
Premesse metodologiche
Il Corso A di Disegno e Rilievo si propone, mediante un consapevole uso del mezzo grafico-espressivo, il conseguimento della conoscenza fenomenologica dell'architettura.
Il disegno, inteso secondo una terminologia tratta dalla linguistica, come {( veicolo segnico », è un linguaggio visivo, e dunque come tutti i linguaggi deve esprimere dei contenuti, stabilendo con essi un rapporto reciproco di «significante e significato ». Se tuttavia attribuiamo un ruolo preminente al divenire del progetto piuttosto che alla forma conclusa, il mezzo grafico assume un preciso significato di ordine non formale ma ideologico. Al disegno allora viene attribuito un ruolo preminente al divenire del progetto piuttosto che alla forma conclusa, il mezzo grafico assume un preciso significato di ordine non formale ma ideologico. Al disegno allora viene attribuito un ruolo altrettanto complesso ma assai più pregnante, precisamente quello di «pianificare il procedere », stabilire o proporre in anticipo regole e compartimenti futuri, in una parola ({ progettare »,
I! soddisfacimento di tali esigenze richiede la conoscenza della problematica relativa alla percezione ed alla comUnicazione visiva: poiché infatti l'ambito operativo è lo spazio fisico tridimensionale, all'interno del quale si instaura un rapporto di fruizione tra lo spazio costruito e l'elemento umano, ne consegue !'intimo legame di natura geometrica e di natura psicologica tra la struttura oggettiva e l'immagine percepita, vale a dire tra spazio fisico e spazio percettivo.
La costruzione dell'immagine rappresentativa, come la formazione sulla rètina dell'imagine visiva, viene mediata da procedimenti geometrico-proiettivi atti a tradurre su una superficie bidimensionale la realtà oggettiva tridimensionale. Ma
come il processo percettivo-visivo non si limita alla pura registrazione dell'immagine retinica, così l'operazione grafica non può ridursi alla fredda e neutrale riproduzione della realtà: al segno-immagine compete infatti il ruolo di esprimere con immediatezza e pregnanza i contenuti ed i significati dell'opera.
Ancora una funzione del disegno, che potremmo definire autonoma rispetto al progetto ma non estranea, precisamente la funzione di documento dell'esistente, è quella che spetta al disegno di rilievo.
Ma anche il termine "rilievo» ha un significato polivalente, quello di osservazione, risalto, tipo di scultura, e in architettura, " ... determinazione degli elementi necessari a rappresentare graficamente un'opera già costruita» (Devoto-Oli, Dizionario della lingua italiana, voce Rilievo). Assumendo dunque il termine in un'accezione globale è necessario cogliere per suo tramite tutte le componenti dell'architettura: da quelle metriche e dimensionali a quelle relazionali, da quelle figurative a quelle geometrico-strutturali, per finire con le proprietà topo logiche dello spazio vissuto.
Programma operativo
L'ambito fisico oggetto di studio è costituito dai piccoli aggregati rurali per una ricerca finalizzata alla salvaguardia dei valori ambientali ed al recupero delle risorse locali.
Il Corso prevede lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche, che individuano due momenti distinti, benché intimamente correlati: l'uno di tipo analitico-conoscitivo, l'altro più specificamente rappresentativo ed inventivo.
Analisi morfologica dello spazio-ambiente
I temi delle lezioni saranno:
l'evoluzione del concetto di spazio con particolare riferimento alle nuove teorie geometriche;
i processi geometrici della rappresentazione grafica e della restituzione prospettica.
Le esercitazioni saranno volte:
alla conoscenza metodologica e strumentale del processo conformativo dello spazio-ambiente (schizzi, fotografie, rilievo sia tradizionale che fotogrammetrico);
all'individuazione della matrice strutturale degli spazi in esame.
Sintesi rappresentativa ed inventiva
I temi delle lezioni:
il problema della rappresentazione; sintesi storica e metodi moderni;
la teoria delle ombre come mezzo di ricerca figurativa e come studio del soleggiamento.
Le esercitazioni:
rappresentazione assonometrica e prospettica della struttura individuata;
rielaborazione configurativa e determinazione delle ombre proprie e portate.
Bibliografia
AA.VV., Architettura: disegno e geometria, Massimo, Napoli.
R. Arnheim, Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano.
M. De Simone, Rappresentazione, impegno e metafora, Palermo, 1980.
E. Panofsky, La prospettiva come forma simbolica, Feltrinelli, Milano.
A. Sgrosso, Lo spazio rappresentativo dell'architettura, Massimo, Napoli.
A. Sgrosso, Note di fotogrammetria applicata all'Architettura, Napoli.
Esistono inoltre appunti delle lezioni a cura dell'Istituto di Analisi Architettonica.
DISEGNO E RILIEVO (B)
Prof. Antonio Scivittaro
Significato del corso
Il crescente interesse che lega la Didattica alla Ricerca ci pone J'obiettivo di caratterizzare operazioni diverse. Queste, partendo dalla lettura ed elaborazione stimolano altri interessi che fecondano la capacità di rappresentarli. Il momento della rappresentazione dei Jenomeni plastico-spaziali dell'Architettura parte così dal recupero di significati e valori della città come del territorio aprendoci nuove prospettive metodologiche relative alle possibilità linguistiche e strutturali tra la città antica e la città moderna.
Naturalmente, è proprio in questa Disciplina, fondamentale alla formazione dell'architetto, che l'area di riserva estendendosi oltre le scienze e le tecniche legate alla percezione sensoriale, tocca motiva· zioni più profonde, ideali e formali al tempo stesso. Fondamenti e strumenti relativi alla rappresentazione virtuale dello spazio-tempo. Le modalità della rappresentazione (dal bozzetto al progetto e dal Rilievo al Modello) altro no nè se non la materializzazione in Forma visiva e fruibile della immagine contestuale.
Immagine e configurazione del rapporto mutevole tra città e territorio. Pertanto, le divisioni ideologiche tra architettura e Arte sono puramente riduttive e strumentali ma non sostanziali. Natura e artefatto (città-territorio) diventano inseparabili come la Cultura del Lavoro.
Specificità della disciplina
Il passaggio dall'informazione sensoriale alla riflessione logica e semantica sul contesto sottende umi serie di operazioni che vanno dall'analisi alla sintesi dell'immagine rappresentata (operazioni linguistiche-strutturali).
Il segno architettonico (l'opera-messaggio) diventa così oggetto di scomposizione e reinvenzione linguistica, ponendo in evidenza i caratteri legati al continuum spazio-tempo.
Particolare attenzione sarà posta al Processo di COSTITUZIONE DELL'IMMAGINE circostanziata all'ambiente storico, naturale e ai mutamenti che coinvolgono struttura e forma contestuali (es. Castelnuovo di Napoli).
L'obiettivo specifico consiste, a livello della Didattica, nel continuo sforzo di liberare consapevolmente il potenziale fantastico-inventivo negli allievi, affinché le analisi condotte non precludano, riduttivamente impoverendole, possibili aperture metodologiche (Analisi storico-critica delle esperienze visive e sui modelli spaziali).
Programma del corso
Analisi del segno architettonico nel contesto urbano:
a) La scala umana e i rapporti proporzionali.
h) Relazione tra oggetto architettonico e ambiente storico e socio-economico (Analisi storica e critica della forma).
c) La forma come effetto fruibile del processo di configurazione dell'immagine (della Gestaltheoria alle attuali ricerche storiografiche e critiche dell'Architettura).
d) Implicazioni geometriche, psicologiche, fisiche e storiche nell'Analisi della rappresentazione di Rilievo.
e) Processo interno esplicativo della rappresentazione bidimensionale e tridimensionale )Rilievo a vista e geometrico in scala come sintesi della forma).
I) Forma e contesto - con particolare riferimento allo studio dei mutamenti delle forze operanti nel contesto (scala umana e scala tecnologica).
g) Metodologia della forma e tecniche di rappresentazione (Elaborati di sintesi - il contesto esaminato e rappresentato nelle sue singolarità, anomalie ed emergenze).
h) Poetiche dell' Architettura antica e moderna. Mutamento delle indicazioni e del segno. Esemplificazioni segniche tratte da tests antichi e contemporanei.
i) Nelle prove individuali come nelle esperienze di gruppo (elaborazioni di gruppo) la metodologia seguita dovrà porre in evidenza i contenuti delle lezioni teoriche e delle esercitazioni alla lavagna (indicazioni storiografiche, critiche e geometriche dello spazio architettonico).
l) Lezioni circostanziate alla verifica del modello didattico individuato. Esercitazioni in aula intervallate da sopralluoghi nel centro storico di Napoli pilotate dai rispettivi Assistenti alle esercitazioni e coordinate con il corso di Composizione Architettonica I B diretto dal Prof. Gaetano Borrelli.
Opere consigliate
B. Zevi, Architettura in nuce, Venezia.
B. Zevi, Il linguaggio Moderno dell'Architettura, Torino.
R. De Fusco, Lidea di Architettura, Napoli.
A. Scivittaro - F. Tintoretto - P. De Masi, Struttura del segno architettonico, C.N.R., Napoli.
A. Scivittaro - F. Tintoretto - C. Di Crosta, Il Centro storico, C.N.R., Napoli.
A. Scivittaro - F. Tintoretto - M. R. Imbrioscia - P. Virgilio -M. Monti, Struttura e forma dell'Architettura, C.N.R., Napoli.
F. Tintoretto, Contributo alla linguistica architettonica - Parlare e fare architettura, Riv. L'Architettura, n. 236, Roma.
G. De Carlo, Urbino - Storia - Evoluzione e ristrutturazione urbanistica, Padova.
F. Tintoretto, La Crisi e l'Arte, Riv. Trivella, 16-17, Avellino.
DISEGNO E RILIEVO (e)
prof. Massimo Rosi
L'obiettivo didattico del Corso C. di Disegno e Rilievo, è quello di individuare nel contesto urbano e sociale, le emergenze architettoniche - che possono diventare temi comuni con i Corsi di Storia dell'Architettura e di Composizione Architettonica - per portare su di esse l'attenzione analitica della lettura diretta e cioè del rilievo, in uno con le possibili indagini storiche e tecnologiche.
- Lezioni teoriche, nelle quali saranno trattati, dal punto di vista storico e da quello metodologico, i seguenti argomenti:
1. La rappresentazione grafica dell'architettura. Connessione con la realtà, rappresentazione bidimensionale di una realtà tridimensionale sia reale che di fantasia. Rappresentazione antica e relazione con scoperte (Prospettiva). Evoluzione della rappresentazione. Il disegno dell'architettura nell'opera dei Maestri.
2. Teoria e storia del rilievo. Analisi delle rilevazioni effettuate da grandi architetti e studiosi d'architettura sulle grandi emergenze dell'antichità. Approccio metodologico e operativo.
3. Sintesi storico-scientifica dell'evoluzione nei metodi di rappresentazione geometrica. Proiezioni ortogonali per la identificazione delle caratteristiche metriche dell'oggetto da rappresentare. Il rilievo con l'ausilio della moderna tecnologia. Gli strumenti, la fotogrammetria, la fotografia aerea.
Attività sperimentale
a) Ricerca storica, come collocazi\)he dell'architettura studiata e come documentazione delle vicende della stratificazione storica. Bibliografia, regesto, confronto di planimetrie.
h) Rilievo:
Elaborati fondamentali: piante, prospetti, sezioni particolari: Disegno e sue caratteristiche in funzione della scala adottata:
l. Sintetico, scala 1/200, 1/100 rapporti generali, quote.
2. Descrittivo, scala 1/50 definizione architettonica, quote.
3. Analitico, scala 1/25, 1/10 particolari decorativi, strutturali, costruttivi.
c) Spaccati assometrici come mezzo individuale di lettura e comprensione dello spazio architettonico, della complessa fenomenologia della percezione architettonica e come mezzo di indagine strutturale.
d) Lettura fotografica intesa come fattore integrativo, quindi connesso alle singole fasi di lavoro. Ausilio della fotografia nel rilievo. Mezzo di interpretazione e lettura percettiva dell' architettura.
Testo indicato
M. Rosi, Il Disegno dell'Architettura, ed. della Libreria, 1977.
DISEGNO E RILIEVO (D)
Prof. Adriana Giusti Baculo
I! corso si propone l'analisi ed il rilevamento del patrimonio edilizio esistente.
I! riordino delle discipline e l'aggiornamento dei loro contenuti - che si auspicano nel quadro dell'assetto della Università - può proporsi anche utilizzando il rapporto con
la trasformazione concreta della realtà territoriale urbana ed edilizia, come esperienza formativa dell'architetto.
Il corso si propone la definizione di quel rapporto, il che serve non solo a capire i problemi ed i motivi determinanti l'attuale assetto di un territorio o di un ambito urbano preso in esame e le sue trasformazioni più antiche e più recenti, ma specificamente a penetrare una più ampia problematica dell'architettura e particolarmente il rapporto tra manufatto edilizio e suo uso, tra casa, servizi ed attraezzature, tra aggregato urbano ed attività produttive; queste ultime determinanti nell'attuale situazione economica nella quale lo sviluppo produttivo e occupazionale diviene problema prioritario anche per la valutazione delle diverse situazioni urbane ed edilizie.
A questa problematica che è il filo conduttore del Corso si affianca l'obiettivo della sperimentazione degli strumenti della rappresentazione.
Il Corso infatti è finalizzato al suo compito prioritario che è quello di assolvere al suo specifico disciplinare approfondendo la conoscenza dimensionale e quantitativa della realtà costruita.
In particolare a questo riguardo il Corso analizza:
i sistemi di rilievo da realizzarsi senza l'ausilio di strumenti ad alto livello tecnologico - fondati doè sul diretto rilevamento metrico - particolarmente utili per una conoscenza puntuale, immediata, ravvicinata della realtà costruita;
le attuali tecniche di rilevamento basate sulle fotografie aeree, sui metodi di prospezione elettrica e magnetica, sulla fotogrammetria anche connessa all'uso del calcolatore elettronico.
Nel panorama didattico del Corso saranno illustrati, di volta in volta, i criteri di elaborazione grafica più diffusi:
- sia quelli contenuti entro programmi cartografici a larga scala cioè colti a documentare aspetti della realtà urbana e territoriale in una
-------'l
cartografia connessa alla produzione industriale (IGM, FF.SS., Touring, ecc.);
- sia quelli contenuti nella documentazione grafica del territorio nazionale, regionale, comunale, rinvenibile comunemente alla scala 1: 10.000, 1.5.000, 1 :2.000, 1: 1.000;
- ~ia quelli contenuti entro la cartografia catastale più antica e più recente, nonché in tutta la cartografia « storica »;
- sia quelli sanciti dalla consuetudine grafica adottata da urbanisti ed a~chitetti, e solo in piccola parte convenzionata e generalizzata nei dhersi manuali (Manuale dell'Architetto, Neufert etc.).
Il Corso, inoltre, sottolinea - attraverso lezioni teoriche ed applicazioni grafiche - il ruolo fondamentale che assume la geometria - particolarmente la geometria descrittiva -come strumento scientifico sia di lettura e di rilievo dello spazio sia della sua rappresentazione.
Saranno quindi sperimentati con gli allievi - nelle esercitazioni e nei frequenti sovralluogi - gli strumenti della rappresentazione geometrica, utilizzando peraltro il disegno convenzionale integrato dalla simbologia grafica di volta in volta sperimentata, coerente alle varie scale di riduzione del disegno e finalizzata ni diversi scopi di lettura di queste.
In conformità. agli obiettivi innanzi esposti, l'articolazione didattica del Corso è costituita da
l) Lezioni;
- suU'uso della geometria descrittiva; proiezioni orto~onali, assonometriche e prospettiche;
sul disegno convenzionato e sui risultati grafici;
sui sistemi di rilievo e di analisi del territorio, delle strutture urbane ed edilizie;
sul significato attuale di centro storico e sul dibattito centrato sull'analisi del patrimonio edilizio esistente nelle diverse città italiane.
2) Esercitazioni:· nelle quali saranno stati compiuti e graficizzati rilievi alla scala territoriale, urbana ed edilizia. In dettaglio saranno approfonditi i seguenti aspetti delle
aree urbane prese in esame a differenti livelli di approfondimento.
A Primo livello
AI - Analisi delle trasformazioni urbane attraverso la cartografia storica ed i programmi di intervento in atto; A2 - Analisi della proprietà e delle variazioni catastali; A3 - Analisi della consistenza edilizia, del sistema viario, della rete di distribuzione dei 'servizi e della localizzazione delle attrezzature.
B - Secondo livello
BI - Rilievo planimetrico ed altimetrico di un comparto urbano; B2 - Analisi dei moduli strutturali e degli elementi costituenti l'aggregato edilizio; B3 - Analisi funzionale del comparto.
C - Terzo livello
CI - Rilievo di un edificio: piante a tutti i livelli, sezioni, prospetti; C2 - Rilievo delle reti di distribuzione dei servizi ed analisi della condizione igienico-sanitaria dell'edificio; C3 - Analisi delle unità abitative: superfici, distribuzione delle funzioni, dotazione di servizi.
L'area di lavoro sarà prescelta e discussa nel Corso: su di essa verrà fornita tutta la cartografia ed i dati disponibili ed utilizzabili.
Indicazioni bibliografiche
Adriana Baculo (a cura di), Centri storici e progettazione, Napoli, 1975;
Adriana Baculo, Quattro lezioni di Disegno e Rilievo, Napoli, 1980;
Adriana Baculo, La casa contadina, la casa nobile, la casa artigiana e mercantile - Analisi e recupero del patrimonio edilizio in Campania, Napoli, 1980.
, i
Dai sopraindicati testi è derivabile una bibliografia specifica relativa ai diversi temi trattati nel Corso.
Sono inoltre disponibili per la consultazione:
Quaderno del Corso di Disegno e Rilievo - prof. Adriana Baculo.
n. 1 Napoli: Quartieri Porto, Pendino, Mercato;
n. 2 La Regione Campania: La valle caudina, L'agro Nocerino, La fascia dei Comuni Vesuviani.
DISEGNO E RILIEVO (E)
Prof. Camillo Gubitosi
Contenuti ed obiettivi
Il programma si propone di impostare una ricerca metodologica riguardante l'analisi, la lettura e rappresentazione bi/tridimensionale dello spazio urbano ed architettonico.
Tale ricerca potrà anche essere coordinata con un Corso di Composizione al fine di identificare una stessa area urbana di sperimentazione. Il tema d'anno, infatti, considera una zona urbana - il centro antico - capace di offrire caratteri urbanistici ed architettonici di elevato interesse ambientale e formale.
Organizzaziqne del programma ,
Lavoro in gruppi di due, tre allievi.
Identificazione di limitate 'aree di studio nell'ambito del centro antico.
Analisi dell'ambiente urbano attraverso disegni d'insieme, fotografie, elaborazioni grafiche di planimetrie.
Analisi grafica di un complesso architettonico. Piante, spaccati, assonometrie, sezioni, prospetti e prospettive.
Il Corso darà alcune fondamentali nozioni sulla prospettiva e l'assonometria.
Il metodo di rappresentazione grafica, di cui è parte integrante il rilievo, inteso come strumento d'indagine conoscitiva, dovrà definire la possibilità di visualizzare le connotazioni spaziali, le emergenze visive, ecc.
All'analisi della realtà urbana e degli organismi architettonici in essa contenuta, si affianca nel CO:fSO un'analisi critica e storica dello sviluppo della realtà urbana attraverso il tempo, al fine di capire l'evoluzione urbanistica della città.
L'obiettivo di fondo è quello di rendere il mezzo grafico familiare agli allievi, fornendo loro il fondamentale strumento espressivo di lavoro dell'allievo-architetto.
ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (A)
Prof.
ESTIMO ED ESERCIZIO PROFESSIONALE (B)
Prof. Luigi Fusco Girard
Il Corso intende illustrare gli aspetti economici della pro
gettazione architettonica, urbanistica e della conservazione attiva dei beni culturali.
Gli argomenti sono i seguenti:
A) Elementi di micro economia
La scienza economica, bisogni, utilità, beni economici; la produzione, il mercato e le sue forme; !'investimento privato; l'investimento pubblico; la programmazione.
B) Teoria e metodologia estimativa: l'evoluzione della « moderna» disciplina estimativa da Arrigo Serpieri a Carlo Forte
L'evoluzione della teoria del valore e della logica estimativa; i principi dell'estimo; il metodo ed i procedimenti estimativi.
C) Estimo Urbano e Territoriale
La produzione edilizia; caratteristiche del mercato abitativo; la L. 392/78; la stima del valore di mercato del prodotto edilizio; il saggio di rendimento dell'investimento immobiliare urbano; la stima del valore di mercato dei fattori della produzione edilizia; la rendita ed il recupero alla collettività delle plusvalenze fondiarie con la L. 10/1977.
Il costo della nuova produzione edilizia: la stima dei costi di costruzione; l'analisi e la stima dei costi di costruzione per elementi funzionali; i costi di manutenzione e gestione; il metodo A.R.C.; l'analisi di valore.
Il costo del recupero e della conservazione attiva dei beni culturali: il costo per l'eliminazione dell'obsolescenza tecnologica, funzionale, posizionale, ambientale ed economica; procedimenti di stima del costo del recupero; aspetti economici della conservazione attiva dei beni culturali ed ambientali.
La stima dei costi insediativi: i costi delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie; il costo degli standard urbanistici; il costo di produzione di alcuni servizi pubblici urbani.
Il valore di surrogazione
Il valore complementare e di trasformazione
D) Le diverse tecniche di valutazione nella pianificazione e conservazione dell'ambiente
Le analisi finanziarie; le analisi multicriterio; la matrice degli obiettivi; il bilancio sociale di pianificazione; l'analisi costi benefici; le analisi di impatto.
E) Estimo Generale ed esercizio professionale
L'indennità di espropriazione nella normativa vigente; il Nuovo Catasto Edilizio Urbano; la direzione dei lavori.
Bibliografia
Si rimand::t alla bibliografia disponibile presso l'Istituto di Metodologia Architettonica ed a quella che sarà fornita durante il Corso.
FISICA (A)
Prof.
FISICA (B)
Prof. Gelsomina Colantuoni
Programma
I principi variazionali della meccanica - spazio delle configurazioni e sua rappresentazione geometrica - geometria di Riemann - energia cinetica-funzione lavoro - sistema scleronomi e reonomi - calcolo delle variazioni speciali - le equazioni differenziali di Eulero-Lagrange per n gradi di libertà - il principio dei lavori virtuali - la diseguaglianza di Fourier - il principio di D'Alembert e la legge di conservazione dell'energia il principio di Hamilton - le equazioni del moto di Lagrange e la loro invarianza rispetto alle trasformazioni di punto - il teorema dell'energia come conseguenza del principio di Hamilton - variabili ignorabili e principio di Jacobi - piccole vibrazioni - stabilità dell'equilibrio elastico.
FISICA TECNICA E IMPIANTI
Prof.
GEOMETRIA DESCRITTIVA (A)
Prof. Serafino Boccia
Analitica
La geometria analitica del piano e dello spazio: Equazione della retta - Coseni direttori - Fascio di rette - Parallelismo e perpendicolarità tra rette - Equazione del piano - Fascio di piani - Distanze ed angoli - Parallelismo e perpendicolarità tra piani; tra una retta ed un piano - Piani appartenenti ad una stella - Equazione del cerchio. Coniche - Ellisse - Iperbole - Parabola - Proprietà metriche relative - Polarità piana -Polarità e coniche degeneri - Diametri, assi, centro di una conica - Fuochi - Asintoti dell'iperbole - Polarità determinata da una quadrica - Sfera - Classificazione delle quadriche -Equazioni canoniche delle quadriche - Coni. Cilindri - Equazioni dei sistemi di rette esistenti su di una quadrica.
Proiettiva
Concetti fondamentali: elementi impropri, proiezione e sezione; forme fondamentali; legge di dualità nel piano e nello spazio - Rapporti semplici - Birapporti - Gruppi armonici - Proiettività - Prospettività - Omografia - Omologia - Trasformazioni omologiche.
Descrittiva
Metodo delle proiezioni centrali e di Monge. Rappresentazione degli enti fondamentali della geometria - Condizioni di appartenenza - Problemi grafici: intersezioni. Parallelismo, complanarietà e perpendicolarità - Problemi grafici fondamentali relativi - Ribaltamento di un piano proiettante - Distanza di due punti, di due piani paralleli, di un punto da un piano -Minima distanza di due rette sghembe - Ribaltamento di un ..... ~ ............. <T"' ..... «> ... -irn _ Ananln eli l"lI1P rptte. di due oiani, di una
retta con un piano - Rappresentazione di un poligono regolare e del cerchio.
Argomenti oggetto di tavole
Trasformazioni omologiche del cerchio in ellisse, iperbole, parabole - Retta per un punto e incidente due rette sghembe - Piano per una retta e parallelo ad un'altra retta -Retta per un punto e perpendicolare a un piano - Piano per una retìa e perpendicolare a un piano - Distanza di due rette sghembe - Rappresentazione di un poligono regolare, del cerchio e del quadrato.
N.B. - Tutti gli esercizi si intendono svolti nei due metodi: Monge e proiezione centrale.
Bibliografia
M. Miglio, Geometria analitica.
M. Miglio, Geometria descrittiva.
A. Sgrosso, A. Ventre, Elementi di Geometria proiettiva e di Geometria descrittiva, ed. Massimo, Napoli.
GEOMETRIA DESCRITTIVA (B)
Prof. Calogero Palermo
Premessa
Per «geometria descrittiva» va Oggi mteso tutto quel complesso di strumenti metodologico-culturali, scientifici, tecnici, applicativi atti alla impostazione-esecuzione della «descrizione » della « geometria» di un « oggetto »: in particolare, nel caso di un corso di « geometria descrittiva » per la Facoltà
di Architettura, di « oggetti» propri e delle scienze urbane e di pianificazione, e delle scienze compositive e delle scienze storiche.
