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Il presente manuale è pubblicato su iniziativadell’Ente Bilaterale Nazionale Porti.
Si ringrazia per la collaborazione Stefano Bianco, Security e Safety Managerdell’Autorità Portuale di Piombino
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della SICUREZZAnelle OPERAZIONI
PORTUALIInformazione dei lavoratori ai sensi degli artt. 36 e 37
del D.Lgs. n. 81/2008e del D.Lgs. n. 272/1999
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INDI
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• Introduzione ......................................................5Il Lavoro Portuale............................................5I Lavoratori Portuali.........................................6
• Sicurezza in porto e norme ....................................6
• Il Documento di Sicurezza Aziendale di un Impresa Portuale - Peculiarità e contenuti......8
• Le operazioni Portuali .........................................9
• La nave ...........................................................10L’accesso alla nave.......................................10L’utilizzo di scale non in dotazione alla nave per l'accesso alle stive ....................11L’accesso e il lavoro in stiva...........................11I boccaporti .................................................13
• Le attrezzature più comuni.................................13Apparecchi di sollevamento di bordo .............13I carrelli elevatori .........................................14Le benne .....................................................16Dispositivi di sollevamento parti integranti del carico ..............................16
• Le Merci ..........................................................17Le merci in colli e in contenitori......................17Le merci alla rinfusa......................................19
• Le Merci Pericolose ...........................................20La movimentazione.......................................20Il deposito ...................................................20Le schede di emergenza................................20
• Le operazioni su navi Ro-Ro...............................21
• Le operazioni su navi Lo-Lo................................22
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• Lo stoccaggio e il deposito delle merci ..................23
• La movimentazione manuale dei carichi................25Il sollevamento dei carichi ...............................25Il sollevamento e il trasporto dei sacchi ............26Lo spostamento dei carichi ..............................27Lo spostamento dei mobili o casse ...................28La sistemazione dei carichi su piani alti............28
• Emergenze ........................................................29Antincendio...................................................29Primo Soccorso in porto..................................30Cadute in mare..............................................32
• La Saggezza è Sicurezza ...10 pillole di “saggezza” che ci consentono di tornare nello spogliatoio a fine turno … tutti insieme ............................33
• Comunicazioni verbali e segnali gestuali ................35
• Cartelli di prescrizione ...........................................39
• Cartelli di divieto ...................................................40
• Cartelli per attrezzature antincendio.......................41
• Cartelli di avvertimento .........................................42
• Simboli e indicazioni di pericolo.............................43
• Cartelli di salvataggio............................................44
• Etichette di pericolo................................................45
• Glossario...............................................................48
L’informazione di base per i lavoratori
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INTRODUZIONE
IL LAVORO PORTUALEL’industria dei porti è tra le più
antiche attività produttive della sto-ria. Da sempre ha avuto un’evolu-zione continua, anche se la verasvolta si è registrata alla fine deglianni ’60, con le prime navi a cari-co ro-ro e l’avvento dei contenitori.Da allora ad oggi si è assistito adun continuo progresso tecnologi-co. Tuttavia, a fronte di nuove solu-zioni tecnologiche che hannonotevolmente migliorato la sicurezza dei lavo-ratori portuali è la produttività del sistemaportuale, le innovazioni hanno però com-portato la nascita di nuovi pericoli fino adallora sconosciuti. Va considerato che illavoro nei porti presenta rischi specificiche hanno motivato l’adozione di una nor-mativa peculiare, cioè il D.Lgs. n. 272/99,il quale integra norme generali sulla temati-ca della sicurezza ed igiene del lavoro,prima contenute nel D.Lgs. n. 626/94 edora nel D.Lgs. n. 81/2008. È necessariapertanto, anche con scopi di prevenzio-ne, una costante attività di informativae formativa degli addetti ai vari livellida parte dei rispettivi datori di lavorodelle imprese portuali”.
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I LAVORATORI PORTUALINonostante le innovazioni tecnologiche degli
ultimi 50 anni abbiano notevolmente modificatola connotazione del lavoro portuale a vantaggiodella sicurezza dei lavoratori portuali, questi
sono ancora considerati una categoria espo-sta ad un alto tasso di infortuni per le pecu-liarità proprie del lavoro che svolgono.Ciò comporta, soprattutto con l’introduzione
del lavoro temporaneo, la necessità che il lavo-ratore portuale sia sempre informato sui rischidella propria attività e tragga il massimo pro-fitto dalla formazione che riceve.
