Download - 22 30 gennaio 2009 CONVEGNO SUL CELEBRE ARTISTA DEL … · Piacevoli performance di canzoni triestine Domenica musicale I coniugi Jurcev al Club Primo Rovis CONVEGNO SUL CELEBRE ARTISTA

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uomini, per capire perchè nonce l’hanno fatta tramite i ricor-di di chi ha assistito alla trage-dia e di chi non li ha visti piùtornare e li può rivedere soloattraverso unoggetto o unafoto ormaisbiadita.Compliceun’efficacecolonna so-nora, sonosuggestive leimmaginiche scorronoin questo la-voro di circaun’ora, perterminare ilquale il regi-sta FredoValla, pie-montese cre-sciuto allascuola di Er-manno Olmie affermatosil’anno scorsocon “Il ventofa il suo giro”(l° premio alFilm Meetingdi Bergamo2006), ha lanciato un appelloper raccogliere fondi attraver-so la prenotazione di una o più

ARTI E SPETTACOLI30 gennaio 200922 Vita Nuova

omenica 25 gennaio ci si trova in cortile dopo la Mes-sa parrocchiale tra i soffi di bora. «Che programmiabbiamo per il pomeriggio?» qualcuno chiede. Avan-

zo una proposta: «Al Club Primo Rovis della Pro Senectutein via Ginnastica 47 alle ore 16.30 c’è la possibilità di ascol-tare le canzoni dei coniugi Jurcev».Qualcuno si ricorda di Fiorella Corradini, che da piccola abi-tava nella nostra zona, di suo papà, già comandante dei vi-gili urbani, e di sua mamma che aveva una bellissima vocee da giovane avrebbe desiderato fare la cantante. Cantanteè divenuta invece la figlia che, sposata con Bruno Jurcev emadre di Max e di Elisabetta (ormai adulti), è ora libera didedicarsi ai suoi hobbies musicali, che condivide con il ma-rito.Le presentazioni sono lette anche questa volta da BrunoSorrentino e si rivelano una miniera di notizie per quanto ri-guarda la storia della canzone italiana e dialettale. Lo ave-vamo già sentito anni fa nel teatro di via Ananian, quandoin prima fila ad applaudire c’era ancora il compianto donBruno Speranza. Qualcun altro sa che Bruno e Fiorella si so-no aggiudicati il terzo premio al XXX Festival della Canzonetriestina con “Sufia la bora” e anzi sta raccogliendo le sche-de dal quotidiano locale per il tradizionale referendum.Un’amica che non può venire al concerto mi chiede di pro-

curarle il loro primo re-centissimo cd, “Sì. sì,Trieste... a modo no-stro”.Dopo gli spettacoli“Addio mia bella si-gnora” e “Addio taba-rin”, Bruno e FiorellaJurcev concludonodunque in sala PrimoRovis il trittico musica-le sulla grande canzo-ne italiana con “A mezzanotte va”. Per più di un’ora ci pro-pongono una serie di famosi brani d’epoca, degli autenticiclassici della musica leggera, scelti e riarrangiati da BrunoJurcev, che li esegue egregiamente al pianoforte. Alla fine,sollecitata al bis dal simpatico presentatore Alessio, Fiorel-la rivela che oggi è il suo compleanno e invita la sala a can-tare con lei quel “Vivere” che tutti certamente hanno can-tato da giovani. Già. La vita è bella a qualsiasi età e i due Jur-cev, insieme da oltre 40 anni, sono una bella testimonianzadi fedeltà coniugale. Meritano anche per questo gli applau-si che la sala tributa loro oltre al classico mazzo di fiori.

Rita Corsi

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l convegno “Lo sguardodei maestri”, organizzatoa Pordenone da Cinema-

zero, Centro Espressioni Ci-nematografiche e Cinetecadel Friuli, ha portato que-st’anno alla ribalta la figuradel regista Joseph Losey.Una preziosa occasione perconoscere ed approfondire ilcinema di questo regista, di-venuto modello per un’inte-ra generazione di cineasti, eper indagare sulla sua mo-dernità a cent’anni dalla na-scita. La giornata d’apertura,presieduta da due dei mag-giori studiosi di Losey, i fran-cesi Pierre Rissient e MichelCiment, ha visto la partecipa-zione di numerosi critici egiornalisti italiani e stranieri,tra cui Goffredo Fofi, Masoli-no D’Amico, James Leahy eColin Gardner.Al centro del programma, ilrapporto di Losey con il teatrod’avanguardia e, in particola-re, l’amicizia e collaborazionecon Bertolt Brecht, nonchéquella con il drammaturgo in-glese Harold Pinter, PremioNobel da poco scomparso,che per lui sceneggiò i tre film “Il servo”, “L’incidente” e“Messaggero d’amore”. Even-to speciale, la proiezione del

