- 1. Baruch Spinoza A cura di Stefano Ulliana
2. Panoramica
3. 2. Il sistema spinoziano in generale. 4. 3. La necessaria
purificazione dell'intelletto. 5. 4. Il panteismo spinoziano. 6. 5.
L'etica. 7. 6. I generi della conoscenza. 8. 7. Lo Stato, la
religione, la libert. 9. 1. Vita ed opere.
- Baruch Spinoza(1632 1677 d.C.) fu sin da giovane un
pensatoreoriginale. Di origine ebraica, pag il proprio coraggio
intellettuale con una scomunica ed un tentativo di omicidio. Per
riuscire a sopravvivere si adatt al mestiere di molatore di lenti,
rifiutando successivamente una cattedra universitaria ad
Heidelberg, per poter conservare intatta la propria libert di
pensiero. La sua prima opera fu ilTrattato su Dio, l'uomo e la sua
felicit(1660).
10.
- Interessato alla filosofia cartesiana, prima scrive un trattato
nel quale riscrive le proprie regole del metodo ilTractatus de
intellectus emendatione(1662 d.C.) - poi compone per un suo scolaro
un compendio deiPrincipi di filosofia , intitolandoloPrincipi di
filosofia cartesiana . Lo integra alla fine con una serie di
osservazioni critiche personali, iPensieri metafisici(1663 d.C.) .
Nell'Olanda delle lotte politico-religiose scrive ilTractatus
teologico-politicus(1670 d.C.), suscitando a causa della sua
affermazione della libert di pensiero e di espressione - le ire e
le rimostranze sia dei cattolici, che dei protestanti calvinisti.
Qualche anno dopo scrive un altroTractatus Politicus(1675-1676
d.C.). Ma l'opera che lo consacra pensatore eccelso l' Ethica,
ordine geometrico demonstrata(1677). Restano di lui una serie
diLettere , che testimoniano delle proprie relazioni intellettuali
con i dotti del tempo.
11. 2. Il sistema spinoziano.
- L'originalit del pensiero di Spinoza totale. Il suo un pensiero
critico: egli sottopone ad un palese e voluto rovesciamento i
contenuti e le impostazioni della tradizione giudaico-cristiana
(sia cattolica, che protestante), insieme all'architrave ideologico
che ne fa da orizzonte e nervatura principale, la tradizione
neo-platonico-aristotelica dell'Uno superiore, necessario e
d'ordine. Giordano Bruno aveva definito la propria struttura
speculativa attorno al principio creativo e doppiamente dialettico
dell'infinito. Aveva distinto e poi ricompattato l'aspetto
materiale e formale della sensibilit e dell'immaginazione, del
desiderio e della volont. Aveva unito materia ed intelletto in
unoSpiritovivo, che muoveva i due termini della libert e
dell'eguaglianza infinite. Spinoza accetta da subito
l'identificazione di materia ed intelletto, proponendo una materia
intellettuale totale, immediata e globale. Critico come vedremo
della soggettivit dell'immaginazione, Spinoza pare volerne
neutralizzare in anticipo le virt e le potenze creative.
12.
- In questo modo apre l'orizzonte di una ragione necessaria, che
toglie ogni caratterizzazione dialettica ed ogni significazione
creativa al suo sistema speculativo. Influenzato dalla cosa in s
materiale hobbesiana successivamente schematizzata dai plurimi
interventi dell'immaginazione soggettiva e dallo spirito razionale
cartesiano, Spinoza intende subito, immediatamente e totalmente
lasostanza , ilDeus sive Natura . Questa intuizione intellettuale
viene portata allo scoperto diventando chiara e distinta non appena
le modalit e le strutture della conoscenza umana subiscano un
necessario processo di purificazione, che ne elimini le
sovrapposizioni indebite e le conseguenti incrostazioni.
Il testo della scomunica di Spinoza. 13. 3. La purificazione
dell'intelletto.
- Le sovrapposizioni e le incrostazioni illusorie e fantastiche
che la sensibilit e l'immaginazione umana pongono sulla realt
possono essere dissolte e la vera ed autentica realt venire
discoperta, per un bene autentico qualora l'intelletto e la ragione
vengano purificati da tutto ci che genera unadeterminazione
estrinseca , superficiale e non profonda ed autentica, senza un
vero e reale movente per l'azione dell'uomo. Questa infatti si
sovrappone ed inganna l'animo dell'uomo, proiettandolo verso scopi
irrazionali, insoddisfacenti ed infelici.