Nell'ambito delle «descrizioni geometriche» oggi in uso, facendo, come è naturale, riferimento all'ambito del patrimonio scientifico e di ricerca della disciplina «geometria », troviamo oggi una « molteplicità» di metodi di « rappresentazione geometrica di descrizione », Questa « molteplicità)} è ri~
conducibile, tanto sul piano della metodologia e della « fondazione» matematica, quanto sul piano del modo applicativo di intendere (e «vedere ») 1'« oggetto» da rappresentare, a una specifica unità: così il corso tenderà, innanzitutto, ad una visione unitaria delle tecniche-teorie poi esposte.
Il corso ha come suo obiettivo primario quello di con
durre gli studenti alla acquisizione non solo della capacità di uso concreto, esecutivo, di tipi di «rappresentazione delle geometrie» degli «oggetti» di pertinenza professionale, ma anche ad una capacità di « impostare» comunque letture descrittive: così lo studente sarà messo in grado anche nel futuro di cogliere e comprendere le nuove tecniche di « rappresentazione» che del resto si vanno già oggi prefigurando (si pensi a tutte le probabili prossime applicazioni in campo di rappresentazione di procedure automatiche mediante calcolatore elettronico).
Punto tematico centrale del corso diventa allora, in riferimento ai modi di lettura stessi propri anche delle procedure « professionali» della'rchitettojurbanistajpianificatorej storico, oltre che in riferimento alle più moderne impostazioni della scienza matematica, è costituito dal concetto di « sistema» (cioè di oggetto, di qualsiasi natura, letto come « organizzato» al suo interno da legami e leggi). Il concetto centrale di sistema, esposto nel corso con i suoi concreti riferimenti alle aplicazioni in altri corsi disciplinari, finisce col condurre poi al tema «modelli matematici, loro applicazioni, loro metodi di rappresentazione geometrica come lettura della sua forma globale ».
Argomenti
Tenuto conto di tutto ciò e sulla base di un'esposizione da un lato unitaria e dall'altro proposta sempre in riferimento ad espressioni applicative, gli argomenti (dunque le specifiche ({ tecniche di rappresentazione ») possono pensarsi divisi in due gruppi fondamentali:
a) rappresentazioni nel continuo
l. «geometria delle proiezioni»: prospettività e proiettività; assonometria ed omologia; metodi di Monge e della « proiezione centrale»; invarianti;
2. «geometria delle superfici »: concetti di «curvatura ... »; trasformazioni ({ continue »: topologia ed omeo~ morfismi;
b) rappresentazioni nel « discreto »: 1. « teoria dei grafi »: « geometrie finite ».
Organizzazione didattica
Il corso, articolato in lezioni ed esercitazioni, cercherà, nei limiti del praticabile, di arricchirsi di attività seminarialiapplicative a base interdisciplinare (conoscenza delle procedure automatiche, mostre di «modelli» elaborati della scienza architettonico-urbanistica ... ).
E' prevista la possibilità (per gli studenti) di impostare il corSo in termini di ({ ricerca », Eventualmente, se possibile, anche come momento di collegamento disciplinare e fiscale con altri corsi i cui docenti si dichiarino a ciò disponibili.
GEOMETRIA DESCRITTIVA (C)
Prof. Rosa Ulisse Penta
Il corso C di Geometria Descrittiva si propone lo scopo di significare il ruolo ed il contributo della Geometria nei
confronti del pensiero architettonico, attraverso una metodologia che, evidenziando il complesso ed articolato ambito in cui il pensiero geometrico si muove, consenta di verificare l'esistenz'l di una partecipazione attiva della Geometria alla promozione di sintesi spaziali (architettoniche o non) e d'altra parte renda consapevoli di poter cogliere da essa Geometria
. non le determinazioni specifiche, piuttosto il metodo di jn-dagine e di definizione della qualità intrinseche dello spazio
configurato.
Recepita essa partecipazione come stimolo alla creatività, la Geometria assume, in relazione al suo valore formativo, oltre al ruolo di contributo alla rappresentazione grafica attraverso l'uso di metodi specifici (Metodo delle Proiezioni centrali, metodo di Monge, nonché di argomenti di Geometria Proiettiva), anche quello di forza preminente nella chiarezza dei concetti spaziali e nella consapevolezza di quelle relazioni che un processo di configurazione spaziale sott"nde.
Il corso, quindi, si propone il duplice scopo di agire sia a livello formativo, stimolando sintesi ce qualificano una struttura di pensiero, sia a livello operativo promuovendo un processo critico nella scelta di essenzialità geometriche che definiscono una struttura spaziale (architettonica o non) nel sen
so più ampio del termine.
Nella'nalisi specifica da condurre su spazi o strutture reali saranno evidenziati caratteri geometrico-proietti vi, descrittivi nonché geometrico-analitici di figure o forme fondamentali che qualificano la struttura in esame (con particolare riferimento alle coniche ed alle quadriche).
GEOMETRIA DESCRITTIVA (D)
Prof. Aldo F. Saverio Ventre
Parte l'
Geometria analitica: Vettori geometrici - Dipendenza Ii-i- 1 p r" i _ ntazione arametrica e
ordinaria della retta e del piano - Questioni in un riferimento cartesiano ortogonale monometrico - Classificazione delle coniche.
Parte 2"
Geometria proiettiva e descrittixa: Prospettività - Omografia - Omologia - Il metodo delle proiezioni centrali - Il metodo delle proiezioni ortogonali.
Parte 3"
. Teoria dei grafi: Cenni di algebra lineare - Cenni di topologla - Grafi planari - Dualità - Problemi di adiacenza.
Libri consigliati
A. Sgrosso - A. Ventre, Lezioni di Geometria descrittiva Mas-simo, Napoli, 1981. '
Appunti dalle lezioni.
IGIENE EDILIZIA (A)
Prof. Maria Rigillo Troncone
Contenuto del corso
La struttura del corso è basata essenzialmente su quei criteri ai quali va improntata l'azione. di prevenzione e di controllo .d~ll'ambiente. Le ,nozioni fondamentali di ecologia dalle qualI Il corso prende I avvio, consentono di stabilire una i~entità di linguaggio ed una base di conoscenze comuni con I ecologo che, da specialista, studia le diverse matrici dell'ambiente nella loro dinamica e nelle alterazioni degli ecosistemi. Un~ volta dall'ecologo quantizzato il degrado ambientale, ed IndIcate le misure necessarie ad eliminare, o quanto meno
ridurre, tali alterazioni, l'architetto deve essere posto in grado di suggerire soluzioni progettuali in equilibrio funzionale con l'ambiente stesso. In questo contesto si inquadra lo studio della gestione delle risorse rinnovabili e non rinnovabili (depositi di carbone o di ferro, di rame, di petrolio). Lo studio considera da una parte i problemi delle risorse idriche, sia sotto il profilo dell'approvvigionamento, che dalla processistica delle tecnologie di potabilizzazione e di depurazione delle acque usate, .nonché del recupero e riutilizzo di queste stesse, e, dall'altra n'larte, i problemi relativi ai fenomeni di inquinamento del ~uolo, dell'acqua, dell'aria, e le corrispondenti tecnologie di disinquinamento.
Organizzazione del corso
L'organizzazione didattica è articolata in lezioni che specificano gli argomenti teorici costituenti il supporto della disciplina, in esercitazioni svolte mediante illustrazione e discussione di interventi di risanamento ambientale. in visite tecniche agli impianti e strutture di rilievo, ed in seminari sugli aspetti specifici della disciplina. Il prodotto del corso consiste in un intervento progettuale di risanamento ambientale che prende l'avvio da indagini ed analisi dell'ambiente considerandone le componenti territoriali o la loro dinamica trasformativa, seguite da proposte progettuali di riequilibrio e di risanamento complessivo.
Per la bibliografia, si rimanda al programma completo distribuito presso !'Istituto di Metodologia Architettonica.
IGIENE EDILIZIA (B)
Prof. Italo Ferraro
Il Corso si propone di affrontare lo studio della: città e dell'architettura superando la distinzione tra un momento esclusivamente conoscitivo ed uno esclusivamente pro ettuale
pur riconoscendo e praticando, sul piano del metodo, la particolarità tecnica dei due momenti. Il rapporto analisi progetto viene così inteso come fondamento contraddittorio di ogni conoscenza ed esperienza nel campo dell'architettura. La città viene intesa in modo estensivo; sinteticamente: il territorio come città. Questa definizione è riconoscibile analogamente alla città storica.
In questo senso vengono studiate le modificazioni del concetto di forma urbana nel passaggio dalla città storica alla città contemporanea. A partire dalla critica alla degradazione progressiva, fin dall'inizio dell'800, dell'aspetto architettonico della normativa, sostituito da una regolamentazione di tipo igienico-sanitario, il corso si propone di chiarire, nel senso dell'esperienza della città costruita e all'interno delle contraddizioni della città contemporanea in cosa possa consistere il tentativo di costruzione di un sistema normativo che si ponga come fondamento collettivo: assumendo le contraddizioni della città contemporanea, non eludendole.
Ci si propone programmaticamente di uscire dai limiti angusti della ricerca del movimento moderno-zoning, existenzminimum, nuovo linguaggio, ... ): questo almeno per le posizioni prevalenti nel M.M.
I! Corso affronterà la questione del significato dei fatti urbani e della nozione di luogo. Anche di questa verranno studiati i fondamenti contraddittori: esperienza ed immagi· nazione, artificio e natura, individualità e universalità ...
RESTAURO DEI MONUMENTI (A)
Prof. Roberto Di Stefano
Premessa
Il ({ Restauro dei monumenti» è la disciplina che individua la legittimazione e le modalità dell'intervento di conservazione sui beni culturali architettonici ed ambientali, criticamente riconosciuti, nell'in-
tento di assicurarne l'integrità ia quanto testimonianze irrinunciabili, risorse collettive e patrimonio della comunità.
Per realizzare il suo fine, il «Restauro dei monumenti» si avvale di appropriate tecniche di conservazione, che fanno capo, tra l'altro, agli apporti di varie discipline, da quelle storico-critiche, innanzi tutto, alle altre discipline dei campi fisico-matematici l costruttivi e sperimentali, nonché alla conoscenza dei procedimenti tecnici, antichi e moderni. Inoltre, esso, inteso in senso ambientale e rivolto alla conservazione integrata, affronta - collaborando con ulteriori campi disciplinari (ecologia, pianificazione, urbanistica, ecc.) - i problemi inerenti l'incontro tra antico e nuovo nei centri storici.
Pertanto, il corso si articola in due parti. Una prima che illustra i criteri generali della moderna tutela e, quindi, dopo un breve esame storico del comportamento delle varie società rispetto ai monumenti del passato, passa allo studio delle teorie del Restauro fino ad affrontare la trattazione delle attuali problematiche. La seconda parte, poi, è dedicata all'esame dei problemi tecnici nei diversi settori, architettonico, archeologico ed urbanistico, per ciascuno dei quali si indica la metodologia operativa. Vengono studiati, quindi, i criteri per la diagnosi dei dissesti statici ed i conseguenti interventi di consolidamento.
Tenendo presente l'esigenza di pervenire alla preparazione necessaria e sufficiente per tutti gli architetti, stante il limitato tempo disponibile, si svolgono i temi ed i problemi disciplinari, in modo speCifico, ma non specialistico. L'ulteriore possibilità di approfondire e verificare operativamente i contenuti del corso è fornita dalla scuola di Perfezionamento in Restauro dei Monumenti.
Comunque, il corso è programmato presupponendo come già acquisite dagli allievi le indispensabili conoscenze impartite - oltre che in Scienza e Tecnica delle costruzioni, Composizione e Urbanistica _ in Storia dell'architettura, Letteratura artistica e Storia dell'urbanistica. Inoltre, il programma è strettamente coordinato con quelli di Caratteri stili~tici e costruttivi dei monumenti e di Consolidamento e adattamento degli edifici.
Programma delle lezioni
Introduzione al « Restauro dei monumenti» come {( con~ servazione dei beni architettonici ed ambientali ». Esigenze culturali e realtà operative. I beni culturali e la loro tutela nel contesto della vita associata. Tutela attiva e conservazione integrata. Evoluzione del concetto di conservazione.
Parte prima
1. La tutela dei beni culturali: 1.1. La cooperazione internazionale per la tutela del patrimonio culturale. Le linee direttrici della tutela: la Carta di Atene (1931), la Carta di Venezia (1964). Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale (1972). Principi della conservazione integrata: la Carta europea del patrimonio architettonico, la Dichiarazione di Amsterdam (1975). 1.2. La tutela dei beni culturali nei vari Paesi del mondo: considerazioni generali in rapporto ai sistemi socio-politici, alle aree geografico-culturali, ecc.; notizie relative all'organizzazione esistente in alcune nazioni dell'Europa occidentale, dei Paesi socialisti, dell'America del nord e del sud, dell'Asia etc. 1.3. La tutela dei beni culturali nelle leggi vigenti.
2. Breve storia del restauro: 2.1. Il restauro nell'antichità: Pompei ed Ercolano. - Adattamenti e distribuzioni in età paleocristiana e medievale. - Il rinascimento e i monumenti dell'antichità. La lettera di Raffaello a Leone X. - Modificazioni del tessuto urbano e trasformazioni degli edifici religiosi in conseguenza della Controriforma (S. Marcellino, S. Gregorio Armeno in Napoli). - Restauri e trasformazione nell'età barocca (Interventi di architetti romani. Trasformazioni in S. Chiara e S. Restituta in Napoli).
2.2. Le origini del restauro moderno. I pareri per il restauro della cupola di S. Pietro in Vaticano e l'opera di Giovanni Poleni e di Luigi Vanvitelli. Gli interventi di Stern e di Valadier per l'Arco di Tito e per il Colosseo. - Le origini del concetto di tutela. Avvenimenti durante la Rivoluzione francese; Quatremère de Quincy, Merimèe, Vitet e la nascita del Servizio per i monumenti storici in Francia. - Il sorgere della società industriale in Inghilterra, durante l'età vittoriana.
3. Teorie del restauro: - Il pensiero e l'opera di Eugene E. Viollet le Due. - Il pensiero e l'opera di John Ruskin. -William Morris e la S.P.A.B. - Il restauro italiano nello
Ottocento. - Problematica italiana del restauro: C. Boito, L. Beltrami, Annoni, Giovannoni.
4. Problematìca attuale della conservazìone e del restauro:
-Sviluppo del concetto di conservazione dei beni culturali: definizioni dei termini; evoluzione dei caratteri della conservazione; legittimità della conservazione. - Istanza storica e istanza estetica. - La valutazione critica come guida e determinazione del restauro. - Restauro come recupero dei valori. Individuazione dei beni culturali. Problemi di inventario di protezione e di catalogazione. - Il rinnovamento dei siti urbani: la ricostruzione urbana; la ristrutturazione urbanistica. Tendenze attuali del rinnovamento. - Criteri di intervento nei centri antichi: centro storico e nucleo antico; restauro urbanistico e restauro monumentale. Funzioni per il centro antico. Rapporto tra restauro e urbanistica. Incontro tra antico e nuovo.
Parte seconda
5. Progettazìone del restauro: - Metodologia della progettazione del restauro architettonico. Problemi tecnici. _ Metodologia della progettazione del restauro archeologico. Rapporto tra restauro archeologico e pianificazione urbanistica. L'intervento tecnico; problemi di consolidamento dei reperti immobili; l'anastilosi; il restauro degli edifici allo stato di rudere. - Metodologia della progettazione del restauro urbanistico: analisi, schema progettuale, verifiche e progetto.
6. Tecnìca del restauro: - Gli schemi statici. Confronto fra le strutture della Cupola di S. Maria del Fiore e di S. Pietro in Vaticano. - I dissesti statici: studio delle lesioni; la diagnosi dei dissesti (traslazioni e rotazioni); l'analisi tensionale. - Cedimenti delle fondazioni e dei terreni di fondazione. - Cedimenti delle strutture fuori terra. - Opere provvisionali (puntellature, barbacani, ecc.) e tecnica del cantiere. - Consolidamento: dei terreni, del-
------------------~
le strutture murarie verticali (entro e fuori terra), delle coperture (solai, volte, cupole, tetti). Tecniche operative: il metodo dei cantieri alternati; le iniezioni di cemento; ancoraggi e cuciture; impiego dell'acciaio, dei calcestruzzi, ecc., la gunite, processi elettrolitici.
Esercitazioni
I temi trattati nelle lezioni verranno approfonditi - oltre che attraverso le visite tecniche sopra dette - con la lettura ed il com~ento dei documenti di particolare rilievo (le leggi di tutela, la Carta dI Venezia la Dichiarazione di Amsterdam, ecc.), nonché attraverso l'esame di s~ecifici esempi di interventi realizzati, illustrati con diapositive. Tra gli altri verranno studiati i seguenti casi:
A) Restauri del secondo dopoguerra:
Il palazzo dei Trecento a Treviso; la chiesa di S. Stefano a Vien~ na' la chiesa di S. Anna a Varsavia; il chiostr0 dei SS. Apostoh a Roma' la chiesa trecentesca di Donnaregina in Napoli; il Ponte Vecchio' a Firenze' il campanile della chiesa di S. Martino a Burana; il portale ~aggiore della cittadella monasti~a di . S. Chiara a Napoli; la Cattedrale di Napoli; l'ex convento dI S. PIetro Martire in Napoli.
B) Rilievo di zone archeologiche: il caso di Pompei; restauro di edifici allo stato di rudere.
C) E'sperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna e in Germania:
_ Esperienze di restauro urbanistico in F'rancia; i sett.ori di salvaguardia del Marais (Parigi), Chartres, Sarlat, Senhs.
_ Esperienze di restauro urbanistico nei paesi dell'Est europeo: il caso di Budapest.
_ Metodologia della progettazione del restauro urbanistico: il caso del centro antico di Napoli.
_ Esperienze di restauro urbanistico compiute in Italia: il caso di Bologna.
Inoltre, prima di dare inizio allo studio della tecnica ~el restau:o, verranno richiamate le conoscenze - già note agli allieVI - relative alle strutture murarie verticali (entro e fuo.i terra), agli archi, volte, cupole, solai, coperture a tetto.
Infine, per fornire chiarimenti e sviluppare la discus~ione sugli argomenti in programma, gli assistenti. ~~ .i coll~boratofl al ,corso, incontrèranno gli allievi in orari prestabIlIÌl, m aggmnta a quelh delle lezioni.
Bibliografia
Indicazioni bibliografiche utili per facilitare lo studio generale e l'approfondimento degli argomenti trattati saranno fornite, durante lo svolgimento del corso, ad integrazione e chiarimento del seguente elenco di testi:
Parte prima
l. La tutela dei beni culturali: 1.1. La coopera~ione eu/tura/e internazionale e la partecipazione italiana, di R. Di Stefano, in «Restauro », n. 3, 1972; Norme ed orientamenti per la tuteli' dei beni culturali in Itaiia, I, di R. Di Stefano - G. Fiengo, in «Restauro », n. 40, 1978; 1.2. R. Di Stefano - G. Fiengo, La moderna tutela dei monumenti nel mondo, Napoli 1972; 1.3. Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Italia I-II, di R. Di Stefano - G. Fiengo, in «Restauro », n. 40/1978, n. 41/ 1979; R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.
2. Breve storia del restauro: 2.1. A. Maiuri, L'u/tima fase edilizia di Pompei, Napoli 1942; Tutti gli scritti di Raffaello (Ediz. B.U.R.); S. Valtieri, Sanzio Sovrintendente, in «Architettura », n. 193, nov. 1971; R. Di Stefano, La cattedra/e di Napoli, ivi 1975; R. Di Stefano, La cupola di S. Pietro, Napoli 1969; S. Casiello - G. Fiengo, La tutela dei monumenti nella prima metà dell'800, in « Restauro », n. 5, 1972; M. Di Macco, Il Colosseo, Roma 1971, pp. 98-102 (Restauri e proposte nell'Ottocento).
3. Teorie del Restauro: R. Di Stefano, J. Ruskin, Napoli, 1969; J. Ruskin e W. Morris, di G. Rocchi e F. La Regina, in « Restauro », nn. 13/14, 1974; C. Perogalli, Monumenti e metodi di va/orizzazione, Milano 1954; C. Ceschi, Teoria e storia del restauro, Roma 1970; C. Brandi, Teoria del restauro, PBE, Torino 1977; R. Pane, Attualità dell'am-
"biente antico, Firenze 1967; R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.
Parte seconda
5. Progettazione del restauro: R. Di Stefano, Il recupero dei
valori, Napoli 1979; AA.VV., Il centro antico di Napoli, ivi 1971' Tutela e conservazione di edifici allo stato di rudere, di L. Santoro - S. Casiello, in « Restauro », n. 12,
1974.
6. Tecnica del restauro (ed esempi di intervento): Diagnosi dei dissesti e consolidamento degli edifici, a cura di G. Fiengo, Napoli 1978; Esperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna, di R. Worskett, in « Restauro », n. 9, 1973; I settori di salvaguardia in Francia: restauro-urbanistico e piani di intervento, di R. Di Stefano - G. Fiengo _ S. Casiello, in «Restauro », n. Il, 1974; Aspetti metodologici del restauro urbanistico: i casi di Bologna e di Napoli, di A. Aveta, in «Restauro », n. 30, 1977; Vari altri contributi nella rivista « Restauro ».
RESTAURO DEI MONUMENTI (B)
Prof. Stella Casiello
Premessa
Premesso che l'obiettivo del « restauro» è quello di operare una sutura tra il passato e il presente e che con il termine «restauro» definiamo «il complesso degli interventi tecnico-scientifici intesi a garantire, nell'ambito di una metodologia critico-estetica la continuità temporale di un'opera d'arte », la finalità del corso sarà rivolta all'acquisizione dei criteri, - seguiti in passato e attuati ai nostri giorni - delle metodologie e delle tecniche atte a perseguire tale fine.
Inoltre i contributi che diversi tipi di discipline (da quelle storico-critiche fino a quelle giuridiche o economiche, fisicomatematiche, ecc.) possono fornire al restauro rappresentano elementi fondamentali di conoscenza che sono premesse indispensabili per il corso e che si presuppone siano già acquisite dagli allievi nell'ambito di altri corsi.
Se si considera, poi, che il concetto di tutela si è esteso dai singoli monumenti ai valori di ambiente, e che !'impegno del restauratore deve essere rivolto alla prospettiva molto più complessa del restauro inteso in senso urbanistico, prendendo in considerazione gli interessi della vita associata come prioritari ai fini delle scelte, diventa indispensabile la conoscenza non solo delle leggi vigenti, ma anche dei documenti che, a livello nazionale ed internazionale, sono stati redatti negli ultimi anni.
Argomenti
- Problematica del restauro. Il restauro inteso come conservazione dei Beni Culturali. Definizione di Bene Culturale. Evoluzione del concetto di conservazione. Il giudizio critico come premessa indispensabile per le scelte d'intervento. Istanza storica e istanza estetica. La cooperazione internazionale per la tutela del patrimonio culturale (organismi governativi e non).
Interventi sui monumenti e atteggiamenti degli architetti del pass~to nei confronti delle testimonianze di storia e di arte a partire dall'età romana fino al Settecento.
- Le origini del restauro moderno. Aspetti della tutela dei beni culturali nella prima metà dell'Ottocento in Italia. Il restauro dell'Arco di Tito. I restauri del Colosseo.
- Dai vandalismi rivoluzionari all' opera di inventario e tutela dei monumenti nell'ultimo scordo del '700 in Francia. Quatremère de Quincy, Alexandre Lenoir e la problematica della conservazione e del restauro tra illuminismo e romanticismo. La conservazione ed il restauro dei monumenti nel pensiero e nell'opera di Ludovic Vitet. Mérimée e la Commissione dei monumenti storici. Il pensiero e l'opera di Eugene E. Viollet-le-Duc. La fortuna critica di Viollet-leDue in Italia.
Il sorgere della società industriale in Inghilterra durante l'età vittoriana. Il pensiero e l'opera di J ohn Ruskin. WilHam ,Morris e la S.P.A.B ..
Il restauro italiano nell'Ottocento. L'attività di Travaglini a Napoli e di Rubbiani a Bologna. Problematica italiana del restauro: C. Boito, L. Beltrami, Giovannoni.
Restauri del primo Novecento a Napoli. Interventi di Chierici e di Filangieri: il restauro della chiesa trecentesca di Donnaregina e gli interventi su Castelnuovo dall'800 ad oggi.
Criteri generali della moderna tutela dei Beni Culturali. Il primo documento redatto da Boito nel 1883; la carta di Atene (1931); la Carta di Venezia (1964).
Sviluppo del concetto di conservazione: conservazione passiva, conservazione attiva, conservazione integrata. La Carta Europea del patrimonio architettonico (1975). La Dichiarazione di Amsterdam (1975). La Raccomandazione 880 del Consiglio d'Europa (1979) relativa alla conservazione del patrimonio architettonico europeo.
La conservazione del patrimonio architettonico come uno degli obiettivi principali della pianificazione territoriale. Valore e significato del patrimonio architettonico (dal singolo monumento al sito urbano, al centro antico, all'"rea di tutela).
- La tutela del patrimonio architettonico: esperienze italiane e straniere (Francia, Inghilterra, Germania, Paesi socialisti) .
Individuazione delle aree di tutela nella conservazione integrata. Inventario e catalogazione dei beni culturali.
