1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
1° OSSERVATORIO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE
NELLA PROVINCIA DI CATANZARO
luglio 2010
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
Il presente Osservatorio è stato realizzato nell’ambito del Progetto “Donne e impresa:
valorizzazione dell’imprenditoria femminile della provincia di Catanzaro” - finanziato a valere sul
Fondo di Perequazione 2006 - affidato all’Istituto G. Tagliacarne dalla Camera di Commercio,
Industria, Artigianato, Agricoltura di Catanzaro.
La redazione del Rapporto è stata curata da un gruppo di lavoro composto da Marilina Labia,
Nicoletta Di Pasqua - Dirigente e Funzionario dell’Area Servizi Innovativi e Politiche per
l’Innovazione dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne – e da Aurora Salerno (consulente aziendale
esperta di management e programmazione strategica).
La rilevazione telefonica è stata effettuata da GN Research.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
INDICE
PREMESSA 5
PARTE PRIMA 9
1. CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLE IMPRESE FEMMINILI DELLA
PROVINCIA DI CATANZARO
11
1.1 L’IMPRENDITORIA FEMMINILE IN AMBITO NAZIONALE 15
1.2 LE DIMENSIONI E LA STRUTTURA DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE IN PROVINCIA
DI CATANZARO
25
1.2.1 L’entità, l’incidenza e la natura giuridica delle imprese femminili del territorio provinciale
25
1.2.2 Le imprese femminili della provincia per settore di attività economica 32
1.2.3 La presenza delle donne nei ruoli di responsabilità delle imprese locali
38
PARTE SECONDA 45
2. CARATTERISTICHE GESTIONALI DELLE IMPRESE FEMMINILI DELLA
PROVINCIA DI CATANZARO
45
2.1 L’AVVIO DELL’IMPRESA 47 2.1.1 Le motivazioni e le modalità 48 2.1.2 Le difficoltà incontrate, le risorse e i supporti attivati 55
2.2 IL PROFILO DELL’IMPRENDITRICE-TIPO E LA VALUTAZIONE DELLA SCELTA
IMPRENDITORIALE
62
2.2.1 L’identikit dell’imprenditrice 62 2.2.2 Il bilancio dell’esperienza imprenditoriale 65
2.3 LE PECULIARITÀ GESTIONALI DELLE IMPRESE 72 2.3.1 Le specificità operative e di mercato attuali 72
2.3.2 Le prospettive strategiche e i limiti competitivi 77
2.4 LA PROPENSIONE ALL’INNOVAZIONE, LA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE
UMANE E LE RISORSE FINANZIARIE IMPIEGATE 86
2.4.1 La capacità di Innovazione e di qualificazione del personale 86
2.4.2 L’utilizzo di risorse pubbliche e l’accesso al credito bancario 92
3. PRINCIPALI RISULTATI E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 99
APPENDICE I
GLOSSARIO III
NOTA METODOLOGICA SULL’INDAGINE FIELD VII
QUESTIONARIO DI RILEVAZIONE IX
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
5
PREMESSA
L’OSSERVATORIO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE NELLA PROVINCIA DI CATANZARO nasce dalla
volontà della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Catanzaro di
produrre informazione qualificata e aggiornata su di un fenomeno già da diversi anni
all’attenzione del mondo politico-istituzionale – tanto europeo quanto nazionale - oltre che
di quello camerale, in quanto considerato tra i più significativi ed efficaci fattori di
evoluzione sociale e di sviluppo economico-occupazionale dei singoli territori e dell’intero
Paese.
L’intento è quello di dotare l’Ente camerale di uno strumento periodico di analisi della
consistenza e del profilo, sia strutturale sia di funzionamento, delle imprese capitanate
dalle donne della provincia, mettendo a disposizione di tutti i soggetti istituzionali, gli attori
dello sviluppo locale e delle stesse operatrici del territorio provinciale un patrimonio
conoscitivo aggiornato, quanto mai prezioso e indispensabile per chi è chiamato a porre
in essere scelte, politiche e tecniche, incisive per questa importante componente del
tessuto economico-produttivo locale.
Infatti, la disponibilità di una base conoscitiva analitica e aggiornata - in particolare, in
momenti caratterizzati da risorse limitate quale l’attuale - costituisce un presupposto
imprescindibile sia per progettare e allestire risposte appropriate alle specificità e alle
prioritarie criticità delle realtà del territorio, sia per valutare l’impatto e la
rispondenza delle misure e dei dispositivi via via adottati.
In altri termini, essa rappresenta una importante bussola per orientare al meglio, in termini
di efficienza e di efficacia, la programmazione, la realizzazione e il monitoraggio di
politiche e interventi diretti alla promozione, al sostegno e alla valorizzazione
dell’imprenditorialità al femminile, in chiave di maggiore e ulteriore sviluppo.