14.
- Ma per togliere od impedirea prioriche una tale determinazione
estrinseca si fissi nell'animo e nella mente dell'uomo e che
funzioni nel suo schematismo apparentemente razionale che una causa
sussista superiormente e dal di fuori e penetri la materia, dopo
averla creata, per poterla ordinare e finalizzare secondo scopi
superiori e perfetti allora bisogna ed necessario fare in modo che
l'espressione sensibile non si tramuti e capovolga inerendo ed
implicando un concetto (anti-platonismo). In questo modo la
presupposizione di una relazione sbilanciata di implicazione viene
sostituita da una relazione obiettiva e stabile, in questo senso
ineliminabile o necessaria. Una relazione che triangoli ogni
fenomeno apparente alla sua vera e reale origine e causa. Quindi
non una relazione scientifica e deduttiva una relazione causale di
tipo transitivo ma una relazione necessaria con l'originario, che
sia esplicativa e dia modo di mostrare l'aperta induzione dei fatti
e dei fenomeni.
15.
- questa apertura che consente all'uomo di riscoprire nella
immagine della realt e in se stesso l'infinito stabile, eterno.
Questa relazione necessaria nella sua triangolazione riscopre
dunque l'originario: una relazione che pare ricadere su se stessa
sino al proprio punto fontale ed originario (Dio), per riesplodere
poi apparentemente nel fenomeno di se stessa (Natura).dunque
l'orizzonte di universalit a costituire quell'apparenza di divinit
del tutto (panteismo), che valecome equiparazione ed indifferenza
di ogni cosa rispetto al divino. Tolta l'immagine della causa e
della libert infinita, come pure del fine e dell'eguaglianza
infinita (dell'ideale reale), Spinoza lascia in campo la visione di
una globalit nella quale eguaglianza e libert si fondono e si
confondono, nell'originario atto e potenza dell'essere pensante
divino (parmenidismo, aristotelismo).solo in questo modo, finale,
che l'intelletto si appuntisce ad intuizione intellettuale,
ripristinando la propria capacit e potenza di comprensione teorica.
Per riflesso la ragione stessa avr qui la propria apoteosi
estatica.
16. 4. Il panteismo spinoziano.
- La posizione ontologica delineata dalTractatus de intellectus
emendationeviene ripresa, sistematizzata ed ordinata nell' Ethica,
ordine geometrico demonstrata . Qui Spinoza utilizza un metodo
apparente di tipo deduttivo, che parte dalla definizione di alcuni
termini essenziali ed, utilizzando degli opportuni assiomi, giunge
ad adeguate dimostrazioni, corollari e scolii. In realt oltre e
proprio contro l'apparenza deduttiva Spinoza intende risolvere
proprio quell'opposizione fra orizzonte infinito e disposizione
finita, che caratterizzazione fondante ed essenziale del metodo
reale ed astratto, ipotetico-deduttivo e linguistico (anche
scritturale) di tradizione neoplatonico-aristotelica. Lo fa
attraverso l'affermazione, immediata e totale, dell'unit di materia
ed intelletto.infatti questa unit la materia intellettuale - a
costituire il concetto e la prassi dellasostanza .
17.
- proprio il desiderio di superare l'opposizione infinito-finito
che spinge Spinoza a mettere in crisi la posizione cartesiana,
demolendo quel taglio, quella selezione e quell'esclusione
immaginativa che era il fondamento obliquo e divino della
distinzione e separazione fra le cartesianeres cogitanseres extensa
. Togliendo in questo modo spazio alla sistemazione diagonale e
gerarchica degli esseri, Spinoza rende alla sostanza la
determinazione propria, autonoma ed autosufficiente (non eteronoma,
n eterodeterminata). La sostanza ci che in s e per s si concepisce,
vale a dire il cui concetto non ha bisogno del concetto di un'altra
cosa da cui debba essere formato. ( Etica , I, def. III). Con
questa definizione la sostanza l' unit inalienabiledi se stessa,
come realt assolutamente necessaria e prima. Sussiste da s,
autonomamente, ed pensata per s, liberamente.