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documentario “Joseph Losey:the man with four names” diNakata Hideo, che attraversole numerose testimonianze diamici, produttori e della fami-glia, ha rivelato un Losey “pri-vato”, dall’adolescenza in unacomunità del Midwest segna-ta da un’educazione molto se-vera e puritana, al dolore del-l’esilio in terra europea. Co-stretto infatti ad abbandonaregli Stati Uniti durante il mac-cartismo, Losey scelse di rifu-giarsi in Gran Bretagna, dovein breve tempo diventò unodei principali esponenti del ci-nema britannico, caratterizza-to dalla perfetta padronanza

l sesto spettacolo della stagione inatto de l’Armonia, “La locanda del’omo selvatico” di Edda Vidiz, por-

tato in scena dal Gruppo Fariteatro, stariscuotendo un meritato successo. Lacommedia tratta liberamente da “Labottega del caffè” di Goldoni e brillan-temente “triestinizzata” dall’autrice conun dialetto arcaico e lieve, frutto diun’accurata ricerca linguistica, vede gliintrighi sollevati da Giosefa, locandierasfrenatamente loquace, sollevatrice digratuite indiscrezioni, e i tentativi inutili di suo marito Tita, uo-mo onesto e buono, di porre freno e rimedio alla stolida casca-ta di chiacchiere della sua tutt’altro che dolce metà. La vicendasi snoda negli ultimi giorni di un carnevale di fine ’700. Godibi-lissima la Giosefa della brava Serena Giorgina, affiancata da uneccellente Claudio Vusio nella parte di Tita. Tanto Stefano Co-stanzo nei panni di Alfonso “paron de botega” col vizio del gio-co afflitto dai guai conseguenti e da Ursula, moglie piagnucolo-

sa (ma più che giustificata!) interpre-tata da Anna Di Sabato, la Liseta di An-tonella Felluga e il Gigi di AlessandroBenci, servitori vivaci, quanto Iseppo“galantomo in casa svoda” e ClaudioSigovich (che ha curato anche la regia)“zudise del Malefizio”, hanno offertobuona prova dei loro talenti, attornia-ti nelle parti minori da Davide Salve-mini, Marco Aprinci e da Giorgio Vu-sio al tamburo. Il finale è a sorpresa,perciò non lo riveleremo.

Maria Luisa Moro e Katia Marizza vanno elogiate per i costumi,molto appropriati. La scena, ideata da Stefano Tremul, essen-ziale ma funzionale, e le luci di Diego Tamaro completano l’ot-tima riuscita di questo allestimento.In replica il 30 e il 31 gennaio e l’1 febbraio, con il consueto ora-rio serale di venerdì e sabato alle 20.30 e domenica alle 16.30 alteatro Silvio Pellico di via Ananian.

Graziella Semacchi Gliubich

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ARMONIA FINO AL 1° FEBBRAIO “LA LOCANDA DE L’OMO SELVATICO”

Una bottega del caffè poco goldonianama decisamente divertente

E allora tango!uattro donne: Carla, Alda, Paola e Marisa, due di lorosposate, due fidanzate, ma tutte con lo stesso uomo. Edè proprio lui, l’uomo in questione, Livio Marin, “tom-

beur de femmes” nostrano, ricco e brillante, ad invitarle, insua assenza, a casa. Le quattro donne, accolte dal maggiordo-mo Bruno, iniziano a conoscersi piano piano, e, dando luogoad una serie di simpatici fraintendimenti, alla fine intuisconoil loro ruolo e l’obiettivo maschilista di Livio: una totale zuffatra donne che riesca a transitarle “tutte” fuori dalla sua giuri-sdizione sentimentale.Frizzante, svelta, divertente, sono gli aggettivi che meglio de-finiscono la commedia “E allora tango!” andata in scena il 24e il 25 gennaio al Teatro dei Salesiani di Trieste, proposta dal-la compagnia teatrale “Cambioscena” e liberamente ispirata a“Tango, Monsieur?” di Aldo Lo Castro.Naturalmente il progetto del simpatico protagonista, Livio,non va a buon fine: le quattro donne riescono a ribaltare la si-tuazione, inducendo il simpatico play boy a farsi carico di unvero e proprio harem. Nell’epilogo tragicomico che vede la di-partita di Livio per un affaticamento da “troppo amore” si ri-conoscono la bravura e la simpatica verve di tutti i protagoni-sti di questa brillante rappresentazione. Il pubblico presentenon ha lesinato applausi scroscianti a questa compagine tea-trale, che ancora una volta, dopo il successo della passata sta-gione con la commedia “Nel bel mezzo di un gelido inverno”,ha dimostrato la bontà del lavoro del teatro amatoriale.

