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Premio 6Donna

La realtà dei senzatettoNonno Libero scuote la città

L’eredità di Valeria Nasce la menzione Solesin

focus

Rivoluzione tessileConsigli per rinnovare casa

ambienti

IOLE NATALICCHIOLa nuova frontiera della genetica dei tumori

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Personaggio4 Iole Natalicchio:

La nuova frontiera della genetica dei tumori

Speciale “Premio 6Donna”5 L’edizione 2016 ricorda Valeria Solesin

Istituita una menzione speciale a lei dedicata

Focus6 La realtà (ignorata) dei senzatetto• Fratelli della Stazione

Storie di ordinaria solitudine7 Il dormitorio sempre pieno delle donne• Un’altra chance per “Sant’Eligio”

Nell’ex carcere un centro di accoglienza

Politica8 Consulta comunale Pari Opportunità

Intervista alla consigliera Ilaria Mari• Parità di genere in Regione:

La rivincita del Comitato 50/50

Attualità9 Usura bancaria: gli interessi ‘trappola’

Bellezza11 Il lusso ti fa bella

Benessere 12 Med-Food Anticancer Program

La salute passa per la tavola

Sguardi d’arte13 Il fascino della campagna fiesolana

Cucina14 Il grano: patrimonio da salvaguardare

Il significato di un prodotto identitario

Ambienti15 La “rivoluzione” del tessile

Giocare con i tessuti per rinnovare casa

Salute17 Aspettando “Universo Donna”

18 Rubriche

Al femminile20 Sotto la buona stella della Fidapa• Sui Monti Dauni le donne fanno impresa

Sanità in rosa23 Banca Cordonale, un ‘patrimonio’ mondiale

2 febbraio - duemilasedici

editoriale

di Maria Grazia Frisaldi

Il peggiore dei mali del nostrotempo, credo, sia l’assuefazione:all’ingiustizia, al malaffare, allaprevaricazione, alla violenza. Inqualunque settore. Assuefazioneai “bollettini di guerra” che leg-giamo ogni giorni su carta stam-pata e quotidiani online; raccontiche si fanno sempre più ricchi didettagli e particolari raccapric-cianti, quasi a voler scuotere conle parole una selva di lettoriormai abituati a tanta crudeltà.

Il mese di febbraio, in talsenso, è iniziato nel peggiore deimodi: due gravi femminicidi nelgiro di 24 ore e un’aggressionebrutale e disumana ai danni diuna donna incinta, all’ottavomese di gravidanza. L’orrore è fi-glio della violenza di genere aPozzuoli, dove un 40enne -al cul-mine di un litigio - ha dato fuocoalla sua compagna riducendolain fin di vita. A strettissimo giro,altre due notizie si accavallano aquesto strazio: nel Catanese, un37enne ha ucciso la sua compa-gna di 41 anni, madre di tre figli,con la quale aveva frequenti dis-sidi, e una manciata di ore dopo,nel Bresciano, un uomo di 56anni ha accoltellato a morte lamoglie per poi scappare eschiantarsi contro un tir. Un filrouge di sangue che unisce l’in-tero paese: nord, centro, sud eche va in ogni modo reciso, spez-zato.

Il numero di 6Donna di Feb-braio parte da questa considera-zione e prosegue dedicandoparticolare attenzione alla Sanitàin Rosa: sia attraverso il Perso-naggio del Mese - la biologa IoleNatalicchio, “specialista” dei testpredittivi BRCA - che attraversoun approfondimento sull’ospe-dale di San Pio, tra le eccellenzeper la cure delle patologie fem-minili, insignito dei tre ‘bollinirosa’ per il biennio 2016/2017.Nel Focus di questo mese si inda-gherà il mondo sommerso (masempre più affollato) dei senza-tetto, mentre la pagina di Politicaospita una intervista alla giovaneIlaria Mari che traghetterà laConsulta per le Pari Opportunitàal Comune di Foggia. Tutto que-sto insieme alle Rubriche degliEsperti, agli approfondimenti inmateria di Ambienti, Bellezza eBenessere. Insomma, comesempre, abbiamo cercato di con-fezionare per voi un numero riccodi spunti di riflessione, per leg-gere insieme la città e i suoi cam-biamenti.

sommario

Buona lettura.

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3febbraio - duemilasedici

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4 febbraio - duemilasedici

personaggiodi Maria Grazia Frisaldi

Iole Natalicchio: “La nuova frontiera della genetica dei tumori”Come scoprire la mutazione che può renderci più esposti al cancro della mammella e/o dell’ovaio

“Specialista” dei test genetici predittivi BRCA

Èla “specialista” dei test geneticipredittivi. Nel 2015, nei labo-ratori degli Ospedali Riuniti di

Foggia, ne sono stati effettuati 350: tuttisu pazienti con sospetta mutazione BRCA(BReast Related CAncer Antigens). Alladottoressa Iole Natalicchio bastano duesettimane di tempo e un sofisticato testdi laboratorio per individuare la mutazionegenetica che rende un soggetto più espo-sto alla malattia delle malattie - il cancro- rispetto alla popolazione generale. Di-rigente biologo, PhD, esperta nella ge-netica dei tumori, nello studio dei bio-markers predittivi di risposta alle terapieanticancro, Natalicchio lavora nella strut-tura di viale Pinto dal 2007 e - graziealla lungimiranza del direttore del La-boratorio Analisi Central, Raffaele An-tonetti - ha avuto la possibilità di orga-nizzare nell’ambito della Sezione di Ci-togenetica e Biologia molecolare, ilsettore dell’Oncologia molecolare deitumori solidi e Farmacogenomica, chedirige dal 2008.

Dottoressa Natalicchio, cosa sono itest genetici predittivi e quando bisognafare ricorso a questo tipo di indagine?

I test genetici predittivi sono cosaben diversa dai test genetici tradizionali.Più correttamente dobbiamo chiamarlitest di “suscettibilità”: questi test, infatti,non indicano che un individuo si amma-lerà (nel caso del test BRCA che si am-malerà di tumore della mammella e/o

dell’ovaio), ma soltanto che questo sog-getto ha un rischio aumentato di am-malarsi rispetto alla popolazione gene-rale. I test di suscettibilità non vannopraticati come screening di massa, mariservati solo a quelle persone che, perstoria persona-le e familiare,risultano avereun rischio au-mentato. È im-portante che iltest geneticosia effettuatoprima di tuttosu un compo-nente della fa-miglia che ab-bia già svilup-pato la malat-tia (caso indice) e solo se è stata identi-ficata una mutazione predisponente puòessere esteso agli altri membri dellafamiglia.

Qual è la percentuale di attendibilitàdel test? Il loro utilizzo è prevalentementedi tipo diagnostico o preventivo?

La percentuale di attendibilità deltest è alta quando l’esame viene eseguitoda mani esperte in laboratori che adot-tano tecnologie e procedure certificatein accordo agli standard di qualità inter-nazionali. Il test BRCA è prevalentementedi tipo preventivo perché è in grado diidentificare in anticipo i portatori di even-

tuali mutazioni e consente di implemen-tare trattamenti preventivi proprio quandoquesti risultano essere più efficaci.

Nelle donne portatrici della muta-zione BRCA1 e BRCA2, il rischio di svi-luppare il carcinoma è elevato, si parla

di un tasso medio finoal 60%. Non temete ilcosiddetto “effetto Jo-

lie”? Assolutamente no. La strategia checi ha consentito di contenere “l’effettoJolie” è stata la promozione, nell’ambitodi un percorso multifasico e multidisci-plinare, di una scelta informata, autonomae consapevole rispetto sia al test genetico

(quando indicato), sia alle scelte di sor-veglianza e/o prevenzione (sorveglianzaintensificata, farmacoprevenzione, chi-rurgia profilattica).

Tecnicamente, una donna che intendesottoporsi a questo tipo di esame, aFoggia, cosa deve fare? Come deve muo-versi?

È sufficiente che il medico di famiglia

o lo specialista (oncologo, ginecologo,senologo, chirurgo) inviino la donna allaSezione specifica da me diretta del La-boratorio Centrale. La paziente è invitataa fornire informazioni relative alla storiapersonale e familiare rispetto al tumore

della mammella e dell’ovaio attraversola compilazione di un questionario e nelcontempo riceve informazioni relativealla malattia, l’ereditarietà, le possibilitàed i limiti degli strumenti diagnostici eterapeutici attualmente disponibili. Ledonne che presentano caratteristiche“a rischio” potranno effettuare il prelievoprevia firma del consenso informato. Iltest è prescrivibile su ricetta rossa, ècoperto dal SSN ed è gratuito solo se siè esenti dal ticket per patologia o perreddito. Grazie alla disponibilità di duepiattaforme di Next Generation Sequen-cing (NGS) i risultati dei test sono di-sponibili entro 2 settimane.

A suo avviso, le donne sono corret-tamente informate su questi temi e sulleopportunità offerte loro in materia diprevenzione?

Per quello che ho potuto verificare,le donne al momento dell’accesso hannopoche idee e confuse, pertanto vengonoforniti loro gli strumenti affinché possanooperare scelte consapevoli. Nonostantesia stata istituita una Breast Unit edefinito un percorso diagnostico-tera-peutico che garantisce la presa in caricodella donna con tumore al seno e i mi-gliori standard di cura, rimane ancorada strutturare un percorso di sorveglianzastandardizzato per le donne sane ad altorischio eredo-familiare BRCA positivecon una programmazione personalizzatadei controlli per la diagnosi precoce.

Nel laboratorio di Iole Natalicchio: le varie fasi del test

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Ultimi giorni per presentare le candidature. Il 28 febbraio stop alle segnalazioni

Ce lo chiediamo anche noi chisarà la donna dell’anno. E la re-dazione di 6Donna, potete giu-

rarci, non ci dormirà la notte fino allavigilia, sperando di non tradire leaspettative di una città che si è presala briga di chiamare al centralino,scrivere e-mail, contattarci sui socialnetwork per raccontare una bella sto-ria, di quelle tenere. Stiamo collezio-nando segnalazioni che descrivonouna Foggia generosa. Conserviamogelosamente l’identikit di donne chelavorano col sorriso sulle labbra no-nostante i guai e che agli altri dedi-cano il loro tempo. Il 28 febbraio scadeil termine per inviare le candidature alPremio 6Donna. È semplice: bastaspedire un’e-mail all’[email protected], indicando lamotivazione e tutti i dati utili a rintrac-ciare la persona proposta.

Deve essere foggiana, o comun-que vivere da tempo in città e adope-rarsi per il benessere della comunità,contribuire a costruire una città mi-gliore, ma soprattutto non deve rico-prire alcun incarico o ruolo di

prestigio. Cerchiamo unaperfetta sconosciuta, or-dinariamente straordina-ria, speciale. Potrebbeessere la dipendente diun’azienda pubblica oprivata che lavora con de-dizione, passione e abne-gazione - e oggi comeoggi è difficile che levenga riconosciuto unpremio produttività - op-pure un medico, un’infer-miera, che si prende curaamorevolmente dei suoipazienti, o ancora una vo-lontaria impegnata nel sociale. Mar-tedì 8 marzo riceverà il Premio6Donna in una serata evento all’in-terno del Teatro comunale UmbertoGiordano di Foggia.

Abbiamo rischiato grosso. C’èmancato poco che dovessimo spo-stare la cerimonia di premiazione.Avevamo ceduto a malincuore il palco,confortati dall’assessore alla CulturaAnna Paola Giuliani che ha gestitomagistralmente l’incredibile imprevi-

sto dell’annunciato arrivo di Vini-cio Capossela che avrebbe pre-parato il suo tour proprio nelTeatro Giordano, blindato peruna settimana. Proprio quelladella Giornata Internazionaledella Donna. Ma l’artista, a causa di unintervento chirurgico alle corde vocali,ha posticipato l’uscita del suo disco erinviato a data da destinarsi le date deiconcerti. Quella notte è ancora nostra.

Lo spettacolo è assicurato, con lapartecipazione di musiciste, attrici, ar-

tiste, danzatrici cherappresenterannol’arte al femminile intutte le sue forme. Siparte alle ore 20. C’èpiù di una novità nel-l’edizione 2016, a co-minciare dallacollaborazione con lescuole: ci saranno

l’Istituto Superioredi Istruzione Ei-naudi-Grieco,l’Istituto TecnicoEconomico BlaisePascal e l’Accade-mia di Belle Arti diFoggia. Sono statisoprattutto gli stu-denti a chiedere dipartecipare.

La più bella dellesorprese ci ha emozionato, e ha le pa-role di una donna che insieme al ma-rito ha regalato, nel dolore di unamamma e un papà che perdono tragi-camente la propria figlia, una straor-dinaria lezione all’Italia. La famiglia

Solesin ha concesso di intitolare unamenzione speciale del Premio6Donnaalla memoria di Valeria, l’unica vittimaitaliana della furia cieca del terrorismonel teatro Bataclan di Parigi il 13 no-vembre 2015. Tutti gli italiani l’hannovissuto come un lutto privato. È statogià scritto, ed è nel cuore di ciascuno,quanto la giovane studentessa venetasia un esempio, il simbolo di una interagenerazione, e non è alla retorica chevogliamo affidare il suo ricordo, percontribuire a mantenerlo vivo.

La motivazione di questa scelta èstata colta dalla sensibilità di LucianaMilani, la mamma di Valeria, e lesiamo grati, e non c’è altro da aggiun-gere alle sue parole per noi toccanti:“Mi piace molto - ha scritto - l’asso-ciazione di questo riconoscimentoalla normalità. Valeria, al di là del suoimpegno di studiosa, era soprattuttouna normale giovane donna, cheamava divertirsi e curiosa di tutto. Pertutta la sua vita è stata per noi fonteinesauribile di felicità. Speriamo chequesto patrimonio ci sostenga anchenel futuro”.

5febbraio - duemilasedici

Il Premio 6Donna ricorda Valeria Solesin

Sopra: la prima edizione del “Premio 6Donna”A destra: Valeria Solesin

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Dottor Niglio, il caso di Nonno Li-bero ha squarciato il velo sulla realtàdei senza tetto a Foggia…

Diciamo che “Nonno Libero”, nomi-gnolo affettuoso che la città gli ha attri-buito, ne è diventato suo malgradol’emblema. Tutto è iniziato lo scorso 8gennaio, quando Nonno Libero era ri-verso a terra dolorante e al freddo,ormai da 48 ore. Un po’ rifiutava i soc-corsi, un po’ la gente lo guardava conindifferenza e andava oltre. Difficile in-tervenire: dopo tante telefonate e diffi-coltà è stato richiesto un ASO (ovveroun accertamento sanitario obbligatorio,ndr), per portarlo in ospedale. E così èiniziato il suo percorso di rinascita.