Ogni lavoratore portuale è parte attiva diun processo lavorativo complesso e deve essere
cosciente che un comportamento improprio, rispetto alleprocedure standardizzate, può essere una concretafonte di pericoli per altri lavoratori portuali o membridell’equipaggio di una nave.
SICUREZZA IN PORTO E NORME
Da sempre la particolarità dell’ambiente portualeha portato il legislatore a disciplinare l’attività dei
porti con norme e leggi speciali. Infatti, se per altreattività produttive la sicurezza è stata regolata, dap-prima con Decreto Legislativo n. 626/94, oggicon un testo unico che è il Decreto Legislativo n.81/2008, “Attuazione dell’art. 1 della L. 3 agosto
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2007, n. 123, in materia di tutela della salute edella sicurezza nei luoghi di lavoro”, per i portiil Legislatore ha ritenuto necessaria la formula-zione di una normativa specifica che è ilDecreto Legislativo n. 272/99, “Adeguamentodella normativa sulla sicurezza e salute deilavoratori nell’espletamento di operazioni e ser-vizi portuali, nonché di operazioni di manuten-zione, riparazione e trasformazione delle naviin ambito portuale, a norma della L. 31 dicem-bre 1998, n. 485”.
Anche dal punto di vista della vigilanza sullasicurezza degli ambienti di lavoro connessi alle attivitàportuali, il Legislatore, in occasione della formulazionedella Legge n. 84/94, “Riordino della legislazione inmateria portuale”, ha individuato nell’Autorità Portaleun ulteriore soggetto con competenze di vigilanza e con-trollo. L’articolo 24, comma 2/bis della Legge recita:“ferme restando le attribuzioni delle unità sanitarie loca-li competenti per territorio, nonché le competenze degliuffici periferici di sanità marittima del Ministero dellaSanità, spettano alle Autorità Portuali i poteri di vigilan-za e controllo in ordine all’osservanza delle disposi-zioni in materia di sicurezza ed igiene del lavoroed i connessi poteri di polizia amministrativa”.
Oltre alle norme di carattere nazionale, spes-so, nell’ambito dei singoli porti, vengono detta-te norme di carattere locale tramite Ordinanzevolte a disciplinare e regolamentare situazionidello specifico porto, nonché specifiche disposi-zioni e prescrizioni che generalmente vengonoimposte alle imprese portuali negli atti autorizzati-vi per lo svolgimento dell’attività di impresa.
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IL DOCUMENTO DI SICUREZZA AZIENDALE DI UN IMPRESA PORTUALEPECULIARITÀ E CONTENUTI
Ogni datore di lavoro elabora un documento di sicu-rezza nel quale sono analizzati e valutati tutti i rischi perla sicurezza dei lavoratori. Considerata la peculiaritàdelle operazioni portuali, il documento di sicurezzaredatto dall’impresa portuale deve essere integrato daun’accurata descrizione delle operazioni portuali chel’impresa è autorizzata a svolgere; deve individuareogni fase o ciclo di lavoro, in relazione alla tipologiadella nave, della merce e dei materiali movimentati,nonché dall’attrezzatura portuale utilizzata; deve ripor-
tare il numero medio dei lavoratori ed indicarne larispettiva mansione per ogni ciclo dell’operazione
portuale, anche in relazione all’ambiente dilavoro, ovvero la tipologia di nave; deve
riportare la descrizione dei mezzi e delleattrezzature utilizzate dall’impresa per
le operazioni portuali svolte; il docu-mento di sicurezza riporta le misuredi prevenzione e protezione da
adottare, nonché i dispositivi di prote-zione individuale che i lavoratori devono uti-
lizzare in relazione ai rischi derivanti dalle operazioniportuali specifiche; nei terminal l’impresa individuaanche le misure adottate per la circolazione dei mezziall’interno del terminal.