Cristina Degrassi

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Storie a piccoRiemergono nel film di Fredo Valla

dei generi e l’osservazione cri-tica nei confronti della societàborghese dell’epoca.Il convegno si è concluso conla testimonianza scritta diAlain Delon, in cui l’attore hasottolineato il ruolo interna-zionale di Losey, sofferman-dosi sulle due pellicole che lovedono protagonista: “L’as-sassinio di Trotsky” (1972) e“Mr. Klein” (1976), quest’ulti-mo ambientato nella Parigidurante l’occupazione nazistanella seconda guerra mondia-le, da lui definito «in assoluto ilmiglior film francese sull’Olo-causto».

Sarah Gherbitz

sattamente 62 anni fa, il30 gennaio del 1942, ilsommergibile italiano

Medusa fu silurato dal som-mergibile inglese Thorn al lar-go di Capo Promontore neipressi di Pola. Gran parte del-l’equipaggio morì al momentodello scoppio, mentre 14 uo-mini rimasero vivi a 30 metri diprofondità, imprigionati apoppa, in attesa di essere sal-vati. Ci provarono in molti, co-municando con gli uomini sulfondo attraverso il filo dellaboa telefonica; ad un certopunto si alzò il vento, comin-ciò a nevicare e i soccorsi furo-no sospesi: ai 14 superstiti delMedusa non restò altro da farese non attendere da soli che ar-rivasse la morte.Questa vicenda ha ispirato re-centemente il bel libro delgiornalista e scrittore PietroSpirito “Un corpo sul fondo”,edito da Guanda nel 2007, eora il film documentario diFredo Valla, presentato in pri-ma visione al Trieste Film Fe-stival domenica 18 gennaio inuna sala, quella del cinemaAriston di viale Gessi, gremitadi pubblico e di emozione. Eproprio di un percorso emoti-vo si tratta: un immergersi nel-la Storia e nelle storie di questi

E copie del dvd quand’era anco-ra in fase di realizzazione. Leriprese delle testimonianze deiparenti dei marinai morti e dimarinai imbarcati in altri som-

mergibili si alternano a scenedi animazione, realizzate daFrancesco Vecchi, Alessia Cor-dini e Damien Gaillardon, incui viene ricostruito il mo-mento del siluramento e i suc-cessivi soccorsi, e ad alcunispezzoni tratti dal film dell’uf-ficiale di Marina prestato al ci-nema Francesco De Robertis,“Uomini sul fondo”, una pelli-cola nella quale avevano reci-tato anche alcuni uomini delMedusa e dell’Otaria e allaquale forse avranno pensatoanche i 14 prigionieri quandole cose cominciavano a met-tersi male: l’epilogo del film,infatti, che del resto aveva loscopo di rassicurare, è decisa-mente meno tragico. Con loscrittore Pietro Spirito, che hainterpretato se stesso nel ten-tativo di esplorare la memoriae rendere omaggio alla storiacon la s minuscola, Valla togliedall’oblìo uno degli episodimeno noti della II guerra mon-diale. Un tributo a chi ha per-so la vita, un invito a non stan-carsi mai di andare fino in fon-do. In tutte le cose.

F.M.

Piacevoli performance di canzoni triestine

Domenica musicaleI coniugi Jurcev al Club Primo Rovis

CONVEGNO SUL CELEBRE ARTISTA DEL CINEMA

Joseph Loseyregista a tutto tondo

“Qualchedun de l’altro mondo”Sabato 31 gennaio, alle20.30, sul palcoscenico delteatro di San Giovanni il PatTeatro metterà in scena l’i-nedita brillante commediadialettale “Qualchedun del’altro mondo” di Gerry Brai-da, per la regia di LorenzoBraida. Lo spettacolo rimarràin scena fino a domenica 15febbraio: i sabati alle 20.30 ele domeniche alle 17.

Presentazione cd musicaleSabato 7 febbraio, alle 17.30,al Caffè San Marco, avrà luo-go la presentazione del cdmusicale “Maitag” del Corofemminile Clara Schumanndi Trieste. Verranno offerti alpubblico brani musicali trat-ti dal cd e brani eseguiti dalvivo. Ingresso libero.

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