Cos’era successo?Aveva subito la frattura di un fe-

more. E’ stato operato e adesso è ospi-tato in una casa di accoglienza dellaCaritas, dove inizia a socializzare e a vi-

vere una vita degna di tale nome: hapasti caldi, viene seguito nel percorsodi riabilitazione e nella cura dell’igienepersonale ed è assistito da tanti volon-tari e da me personalmente. Credo chela curiosità attorno a Nonno Libero - chiera e chi non era - adesso sia finita. Ame, ad esempio, interessa solo che nonfinisca nuovamente per strada.

Un caso che ha avuto il “potere” dirichiamare l’attenzione della città suuna realtà spesso ignorata…

Sì, ma anche un caso che ha fattoconoscere a tutti il grande merito delvolontariato, mostrando il volto piùbello della città. Purtroppo c’è tutto unmondo sommerso che è senza fissa di-mora, che soffre e che la sera dorme instazione perché in questa città il disagioe la crisi economica hanno colpito sem-pre più famiglie. Ci sono povertà cre-scenti, che coinvolgono tanti uomini

foggiani disoccupati o senza casa a se-guito di divorzio, ad esempio.

Qual è stato il nodo della questione,cosa ha complicato i soccorsi?

Sicuramente lui rifiutava gli aiuti.Tanti anni di strada lo hanno portato adavere sempre un atteggiamento di di-fesa, ma non è un violento. Per questo,non potevamo procedere con un TSO, ilTrattamento sanitario obbligatorio, cheè indicato solo per chi è pericoloso persé e per gli altri. Io, però, mi ero inte-stardito perché se non fossimo interve-nuti subito Nonno Libero sarebbecertamente morto quella sera, instrada. Allora abbiamo invocato l’ASO,misura che attiva direttamente il sin-daco come massima autorità sanitariadella città, il quale che dispone una or-dinanza specifica e il soggetto vieneportato in ospedale per le cure neces-sarie.

Attraverso il suo impegno in Cari-tas, lei ha ben chiaro il polso della si-tuazione…

Ogni sera la mensa della Caritasprepara 250 pasti. C’è tutto un mondodi povertà che non riguarda solo extra-comunitari, ma sta coinvolgendo sem-pre più italiani e foggiani. Impossibiledare cifre e numeri: la crisi è galop-pante e ci sono tante persone che vi-vono la povertà lontano da aiuti e servizidi volontariato.

Quali sono i servizi offerti?La città può contare sui servizi of-

ferti da Caritas e dalle associazioni delterritorio. Per quanto attiene alla Cari-tas diocesana vi è una casa di acco-glienza (l’ex Conventino) con servizio didistribuzione indumenti, docce, mensacon colazione e cena e un ambulatoriomedico per l’assistenza sanitaria e ladistribuzione dei farmaci. Poi vi è il dor-

mitorio di prima accoglienza gestitopresso la parrocchia di Sant’Alfonso: sitratta di un progetto finanziato con ilComune di Foggia dove si accolgono 15persone. Ancora, la Caritas ha attivatouno sportello di assistenza legale eorientamento lavoro, oltre che un cen-tro di ascolto.

L’auspicio è una collaborazionesempre più stretta tra associazioni entie istituzioni. Quali sarebbero a suo av-viso le prime misure da adottare, conmaggiore urgenza?

Sicuramente un maggior impegnoa focalizzare le vere necessità socialidella città. Le mie parole hanno intentopropositivo, ovvero invocare una siner-gia maggiore con chi lavora nel sociale,per individuare i problemi reali e strin-genti e promuovere azioni mirate e attea colmare i disagi sociali.

Maria Grazia Frisaldi

Il punto di Francesco Niglio:“C’è tutto un mondo sommerso, di povertà gravi e dilaganti”

6 febbraio - duemilasedici

focus

Fratelli della Stazione, storie di ordinaria solitudineIl presidente Leonardo Ricciuto: “Tra le misure più urgenti da attuare vi è il Centro Diurno”

La realtà (ignorata) dei senzatetto

In piazzale Vittorio Veneto, la pratica dell’ascolto contro la solitudineLA FOTOGRAFIA

Nessuno sa quale sia il suo vero nome. E così i foggiani lo hanno ribat-tezzato “Nonno Libero”. E’ il clochard più famoso della città: tutti lohanno incontrato più e più volte nel suo libero vagabondare, lento esenza meta: attraversava la città in lungo e in largo, interamente rico-perto di buste di plastica. Vi è uno spiccato accento toscano nelle sueparole, pochissime ma forbite. Perché c’è sicuramente una grande cul-tura e un passato importante alle sue spalle; tutti dettagli che hannosolleticato negli anni la curiosità dei foggiani che hanno immaginatosotto quei brandelli di plastica spesso maleodoranti a volte un medico,altre un importante imprenditore vitivinicolo toscano che ha gettato alleortiche la sua vita passata scegliendo la strada. Tante leggende dietro

quell’uomo minuto, che poche settimane fa ha rischiato di morire instrada sotto lo sguardo indifferente di alcuni passanti e ha riacceso -prepotentemente e inconsapevolmente - i riflettori sulla realtà difficiledei senzatetto e sull’importanza e sulla valenza del volontariato; sullamancanza di alcuni servizi essenziali e sulle povertà sempre crescenti.Francesco Niglio (in foto), medico e volontario della Caritas (diretta daDon Francesco Catala no che ha una grande sensibilità verso le proble-matiche legate alla povertà), è stato una delle figure-chiave per il buonesito della vicenda, insieme ai volontari del Fratelli della Stazione. Econ lui abbiamo ripercorso la vicenda, dipanandone i nodi e “fotogra-fando” una realtà sommersa, eppure grave e sempre crescente.

Di “Nonno Libero” loro ne conoscono tanti.E tanti ne vedono ogni sera, in stazione.Il non-luogo per eccellenza. “Il posto in

cui si è di passaggio, tra la folla, ed è facile con-fondersi tra viaggiatori e nascondere la propriapovertà, il proprio sentirsi ‘pezzente’”. Leo-nardo Ricciuto, fondatore dei Fratelli della Sta-zione esaspera i toni; lo fa volutamente, peramore di chiarezza. E dalla vicenda di NonnoLibero basta un attimo per ritrovarsi catapultatialla realtà della stazione ferroviaria di Foggia,megafono di tutto ciò che accade in città. Diffi-cile scattarne una “istantanea”, tanto quella re-altà è complessa e composita. Ricciuto ci prova,proprio a partire da piazzale Vittorio Veneto, contutte le criticità connesse alla difficile convi-venza con i residenti e i commercianti dellazona. “Tutti i problemi lamentati nel quartieresono reali, e sono figli di una mancanze di ser-vizi”, spiega Ricciuto. “In stazione è necessario,e con un urgenza, un centro diurno grazie al

quale dare una risposta di prima accoglienza inmateria di cura e igiene personale. E poi pro-seguire lungo un percorso di reinserimento so-ciale con laboratori e figure professionalidedicate: medici per le risposte a livello sani-tario, psicologi, avvocati. Non è fantascienza:altrove esistono e funzionano bene”.

La povertà localizzata in stazione non saràmai debellata, di questo ne è convinto. “Perchéin stazione ci si mimetizza, perché c’è sempregente e ci si sente meno soli, perché ci sono ibagni pubblici (a Foggia però sono a paga-mento: 0.70 euro)”. Fortuna che c’è il volonta-riato, che funziona bene e va a sopperire allemancanze istituzionali: carenze di servizi, di or-ganizzazione, di fondi, di luoghi. “Abbiamomancanze in tutto - spiega Ricciuto - ma so-prattutto lamentiamo notevoli deficit di acco-glienza: i posti letto sono pochissimi: troppogrande è la richiesta rispetto alle risposte chela città può offrire al momento”. Centro diurno

in stazione e nuovi posti letto in città sono incima all’elenco degli interventi di massima ur-genza stilata dal presidente dei Fratelli dellaStazione. Da anni, con la “famiglia” di volontarie il pretesto di offrire latte caldo e biscotti aisenzatetto della città, Ricciuto ne raccoglie lestorie. Chiacchiere che diventano confessioni.Storie di guerre, di violenze, di sfruttamento, dipovertà generalizzata che però restano nel velodella solitudine. Molte sono custodite nel vo-lume “Binario Zero” che raccoglie le verità diEugenio, Marian, Ali, Dino, Ibrahim, Michele edi tanti altri senza fissa dimora. “Noi non sod-disfiamo un bisogno alimentare. I pasti graziea Dio non mancano e i servizi mensa funzio-nano benissimo; il nostro servizio è un pretestoper creare un’amicizia, per dare ascolto. E al-lora la chiacchiera diventa l’antidoto contro lasolitudine e l’abbrutimento sociale”. Due dellepeggiori malattie di questo tempo, insieme al-l’indifferenza. m.g.f.

Nonno Libero, il clochard che interroga la città

I Fratelli della Stazione

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Il dormitorio sempre pieno delle donneLa casa di prima accoglienza della Caritas conta otto posti letto ed è attiva da dieci anni

Ex carcere femminile di Sant’Eli-gio. Correva l’anno 2011. Il 22 ottobre,il Presidente della Regione Pugliadell’epoca, Nichi Vendola, inauguravail cantiere. Doveva diventare un dor-mitorio per i senza fissa dimora, ilprimo pubblico in città. Ventiquattroposti letto: una fortuna. E un centrodiurno in un quartiere difficile, BorgoCroci. Merito soprattutto di ElenaGentile, titolare dell’assessorato re-gionale al Welfare, che si fece in quat-tro. Il sindaco Gianni Mongelli ci stavadietro. Ma non avevano fatto i conticon la fatiscenza di un immobiledell’800, diroccato. È andata più omeno così: c’erano fondi per un mi-lione di euro, un terzo o giù di lì per leopere murarie, e quando gli operaisono entrati si sono resi conto che cisarebbe voluto molto di più. Per dirlatutta, il tetto era da buttare giù.Hanno girato i tacchi e il Comune harestituito i soldi alla Regione. Fine.L’allora commissario straordinariodell’IPAB di Foggia “SS. Addolorata”,

ente proprietario dell’immobile, Al-fonso De Pellegrino, oggi pensa chea giudicare dalle condizioni di quellastruttura sarebbe meglio realizzarloaltrove il dormitorio. Troppo costosorimetterlo in sesto. L’architetto Augu-sto Marasco, già assessore all’Urba-nistica, la pensa diversamente: “Percome è strutturata, è la destinazionepiù idonea. Occorre verificare atten-tamente il fabbisogno economico, te-nendo conto della percentuale diimprevisti che si possono riscontrarein un edificio così antico”. Tecnica-mente, chiarisce come si tratti di unintervento di risanamento conserva-tivo e restauro, e a fronte dell’accla-rata mancanza di strutture diaccoglienza suggerisce di perseguirenell’intento. Questa volta, insomma,bisogna buttare giù un progetto chetenga conto delle criticità già riscon-trate e di quelle in cui l’impresa po-trebbe incappare una volta avviati ilavori.

Comune di Foggia e Fratelli della

Stazione, in una recente riunione,avevano concordato di chiedere allaRegione Puglia se mai quell’ex car-cere sarebbe diventato un dormitorio.Salvatore Negro, assessore regionaleal Welfare, nella sua visita a Foggiadel 12 febbraio, pur non essendo in-formato sui fatti e non conoscendo lamateria, ha subito assicurato la pienadisponibilitàda partedella Re-gione Pu-glia. “Al mioassessoratonon è per-venuta alm o m e n toalcuna ri-chiesta, masin da oraposso ga-rantire ilmio interessamento. I fondi ci sono.Parliamo di circa 160 milioni per la ri-qualificazione e ristrutturazione di

edifici e complessi consimili finalità”.

Effettivamente i fi-nanziamenti per ex Ipabed altre strutture di quelgenere destinate all’ac-coglienza e al socialesono disponibili nella

nuova programmazione, si tratta dipresentare un progetto adeguato, fat-tibile e sostenibile. La Confraternita

di Sant’Eligio, amareggiata per comesono andate le cose, aveva espressoil desiderio che quel dormitorio fosseintitolato alla memoria di don AntonioSilvestri, il prete degli ultimi, cheaveva consacrato nell’Ottocento que-gli spazi all’accoglienza e alla carità.Il suo processo di beatificazione, iro-nia della sorte, si è interrotto per lamorte del postulatore e, come queilavori, non è più ripreso. m.m.

7febbraio - duemilasedici

focus

Il dormitorio femminile è pieno, ma c’è chi arrivae chi lo lascia e se ne va. C’è una mamma arri-vata in Italia dall’Albania con due bambini. Voleva

portare la figlia a San Giovanni Rotondo per una vi-sita all’ospedale. Sono state accolte anche duedonne e altrettanti bambini ospiti del ghetto andatoquasi completamente bruciato. Hanno perso tutto.Il posto si trova. Porta il nome di Madre Teresa diCalcutta, nella parrocchia del Santissimo Salvatoredi via Napoli a Foggia. Dentro ci sono otto postiletto. Accoglie donne con o senza bambini. E per chinon lo sapesse, è attivo da dieci anni. La Caritas re-gola gli accessi, il parroco don Franco Colagrossise ne occupa e la rete del volontariato lo mandaavanti. Le richieste di posti letto per le donne sonoinferiori rispetto a quelle per gli uomini, e per i ma-schi in città ce ne sono una sessantina.

“È una casa di prima accoglienza - specifica ildirettore della Caritas Diocesana di Foggia-Bovinodon Francesco Catalano - Le donne che si trovanoin uno stato di necessità vengono alla direzionedella Caritas Diocesana ad esporre i loro problemie vengono accolte per un periodo di quindici giorni,prorogabili. Sono soprattutto donne straniere, peròstiamo registrando anche tante italiane. Propriooggi pomeriggio ho ascoltato una donna, moglie diun signore che ha perso il lavoro. Sono andati a fi-nire in strada dopo lo sfratto. Lei è venuta nel dor-mitorio femminile, lui in quello maschile, perchénon ci sono dormitori per nuclei familiari. Natural-mente, il nostro compito è fare in modo che si tratti

di un momento di sosta, di primo aiuto, poi cer-chiamo di ricostruire il loro vissuto”. E quando donFrancesco Catalano parla della vita usciti da lì si ri-ferisce anche al lavoro. L’ente caritatevole si sosti-tuisce allo Stato, e accompagna nell’inserimentolavorativo le donne.