- La partecipazione dei cittadini e degli enti locali ai problemi della conservazione integrata. Il costo sociale nella operazione di riqualificazione ambientale.
- La tutela dei beni culturali nelle leggi vigenti.
Rinnovamento dei siti urbani: ricostruzione, ristrutturazione e restauro: differenze tra gli obiettivi e i metodi di intervento. Problemi di restauro e di riqualificazione di ambienti antichi. Metodologia della progettazione del restauro urbanistico. Il caso del centro antico di Napoli.
Funzioni per il centro antico. Rapporto tra restauro e ur· banistica. Incontro tra antico e nuovo.
Metodologia della progettazione del restauro architettonico. Metodologia della progettazione del restauro archeologico. Il restauro degli edifici allo stato di rudere. Alcune espe· rienze di restauro in Iran.
Tecnica del restauro: i dissesti statici: studio delle lesioni; la diagnosi dei dissesti. Cedimenti delle fondazioni e dei terreni di fondazione. Cedimenti delle strutture fuori terra. Opere provvisionali. Consolidamento: dei terreni, delle strutture murarie verticali (entro e fuori terra). delle coperture (solai, volte, cupole). Tecniche operativez il metodo dei cantieri alternati; le iniezioni di cemento; ancoraggi e cuciture; impiego dell'acciaio, dei calcestruzzi, ecc.; la gunite.
- Alcuni esempi di interventi di restauro realizzati in Italia e fuori: il palazzo dei Trecento a Treviso; la chiesa di S. Anna a Varsavia; il chiostro dei SS. Apostoli a Roma; la chiesa di S. Chiara a Napoli e lo spostamento del portale maggiore della cittadella monastica; il Ponte Vecchio a Firenze; il campanile della ciesa di S. Martino a Burano; la cattedrale di Napoli; l'ex convento di S. Pietro Martire in Napoli.
Bibliografia essenziale
C. Perogalli, Monumenti e metodi di valorizzazione, Milano 1954.
R. Pane, Attualità dell'ambiente antico, Firenze 1967.
R. Di Stefano, J. Ruskin, Napoli 1969.
C. Ceschi, Teoria e storia del restauro, Roma 1970.
AA.VV., Il centro antico di Napoli, ivi 1971.
M. Di Macco, Il Colosseo, Roma 1971, pp. 98-102 (Restauri e proposte nell'Ottocento).
La cooperazione culturale internazionale e la partecipazione italiana, di R. Di Stefano, in « Restauro », n. 3, 1972.
Aspetti della tutela dei beni culturali nell'Ottocento e il restauro di Valadier per l'arco di Tito, di S. Casiello, in « Restauro », n. 5, 1973.
Esperienze di restauro urbanistico in Gran Bretagna, di R. Worskett, in « Restauro », n. 9, 1973.
J. Ruskin e W. Morris, di G. Rocchi e F. La Regina, in «Restauro », nn. 13/14, 1974.
Tutela e conservazione di edifici allo stato di rudere, di L. Santoro - S. Casiello, in « Restauro », n. 12, 1974.
I settori di salvaguardia in Francia: restauro-urbanistico e piani di intervento, di R. Di Stefano - G. Fiengo - S. Casiello, in « Restauro», n. Il, 1974.
R. Di Stefano, La cattedrale di Napoli, ivi 1975.
C. Brandi, Teoria del restauro, PBE, Torino 1977.
La tutela dei beni culturali in Iran. Storia e cronache, di R. Paone, in « Restauro », n. 29, 1977.
Norme ed orientamenti per la tutela dei beni culturali in Italia, I, di R. Di Stefano e G. Fiengo, in « Restauro}), nn. 40, 1978 - 41, 1979.
R. Di Stefano, Il recupero dei valori, Napoli 1979.
O. Mazzei, Alfonso Rubbiani, la maschera e il volto della città, Bologna 1879-1913, Bologna 1979.
Violi et-le-Due e il restauro dei monumenti: C. Lora, La vita e gli scritti (pp. 5-22); S. Casiello, La fortuna critica in Italia (pp. 30-58); G. Fiengo, Il recupero dell'architettura medioevale nei pensatori francesi del primo Ot tocento (pp. 79-133); R. Di Stefano, La pratica del restauro (pp. 264-291); in Restauro» nn. 47-48-49, 1980. Vari altri contributi nella Rivista « Restauro ».
La Carta di Venezia (1964) e la Raccomandazione 880 del Consiglio d'Europa (1979) sono distribuite in ciclostile.
Ulteriori indicazioni bibliografiche verranno fornite agli allievi durante lo svolgimento del corso.
SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (A)
Prof. Giovanni Castellano
La prima parte del corso ha come oggetto la trattazione della Meccanica dei solidi con particolare riferimento al moto ed all'equilibrio di un corpo deformabile.
Utilizzando il calcolo differenziale assoluto (calcolo tensoriale) si sviluppano le analisi degli stati di deformazione e di tensione relativi ad un «continuo» tridimensionale; definiti i legami tensione-deformazione nell'ipotesi di materiale « stabile », si discute il problema analitico dell'equilibrio elastico. In particolare si analizza la soluzione del problema nel caso del solido di De Saint-Venant.
Nella seconda parte del corso si svolge la trattazione della Meccanica delle Strutture: teoria tecnica della trave, teoria dei sistemi formati da travi (telai); l'analisi dei telai viene condotta utilizzando il calcolo matriciale, particolarmente adatto a predisporre algoritmi orientati alla elaborazione automatica dei dati.
Il corso si conclude con la trattazione dei problemi riguardanti i criteri di resistenza e la stabilità dell'equilibrio elastico.
Bibliogr/lfia
Appunti sul corso.
R. Baldacci, Scienza delle costruzioni.
A. E. H. Love, A treatise on the mathematical theory 01 eIasticity.
Y. C. Fung, Fundations of solid mechanics.
---_._--
SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (B)
Prof. Alessandro Baratta
Obiettivo della Scienza delle Costruzioni nel campo delle costruzioni civili è istituire i presupposti scientifici fondamentali per lo studio di una qualsiasi realizzazione strutturale intesa come insieme di elementi materiali atto a resistere alla azione, prolungata nel tempo, dell'ambiente nel quale esso e:-,plica la sua funzione.
Il corso, che va inteso come un preliminare al vero e proprio tema della progettazione strutturale, si propone perciò di trallare i fondamenti della Statica e della Cinematica dei corpi deformabili, in particolare dei solidi elastici, come necessaria premessa, da un lato ,allo studio (Problema del De Saint Venat) di un elemento di larga diffusione nella pratica tecnica, e cioè la trave, e dall'altro lato alla comprensione di più complesse tipologie strutturali (quali piastre, volte, ecc.) che l'allievo affronterà nei corsi strutturali degli anni successivi.
Utilizzando i risultati acquisiti per le travi, che saranno in parte anticipati sotto forma di teoria tecnica delle travi, si tratterà la teoria delle strutture monodimensionali, intendendo più travi. Acquisite tali cognizioni, si mostrerà poi come eseguire la verifica di resistenza del materiale costituente la struttura, in base ai risultati dell'analisi ed al criterio della Normativa tecnica vigente.
Si introdurrà infine il problema della stabilità dell'equilibrio elastico, illustrandolo con esempi relativi, ad aste snelle caricate di punta ed a sistemi elasto-rigidi, ed evidenziandone i riflessi nella tecnica costruttiva.
Testi consigliati
V. Franciosi, Scienza delle Costruzioni, ed. Liguori, Napoli, voli. I, II e III.
V. Franciosi, Problema di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguori, Voll. I - II.
M. Capurso, Lezioni di Scienza del/e Costruzioni, ed. Pitagora, Bologna.
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, ed. Zanichelli, Bologna, VoI. I.
E. Giangreco, Esercizi di Scienza delle Costruzioni, ed. Liguori, Napoli, VolI. I, II e III.
A. Baratta, Appunti dalle Lezioni.
SCIENZA DELLE COSTRUZIONI (C)
Prof. Paolo Belli
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Costruzioni.
Testi consigliati
V. Franciosi, Fondamenti di Scienza delle Costruzioni" Voll. I, II e III, ed. Liguori, Napoli.
V. Franciosi, Problemi di Scienza delle Costruzioni, Voll. I, II, ed. Liguori, Napoli.
STATICA (A) (B)
Prof. Maria Elisa Bonelli Prof. Stefania Maisano
l. Calcolo velloriale: Definizione di vettore - Operazioni sui vettori - Sistemi di vettori equivalenti.
2. Statica: Principi fondamentali della meccanica - Equilibrio di un punto materiale libero o vincolato - Equilibrio di un corpo rigido libero o vincolato - Equilibrio di un sistema meccanico - Principio di sovrapposizione degli effetti per le forze - Caratteristiche di sollecitazione interna.
3. Cinematica: Traiettorie di un punto materiale e di un corpo rigido liberi o vincolati - Sistemi meccanici - Spazio delle configurazioni - Spostamenti finiti ed infinitesimi - Principio di sovrapposizione degli effetti per gli spostamenti infinitesimi - Catene cinematiche - Distorsioni.
4. Principio dei lavori virtuali: Lavoro - Spostamenti virtuali - Principio dei lavori virtuali - Applicazioni del principio dei lavori virtuali a sistemi meccanici labili, isostatici e iperstatici - Linee di influenza.
5. Stabilità del/'equilibrio: Analisi della qualità dell'equilibrio tramite il principio dei lavori virtuali o la funzione energia potenziale.
Bibliografia essenziale
Bonelli, Fino, Maisano, Statica. Bonelli, Maisano, Il calcolo matriciale applicato al/'analisi dei
sistemi rigidi.
AA.VV., Esercizi di statica. AA.VV., Sulla stabilità dell'equilibrio nei sistemi rigidi.
STATI CA (C)
Prof. Ennio De Rosa
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Scienza delle Costruzioni.
STATI CA (D)
Prof. Lucio Fino
Il programma del corso è a disposizione degli allievi presso l'Istituto di Scienza delle Costruzioni.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (A)
Prof. Alfonso Gambardella
Il corso si articola in due momenti: il primo di carattere istituzionale, il secondo seminariale.
Nel corso istituzionale vengono analizzate alcune fondamentali tematiche di storia dell'architettura facendo costante riferimento al rapporto c1assicismo-anticlassicismo.
In particolare vengono trattati i seguenti temi:
a) vita culturale e realtà socio-economica dell'Italia del '400 e '500 (con particolare riferimento a Brunelleschi, Alberti, Bramante, Michelangelo);
b) l'ambiente culturale romano e l'architettura barocca;
c) l'architettura a Roma tra Seicento e Settecento.
Tema del corso seminariale: Il centro storico di Napoli.
Bibliografia essenziale
R. Wittkover, Principi architettonici nell'età dell'umanesimo, Torino, 1964;
M. Tafuri, L'architettura dell'Umanesimo, Bari, 1972.
P. Portoghesi, Roma Barocca, Bari, 1975.
A. Gambardella, Architettura e committenza nello Stato Pontificio tra barocco e rococò, Napoli, 1979.
Note di Architettura ed ambiente nel centro storico di Napoli, Napoli, 1979, a cura di A. Gambardella con contributi di G. Amirante, E. Di Domenico, F. Divenuto, M.R. Doria, A. Litta.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (B)
Prof. Lucio Santoro
Lo studio storico-critico dell'architettura premette l'analisi dei problemi metodologici: concetto di storia, definizione di architettura, rapporto tra monumento e ambiente, problemi di estitica, tipologia. La metodologia è fondata sull'analisi spaziale intesa quale elemento determinante per la comprensione del valore formale degli organismi architettonici, considerati non come singoli monumenti a sé stanti, bensì in stretta relazione con l'ambiente. L'analisi viene integrata, per una visione globale del giudizio critico, dallo studio dei fattori sociali, politico-economici, filosofici e tecnici che hanno condizionato lo sviluppo dell'architettura e dell'urbanistica.
L'impostazione metodologica viene verificata attraverso l'analisi di tre nuclei urbani antichi: Napoli, Pompei, Spalato. Per l'analisi del centro antico di Napoli viene analizzata l'area culturale ellena sviluppatasi del Mediterraneo, considerando gli aspetti emblematici della cultura greca nel campo dell'urbanistica (polis) e dell'architettura (templi, teatri), ed il mutamento della struttura socio-politica di quella civiltà nella cultura ellenistica che affermò una diversa concezione di vita associata condizionante un nuovo spazio urbanistico. Per POffiw
pei, invece, si analizzano le attrezzature urbane romane: foro, terme, teatri e anfiteatri, al fine di comprenderne il significato in rapporto alla struttura urbana. L'analisi di tali attrezzature evidenzia la tecnica e l'evoluzione spaziale dell'architettura romana che raggiunge la fase conclusiva nel palazzo di Diocleziano a Spalato, esaminato questo nei suoi aspetti peculiari e nell'impostazione urbanistica romana.
Il corso prevede una serie di visite per permettere la fruizione diretta degli spazi analizzati facilitando così la verifica dell'analisi teorica.
Bibliografia essenziale
Per la metodologia:
B. Zevi, Architettura in nuce, Venezia, Roma, 1960.
E. H. Carr, Sei lezioni sulla storia, Torino 1966.
Voci Estetica e Storiografia in Dizionario enciclopedico di architettura e di urbanistica, Roma 1968, voli. II e VI.
Per Napoli, Pompei e Spalato
H. Berve - G. Gruben - M. Hirmer, [ templi greci, Firenze 1962.
I. Mumford, La città nella storia, Vicenza 1964.
A. Giuliano, Urbanis(ica delle città greche, Milano 1966.
A. J. Toynbee, Il mondo ellenico, Torino 1967.
S. Bettini, Lo spazio architettonico da Roma a Bisanzio, Bari 1978.
P. Grimal, La civiltà romana, Firenze 1961.
Voce Romana architettura ed urbanistica, in Dizionario ... sopra cit., voI. V.
Una bibliografia più dettagliata (sia per la parte metodologica sia per le parti applicative riferite alle tre città suddette) è a disposizione degli allievi presso !'Istituto.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (C)
Prof. Francesco Starace
L'architettura, in quanto monumento ed abitazione, va inclusa nelle idee di ecologia, territorio ed urbanistica, che rientrano tutte nel più vasto e generale rapporto tra politica e cultura. Intorno al 1868 il biologo E. Hackel, in uno studio sulle piante, chiama ecologia quella parte di biologia che studia il rapporto degli organismi, o «di gruppi di organismi con il loro ambiente e si basa sulla concezione del mondo vivente come un sistema di interdipendenze dinamiche. Ogni organismo vivente, uomo incluso, viene considerato in costante processo di adattamento con l'ambiente ad esso esterno. La triade universale della vita - ha scritto J. W. Bews - è: ambiente-
funzione-organismo». In termini di teoria generale e di metodo, i concetti fondamentali dell'ecologia - la scienza biologica di Lamarck (1744-1829) e di Darwin (1809-1882) che scrive il rivoluzionario Sull' origine della specie (1859) - derivano dal positivismo evoluzionista; in seguito essa si sviluppa con accenti geografici e sociali che l'avvicinano all'urbanistica, in quanto le due discipline con il contributo di altre scienze, studiano la vita e l'adattamento di comunità all'ambiente e quindi la struttura e le funzioni del mondo vivente. Del resto,ecologia (dal greco oikos = casa e logos = discorso) fin dall'origine include l'equazione casa-città-territorio, mentre precede di poco la nota definizione (1881) di W. Morris il quale fa presente come l'architettura, al cui verificarsi collaborano tutte le arti, abbraccia «la considerazione di tutto l'ambiente fisico che circonda la vita umana»; essa è inoltre « l'insieme delle modifiche e delle alterazioni introdotte sulla superficie terrestre in vista delle necessità umane »,
Il territorio, sede degli insediamenti, va inteso secondo una triplice accezione. In senso fisico, geografico, climatico e fisiobiologico, è campo di azione di dati naturali «che agiscono su un organismo ed una comunità ecologica e in definitiva determinano la sua forma e sopravvivenza ». Il territorio risulta così definito da scienze fisiche o naturali, le scienze nomotetiche (da nomos = legge) fondate su leggi generali, costanti ed indipendenti dal tempo. Come sede di fattori sociologici, antropologici e culturali, il territorio esprime anche le forme (religiose, nazionali, aristocratiche, popolari o di massa) della psicologia e della socialità collettiva: va visto in rapporto con attività umane conoscitive e operative quali l'organizzazione politica ed economica, il linguaggio, le leggi, i costumi, le religioni, i tabu, tutti fenomeni analizzati dalle scienze umane od «idiografiche» particolari, relative, che studiano condizioni etico politiche e si fondano sull'opinioni e su ipotesi modificabili nel tempo. In modo più prossimo all'architettura costruita, il territorio va inteso come realtà prodotta dall'intervento umano sulla natura che risulta trasformata dagli artifici dei costruttori, fruiti poi da utenti. Si pensi alle frontiere geografiche e militari, economiche, linguistiche e culturali; alla dinamica delle culture agricole che produce
tessuti fondiari differenziati nel tempo; agli impianti viari nella regione colleganti paesi e città di importanza diversa, fino alla capitale. Nel quadro geografico ed ambientale, il cenno alla città conduce all'urbanistica, che in quanto concetto generale studia il costituirsi del tracciato urbano, nonché la crescita della città nello spazio e nel tempo in funzione delle attività religiose, economiche e politiche. Oggetto dell'urbanistica è la città nella storia, che può denirsi da un punto di vista pratico o critico~estetico, ma i due processi - prassi e teoria - vanno considerati omogenei ed unitari per non riprodurre l'equivoco di dissociare contenuti e forme. Le diverse esigenze della vita collettiva stabiliscono un equilibrio dei valori di spazio che rappresenta l'economia di un tracciato urbano e ne condiziona la forma. Accanto alla forma urbis ed al perimetro della città, alla proporzione delle aree libere ed edificate, alle diverse altezze degli edifici, altri parametri contraddittori determinanti l'urbanistica sono il dissidio tra passato e presente, tra antico e nuovo, il conflitto fra !'interesse pubblico e privato, ossia tra valore economico e sociale del suolo urbano, la distinzione tra edifici speciali, rappresentativi ed edifici comuni costituenti il tessuto residenziale, insomma fra le due categorie dei monumenti pubblici e delle abitazioni private.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (D)
Prof. Gaetana Cantone
Problemi di storiografia architettonica
teoria e storia dell'architettura; storia dell'architettura e restauro.
gli indirizzi interpretativi: la linea storico filologica e la linea storico-sociale.
il linguaggio classico nell'architettura; il recupero delle antichità; il classicismo in architettura.
architettura e storiografia: teorie dell'architettura, revivals I tendenze.
Il rinascimento in architettura ed il recupero delle antichità
il codice e la «maniera »,
i modelli di riferimento.
La trasformazione della città e /' architettura nel rinascimento italiano
Aspetti, temi e problemi.
il concetto di Rinascimento; il Rinascimento in architettura.
!'influenza di Vitruvio nella letteratura architettonica.
F. Brunelleschi e L. B. Alberti.
l'opera di F. Brunelleschi e gli esiti brunelleschiani.
L. B. Alberti: storia dell'architettura, teoria dell'architettura, restauro urbano.
L. B. Alberti: le opere.
Picenza, Urbino, Ferrara, Firenze, Roma, Napoli, Milano: la trasformazione della città medioevale.
Filarete, Leonardo e Bramante a Milano.
D. Bramante a Roma e la vicenda di S. Pietro.
i Sangallo: le opere e le ricerche; il rapporto con le opere di Brunelleschi.
Leonardo da Vinci: il risanamento delle grandi città.
Raffaello: il rapporto su Roma antica; le opere architettoniche_
La ricerca architettonica di B. Peruzzi.
Michelangelo architetto.
S. Serlio: l'obbligo del restauro.
Il rinnovamento urbano come forma sociale: gli utopisti.
Bibliografia di base
F. Bologna, I modelli di studio dell'arte italiana ed il problema metodologico oggi, in " Storia dell'Arte Italiana" (Einaudi) Torino 1979, pp. 165-282.
B. Zevi, Architettura e storiografia, Torino 1974.
G. Cantone, La città di marmo, Roma 1978.
M. Tafuri, L'architettura dell'Umanesimo, Roma-Bari 1976.
P. Murrey, L'architettura del Rinascimento italiano, Bari 1977.
G. Cantone, Voci dell'Enciclopedia Europea Garzanti.
STORIA DELL'ARCHITETTURA I (E)
Prof. Giulio Pane
L'orientamento del cors" risponde ad alcune premesse considerate fondamentali: che lo studio e la conoscenza della architettura non possono essere affrontati che secondo il metodo storico-critico; che l'architettura va considerata sempre in relazione al suo ambiente; che la stratificazione è fenomeno specifico dell'architettura, ancorché non esclusivo; che il giudizio storico-critico deve orientare l'attività dell'architetto.
Tali concetti vengono illustrati ed esemplificati nella loro interrelazione nel corso delle lezioni, sia come definizione di principio, sia attraverso lo studio di monumenti ed ambienti urbani, con particolare riferimento al patrimonio culturale campano.
La problematica storico-critica
Architettura: significato e storia del termine. Definizione dell'architettura secondo i suoi fini, le sue tecniche, le sue poetiche. Architettura, edilizia, ambiente. Architettura ed urbanistica.
Storia e storia dell'architettura. Problemi e metodi della storiografia generale, della storiografia artistica, della storiografia architettonica.
La storiografia architettonica: le sue fonti e le sue problematiche. Il rapporto committente-archi tetto-costruttore nel· la storia dell'architettura. Pregiudizi tipologici, stilistici, tecnologici.
La storiografia architettonica nella sua influenza operativa. L'attività architettonica come oggetto e come soggetto storicocritico. Contenuti critici dell'opera architettonica. La critica come atto espressivo. Il restauro come "laboratorio" della storiografia architettonica.
La conoscenza dell'ambiente architettonico ed urbanistico
Architettura ed ambient~ antico. Cenni sulla cultura architettonica preromana: Egitto e Grecia; principali testimonianze architettoniche ed ambientali.
La casa a Pampei ed Ercolano, il suo sviluppo architettonico, dall'atrio italico al peristilio ellenistico, negli esempi più significativi.
Architettura ed urbanistica in età romana. I grandi impianti pubblici e !'investimento del territorio geografico. Sistemi costruttivi: dal sistema trilitico alle volte concrezionali.
Napoli greco-romana; cenni sulla antica struttura urbana e sua stratificazione morfologica. Centro antico e centro storieo.
Rinascenza e Rinascimento; storia dei termini e concetti generali. Il risveglio dell'antichità e Firenze. L'architettura napoletana tra tardogotico e Rinascimento.
Cenni sullo sviluppo urbanistico di Napoli dalle origini all'età contemporanea.
Nota. - Le indicazioni bibliografiche verranno fornite agli studenti, insieme ad un programma più dettagliato, durante lo svolgimento del corso stesso.
STORIA DELL'ARCHITETTURA II (A)
Prof. Renato De Fusco
-Il corso si basa su quattro premesse. La prima considera l'architettura come linguaggio. La seconda privilegia il momento metodo logico, semiotico-strutturale, rispetto a quello operativo e puramente storicistico. La terza muove dall'assunto che si vuole più insegnare un metodo per la conoscenza della storia dell'architettura che non la storia come evoluzione di monumenti. La quarta, tenendo conto dei limiti di tempo e del numero scarso di lezioni, riduce la parte applicativa del corso all'analisi di poche e paradigmatiche opere, tentando di riportare ad esse la più ampia storicità del tempo loro.
In particolare, il corso, basato su due testi, si compone di due parti. La prima illustra il metodo semiotico-strutturale relazionato alla storiografia architettonica e analizza le seguenti opere paradigmatiche: il tempio greco, la basilica romana, la chiesa S. Michele a Pavia, la cattedrale di Chartres, la cappella Pazzi, la villa Capra, il tempietto di S. Pietro in Montorio, S. Ivo alla Sapienza, la Maison du Peuple, l'Unità di abitazione di Marsiglia. La seconda parte applica le metodiche suddette alle vicende dell'architettura contemporanea e analizza le opere paradigmatiche appartenenti ai seguenti codici-stili: l'eclettismo storico, l'Art Nouveau, il protorazionalismo, il razionalismo, il movimento organico, il « codice virtuale» (dizione usata per comprendere i fenomeni più attuali e le ricerche in atto più vicine ai temi della progettazione architettonica).
Bibliografia
R. De Fusco, Segni, storia e progetto dell'architettura, Laterza, Bari, 1973.
R. De Fusco, Storia dell'architettura contemporanea, Laterza, Bari, 1974.
STORIA DELL'ARCHITETTURA II (B)
Prof.
STORIA DELL'ARCHITETTURA II (C)
Prof. Giancarlo Alisio
Napoli e la cultura europea dall'illuminismo al liberty
Il corso, volto principalmente allo studio di Napoli e del territorio campano, intende fornire il fondamentale supporto storico necessario agli altri corsi della Facoltà aventi per oggetto la stessa area. Pur con gli indispensabili riferimenti ad epoche antecedenti il tema affrontato è specificamente quello dell'urbanistica e dell'architettura dal Settecento agli inizi del Novecento, secoli nei quali si vennero a determinare alcuni degli aspetti più importanti per la definizione della struttura cittadina e territoriale, dando luogo nel contempo, a nodi critici e problemi tuttora irrisolti.
Ponendo Napoli al centro delle lezioni - si analizzano tuttavia anche i principali temi della cultura europea - si intende fornire agli studenti un metodo critico per lo studio della storia dell'architettura, al fine di consentire un contatto diretto con opere, ambienti e soprattutto una realtà sociale di cui ciascuno dovrà tenere conto nel corso della futura attività professionale. E' questo principalmente lo scopo dei numerosi sopralluoghi che, a completamento delle lezioni, si effettueranno a Napoli e dintorni nel corso dell'anno accademico.