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Docum
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di sicurezza
Documento di sicurezza
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Il documento di sicurezza è custodito presso l’impre-sa portuale e ogni lavoratore portuale dipendente del-l’impresa può consultarlo presso il proprio RLS.
LE OPERAZIONIPORTUALI
Le operazioni portuali sonol’imbarco, lo sbarco, lo stivag-gio, il trasbordo e la movimen-tazione in genere delle merci edi ogni altro materiale in ambi-to portuale.
Esistono delle operazionicomplementari e/o accessorie alle operazioni portualiin genere, tra queste sono annoverate il fardaggio, lasmarcatura, il rizzaggio ecc.
Lo stivaggio è la fase di sistemazione e assicurazionedelle merci a bordo di una nave, in maniera che il tra-sporto in navigazione avvenga in sicurezza. È un’ope-razione delicata da svolgersi con assoluta accuratezza,al fine di garantire l’integrità della merce e della nave.
Il fardaggio rientra tra quelle operazione effettuatedurante lo stivaggio, al fine di protegge-re il carico da eventuali agentiinquinanti, impedendo il contattocon le paratie e la pavimentazio-ne della stiva, riempiendo anchegli spazi vuoti che si vengono acreare per evitare fortuiti movi-menti del carico durante la navi-
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gazione. Normalmente, per losvolgimento di questo tipo di ope-razione vengono utilizzati listelli dilegno, tavole, teloni o altri mate-riali
Il rizzaggio è l’operazione neces-saria per evitare lo spostamentodelle merci dovuto agli effetti dei rol-lii e dei beccheggi della nave, inparticolar modo in caso di condi-zioni meteomarine avverse. Tale
operazione viene svolta anche per i carichi imbarcati sunavi ro-ro. Per il rizzaggio vengono di solito utilizzati cate-ne, cavi di acciaio, zeppe di legno, nastro adesivo, reg-gette, schiavi di varie dimensioni, chiodi ecc…
LA NAVE
L’ACCESSO ALLA NAVEL’accesso a bordo della nave
con mezzi non in dotazione allanave stessa, deve avvenire dascale o rampe aventi una larghez-za minima non inferiore a 55 cm emunite di corrimano ai lati o dibarriere di protezione laterali dialtezza netta non inferiore a 80cm, munite di listelli antisdrucciolo.L’acceso deve essere adeguata-mente illuminato e deve esseremunito di rete di protezione da
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posizionarsi in corrispondenza del punto terminale deimezzi al di sotto degli stessi.
L’UTILIZZO DI SCALE NON IN DOTAZIONE ALLA NAVE PER L’ACCESSO ALLE STIVE
Per accedere alle stive di una nave il cui fondo è situa-to a più di 1,50 metri dal livello della coperta, e inassenza di scale di accesso alle stive in corrispon-denza delle paratie terminali, vanno utilizzatesolo scale che abbiano un appoggio sicuroper i piedi e la cui profondità, aumentatadello spazio retrostante alla scala, sia dialmeno 11,5 cm, per una larghezza dialmeno 25 cm, e per le mani un appoggioadeguato.
Posizionare le scale sempre in modo danon ostruire il boccaporto e fissarle ai bat-tenti o alle mastre. Usare solo scale munitedi ganci di trattenuta ed ancorare questi adelementi fissi.
Non usare mai scale di corda di formamarinaresca del tipo biscaggine (figura adestra).
L’ACCESSO E IL LAVORO IN STIVAAccedere alle stive solo se in corrispondenza dei bat-
tenti o mastre dei boccaporti dei corridoi, ci sia una lar-ghezza di almeno 80 cm. Se una nave risulta carica dimerci in coperta, attraversare la coperta solo dai pas-saggi sicuri individuati e indicati.
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biscaggina in corda
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Prima di entrare in stiva, o in qualunque altro localechiuso della nave, accertarsi che sia stata verificata l’e-sistenza di una sufficiente aerazione, che sia stata ese-guita una adeguata ventilazione per quei locali o stiveche contengono merci e sostanze che possono esserepotenziali fonti di esalazioni tossiche e nocive per lasalute del lavoratore.
Il lavoratore che per primo accede alle stive o ai loca-li chiusi deve essere munito di cintura di sicurezza concorde di adeguata lunghezza e sorvegliato dall’esterno
dell’apertura di accessoin modo da poter esseretratto fuori tempestiva-mente in caso di emer-genza.