18.
- Se la sostanza l'unit inalienabile di se stessa, essa non viene
posta da altro, ma si pone da se stessa ( causa sui ); poi permane
eternamente, senza poter essere negata o diminuita da altro (non
creata, insieme non finalizzabile da altro e per altro); la sua
stessa espressione vitale, di estensione, di movimento e di
pensiero non trova limiti ed dunque infinita; essa, alla fine, non
pu essere soggiogata e strumentalizzata da altra causa e per altro
scopo, quindi rimane unica. Essa Dioe nello stesso tempo laNatura(
Deus sive Natura ), in quanto espressione vivente e direttiva.
Nella Natura nel suo orizzonte ideale e razionale gli enti appaiono
come proprie determinazioni, come disposizioni necessarie e
conseguenti, che partecipano con infinita variazione all'infinito
della sua stessa vitalit ed esistenza, come diramazioni necessarie
ed ordinate della sua stessa radicalit (modificazioni).
19.
- La trasformazione alla quale Spinoza sottopone il concetto di
causa e di scopo il primo viene introiettato nella Natura, il
secondo viene escluso da essa, come sovrapposizione
dell'immaginazione strumentale umana coinvolge la parallela
trasformazione delle strutture dell'intelletto e della volont, che
paiono essere fuse insieme, per segnare la direzione espressiva
dell'idealit naturale, della sua propensione e propulsione
generativa. Questa direttivit accompagna il senso e significato
dell'autodeterminazione divina, nei suoiattributi(l'estensione viva
ed in movimento, all'interno dell'orizzonte infinito delle
relazioni; il pensiero pensante in atto ed in
potenza).Estensioneepensierorappresentano dunque i due attributi
infiniti dell'infinita sostanza divina e naturale. Ilmodo invece ci
che in altro, per il cui mezzo pure concepito. ( Etica , I, def.
V).
20.
- La Natura ha quindi come proprie manifestazioni esteriori i
fenomeni, che entrano reciprocamente in relazione e che vengono
pertanto determinati dal ruolo e dalla funzione reciproca, che
possono ottenere e svolgere.Modi infinitisono le strutture di
definizione e costituzione dell'essere apparente: l'orizzonte
stesso dell'essere o totalit; il movimento e la quiete presenti
all'interno dell'estensione viva e diretta; la strutturazione
teorica e pratica generale, permessa rispettivamente
dall'intelletto e dalla volont universali.Modi finitisono invece i
termini di definizione di queste entit processuali, fra di loro
intrecciate: i singoli corpi e le singole idee. Superando la
distinzione fra necessario e contingente, Spinoza afferma che tutto
ci che pu essere , cos come deve essere, secondo la propria
intrinseca spinta vivente ed ideale (spontaneit intelligente
oconatus ). In questo modo facile osservare che la stessa
distinzione fra imperfetto e perfetto (come ci che ancora da
compiersi) a venir meno, garantendo la parit e l'eguaglianza in
valore di tutte le espressioni dell'essere. Non difficile vedere in
questo la motivazione per le scelte politiche repubblicane e
democratiche del filosofo di Amsterdam.
21.
- Ricapitolando. Mentre l'estensione infinita si concretizza
necessariamente in una serie infinita di corpi finiti, il pensiero
infinito si concretizza necessariamente in una serie infinita di
idee finite, di modo che la sostanza spinoziana diventa la Natura
stessa, come realt infinita ed eterna, che si manifesta attraverso
l'infinit degli attributi e si concretizza attraverso l'infinit dei
modi in una infinit di esseri. Nella distinzione fra sostanza e
modo vive allora la distinzione fraNatura naturanseNatura naturata
: all'interno dell'autodeterminazione della sostanza causalit
immanente che si produce quell'apertura d'orizzonte all'interno
della quale si innesta quella pluralit innumerevole di relazioni
reciproche, che danno luogo ai rapporti di tipo deduttivo (causalit
transitiva). La spontaneit viva ed ideale che muove l'essere
dall'interno fa s che la manifestazione di Dio possa essere
valutata dunque sia sotto l'aspetto dell'autonomia (libert), sia
sotto l'aspetto della necessit intrinseca.