Bibliografia
Selezione critica di testi mediante ciclostilati forniti dal corso.
G. C. Alisio, Lamont Young. Utopia e realtà nell'urbanistica napoletana dell'Ottocento, Roma, .1978.
G. C. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, Bari, 1979.
G. C. Alisio, Napoli e il Risanamento. Recupero di una struttura urbana, Napoli, 1980.
STORIA DELL'ARCHITETTURA II (D)
Prof. Arnaldo Venditti
Programma Urbanistica e architettura a Napoli dal Medioevo al Settecento
Premessa
Sul· fondamento della contemporaneità della storia, il corso affronta sinteticamente l'esame dei principali nodi critici della storiografia architettonica, attraverso una rassegna dell'architettura napoletana dal medioevo all'età moderna, al fine di cogliere la processualità dello svolgimento storico e di verificare le tesi critiche mediante la lettura diretta delle fabbriche nel loro ambiente urbano, riferendo costantemente i fenomeni al quadro italiano ed europeo.
Argomenti
Storia dell'architettura. Storia e storiografia. Problemi della storiografia architettonica. Storia urbanistica di Napoli. Le fonti storiche e iconografiche. La struttura della città attraverso i secoli. La cartografia di Napoli. Le superstiti strutture medioevali napoletane. Il gotico francese e la cultura architettonica napoletana in età angioina e durazzesca. Il concetto di Rinascimento e le sue fasi storiche. Incontro tra maestri catalani e toscani a Napoli. Il Cinquecento napoletano tra classicismo e manierismo: da Malvito e Mormando a Dosio e Valeriano. L'opera napoletana di Domenico Fontana. Il concetto di barocco. La produzione del Seicento napoletano
in rapporto al barocco romano. La figura di Cosimo Fanzago ed i temi architettonici della Napoli barocca. Il rococò napoletano e l'opera di Sanfelice e Vaccaro. L'edilizia civile ed il nuovo volto della metropoli settecentesca. Prospettive della cultura illuministica nell'ambiente della Capitale.
Bibliografia
R. Pane, Napoli imprevista, 1949;
Id., Il Rinascimento nell'Italia meridionale, 1975;
Id., Architettura dell' età barocca a Napoli, 1939;
G. Russo, Napoli come città, 1966;
A. Venditti, Architettura dell'alto medioevo e Urbanistica e architettura angioina, in « Storia di Napoli ", voli. II-III;
Id., Presenze e influenze catalane, in « Nap. nob.", 1973;
Id., Fra' Nuvolo e l'architettura napoletana fra il '500 e il '600, in «Atti Congr. Barocco", 1969.
Nota - Il corso sarà articolato secondo lezioni in aula, visite guidate a monumenti ed ambienti urbani (lezioni-sopralluogo) ed incontri seminariali.
La bibliografia verrà integrata durante lo svolgimento del corso.
TECNICA DELLE COSTRUZIONI (A)
Prof. Ugo Carputi
Premessa
Nel corso di Tecnica delle Costruzioni ci proponiamo di portare alla conoscenza dei giovani lo studio della progetta-
zione delle opere architettoniche, in particolare lo studio dell'organismo strutturale, che è anch'esso opera architettonica.
Intendiamo in questo corso studiare sistematicamente le forme strutturali dal punto di vista del loro concetto statico al fine di favorire la formazione di quella "sensibilità stati: ca» - se cosÌ si può dire - segnalata ed auspicata anche dal riordinamento delle Facoltà di Architettura, sensibilità statica che deve essere rivolta a stimolare, ad ideare forme architettoniche di valida e chiara possibilità costruttiva.
Approfondiremo la conoscenza di due materiali da costruzione, maggiori protagonisti del fatto costruttivo, cioè dell'acciaio e del calcestruzzo armato, e della loro tecnologia, sulla base delle nozioni di elasticità già acquisite nel corso di Scienza delle Costruzioni.
Ci proponiamo .infine di dare una VISIOne ampia ed aggiornata dei particolari procedimenti costruttivi e delle nuove forme, strutturali, mostrandone le attuali tendenze verso ulteriori sviluppi e verso nuove possibilità costruttive.
I materiali strutturali . Proprietà essenziali dei materiali strutturali - Costanti fisiche e coefficienti di sicurezza dei materiali.
I carichi delle strutture . Carichi permanenti - Carichi accidentali.
Strutture a molte iperstatiche . I telai piani e metodi di calcolo (Gehler - Cross). Analisi matriciale.
Piastre: Le ipotesi fondamentali - L'equazione differen. ziale della superficie elastica - L'integrazione dell'equazione . Il calcolo mediante le differenze finite . Metodi approssimati.
Nuovi orientamenti nel calcolo delle strutture in relazione agli stati limite.
Testi consigliati
A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, San soni.
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.
Costruzioni metalliche· Proprietà generali e tecnologiche degli acciai - Prove regolamentari sui materiali metallici - Comportamento dei materiali metallici da costruzione -Elementi strutturali in acciaio - Collegamenti - Travature reticolari - Capriate - Travi a parete piena - Solai - Coperture in genere - Intelaiature semplici e multiple - Archi.
Testi consigliati
A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni.
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.
L. F. Donato, Lezioni di Costruzioni, II, Costruzioni Metalliche, Colombo, Cursi.
U. Carputi - M. Locatelli, Collegamenti chiodati e bulloni.
Pubblicazioni della Società Italsider.
Norme tecniche (D.M. 30-5-1972).
Costruzioni in cemento armato - Proprietà generali e tecnologiche del calcestruzzo cementizio - Elementi costituenti e loro influenza - Comportamenti meccanico dei calcestruzzi - Prove regolamentari - Teoria statica del calcestruzzo armato e precompresso - Elementi strutturali in c.a. - Solai - Piastre - Solai a Fungo - Cassettonati travi Vierendeel - Strutture ad arco - Volte travi.
Testi consigliati
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.
E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, Ed. Liguori.
L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli.
M. Pagano, Progetti di strutture in cemento armato, Liguori, Napoli.
Norme tecniche (D.M. 30-5-1972).
Cenni di statica delle fondazioni - Comportamento dei terreni e classifica di essi - Elementi della meccanica dei terreni - Tecnica delle fondazioni - Fondazioni dirette -Plinti e travi rovesce - Fondazioni indirette - Pali di fondazione.
Testi consigliati
A. Arcangeli, La struttura nell'architettura moderna, Sansoni.
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni, I, II, III, Zanichelli.
L. Santarella, Il Cemento Armato, I, II, Hoepli, Milano.
Nello svolgimento del corso saranno proiettati, a cura della CISIA e dell' AITEC, film documentari.
TECNICA DELLE COSTRUZIONI (B)
Prof. Vincenzo Fabbrocino
l. I materiali strutturali e loro caratteristiche meccaniche - Forze esterne e relativa regolamentazione - I coefficienti di sicurezza.
2. Calcestruzzo armato e precompresso. (Teoria Statica - Regolamenti)
3. Teoria dei telai piani e metodi di calcolo. (Gehler, Cross, Grinter, Pozzati)
4. Piastre (Trattazione generale - Il calcolo mediante le differenze finite - Metodi approssimativi).
5. Strutture in acciaio (Tipologie strutturali e criteri generali di progettazione - Generalità sul calcolo e sull'esecuzione dei collegamenti).
6. Teoria degli archi.
7. Nozioni sulle volte-travi.
8. Ponti (Tecnica delle fondazioni e metodi di calcolo).
9. Fondazioni (Tecnica delle fondazioni e metodi di calcolo).
lO. Fondamenti della teoria della plasticità - Applicazioni al-le strutture: calcolo a rottura.
l!. Tensostrutture e sistemi reticolari spaziali (classificazione e caratteristiche strutturali).
Testi consigliati
O. Belluzzi, Scienza delle Costruzioni.
C. Cestelli Guidi, Meccanica dei terreni e stabilità delle fondazioni.
E. Giangreco, Teoria e Tecnica delle Costruzioni, I, II.
Volumi della Collana tecnico scientifica Italsider.
Appunti di Costruzioni in acciano a cura dell'ing. Alberto Balsamo.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA
Corsi coordinati
Premessa
Un'ipotesi tecnologica finalizzata all'architettura, che rifiuta !'idea di una « tecnica» risolutrice dei singoli problemi a distinti livelli di intervento, per tendere a configurarsi come processo unitario e globale volto ai fini non solo quantitativi, ma anche qualitativi dell'intervento architettonico, comporta:
l'approfondimento dei modi di costruire intesi, oltre che come interpretazione di tradizioni tecniche e di realizzazione di manufatti, come organizzazione di tutte le opere naturali e artificiali qualificanti l'ambiente nel suo insieme;
- la conoscenza di esperienze costruttive recuperate dalle diverse culture nell'edificazione dell'habitat;
l'individuazione dei parametri di cambiamento delle condizioni tecniche acquisite.
In tal senso ed in relazione alle precedenti esperienze di coordinamento attuate dal 1972, i corsi facenti capo all'Istituto di Tecnologia dell'Architettura hanno incentrato i propri programmi intorno a due tematiche preminenti:
a) le relazioni che passano tra i modi di costruire e la trasformazione dell'ambiente, tenendo conto di un uso della tecnica rivolto al recupero delle risorse locali e della conseguente unitarietà dei processi fabbrili con i processi innovativi di costruzione, connessi all'uso di fonti energetiche rinnovabili;
b) le relazioni che passano tra produzione industriale e formazione dello spazio costruito, tenendo conto delle attuali dimensioni operative e della conseguente necessità di qualificare i processi quantitativi di produzione e della società industriale.
Queste tematiche saranno svolte nei corsi da gruppi di lavoro, secondo la seguente articolazione.
Per le relazioni tra i modi di costruire e la trasformazione dell' ambiente:
- Il clima e la tradizione costruttiva del Mezzogiorno (prof. G. Caterina, corso di Tecnologia dell'Architettura I B)
- Innovazioni tecnologiche e rivitalizzazione dei processi artigianali (prof. V. Gangemi, corso di Tecnologia dell'Architettura Il A)
- Componenti bioclimatici nella costruzione del/'habitat (prof. M. Cennamo, corso di Illuminazione ed acustica nell'l'di-, lizia). .
Per le relazioni tra produzione industriale e formazione dello spazio costruito:
- Le tecnologie del/'architettura industrializzata (prof. D. Orlacchio, corso di Tecnologia dell'Architettura I A)
Il lessico costruttivo dei sistemi di architettura (prof. A. Vitale, corso di Tecnologia dell'Architettura I C)
- Tecnologie appropriate e adattabilità degli spazi abitati (Corso di Tecnologia dell'Architettura Il B)
Tecnologie leggere e preesistenze ambientali (prof. A. Capasso, corso di Tecnologia dell'Architettura Il C)
- Produzione architettonica per componenti (prof. C. Murolo, corso di Unificazione e prefabbricazione).
Integrativi di entrambe le tematiche, sono gli approfondimenti delle metodologie progettuali relativi a:
- Cultura materiale e produzione (prof. R. Mango, corso di Progettazione per !'industria)
Tutela dell'ambiente: controlli e tecniche di depurazione (Corso di Fisica tecnica ed impianti).
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (A)
Prof. Domenico Orlacchio
Le tecnologie dell'architettura industrializzata
Finalità
Il programma propone lo studio delle tecnologie che caratterizzano l'habitat, nel quadro della revisione critica dei rapporti esistenti tra scien:z;a, tecnica e tecnologie, con particolare riferimento all'industrializzazione dell'architettura.
I termini « costruttivo-tecnologici», intesi come nuovi mezzi espressivi, vengono trattati in stretta connessione con l'organizzazione dello spazio, secondo un'ottica di superamento del dualismo tra architettura e tecnologia, mediante lo studio sistematico di opere del Movimento Moderno, rivolte all'uso dell'edilizia industrializzata.
Particolare attenzione sarà dedicata alla promozione del coordinamento con i corsi affini, riconoscendo sperimentazioni in parallelo e seguendo gli indirizzi che si daranno le aree omogenee di ricerca presenti nella Facoltà.
Contenuti
Il corpo disciplinare prevede l'esame dell'industrializzazione delle tecnologie negli interventi a livello territoriale, urbano, di habitat e nelle funzioni organizzative, ed è indirizzato alla conoscenza specifica delle seguenti fasi:
1) Tipologie strutturali nell'evoluzione storica e tecnica;
2) Sistemi costruttivi in riferimento ai riflessi progettuali ed economici;
3) Materiali da costruzione semplici, composti e tecniche industriali; progetto, produzione ed uso.
Le tecnologie così distinte, contribuiranno alla formazione degli allievi che si accingono a conoscere i principi della progettazione del blocco elementare o complesso (edificio), per la costruzione e per il controllo dello spazio progettato secondo i concetti delle tre componenti vitruviane, in funzione delle strutture del tipo tradizionale, continue, anelastiche ed elastiche come il cemento armato e l'acciaio, per le quali saranno fornite ampie documentazioni conoscitive (Tecnologie per parti).
Con un gruppo di lezioni saranno affrontate le tematiche pertinenti all'importanza delle conoscenze tecnologiche, al significato ed al ruolo che esse assumono nell'epoca contemporanea, in funzione dell'evoluzione alle quali vanno soggette. (Tecnologie moderne).
Durante le lezioni saranno date le notizie bibliografiche e le informazioni circa l'articolazione del corso e lo svolgimento del piano 'delle esercitazioni.
La parte applicativa del corso sarà seguita anche dagli architetti Vincenzo Manocchio e Saturnino Massarelli.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (B)
prof. Gabriella Caterina
Il clima e la tradizione costruttiva del Mezzogiorno La valutazione del possibile uso in edilizia di tecnologie
" diverse », come per esempio quelle volte all'utilizzazione di fonti energetiche alternative, comporta l'esigenza di leggere l'edificio come sistema di controllo ambientale piuttosto che come rigida e astratta nomenclatura di elementi costruttiviarchitettonici. Una attenta analisi, secondo questa ottica, della tradizione costruttiva del Mezzogiorno, rivela !'invenzione di processi costruttivi che, sfruttando le risorse locali per progettare uno spazio abitabile, garantiscono un notevole grado di comfort ambientale e recuperano quel bagaglio di conoscenze dei fattori climatici, delle condizioni geografiche e dei principi fisici che costituisce il parametro rispetto a cui vengono dimensionate, quantificate e verificate le configurazioni geometriche e i sistemi costruttivi. In particolare nella base applicativa si approfondirà lo studio di tipologie edilizie ricorrenti nel patrimonio edilizio della regione Campania, mettendo in relazione strutture, tipi e conformazioni edilizie sia con l'orientamento, l'orografia e l'utilizzazione dello spazio, sia con i sistemi costruttivi e i materiali impiegati.
All'interno del corso l'arch. M. Isabella Amirante svolgerà un seminario che analizza i rapporti che si instaurano tra esigenze di comfort termico e corrispondenti soluzioni adottate dall'architettura del Mezzogiorno. Il bilancio termico dell'edificio, il controllo degli scambi tra ambiente esterno e costruzione, in relazione ai parametri previsti dalla legge 373, specificano un particolare approccio nelle possibilità di riuso del patrimonio edilizio esistente.
La tematica affrontata si sviluppa in stretta collaborazione con i corsi di Disegno e Rilievo (prof. arch. Anna Sgrosso) e con il corso di Tecnologia dell'architettura II (prof. arch. Virginia Gangemi) che individuano, in fase di analisi, i collegamenti tra costruzione e configurazione geometrica dello spazio e, in fase di progetto, la possibilità di recuperare
questo patrimonio alla scala della piccola industria del settore edile.
Le indicazioni bibliografiche saranno fornite duranle lo svolgimento del corso. -
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA I (C)
Prof. Augusto Vitale
Il lessico costruttivo dei sistemi di architettura
Secondo una corrente interpretazione, la tecnologia CO~
stituisce, come « scienza dei processi o delle trasformazioni )}, la mediazione tra ambiente naturale e contesto sociale. La crescente complessità dei processi industriali, le loro delicate implicazioni con gli equilibri del mondo fisico e le relazioni che intessono con la crescita civile ed economica della società, oltre ad attestare la nostra irreversibile dipendenza da essi, stimolano un processo di attenta valutazione del ruolo che la tecnologia svolge nel contesto umano. In particolare essa investe un ambito di studio e di applicazione costituito dall'intero ambiente costruito, che è la « crosta tecnica », come la definisce Pierre George, cioè il prodotto delle trasformazioni operate dall'uomo nel corso del suo lungo processo di annessione della natura, estendendo così all'architettura il suo do· minio problematico.
Il corso si propone perciò di esaminare i problemi sollevati dai rapporti tra tecnologia e ambiente fisico, tra società e processi di costruzione e tra risorse e trasformazione dello ambiente, nell'intento di sollecitare un approccio corretto alla dimensione tecnologica dei fenomeni secondo cui si -articolano le relazioni tra l'uomo e lo spazio costruito, tenendo presente che la rivoluzione industriale, che è stata caratterizzata dalla rapida crescita dell'innovazione tecnologica, è un processo irreversibile ancora in corso, dotato al suo interno di fattori potenzialmente distruttivi, ma anche di quella carica
civile che le ha permesso di riscattare gran parte del mondo dell'arretratezza e dal sottosviluppo economico.
Il corso si articola in due cicli paralleli di comunicazÌoni e seminari. Il primo verte sull' esame dei termini più correnti e di uso più comune nell'ambito progettuale e costituitivo dell'architettura industrializzata, confrontati con i temi prima delineati, mentre il secondo. che viene svolto parallelamçnte dall'arch. Franco Cassese, è suddiviso in tre parti, costituite rispettivamente dall'esame dei materiali costruttivi naturali e artificiali, dell'analisi dei processi costruttivi ed aggregativi e dallo studio delle parti della costruzione, con particolare riguardo alle loro relazioni reciproche ed alla loro sistematicità organizzati va.
Per la bibliografia si rimanda alla documentazione che verrà distribuita durante il corso.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (A)
Premessa
Prof. Virginia Gangemi
Innovazioni tecnologiche e rivalutazione dei processi artigianali
Alla base del programma proposto si individuano:
L'esigenza di contrastare la tendenza che si manifesta nei processi di trasformazione contemporanei, al disuso, all'abbandono o allo sperpero delle risorse ambientali locali.
La necessità di riproporre stretti legami fra caratteristiche primarie del luogo (clima, morfologia, materiali disponibili, forza-lavoro, tradizioni costruttive) e processi di costruzione.
La opportunità di valutare appieno la vasta gamma delle risorse ambientali disponibili per la trasformazione tecnologica dell'ambiente (risorse ambientali, tessuti edilizi pre-
esistenti, clima, morfologia, materiali, mano d'opera, esperienze e tradizioni costruttive ecc.).
La necessità di ricercare nuovi modi di configurazione tecnologica, fondati anche sulla revisione delle tecnologie tradizionali, che corrispondano a sistemi di produzione alternativi alle attuali proposte di industrializzazione edilizia, per una riconversione dell'artigianato locale in piccola industria.
Contenuti del corso
I! corso si propone di:
l) fornire un bagaglio di conoscenze tecniche per la progettazione di un repertorio di componenti edilizi producibili dalla piccola industria locale;
2) analizzare l'attuale produzione artigianale di componenti edilizi di uso comune in Campania per proporne la revisione e la reinterpretazione;
3) stimolare alla ricerca di sistemi innovati vi che propongano l'uso delle risorse ambientali locali e alla individuazione di sistemi tecnologici facilmente realizzabili dalla mano d'opera locale;
4) sensibilizzare alla conoscenza dei problemi di produzione dei componenti edilizi progettuali, valutando il grado ed il livello degli apparati produttivi industriali, e la possibilità di riconversione dell'artigianato locale (ore lavorative, processi industriali, ecc.).
Metodologia
I! corso si propone di stimolare all'analisi critica delle soluzioni tecnologiche di comune impiego, attraverso la ricerca di nuove soluzioni, rifiutando l'apprendimento nozionistico, passivo, acritico e decontestualizzato.
Articolazione e organizzazione
I! corso sarà costituito da una serie di lezioni che si riferiscono ai punti I, 2, 3, 4, indicati quali contenuti del corso,
e da una serie di esercitazioni collegiali di gruppo in cui verranno ripresi gli argomenti affrontati nelle lezioni teoriche, per svilupparli in relazione alle specifiche tematiche progettuali che i singoli gruppi di lavoro affrontano.
I gruppi di lavoro seguiti dagli architetti Paolo Brecci e Alfredo Gravagnuolo, periodicamente illustreranno lo stato di avanzamento delle proposte progettuali, in incontri la cui periodicità andrà definita con gli stessi allievi.
Le indicazioni bibliografiche verranno fornite agli allievi durante lo svolgimento del corso.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (B)
Prof. Michele Cennamo
Il programma del Corso è a disposizione degli allievi presso !'Istituto.
TECNOLOGIA DELL'ARCHITETTURA II (C)
Prof. Aldo Capasso
Tecnologie leggere e preesistenze ambientali
La tecnologia dell'architettura è intesa come processo edificatorio in cui l'intervento tecnico è successione di elaborazioni critiche e sperimentali, quindi non come vincolo da superare o aggirare.
I sistemi architettonici e i relativi processi costruttivi, definiti da queste premesse, e inoltre disponibili ad un processo di trasformazione partecipativo tendono a conformare più luoghi che oggetti, spazi aperti e adattabili, più che forme definite e immutabili.
L'uso delle tecnologie leggere ricopre un ruolo determinante in questi sistemi: elementi componenti elaborati da esperienze locali, processi industriali e nuove sperimentazioni. Processi costruttivi che di conseguenza impiegano materiali correnti, geometrie controllabili, connessioni, legami e sequenze operative controllabili e verificabili.
Il corso, pertanto, si propone di offrire a livello didattico la conoscenza di sistemi flessibili, adattabili e aggregabili tali da intervenire nel contesto abitato in un modo quanto più disponibile possibile in relazione alle mutevoli esigenze sociali.
La fase di sperimentazione didattica, che si avvarrà della collaborazione dell'arch. Enzo Russo, procederà con l'analisi e la progettazione di organismi che impegnando strutture reticolari, a membrana e in generale per unità spaziali e componenti aggregabili, rispondono agli obiettivi posti. La lettura del sistema sarà in relazione sia al contesto ambientale, sia alle parti del sistema stesso, in processo iterativo dal generale al particolare, dal piccolo al grande.
Il tema specifico della progettazione scaturisce dall'attuale necessità di attrezzare le aree urbane e periferiche degradate e carenti di servizi. L'uso delle tecnologie leggere può soddisfare queste urgenti esigenze proprio per la disponibilità alla reversibilità.
In questa fase progettuale l'allievo, nello studiare il suo progetto all'interno del preesistente, avrà l'opportunità di analizzare anche i processi costruttivi usati nel tessuto edificato tradizionale, cogliendo i nessi e le logiche di tali " tecniche ».
La bibliografia sarà fornita agli allievi nel ('nrso dell'anno.
URBANISTICA I (A)
Prof. Arturo Rigillo
Programma del corso biennale
Premessa teorica e metodologica
Il corso è fondato su di un'idea di Urbanistica maturata in una sostanziale evoluzione, compiutasi in circa un secolo. nella quale si è depurata dalle improprie vesti di arte urbana o dalla ancor più dannosa identificazione con la normativa edilizia e l'ingegneria stradale.
L'Urbanistica si configura oggi con campi di ricerca ed attività applicative sostanzialmente autonomi e con un proprio specifico oggetto culturale e scientifico ben individuato. Non più, quindi, come poteva intendersi negli anni cinquanta o sessanta, un'attività applicativa alquanto estemporanea facente capo ad una "sommatoria di conoscenze e di tecniche, ma moderna scienza proprio con il valore epistemologico che oggi diamo a tale termine ed autonoma dalle altre discipline, nei limiti in cui una singola scienza può esserlo nel nostro. mondo che deve ricercare sempre più l'equilibrio fra trasformazione e conservazione dei valori ed i mezzi per difendere e diffondere la qualità della vita al più vasto ambÌto della comunità. Essa è la scienza che studia i fenomeni urbani e territoriali che si verificano in connessione con una reale struttura economica e sociale, in un determinato ambito territoriale ed urbano e che ha come obiettivi la promozione, a mezzo di piani, della migliore organizzazione dello spazio insediativo e produttivo ed il concorso allo sviluppo equilibrato delle strutture economiche e sociali.
Argomenti
Il corso si propone di fornire gli elementi indispensabili alla comprensione, valutazione ed interpretazione della condizione presente della cultura urbanistica, dell'attuale assetto territoriale e delle possibilità di razionalizzarlo o di trasformarlo.
Gli argomenti sono raggruppabili nei seguenti punti: l. La cultura urbanistica nel momento attuale. I nuovi obiet
tivi dell'Urbanistica. La socializzazione della disciplina. La città della comunità.
2. L'Urbanistica come disciplina autonoma ed il suo oggetto in terdisci plinare. Caratteri dell'attività u rbanis tica.
3. Il rapporto tra l'Urbanistica e t Architettura. I rapporti con altre discipline. Definizione a grande scala di parametri di civiltà.
4. Urbanistica razionalizzatrice e Urbanistica trasformatrice. Caratteri dell'organizzazione sociale; presupposti e necessità dell'evoluzione comunitaria. Una filosofia per la costruzione o la trasformazione dell'ambiente di vita dell'uomo nello spazio urbano e territoriale. Rapporto tra comunità, città c territorio.