“Di solito, se sono persone che non hanno untetto e non hanno grosse problematiche possonobenissimo offrirsi come badanti h24: a quel puntohanno la possibilità di avere un tetto, dei pasti, uncontratto di lavoro, specie nel caso delle donnestraniere. E così con le concittadine: le aiutiamo at-traverso l’esperienza lavorativa per poi finanziaremagari per i primi mesi un piccolo monolocale”.Per il primo anno, oltre ai volontari della parrocchiaci sono anche le ragazze del Servizio Civile.

La misericordia, in via Campanile, nell’ufficio didon Francesco Catalano, a volte si manifesta inaltre forme, come quella di un rosario di legno in-filato con le mani davanti al pancione. È il progetto“Come Maria”: il riferimento non è alla Madonna,ma alla prima donna che don Francesco ha con-vinto a non abortire, con la proposta di un piccololavoro. “Venne da me piangendo perché finalmenteaveva trovato un lavoro come collaboratrice dome-stica presso una società che si occupava di inter-mediazione ma aveva scoperto di essere incinta.Quando l’hanno saputo le hanno detto che nonavrebbe potuto continuare a lavorare così, e se nonavesse abortito avrebbero dovuto licenziarla. Leinon voleva abortire, però non voleva perdere un la-

voro che finalmente aveva trovato dopo tantotempo. E allora decisi che avremmo comprato igrani di legno, le croci, il filo. Le donne a casa lororealizzano i rosari, e diamo loro un piccolo com-penso. Poi questi rosari “benedetti”, nel senso chepassano dalle loro mani attraverso le storie di vita,li diamo nei fine settimana quando facciamo rac-colta fondi oppure se ci sono persone che ce li chie-dono, parrocchie, noi li regaliamo. E grazie a questoprogetto è nato un bambino che ho battezzato e poiun altro ancora, e poi altri due. La cosa strana è chele prime tre donne che riuscii a convincere a nonabortire si chiamavano tutte e tre Maria”. Le sueparole sono pregne di umanità, prima ancora che

di spiritualità. “La crisi economica purtroppo favorisce i suicidi

e gli aborti. Questo è per esempio un dato moltoforte in Grecia. E molte volte le donne in lacrime ri-corrono a questa pratica non volendolo, magarianche dietro pressione dei parenti - racconta donFrancesco Catalano - Abbiamo visto che con pocosi riesce a scongiurare il peggio. E due volte mi ècapitato di incontrare la donna, casualmente, ilgiorno prima dell’interruzione di gravidanza. Addi-rittura, una era in fila ad aspettare il suo turno e mitelefonò, perché le avevo fatto la proposta ma nonl’aveva accettata. E poi mentre era in fila, ha ripen-sato a quella proposta, mi ha chiamato, è venutaalla Caritas e mi ha consegnato il certificato di in-terruzione volontaria di gravidanza. Adesso spe-riamo di riuscire ad intercettare altre donne, perchéla città di Foggia purtroppo ha un triste primato,quasi tre aborti al giorno. È un fallimento, unasconfitta della società. Allora cerchiamo di andarea cercare le donne nei consultori o nell’ospedalestesso, attraverso magari degli operatori. Questo èquello che intendiamo fare”.

Ora è sommerso dai rosari di Papa Francesco,ma è felice così. “Se i vostri lettori vogliono dei ro-sari, li spedisco tranquillamente perché ne ho tantiche nemmeno s’immagina - sorride, al momentodi congedarsi - ho i pacchi interi però a me va benecosì perché anche se ho un passivo economico hoquattro bambini all’attivo. Ci penserà la provvi-denza”. Mariangela Mariani

La misericordia sono anche quattro “minuscole” vite salvate

Doveva diventare un centro notturno di accoglienza, poi lo stop ai lavoriIL CASO

L’assessore regionale al Welfare Negro: “I fondi ci sono”

Un’altra chance per l’ex carcere di Sant’Eligio

L’ex carcere di Sant’Eligio

Don Francesco Catalano

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8 febbraio - duemilasedici

Aveva mostrato le unghie e il tem-peramento da rossa quando la ti-rarono in mezzo per la

composizione della Giunta. Oggi in quotaa Forza Italia, Ilaria Mari fu la più suffra-gata del Nuovo Centro Destra, il partitodell’attuale vicesindaco Erminia Ro-berto. E da quando Gabriella Grilli ha

perso la poltrona perché dopo laGiunta non si torna indietro, loro

sono rimaste le sole elette.L’unica donna senza carica as-sessorile è stata nominata consi-gliera di parità. E già a novembre

ha dovuto fare i conti con qualche cri-tica ingenerosa alla corsa contro la vio-lenza sulle donne. Eppure allora erariuscita, da giovanissima qual è - ha 27anni - a coinvolgere un target difficile daintercettare: i ragazzi e le ragazze. È so-prattutto a quel mondo che fieramenterappresenta che intende dare voce, e loha fatto anche nell’auditorium della Bi-blioteca Provinciale nella riunione con-giunta di Consiglio comunale eprovinciale per salvare la Magna Capi-tana. A lei il compito di traghettare laConsulta per le Pari Opportunità del Co-mune di Foggia, pronta a nascere.

Da luglio ha assunto la delega allePari Opportunità. Cosa comporta questoincarico, come può agire la responsabilealle Pari Opportunità?

Credo che il compito precipuo della

responsabile alle pari opportunità siaquello di sensibilizzare e svolgere attivitàdi sensibilizzazione: l’azione deve esserediretta a rimuovere gli ostacoli – presentiin qualsiasi campo, sia esso economico,sociale, politico - relativi al genere, allareligione, alla razza, all’età, alle convin-zioni personali. Per rimuovere un osta-colo-problema è necessario che ci sia laconsapevolezza e la coscienza dell’esi-stenza di tale problema: ecco l’impor-tanza della sensibilizzazione.

Finora quali iniziative ha promosso equali sono in cantiere? E cosa serve allacittà in termini di Pari Opportunità? IlComune costituirà la Consulta comu-nale per la Parità e le Pari Opportunità?(Nella passata consiliatura era prevista)

In questi mesi, con l’ottima collabo-razione del Rup (Responsabile unico delprocedimento, ndr) delle pari opportu-nità, ho organizzato e programmato l’at-tività futura, concentrando l’attenzionesulla Consulta, elemento fondamentaledella materia: se ci fosse stata risposta,nei tempi previsti, da parte di tutti gli entie le associazioni coinvolte, oggi sarebbegià attiva e potremmo già essere a la-voro. La Consulta è lo strumento fonda-mentale per affrontare i problemi legatialle pari opportunità, per cercare solu-zioni ottimali e per promuoverle, poichéconsente un confronto ed un lavoro con-tinuo ed assiduo tra istituzioni, enti pub-

blici ed associazioni, in moltissimicampi. Nelle passate consiliature eranopreviste, ma furono istituite per tempibrevissimi e a fine mandato. A prescin-dere dalla ‘programmazione’, dal 25 al30 novembre 2015, in maniera trasver-sale e coinvolgendo tutta l’Amministra-zione comunale, Foggia si è ‘colorata dirosso’: per sei giorni, un convegno, unacorsa cittadina, le fontane rosse, i ban-ner posti su Palazzo di città e allo stadio,locandine nelle attività commercialihanno fatto in modo che anche i cittadinifoggiani fossero a conoscenza del 25 no-vembre - la giornata mondiale contro laviolenza sulle donne - e si chiedesseroperché ci fosse tale giornata, scoprendo,magari, che la prima causa di morte nonè l’Hiv o la malattia in generale, ma ilfemminicidio.

Ha incontrato associazioni, ha avutomodo di confrontarsi con le realtà alfemminile?

Certo, mi sono confrontata con varieassociazioni e con la realtà femminile:ho avuto il piacere di partecipare ad al-cuni tavoli tecnici, organizzati dalla Con-sigliera di parità della provincia diFoggia, ove ci si è soffermati, in partico-lar modo, sulla condizione della donnanell’ambito lavorativo.

Lei è la più giovane in Consiglio, oggil’unica donna tra i banchi, Giunta a parte.Quanto è difficile a queste condizioni?

Quanto conta per lei la parità di generein politica?

Non solo “donna”, ma “giovanedonna”: leggevo, inizialmente, lo stuporenegli occhi di alcuni miei colleghi du-rante i miei interventi in Consiglio Co-munale – come se fossero eventistraordinari (nel vero senso della parola,“fuori dall’ordinario”) - o, semplice-mente, quando mi confrontavo con loro.Tuttavia, non condivido assolutamentequalsiasi intervento a favore delle donneper garantire la parità di genere in poli-tica, quote rosa o doppia preferenza, peresempio: questi espedienti confermanoe rafforzano la concezione maschilista el’agevolano. La confermano perché, im-plicitamente, ammettono che le donnehanno bisogno di una “corsia preferen-ziale” per far politica. La rafforzano per-ché, amministrative foggiane 2014docet, diventano lo strumento per au-mentare le preferenze degli uomini:l’uomo è sempre “in coppia” con due otre donne. Ovviamente, bisogna decidereche tipo di donne si vuol essere, perchémolto dipende da noi: parafrasando lamia esperienza politica – e non solo lamia, anche quella di Lia Azzarone o diRosa Barone-, non abbiamo bisogno diinterventi legislativi per essere elette eper dimostrare ciò che siamo, anzi. Infondo, è bello essere sottovalutate:rende più divertente la sorpresa finale.

politicaa cura di Mariangela Mariani

La consigliera di Parità è l’unica donna (e la più giovane) in Consiglio

Il risarcimento alle pugliesi del50 e 50 è arrivato da Montecitorio.Tanto veleno, per poi vedersi ricono-sciuto l’equilibrio nella rappresen-tanza tra donne e uomini nei consigliregionali dalla Camera, dopo l’ap-provazione del Senato. Calato dal-l’alto, e nemmeno alla romanaconsiderate le percentuali. Le donneche avevano promosso la proposta dilegge di iniziativa popolare se la sonolegata al dito non una ma due volte:nel lontano 2012 e il 26 febbraio2015. Uno schiaffo a due mani. Il 3febbraio scorso giustizia è stata fatta:doppia preferenza e i candidati dellostesso sesso in una lista non pos-sono superare il 60 percento.

A spiegare cosa cambi rispettoalla parità in salsa pugliese è Maria

Elena Ritrovato la portavoce dellaConferenza delle Donne Democrati-che di Capitanata: “Differisce nelleproporzioni: noi chiedevamo il 50 e50, invece quella approvata fissa il 60e 40. La doppia preferenza è identica.Abbiamo perso un’occasione. Ci ab-biamo provato in tutti i modi e non èservito. Questo Governo ha superatol’ostruzionismo dei Consigli regio-nali. Ora la legge va applicata, nonc’è discussione. Alle prossime regio-

nali le regole saranno diverse edanche il panorama”.

Ciascuna Regione ora deve pren-dere atto della modifica in via defini-tiva all’articolo 4 della legge numero165 del 2 luglio 2014 in materia di ac-cesso alle candidature per le elezionidei consigli regionali. “La RegionePuglia deve metterla all’ordine delgiorno per recepirla - chiarisceun’altra battagliera, la Presidentedel Comitato Pari Opportunità della

Regione Puglia, Rosa Cicolella - LeRegioni sono autonome rispetto aqueste cose, ma certamente nonpossono non tenerla in considera-zione. Si tratta di vedere quale saràla tempistica. Peraltro il Governatoreaveva preso questo impegno: lalegge elettorale sarebbe stata laprima cosa proprio per far rientrarela proposta 50 e 50 che era statabocciata. Un bel passo avanti, non c’èche dire, anche perché il 50 e 50

qualcuno lo aveva già previsto nellatornata elettorale ma non è tantoquello il problema quanto l’eleggibi-lità. È un peccato, poteva essere unastraordinaria occasione farlo primacon la proposta di legge”.

La Coordinatrice di turno dellaConferenza delle Presidenti degli Or-ganismi di Pari Opportunità Regio-nali, Roberta Mori, Presidente dellaCommissione per la Parità e i Dirittidelle Persone dell’Emilia Romagna,il giorno stesso ha fatto sapere cheavrebbe scritto al presidente dellaConferenza delle Regioni e ProvinceAutonome Stefano Bonaccini, affin-ché si impegnasse a promuoverel’immediato recepimento della leggeda parte delle Regioni. E stavolta nonsi scappa.

DA MONTECITORIO A VIA CAPRUZZI

Parità di genere in Consiglio regionale: non si fa alla romana

La rivincita del Comitato 50/50: “Questo Governo ha superato l’ostruzionismo”

Ilaria Mari: “Se enti e

associazioniavessero risposto

sarebbe già attiva”

Verso la Consulta comunale per le Pari Opportunità

Rosa CicolellaMaria Elena Ritrovato

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9febbraio - duemilasedici

attualitàUna disamina del fenomeno con l’avvocato Elda Panniello

Rivolgersi ad una banca o ad unistituto di credito autorizzato nonè sempre sinonimo di garanzia e

sicurezza per chi ha necessità di accederead un credito più o meno importante.Anche le banche, infatti, possono incor-rere in reati quali l’usura bancaria, oppureilleciti quali commissioni troppo elevateo variazioni unilaterali delle condizionicontrattuali. Tutto questo approfittandodella buona fede di clienti interessatipiù all’importo della rata del mutuo oprestito, che al tasso di interesse appli-cato. Un fenomeno in crescita, al qualeprestare massima attenzione e in meritoal quale la Legge offre maggiori strumentidi tutela. Ne abbiamo parlato con l’av-vocato Elda Panniello, dell’omonimo stu-dio legale.

Avvocato Panniello, facciamo un po’chiarezza: cos’è il reato di usura banca-ria?

L’usura è un reato che può esserecommesso da chi concede somme didenaro in prestito o a titolo di finanzia-mento a tassi di interesse decisamentesuperiori rispetto a quelli consentiti dallalegge. Tale comportamento è punito con

la pena della reclusione da due a diecianni e con una multa fino a 30.000 euro.Non si può poi escludere, inoltre, che lestesse banche o le società finanziariepossano richiedere ai propriclienti la restituzione di in-teressi superiori a quelliconsentiti dalla legge e inquesto caso le pene sonoaumentate da un terzo allametà.

Quali sono le potenzialivittime?