22.
- Necessit e libert quindi modulano l'espressione e la
manifestazione della possibilit razionale della Natura. L'ideale
intrinseco muove la realizzazione della potenza naturale verso la
propria perfetta attuazione, nell'armonia perfetta di tutte le
autodeterminazioni delle parti d'essere, degli esseri stessi.
Allora l'attuazione necessaria per s e, prima, in s: Spinoza
distoglie dal proprio orizzonte speculativo ogni fatalit ed ogni
eventuale destino. Egli lascia nell'oscurit piena e completa un
parallelo potrebbe essere fatto con l'oscurit piena e completa
della cosa in s hobbesiana le ragioni intrinseche alla produzione
naturale. Ragioni ed ideali sono allora i due termini per ora
oscuri tra i quali si muove la manifestazione dell'essere. La
scienza dei rapporti reciproci e delle cause transitive potr
portare ad evidenza i probabili rapporti fra questi due termini e
dare una veste di contenuto e di finalit al processo vivente della
sostanza.
23.
- Il rapporto fra ragioni ed idealit toglie di mezzo la duplice
sovrapposizione teorica e pratica operata dall'immaginazione
selettiva e strumentale umana. Essa infatti finge l'esistenza e la
sussistenza di un Dio che operando con volont ed intelletto
assoluti predisponga ed ordini il mondo intero secondo cause e per
finalit, che costituiscono la perfezione e lo scopo migliore per s
e per l'umano intelletto e volont. In questo spazio di alienazione
della potenza naturale e razionale la disposizione assolutistica ed
autoritaria del Dio umanizzato ente antropomorfico consentirebbe
che ci che o appare come bene per l'uomo sia tale, perch
riconosciuto e voluto da Dio stesso. Anzi, di pi: proprio in virt e
per realizzare questo bene che l'intero universo stato voluto per
amore e creato dall'ente divino e dalla sua infinita potenza. Dio
risulterebbe, quindi, soggetto e dipendente da questo stesso
bene.
24.
- La fede e la credenza, trasformata in supposizione e in
necessit, che l'uomo sia libero nella sua volont di scegliere fra i
comportamenti quello migliore, per l'attuazione e la realizzazione
compiuta del bene, ha creato e finto un Dio che risulta in ultima
analisi soggetto a quello stesso bene, umanamente concepito. Gli
uomini inoltre tendono a conseguire comunque il proprio utile e
credono che esso possa essere favorito dall'atteggiamento che la
natura ha nei suoi confronti: la natura aiuta apparentemente l'uomo
a conseguire e a realizzare il proprio processo di perfezionamento.
Tutto questo viene visto come una conferma pratica
dell'impostazione teorica precedente: Dio ha creato liberamente la
natura, perch l'uomo possa applicando la propria libert e
raggiungendo il proprio utile dalla natura stessa - servirsene per
acquisire la propria perfezione e cos salvarsi di fronte al
giudizio di Dio.
25.
- in questo modo che la volont, l'intelletto e il giudizio di Dio
vengono ipostatizzati in una natura o in un ente completamente
fittizi, perch dipendenti in realt dalla volont di libert e di
utilit dell'uomo. in questo modo ancora che viene creato per
immaginazione selettiva ed esclusiva (soggettiva) quello spazio e
quella temporalit astratti e cogenti o costrittivi all'interno dei
quali i concetti di Causa e di Fine prima condizionano e poi
eliminano la vera libert umana e naturale: libera quella cosa che
esiste per sola necessit della sua natura e si determina da s sola
ad agire. ( Etica , I, def. VII). Non dunque veramente e realmente
libera quella cosa, che sembra nascere per volont altrui (di un Dio
antropomorfizzato) e che dovrebbe agire sempre secondo una volont
ed un giudizio altrui (lo steso Dio antropomorfizzato). Cause e
fini sono dunque effetti di una sovrapposizione e di una finzione
ribadite dai comportamenti superstiziosi delle cerimonie e dei riti
religiosi che a loro volta oscurano ed escludono anche alla fine
con la violenza istituzionalizzata - quel rapporto fra ragioni ed
idealit, che costituisce l'unica realt e l'unica verit, fomentando
in questo modo con il dogmatismo una necessaria ignoranza.