5. Le origini dell'urbanistica moderna. L'aPbPro.cc~o il~u~,~!stico ai problemi urbani. Il pensiero ur a~lstlco e -tocento come reazione alle conseguenze dell abnorme processo di concentrazione.
6. Storia recente della Pianificazione urbanistica. Il rapporto tra Urbanistica ed Economia. Istituti politici e istituti amministrativi in rapporto alla pianificazione.
7. L'idea di piano e la sua evoluzione. La volontà e I~. ed sii genze della comunità come presupposti fondament~ I e. piano. Valenze democratiche dell'urbanistica. Teona. del piani. Dimensioni spaziali, comunitarie ed economIche dei piani urbanistici.
8. Gli apporti inte;disciplinari c~ordina~ili in. u.na. co~c~zione sociale delle scienze apphcate. L lllterdlsclphnaneta come carattere della cultura moderna. Necessità di l'istrutturazione degli organismi consultivi e gestionali. Il riordino delle autonomie locali.
9. La città e il territorio. I sistemi urbani gerarchici. Gli studi sull'armatura urbana. Il rapporto storico tra città e campagna e sua involuzione. Implosione, esplo~ion~, diffusione urbana. Il territorio pianificato. Il terntono impedito.
10.
11.
12.
13.
Il rapporto tra le dimensioni del pian.o ~ I~ dimensioni operative e gestionali. Piani globali e. pialli ~I .'e~tore. Interventi legislativi generali. Interventi operativI di settore.
Nascita ed immanenza dell'idea di comprensorio. Le unità territoriali intermedie. Omogeneità, integrazione, dipendenza da un centro funzionale. Esempi recenti nella legislazione delle regioni italiane.
L'analisi strutturale di un'area comprensoriale: la struttura geofisica-geogr2fica, la struttura in sedia ti va, la struttura demo-sociale, la struttura economica, la struttura istituzionale-amministrativa.
La realtà urbana. Significato e limiti della coesione urbana. Valori della città in rapporto al mondo esterno.
L'accumulazione dei processi produttivi nella città. Lo sviluppo dell'attività terziaria e delle sue specializzazioni. Le attività quaternarie.
Articolazione del corso
A conclusione dello studio analitico ciascun gruppo di lavoro perviene all'individuazione di un quadro di disponibilità e riproducibilità delle risorse, distribuite in tre settori:
1. L'ambiente naturale, nel quale vanno comprese, oltre lo spazio coltivabile, le risorse di energia, di materie prime, il quadro del patrimonio idrico e delle nuove fonti di energia e soprattutto i sottili limiti dell'equilibrio ecologico intaccato dalla crescita indifferenziata.
2. Il patrimonio dei manufatti, residenze, infrastrutture, fabbriche, reti di comunicazione, servizi a rete, servizi sociali esistenti o realizzabili a breve termine.
3. Le tecnologie disponibili ed i loro prevedibili sviluppi in relazione a caratteristiche ambientali precipue. I punti 1 e 2 dell'analisi costituiscono il quadro dei vincoli posti alla comunità locale della necessità di tutelare le risorse esistenti.
AI compimento di tali analisi viene graficizzata una sintesi dei vincoli posti dalla geografia umana e sociale dell'area al raggiungi mento degli obiettivi dedotti dalla domanda sociale.
I risultati dell'analisi al punto 3 evidenziano il quadro so ciale ed il modello di produzione, consumo, lavoro e di riparo tizione del reddito complessivo, il modello di uso del territorio, nonché di risposte sociali.
L'organizzazione del corso oltre ad una serie di elezioniex-cathedra comporta numerose esercitazioni nonché lo svolgimento di seminari. Questi ultimi si distinguono In seminari sulle letture fondamentali consigliate (per il primo anno di corso), in seminari dibattito su specifici temi di studio ed infine in seminari generali didattici sugli studi in corso.
Raccordi e coordinamenti con altri corsi
Per tale punto si rimanda alle pagg. da 23 a 31 del fascicolo a stampa contenente il programma dettagliato del corso. Sono lì riportati i documenti scaturiti dalle riunioni di lavoro per il coordinamento svolti con i professori Mario Coletta per la Storia dell'Urbanistica, Guido D'Angelo per il Diritto Urbanistico, Luigi Fusco Girard per Estimo ed esercizio professionale, Romano Lanini per la Pianificazione territoriale urbanistica e Maria Rigillo Troncone per !'Igiene edilizia.
Bibliografia essenziale
F. Choay. La città, utopie e realtà, Torino, 1973.
A. Rigillo, L'idea di urbanistica, ed. Cedam, Padova, 1981.
A. Rigillo, Società e piani, Napoli, 1967.
A. Rigillo (a cura di), Verso l'urbanistica, Napoli, 1970.
U. Toschi, La città, Torino. 1966.
D. Harvey, Giustizia sociale e città, Milano, 1978.
AA.VV., Ambiente e sviluppo nel Mezzogiorno, Napoli, 1974.
Il già citato fascicolo a stampa contiene una bibliografia particolareggiata oltre a bibliografie specifiche da utilizzarsi per i seminari previsti nello svolgimento del corso.
URBANISTICA I (B)
Prof. Francesco Forte
Programma del corso biennale
La disciplina urbanistica esprime una intenzionalità progettuale, avente quale oggetti la, organizzazione delle attività
e dei manufatti sul territorio, elaborata sulla base di principi di valore concernenti la organizzazione sociale. Ne consegue che il corso biennale è volto all'approfondimento di concetti, quali progetto e razionalità; dei principi cui è possibile rapportare la distribuzione e relazione delle attività sul territorio con rilevanza attribuita alle teorie urbane, alle tecniche di decodificazione delle potenzialità, ai modelli di struttura insediativa proposti nella storia della disciplina; infine agli aspetti normativi che sovrintendono la organizzazione spaziale.
L'approfondimento suddetto si attua attraverso elaborazioni di carattere metodologico ed elaborazioni progettuali, riferite alla pianificazione regionale, ed alIa progettazione urbanistica comprensoriale e locale; le elaborazioni progettuali configurano quindi due sezioni operative attraverso le quali il corso si struttura,
Nella prima sezione, concernente la programmazione e la pianificazione regionale, l'ambito di riferimento è costituito da regioni del Mezzogiorno continentale. Si procederà secondo le seguenti ipotesi: a) lettura dei documenti di piano e di programma, in rapporto alle politiche nazionali (straordinarie e ordinarie); b) lettura delle tendenze nello sviluppo socioeconomico avval"ndosi di indicatori demografici ed occupazionali; c) lettura delle risorse fisiche (suolo, capitale fisso sociale); d) lettura dei livelli e settori di governo; e) formulazione di modelli funzionali.
Si procederà quindi (II anno) all'approfondimento di ipotesi progettuali operando o per regioni o per ambiti territoriali significativi. Sarà possibile nell'ambito della sezione svolgere lavori monografici su aspetti significativi della politica regionale attuata per il Mezzogiorno nel trentennio trascorso,
Tesi base da leggere prima della configurazione operativa della sezione: F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per ntalia Meridionale, v,b,; P. Caputi, F. Forte (a cura), La Pianificazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno, v,b.; F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, introduzione, capp, I e IL
Nella seconda sezione, concernente la pianificazione urbanistica comprensoriale e locale, l'ambito di riferimento è costituito prioritariamente dall'area napoletana. Si procederà anche in tale elaborazione: a) alla lettura delle risorse fisiche e dei loro usi (lettura dei fattori statici); b) alla lettura dei processi secondo indici dinamici; c) alla lettura dei documenti di piano; d) alla costruzione di modelli di struttura.
Particolare rilevanza verrà data alla metodologia di soglia e alla relativa cartografia tematica. Nell'ambito della sezione sarà possibile approfondire le problematiche poste dall'attuazione di strumenti urbanistici (p.r.g. e programmi poliennali, piani particolareggiati, piani di zona, piani per settori produttivi, piani di recupero, ecc.).
Testi base da leggere prima della configurazione operativa della sezione: F. Forte (a cura). Progettazione urbanistica e territoriale attraverso l'analisi della soglia, v.b.; F. Forte, Il contributo della metodologia di soglia al perseguimento di obiettivi generali e di settore, v.b.
Ciascun anno di corso di articola in fasi di svolgimento. Nell'ambito del primo corso, la prima fase si articola in lezioni sull'insegnamento dell'urbanistica nell'attuale condizione storica, e seminari sul ruolo del territorio nelle politiche di sviluppo; la seconda fase in lezioni concernenti le teorie per il piano (rapporto spazio-attività), e seminari concernenti il dibattito sulle scelte territoriali nel Mezzogiorno e nella regione Campania; la terza fase si articola in lezioni sulla teoria del piano e sulla metodologia di progettazione.
Nell'ambito del secondo corso la elaborazione metodologica attuale nella prima fase ha per oggetto i soggetti e gli strumenti per la progettazione e gestione urbanistica; quella attuata nella seconda fase le politiche regionali, con particolare ma non esclusivo riferimento all'Italia meridionale.
L'ulteriore approfondimento delle elaborazioni progettuali attuate nel primo corso costituisce verifica di quanto acquisito con la elaborazione metodologica.
Bibliografia
F. Forte, Una ipotesi di definizione dell'urbanistica, in F. Forte (a cura), Metodologia urbanistica, ricerca operativa, modellistica urbana, Guida, Napoli.
P. Caputi, F. Forte (a cura), La pianificazione territoriale nelle regioni del Mezzogiorno, Angeli, Milano 1977.
C. Forte, Analisi storica della rendita urbana, ESI, Napoli, 1970.
W. Cristaller, Il sistema delle località centrali, in G. Martinotti (a cura), Città e analisi sociologica, Marsilio, Padova, 1968.
F. Forte, Sviluppo urbano: teorie ed esperienze, Marsilio, Padova, 1969.
F. Forte (a cura), Progettazione urbanistica e territoriale attraverso l'analisi della soglia, Angeli, 1976-78.
F. Forte, Stato e regioni nella politica regionale per l'Italia meridionale, Guida, 1979.
F. Forte (a cura), Dalla regione al comprensorio, Angeli, 1978.
URBANISTICA I (C)
Prof. Attilio Belli
Il corso assume come riferimenti per l'organizzazione della propria esperienza due processi: uno, di ordine strettamente disciplinare, riguarda il dibattito in corso nelle Facoltà di Architettura sull'insegnamento dell'urbanistica e sulle prospettive di riforma e di sperimentazione didattica; un secondo, di ordine metadisciplinare, ma direttamente connesso al primo, concerne la modificazione di orientamento nello studio della disciplina che deriva dall'assumere la conoscenza, il sapere come pratica di potere.
Un orizzonte di questo genere porta a studiare l'urbanistica come formazione discorsiva che definisce nel tempo i
diversi oggetti di cui parlare, le modalità da adottare per par
lame, nonché i concetti stessi mediante cui procedere nella
sua strutturazione. Ciò avendo come punto di fuga la ricerca
delle forme di potere che hanno costituito la formazione di
scorsiva, mediante l'introduzione di un'adeguata funzione
critica.
In questa direzione ci si propone di rintracciare nell'espe
rienza italiana i paradigmi che caratterizzano nel tempo i di
versi modi di riproduzione del controllo sulla e/o nella città.
A tal fine il corso discuterà introduttivamente, rispetto alla formulazione dell'insieme di ipotesi di partenza, l'oriz
zonte temporale cui riferire l'attività didattica di esercita
zione per gli studenti.
Parallelamente il corso si avvarrà di due momenti semi
nariali: il primo, su questioni di morfologia dello spazio so
ciale e il secondo, sulla elaborazione di diverse strategie spa
ziali, rispettivamente con il contributo di V. Andriello e di
B. Cillo.
Il primo seminario affronta la discussione critica del ra)'
porto tra esperienza individuale dello spazio sociale e strut
ture collettive di produzione c circolazione dei valori nello
spazio. I temi principali saranno: rappresentazione dello spa
zio e identificazione individuale (la pratica, la critica, la me
moria); spazio del bisogno, spazio del desiderio, spazio del
conflitto.
Il secondo seminario affronta lo studio delle pratiche di
controllo e di dominazione sul territorio e l'elaborazione di
strategie spaziali.
Il proposito è di approfondire l'analisi del rapporto fra
lo sviluppo di concetti spaziali legati alla strategia militare
e la messa in atto di strategie spaziali.
Belli, F. Angeli, Milano, 1979.
URBANISTICA II (A)
Prof. Raffaele D'Ambrosio
Programma
Il corso mlzla con una disamina degli attuali problemi concernenti la disciplina urbanistica, presentando la necessità di introdurre metodologie più aderenti alla natura polivalente della materia.
Si parte dalla costatazione che la complessità dei fenomeni inerenti i processi di formazione degli aspetti territoriali, le situazioni di squilibrio territoriale e di sviluppo (in uno con situazioni di congestione nelle regioni più fortemente urbanizzate dovute soprattutto alla concentrazione spaziale delle attività produttive e di servizio), nonché la divisione geografica del lavoro e un non controllato gioco di mercato, hanno generato una insoddisfazione per gli insufficienti effetti degli strumenti urbanistici tradizionali se non una vera e propria crisi di credibilità da un lato, circa la possibilità di pianificare lo sviluppo del territorio, e da un altro lato, circa la possibilità di recupero o adattamento dello spazio urbano.
Riscontrati, dunque, i limiti e le insufficienze di un approccio di tipo tradizionale alla pianificazione urbanistica, si pone l'esigenza di superare questa posizione in favore di un approccio più razionale, quale può essere quello della scienza territoriale, nel caso del territorio, o di una politica socioeconomica partecipati va per l'assetto urbapo restando ambedue gli aspetti, considerati mediante la teoria dei sistemi.
Questo approccio consisterà in analisi di tipo interdisciplinare, all'interno delle scienze sociali che vi collaborano (geografia, economia, sociologia, ecc.) e tecniche proprie della progettazione urbanistica.
Esso, pertanto, trae profitto dalle teorie e dai risultati di queste materie e tecniche ed ha per oggetto di studio i fenomeni che portano alla distribuzione spazi aie degli insedia-
menti produttivi e residenziali ed alla formazione degli assetti territoriali.
Verranno, quindi, identificati ed analizzati i seguenti principali sistemi: a) sistema economico; b) sistema sociale; c) sistema istituzionale e normativo; d) sistema fisico e, successivamente, verranno indicati i principali momenti attraverso cui si esplica il processo di formazione dei piani: a) momento conoscitivo; b) momento della formulazione degli obiettivi; c) momento della simulazione mediante modello previsionale; d) momento delle scelte fra ipotesi alternative; e) momento del controllo dell'attuazione e della verifica delle ipotesi. Quadro sintetico degli argomenti successivi: a) Teoria della pianificazione
l. Concetto di fenomeno e di campo fenomenico - 2. Problema della misurazione nelle scienze sociali - 3. Concetti di relazioni, struttura, modello, sistema, teoria generale dei sistemi ed analisi dei sistemi - Teoria dei modelli - 4. Individuazione, analisi e descrizione di un sistema urbano o territoriale - Individuazione degli elementi fondamentali per la descrizione del sistema - Individuazione dei rapporti fra il sistema e gli ambienti in cui è incluso - Omogeneizzazione degli elementi individuati, misurazione, ricerche delle relazioni (analisi input-autput) - Ricorso alla costruzione di modelli - 5, Metodi di analisi urbana e regionale.
b) Teoria della simulazione
l. Il sistema reale e l'individuazione delle sue variabili 2. Variabili endogene ed esogene - 3. Variabili controllabili 4. Situazione edi modelli di simulazione statici e dinamici 5. Operazione di programmazione - 6. Scelta degli obiettivi e valutazione delle alternative come supporto alle decisioni politiche - 7. Il piano come politica di sviluppo - 8. Relazione tra politica, economia, urbanistica.
c) Legislazione
l. L'azione palitica e il quadro normativo - 2. Poteri decentrati: Regioni, Comprensori (comunità montane), Comuni
e compiti istituzionali di pianificazione, legislazione urbanistica e formazione dei piani - 3. Evoluzione negli ultimi dieci anni e prospettive future - 4. Comparazione con gli orientamenti legislativi europei - 5. Competenze delle Regioni,. dei Comuni, degli Enti Comprensoriali (comunità montane), livelli operativi - 6. Istituti regionali - Uffici di piano.
Gli aspetti operativi del corso
Nel primo anno, l'esame consisterà in una prova orale sugli argomenti svolti durante il corso e richiederà la presentazione di un programma di ricerca da svolgersi individualmente o in gruppo per il secondo anno del corso biennale.
Nel secondo anno, organizzato seminarialmente, verranno attuate le ricerche e presentate nel primo corso mediante proposte di intervento nelle aree prescelte.
Libri e letture consigliati
Quaderni e comunicazioni di Istituto
L B. McLoghlin, La pianificazione regionale, Padova, 1973.
B. Secchi, Analisi delle strutture territoriali, Milano, 1965.
R. D'Ambrosio - A. Piemontese - L. Piemontese - R. Scarano, Sistemi e modelli nell'analisi territoriale, Bologna, 1974.
L. Piemontese, Pianificazione territoriale - Sistemi e modelli, Ed. Liguori, Napoli, 1979.
R. Lanini, Note tra analisi e Pianificazione territoriale, Ed. Libreria, Napoli, 1979.
S. Luongo, 551, un simulato re di Sistema economico, Ed. Collana Ricerche e Studi FORMEZ - n. 21.
Boleslaw Malisz, Economia dello sviluppo urbano, Ed. Marsilio.
Colin Lee, l modelli nella pianificazione, Ed. Marsilio.
URBANISTICA II (B)
Prof. Urbano Cardarelli
Analisi, progetto e gestione dello spazio urbano, nelle sue componenti storica, morfologica, sernio logica, antroposociologica, economica, tecnologica, ecologica. Progettazione interdisciplinare e ruolo dell'Architetto.
Elementi di teoria generale dei sistemi. Il territorio come sistema. Dimensionamento e disegno del piano urbanistico. La gestione finanziaria, amministrativa, politica e culturale del piano.
Esperienze applicative su campioni di territorio scelti nel contesto del Mezzogiorno d'Italia.
Testi consigliati
Programma del Corso biennale (1981).
U. Cardarelli, Urbanistica fra Storia e Teoria, Napoli, 1973 (in corso di ristampa); U. Cardarelli (a cura di), Studi di Urbanistica, volI. l, 2, 3, 4, Edizioni Dedalo, Bari, 1978-80; U. Cardarelli, Lezioni di Urbanistica, voI. 1, Eliografia d'Alessandro, Napoli, 1981.
Più ampia bibliografia su problemi specifici e locali viene fornita durante lo svolgimento del corso.
URBANISTICA II (C)
Prof. Marcello Vittorini
Premessa
Gli effetti della CriSI economica in atto si manifestano essenzialmente sul territorio, inteso non come fatto fisico ma
Come sede delle collettività insediate, della loro storia, della loro capacità associativa e partecipativa, delle loro tensioni sociali. Governo del territorio e governo dell'economia non costituiscono, pertanto, campi d'iniziativa diversi, bensÌ due distinti aspetti di un'unica azione politico-amministrativa tesa alla corretta gestione pubblica delle risorse disponibili, la cui coerenza è, quindi, più che mai urgente garantire per ridurre ed eliminare gli sprechi ed i privilegi che hanno caratterizzato il distorto sviluppo capitalistico dell'ultimo trentennio.
Gli strumenti di pianificazione urbanistica, considerati tanto nei loro aspetti analitici che in quelli progettuali, non possono perciò considerarsi come fine a se stessi o come astratta manifestazione di elucubrazione intellettuale; essi vanno compiutamente considerati come mezzi tecnico-politici di efficace gestione della città e del territorio da parte degli organismi elettivi delle autonomie locali.
L'insegnamento dell'Urbanistica, quindi, dovrà necessariamente basarsi su un approccio pluridisciplinare, che consideri in particolare il quadro istituzionale, il quadro legislativo, gli strumenti di governo dell'economia ed i loro limiti con riferimento alle esperienze degli ultimi anni.
L'ipotesi di lavoro
Sono orm'li noti i limiti della struttura amministrativa italiana, soprattutto in relazione all'esistenza di miri adi di comuni piccoli e piccolissimi, assolutamente non in grado di gestire efficacemente il territorio e di garantire ai cittadini la soddisfazione della domanda sociale di base.
Lo stesso dibattito sull'ente territoriale intermedio, tuttora aperto, testimonia le difficoltà del problema, che non può tuttavia comportare la paralisi e la rassegnata rinuncia ad esercitare le competenze comunali e regionali in materia di pianificazione e gestione d~l territorio, in particolare per quanto concerne la formazione e l'attuazione di piani territoriali e piani regolatori generali. Ciò significa, in primo luogo, promuovere l'aggregazione dei Comuni minori in forme associative relative ad « aree sovra.comunaJi. di gestione», di di-
mensione adeguata alla realizzazione di tutti i servizi sociali, nelle quali siano ricondotte ad unità le delimitazioni già definite o in corso di definizione (distretti scolastici, unità sociosanitarie locali, comprensori per lo smaltimento dei rifiuti, comprensori per l'edilizia sovvenzionata etc.). La legge 833 del 1978 ha pienamente recepito tale esigenza fissando i termini entro i quali le Regioni devono delimitate tali aree sovracomunali. Si tratta, in sostanza, di giungere alla formazione di Unità Locali dei Servizi nelle quali si articoli il territorio regionale: una prima proposta, che verrà assunta come ipotesi di lavoro del corso, è rappresentata dalla delimitazione delle unità socio-sanitarie locali nel quadro del Piano socio-sanitario regionale all' esame del Consiglio Regionale della Campania.
Articolazione del corso
Il corso si articolerà in lezioni teoriche e ricerche specifiche, sviluppandosi sull'arco di un biennio.
Le lezioni saranno svolte per gruppi di argomenti, alcuni dei quali potranno trovare un approfondimento di tipo seminariale. I temi trattati (tutti con particolare specificazione in riferimento al Mezzogiorno e alla Campania) possono sinteticamente elencarsi nel modo seguente (per il secondo anno di corso):
Riferimenti sintetici al programma del l'anno: legislazione nazionale e regionale. - Pianificazione urbanistica e politica di bilancio degli Enti locali. - Il Piano Territoriale e la finanza regionale. - Il Piano Regolatore Generale e la finanza comunale; il programma pluriennale di attuazione. - Contenuti del P.R.G. - Efficacia del P.R.G. - Operatività del P.R.G. - Piano Regolatore e forma e qualità urbana. - I piani esecutivi. - Il recupero del patrimonio edilizio esistente. - Pianificazione urbanistica e politica della casa. - Metodologie e tecniche di progettazione urbanistica.
Le ricerche specifiche, condotte da gruppi di studenti, saranno finalizzate all'adeguata definizione operativa dei piani territoriali ed urbanistici relativamente ad alcune Unità Lo-
cali dei Servizi (U.L.S.) scelte nella Campania in rapporto alla accentuata dinamica delle trasformazioni territoriali in atto.
Tali Unità sono:
n. 17 e 18: Area Capuana, arch. Livio Talamona. - n. 22: Area Flegrea, arch. Fabrizio Mangoni di S. Stefano. - n. 23: Area del Giuglianese, arch. Fabrizia Cusani. - n. 27 e 28: Area Pomiglianese e Nolana, arch. Franco Lista. - n. 50, 51 e 52: Area Sarnese-Nocerina, arch. Alessandro Dal Piaz.
Bibliografia essenziale
AA.VV., Dallo spreco edilizio alla politica di recupero dell'esistente, Guida, Napoli, 1979.
M. Vittorini, Il Mezzogiorno ancora all'opposizione, Guida, Napoli, 1979.
V. Erba, L'attuazione dei piani urbanistici, Edizioni delle autonomie, 1978.
P. Ramundo, Edilizia e Mezzogiorno, Giuffrè Editore, 1979.
G. Campos Venutti e F. Oliva (a cura), Urbanistica alternativa, Padova, Marsilio Editori, 1978.
II. - INSEGNAMENTI COMPLEMENTARI
ALLESTIMENTO E MUSEOGRAFIA (MUSEOLOGIA)
Prof. Ezio Bruno De Felice
Il corso propone di studiare una nuova VISIOne progettidelle strutture museali in una organizzazione strettamen
al contesto sociale ed urbano del territorio; po-pertanto un coordinamento interdisciplinare allo scopo
. ovviare ai pericoli tipici della specializzazione che potrebbe l'evolversi delle stesse attività tecnico-artistiche.
del corso
Partendo dall'analisi delle manifestazioni del passato, nel si perverrà allo studio della più moderna evoluzione del
museale: museoMcontenitore, museo-attività artistica, museo-città, museo-natura, ave lo stesso ter
museo» perde il suo aspetto espositivo tradizionale fine stesso per as;sumere un nuovo significato che possa coin
nuovi strati sociali in un rapporto più spontaneo e
Verrà svolta, in questa ottica, una storia dell'organizza' museale e dell'architettura relativa quali espressioni
cultura rinascimentale, barocca, ottocentesca in tutta la involuzione fino alle manifestazioni borghesi attuali.
Verrà proposta una analisi delle architetture tecniche munon adatte a modificare in meglio il vivere attuale, de
rivanti da concezioni superate che ancora considerano il muquale {( Tempio dell'Arte» in un'organizzazione che, per
sua natura, ematgina ampi strati sociali dai fatti di cultura ed arte.
Verrà parallelamente svolta una critica dei concetti espositivi legati al binomio quadro-parete, sala-scultura, sala-vetrina, ecc. dal passato fino alle realizzazioni contemporanee in cui il ruolo dominante è assunto dall'allestimento che, spesso, relega le stesse opere d'arte esposte in una funzione secondaria di contorno decorativo.