Sia i privati che le im-prese possono essere vitti-me inconsce: il fenomenodell’usura bancaria, infatti,si verifica nel momento in

cui le banche o le società finanziariepretendono la restituzione di interessisuperiori al tasso soglia consentito dallalegge per effetto della conclusione di un

contratto diapertura dicredito in contocorrente, di unmutuo, di unleasing o diqualsiasi altrocontratto di fi-nanziamentoche prevede laremunerazio-ne degli inte-ressi. Per que-sto, bisognafare attenzionea quanti si pro-pongono di of-frire denaro a

condizioni vantaggiose e senza troppeformalità, chiedono denaro per portareavanti una pratica di finanziamento, op-pure offrono denaro, ma chiedono a ga-ranzia del credito assegni o cambiali inbianco o con importi maggiorati, contratti

preliminari o scritture private o procuredi vendita, atti di riconoscimento del de-bito, cessioni di quote di azienda, polizzeassicurative sulla vita.

Cosa possono fare i cittadini o i con-sumatori vittime di usura bancaria?

A mio parere, per l’accertamentodell’usura bancaria occorre una periziaa regola d’arte che non può limitarsi almero calcolo del tasso globale [t(a)eg]risultante dalla documentazione conta-bile, ma dovrà partire dall’esame deirapporti giuridici (contratti) esistenti trale parti, tenendo conto della eventualenullità di clausole relative al calcolo degliinteressi. Il perito, come primo atto del-l’accertamento di usurarietà di un tasso,dovrebbe pertanto verificare l’esistenzadelle clausole del contratto (di finanzia-mento) che potrebbero provocare l’usura,cioè un tasso annuo (effettivo e globale)superiore al tasso soglia (usura oggettiva)o sproporzionato (usura soggettiva).

Che tutela offre la legge ai cittadini?Negli ultimi tempi si sta affermando

il principio secondo il quale il contrattousurario è un contratto nullo per illiceità.La nullità è tuttavia parziale perché ri-

guarda solo le singole clausole del con-tratto colpite da illiceità, che vengonosostituite di diritto con le disposizionicorrette che riconducono il calcolo degliinteressi entro i limiti del tasso soglia.Se il cliente ha effettuato il pagamentodi interessi usurari è possibile quindiagire in giudizio contro la banca per ot-tenere la restituzione delle somme in-giustamente pagate. Il cliente può otte-nere anche il risarcimento del dannopatrimoniale e non patrimoniale se hasubito dei danni materiali o morali allapropria persona o all’impresa.

Tra le vittime, sia privati che imprese: come difendersi e tutelarsi

Usura bancaria: nella ‘trappola’ degli interessi

STUDIO LEGALEAvv. ELDA PANNIELLO

Piazza G. Marconi, 11 - FoggiaTelefono: 0881 204600

www.consulenzalegalepanniello.it

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10 febbraio - duemilasedici

A CURA DEL DOTT. GIANLUCA D’ALESSANDRO

Le bacche di Acai (si pronuncia “Asai”)sono il frutto di una palma arborea chevegeta nelle foreste settentrionali del

Brasile, raggiungendo altezze di oltre 20 metri.Le bacche di Acai sono piccoli frutti di coloreblu e per secoli hanno rappresentato un alimentobasilare per le popolazioni indigene dell’AmericaMeridionale dove vengono considerate il fruttopiù nutriente dell’Amazzonia.

Le bacche di Acai sono ricche di antiossi-danti considerati utili per proteggere il cuoree l’apparato cardiocircolatorio. Contribuisconoad abbassare i livelli di colesterolo nel sanguee contengono steroli vegetali, preziosi per sal-vaguardare i vasi sanguigni. Le sostanze be-nefiche presenti nelle bacche di Acai miglioranola circolazione e rendono più elastiche lepareti delle arterie.

Secondo alcuni studi scientifici condotti

presso l’Università Federale di Rio de Janeiro,l’estratto ricavato dalle bacche di Acai è efficaceper combattere i germi che minacciano ilnostro organismo. Le bacche di Acai vengonoconsigliate a coloro che vogliono dimagrire otenere sotto controllo il proprio peso. Unostudio condotto dal National Institutes of Me-dicine ha dimostrato che la polpa ricavatadalle bacche di Acai è in grado di ridurre glieffetti negativi di una dieta ricca di grassi.Esse possono dare una mano nella dieta sic-come riducono la sensazione di fame e aiutanola naturale regolarità intestinale, favorendoanche l’eliminazione di liquidi e quindi il dre-naggio, con un favorevole smaltimento delletossine. Inoltre le bacche godono di un bas-sissimo indice glicemico e sono accessibilianche ai diabetici.

Hanno proprietà disintossicanti, risultanoutili per il fegato e sono un’importante fontedi fibre vegetali, indispensabili per il correttofunzionamento dell’intestino. Presentano pro-prietà anti-infiammatorie che contribuisconoa supportare il sistema immunitario ed a pre-venire le reazioni allergiche.

Più in generale, le bacche di Acai proteggonole cellule di tutto il nostro organismo dagli at-tacchi dei radicali liberi e dall’azione degliagenti esterni. Sono molto ricche di vitaminaC e di acido ellagico, un polifenolo antiossidante.La combinazione delle due sostanze supportail sistema immunitario.

Le bacche di Acai inoltre migliorano i livelligenerali di energia del nostro organismo econtribuiscono a contrastare l’affaticamentoe lo stress.

Il frutto più nutriente dell’Amazzonia

Ricche di antiossidanti “proteggono” il cuore

Bacche di Acai

Un modo intelligente per sfruttare gli effettibenefici delle bacche nella dieta ipocalorica èsfruttare il loro sapore dolce in sostituzioneallo zucchero al miele e ai grassi.Usa le bacche di Acai per:• addolcire lo yogurt magro• insaporire i tuoi dessert ipocalorici• usa il succo di bacche di Acai per insaporire

l’acqua per aumentare la dose di liquidi cheassumi

• usa il liofilizzato di bacche di Acai (polvere)per preparare frullati di frutta con sola fruttafresca, ghiaccio e polvere di Acai

• usa la composta di Acai al posto della mar-mellata da spalmare sulle fette biscottate

• bevi un infuso di Acai la sera prima di andare

a dormire come tisana• usa la polpa di Acai in cubetti al posto della

frutta secca o come sano snack

RICETTA: AÇAÍ NA TIGELAIngredienti: 300 g di polpa di Acai - qualche

fetta di banana - un cucchiaino di miele o sci-roppo d’acero - 90 g di purea di mela - cerealia piacere come muesli

Preparazione: Frulla la polpa di Acai conla purea di mela e miele.

Versa nelle coppette e decora con fette dibanana o altra frutta secca a piacere e cerealicome muesli.

Ricetta ideale per colazione o per una me-renda nutriente.

BACCHE DI ACAI E DIETA

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11febbraio - duemilasedici

ORO COLATO | La maschera di foglied’oro a 24 carati è disponibile nellamaggior parte degli istituti al passocon le ultime tendenze: la seduta èsimile ad un qualsiasi trattamento

con i fanghi, solo che a differenza diquesti ultimi, il metallo prezioso agi-sce immediatamente sulla circola-zione. L’estetista cosparge il viso conla crema dorata che con il passaredel tempo si indurisce. Tra i risultati

immediatamente visibili ci sono uncolorito luminoso nonchè una sensa-zione di pulizia profonda grazie all’ef-fetto antinfiammatorio dell’oro.

COSMETICI GIOIELLO | State acqui-stando cosmetici per la vostra beautyroutine e invece vi sembra di esserein gioielleria: le etichette di creme efondotinta di nuova generazione sonoun elenco di ingredienti luxury. I cri-stalli di diamante hanno un’azioneequilibrante ed illuminante. Le perlemicronizzate invece sono usate inpreparati per tonificare la pelle: es-sendo di derivazione organica sono ingrado di apportare proteine e ami-noacidi. Il platino è un potente anti-rughe mentre la tormalina rosa

produce calore e favorisce la sintesidi fibre del derma, proprio come unlaser estetico. L’azione in profonditàdi metalli e pietre preziose è garan-tita dalla loro capacità osmotica: vialibera quindi ad un piccolo investi-mento anche in profumeria.

CIBI DELUXE | Le più golose gra-diranno i trattamenti di bellezzagourmand ma questa volta re-steranno a bocca asciutta. Perpoter sfruttare il potere antiossi-dante dello champagne infattimeglio un trattamento naturaleda fare in istituto con appositomassaggio volto a potenziarel’effetto delle pregiate bollicine.Anche il caviale e il tartufo bianco

possiedono delle interessanti pro-prietà anti-age grazie all’elevato con-tenuto di acidi grassi Omega 3.Quest’ultimo possiede anche un po-tere schiarente, ideale per le pellimature con le macchie d’età, e il suo

olio è un verot o c c a s a n aanche per icapelli. Perposa e appli-cazioni peròmeglio lasciarfare all’esteti-sta, perché infondo il verolusso è anchesentirsi coc-colate.

Oro, perle & Co: gli ingredienti preziosi amici della pelle

Non solo metalli preziosi, ma anche caviale e champagneI trattamenti deluxe da provare almeno una volta nella vita

Sulle passe-relle delle sfilateprimavera/estateè stato il dettagliopiù apprezzato,forse perché ingrado di farsi no-tare con la sua lucentezza: la nuova ten-denza in fatto di nail art si chiamacraquelé. In Istituto potrai ottenere un ri-sultato professionale e lussuoso grazieall’impiego di vere pagliuzze d’oro ma sesi ha un budget low cost si realizza appli-cando sulle dita carta stagnola (d’argentoo d’oro) e fissandola con un top coat tra-sparente.

Oro a 24 carati, pietre preziose e perle: non è la lista dei gioielli che desidererebbeogni donna, bensì quella degli ingredienti alla base delle nuove creme dedicatealla skin care nonché dei trattamenti di bellezza da fare in istituto. Sdoganati dalle star, potrebbero sembrare un mero capriccio dedicato a clienti

elitari, habitué delle spa a 5 stelle, dove design ricercato e servizi all’avanguardia sembrano

promettere l’eterna giovinezza. Tutt’altro. Siamo dinanzi a “lussi” da concedersi, almenouna volta nella vita, disponibili anche a prezzi decisamente democratici. Non solo metalli preziosi: persino i cibi status symbol come caviale e champagne sono di-ventati degli alleati per la bellezza di ogni donna. Vale la pena quindi provare sulla nostrapelle le decantante virtù di queste rarità.

Il lusso ti fa bella

Unghie a 24 carati

bellezzaa cura di Dalila Campanile

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benessereUn corso gratuito organizzato dall’Asl di Foggia

Dopo aver letto questo articolo, laprossima volta che cucinereteper voi e per i nostri cari

farete più attenzione a cosametterete in tavola. E cerche-rete di eliminare gli alimentiprodotti con farina bianca, panee pasta, e di non acquistare lebibite gassate né lo zuccheroraffinato con cui siete soliti zuc-cherare caffè e dolci vari fatti incasa. Non si tratta della ‘solita’dieta per rimettersi in forma inprevisione dell’estate, ma di unregime alimentare legato ad unargomento molto più serio: ilcancro.

È scientificamente provato che inquesta patologia, al pari di altre degene-rative, l’alimentazione e l’attività motoriarivestono un ruolo fondamentale. Manon tutti lo sanno e, soprattutto, non c’è

abbastanza informazione in merito. Per questo, l’Asl di Foggia e il Dipar-

timento di Preven-zione Servizio diIgiene degli ali-menti e della nutri-zione hanno decisodi promuovere il‘Med-Food Anti-cancer Program’,ovvero un pro-gramma nutrizio-nale per la lotta alcancro. Ne ab-biamo parlato conla dottoressa Ros-sella Caporizzi (in

foto), una dei docenti del corso.“Lo scopo del programma è di ade-

rire ai principi della dieta mediterraneae implementare l’attività motoria sia perprevenire l’insorgenza di tumori, sia per

fare in modo che un tumore non si ri-formi, anche dopo tanti anni”, ha spie-gato la dottoressa.

Il corso si snoda in 11 settimane epuò partecipare, gratuitamente, chi hatra i 30 e i 70 anni. Si articola in quattrofasi. La prima consiste nell’informare ipartecipanti sulla nutrizione anticancroe sui benefici della ginnastica. Nella se-conda fase si apprende attivamente, at-traverso esperienze sensoriali, gliargomenti affrontati precedentemente.

Nella terza vi è la preparazione pra-tica delle pietanze della dieta mediter-ranea. Nell’ultima fase si analizzano gliostacoli avuti durante il cambiamento diabitudini. In certi casi, infatti, può esserciuna carenza di motivazioni, per cui vienemessa a disposizione una psicologa.Non sono rari i casi di sconforto: “La se-renità mentale è fondamentale. Questemodifiche comportano pensieri negativi

che si oppongono alle fasi di mi-glioramento della vita e noi lavo-riamo anche su questo”, haaggiunto.

Non è impossibile correg-gere le proprie pratiche divita. Innanzitutto bisogna au-mentare il consumo di frutta, diverdura, di legumi e di pesce. Alcuni cibi,infatti, soprattutto di origine vegetale,contengono delle proprietà antineopla-stiche che, come spiega la dottoressaCaporizzi, “hanno delle molecole antitu-morali che bloccano a diversi livelli l’in-sorgenza di cellule maligne. Presesingolarmente hanno un effetto limitato.Ci vuole un’alimentazione a 360°. Unodei pilastri del programma è la nutri-te-rapia, ovvero l’utilizzo di alicamenti: ali-menti naturali che hanno delle proprietàmedicamentose proprio per queste mo-lecole”.

È importante preferire le farine inte-grali a quelle bianche ed evitare gli olivegetali, tranne l’extra vergine di olivache ha effetti antitumorali. Da bandire icibi spazzatura e le bevande zuccherateche favoriscono le infiammazioni. Infine,ma non per importanza, c’è l’attività fi-sica di qualsiasi tipo. La più economicae più semplice è la camminata quoti-diana: bastano 10mila passi al giorno aritmo svelto, cioè 6-7 km, che corrispon-dono ad un’ora. È un impegno costante,è vero, ma i benefici non sono da poco.

Carmen La Gatta

Il valore della dieta mediterranea e l’importanza della “nutri-terapia”Si tratta dell’utilizzo di alimenti naturali dalle proprietà medicamentose

Med-Food Anticancer ProgramLa salute passa per la tavola

12 febbraio - duemilasedici

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13febbraio - duemilasedici

Vi presero dimora i Medici abitando una delle magnifiche ville chedal 2013 sono patrimonio dell’Unesco, e il Beato Angelico che sifregiò dell’essere priore del convento del borgo, la cui posa della

prima pietra, al bragio nuovo, spettò addirittura al “santo scomuni-cato” fra Girolamo Savonarola. Sono Fiesole e la sua splendida cam-pagna a fare da sfondo ad una serie di capolavori naturali estorico-artistici che fanno grande la storia del nostro paese dai tempidella Rinascenza.