26.
- Il sistema ideologico tradizionale (finalista) inverte perci il
rapporto fra ragione costitutiva ed idealit performante, facendo
dipendere la causa dallo scopo. Inoltre esso trasforma ci che
perfetto in se stesso in luogo dove imperfetto e perfezione
combattono una lotta continua ed inarrestabile, utopisticamente
destinata a risolversi positivamente per l'uomo e per i suoi sforzi
di miglioramento in un futuro ultraterreno (o terreno). In questa
visione la natura ed i suoi prodotti non possono svolgere una parte
diversa da quella dell'imperfetto, di ci che ha bisogno del
completamento della perfezione umana (cfr. Hegel: l'altro da s, che
viene capovolto dal per s). Infine, la stessa divinit viene
condannata all'imperfezione, dovendo essere soggetta e dipendente
da un fine apparentemente esterno a se stessa (un altro da s
assoluto).
27.
- L'ipostatizzazione di un Dio umano - antropomorfismo religioso
per il quale l'uomo a creare per se stesso l'immagine di un Dio
conforme ed adeguato - fa forza nel consenso universale sul
possibile riflesso e vantaggio del merito soggettivo nei confronti
di un potere assoluto, elargitore di premi o di punizioni, cos com'
creatore della vita e della morte. Il merito diventa perci il
criterio grazie al quale la determinazione secondo uno scopo e la
volont di perfezionamento o di acquisizione di un obiettivo rendono
la volont e l'intelletto dell'uomo aliene dalla propria stessa
natura e razionalit, trasformandoli secondo una
eterodeterminazione, che le specifica e le definisce. Che si tratti
di merito immediato e totale di fronte al Signore della Legge, o di
merito mediato dalla incarnazione e crocefissione di Ges Cristo, la
soggezione alla determinazione estrinseca obnubila e sradica
proprio il progetto e la tensione di autonomia e di
autodeterminazione del soggetto naturale e razionale (soggetto
universale).
28.
- Il progetto che ha edificato nei secoli la tradizione culturale
e civile di una volont, di un intelletto e di un giudizio assoluti,
di un potere che espropria e trasferisce o trasloca la soggettivit,
oscura e annichilisce il progetto e la tensione che connette le
ragioni alle idealit secondo un medesimo ordine, in tal modo
mistificando la stessa oggettivit. Dice, infatti, Spinoza che le
ragioni devono essere connesse alle idealit e non possono essere
reciprocamente disgiunte. La stessa mente viene definita come idea
del corpo. Cos mentre l'ideale la tensione interna della
manifestazione, la ragione costituisce il corpo come oggetto della
stessa. In questo modo l'ordine e la connessione delle idee lo
stesso ordine e connessione delle cose. Le relazioni che si aprono
sotto a livello materiale e connettono le diverse ragioni trovano
parallele relazioni che si aprono sopra a livello ideale e che
connettono le diverse idee.
29. 5. L'etica.
- Il taglio, la selezione e l'esclusione che costituiscono
soggettivamente la motivazione per la costituzione della
sovrapposizione immaginativa (per propria somiglianza) di una causa
e di un fine prioritari e superiori comportano che nella mente
dell'uomo sorga la considerazione di un possibile capovolgimento di
una negazione data: che il difetto nell'effetto razionalmente
riconoscibile delle proprie azioni conseguenti alla propria volont
o al proprio istinto dipenda da una mancanza nella propria libera
volont, che non riesce ad ergersi a potenza effettivamente libera
ed autonoma dal mondo materiale e naturale, con la capacit di
delimitare, controllare e reprimere le passioni, le azioni ed i
comportamenti che causano quel difetto morale. Una volont
assolutamente libera come quella divina non peccherebbe, una volont
limitata come quella umana deve aspettare l'aiuto della grazia
divina per operare felicemente secondo un bene prestabilito.
30.