Verrà anche studiato il fenomeno del mercato dell'Arte in relazione al presente diffuso consumismo ed al consumo linguistico sia in architettura che in arte in genere.
Saranno oggetto di analisi le cause che nella progettazione espositiva in edifici preesistenti o nuovi (gallerie d'arte contemporanea, Gallerie d'arte sperimentale, ecc.), portano ad ignorare quelle esigenze di ambienti, di spazi, di luce, conformabili flessibilmente alla espressione degli operatori d'arte contemporanea.
Si approfondirà la problematica dell'ordinamento e dell'allestimento dal passato ad oggi, derivanti dal rapporto didattico esistente tra il critico d'arte, quale allestitore, con l'analisi dei relativi convincimenti disciplinari, oggi in crisi.
Articolazione e coordinamento con altri corsi
Il corso si articolerà in lezioni in aula, ed in frequenti sopralluoghi a musei o ambienti museali campani e, se possibile, anche nazionali.
Le lezioni saranno aperte al contributo degli studenti che riterranno di voler approfondire argomenti di loro interesse, in modo tale da poterle trasformare in seminari di studio.
I sopralluoghi sono importantissimi per i fini che il corso intende raggiungere e saranno eseguiti, oltre che nei musei, anche nei cantieri-museali, in modo da ampliare le conoscenze degli studenti con continue verifiche di carattere tecnico.
Il corso di allestimento e museografia deve essere inteso come un corso di perfezionamento specialistico, pertanto esso
richiede già una buona conoscenza di base di alcune discipline insegnate in Facoltà, quali Composizione, Storia dell'architettura, Storia dell'arte, Restauro, Arredamento, Tecnica delle costruzioni, Illuminotecnica, e quindi propone frequenti raccordi e coordinamenti con esse.
ANALISI DEI SISTEMI URBANI
Prof. Agostino Renna
Le complesse trasformazioni che investono le realtà urbane e territoriali nella società moderna sòno l'oggetto del corso.
Ad ognuno è presente, sia pure in modo intuitivo, quanti aspetti e ripercussioni, diversi e contraddittori, devono essere affrontati per giungere ad una conoscenza, non completa ma neppure superficiale, dei fenomeni urbani. In questo il corso di Analisi dei Sistemi Urbani è un avvicinamento, quanto più possibile ricco e problematico, ad aspetti fondamentali di tali questioni. L'oggetto del nostro studio è indagare e chiarire i motivi e i modi per cui la realtà fisica della città, le case, le strade ecc. vengono edificate e trasformate, considerando la città come condizionata dalle più generali trasformazioni strutturali, e tuttavia con una sua definita specificità e contraddittorietà.
Oltre a ciò il corso approfondisce il rapporto dialettico che esiste tra tali trasformazioni, che interessano la società civile nel suo complesso, e i temi e le battaglie che la cultura architettonica, a partire dagli inizi del secolo, ha affrontato in riferimento, spesso in contraddizione, a tali mutamenti.
Trasformazioni fisiche della città e cultura architettonica: in questa dialettica sono anche i temi dell'impegno politico che caratterizza, come una lunga battaglia, a volte mistificata, più spesso autentica, un aspetto secondario ma iJ:nportante della necessità più generale di una società rinnovata.
Il corso vuole essere dunque un momento di approfondimento dei temi più vivi e attuali della complessa problematica relativa alla città moderna: ai processi reali di trasformazione, agli interessi e alle lotte che la investono, alle ricerche culturali che la studiano e ne discutono.
Il corso vuole essere anche un'occasione per una discussione approfondita sui libri e contributi più significativi che su queste questioni sono stati dati in particolare negli anni più recenti, invitando a partecipare, dove possibile, gli stessi autori di tali studi e ricerche; l'obiettivo è di costruire, a mano a mano che il corso si sviluppa, lo schema ragionato di una bibliografia essenziale sull'argomento, che ne sia parte e non appendice, in genere disattenta.
Le lezioni e le comunicazioni svilupperanno tre tematiche tra loro interrelate che saranno sviluppate in modo alternato.
1. La città moderna - i modi di formazione e sviluppo -i temi del Movimento Moderno.
2. Il rapporto architettura-città normativa architettonica e regolamenti edilizi.
3. I temi del dibattito attuale sui problemi urbani: la critica ideologica, l'analisi urbana, i movimenti e le lotte per la trasformazione delle strutture civili.
Il corso consiste nella sua gran parte in comunicazioni e dibattiti su questi temi. Il riferimento per ogni comunicazione è un testo di particolaFe rilievo, 'teorico e analitico, tale da permettere agli studenti un riferimento verificabiIe nello svolgimento delle discussioni collettive. Sono escluse pertanto in linea generale esercitazioni analitiche perché, condotte molto spesso al di fuori di un interesse metodico consolidato, si logorano in risultati modesti e disordinati. Non si esclude tuttavia, per quegli studenti o gruppi che più manifestano un interesse analitico rispetto ai temi del corso, che pos'sano essere impostate alcune semplici ricerche su realtà urbane determinate, sia italiane che europee.
Il corso si concluderà con un Seminario della durata di alcuni giorni sui rapporti tra analisi e progetto e architettura e città.
La bibliografia di riferimento viene costruita a mano a mano che il corso si sviluppa, tuttavia si ritiene utile indicare quei testi che si considerano indispensabili per intendere e partecipare alle tematiche che il corso intende discutere.
a) La formazione della città moderna: C. Aymonino, Origini e sviluppo della città moderna, Padova - G. Piccinato, La costruzione dell'urbanistica, Roma.
b) Il problema della città nel Movimento Moderno: G. Grassi, Das neue Frankfurt, 1926-31, Bari - A. Kopp, Città e rivoluzione, Milano- AA.VV., La costruz.ione della città sovietica 1929-31, Padova.
c) L'utopia della metropoli: L. Hilberseimer, Un'idea di Piano, Padova - Le Corbusier, Maniera di pensare l'urbanistica, Bari.
d) L'ideologia nella cultura architettonica: M. Fabbri, Le ideologie degli urbanisti dal dopoguerra ad oggi, Bari -M. Tafuri, Progetto ed utopia, Bari.
e) L'analisi della città come architettura: A. Rossi, L'architettura della città, Padova - AA.VV., La città di Padova, Roma.
f) L'analisi politica delle trasformazioni urbane: AA.VV., La città fabbrica, Milano - M. Castells, Lotte urbane, Padova _ M. Folin, La città del capitale, Bari.
ARTE DEI GIARDINI
(Architettura del paesaggio)
prof. Giorgio Di Simone
Problematica dell' architettura del paesaggio
Come tutti gli impegni di ricerca che hanno anche un prevalente carattere didattico, e quindi specifiche esigenze metodologiche, quelli riferiti all'Architettura del Paesaggio devono prima di tutto rifarsi alla precisa problematica dell'oggetto in discussione, con accenni ai vari tagli visuali, propri della cultura contemporanea che lo riguarda.
Ora, per quanto concerne il nostro tema, esso è stato quasi «dimenticato» dalla cultura del nostro paese, ed anche non volendo operare astratte linee di demarcazione tra cultura e cultura, bisogna riconoscere che in alcuni altri paesi non vi è tale lacuna, ma vi è invece Un costante interesse culturale e quindi operativo per questo fondamentale aspetto della nostra realtà umana e sociale.
Attualmente dobbiamo dire che finalmente qualcosa si muove anche in Italia, nei conhonti di una presa di coscienza critica del grosso problema del paesaggio e della sua più o meno articolata integrazione nell'opera dell'uomo e del gruppo sociale, nel raggio delle loro più elevate fruizioni.
Ma i punti di vista, in tal senso, sono molteplici e rispecchiano almeno in parte, ovviamente, gli interessi culturali (o addirittura professionali, in senso lato) degli studiosi, architetti e non.
Esistono quindi varie ottiche, tramite le quali si tenta di inquadr~re il problema: da quella riferibile ad una visione allargata, ma umlaterale, del paesaggio come pianificazione delle risorse naturali (e, più generalmente, «ambienti )), fruibili in termini che non rientrano nella normale pianificazione territoriale, a quella che, prescindendo da alcuni importanti fattori, 'si rifà ad .un concetto puramente estetico-filosofico del paesaggio stesso.
Una diversa interpretazione è quella che considera di maggior peso (quasi esclusivamente) il valore socio-politico dell'ambiente, rimandandone ad un futuro più o meno lontano l'approfondimento formale e psico-percettivo. Per converso, alcuni studiosi (soprattutto stran~eri) preferiscono fermarsi soltanto a tale componente psico-sensonaie, lasciando ad altri il compito di allargare la definizione del tema, ad altre sfere di interesse.
Un ultimo tipo di approccio (ultimo in senso generale) è quello che fa perno su di esso tema, interpretandolo come estensione logica e culturalmente valida della disciplina architettonica assunta come un insieme strutturale che sia in grado di applicare i ;uoi parametri ano che alla strutturazione o ristrutturazione dell'ambiente (naturale ed antropizzato, cioè «totale »), quando esso rischia di non reggere in modo equilibrato in rapporto all'uomo ed al gruppo sociale (nella estraniazione progressiva, nell'inquinamento, etc.)~
OItre le esigenze didattiche che ci impegnano· in uno studio parallelo delle suddette componenti dell'indagine generale sul paesaggio come elemento da correlare costantemente all'attività umana (pragma-
tica, ideologica, fruitiva), riteniamo di poter fare nostra - come taglio di fondo del Corso - l'ultima interpretazione data, ritenendola la più coerente agli interessi culturali ed operativi dell'architetto (e dell'uomo in genere), e giustamente inquadrabile nell'ambito di una disciplina dell'architettura che comprenda tutto ciò che ricade in una organizzazione dello spazio finalizzata all'uomo, nella sua accezione più dinamica, soprattutto in senso sociale, collettivo, oltre che fruitivo-funzionale a livello del singolo individuo.
Ed è proprio perché l'asse dell'architettura si è nettamente spa.. stato in avanti, avocando alla propria strutturazione ideale anche le componenti spazio-funzionali riferibili alla problematica socio-politica e socio-economica, che riteniamo in un certo modo coerente e completa la scelta fatta (includendo naturalmente in essa anche quella dello studio degli aspetti minori, ma non superflui, dell'intera problematica ambientale).
Si è detto che riconoscere l'autonomia dell'architettura del paesaggio rispetto a discipline come la statistica, la sociologia, la psicola.. gia, ecc., è un tentativo di rifondare il corpo disciplinare specifico della stessa architettura del paesaggio. Perché pensiamo si debba parlare solo di una disciplina, cioè l'architettura, e quindi caricare di nuovi « contenuti}) il termine «paesaggio », ed allargarlo in senso lato, sino ad abbracciare le diverse «scale» di lettura della città, e di progettazione di essa o di parti di essa. Siamo sostanzialmente d'accordo su queste riflessioni, purché tale «autonomia» funzionale non rinunci al coordinamento culturale ed operativo con le discipline anzidette e con tutte quelle che siano in grado di completare il quadro conosci· tivo ed operativo dell'architettura del paesaggio stesso.
Il criterio di oggettività
Malgrado l'estrema difficoltà del compito di tentare di giungere - nella ristrutturazione o progettazione del paesaggio - a formulare leggi generali che siano in grado di definire in modo sufficientemente oggettivo la «lettura» dell'am biente e lo stesso criterio di progettazione o di ristrutturazio ne, la ricerca afferente al corso di Architettura del Paesaggio, tende proprio verso tale finalità. Di qui la necessità di strumentalizzare rispetto ad essa altre discipline quali la Psicologia Umana e le sue specializzazioni: la psicologia della percezione (come approccio ad una psicologia dell'arte) e le ultime derivazioni della psicologia della forma (Gestal), come prima. sistematizzazione di una ricerca delle leggi suddette, ap-
plicate genericamente all'idea di « forma ambientale »; applicate cioè in prima approssimazione, ovviamente incompleta, al paesaggio visto soltanto come fatto da percepire e fruire in senso visuale e psichico.
Per quanto riguarda questo aspetto teorico del problema, si sono assunti come base (anche se provvisoria e in attesa di più avanzate e sicure definizioni della prassi da seguire) gli studi di Rudolph Arnheirn e di altri studiosi della psicologia della forma, oltre ai 1( pragma· Hsti}> deU:ambiente (Lynch).
L'importanza di giungere ad una qualche definizione di una chiave che sia in grado di interpretare con una accettabile percentuale di oggettività, il codice che probabilmente sottende i valori strumentali, formali e percettivi costituenti il paesaggio (e l'ambiente in genere, nella sua più ampia accezione), tale importanza - dicevamo - non risiede soltanto nel fatto di poter rendere certamente più agevole l'ambito operativo'" (nel senso di ({ lettura» - prima, - e quindi di strutturazione adeguata di un ambiente naturale a grande scala, o di ristrutturazione di ambienti urbani degradati: centri storici, peri~
ferie, etc.; o di correlazioni tra l'uno e gli altri), ma soprattutto nella possibilità che si avrebbe di dare a tali interventi sull'ambiente quel carattere oggettivo indispensabile per costringere i poteri decisionali a tenerne conto, uscendo dal vago e dal relativo, attuali comodi alibi per ogni inerzia legislativa ed operativa a grande scala. E ciò senza parlare della decisiva importanza che tali chiarimenti avrebbero sul piano della cultura pura.
Articolazione del corso
Il corso di Architettura del Paesaggio si svolge secondo due fasi fondamentali che possono essere indicate come segue:
l' Fase di studio teorico:
a) introduzione globale, con indicazione dei fini da perseguire secondo una certa metodologia;
b) rapida illustrazione critica dell'idea di paesaggio presso i principali sistemi culturali (e socio-politici), secondo le successive tappe storiche, e nell'attualità;
c) alcune lezioni teoriche sull'approccio percettivo (Arnheim);
d) analisi critica di esempi di progettazioni dell'ambiente (incluse quelle di corso degli anni precedenti).
2' Fase di approccio progettuale: che si articola in gruppi di lavoro formati da studenti che operano su temi-pilota proposti dal corso e che sviluppano prevalentemente una problematica progettuale centrata sull'ambiente della periferia urbana, con particolare riferimento al recupero della «qualità ambientale» esaminata ad ogni livello (incluso quindi quello socio-economico, oltre che formale).
3' Fase di coordinamento: fase che può essere intermedia e che può prendere in considerazione (a livello di dibattito seminariale) varie ipotesi di coordinamento e di integrazione con tutte quelle discipline (sia dell'Istituto, che dell'intera Facoltà) che abbiano per tema centrale quello riferito ad uno dei diversi aspetti problematici dell'architettura-città, considerata come un tutto articolato e funzionante, anche e soprattutto a livello di valori ambientali e socio-figurativi. In tale sede, l'architettura del paesaggio è così in grado di dimostrare {( materialmente» l'importanza dei suoi studi e del suo contributo per una più completa definizione dello" spazio antropizzato », oggetto proprio dell'architettura, vista però secondo un'accezione restrittiva e riduttiva rispetto alla globalità dei valori in gioco di cui 1'« ambiente» è comunque e sempre il luogo di manifestazione e di sollecitazione dinamica.
Per ulteriori notizie e chiarimenti sugli aspetti teoricooperativi del Corso, si rimanda al Programma del Corso completo, incluse le citazioni da vari autori e la bibliografia specifica.
CARATTERI STILISTICI E COSTRUTTIVI DEI MONUMENTI
Prof. Giuseppe Fiengo
Architettura, edilizia e urbanistica a Napoli nel Settecento Programma delle lezioni
Dopo uri'indispensabile tesi di inquadramento della storia architettonica e urbanistica della città dalle origini all'età
barocca, il programma contiene esclusivamente temi inerenti alla civiltà artistica napoletana del Settecento, considerata in riferimento alla realtà europea. L'articolazione prevista è la seguente:
I. Sviluppo e struttura della città
La città greco-romana: problemi di topografia e archeologia. Le vicende urbanistiche dell'età tardo-romana a quella durazzesca: fabbriche religiose angioine e superstiti strutture medioevali. Gli ampliamenti di età aragonese: maestri catalani e toscani. Edilizia e urbanistica del '500 a '700: D. Pedro di Toledo vicerè urbanista; prammatiche sanzioni e loro influenza sull'assetto della città; trasformazioni degli edifici religiosi in conformità dei dettami del Concilio di Trento. Le prime vedute urbane.
2. L'ambiente urbano del primo Settecento
Dal viceregno spagnolo a quello austriaco (1707-1734). Lo anticlericalismo e i rapporti tra Stato e Chiesa. Il pensiero di Pietro Giannone. Lo sblocco dell'edilizia civile (1718).
Le maioliche, i giardini, le scale aperte e l'edilizia civile urbana e suburbana. L'opera di Ferdinando Sanfelice e Domenico Antonio Vaccaro.
3. La città capitale
I problemi economici, politic e sociali all'inizio del regno di Carlo di Borbone. Il blocco dell'edilizia ecclesiastica (1740) e il Trattato di Accomodamento tra la Santa Sede e il Regno borbonico. La Napoli di Antonio Genovesi e le idee dei riformatori illuministi.
Le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei e l'interesse per l'architettura antica. Le opere pubbliche nei primi anni di Carlo III e la trasformazione del vecchio patrimonio edilizio. Le residenze per la corte (Napoli, Portici, Capodimon-
te) e l'attività di G. A. Medrano. Le ville patrizie lungo la costa vesuviana (Orsini-Gravina, Campolieto, etc.).
4. Crescita e trasformazione urbana
L'assolutismo illuminato e gli sviluppi dell'urbanistica nei paesi europei (Francia, Inghilterra, Russia, Germania, Italia, etc.). La polemica razionali sta e l'opera degli architetti illuministi.
La nuova dimensione della città nella pianta topografica del duca di Noja e i problemi dell'" abbellimento» urbano nel saggio di V. Ruffo. L'attività napoletana di Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga, Mario Gioffredo, Carlo Vanvitelli, Francesco Collecini, Francesco Sicuro, etc.
5. Organizzazione dell'edilizia
L'amministrazione e le opere pubbliche. Le Deputazioni della Fortificazione, dell'Acqua e Mattonata, della Portolania. Le corporazioni. Gli ingegneri camerali e i tavolari.
La disciplina edilizia nell'editto di Ferdinando IV (3 ottobre 1781) e nell'iniziativa della Gran Corte della Vicaria di introdurre nel Regno la Costituzione di Zenone (1791).
L'impresa edile. Gare di appalto. Materiali da costruzione. Tecniche costruttive e tipologie edilizie. Metodi di organizzazione del lavoro. I cantieri edili.
I problemi del sottosuolo e delle case puntellate. Distribuzione delle cavità rispetto al territorio urbano. La costituzione geologica del sottosuolo.
6. Formazione ed esercizio professionale
La formazione dei tecnici: l'Accademia del disegno (1752), degli ingegneri (1754), di architettura (1762), militare (1769), la Facoltà di matematica (1777) e le cattedre di meccanica, arcbitettura e geometria pratica.
...
La diffusione della letteratura tecnica e la fortuna dei trattati di B. F. de Belidor su «La science des ingenieurs» (1729) e «Dell'Architettura» di Mario Gioffredo (1768).
Le figure del progettista e del direttore dei lavori. Le parcelle professionali. La disputa Gioffredo-Vanvitelli e « l'officio » dell'architetto neUa testimonianza di tavolari e regi ingegneri napoletani del secondo Settecento.
Bibliografia
R. Pane, Napoli imprevista, Napoli, 1949.
R. Pane, Il monastero napoletano di S. Gregorio Armeno, Napoli, 1957.
A. Venditti, Urbanistica e architettura angioina, in « Storia di Napoli », voI. III, 1969.
R. Di Stefano, Lineamenti di storia urbanistica, in « Il centro antico di Napoli » di AA.VV., voI. I, Napoli, 1971:
C. De Seta, Storia della città di Napoli dalle origini al Settecento, Roma, 1973.
R. Pane, Il Rinascimento nell'Italia meridionale, voI. I (1975), voI. II (1977).
R. Pane, Architettura dell'età barocca a Napoli, ivi 1939.
AA.VV., Ville vesuviane del Settecento, Napoli, 1959.
R. Mormone, Architettura a Napoli 1650~1734, in {( Storia di Napoli », voI. VI, tomo II, 1970.
F. Venturi, Settecento riformatore, Milano, 1969.
R. De Fusco, L'architettura della seconda metà del Settecento, in « Storia di Napoli », voI. VIII, 1971.
G. Fiengo, Vanvitelli e Gioffredo nella villa Campolieto di Ercolano, Napoli, 1973.
G. Fiengo, Contributo alla storia dell'architettura e dell'urbanistica napoletana del Settecento, Napoli, 1977.
G. Fiengo, L'architetto Ignazio Cuomo e la villa di Giuseppe Maria di Lecce a Portici, in « Storia dell'Arte » n. 35, 1979.
R. Pane, Ferdinando Fuga, Napoli, 1956.
A. Venditti, Architettura neoclassica a Napoli, ivi 1961.
E. Kaufmann, L'architettura dell'Illuminismo, Torino, 1966.
G. C. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, Napoli, 1979.
R. Di Stefano, Luigi Vanvitelli ingegnere e restauratore, in « Luigi Vanvitelli » di AA.VV., Napoli, 1973.
A. Venditti, L'opera napoletana di Luigt' Vanvitelli, in «Luigi VanviteUi » di AA.VV., Napoli, 1973.
A. Rigillo, Nuova società e nuove capitali del '700, Napoli, 1974.
P. Sica, Storia dell'urbanistica: il Settecento, Bari, 1976.
G. C. Alisio, Siti reali dei Borboni, Roma, 1976.
R. Di Stefano, Organizzazione e tradizione dell' edilizia napoletana, in « Storia dopo un secolo» di AA.VV., Napoli, 1967.
R. Di Stefano, Distribuzione delle cavità rispetto al territorio urbano, in « Il sottosuolo di Napoli» di AA.VV., Napoli, 1967.
P. Nicotera - P. Lucini, La costituzione geologica, in « Il sottosuolo di Napoli » di AA.VV., Napoli, 1967.
P. Strazzullo, Edilizia e urbanistica a Napoli dal '500 al '700, Napoli, 1968.
G. Fiengo, Gioffredo e Vanvitelli nei palazzi dei Casacalenda, Napoli, 1976.
COMPLEMENTI DI MATEMATICA
Prof. Antonio Di Nola
l. Elementi di logica
Cenni di calcolo delle proposizioni - Connettivi logici -Operatori - Quantificatori - Implicazioni - Cenni sull'analisi delle preposizioni - La logica delle funzioni enunciative - Cen-
ni di analisi del ragionamento: analisi di ragionamento de duttivo - Analisi del ragionamento induttivo.
2. Insiemi cantoriani e insiemi nebulosi
Richiami sulla teoria classica degli insiemi - Alcune antinomie della teoria degli insiemi - Insiemi nebulosi (flous e fuzzy) - Applicazioni degli insiemi nebulosi alle tipologie ed alla teoria della progettazione.
3. Elementi di calcolo delle probabilità
Bibliografia: Appunti ciclostilati presso !'Istituto di Matematica.
4. Modelli matematici
Bibliografia: Appunti ciclostilati presso l'Istituto di Matematica - capp. I e II - i rimanenti facoltativi.
Testi consigliati
Parte 1"
A. Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi ed alla logica matematica, LE.M., Napoli, 1969.
Parte 2"
A. Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi ed alla logica matematica, LE.M., Napoli, 1969.
A. Fadini, Introduzione alla teoria degli insiemi sfocati, Liguori editore, 1979.
CONSOLIDAMENTO E ADATTAMENTO DEGLI EDIFICI
Prof. Alberto Defez
Aspetti del consolidamento: le implicazioni di carattere sociale, morale e giuridico - la diagnosi - la filosofia della sicurezza ~ i criteri d'indagine.
Il comportamento dei materiali: le prove di laboratorio -i criteri di resistenza - il prelievo dei campioni - le interpretazioni delle prove di laboratorio - i materiali oggetto d'indagine.
I carichi agenti: caratteristiche dei carichi - la neve - le azioni del vento - le vibrazioni - le azioni sismiche - il metodo semiprobabilistico degli stati limite.
Le murature: caratteristiche generali delle murature con particolare riferimento a quello fisico-meccaniche - il regolamento inglese - la verifica delle murature - la sezione di muratura con centro di pressione esterno al nocciolo ~ la verifica di un elemento murario non omogeneo ~ le verifi~ che agli stati limite.
Le strutture murarie: gli archi - la verifica di stabilità di un arco o di una volta a botte - la verifica grafica col metodo di Mery - la verifica dei piedritti - l'arco a sesto acuto - gli arco travi - le volte a crociera - le volte a padiglione -le volte a vela - cupole.
Le fondazioni: caratteristiche delle fondazioni - il carico limite dei terreni.
l muri di sostegno.
Il legno: generalità - le caratteristiche fisico-meccaniche -le forme e le dimensioni del legname - il calcolo delle travi in legno - le giunzioni in legno - le opere provvisionali - i solai in legno - le coperture a tetto - la verifica di una copertura a tetto - le travi composte in legno.
Gli edifici in muratura: i criteri di verifica del complesso murario - l'edificio sotto le azioni sismiche - la verifica con il metodo degli elementi finiti.
La metodologia di indagine per il consolidamento: generalità - il rilevamento morfologico - la progettazione del puntellamento provvisionale - l'individuazione del modello strutturale - !'indagine ponderale - le caratteristiche meccaniche dei materiali - lo stato di conservazione - la storia statica - i calcoli di verifica - la progettazione degli interventi consolidativi.
L'analisi dei dissesti: le manifestazioni esterne e le relative cause - i generi di dissesti - i moti rigidi delle murature -le deformazioni delle murature - le lesioni di trazione - le lesioni di schiacciamento - considerazioni sulle lesioni - i dissesti apparenti - il controllo delle lesioni - il quadro fessurativo.