I Medici elessero questa terra rigogliosa a sede di un casolarefuori porta, dalle forme squadrate e spartane, tipiche della cascinatoscana, rivisitate in chiave rinascimentale mentre un sistema di in-gegnosi terrazzamenti consentiva ai Signori di Firenze di godere diun’ottima vista sulla città e di occuparsi dei loro frutteti e della splen-dida limonaia, oggi tornata al gusto originario grazie ad un sapienterestauro conservativo. La vicinanza al convento rendeva poi la chiesadedicata ai santi Domenico e Barnaba, una specie di cappella di fa-miglia e molti furono i lasciti medicei a favore dei domenicani. A sigillodi questo legame indissolubile, uno stemma con l’arme di Leone XMedici sovrasta lo scalone monumentale di pietra serena, scolpitocome fosse un lembo di stoffa, dall’architetto Giovanni Guerrini chelo pensò nel 1727 ad ornare il vestibolo d’accesso al complesso mo-nastico.

Tutt’attorno è bello, è sano, è terso, è vita. Ed è il rintocco dellacampana che si erge maestosa dal cupolino del Nigetti a cadenzare

il trascorrere del tempo, ed è sempre il suo suono cupo che anima ilgiorno, dall’alba al tramonto: dal mattino quando il sole sorge e i gallicantano nelle aie, al crepuscolo quando le nebbie scendono fitte sullacampagna circostante. E proprio al calar delle tenebre sul Borgo, lanatura è ben lontana dal “morire”, ci sono gli animali notturni, nibbie civette, che abitano i campi, mentre il fruscio del vento alita tra i ci-pressi che punteggiano i viali tra Firenze e Fiesole. È incantevole pen-sare che ci sia ancora il modo di poter assaporare quei piccoli piaceri

quotidiani, lontani dal frastuono del mondo moderno.Da queste parti poi la storia la fa da padrona; non c’è angolo dove

essa non parli, tra rocche medievali, feudi guelfi, dimore ghibelline eville con giardini poderosi, vere mirabilia. Nel convento poi si possonosaggiare le atmosfere dei cenobi trecenteschi ma la “modernità” trovòspazio per mano del genio artistico dell’Angelico, pittore in odore disantità per la sua piezza, che vivendo al borgo espresse al meglio lasua ars pingendi, realizzando ineguagliati capolavori d’arte come l’In-coronazione della Vergine trafugata dalle truppe napoleoniche ed oggipezzo di punta delle collezioni del Louvre. Ma dell’Angelico si possonoammirare nella Sala del Capitolo, che da sola vale una visita al con-vento, una splendida sinopia con relativo affresco della Madonna colbambino e una Crocifissione.

Alle bellezze naturalistiche si coniugano a Fiesole anche quelleenogastronomiche che qui contano diverse eccellenze. Una sosta èinfatti d’obbligo, in una delle tante osterie che si trovano nelle cortifiesolane, per gustare la tagliata di chianina, che da queste parti è il“testamento del carnivoro”. Infine, tra cielo e terra, ci può fermare amezza strada proprio al Borgo di San Domenico per consumare unamerenda davvero speciale: il panino al lampredotto che, accompa-gnato da un bicchiere di Chianti, ci invoglia a trattenerci fino a sera,mentre la collina si fa, complice il tramonto, sempre più dolce e dellacittà si scorgono solo i bagliori in lontananza.

Francesca Di Gioia

Questa rubrica nasce per dare spazio alla voglia di evasione che abita e anima ognuno di noi, a quello spiritodel viaggiatore che stuzzichiamo con qualche suggerimento per gite fuori porta e fughe esotiche. Non sonoi paradisi tropicali ad interessarci bensì il Bel Paese, con i suoi borghi, la sua storia millenaria, la bellezza dellepievi, gli scorci paesaggistici e i capolavori dell’Arte di tutti i tempi.

TRA CIELO E TERRA

sguardi d’arte In fuga dalla città: il Borgo di San Domenico

Un luogo fisico e mentale, nel quale potersiesprimere in forma creativa, imparare a cono-scersi e a confrontarsi con gli altri. E’ la sede de“I per-corsi dell’arte”, giovanee dinamica associazione cul-turale nata in città da un’ideadell’artista e docente foggianaStefania Piccirilli.

Dai laboratori alle mostre,dai seminari ai workshop:ogni giorno i locali di via Trie-ste si aprono per ospitareeventi in grado di promuovereun confronto costruttivo e so-stenere un dialogo in materiaartistica e culturale. Proprio

questa, infatti, è la finalità con la quale la presi-dentessa Piccirilli, nata a Foggia 33 anni fa, havoluto fondare l’associazione che, ad oggi, riuni-

sce attorno a sé ungruppo di lavoro costi-tuito da persone sen-sibili e capaci, avviatein percorsi formativiche conducono allascoperta di talenti eattitudini ancora na-scoste o represse.

Dall’inizio delle at-tività, la scuola d’arteha proposto - tra lealtre cose - laboratori

e corsi di natura morta, ritratto e autoritratto, fi-gura umana e corsi creativi di disegno e pittura,con durata trimestrale e aperti a tutti, appassio-nati e neofiti.

Per andare incontro alle esigenze di quantifrequentano la sede di via Trieste, la scuola or-ganizza anche seminari di approfondimento chevedono legate a doppio filo la materia artisticaall’approfondimento psicologico.

Tanti i “per-corsi” al momento attivi e ognisegmento viene seguito personalmente dall’ar-tista e docente Piccirilli, che vanta numerosemostre personali e altrettante collettive sul ter-ritorio regionale e nazionale. Illustratrice, dise-gnatrice e pittrice, Piccirilli insegna Disegno eStoria dell’arte e Arte e Immagine.

Via Trieste, 15 - FoggiaTel.349.0078470

347/[email protected] www.ipercorsidellarte.it

Corso di natura morta Corso di

ritratto eautoritratto

Corso di Figura umana

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PitturaLaboratorio diMandala

SONO APERTE LE ISCRIZIONI AI CORSI DI:

Workshop, corsi e laboratori artistici a cura di Stefania Piccirilli

L’arte per affinare capacità ma anche come hobby coinvolgente

I PER-CORSI DELL’ARTE

I PER-CORSIDELL’ARTE

LABORATORIO DI DISEGNO

Il Ritratto con tecnica fotografica

Tutti i corsi sono rivolti a quanti intendono avvicinarsi all’arte per affinare capacità,ma anche a quanti vogliono dedicarsi ad un hobby coinvolgente e soddisfacente.

Ogni corso è aperto a tutti(dai 14 anni in su) e nonsono richieste precedentiesperienze artistiche, néattitudini particolari.

La durata di ciascun corso è tri­mestrale e sono previste quat­tro lezioni al mese della duratadi due ore e mezzo ciascuna,con cadenza settimanale.

Ogni classe­laboratorio accoglierànon più di cinque allievi, per per­mettere alla docente di seguiretutti con la medesima attenzionee dedizione, assecondando i tempidi apprendimento di ciascuno.

ASSOCIAZIONE ARTISTICO-CULTURALE

Sono aperte le iscrizioni!

LA CAMPAGNA FIESOLANA

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cucina Il significato di un prodotto che per noi pugliesi è identitario

Immensi campi dorati che ondeg-giano al vento: questa è l’iconografiadella Daunia rurale. Nessun ali-

mento racchiude dentro sé simbologiae sacralità come il grano, incarnazionedi vita, fertilità e rinascita. Il grano hasicuramente contribuito a modificarel’originaria attività erratica dell’uomo,in quella di coltivatore stanziale. Siaccorse ben presto che la raccolta deisemi offriva molte-plici vantaggi: con-servabilità, trasportoe nutrimento, indi-rizzando natural-mente la coltivazio-ne della terra versoquella dei cereali.

Orzo, frumento,mais, avena, segale,sorgo, riso: intorno

a queste “piante della civiltà” si orga-nizzò l’intera vita delle varie società.Si può dire che i cereali abbiano ac-compagnato il cammino alimentaredell’umanità. Per i Romani Cecere erala dea della Terra e della fertilità, ve-nerata e raffigurata con la capigliaturadi spighe dorate, da cui “cerealis”,cioè sacre a Cecere. La terra di Capi-tanata è definita il “granaio d’Italia”,

grazie alla co-spicua produzio-ne di questo pre-zioso cereale,rappresentatoda due specie:grano duro (tri-ticum durum) egrano tenero(triticum vulga-re), dalla cui ma-

cinazione si ottiene la semola, destinataalla pastificazione e la farina, utilizzatanella panificazione. Nel sud, in parti-colare ad Altamura e Matera, si panificacon la semola rimacinata.

Il pane, per noi pugliesi è identitarioe, essendo un alimento povero, lo ri-troviamo anche in numerose ricette.

Come mai il pane, ritenuto ciboessenziale e sacro, viene oggi così de-monizzato? Perché tanto bandito nellediete? La spiegazione è nei processiproduttivi legati all’attività molitoria.

Il frutto del frumento è il chicco(cariosside) costituito da una parteesterna (pericarpo) e dai tegumenti

del seme che compongono la crusca.Le parti amidacee le ritroviamo all’in-terno come pure il germe, ricco diproteine, antiossidanti, grassi vegetali,vitamine e minerali.

Nel tempo le tecniche molitorie sisono modificate, abbandonando l’usodei mulini a pietra, metodo più naturalepoiché il chicco, non subendo surri-scaldamento, conserva inalterate tuttele sue proprietà nutraceutiche. Il pro-dotto di molitura è cosiddetto “inte-grale” poiché contiene indistintamentetutte le parti del chicco di grano, interneed esterne.

Le metodiche moderne utilizzanouna serie di passaggi attraverso la-minatori composti da una coppia dicilindri atti a rimuovere gli strati esternidel chicco: una successiva setacciatura,separerà le parti cruscali dalla farina,eliminando anche il germe di grano.La farina è classificata in base al suogrado di raffinazione: 00, 0, 1, 2. Taleprocesso genera una perdita dellefibre, sali minerali, proteine e vitamine.La ricchezza di fibre è particolarmenteutile a contrastare moltissime patolo-gie: diabete, obesità, colesterolo, cancrodel colon. La farina 00, largamente

utilizzata nella panificazione, è ric-chissima di zuccheri. Come tutti i pro-dotti raffinati, provoca un aumentodella glicemia e dell’insulina, fenomenoche nel tempo porta ad un maggioraccumulo di grassi; essendo “impal-pabile”, crea stasi intestinale favorendol’insorgenza di tumori. Al contrario unpane integrale ha maggior potere sa-ziante grazie alla presenza di fibre; èparticolarmente indicato nelle dieteperché fornisce un apporto caloricodel 20% in meno. Le fibre facilitano iltransito intestinale, contrastano l’ipe-ralimentazione, favorendo una minoreassunzione di cibo, riducono l’assor-bimento dei grassi, del colesterolo, irialzi glicemici.

L’incremento delle farine raffinatesconta un “pregiudizio storico”, poichénel passato il pane bianco era consi-derato ad appannaggio delle famigliebenestanti. Oggi questa convinzione èsovvertita da una nuova tendenza, dauna emergente consapevolezza: la sa-lute viaggia sulla strada della sanaalimentazione.

a cura di Lucia Di DomenicoTitolare Masseria Didattica e

Agriturismo Posta Guevara

Perché allora un cibo essenziale esacro viene bandito nelle diete?Alla scoperta delle tecniche di

molitura e raffinazione delle farina

Il grano, il pane: patrimonio da salvaguardare

14 febbraio - duemilasedici

Lucia Di Domenico e Giandomenico Pazienza

Page 15: 6Donna #2 114

15febbraio - duemilasedici

ambientiParola d’ordine: giocare con i tessuti e non aver paura di mixare

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L’arredamento della casa deve essere periodi-camente rinnovato, chiaramente con menofrequenza del guardaroba, ma non con meno

attenzione. La casa, in quanto specchio del nostroio, merita una cura costante e portare una ventatadi novità all’interno della propria abitazione la rendeancora più accogliente. Cambiando la componentetessile dell’ambiente questo cambia completamentelook: tende, tappeti, divani, cuscini, copriletti carat-terizzano fortemente i nostri interni.

Ma come orientarsi nel panorama sempre piùvasto del mondo della decorazione? Ci vengono inaiuto due importanti fiere del settore, entrambe te-nutesi nel mese di gennaio. La prima, Heimtextil, haavuto luogo a Francoforte dal 12 al 15 gennaioed è storicamente la fiera internazionale deiproduttori tessili riservata agli addetti ai lavori.La seconda, Paris Deco Off, tenutasi a Parigidal 21 al 25 gennaio, è invece una grande ma-nifestazione a livello mondiale sulla decora-zione di interni, un ventaglio espositivodedicato a tendaggi, stoffe da tappezzeria, pas-samanerie, carte da parati, tappeti e bianche-ria da letto.

Ma quali sono le nuove tendenze? Ecco qualcheanticipazione di quello che vedremo nel corso del-l’anno insieme a spunti creativi di interior design.

Parola d’ordine: divertiamoci a giocare con i tessuti,osiamo con i contrasti ed impariamo a mixare.

L’ispirazione alla natura si conferma un trendvincente, un invito ad un interior rilassato e adun’eleganza riposante. Seta, lino, lana, cotone ri-mangono le fibre nobili per eccellenza legate ad unpiù ampio concetto di stile ecofriendly. La palette

cromatica spazierà dalle tonalità ruvide della terraalle delicate nuances pastello delle corolle floreali,senza però trascurare toni più moderni e sofisticaticome il verde oliva, il blu elettrico ed il giallo limone.Novità assoluta l’abbinamento tra rosa quarzo e gri-

gio, forse impensabile fino aqualche tempo fa. Il rosa dasempre viene etichettato comecolore femminile, relegato allecamerette o nei migliori deicasi alle camere da letto. Eb-bene, ora nelle sue declina-zioni più fredde e delicate,diventa protagonista anche

della zona giorno, ben bilanciato dall’austerità delgrigio che ne smorza i toni femminili e contempo-raneamente ne esalta la luminosità.

Altra new entry l’azzurro serenity, ben lontano

dai toni a cui siamo abituati.E’ un colore di transizione, non più celeste ma

non ancora azzurro, estremamente delicato ed evo-cativo di sensazioni rilassanti. Il suo impiego spaziain modo trasversale in tutti gli ambienti della casa,spesso accompagnato dai toni della terra che percontrasto lo riscaldano e lo mettono in risalto. Ma in

assoluto il must del momento è il “mix and match”,soluzione ideale e spesso economica per gli indecisi.Potremo concederci il lusso di non scegliere e di-vertirci ad accostare tessuti con fantasie diverse,creando un mix di stili e disegni. Potremo finalmentesbizzarrirci ad abbinare cuscini a fiori con divani aquadri, tende a motivi esotici con poltrone rivestitein tessuto optical.