- In ogni caso l'azione etica umana vede nella mancata
limitazione delle passioni da parte della volont la causa
dell'infelicit viziosa dell'animo umano e la sua possibile
dannazione, terrena od ultraterrena. L'uomo non viene visto come
parte perfetta di una natura sommamente perfetta nel suo orizzonte
di razionalit. La posizione speculativa di Spinoza al contrario
pone l'anima e le azioni dell'uomo in quest'ambiente ed in questa
dimensione. Dice, infatti, Spinoza: Nella natura nulla accade che
possa essere attribuito a un suo vizio; infatti la natura sempre la
stessa e la sua virt e potenza di agire ovunque una sola e
medesima. ... Quindi gli Affetti dell'odio, dell'ira, dell'invidia
ecc., in s considerati, derivano dalla stessa necessit e virt della
natura, come le altre singole cose; .... ( Etica , pref. III). Ora
l'effetto sentimentale e di sensibilit interno e prossimo, dovuto
all'emozione, si propone come affetto positivo o negativo, guidato
dal desiderio o dalla paura e dalla stessa volont razionale,
secondo una semplice quadratura fondamentale.
31.
- Secondo Spinoza ogni cosa tende infatti a perseverare nel
proprio essere. Questosforzodi autoconservazione ( conatus )
costituisce l'essenza attuale della cosa stessa.il rapporto fra
idealit e ragione. Quando si riferisce all'idealit sola esso vale
comevolontrazionale, mentre quando si riferisce al rapporto nella
sua interezza esso si determina comeappetito . Quando l'appetito
raggiunge il livello della consapevolezza divienecupidit . In
questo modo l'idea pu essere adeguata e produrre l'azione, oppure
non essere adeguata e mostrarsi solo come passione. In questo
processo di apertura si possono raggiungere livelli superiori ed
allora l'affetto intrinseco quello dellaletizia oppure inferiori ed
allora l'affetto intrinseco quello dellatristezza rispetto al grado
nel quale ci si trova. Tanto il primo tipo di affetto apre l'animo
alla grandezza ed alla sublimit, rendendolo consapevole del proprio
bene (utile e giovevole), quanto il secondo lo chiude e lo dirige
verso il proprio male (dannoso ed inutile).
32.
- Sulla base ed a fianco di questa doppia triangolazione in
apertura e chiusura che costituisce la quadratura fondamentale
degliaffetti primari , Spinoza accosta e fa penetrare il duplice
rapporto dell'interno con l'esterno (con la causa esterna)
denominatoamoreoppure al contrarioodio(principaliaffetti secondari
). Dalle diverse possibili combinazioni della mente con le cause
esterne, con i nostri comportamenti e con la dimensione temporale
nasce la cascata degli affetti secondari.
33. Un estratto della serie degli affetti secondari 34.
- La determinazione naturale delle passioni porta Spinoza a
considerare le azioni ed i comportamenti umani come risultato di un
impulso necessario, di fronte al quale non pu sussistere alcuna
potenza astratta e separata, che possa sciogliersi dal vincolo del
rapporto fra idea e ragione. Per questo motivo Spinoza accosta
all'illusoriet della sovrapposizione immaginativa della causa e del
fine la nozione di libero arbitrio. All'uomo spetta invece un'unica
forma di libert, come forma di autonomia e di autodeterminazione:
essere capace di negare la schiavit indotta dalle passioni,
moderando e reprimendo gli affetti. Per poter fare questo l'uomo
deve utilizzare la propria capacit razionale, quell'orizzonte
dell'idea adeguata, chiara e distinta, che sola pu condurlo verso
un'azione consapevole. In questo modo egli pu dirigere le proprie
azioni ed i propri comportamenti in modo tale che a prevalere siano
le passioni aperte della letizia e non quelle chiuse della
tristezza (tecnica razionale del ben vivere).
35.
- Fra gli affetti vituperati da Spinoza risaltano tutti quei
sentimenti e passioni, che condizionino una situazione media
dell'uomo, dove la sua potenza non sia intaccata, n esaltata, nella
intera sua dimensione temporale. Per questo il rapporto fra ragione
ed idea deve sempre garantire l'espressione vitale e buona
dell'utile singolare e collettivo, seguendo un'idea adeguata e
razionale di vita, che combatta le idee oscure e confuse,
inadeguate ed irrazionali, legate alle passioni tristi dell'odio,
del timore e della violenza reciproca. In questo Vangelo naturale e
razionale emerge la giusta e pacifica natura dell'uomo saggio, che
vive nel mondo nel modo pi perfetto possibile, amando se stesso e
gli altri. Come principio di una contaminazione positiva
universale, la saggezza dell'amore reciproco fonda la comunione
degli uomini fra loro, in una societ egualmente libera ed aperta
(attiva nell'utile comune di tutti).