In tale ottica, il 1°Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Catanzaro intende
fornire, dunque, un quadro aggiornato della componente imprenditoriale femminile
operante nella provincia al fine di:
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
6
analizzare le imprese femminili6 locali, in termini di consistenza, caratteristiche
strutturali e relative dinamiche evolutive, ma anche sotto il profilo degli aspetti
gestionali connessi alle diverse fasi del ciclo di vita e organizzativo dell’impresa,
dall’avvio allo sviluppo prospettico;
identificare le principali problematiche e criticità che le imprese condotte da donne
in provincia di Catanzaro si trovano a dover fronteggiare nello svolgimento delle proprie
attività, oltre che rilevare gli specifici fabbisogni, tanto espressamente avvertiti dalle
imprenditrici quanto latenti;
contribuire alla conoscenza del fenomeno a livello locale, funzionale alla
progettazione e attuazione di politiche, misure e linee d’azione utili a promuovere e
sostenere la capacità competitiva delle realtà rosa del territorio, quanto più possibile
rispondenti alle reali e prioritarie esigenze emergenti.
Coerentemente con gli obiettivi conoscitivi perseguiti, l’Osservatorio è articolato nelle
seguenti due parti:
la Parte Prima, dedicata all’analisi della compagine imprenditoriale femminile della
provincia di Catanzaro sotto il profilo quantitativo e strutturale (consistenza numerica,
distribuzione per forma giuridica, per settore economico, trend evolutivi);
la Parte Seconda, focalizzata sulla disamina delle specificità di funzionamento e
gestionali delle imprese femminili della provincia, evidenziandone vincoli, criticità e
fabbisogni.
La prima parte dell’Osservatorio è stata realizzata utilizzando principalmente i dati estratti
da StockView7, la banca dati di tutti i soggetti economici tenuti all’iscrizione al Registro
delle Imprese delle Camere di Commercio, gestita da InfoCamere (Società d’informatica
delle Camere di Commercio), in virtù della quale Unioncamere elabora periodicamente il
proprio Osservatorio dell’Imprenditorialità femminile8.
I In termini generali, l’impresa è femminile quando è caratterizzata da una presenza preponderante di
donne tra i soci o gli amministratori. Per una definizione più puntuale e la disamina dei criteri adottati da Unioncamere per la valutazione della presenza femminile nelle imprese si rimanda al Glossario riportato in Appendice.
7 Cfr. Glossario in Appendice
8 Cfr. Glossario in Appendice
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
7
Tali strumenti permettono alla rete camerale di disporre di un sistema informativo
aggiornato e tempestivo sull’evoluzione del fenomeno, declinato a livello comunale,
provinciale, regionale e nazionale, fornendo un primo insieme di elementi conoscitivi
quantitativi dell’universo imprenditoriale di genere.
L’analisi contenuta nella prima parte del presente lavoro, essendo stata condotta su dati
provenienti da un archivio amministrativo e, quindi, già raccolti (o secondari) è, dunque, di
tipo desk.
In funzione degli obiettivi conoscitivi prefissati, sono stati esaminati principalmente i dati
funzionali a rappresentare la situazione dimensionale e strutturale dell’imprenditoria in
rosa della provincia di Catanzaro, aggiornata al 31 dicembre del 2009, non tralasciando,
però:
una preventiva panoramica del contesto nazionale, in un’ottica di inquadramento e di
raffronto del fenomeno locale;
contestuali confronti con quanto accade nell’ambito delle altre province calabresi, oltre
che a livello complessivo regionale e meridionale, là dove funzionali a realizzare una
fotografia più chiara e completa, oltre che a evidenziare punti di attenzione e a offrire
specifici elementi di riflessione.
È opportuno precisare che, a seguito dell’abolizione del libro soci per le società a
responsabilità limitata e per le società consortili a responsabilità limitata, per effetto
dell’entrata in vigore della Legge n. 2 del 28/01/20099, i dati dell’Osservatorio
dell’Imprenditoria Femminile di Unioncamere che tengono, appunto, conto delle
informazioni contenute nell'elenco dei soci - in particolare, quelli relativi alle imprese
costituite in forma di società di capitali - sono a tutt’oggi in fase di elaborazione.
Non essendo ancora disponibili, quindi, i dati del 2009 in StockView, quelli impiegati per il
presente Osservatorio sono, in parte, stati tratti dalle tavole distribuite alle Camere di
Commercio in occasione dell’ultima Giornata dell’Economia e, in parte, frutto di
elaborazioni ad hoc.
9 Legge di conversione del Decreto Legge n. 185 del 29 novembre 2008, che ha stabilito l’abolizione del
libro soci attribuendo alla pubblicità del Registro delle Imprese pieno valore verso i terzi e nei riguardi della società.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
8
In entrambi i casi, comunque, non comprendono i dati sulle società di capitale, per cui le
imprese femminili considerate ai diversi livelli dell’analisi desk - dal nazionale al comunale
- sono al netto delle realtà costituite in forma di società di capitale.
