Benedetto XVI ha introdotto la preghiera mariana dell Angelus
dal Palazzo Apostolico di Piazza San Pietro nella IV Domenica del
Tempo Ordinario / C 3 febbraio 2013 Benedetto XVI ha introdotto la
preghiera mariana dell Angelus dal Palazzo Apostolico di Piazza San
Pietro nella IV Domenica del Tempo Ordinario / C 3 febbraio
2013
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In quel tempo, Ges cominci a dire nella sinagoga: Oggi si
compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato. Tutti gli davano
testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che
uscivano dalla sua bocca e dicevano: Non costui il figlio di
Giuseppe?. Ma egli rispose loro: Certamente voi mi citerete questo
proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde
a Cafrnao, fallo anche qui, nella tua patria. Dal Vangelo secondo
Luca 4, 21-30
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Poi aggiunse: In verit io vi dico: nessun profeta bene accetto
nella sua patria. Anzi, in verit io vi dico: cerano molte vedove in
Israele al tempo di Ela, quando il cielo fu chiuso per tre anni e
sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a
nessuna di esse fu mandato Ela, se non a una vedova a Sarpta di
Sidne. Cerano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta
Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamn, il Siro.
Dal Vangelo secondo Luca 4, 21-30
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Alludire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di
sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della citt e lo
condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la
loro citt, per gettarlo gi. Ma egli, passando in mezzo a loro, si
mise in cammino. Dal Vangelo secondo Luca 4, 21-30
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Il Vangelo di oggi tratto dal capitolo quarto di san Luca la
prosecuzione di quello di domenica scorsa.
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Ci troviamo ancora nella sinagoga di Nazaret, il paese dove Ges
cresciuto e dove tutti conoscono lui e la sua famiglia.
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Ora, dopo un periodo di assenza, Egli ritornato in un modo
nuovo: durante la liturgia del sabato legge una profezia di Isaia
sul Messia e ne annuncia il compimento, lasciando intendere che
quella parola si riferisce a Lui, che Isaia ha parlato di Lui.
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Questo fatto suscita lo sconcerto dei nazaretani: da una parte,
tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole
di grazia che uscivano dalla sua bocca (Lc 4,22); san Marco
riferisce che molti dicevano: Da dove gli vengono queste cose? E
che sapienza quella che gli stata data? (6,2).
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Daltra parte, per, i suoi compaesani lo conoscono troppo bene:
E uno come noi dicono . La sua pretesa non pu essere che una
presunzione (cfr Linfanzia di Ges, 11). Non costui il figlio di
Giuseppe? (Lc 4,22), come dire: un carpentiere di Nazaret, quali
aspirazioni pu avere?
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Proprio conoscendo questa chiusura, che conferma il proverbio
nessun profeta bene accetto nella sua patria, Ges rivolge alla
gente, nella sinagoga, parole che suonano come una
provocazione.
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Cita due miracoli compiuti dai grandi profeti Elia ed Eliseo in
favore di persone non israelite, per dimostrare che a volte c pi
fede al di fuori dIsraele.
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A quel punto la reazione unanime: tutti si alzano e lo cacciano
fuori, e cercano persino di buttarlo gi da un precipizio, ma Egli,
con calma sovrana, passa in mezzo alla gente inferocita e se ne
va.
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A questo punto viene spontaneo chiedersi: come mai Ges ha
voluto provocare questa rottura? Allinizio la gente era ammirata di
lui, e forse avrebbe potuto ottenere un certo consenso Ma proprio
questo il punto: Ges non venuto per cercare il consenso degli
uomini, ma come dir alla fine a Pilato per dare testimonianza alla
verit (Gv 18,37).
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Il vero profeta non obbedisce ad altri che a Dio e si mette al
servizio della verit, pronto a pagare di persona. E vero che Ges il
profeta dellamore, ma lamore ha la sua verit. Anzi, amore e verit
sono due nomi della stessa realt, due nomi di Dio.
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Nella liturgia odierna risuonano anche queste parole di san
Paolo: La carit non si vanta, non si gonfia dorgoglio, non manca di
rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene
conto del male ricevuto, non gode dellingiustizia ma si rallegra
della verit (1 Cor 13,4-6).
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Credere in Dio significa rinunciare ai propri pregiudizi e
accogliere il volto concreto in cui Lui si rivelato: luomo Ges di
Nazaret. E questa via conduce anche a riconoscerlo e a servirlo
negli altri.
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In questo illuminante latteggiamento di Maria. Chi pi di lei
ebbe familiarit con lumanit di Ges? Ma non ne fu mai scandalizzata
come i compaesani di Nazaret.
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Ella custodiva nel suo cuore il mistero e seppe accoglierlo
sempre di pi e sempre di nuovo, nel cammino della fede, fino alla
notte della Croce e alla piena luce della Risurrezione. Maria aiuti
anche noi a percorrere con fedelt e con gioia questo cammino.