36. 6. I generi della conoscenza.
- Come la sovrapposizione teorica ed intellettuale/immaginativa
della tradizione ideologica occidentale aveva un riflesso d'origine
nel primato pratico dell'utile umano e della relativa
strumentalizzazione naturale, cos il rovesciamento ed il
ribaltamento di questa - nello stesso tempo duplice ed unitaria
prospettiva, operato da Spinoza tiene insieme l'aspetto conoscitivo
e quello morale. Per questo la purificazione razionale dell'etica
naturale non poteva non essere accompagnata dalla purificazione
dell'intelletto, gi iniziata con il suo primoTractatus de
intellectus emendatione . Cos nell' EticaSpinoza dispone prima il
termine negativo, dal quale la conoscenza umana deve allontanarsi:
ilprimo genere di conoscenza . Esso costituito dalla fusione attiva
e propositiva di sensibilit ed immaginazione, che grazie al proprio
combinato-disposto di oscurit ed indistinzione prepone cause
eposponefinalit fantasiose e fittizie.
37.
- In questo genere di conoscenza prescientifica i particolari
sensibili vengono unificati, denominati (in modo comune) e preposti
come entit astratte e separate dall'immaginazione. In esso avviene
la pi totale e recisa negazione del rapporto adeguato fra la
ragione e l'idea. In esso, dunque, non compare alcuna forma di
razionalit. Nemmeno dal punto di vista pratico, che infatti
contrassegnato dal momento della schiavit totale ed immediata delle
passioni (esclusione, dominio, violenza). La forma razionale
comincia per ad apparire ed ilsecondo genere di conoscenza quando
ricompare l'origine comune delle idee: il principio e l'orizzonte
naturale e razionale della determinazione. Ora e qui ricompare
l'idea adeguata, chiara e distinta, che consente alla mente
scientifica dell'uomo di trascorrere di causa in causa,
discorsivamente ed in modo transitivo. Corrispondentemente la vita
morale dell'uomo segue le direttive razionali.
38.
- La possibilit d'essere aperta dal principio naturale e
dall'orizzonte razionale lascia aperta la direzione della
successione temporale, della causalit transitiva e della
contingenza degli esseri. La possibilit d'essere pu infatti essere
qui vista anche come possibilit di non essere. Allora l'essere
stesso resta duale, mentre rimaneva molteplice, dal punto di vista
della sensibilit e dell'immaginazione, che lo fratturavano senza
alcuna possibilit di unificazione. La conoscenza umana pu per fare
un passo in pi, un passo ulteriore e definitivo: giungere alla
retrocessione intellettuale di quella dualit, scorgendo il fondo e
principio necessario della natura e della ragione nella sostanza
intesa comecausa sui . Qui l'intelletto ha il lampo della sua
intuizione, dalla quale potranno profluire la serie degli attributi
e dei modi dell'essere, secondo la metafisica spinoziana gi
delineata. Allora verr colto l'infinito inamovibile d'apertura
totale. Solo in questo preciso momento nasce e scocca l' amor Dei
intellectualis , il punto pi interno e profondo dell'etica
spinoziana.
39.
- L'emozione che accompagna l'amore intellettuale di Dio rende
partecipe l'uomo dell'amore stesso con il quale Dio ama se stesso
(l'infinito amante di un amore infinito). Nella fantasmagoria di
questa attivit eterna l'uomo pu alla fine dunque ritrovare il
principio, che gli consente di elongare un'immagine razionale di
amore illimitato. Questa immagine, riaccolta dalla ragione ( amor
Dei rationalis ), diventa il motore di un'aperta fraternit, rivolta
all'essere in generale, a tutte le sue determinazioni: un principio
esso stesso di liberazione reciproca ed il fondamento di una vita
comune, in serenit, pace e giustizia. Il fondamento e l'ideale
della politica spinoziana ed il modo razionale con il quale viene
edificata la sua teoria e prassi dello Stato.
40. 7. Lo Stato, la religione, la libert.