Le opere di consolidamento: i criteri generali di consolidamento - i consolidamenti sostitutivi - i consolidamenti passivi - i consolidamenti attivi - i consolidamenti restitutivi - la ristrutturazione.
I consolidamenti fondazionali: criteri generali - le sottofondazioni - l'allargamento fondazionale - i pali di fondazione nel consolidamento fondazionale - il consolidamento dei terreni.
La riparazione di strullure in c.a.: tipologie dei dissesti -i criteri d'intervento - le tecniche di consolidamento - gli elementi di calcolo.
N.B. - Si ritiene indispensabile una buona conoscenza della « Scienza delle costruzioni »,
DECORAZIONE
(Elementi qualitativi dell'esecutivo architettonico)
Prof. Lucio Morrica
Premessa
Durante lo sviluppo del pensiero critico sull'architettura, il significato ed il ruolo della decorazione hanno assunto varie e disparate identificazioni, in quanto si sono venuti adottando a temi ed esigenze diverse derivanti dal tipo di cultura che rappresentavano.
Unica costante, la decorazione non è mai stata considerata, in particolare nel Movimento Moderno, distinta dall'esperienza
spaziale, nel senso che il suo intervento e le sue specifiche indicazioni figurative sono parte intrinseca del linguaggio architettonico.
Ciò che è cambiato, nell'architettura moderna è, il diverso atteggiamento verso l'oggetto architettonico: l'elemento decorativo, anziché sovrapporsi, spesso si identifica con l'architettura stessa, con l'oggetto funzionale nella sua interezza. Molte volte, anzi, è la stessa tipizzazione strutturale a costruire un fattor decorativo, come nell'architettura di Mies, ave l'elemento qualificante dell'immagine è lo stesso carattere geometrico e tecnologico derivante dalla scansione strutturale degli elementi di acciaio e vetro.
Né d'altra parte, è possibile discernere, nell'architettura, un tempo preciso d'intervento della D.: infatti non sempre è possibile distinguere un momento ({ decorativo» e «conformativo» degli spazi, da uno più prettamente « costruttivo» e ({ tecnologico », laddove il concorso sinergico di tutti gli elementi architettonici determina, spesso, la caratterizzazione decorativa.
Una forma estremamente funzionale perde qualità per il solo fattore di rappresentare se stessa. Allora le viene sovrapposta:un'immagine spuria, non pertinente, che ne modifica, ne altera ed a volte ne complica forma e funzionamento.
Assai spesso col termine « decorazione}) vi si intende riferire, ad una disciplina autonoma rispetto al processo aI:chitettonico.
Per l'architettura, il principio basilare con cui la questione' va affrontata, è quello della «( scala» di intervento progettuale. Naturalmente, al di là della scala del design, in cui si determinano le dimensioni, la disposizione del prodotto di un definito contesto fisico e la struttura generale degli spazi, esiste un campo della ricerca, cioè una scala, ancora architettonica, ma comunque (( figurativa)) e quindi decorativa (vedi Diz. Arch. Drb.).
Gli ambiti di ricerca, quindi, vanno dalla esplorazione sulla « grana» dei materiali usati, ai loro valori cromatici, alle loro intrinseche possibilità tecnologiche e insieme espressive.
Per quanto riguarda il rapporto esistente tra il portato tecnologico e la tettonica dell'immagine, da una parte si può dire che il primo fa da supporto tecnico strumentale per l'attuazione della seconda; dove quest'ultima è individuata dal concorso di alcuni ~Iementi puri, quali il moto, lo spazio, il colore, i piani: vere e propt-ie categorie, che, mediante la loro conflittualità, determinano qualitativamente e quantitativamente il prodotto ultimo dell'immagine, la percezione sensibile del fruitore.
All'interno di questa logica, le relazioni che stanno alla base del processo formativo qualificante degli spazi, c che cioè individuano la sfera decorativa, sono quelle tra funzione, struttura e forma. Esse costituiscono le strutture essenziali che configurano visivamente le molteplici scelte, di ordine socio-culturale, psicologico, ecc, che si com· pongono in aspetti figurativi.
L'immagine, così, diviene il prodotto delle sue nature interiori, della sua ragion d'essere, della sua signifìcazione culturale, carica di significati spirituali e comportamentistici,
Comunque, un'operazione di definizione lecnica della espressione decorativa dell'architettura, non ha senso se non si tien conto di un altro fattore importante, quello che si potrebbe definire {{ 'scala ambientale »: e cioè il rapporto col tipo di ambiente ° di ambito fisico, a cui si riferisce il ({ fatto» architettonico.
In altri termini, un oggetto si pone come ({ decorativo l), non di per sè, ma rispetto ad un ambiente, o ad un ambito fisico, con cui interagisce.
Programma
Da tali premesse scaturiscono alcuni temi di ricerca quali per esempio:
l'uso della luce (naturale o artificiale) come mezzo di espressione e rappresentazione spaziale;
analisi dei « ritmi », ovvero la ripetizione, la moltiplicazione o estensione di singdli « elementi »;
la qualità plastica e chiaroscurale degli "oggetti» architettonici (vede ad es. la ricerca espressionista di Mendelsohnn);
l'agitazione a scala ravvicinata di rapporti spaziali tridimensionali (vedi le esperienze di F. L. Wright);
la spiegazione e definizione del " grado di materialità » dello spazio costruito (vedi ricerca dell'Art Nouveau, e in particolare Van der Velde, Horta);
il metodo conoscitivo e costruttivo dello spazio secondo le esperienze della corrente neo-plastica. Theo van Doesburg e G. Rietveld;
il valore comunicativo ed ideologico nel portato tecnologico, esaminando in particolare !'influenza del materiale sulla forma ed il potenziale espressivo dato dalle possibilità di lavorazione;
la « tettonica» della ricerca dei costruttivisti sovietici Tatlin, El Lisitskij ecc.;
la compromissione della struttura spaziale con strutture figurative desunte da ambiti figurativi diversi;
la Decorazione urbana nella sua ampia problematica (materiali monumenti, arredo urbano, la grafica, la pubblicità, la decorazione spontanea ecc.);
il degrado urbano. Il corso sarà articolato in due parti:
la prima dedicata all'analisi storica avrà come riferimento di fondo il rapporto tra architettura e decorazione. In tale ottica il corso tenderà ad analizzare sistematicamente alcune opere di architettura moderna;
la seconda fase, operativa, tenderà a verificare, a livello progettuale, le esperienze desunte dalla prima parte di corso attraverso esercitazioni a scala ravvicinata ave verrà particolarmente approfondito il rapporto tra qualità dell'esecutivo architettonico e risultato spaziale. L'approccio progettuale, in questo caso, farà riferimento al solo spazio architettonico ed al suo immediato intorno, utilizzando scale di progettazione o meglio di percezione ravvicinate comunque piccole.
Bibliografia
Alla disciplina corrisponde un'ampia bibliografia; in particolare si ritiene indispensabile considerare autori come: Le Corbusier, Loos, De Micheli, Brandi, Cocchia, Maldonado, Gregotti, Tintori, De Carlo, Munari, pye, Sica, Quaroni, Schild, Itten, ecc.
La bibliografia dettagliata sarà fornita all'inizio del corso stesso.
'~
ILLUMINAZIONE ED ACUSTICA NELL'EDILIZIA
Prof. Michele Cennamo
Componenti bio-climatici dell'ambiente costruito
Il programma parte da tre considerazioni di fondo:
A) L'attuale crisi energetica pone in discussione il modello di sviluppo economico dei Paesi industrializzati fondato quasi esclusivamente su scelte ad alto potenziale tecnologico che hanno determinato gli attuali squilibri ecologici ed esistenziali e che, coinvolgendo la ricerca architettonica, hanno interessato la città (crescita disordinata, declassamenti dei centri storici, inquinamento ecc.) e la campagna (abbandono delle attività agricole, trasformazione arbitraria dell'ambiente naturale ecc.) in un processo di degrado delle attività quotidiane, creative e spontanee dell'uomo.
B) Il controllo bio-climatico dell'ambiente costruito rappresenta oggi il mezzo più efficace di analisi e progettazione tecnologica, partendo dal principio che la luce solare, i suoni, i colori sono materiali da costruzione che si prestano al massimo fruttamento di molte potenzialità che la natura può offrire e la correttezza dell'impostazione progettuale rispetto ad essi ha il duplice significato di integrazione ambientale e di risparmio energetico.
C) Il rapporto inscindibile tra ricerca tecnologica e ricerca urbana privilegia il significato di città come sistema tecnologico inteso come accumulo di sistemi passivi dai quali è possibile ricavarne informazioni per l' ottimizzazione bio-climatica del tessuto preesistente, in ordine sia al riequilibrio tra caratteristiche dell'ambiente naturale e ambiente costruito, sia al recupero di processi costruttivi propri della tradizione e della storia della tecnologia dell'architettura.
Contenuti del corso
Il corso intende fornire nuovi mezzi di lettura tecnologica del tessuto urbano, in direzione di un più organico equilibrio
del rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana, immettendo nuove categorie conoscitive - la luce naturale, i colori, i suoni - utili alla ricerca di tipologie residenziali a basso costo e a basso consumo energetico.
In questa direzione il corso si propone di leggere opere paradigmatiche del movimento moderno - con 'particolare riferimento alla produzione italiana degli anni tra le due guerre - per ricavarne le connotazioni tecnologiche primarie in ordine all'uso razionale della luce naturale, dei colori e dei suoni nella organizzazione spaziale (Le Corbusier, Loos, Gropius, Mies, Klein, Aalto, Figini, Pollini, Terragni, Libera, Ridolfi ed altri).
In relazione al programma esposto sono previste lezioni teoriche ed esercitazioni sui seguenti temi:
l. Elioarchitettura e eliourbanistica.
Orientamenti eliotermici degli edifici e costruzione equisolari delle città; Tipologie edilizie e morfologie urbane bioclimatiche; Sistemi passivi e sistemi attivi in funzione della progettazione a basso costo e a basso consumo energetico.
2. Il colore come componente per l'analisi e la costruzione dell'ambiente in quanto materiale integrativo della ricerca sulla ottimizzazione bioclimatica.
La cromodinamica, la cromopsicologia e la colorimetria lo studio cioè delle relazioni tra i vari colori, delle reazioni umane verso i colori ambientali e della misura dei colori; Relazioni tra colore e movimento moderno.
3. L'acustica architettonica e ambientale intesa non come insieme di operazioni correttive tese ad elinlinare sensazio11i sonore fastidiose derivanti da configurazioni spaziali errate ma come componente progettuale primaria per la ricerca degli spazi e dei sistemi costruttivi.
Lo spazio acustico nella storia dell'architettura e nella storia della tecnologia dell'architettura con particolare riferimento al movimento moderno; la percezione uditiva; l'analisi di materiali tradizionali e di materiali disponibili nell'ambiente naturale condizionante il progetto finale.
Bibliografia essenziale
Per il punto l:
G. Vinaccia, Il corso del sole in urbanistica e architettura, Hoepli, Milano, 1939 (selezione di capitoli) - M. Cennamo, Elioarchiteltura (Contributi di N. Franciosa, R. A. Genovese, F. Marino, A. Napoletano, C. Truppi), C.N.R., Istituto di Tecno!. dell'Arch., Napoli, 1976. - M. Cennamo, Luci, colori e suoni - materiali da costruzione per l'Architettura, Costruire n. 97/1976. - M. Cennamo, Tecnologie solari nella costruzione delle cil/à meso-americane, Costruire, n. \02-\03/1979.
Per il punto 2:
H. Frieling - X. Auer, Il colore, l'uomo e l'ambiente, Milano, 1962. - Centro Montefibre (a cura di). Il colore, Casabella, 4\0/1976.
Per il punto 3:
C. Marchesi - Cappai, Acustica nell'architel/ura, Hoepli, 1939. -N. Napoletano - N. Franciosa, Illuminazione ed acustica nel/' edilizia, Liguori, 1974.
Per la scelta di opere del Movimento moderno in Italia:
M. Cennamo, Materiali per l'analisi dell'architettura moderna.
La prima Esposizione italiana di Archi/ettura razionale, Fiorentino, 1973. - M. Cennamo, Materiali per l'analisi dell'architel/ura moderna. Il MIAR, SEN, 1976.
INDIRIZZI DELL'ARCHITETTURA MODERNA
Prof. Renato De Fusco
Il corso, oltre a fornire una illustrazione critica della storia dell'architettura degli ultimi cento anni, mira soprattutto ad essere una storia delle idee, delle teorie, delle poetiche che hanno accompagnato il processo architettonico corrispondente al suddetto periodo.
In particolare, esso tratterà i seguenti temi: Viollet-le-Duc e Ruskin, la cultura dell'EinfUhlung e la critica architettonica, l'idea di architettura nella pura visibilità, le poetiche figurative e l'architettura, la critica sociologica, la critica dell'architettura in Italia.
Bibliografia
R. De Fusco, L'idea di architettura, storia del/a critica da Viollet-Ie-Duc a Persico, Etas Kompass, Milano, 1968.
R. De Fusco, Storia del/'architel/llra contemporanea, Laterza, Bari, 1974.
LETTERATURA ARTISTICA
Prof. M. Luisa Dalai Emiliani
Argomento del corso: Letteratura artistica, Storiografìa archi/el/onica e tema/izzazione della tutela nell'Italia moderna. 1780-1980.
Gli orientamenti della critica d'arte italiana e la fondazione e sviluppo della disciplina storica dell'architettura verranno indagati in stretta relazione con la storia delle istituzioni artistiche e di tutela - dalle Accademie all'Università, dalle Commissioni di Belle Arti alle Soprintendenze, dagli Istituti centrali agli organismi decentrati, ai musei - e in rapporto agli strumenti di socializzazione della cultura artistica (la pubblicistica, le riviste, i mezzi di riproduzione tecnica dell'immagine, il turismo, la didattica dei beni culturali, ecc.).
Il programma d'esame, che presuppone la conoscenza storica del periodo,· è articolato in due settori: lo studio dei testi del settore A verrà richiesto a tutti gli studenti, i quali opteranno inoltre per un testo a scelta tra quelli indicati nel settore B.
Settore A
l. Indirizzi della storiografia artistica e architettonica
Testo: F. Bologna, « I metodi di studio dell'arte italìana e il problema metodologico oggi ", in Storia dell'arte italiana, Einaudi, Torino 1979, vol.. I, pp. 165-282.
2. Problematica storica della tutela: il dibattito teorico e le scelte politiche iiI epoca napoleonica
Testo: «Storia dell'arte e politica della tutela", numero monografico della rivista Ricerche di Storia dell'Arte, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1978-79, n. 8, pp. 4-75 (in particolare i contributi di G. Gualandi, O. Rossi Pinelli, A. Pinelli, P. Marconi).
3. Il dibattito culturale e parlamentare sui beni culturali e ambientali. 1859-1977
Testo: Verso una gestione dei beni culturali come servizio pubblico (dallo stato unitario alle regioni), a cura di A. Rossari e R. Togni, Garzanti ed. per la Regione Lombardia, Milano 1978.
N.E. - Il testo verrà fornito gratuitamente a richiesta.
Settore B
l. R. Bianchi Bandinelli, AA., BB.AA. e B.C. L'Italia storica e artistica allo sbaraglio, De Donato, Bari 1974.
2. A. Emiliani, Una politica dei Beni Culturali, Einaudi P.B.E., Torino 1974.
3. M. Dalai Emiliani e altri, Le pietre dello scandalo, La politica dei beni culturali nel Friuli del terremoto, Einaudi, Torino 1980.
LINGUA INGLESE
Prof. Francesco Paolo De Vivo
Il corso di lingua inglese con indirizzo architettonico si propone di dare agli studenti una preparazione specificamente orientata all'acquisizione di abilità linguistiche in particolare interesse per la Facoltà:
a) comprensione di testi inglesi di architettura;
b) conversazione su argomenti culturali e professionali nel campo architettonico.
In altre parole, conoscenza della lingua come necessario strumento operativo di ricerca culturale e come valido mezzo per facilitare \'inserimento nel mondo del lavoro di molti paesi esteri.
Ciò premesso, i contenuti del corso sono i seguenti:
l) uso delle principali strutture grammaticali e lessicali, scelte secondo criteri linguistici di frequenza e di funzionalità;
2) introduzione allo studio del lessico architettonico, classico e contemporaneo;
3) guida alla lettura-comprensione dall'inglese di testi critici e tecnici nel campo dell'architettura;
4) avviamento alla conversazione sugli argomenti innanzi indicati (lett. b);
5) alcune note di letteratura inglese in rapporto all'archi tettura.
1
Gli studenti che per la prima volta iniziano lo studio del
la lingua inglese, saranno seguiti in modo particolare.
Testi consigliati .
1) E. Chinol, Grammatica dell'Inglese moderno, Liguori, Napoli (<< Patterns » o frasi chiave ed esercizi strutturali dal!'inglese dal '0 al 27° capitolo e dal 32° al 39° capitolo).
2) F. P. De Vivo, Technical Terms o{ Classical and Contemporary Architecture, appunti dalle lezioni (conversazione, le,sico e traduzione).
3) A. Petrella, New Trends in American Architecture, Liguori, Napoli (traduzione dall'inglese del capitolo « Background •. da pago 9 a pago 37 nonché di alcuni scritti di: l) Robert Venturi, da pago 100 a pago 127; 2) Charles Moore, pagg. 128-129 e da pago 156 a pago 168; 3) Romaldo Giurgola, da pago 169 a pago 186).
E per un migliore approfondimento della materia:
4) A. S. Hornby, Guide to Patterns and Vsage in English, Oxford University Press, England.
5) J. Fleming, H. Honour, N. Pevsner, The Penguin Dictionary of Architecture, Penguin Books, England.
MATERIALI DA COSTRUZIONE SPECIALI
Prof. Ennio Russo Ermolli
Obiettivo primario del corso è la trattazione dei problemi relativi all'impiego di nuovi materiali destinati sia a soddisfare esigenze specifiche, sia a sostituirsi, nell'ambito del co struire, ai materiali tradizionali. Le richieste legate ai bisogni della società e delle sue tecnologie, e per i settori tradizionali d'impiego, e per quelli d'avanguardia, hanno spinto sempre più gli studiosi a creare nuovi materiali competitivi; è indi-
spensabile pertanto che gli utilizza tori pervengano ad un'ap. profondita conoscenza di tali nuovi materiali al fine di con· trollarne criticamente l'impiego e di indirizzarne l'utilizzazione in modo scientificamente corretto.
La materia del corso d'insegnamento, legato a un settore in progressiva evoluzione, richiede un continuo aggiornamento dei contenuti per adeguarli ai continui progressi della tecnologia dei nuovi materiali. Per l'anno accademico 1981/82, il programma di studio è rivolto principalmente alte applicazioni nel settore edilizio e tratta quei materiali che, allo stato attuale, sono in fase di continua evoluzione ed offrono interessanti prospettive nella ipotesi di una sempre crescente industrializzazione. Di· tali materiali i più importanti sono i calcestruzzi leggeri e le materie plastiche. Il loro studio si articolerà sui seguenti argomenti:
- caratteristiche chimico-fisiche;
- comportamento di elementi strutturali;
sperimentazione;
tecnologie specifiche;
problemi connessi all'isolamento termo-acustico.
Il contenuto del corso offre la possibilità di coordinamenti con i corsi di Tecnica della Costruzione, di Tecnologia dell'Architettura, di Progettazione artistica dell'Industria.
MATERIE GIURIDICHE
Prof. Guido D'Angelo
Programma
La costituzione della Repubblica italiana: princIpI In materia di rapporti economici. - I vincoli urbanistici e le sentenze della Corte costituzionale - Legge lO del 1977.
L'evoluzione della legislazione urbanistica dal 1865 al 1942.
I livelli della pianificazione urbanistica.
Piani territoriali di coordinamento. - Piani delle aree di sviluppo industriale. - progetti speciali ed interventi PUbDlici (ordinari e straordinari) sul territorio. - Il problema del comprensorio. - Piano intercomunale. - Comunità montane. - Standards urbanistici ed edilizi. - Parcheggi e distanze dalle strade. _ Piano regolatore generale. - Programma di fabbricazione. -Piano regolatore particolareggiato. - Piani degli insediamenti produttivi. - Piani di zona « 167 ». - Lottizzazione e comparti. _ Legge 457/78: 7.one e piani di recupero.
Programmi pluriennali di attuazione
Nuove norme urbanistiche per la ricostruzione delle zone
terremotate.
La concessione a costruire: natura e vicende. - Le misure di salvaguardia. - Edilizia convenzionata. - Repressione degli abusi edilizi. - Tutela del paesaggio e dei centri antichi. -Distanze tra le costruzioni. - Luci e vedute.
Segnai azioni bibliografiche
G. D'Angelo, Legislazione urbanistica (appunti dalle lezioni del corso), ed. Libreria Fausto Fiorentino, Napoli, III edizione, 1981.
F. Salvia - Teresi, Lineamenti di diritto urbanistico, Cedam, Padova, 1980.
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (A)
Prof. Romano Lanini
Premessa teorica e metodologica
Il corso « A» di Pianificazione Territoriale Urbanistica identifica le sue basi teoriche nelle più recenti ipotesi formulate in merito ad alternative ,concettuali alle metodologie della pianificazione urbanistica.
La crisi delle condizioni della stanzialità umana, tanto a scala urbana quanto a quella territoriale, mette in evidenza come i presupposti teorici e gli strumenti operativi, sia a livello analitico sia sintetico e progettuale finalizzati alla trasformazione, uso e/o ri-uso, organizzazione delle strutture stanziali siano aspetti d'una crisi, assai più generale, che investe la pianificazione urbanistica incapace d'operare - con i presupposti teorici e le tecniche operative vigenti - quella sintesi armonica, organica, non solo funzionale, delle spazialità che da ottico-tattili sono giunte oggi ad assumere dimensioni non solo tridimensionali perché arricchita appunto da altri spazi - come quelli dell'economia e/o dell'informatica - che sembrano essere divenuti prevalenti sugli altri.
Il mutare qualitativo e quantitativo del rapporto città-territorio, la crescita dimensionale - non solo in termini geografici e/o demici -di alcuni centri ed il conseguente realizzarsi di nuove gerarchie spaziali commisurate da ruoli non più definibili con i parametri d'un tempo, rendono necessario operare da un lato frammentazioni spaziali e/o amministrative delle grandi concentrazioni demiche, dall'altro, invece, ricomporre strutture stanziali troppo piccole per rispondere così alle necessità di una organizzazione spaziale anche solo funzionale.
In questo quadro vanno esaminate le problematiche connesse all'istituzione dei comprensori, delle Comunità montane, purché le si intenda non come travestimento linguistico della pianificazione urbanistica a scala intercomunale, ma far sì che figurino, invece, qualcosa che di per sè cambia, dal di dentro, sostanza e forma.
Perché questo possa avvenire, è opportuno - tanto nella fase analitica, quanto in quella sintetico-progettuale - pa:ssare da una metodologia urbanistica di tipo deduttivo. (dal generale al particolare) ad una metodologia induttiva con la quale, partendo dal particolare, si risalga via via, con connessioni a catena, alle trasformazioni più generali della realtà urbana e/o territoriale non dimenticando - è una premessa essenziale! - che plurispazialità è in realtà una entità categoriale spazio-temporale.
Per questi motivi il Comprensorio - ed in parte le Comunità montane - rappresentano la dimensione spaziale di riferimento del corso di P.T.U., dimensione che è da intendersi non esclusivamente in modo geografico e/o amministrativo, ma come spazialità, la più idonea, per una pianificazione urbanistica organica, antropologica.
Contenuto del corso
Il contenuto del corso consiste, appunto, nel tentativo di far conoscere: le origini e lo sviluppo della pianificazione ter-
ritoriale urbanistica, i suoi aspetti scientifici e polemici, i concetti e le caratteristiche - teoriche ed operative - della fase analitica di una tale pianificazione, intesa come premessa
al piano (urbanistico), esaminando in questa fase i criteri di delimitazione e determinazione dell'ambito d'analisi, i metodi d'analisi più idonei, significati e modi d'operare previsioni e/o proiezioni per il piano, ed il valore che essi hanno assunto, oggi nella prassi della pianificazione urbanistica.
Una parte delle lezioni sarà dedicata all'approfondimento critico delle metodologie di pianificazione, partendo dalla situazione attuale d'antinomia tra una pianificazione territoriale intesa quale dilatazione scalare delle strutture ottico-tattili ed una pianificazione territoriale che mira a privilegiare gli aspet
ti descrittivi e prescrittivo~normativi delle strutture socio-economiche per proporre - invece - una metodologia di pianificazione in cui, tenendo conto della dinamicità (anche formale) del reale ~ tanlo ottico-tattile quanto logico-astratto -si possa, con la scorta di ipotesi concettuali e tecniche operative diverse, cogliere il senso dell'azione pianificatrice e determinare così un processo che non elimini o impoverisca nessuna delle strutture che compongono il ({ territorio ».
Articolazione del corso
Il corso sarà articolato essenzialmente su due livelli. Il primo, costituito dalle lezioni del docente che inizieranno dopo l'esposizione degli obiettivi e dei contenuti del corso, avrà per oggetto sei gruppi d'argomenti e precisamente: origini ed evoluzione del concetto di pianificazione territoriale
(urbanistica), aspetti scientifici ed aspetti polemici della P.T.U., la sintesi della fase analitica come premessa al piano territoriale urbanistico, le metodologie della pianificazione territoriale urbanistica, aspetti innovativi nel rapporto Stato centrale-Entità territoriali intermedie con riferimenti al ruolo assunto dalla partecipazione e dai nuovi strumenti oggi disponibili per la sua espansione. Un sommario degli argomenti
trattati nei sei gruppi di cui sopra verrà fornito, in ciclostile, agli studenti.