Paura di sbagliare o di eccedere? Esiste untrucco per realizzare un ambiente accogliente e digrande impatto con questo tripudio di fantasie ed èquello di scegliere due o tre tinte base da utilizzarecome filo conduttore per legare tra loro i vari ele-menti. Che preferiate il damascato, il velluto lavo-rato, i tessuti ricamati, le stampe floreali o legeometrie, vestite a festa la vostra casa, mesco-lando elementi tradizionali ad altri più moderni persoddisfare al meglio le vostre esigenze abitative.

a cura di Roberta SimoneArredatrice di Interni

Tende, cuscini, divani&Co: i segreti per rinnovare gli ambienti in poche e semplici mosse

La “rivoluzione” del tessile

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16 febbraio - duemilasedici16

Lo sport come viatico di benessere e sa-lute. Per tutti e per tutte le età. E’ su que-sto assunto, tanto semplice quanto vero,

che il foggiano Leonardo De Meo ha fondato ilsuo sogno chiamato “Rock Fit”: una strutturaaccogliente e confortevole, oltre 700 metriquadri open space dove scoprire benefici evirtù dell’allenamento funzionale. Ovvero ilmodo più semplice e immediato per sentirsibene con sé stessi e con il proprio corpo.“Nella nostra struttura proponiamo un’attivitàfunzionale alla vita di tutti i giorni”, spiega DeMeo. “Ovvero, esercizi che riproducono i movi-menti del quotidiano,e non si lavora su unasingola fascia mu-scolare per volta, masi sollecitano tutte insincrono. Ancora,proponiamo attivitàcostantemente va-riate e ad alte inten-sità per tutti,dall’atleta al neofita,dal bambino all’an-ziano”.

In questo modo, con pochi attrezzi ma uti-lizzati nel modo corretto, è possibile svilupparein breve tempo forza, potenza, esplosività eprecisione. E nel contempo ridisegnare la sil-houette, grazie ad una fisiologica perdita dipeso e ad una attività mirata, che va a definiree rimodellare, sin da subito, le fasce muscolari.“Se si lavora con costanza, i risultati non tar-dano ad arrivare”, spiega De Meo che gestisce“Rock Fit” insieme alla compagna Daria Can-gelli.

LE NOSTRE ATTIVITÀSportivo da sempre, De Meo ha portato a

Foggia il suo bagaglio di esperienzacostruito anche all’estero, in partico-lare negli States, dove ha vissuto peralcuni anni. “A quattro mesi circa dal-l’inaugurazione, Rock Fit sta lavorandogià all’implementazione della strutturae delle offerte proposte, ma semprenell’ottica di una filosofia salutistica esportiva insieme”, tiene a precisare.Nella struttura di via Cariglia, è pre-sente una sala cardio e un’area yoga di200 mq per un benessere completo,che coinvolga sia il corpo che la mente.

“Lo yoga è un percorso che necessita di sco-prire i limiti fisici e mentali, per spingersioltre”, spiega Daria Cangelli. “Questa è un’at-tività che ci permette di apprezzare ciò di cui ècapace il nostro corpo ed allo stesso tempo re-gala ad esso nuove ed infinite possibilità”.

Nel dettaglio, è attivo il corso di yoga ‘SilverAge’, mentre nella zona cardio della strutturaspazio ai percorsi ‘Circuit Trainig’ e ‘PersonalTraining’. Ancora, a breve partiranno anchecorsi di psicomotricità e di avviamento all’atti-vità sportiva per bambini e, per l’estate 2016 èin programma una Summer School di Kite Surf– il Kite Camp - presso una struttura ricettivadi Vieste, con il foggiano Antonio Sereno.

L’allenamento “RockFit” è adatto a tutti:agli atleti che intendono implementare il lorolavoro di base per risultati migliori e a chi in-tende migliorare la postura, rafforzare le fascemuscolari e preservare il proprio corpo da pro-blemi futuri. Che siano adolescenti o anziani.Ma è particolarmente apprezzato dalle donne,quelle più giovani (per il gran lavoro sulla zonaaddome-glutei-gambe) e quelle più in la congli anni perché aiuta loro ad affrontare megliola vita di tutti i giorni e tutti i suoi movimenti.

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In via Cariglia, struttura open space dove scoprire yoga e allenamento funzionale

dove lo sport è SaluteAttività che contribuiscono al benessere di tutti: sportivi, anziani e bambini

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Dottoressa Di Miscio, dopo il successodello scorso anno lei ha organizzato nellasala conferenze della Clinica Nuova SanFrancesco la seconda edizione di “UniversoDonna”. Quali sono gli argomenti cheverranno trattati in questo secondoappuntamento tutto al femminile?

Quest’anno Universo Donna è dedicatoalla prevenzione contro il nemico numerouno delle donne: il tumore al seno. Unproblema troppo spesso sottovalutato e cheinvece, con la prevenzione e la diagnosiprecoce ci consente di limitare i danni diquesta terribile malattia ed evitareconseguenze gravissime per un grandissimonumero di donne. Nel mio intervento,cercherò di spiegare in parole semplici e conl’aiuto dei miei co-relatori scelti tra piùvalenti professionisti del settore,l’importanza di sottoporsi a controlliperiodici anche in età giovanile.

Ma cosa s’intende esattamente per“diagnosi precoce”?

E’ la possibilità, da parte del radiologo

specialista di scoprire l’eventuale presenzadi un carcinoma al seno quando è ancoramolto piccolo e non ha dato alcun segnoevidente della sua presenza. Con la diagnosiprecoce si ha l’opportunità di instauraretempestivamente la terapia idonea adebellare completamente il cancro.

Da che età è consigliabile sottoporsi acontrollo?

Il mio consiglio è di praticare gli

accertamenti diagnostici, anche solo con unesame ecografico, anche molto prima dei 40anni. Superati i 40, consiglio di aggiungeremammografia e visita senologica confrequenza annuale o biennale. Nelle pazienticon “familiarità”, ovvero pazienti che hannoavuto casi di tumore alla mammella infamiglia (madri, sorelle) i controlli debbonoincominciare già intorno ai 25 anni.

Si parla spesso di tumori benigni, comebisogna comportarsi in questi casi?

Non vanno sottovalutati. Bisognamonitorare anche quelli verificando eventualicambiamenti o mutazioni della forma edimensione di una cisti o di un fibroadenoma.

Cosa accade quando lo specialistaevidenzia un sospetto diagnostico?

Si passa subito ad approfondire con altriesami come ad esempio la MX TOMOSINTESIche consente di studiare il seno a strati eche, semplificando il concetto, puòassimilarsi ad una sorta di TAC al seno.Qualora, ad esempio, si evidenzi unanodulazione, con la stessa apparecchiatura

si può effettuare un prelievo bioptico per farel’esame istologico e verificare l’eventualepresenza di cellule neoplastiche.

Ha delle raccomandazioni speciali da farealle nostre lettrici?

Le invito a partecipare al convegno chesarà davvero molto interessante ed esaustivoe in tutti i casi consiglio di sottoporsi aicontrolli quanto prima senza ansie esoprattutto di conservare accuratamentetutti gli esami diagnostici senologici (anchein caso di negatività dell’esame) in modo che,nel confronto con i precedenti, lo specialistasenologo radiologo, raggiunga un elevatogrado di accuratezza diagnosticacomplessiva nell’interesse della stessapaziente.

17febbraio - duemilasedici

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L’importanza della prevenzione nella lotta contro il tumore al seno

Aspettando “Universo Donna”In cantiere la seconda edizione dell’evento in programma presso la sala conferenze della Clinica Nuova San Francesco. Un evento tutto al

femminile che, quest’anno, sarà interamente dedicato alla prevenzione del cancro alla mammella. Durante la giornata di studi, i relatoriporranno particolare attenzione sul ruolo fondamentale della diagnosi precoce che offre l’opportunità di instaurare tempestivamente la

terapia giusta per debellare il cancro. Un appuntamento particolarmente importante sia dal punto di vista divulgativo, che informativo:attraverso le relazioni che si susseguiranno verranno passate informazioni di carattere pratico su come prendersi cura di sé e costruire ilproprio “percorso di prevenzione”. Il punto della dottoressa Giuseppina Di Miscio, radiologa.

Giuseppina Di Miscio

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18 febbraio - duemilasedicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

Le Faggete della ForestaUmbra candidate tra le meravigliedell’Unesco. Un riconoscimentoimportante, per il Gargano e tuttala provincia di Foggia, che po-trebbe divenire presto realtà. Ildossier di candidatura delle Fag-gete vetuste europee, infatti, èstato ufficialmente presentatoall’Unesco dopo la sottoscrizionea Parigi da parte di tutti gli amba-sciatori Unesco in rappresentanzadegli stati membri. Per l’Italia afirmare c’era Vincenza Lomonaco,rappresentante permanente d’Ita-lia dal 2013.

In ballo c’è il processo di rea-lizzazione della rete europea delleforeste vetuste di faggio come pa-trimonio naturale dell’Umanità“Beech Forests – Joint Heritage ofEurope” in cui rientrano anche lefaggete della Foresta Umbra, pol-mone verde del Parco Nazionaledel Gargano.

“E’ una candidatura a cui te-niamo particolarmente e cheadesso è ufficiale a tutti gli ef-fetti”, spiega il presidente del-l’Ente Parco Stefano Pecorella.“Per il Gargano, già premiatodall’Unesco grazie al Santuario diSan Michele a Monte Sant’Angelo,sarebbe una grandissima soddi-sfazione e un’opportunità di pro-mozione in più per un territorioche ha tante altre meraviglie na-turalistiche, paesaggistiche e cul-turali da offrire al visitatore”.

I faggi della Foresta Umbra,per la qualità del clima, riesconoa vivere fino a 300 anni quandol’età media di quest’albero di so-lito non supera la soglia dei 200.Un dato fornito dai ricercatori delDipartimento di Scienze e Tecno-logie per l’Agricoltura, le Foreste,la Natura e l’Energia (DAFNE) del-l’Università degli Studi della Tu-scia di Viterbo, che hanno studiatoanche l’ecosistema boschivo delParco nazionale del Gargano di-mostrando come si sia assistitoad un vero ritorno del bosco: dai40mila ettari registrati nella metàdegli anni ’80 si è passati agli oltre60mila di oggi. Il polmone verdedello sperone d’Italia, dunque, èpiù vivo e rigoglioso che mai. Ed ilsuo valore sarà presto ricono-sciuto in tutto il mondo.

in poche parole

Tesoro del Gargano

Doc da relazione è il nome cheviene attribuito al Disturbo Os-

sessivo Compulsivo nella variantecentrata sulle relazioni sentimentali.Una delle caratteristiche del disturboè rappresentata dal fatto che, chi lovive, non riesce a decodificare i suoisintomi. Infatti è normale che unapersona abbia dubbi sul proprio par-tner o sulla relazione durante un rap-porto sentimentale, fa parte dellanaturale evoluzione del rapporto.

Però, per alcune persone,questi dubbi legittimi diventanomolto forti ed invalidanti e cau-sano profonda angoscia. In questicasi può svilupparsi il Doc da re-lazione. Difficile da individuare,perché le persone tendono a fo-calizzarsi sugli aspetti relazionali,mentre il problema reale è l’aspettoossessivo ed è questo che deve es-sere riconosciuto. Pensando al qua-dro sintomatico di questo disturbobisogna pensare a quanto ognuno dinoi si porti dentro la favola del “veroamore” e di quanto siano forti questicondizionamenti.

Il disturbo in atto se ne servequotidianamente di questa distin-zione tra mondo mentale e mondoreale dove invece le cose stanno in unmodo tutto diverso. A questo punto siincastra la logica del disturbo osses-sivo compulsivo. Il cervello è costan-temente in cerca di eventi a cuiassociare la frase “se questo fossevero amore non avrei dovuto sentirmicosì”.

Uno dei segni più comuni di que-sta difficoltà è l’incapacità di tollerareil minimo segno di incertezza. Il sog-getto deve sapere con certezza cosaè successo, cosa pensa, cosa sente,cosa ha visto. Il non saperlo certa-mente è fonte di ansia. Il pensiero èdicotomico, ossia appena sorge il

dubbio che la relazione possa nonandare bene, subentra il pensieroestremo e la certezza che andrà arotoli (“se non penso tutto il meglio dilui, allora non lo amo voglio la-sciarlo”). Altra importante caratteri-stica è rappresentata dai pensieriossessivi: giorno e notte ci si chiedese quello che si prova è vero amore ono. Sono previste liste di pro e controsu svariati aspetti dell’altra persona

(notare l’aspetto “logico” e “ra-zionale” che prevale sul modospontaneo di vivere la relazione)quali: aspetto fisico, difetti fisici,moralità, capacità sociali, per-sonalità e ancora.. “e se lei nonfosse truccata bene? Se nonprovassi piacere nel vederla? Sesentissi la fitta d’ansia?” Ovvia-

mente la razionalizzazione di questeansie crea angoscia.

È presente il senso di colpa ri-spetto a come ci si dovrebbe sentirerealmente nella relazione, “forse nonlo amo quanto mi ama lui, sono orri-bile”, misto a dubbi ossessivi continuied incessanti: “mi attrae o lo vedo

brutto”, “lo amo o non sento niente”sono tutti dubbi classici ai quali vienedato continuamente una risposta cheviene poi smentita alla prima sensa-zione “reale”, per poi essere nuova-mente messa in dubbio.

Compaiono nel disturbo aspettirazionali sulle sensazioni fisiche edemotive (che in generale giaccionosotto uno strato soffocante e perdu-rante di ansia). Il supporto dello psi-cologo è importante per essereaccompagnati in un viaggio attra-verso le emozioni in grado di spe-gnere con un “interruttore” laproduzione dei pensieri (che invecevengono rinforzati cercando di pen-sare ancora di più a come risolvere ilproblema) e giungere alla rispostache rende in assoluto più felici.

Incapacità di tollerare i segni di incertezza del partner:quando l’insicurezza dei sentimenti diventa patologia

Disturbo ossessivo compulsivo da relazionePSICOLOGIA DI INES PANESSAPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Abbiamo spesso sentito affermareche gli uomini vengono da Marte e

le donne da Venere, per sottintenderele molteplici differenze che rendonodifficoltosi i rapporti tra i due sessi eche coinvolgono contemporaneamentesia la sfera affettiva che sessuale. Re-lativamente all’ambito dei rapporti ses-suali in realtà le differenze non sono poicosì numerose come si pensa. Il rap-porto sessuale si può idealmente sud-dividere in 4 fasi, che peròappartengono ad un unico momentoindivisibile: eccitamento, plateau, orga-smo e risoluzione. Tutte le fasi hannodurata variabile da persona a personae non hanno qualità specifiche e co-stanti, neppure per la stessa personanei suoi diversi rapporti sessuali.