In stiva il lavoro deveessere svolto da unasquadra alla volta, trannein casi di operazioni por-tuali svolte in sezioni nonadiacenti situate in modotale che la distanza fra iganci dei rispettivi mezzidi sollevamento non siainferiore a 6 metri.
In ogni caso non cideve essere possibilità dicontatto tra sistemi di sol-levamento diversi.
Comunque, il numeromassimo delle squadrenon deve essere superio-re a due.
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BOCCAPORTI Nel corso delle fasi di chiusura e
apertura dei boccaporti e di mano-vra di dispositivi di chiusura, aziona-ti da forza motrice, come porte amurata, rampe, ponti garage mobili,le operazioni sono segnalate dadispositivi di segnalazione luminosie/o sonori. Al ricevimento del segna-le, il lavoratore si deve allontanaretempestivamente raggiungendo unaposizione di sicurezza.
LE ATTREZZATURE PIÙ COMUNI
APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO DI BORDO Quando vengono utilizzati gli apparecchi di solleva-
mento di bordo, il carico deve essere sollevato solodopo essere stato imbracato o fissato in modo sicuroall’apparecchio di sollevamento.
Anche per gli apparecchi di bordo non va maisuperata in alcun caso la portata massima indicataper l’apparecchio stesso.
Prima di utilizzare un apparecchio di sollevamen-to della nave accertarsi sempre della portata massi-ma e chiedere conferma del perfetto funzionamento.
Se un apparecchio di bordo sia omologato per più diuna portata massima di utilizzo, il manovratore deve
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verificare sempre l’efficienza dei dispositivi che permet-tono di determinare la portata massima nelle diversecondizioni di utilizzo.
I CARRELLI ELEVATORIQuando si utilizza un carrello deve esse-
re azionato il lampeggiante di movimentoe, su strade e piazzali portuali, non supe-
rare la velocità limitedi 25 km/h.
Se presente, teneresempre allacciata la
cintura di sicurezza.Se il carrello deve transitare in luoghi
stretti e bassi, tenere sempre presente lasagoma di ciò che si trasporta. Se il cari-co non ci consente una buona visibilità
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anteriore, il mezzo deveessere guidato all’indie-tro, o in alternativa farsiassistere da altri lavorato-ri.
Fare un corretto eappropriato uso dell’avvi-satore acustico, esempio:all’incrocio di pedoni;negli attraversamenti divarchi o porte; in prossi-mità di altri veicoli par-cheggiati.
Il carrello deve circola-re solo su percorsi o inaree preventivamentevalutate ed approvate.
Evitare brusche frenate (salvo casidi necessità) o ripartenze.
Quando si parcheggia il car-rello, ricordarsi di abbassaresempre le forche e di azionare ilfreno a mano. Non lasciaremai la chiave inserita ad uncarrello incustodito.
Non usare mai il carrelloper il traino o lo spingimentodi altro veicolo, salvo neicasi in cui si utilizzino ausiliappositamente progettati.
Elevare carichi in manierabilanciata e con entrambe le forche, nonsuperando mai il carico massimo ammissibile.
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LE BENNEL’utilizzo della benna non deve
essere eseguito in alcun modoattuando il cosiddetto “lan-cio della benna”.
Nella discarica, labenna deve esserescaricata solo quandoquesta è interamentenell’invaso delle tramog-ge.
DISPOSITIVI DI SOLLEVAMENTO PARTI INTEGRANTI DEL CARICO
I dispositivi di sollevamento consideratiparte integrante del carico e non accesso-ri devono essere in buono stato di effi-cienza e compatibili per l’uso in cui ven-gono impiegati. I più noti sono i conteni-tori flessibili intermedi (conosciuti anchecome big bag), i bancali, i blocchi d’an-golo e golfari.
I cosiddetti big bag, devonoessere sollevati sempre esoltanto verticalmente.
I bancali in legno devonoavere uno spessore di alme-
no 3,5 cm. Gli stessi devono esse-re assemblati in maniera tale da con-
sentirne l’inserimento delle forche dei mezzidi sollevamento.
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big bag
bancalein legno
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