- La dottrina spinoziana dello Stato esposta nelTrattato
teologico-politico(1670 d.C.) e nelTrattato politico(1675-1676
d.C.). Qui Spinoza muove dallostato di natura , dal principio per
il quale il diritto naturale e razionale degli individui consente
l'affermazione della propria potenza di determinazione,
nell'esistenza e nell'azione. Essere di diritto altrui significa
essere soggetti e subordinati al potere di un altro soggetto, senza
avere la possibilit di reagire alla sua eventuale violenza e
sopraffazione. In questo modo per il diritto di tutti su tutto
porta ad una situazione di inestricabile e violenta conflittualit.
Per questo necessario stabilire dicomune accordoche la propria
potenza comune, sempre pi crescente, possa esseredelegataad una
funzione direttiva generale (governo), che possa godere della
capacit di organizzare la vita civile dei cittadini, che in tal
caso cominciano a diventare consapevoli dell'effettiva direzione
vantaggiosa o svantaggiosa dello Stato, apprezzando (o
disprezzando) le reciproche modalit di relazione (nascono le
valutazioni morali).
41.
- Cos il diritto naturale si trasforma in diritto civile, quando
lo Stato realizza armonicamente in se stesso per tutti quelle
stesse libert, che lo stato di natura lasciava alla mutabilit delle
relative espressioni di potenza. Per fare questo esso deve
rassicurare e rendere certi tutti i cittadini circa la sicurezza
comune, indicando e realizzando una speranza comune di libert e
rigettando e negando nella prassi una comune paura per
l'oppressione e la tirannide. In questo modo lo stato civile
finisce per assommare in s una tale preponderanza di vantaggi, da
far accettare al libero giudizio dei suoi cittadini la pacifica e
libera sottomissione alle sue leggi. Lo Stato quindi realizza deve
realizzare (questo il suo limite costitutivo) - le libert dei suoi
cittadini e dura sino a quando garantisce questo nuovo diritto e
questa nuova potenza e ragione.
42.
- Quando lo Stato eccede questa sorta di autolimitazione
costitutiva, perdendo l'orizzonte razionale e naturale della
determinazione comune, della comune sicurezza e della comune
libert, allora confligge con la sua stessa natura e ragione,
disintegrandosi, per effetto di lotte intestine, delle tirannidi e
delle rivoluzioni conseguenti.
IlTractatus politicus(1675-1676) 43.
- Con ilTractatus teologico-politicus(1670 d.C.) Spinoza intende
sottrarre l'uomo alla schiavit delle superstizioni, per riportarlo
alla sua connaturata libert di pensiero. Qui il filosofo
ebreo-olandese individua la Bibbia come testo dotato di una finalit
esclusivamente pratica, completamente indipendente dalla verit.
Essa infatti immagina un Dio, che la fonte di una sottomissione
assoluta da parte dell'uomo, poi denominata come fede religiosa.
L'obbedienza all'Assoluto viene confortata e confermata da parte
dei profeti e degli apostoli dall'applicazione dei premi e delle
contrapposte punizioni, visti come effetti della stessa potenza e
giudizio divini. Ora, le Sacre Scritture affermano l'unico precetto
dell'amore per il prossimo: dunque la fede sar la necessaria
realizzazione di questo atto di sottomissione all'altro. Qui fede e
ragione tradizionale cio fondata sulla doppia immaginata
sovrapposizione di una causa e di un fine astratti e separati
-coincidono, prospettando una comu-
44.
- -ne sottomissione ai dogmi religiosi ed alle istituzioni
religiose e politiche concorrenti, appunto di tipo assolutistico.
La critica dell'assolutismo religioso e politico in quanto forma di
perversione concorrente e duplice della natura, del diritto, della
potenza, della ragione, dell'amore e della stessa religiosit
diviene quindi legittimamente e giustamente difesa delle libert
personali e civili fondamentali. Fra queste, la prima la libert di
pensiero, opinione, giudizio ed espressione, che non pu mai essere
effettivamente conculcata: i governi assolutistici delle religioni
e degli Stati compiono dunque violenza estrema nel desiderio e
nella pratica effettiva della censura del pensiero e
dell'espressione.
45. Carlo Sini Spinoza e la libert dell'uomo.