L’eccitazione sessuale, nella donnacome nell’uomo, si esprime a tre livelli:cerebrale e coordina le risposte ses-suale, neurochimica e vascolare; peri-ferico, che include l’aumento dellasalivazione, la vasodilatazione cutanea,che concorre al senso di calore e di ec-citazione generale; genitale, con vaso-

dilatazione e congestione genitale etraduce il desiderio e l’eccitazionementale in lubrificazione vaginale.

L’eccitazione sessuale femminile èmultifattoriale e comprende fattori bio-logici, la storia personale, l’educazionesessuale ricevuta, eventuali fattoritraumatici (molestie e/o abusi), l’im-magine corporea, i livelli di autostimae di fiducia nella propria desiderabilità;la qualità dell’attrazione di coppia, del-l’intimità fisica ed emotiva, i livelli diconflittualità o di intesa, nonché lacompetenza sessuale e sensuale del/lapartner sono fattori essenziali; cuivanno aggiunti i fattori correlati al con-testo familiare e/o professionale, tra iquali è critico lo stress cronico.

Successivamente alla fase di ecci-tamento, si entra nella fase di plateau,preliminare all’orgasmo, caratterizzatada una stabile ed elevata tensione ses-suale che porta a due eventi fisiologicigeneralizzati: una diffusa vasodilata-zione e congestione superficiale e pro-fonda ed un aumento generalizzatodella tensione muscolare.

L’orgasmo è un’espe-rienza squisitamente soggettiva, che siaccompagna ad un variabile grado dipiacere e ad una perdita graduale dellacoscienza di sé, può essere attivato dastimoli fisici e mentali.

Se l’atto sessuale giunge a termine,dopo l’orgasmo si ha una rapida decon-gestione vascolare ed una scarica dellatensione sessuale (fase di risoluzione).Appare subito una prima differenza si-gnificativa in questa fase di rilassa-mento: nell’uomo, dopo l’orgasmo,intercorre un “periodo refrattario”, du-rante il quale, nonostante una continuaed efficace stimolazione sessuale, nonè possibile ottenere un ulteriore orga-smo. Nella donna non si verifica taleinibizione: è virtualmente disponibile apiù orgasmi consecutivi (“orgasmomultiplo”).

Alla ripartizione in quattro fasi,dopo trent’anni, è stata aggiunta unaquinta fase: il desiderio.

Il desiderio fisico e la motivazionesono considerate le due forze più po-tenti che nutrono il desiderio sessuale.

E qui casca l’asino! La maggior partedei problemi di coppia nella sfera ses-suale si individua nella differente per-cezione tra uomo e donna deldesiderio, ma anche nei tempi di attua-zione delle varie fasi del ciclo sessuale.Negli uomini queste prime due fasisono molto più brevi rispetto i tempifemminili e creano un divario tra i duesessi che spesso è all’origine di incom-prensioni, malumori ed equivoci, chepossono compromettere l’intimità dicoppia se non si comprende questa dif-ferenza. La donna necessita di una pre-cedente fase di rilassamento che leconsente di accantonare momenta-neamente lo stress cronico, provocatodalle innumerevoli incombenze, la fasesuccessiva deve essere evocata innan-zitutto a livello mentale, affinché que-sto si realizzi è necessario ritagliarsicostantemente degli spazi e tempi de-dicati esclusivamente alla coppia... E seè vero che l’appetito vien mangiando,una regolare e costante attività ses-suale contribuisce in buona percen-tuale al benessere della vita di coppia.

L’eccitazione sessuale femminile è multifattoriale

Molti problemi di coppia derivano dalla differente percezione del desiderio

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L’ossessione di non amare abbastanza

A proposito di orgasmo...

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19febbraio - duemilasedicirubriche rubriche rubriche rubriche rubriche

in poche parole

Sedici anestesisti, quindici me-dici di Pronto Soccorso, sei di Me-dicina Interna, trenta infermieri,oltre ad altre numerose figure pro-fessionali tra cui, neurologi, neu-ropsichiatri, tecnici dellaprevenzione, operatori tecnici ad-detti all’assistenza. È con l’assun-zione di queste figure professionaliche la Asl Foggia amplierà le dota-zioni organiche grazie agli oltre se-dici milioni di euro di finanziamentoappena ottenuti per le assunzioniin deroga.

Lo annuncia il Direttore Gene-rale Vito Piazzolla: “Punteremo adassumere professionalità elevateche qualificheranno ulteriormentele dotazioni organiche”. Gli inter-venti prioritari nella programma-zione a breve e lunga scadenzadella Direzione Generale si muo-vono però su più fronti e coinvol-gono, in particolare, l’assistenzadistrettuale. Tra le priorità, l’attiva-zione della telemedicina e dell’as-sistenza domiciliare integrata (ADI)sui Monti Dauni e l’ampliamentodella rete dell’emergenza-urgenza.

“È nostra intenzione aumen-tare la permanenza dell’eliambu-lanza a Vieste nei mesi estivi eposizionarne un altro tra San Se-vero e Lucera, in modo da coprirel’area dei Monti Dauni. E ancora, ri-qualificare, con interventi struttu-rali e ammodernamentitecnologici, i servizi territoriali. Lofaremo grazie agli ottanta milioni dieuro di finanziamenti FESR che ab-biamo appena ottenuto, ma ancheattraverso una razionalizzazionedelle risorse ed una riduzione deglisprechi, a partire dai fitti chel’Azienda paga e che intendiamoazzerare entro i prossimi tre anni”.

Nonostante tutti i vincoli legi-slativi (dal programma Operativoche impone un riordino ospeda-liero, alla Direttiva europea chestabilisce regole rigide sulla orga-nizzazione dei turni, sino al Decreto70 del 2015 che fissa il rapporto traposti letto e abitanti a ‘tre per mille’e all’ultima Legge di Stabilità per laquale, se l’assistenza ospedalieranon raggiunge il pareggio di bilan-cio, l’Azienda Sanitaria va in Pianodi rientro) Piazzolla ha assicuratoche si farà portavoce in Regionedelle istanze ricevute da tutto il ter-ritorio rivendicando le specificità diCapitanata, a partire dalla vastità epeculiarità orografica.

Più mediciin corsia

Il reflusso gastroesofageo (RGE) è ilpassaggio di contenuto gastrico nel-

l’esofago con o senza rigurgito o vo-mito. E’ un processo normale cheavviene più volte al giorno nei lattantisani, nei bambini e negli adulti. La granparte degli episodi dura meno di 3 mi-nuti, si verificano nel periodo postpran-diale e non causano sintomi. Il GERD(Malattia da reflusso gastroesofageo) siverifica invece quando il reflusso dicontenuto gastrico causa disturbo, sin-tomi o complicanze. Nei lattanti e neibambini non ci sono sintomi tipici diGERD. Nei più grandi e negli adole-scenti, come negli adulti, l’anamnesi ela visita sono sufficienti a fare diagnosidi GERD se i sintomi sono tipici. UtilePH metria, se c’è esofagite ePH metria normale è possibile pen-sare ad una diagnosi alternativa, pervalutare la terapia antisecretoria, percorrelare i sintomi agli episodi di re-flusso anche rispetto ai sintomi respi-ratori. L’esofagogastroduodenoscopiaè utile per documentare le erosioniesofagee, indicative di GER.

Trattamento: modificazioni dellostile di vita del lattante, trial con idroli-sato proteico per 2 4 settimane. L’uti-lizzo di latte con formula addensata hapoco senso e la posizione prona du-rante il sonno aumenta in misura inac-cettabile il rischio di SIDS (morte inculla). Modificazioni dello stile di vitadel bambino adolescente, negli obesiutile non fare pasti abbondanti o tardila sera e posizione sollevata della te-stata del letto.

Terapia chirurgica: in pazienti sele-zionati, fallimento della terapia me-dica, dipendenza di lungo terminedalla terapia, non compliance, aspi-razione nelle vie aeree. I bambinicon sintomi respiratori GERD di-pendenti sono candidati alla terapiachirurgica se la medica fallisce. Ibambini con fattori predisponenti alGERD hanno una più alta morbilitàpost intervento. Prima di ricorrerealla chirurgia è necessario che la dia-gnosi sia ben definita.

Valutazione del bambino con so-spetto GERD: per i lattanti con rigurgito

ricorrente non complicato sono gene-ralmente sufficienti la storia e la visitaper farne una diagnosi. Nei lattanti convomito ricorrente e scarsa crescita è unGER non fisiologico. Gli accertamentiiniziali sono storia dietetica, esameurine, emocromo, elettroliti, azotemia,creatinina. E’ proponibile un trial di duesettimane di una formula idrolisata abase di aminoacidi, incremento calo-rico o di densità della dieta.

Lattanti con pianto o comporta-mento disturbato: Il GER non è causa

abituale di questi sin-tomi, ma IVU, stipsi,patologie neurologiche.Se il disturbo persiste,prendere in considera-zione PH metria eendoscopia.

Bambini di oltre 18mesi con rigurgito o

vomito abituale: dopo i 18 mesi, la per-sistenza di rigurgiti e vomiti è meno co-mune che nel lattante. E’ possibiledipenda da GERD e si raccomanda co-munque di escludere diagnosi alterna-

tive. Possibili indagini includono EGDS,pH impedenzometria, Rx prime viedigerenti.

Iperattività delle vie aeree: solo tregruppi di pazienti con asma e pirosi,asma notturno, asma cortisone di-pendente difficile da controllare pos-sono avere beneficio da un trattamentoantiacido a lungo termine o chirurgiaantireflusso. Utile prima di iniziare iltrattamento avere una pH metriaanche se il suo valore predittivo è mo-desto. Polmoniti ricorrenti e malattiainterstiziale polmonare possono esserconseguenza di inalazione da GER;nessun test può stabilire se il GER è re-sponsabile delle polmoniti. Unaph metria patologica aumenta lapossibilità ma non costituisce la prova.

Erosioni dentali. Il rapporto con ilGERD è provato. I bambini con pato-logie neurologiche sono a rischio piùelevato.

E’ un processo normale nei lattanti sani, bambini e adultiIl GERD si verifica invece quando il reflusso causa disturbo

CHIRURGO PEDIATRICO DI MARIA NOBILIPer i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115

Saldi: tutti hanno diritto di poter fareacquisti a prezzi più convenienti e

tale diritto è adeguatamente tutelatodalla legislazione statale e regionalecontro il rischio di eventuali frodi oabusi. Le vendite di fine stagione o asaldo possono essere effettuate sol-tanto in determinati periodi dell’anno edi durata limitata prestabiliti dalle Re-gioni: in Puglia sono iniziate a partiredal 3 gennaio 2016.

Esse però non possono svolgersiarbitrariamente: i negozianti sono te-nuti infatti a rispettare le precise regolecontenute nel D. Lgs. n. 114/ 1998 e nelCodice del Consumo contenente parti-colari garanzie in favore dei consuma-tori.

Prima di conoscere quali sono taliregole occorre prestare attenzione allanatura dei prodotti su cui ci si aspettauno sconto sul prezzo di acquisto: isaldi non riguardano tutti i prodotti de-stinati alla vendita ma soltanto i pro-dotti “di carattere stagionale o di modasuscettibili di un notevole deprezza-mento se non vengono venduti entro uncerto periodo di tempo”. Non deve per-tanto stupire la presenza, tra gli scaffalidel negozio preferito, di merce esclusa

dai saldi sulla quale il prezzo di venditanon subisce alcuna decurtazione. Lemerci offerte a prezzo di saldo devonoessere però separate in modo chiaroed inequivocabile da quelle che sianocontemporaneamente poste in venditaalle condizioni normali. Le vendite asaldo non sono altresì obbligatorie peri negozianti ma quelli che decidono dipraticarle devono darne comunica-zione al Comune ove è ubicata la loroattività commerciale almeno cinquegiorni prima di darvi inizio.

La legge regionale n. 27/2000 dellaregione Puglia ha precisato che og-getto di saldo possono essere generi divestiario e abbigliamento in genere, gliaccessori dell’abbigliamento e la bian-cheria intima, le calzature, le pellette-rie, gli articoli di valigeria e da viaggio,gli articoli sportivi, gli articoli di elettro-nica. I prodotti in saldo sono caratteriz-zati dallo sconto applicato dalrivenditore sul prezzo normale di ven-dita. Lo sconto applicato deve essereespresso in percentuale su ogni pro-

dotto di cui deve necessariamente es-sere indicato anche il prezzo originario:il negoziante non potrà chiedere unprezzo diverso da quello dichiarato con

lo sconto. Le modalità di pagamentocui l’acquirente può giovarsi devono es-sere le stesse di quelle normalmentepraticate dal negoziante.

Se il negoziante è obbligato allachiarezza ed alla precisione nell’indi-cazione dei prezzi al fine di esternarel’entità del risparmio garantito al po-tenziale acquirente è bene fare atten-

zione al fatto che lo stesso negoziantenon è tenuto al cambio del prodottovenduto a meno che detto prodotto nonsia affetto da vizi o difetti non conosci-bili dall’acquirente al momento dell’ac-quisto. Nelle vendite in saldo infatti ilrisparmio ottenuto sul prezzo normaledi vendita non è connesso alla venditadi un prodotto difettoso: in tal caso, masolo entro due anni dall’acquisto e supresentazione dello scontrino, il nego-ziante è obbligato a sostituire il pro-dotto difettoso ovvero a ripararlo senzaulteriori spese a carico dell’acquirentea scelta dell’acquirente stesso. Se la ri-parazione e la sostituzione del prodottoacquistato sono impossibili o eccessi-vamente onerose per il venditore ov-vero proprio il venditore non vi haprovveduto entro un congruo terminel’acquirente può scegliere di tenere ilprodotto difettoso richiedendo una ul-teriore riduzione del prezzo di venditao addirittura può rifiutare il prodotto di-fettoso esigendo l’integrale restituzionedel prezzo già pagato per l’acquisto.