Il corso si propone - sempre per questo primo livello di articolazione - di realizzare, come nel passato, Seminari su alcuni degli argomenti nodali con la partecipazione di altri docenti della Facoltà o di altre Università.
La seconda fase del corso è quella costituita dalla esperienza progettuale ed avrà come oggetto la definizione, determinazione di una Entità territoriale intermedia (Comprensorio e/o Comunità montana) su cui operare analiticamente e sinteticamente per configurare un quadro indicativo delle opzioni a quella scala d'intervento.
La prova d'esame consisterà nella illustrazione e discussione dell'esperienza progettuale ed in una prova orale, individuale, che avrà per oggetto gli argomenti trattati nelle le
. zioni.
L'organizzazione del corso sarà definita dopo la pubblicazione dell'orario ufficiale e sulla base del numero degli studenti che vi si saranno iscritti entro e non oltre il 31 ottobre.
Raccordi e coordinamenti con altri corsi
I raccordi ed il coordinamento con altri corsi sono sempre avvenuti, stimolati soprattutto da caratteri di omogeneità, integrabilità e/o complementarietà culturale ed operativa tra il corso « A» di P.T.U. ed alcuni tra i corsi di Urbanistica attivati in Facoltà con alcuni dei quali, a suo tempo, furono ipotizzate e realizzate forme di coordinamento organico sia a livello di lezioni comuni ai due corsi, sia a livello di parte applicativa mirante cioè a rendere l'esperienza progettuale più ampia, condotta con linee didattiche diverse ma parimenti interessanti e quindi più organica, tenendo anche ben in vista le necessità - diverse - di studenti che in altre Facoltà hanno nei loro piani di studio le discipline urbanistiche.
Pertanto, se saranno verificate e realizzate le condizioni essenziali ed irrinunciabili per una attuazione non mistificata - ma formativa e corretta - della seconda parte del punto precedente (numero sufficiente di docenti collaboratori) sarà possibile proseguire la linea sinora attuata in merito ai raccordi e coordinamenti con altri Corsi.
~1 I
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE URBANISTICA (B)
Prof. Luigi Piemontese
Premessa
Il corso tende ad inserire lo studente nell'ampia problematica con· cernente la pianificazione del territorio ed i suoi rapporti con la programmazione economica e, in particolare, a fornirgli una serie dì strumentazioni tecniche di base, strettamente occorrenti a chi volesse operare in questo campo.
Partendo dalla constatazione che, in assenza di un preciso raPPQrto interdisciplinare fra le scienze sociale, non è possibile una corretta impostazione dei problemi del territorio nè la 'sua pianificazione, si tende, a ricercare, nell'analisi dei sistemi e nella modellistica urbana e regionale, una base metodologica comune, all'interno della quale possono confluire i singoli contributi disciplinari per l'analisi dei problemi territoriali e per la ricerca dei modi e dei mezzi atti a risolverli.
Più in generale quello che si ricerca è la definizione di un approccio interdisciplinare che sia in grado di affrontare i problemi della programmazione economica e della pianificazione territoriale, laddove è ividente che, come non è più possibile, nella elaborazione di un programma di sviluppo economico, ignorare la componente spaziale nei fenomeni che si intendono orientare al raggiungimento di determinati obiettivi, cosÌ non è più possibile supporre, come soluzione dei problemi del territorio, la formulazione di un piano territoriale urbanistico astratto dalla componente processuale e dinamica e determinato {( a priori» in un disegno rigido e atemporale.
Si procederà, pertanto, ad una ridefinizione in chiave sistemica della pianificazione territoriale urbanistica, intesa come sistema aperto che interagisce con l'oggetto del suo lavoro, ovvero il sistema te~ritoriale, al fine di orientarne i fenomeni verso il raggiungimento' di un determinato quadro obiettivo: il piano.
In particolare, il corso si articolerà lungo tre direttrici:
a) l'analisi sistematica e la modellistica,
h) le teorie, e i modelli previsionali e di pianificazione,
c) le tecniche matematiche e di programmazione,
senza disgiungere i contenuti, al fine di utilizzare un metodo globale di insegnamento, per l'acquisizione dei concetti e delle tecniche che si intendono fornire.
Contenuto del corso
Più in dettaglio gli argomenti trattati nel corso sarapno i seguenti:
a.l. Limiti dell'attuale pianificazione, ricerca di un corret· to rapporto interdisciplinare fra le scienze sociali che vi concorrono e di una loro metodologia comune. - a.1.1. Possibilità di impiego del linguaggio matematico nelle scienze sociali. .
a.2. Il concetto di sistema e la teoria dei sistemi. - a.2.l. L'uso dell'analisi dei sistemi per lo studio dei sistemi territoriali e l'organizzazione sistemica della realtà sociale. - a.2.2. Ipotesi di pianificazione sistemica e strutturazione del planning sistemico.
a.3. Il concetto di modello. - a.3.l. Modelli aperti e chiusi, statici e dinamici, descrittivi, previsionali e di pianificazione.
a.3.2. I modelli urbani e regionali.
b.l. Il reddito regionale. - b.l.l. La teoria della base di esportazioni e modello di reddito regionale. - b.l.2. Modello statico e dinamico di reddito interregionale.
b.l. Modelli previsti dalla crescita urbana e regionale. -b.2.l. Modello statico occupazionale desunto dalla teoria della base economica. - b.2.2. Modello Czamanski statico e dinamico per l'analisi e la previsione dello sviluppo economico e della crescita urbana.
b.3. Le relazioni interindustriali e intersettoriali. - b.3.l. Gli schemi marxiani e l'input-output analysis.
b.4. La localizzazione delle attività economiche. - b.4.l. Modelli per la localizzazione ottimale delle attività economiche industriali e di servizio e delle residenze.
b.s. I modelli gravitazionali.
b.6. Il modello Lowry. - b.6.l. Contributi teorici al modello Lowry e i lavori empirici.
b.7. La regione come unità di pianificazione. - b.7.l. La definizione delle funzioni obiettivo. - b.7.2. Le politiche. - b.7.3.
L'uso dei modelli per la sperimentazione degli effetti di politiche alternative nella formazione e trasformazione degli assetti territoriali - l'uso dei modelli nella razionalizzazione e nella ottimizzazione di particolari funzioni territoriali. - b.7 A .. La definizione del piano come quadro obiettivo ed insieme delle politiche atte a conseguirlo - la Pianificazione come processo continuo.
c.1. Tecniche matematiche di programmazione. - c. I. I. Cenni all'algebra degli schemi e blocchi di sistemi. - c.l.l. Cenni di statistica descrittiva - Analisi di regressione e correlazione lineare, parabolica, logaritmica, multipla. - c.1.3. La programmazione lineare: Problemi di rasporto, metodo del complesso. - C.IA. Cenni sull'elaborazione elettronica.
Bibliografia
L. Piemontese, Pianificazione Territoriale - Sistemi e modelli, Napoli, 1977.
L. Piemontese, Un Modello del Sistema Territoriale Napoletano, Napoli, 1979.
R. d'Ambrosia - L. Piemontese, I Modelli nella Scienza Regionale - Un'applicazione al sistema regionale campano, Napoli, 1971.
R. d'Ambrosio - A. Piemontese - L. Piemontese . R. Scarano, Sistemi e modelli nell'analisi territoriale, Bologna, 1974.
L. Piemontese, Prospeltive d'impiego della ricerca operativa nella Pianificazione territoriale inquadrate nell'ambito della divisione del lavoro intelleltuale, Napoli, 1972.
P. H. Derycke, Economia urbana, Bologna, 1972.
H. W. Richardson, Economia regionale, Bologna, 1971.
I. S. Lowry, Modello di una metropoli, Napoli, 1972.
PLASTICA
Prof. Giantristano Papale
Finalità del corso è la preparazione specifica per la realizzazione dei modelli necessari ad una rappresentazione tridimensionale degli studi condotti nei corsi di Composizione e di Disegno e Rilievo.
Gli allievi, riuniti in gruppi di studio, contemporaneamente all'analisi dell'ambiente scelto, analisi condotta con disegni, fotografie e rilievi nei corsi suddetti, e seguono il plastico per avere anche la visione volumetrica spaziale tridimensionale dell'indagine in studio. Possono, altresì, fermare la rappresentazione spaziale ad uno o più elementi dell'ambiente in elaborazione, limitando la configurazione del plastico ed ottenendo, in tal modo, forme interpretati ve che maggiormente evidenziano gli elementi scelti dall'indagine in esame.
Schema operativo: reperimento cartografia quotata e stralcio del tessuto viario della zona scelta; montaggio del tessuto viario nella posizione altimetrica; studi, rilievi ed elaborazione volumetrica delle insule residuate dallo stralcio del tessuto viario; intervento con studi volumetrici sui monumenti.
Si è ritenuto di porre l'accento sui criteri formativi del passaggio in sede di modello didattico, dalle esperienze pianari a quelle spaziali.
In questa sperimentazione confluiranno tutte le esperienze di lettura.
PONTI E GRANDI STRUTTURE
Prof. Antonio Noto
La diffusione degli elaboratori elettronici, e la conseguente possibilità di un sistematico ricorso all'algebra lineare, for-
niscono a tutt'oggi la più semplice ed efficace risposta alle intrinseche difficoltà dell'analisi. I processi di discretizzazione, difatti, si sono in tempi recenti largamente affermati, ed attualmente rappresentano, soprattutto nella fascia delle concrete applicazioni, un utilissimo strumento nello studio di svariati organismi strutturali.
Collocandosi in naturale pOSIZione di complementarità nell'iter disciplinare dell'Istituto di Costruzione, laddove sono acquisiti i fondamenti allo studio del comportamento statico delle strutture e si è completata, o è in atto, la familiarizzazione con più comuni modelli analitici di elementi strutturali, il corso propone per quanto detto il completamento dell'iter mediante un programma di applicazioni, ai modelli mono- e bidimensionali, delle tecniche di analisi automatica che si fondano sull'algebra matriciale e sul metodo degli elementi finiti.
AI corso si affiancano esercitazioni pratiche sull'elaboratore, e lo studio dettagliato di qualche organismo strutturale eventualmente collegato con l'esperienza progettuale degli allievi, ed al quale siano applicabili i modelli teorici analizzati.
PROGETTAZIONE PER L'INDUSTRIA
(Design)
Prof. Roberto Mango
Nella accezione più generale la Progettazione per !'Industria/Design si pone come attività progettante connessa ad una particolare modalità di produzione, quella industriale appunto, di cui è chiamata a regolare i processi di trasformazione della materia e di produzione di artefatti che in maniera sempre plU determinante concorrono all'artefazione dell'ambiente, alla conformazione dell'habitat.
La Progettazione per !'Industria trova i fondamenti delle sue connotazioni qualificative sul piano culturale e metodo-
logico proprio in rapporto ai vincoli relativi ai procedimenti produttivi che impongono, in primo luogo, la cura di ricercare nella dinamica progettuale il massimo grado di integrazione e coerenza tra il momento strategico della « costruibilità» (o della inventio) quello prevalentemente tattico-operativo della « costruttività» (o del farsi). Ciò vale ad introdurre nel processo progettuale un elevato interesse alla sperimentazione e alla speculazione circa l'uso più ({ economico» ed appropria~ to dei materiali e delle tecniche di produzione.
In senso più generale tutto ciò significa operare progettualmente nella consapevolezza di un impiego utile delle risorse all'interno di un rapporto creativo tecnologia/linguaggio da arricchire con l'avanzamento della ricerca scientifica ed applicata e da animare in rapporto ai fenomeni culturali più autentici.
Le considerazioni svolte in premessa non consentono di privilegiare un indirizzo tematico rispetto ad altri.
Ciò non toglie tuttavia che in termini di « offerta didattica» e ai fini di una praticabile accessibilità si possono individuare delle « aree-problema» caratterizzate da specifici contenuti di ricerca e di applicazione didattica. Queste «areeproblema» sono:
1. Cultura materiale e produzione: -- I fondamenti culturali del Design. - L'Archeologia industriale e lineamenti di una filosofia del Design.
2. Tecnologie e linguaggi dell'habitat: - L'« Architectural design» e l'oggetto edilizio - L'Architettura industrializzata.
3. L'« intorno ambientale »/Spazi di vita, di lavoro e sistemi di attrezzature: - L'{( intorno}) privato - L'({ intorno» pubblico e comunitario.
4. Euristica del Design: - Modelli teorici e procedure metodologiche sperimentali.
Le indicazioni bibliografiche saranno fornite durante lo svolgimento del corso.
,
SCENOGRAFIA
(Progettazione dell'Ambiente)
Prof. Almerico de Angelis
I. Premessa
Il corso, che ha un carattere dichiaratamente sperimentale, si pone come obiettivo quello di individuare una metodologia nella progettazione dell'Ambiente.
Il punto di partenza non può essere che l'analisi dei processi formativi (fisici e mentali) dell'immagine ambientale nelle sue dimensioni culturali, storiche, operative.
Si analizza l'esistente per arrivare attraverso un confronto con la domanda d'ambiente alle ipotesi alternative possibili.
L'urgenza d'ambiente, come altre volte viene chiamata, nasce da una duplice motivazione. La prima: la consapevolezza dell'influenza - sempre più pressante - che l'ambiente artefatto determina nella vita associata; la seconda, l'accresciuto e progressivo degrado dell'ambiente stesso a causa della pressione demografica (il grande numero), della crescita industriale, del bisogno energetico.
Di qui l'urgenza di invertire il processo in atto di progressiva perdita di valori, intervenendo con una ipotesi di ridisegno.
Le teorie legate alla progettazione dell'ambiente più che fondare una nuova disciplina, rappresentano un modo nuovo con cui affrontare il primo problema che l'uomo si è posto dal giorno della sua presenza sulla Terra: quello dell'organizzazione e della significazione dello spazio fisico da lui occupato. Preoccupandosi non tanto di elaborare nuove forme, nuovi stili, nuovi simboli, quanto una metodologia di progettazione che tenesse conto dei bisogni, dei modelli percettivi e di quelli d'uso; ma più di ogni altra cosa, tenesse conto che l'uomo non si aspetta affatto di ricavare dal suo intorno co-
struito le regole per il proprio comportamento, ma al contrario richiede un ambiente che sia disponibile al suo bisogno del momento, su cui egli possa proiettare i suoi stati d'animo. le sue emozioni, i suoi desideri.
2. Articolazione del corso
Il corso si articola in tre momenti: uno teorico in cui verranno trattati gli argomenti indispensabili per un'introduzione alla progettazione ambientale. In questa fase verranno definiti i concetti di luogo, quello di segno; si illustreranno le ricerche compiute sulla percezione e sul comportamento.
A questa fase del corso che serve da presupposto teorico per fornire tutti quegli elementi necessari per il passaggio alle fasi successive - e al cui svolgimento pertanto la frequenza è obbligatoria - seguiranno le altre due fasi: una analitico-progettuale, l'altra di natura decisamente sperimentale.
Campo d'interesse operativo: l'Ambiente urbano.
L'ultima fase, a cui prenderà parte l'intero corso, in modo collegiale, e posta a verifica delle ricerche effettuate, e prevede la progettazione e la realizzazione di una struttura da inserire nell'« esistente urbano ».
Bibliografia essenziale
AA.VV. Strutture ambientali, Rimini, 1969.
S. Bagnara, R. Misiti, (a cura di) Psicologia Ambientale, Bologna, Il Mulino, 1978.
R. Banham, Ambiente e tecnica nell'architettura moderna, Bari, Laterza, 1978.
R. Dalisi, Architettura d'animazione, Roma, Carucci, 1975.
A. De Angelis, Scenografia - Il disegno dell'Ambiente, Napoli, Fratelli Fiorentino, 1981. .
l
R. De Fusco, Architettura come Mass-Medium, Bari, Dedalo, 1967.
T. Maldonado, La speranza progettuale, Torino, Einaudi, 1970.
A. Masullo, L'Immaginario abitabile, in «Che» n. 7, Napoli, 1980.
M. Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, Milano, I! Saggiatore, 1965.
A. Monroy, P. Nicolirl, Microambiente, Milano, Longanesi, 1972.
C. Norberg-Schulz, Genius Loci, Milano, Electa, 1979.
R. Venturi, Complessità e contraddizioni nell'Architettura, Bari, Dedalo, 1981.
STORIA DELL'URBANISTICA
Prof. Mario Coletta
I! corso di Storia dell'Urbanistica si articola in tre cicli di lezioni integrati da una fase sperimentale applicata al territorio del nostro Mezzogiorno peninsulare.
I! primo ciclo definisce il carattere, la problematica ed i limiti del contesto disciplinare.
I! secondo ciclo analizza la processualità insediativa dalla protostoria ad oggi attraverso gli episodi che più significativamente esprimono l'evoluzione della cultura urbanistica.
I! terzo ciclo analizza i metodi di lettura storica ed attuale del territorio urbanizzato e non.
La fase sperimentale consiste nella lettura storico-urbanistica di un ambito territoriale (dalla scala del quartiere a quella del comprensorio), a scelta dell'allievo, utilizzando i metodi di rilevamento, classificazione e scheda tura illustrati
nelle esercitazioni teoriche che si svilupperanno parallelamente ai cicli di lezione.
Bibliografia
M. Coletta, Il Comprensorio storico urbanistico, metodologia ed esemplificazione, Padova, 1980.
M. Coletta, Campania, territorio e politica di piano,Napoli, 1979.
M. Coletta, Il territorio storico dell'urbanistica, Napoli, 1977.
A. Rigillo, Contributo alla metodologia della Storia dell'Urbanistica, Napoli, 1971.
F. Brunetti, Profilo storico dell'Urbanistica, Padova, 1978.
M. Coletta, Articoli sulle problematiche dei centri storici minori, pubblicati nella rivista «Proposta ».
TIPOLOGIA STRUTTURALE
Prof. Claudio Libero Murolo
La Tipologia Strutturale affronta lo studio delle forme spaziali in architettura in rapporto ai relativi comportamenti statici e trova, pertanto, il suo campo di ricerca nell'analisi intuitiva del legame che esiste tra le varie forme spaziali ed i regimi tensionali che in esse si generano quando soggette alle sollecitazioni d'esercizio.
L'analisi non va condotta con l'impiego dei metodi della scienza e della tecnica delle costruzioni ma a livello intuitivo c va rivolta alla definizione di una tipologia essenziale delle ({ forme semplici» generatrici di ({ sistemi complessi» e alla attenta considerazione dell'impiego dei materiali disponibili in relazione alle caratteristiche intrinseche di resistenza di
,
questi ed al regime tensionale proprio di quelle forme e sistemi.
Costituiranno argomenti specifici del corso:
La tipologia delle fondazioni
L'analisi dei carichi
La morfologia degli elementi strutturali nell'antichità
L'evoluzione della struttura portante dalla rivoluzione industriale.
Bibliografia
James E. Gordon, Strutture, Est Mondadori, Milano, 1979.
Giancarlo Cataldi, Sistemi statici i/1 Architettura, Cedam, Padova, 1979.
Mario Salvatori - Robert Heller, Le strullure i/1 Architettura, Etas Compass, Milano, 1974.
Claudio L. Murolo, Fondazioni, Glaux, Napoli, 1976.
G. Pizzetti - A. M. Zorgno, Principi stalici e forme slrulltlrali, U.T.E.T., 1980.
UNIFICAZIONE EDILIZIA E PREFABBRICAZIONE
Prof. Claudio Libero Murolo
Produzione architetton;'!a per componenti
Limitatamente alla sola vasta tematica della prefabbricazione a ciclo aperto, il corso orienterà la propria attività prio-
ritariamente all'analisi dei problemi a questa connessi, centrando il valore sull'analisi dei due termini del rapporto vincoli-libertà espressiva e cioè ponendo da una parte i componenti con le loro caratteristiche strutturali, e dall'altra la libertà compositiva, condizionata dalle possibilità combinatorie atte a determinare una serie di situazioni funzionali.
Saranno pure esaminati tutti quegli strumenti logici e strategie (normazione e coordinazione modulare, unificazione, industrializzazione del cantiere) che costituiscono elementi fondamentali ed indispensabili del processo costruttivo industrializzato.
Coscienti altresì, che il momento attuale vede il manifestarsi, proprio in seno a quei paesi che furono all'avanguardia della industrializzazione edilizia, di ripensamenti e perplessità nei confronti di quelle « tecniche più efficaci ed avanzate ", tali da far riflettere qualche illustre esponente della cultura architettonica su un auspicabile ritorno a tecniche artigianali, che suona quasi un esasperato invito alla {( retroguardia» tecnologica; e convinti che, in effetti, sia comunque da rifiutare l'eccessivo fervore dei «mistici della industrializzazione »; nel corso sarà privilegiata l'analisi di quei procedimenti costruttivi industrializzati che si collocano, quantitativamente e qualitativamente, in posizione mediana tra i due estremismi.
Argomenti del corso
l) Attività didattica
« Il processo del costruire e l'evoluzione tecnologica nella opera di Angelo Mangiarotti ».
Analisi dell'opera sul piano metodologico e dei contenuti.
La progettazione « per componenti)} e la « progettazione del componente» nella scala dell'architettura.
Il confronto tra le opere « irripetibili » e quelle « aperte ». (L'edificio a pianta « aperta »).
41
2) Attività di ricerca
Si propone l'argomento: «il nodo nelle strutture prefabbricate tridimensionali».
Le indicazioni bibliografiche saranno fornite agli allievi durante lo svolgimento del corso. INDICE
Composizione del Consiglio di Facoltà
Premessa
Titoli di Ammissione Meccanizzazione dei Servizi ammini'strativi Moduli meccanografici Elenco degli insegnamenti attivati nell'anno accademico
1981-1982 Codificazione degli insegnamenti Lezioni e frequenza Piani di Studi della Facoltà Concetti generali sui piani di studio individuali Piano di Studio consigliato dalla Facoltà Delimitazioni delle sessioni di esami Norme generali e per l'esame di Laurea Biblioteca Scuola di perfezionamento in Restauro dei Monumenti
PROGRAMMI
INSEGNAMENTI FONDAMENTALI
Analisi matematica e Geometria analitica I (A, B, C, D, E) Analisi matematica e Geometria analitica II (A, B, C, D) Arredamento (A) Arredamento (B) Composizione architettonica I (A) Composizione architettonica I (B) Composizione architettonica I (C) Composizione architettonica I (D) Composizione architettonica I (E) Composizione architettonica II (A) Composizione architettonica II (B)
Pago
5
9
lO 11 11
12 15 16 17 18 21 23 24 26 27
31 33 33 36 36 38 38 41 42 45 46
Composizione architettonica II (C) Composizione architettonica II (D) Composizione architettonica III (A) Composizione architettanica III (B)" Composizione architettonica III (C), Composizione architettonica III (D) , Composizione architettonica IV (A) Composizione architettonica IV (B) Composizione architettonica IV (C) Composizione architettonica IV (D) Composizione architettonica V (A) Composizione architettonica V (B) Composizione architettonica V (C) Composizione architettonica V (D) Disegno e Rilievo (A) Disegno e Rilievo (B) Disegno e Rilievo (C) Di'segno e Rilievo (D) Disegno e Rilievo (E) Estimo ed esercizio professionale (A) Estimo ed esercizio professionale (B) Fisica (A) Fisica (B) Fisica tecnica ed impianti Geometria descrittiva (A) Geometria descrittiva (B) Geometria descrittiva (C) Geometria descrittiva (D) Igiene edilizia (A) Igiene edilizia (B) Restauro dei monumenti (A) Restauro dei monumenti (B) Scienza delle costruzioni (A) Scienza delle costruzioni (B) Scienza delle costruzioni (C) Statica (A) (B) Statica (C) Statica (D) Storia dell'Architettura I (A) Storia dell'Architettura I (B) Storia dell'Architettura I (C) Storia dell'Architettura I (D) Storia dell'Architettura I (E) Storia dell'Architettura II (A) Storia dell'Architettura n (B) Storia dell' Architettura II (C)
Pago
47 48 49 49 50 53 53 58 Sg 61 62 66 69 70 71 74 77 78 82 83 83 85 85 85 86 87 89 90 91 92 93 99
104 105 106 106 107 107 108 109 110 112 114 116 117 117
r i
I I l :4 !.
I j ii
~. I
Storia dell'Architettura II (D) Tecnica delle costruzioni (A) Tecnica delle costruzioni (B) Tecnologia dell'Architettura I·n (A) (B) (C) Urbanistica I (A) Urbanistica I (B) Urbanistica I (C) Urbanistica II (A) Urbanistica II (B) Urbanistica n (C)
INSEGNAMENTI COMPLEMENTARI
Allestimento e Museografia Analisi dei sistemi urbani Arte dei giardini Caratteri stilistici e costruttivi dei Monumenti Complementi di Matematica Consolidamento e adattamento degli edifici Decorazione Illuminazione ed Acustica nell'Edilizia Indirizzi dell'Architettura moderna Letteratura artistica Lingua inglese Materiali da costruzione speciali Materie giuridiche Pianificazione territoriale urbanistica (A) Pianificazione territoriale urbanistica (B) Plastica Ponti e grandi strutture Progettazione per l'industria Scenografia Storia dell'Urbanistica Tipologia strutturale Unificazione e prefabbricazione
Pago
118 119 122 123 132 136 139 141 144 144
149 151 153 157 161 16~.
164 168 171 171 173 174 175 176 180 183 183 184 186 188 189 190
Top Related