Non riguardano tutti i prodotti destinati alla vendita

Lo sconto applicato deve essere espresso in percentualeIl negoziante è obbligato a sostituire il prodotto se difettoso

Guida al consumatore

Indagini, cure e trattamenti in età pediatrica

Il reflusso gastroesofageo

AVVOCATO Per i vostri quesiti: [email protected] - Tel. 0881.728115 DI DANIELA MURANO

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20 febbraio - duemilasedici

La Fidapa raddoppia. E la secondasezione cittadina “Foggia Capita-nata” nasce sotto i migliori au-

spici e la “buona stella” di tante amichee amici - talenti e intelletti indiscussidella città - che non hanno fatto man-care il loro saluto, il loro personale ‘inbocca al lupo’. La squadra di lavorodella neonata sezione della Federa-zione Italiana Donne Arti ProfessioniAffari è stata presentata ufficialmente:presidente del gruppo è Angela Fiore,sua vice è Patrizia Lusi. Ma sono tantele donne a far parte di questa “famiglia”

- che in tutto il territorio nazionaleconta 11.000 socie, in 300 sezioni - fattadi idee, energie e progetti per la città,tenendo sempre presente lo scopodella Fidapa, che è quello di promuo-vere e sostenere le iniziative delledonne che operano nel campo delleArti, delle Professioni e degli Affari.

A tenere a battesimo il nuovogruppo di lavoro, è stata Pia Petrucci,Presidente nazionale della Fidapa. Conlei, anche la presidente del DistrettoSud-Est Fiammetta Perrone e la Presi-dente della sezione madrina di Terlizzi,

Benedetta Giurato.Il tema nazionale di questo biennio

di lavoro sarà “I talenti delle donne: unarisorsa per lo sviluppo sociale,economico e politico del nostro paese”e sarà sviluppato con la vice presidentedella Sezione “Foggia Capitanata” el’interfaccia delle vicepresidentenazionale e distrettuale.

La presidente Angela Maria Fioresvilupperà invece il temainternazionale: “Making a differencethrouh leadership and action”, ovvero“Fare la differenza attraverso la

leadership e l’azione”. L’argomento èvasto e complesso e soprattutto ècaratterizzato da una molteplicità diaspetti.

“Nella road map, ci impegneremoper sensibilizzare l’adozione dei principidi enpowerment delle donne;promuovere dibattiti sull’eliminazionedelle disparità di genere a tutti i livelli;organizzare azioni per assicurare ilDiritto alla Salute, in particolare,sull’Umanizzazione delle cure, sullaMedicina di Genere, sul pieno dirittoalle donne disabili; per non abbassarela guardia sul devastante fenomenodella violenza sulle donne e delfemminicidio; continuare a promuoverela green economy, cioè l’economiaverde, l’economia ecologica;promuovere il percorso sullaleadership rivolto alle donne chevogliono migliorare la loro posizione”,spiega Angela Fiore.

L’impegno sarò tutto concentratosulla leadership femminile: “Sviluppareil talento femminile è essenziale per farfronte alle sfide del ventunesimosecolo. Per fare la differenza attraverso

la leadership e l’azione occorre lapresenza delle donne in ogni settoredella vita pubblica ed economica. In talsenso, sono stati fatti passi in avantisostanziali, ma ancora non si èrealizzata la piena uguaglianza e le pariopportunità. Una condivisioneequilibrata delle responsabilitàmigliorerà la qualità della vita di tuttala popolazione”. Le ‘fidapine’promettono grandi cose: si rimboccanole maniche e scendono in campo.

Angela Dalicco

L’etimologia dell’aggettivo “fem-minile” è legata all’atto del pro-durre, creare, generare: proprio

questo è, in sintesi, il senso stesso delnuovo progetto avviato, a Biccari, suiMonti Dauni. Ovvero, il Laboratorio perla progettazione e lo sviluppo di im-prese al femminile.

L’iniziativa, promossa dalComune di Biccari, è total-mente gratuita e rivolta a tuttele donne residenti nel paese. Adar forma a questa idea ci hapensato la cooperativa “PattoConsulting Impresa Sociale”,nella persona di Barbara Tor-raco (in foto), amministratore unicodell’impresa e docente del corso.

La “Patto Consulting Impresa So-ciale” è una cooperativa sociale, inte-

ramente al femminile, costi-tuita da cinque socie; il valoreaggiunto di essere “impresasociale” sta nel dimostrare cheè possibile produrre servizi adalto contenuto etico e relazio-nale, nel produrre ricadute po-

sitive per lacomunità e nell’ope-rare per la promo-zione dello sviluppolocale.

“La filosofia del labora-torio – ci spiega la docente– è quella di mettere afuoco le idee delle parteci-

panti, selezionarne le migliori e finan-ziarle grazie al sostegno del Comunedi Biccari, in modo da trasformare,come per magia, i sogni di queste

donne in realtà. Il supporto che ilcorso si propone di offrire è duplice:garantire un percorso formativo allecorsiste ed indirizzarle verso eventualisbocchi lavorativi. Si è deciso, concor-demente con l’Amministrazione, dipartire dai reali bisogni delle parteci-panti, invitandole a presentare le pro-

prie idee progetto, per poi de-cretare infine se realizzarletutte o sceglierne solo alcune,che vedranno la compartecipa-zione di più corsiste.” Durantela prima giornata di corso èstata fornita alle partecipantiuna scheda per esporre la pro-pria idea-progetto, su cui si di-scorrerà nelle lezioni seguenti.Il gruppo classe è costituito dacirca venti ragazze. Disparata è

la composizione del gruppo classe:dall’avvocato, all’estetista, alla signorache intende aprire un B&B e deliziaregli ospiti con le sue marmellate fattea casa; univoco è, invece, l’entusiasmoche contraddistingue queste “neo-im-prenditrici”, che si sentono motivate evolenterose nel proporre le proprie

idee, fiduciose che queste un giorno siconcretizzeranno. Non meno entusia-sta è il sindaco del paese, GianfilippoMignogna, che dalle donne biccaresisi aspetta “idee meravigliose, pas-sione e tanta voglia di fare”, quella cheda sempre caratterizza le donne, im-prenditrici di sé stesse. Il progetto,inoltre, si mostra attento alle esigenzeed ai fabbisogni dell’imprenditoriafemminile sul territorio, creando mo-dalità apposite per conciliare lavoro evita familiare. Durante il laboratoriosaranno costantemente forniti allepartecipanti stimoli per la creazione diservizi su misura per le donne crea-trici d’impresa, al fine di inserire ar-monicamente queste iniziative nelprocesso di crescita economica locale.

Leonarda Girardi

Variegato il gruppo: dall’avvocato all’estetista, alla casalinga che sogna il B&BUna iniziativa gratuita e attenta ai tempi della conciliazione lavoro/famiglia

Sui Monti Dauni le donne fanno impresa

Sotto la buona stella della FidapaNasce la sezione cittadina “Foggia Capitanata”, guidata da Angela Fiore

I talenti della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari Insieme per fare la differenza attraverso la leadership femminile

A Biccari un laboratorio per la progettazione di imprese al femminile

Angela Maria Fiore PresidentePatrizia Lusi Vice Presidente

Angela Dalicco TesorieraRita Maselli Segretaria

Imma Panettieri RevisoreDaniela Paolella Revisore

Samantha Mancini Revisore

Tiziana Celeste ConsiglieraDaniela D’elia Consigliera

Antonella Salerno ConsiglieraValletta Silvia Consigliera

Antonietta Colasanto SociaGiuseppina Bisceglia Socia

Rosalia Pignatiello Socia

Giusy Cappa Rappresentante Young

L’ORGANIGRAMMA

Comitato di PresidenzaFidapa Sezione

“Foggia Capitanata”

La Sezione Fidapa “Foggia Capitanata”

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21febbraio - duemilasedici

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2222 febbraio - duemilasedici

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23febbraio - duemilasedici 23

Un ospedale a misura di donna.Lo confermano i “bollini rosa” - bentre, ovvero l’eccellenza - assegnatidall’Osservatorio nazionale sulla sa-lute della donna, che ha riconosciutoe premiato l’impegno dell’ospedalevoluto da Padre Pio nei confronti dellepatologie femminili. Si tratta di unadelle massime certificazioni di qualitàper l’ospedale Casa Sollievo dellaSofferenza di San Giovanni Rotondo,che incassa il riconoscimento per ilbiennio 2016/2017, unica struttura inPuglia a fare l’en plein.

Tre i criteri di valutazione con cui

sono stati giudicati gli ospedali candi-dati vi è la presenza, all’interno dellearee specialistiche di maggior rilievoclinico ed epidemiologico, di servizi ri-volti alla popolazione femminile, ap-propriatezza dei percorsidiagnostico-terapeutici, a garanzia diun approccio alla patologia in rela-zione alle esigenze della donna, e of-ferta di prestazioni aggiuntive legateall’accoglienza in ospedale e allapresa in carico della paziente.

Tra le novità del nuovo bando, unasezione dedicata alla prevenzione on-cologica, al fine di valutare i servizi of-

ferti dagli ospedali per la diagnosiprecoce delle principali patologie on-cologiche di interesse femminile. In-fine, per quanto concerne laneurologia, sono stati valutati servizidedicati alla malattia di Parkinson eall’Ictus, in quanto patologie che ne-cessitano di percorsi diagnostico-te-rapeutici e di follow-up altamentespecializzati.

“La medicina di genere e nellospecifico le patologie femminili – haspiegato Gabriella De Vincentis, me-dico responsabile dell’unità Organiz-zazione, Logistica Sanitaria e

Accreditamento Istituzionale del-l’IRCCS Casa Sollievo della Soffe-renza - rivestono per noi una grandeimportanza perché circoscrivono ununiverso differente, che necessita diun approccio che tenga conto nonsolo di una specificità anatomica, mabiologica, funzionale, psicologica eculturale. Prendersi cura delle donne,prestando attenzione alle diverse fasidi vita, con percorsi studiati e dedicatidi assistenza, cura e accoglienza, vuoldire anche prendersi cura della suafamiglia e dei suoi cari, con notevoliricadute sociali e culturali”.

Sanità a misura di donnaTre “bollini rosa” per il biennio 2016/2017

Premiato l’impegno per le patologie femminili

La notizia è rimbalzata subito dalweb alla carta stampata, alla velo-cità dei social, per un caso più

unico che raro:due unità di san-gue prelevate daaltrettanti cor-doni ombelicaliprovenienti dadue parti effet-tuati dalla stessadonna, a tre annidi distanza l’unodall’altro, e con identico patrimonio ge-netico. Entrambi risultati perfettamentecompatibili con un paziente statunitensein attesa di trapianto di midollo o di cel-lule staminali emopoietiche.

Sono le unità di sangue custoditenella Banca Cordonale della RegionePuglia, gestita dall’ospedale Casa Sol-lievo della Sofferenza, partite da SanGiovanni Rotondo per raggiungere unaclinica di Chicago negli Stati Unitid’America. Una donazione eccezionaleper la struttura -, centro di raccolta inPuglia e punto di riferimento in Italia enel mondo per la cura delle malattie del

sangue - che fa da collettore delle dona-zioni di sangue placentare provenientidai 14 ospedali pugliesi abilitati. Il suo

patrimonio è im-portantissimo euna parte di essoè giunto ancheoltre oceano,nella città dell’Il-linois.

IL CASO EC-CEZIONALE. Duedistinte dona-

zioni di una mamma che diede alla lucedue bambini, uno nel 2011 e uno nel2014, e che in entrambe le oc-casioni ha scelto di donare ilsangue cordonale. Queste duedonazioni, esposte nel registrointernazionale, sono risultatepienamente compatibili con unpaziente americano in attesa ditrapianto. “Si tratta di un raris-simo caso di compatibilità ge-netica al 100% sia tra le dueunità che provengono dallastessa mamma in due parti dif-ferenti, e sia tra le due unità e lo

stesso paziente americano”, ha spiegatoa Lazzaro di Mauro, direttore dellaBanca Cordonale e medico responsabiledell’Unità di Medicina trasfusionale e la-boratorio analisi cliniche dell’IRCCSCasa Sollievo della Sofferenza. “La cir-costanza è resa ancora più straordinariase si considera che solo il 10% delleunità donate è idoneo a essere conser-vato ed esposto nel registro internazio-nale, a disposizione di tutti gli ospedalidel mondo”.

L’ATTIVITA’. In 9 anni salgono a 14 leunità sangue cordonale cedute agliospedali di tutto il mondo: Regno Unito,Stati Uniti, Italia, Francia, Olanda, Dani-marca e Israele. Ad oggi, nella bancaospitata nell’Ospedale di San Pio sonostate raccolte 14.600 unità, di cui 1.700bancate. Il sangue cordonale è ricchis-simo di cellule staminali emopoietiche,utilizzabili a scopo di trapianto come te-rapia salvavita. La sopravvivenza di moltipazienti affetti da alcune patologie onco-

logiche, ematologiche, immunologichee dismetaboliche dell’infanzia e dell’etàadulta, a volte rare e gravissime, di-pende dalla possibilità di effettuare untrapianto di cellule staminali. Per i pa-zienti che non hanno un donatore fami-liare compatibile, il sangue cordonaledonato può rappresentare un’efficacealternativa.

LA “BANCA”. Presente nel labora-torio, raccoglie, analizza e banca, tuttele unità di sangue provenienti dai 14ospedali pugliesi abilitati. Le donazionesono esclusivamente di tipo allogenico-solidaristiche, cioè rivolte a chiunque nelmondo ne possa aver bisogno, anonimee gratuite. Sono consentite anche dona-zione dedicate, riservate al nascituro,solo nei casi in cui il neonato o un con-sanguineo abbiano una patologia, in attoal momento della raccolta, per la qualerisulti scientificamente fondato e clini-camente appropriato l’utilizzo di cellulestaminali da sangue cordonale. É con-

sentita anche la conservazione di san-gue da cordone per uso dedicato nelcaso di famiglie ad alto rischio di avereulteriori figli affetti da malattie geneti-camente determinate, per le quali ri-sulti scientificamente fondato eclinicamente appropriato l’utilizzo dicellule staminali da cordone. Donare ilsangue contenuto nel cordone ombe-licale durante il parto è una praticasemplice e sicura che non comportaalcun rischio né per la mamma né peril nascituro.

Banca Cordonale, un ‘patrimonio’ mondiale

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileMaria Grazia Frisaldi

Direzione commercialeAngela Dalicco

In redazioneMariangela MarianiDalila CampanileLeonarda GirardiCarmen La GattaFrancesca Di Gioia

Rubrichedott.ssa Maria Nobilidott.ssa Tiziana Celestedott.ssa Ines Panessa avv. Daniela Murano

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Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Da San Giovanni Rotondo a Chigago, la speranza in un viaggio:il sangue cordonale è ricco di cellule staminali emopoietiche,

utilizzabili a scopo di trapianto come “terapia salvavita”

sanità in rosadi Maria Grazia Frisaldi

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24 febbraio - duemilasedici