In seguito, poi, alla recente adozione anche da parte del sistema camerale della nuova
classificazione ISTAT delle attività economiche, l’ATECO 2007, non è stato possibile,
attuare il confronto degli stock annuali delle imprese per settori di attività economica
femminili del 2009 con quelli del 2008.
Tuttavia, le indicazioni emergenti dall’analisi presentata assumono un’elevata significatività
e possono essere considerate ampiamente valide per l’intero universo dell’imprenditoria
femminile, poiché la parte d’imprese rosa prese in considerazione (comprendenti tutte le
altre forme giuridiche diverse dalle società di capitali) rappresenta – come si vedrà nel
prosieguo - la quota prevalente di esse.
Nella seconda parte dell’Osservatorio - incentrata, come anticipato, sulle caratteristiche
gestionali delle imprese femminili del catanzarese - vengono, invece, illustrati i risultati di
un’indagine campionaria realizzata ad hoc, una rilevazione diretta, sul campo, di dati
primari, presso un campione rappresentativo di realtà rosa locali, operanti:
nell’Industria, intesa come aggregato delle Attività manifatturiere e delle
Costruzioni;
nei Servizi di base, comprendenti i settori di servizi di tipo tradizionale, quali
Commercio, Trasporti e logistica, Servizi ricettivi (alloggio e ristorazione);
nei Servizi Avanzati, che includono le attività del cosiddetto terziario avanzato,
cioè dei servizi più innovativi e, come tali, a maggiore valore aggiunto (attività
immobiliari, noleggio, servizi di supporto alle imprese, informatica e ricerca);
negli Altri servizi, che vanno dall’istruzione privata, alla sanità,
dall’associazionismo alla cura delle persone e della casa.
Per una disamina più dettagliata del metodo d’indagine e delle modalità di sviluppo della
rilevazione svolta si rimanda alla nota metodologica e allo strumento messo a punto per
la raccolta delle informazioni (Questionario) riportati nell’Appendice del presente
Osservatorio.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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PARTE PRIMA
CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLE IMPRESE FEMMINILI DELLA PROVINCIA DI CATANZARO
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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1. CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLE IMPRESE FEMMINILI DELLA PROVINCIA DI CATANZARO
La prima parte dell’Osservatorio è tesa a fornire, come si è detto, il quadro aggiornato
della consistenza quantitativa e delle principali caratteristiche strutturali della
componente femminile del tessuto imprenditoriale della provincia di Catanzaro.
Nelle successive pagine, pertanto, il fenomeno dell’imprenditoria al femminile della
provincia è analizzato e illustrato in termini di:
numerosità delle realtà a prevalente conduzione femminile presenti sul territorio e loro
peso sul sistema imprenditoriale complessivo dell’area (tasso di femminilizzazione22);
distribuzione delle imprese rosa in base alla forma giuridica assunta e al grado di
presenza femminile registrato (imprese a presenza maggioritaria, forte ed
esclusiva23);
composizione per settore di attività economica di appartenenza (in base alla nuova
classificazione ATECO 200724);
presenza delle donne nei ruoli-chiave di governo e/o di gestione delle aziende
della provincia di Catanzaro, per tipologia di carica ricoperta, per natura giuridica e per
settore d’intervento dell’impresa25;
evidenziandone, altresì, le più recenti dinamiche, oltre che realizzando opportuni confronti
con quanto accade nelle altre province calabre, a livello regionale e nel Mezzogiorno
d’Italia, l’area geografica del Paese che esprime, da sempre, il segmento imprenditoriale
22 È dato dal rapporto tra imprese femminili e imprese totali presenti sul territorio (Cfr. anche Glossario in
Appendice). 23 Per la descrizione delle tre tipologie di impresa femminile classificate in base alla intensità della presenza
delle donne si vedano le specifiche voci riportate dal Glossario in Appendice. 24
Adottata anche dal sistema camerale a partire da Aprile 2009. 25 L’Osservatorio Unioncamere, anche in tal caso fonte dei dati, identifica due fondamentali gruppi di figure-
chiave in azienda: chi governa l’impresa, in qualità di titolare, socio, amministratore (nelle diverse specificità di
amministratore delegato, amministratore unico, consigliere delegato, presidente del consiglio di amministrazione, presidente del consorzio), cioè assumendo qualifiche e ruoli istituzionali;
chi fa funzionare l’impresa, rivestendo i ruoli di direttore generale, direttore tecnico, ecc., in altri termini di natura dirigenziale/manageriale compresi nella voce Altre cariche.
Si veda, in proposito, anche la voce Persone/Cariche femminili riportata nel Glossario in Appendice.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
12
femminile più significativo, per numero e per incidenza sulla base imprenditoriale
complessiva.
Al fine di contestualizzare il fenomeno locale e di fornire anche un termine di confronto
rispetto al quale misurare i tratti caratterizzanti l’imprenditoria femminile in ambito
provinciale, si è ritenuto opportuno far precedere l’analisi territoriale sin qui delineata da
una panoramica dell’imprenditoria rosa a livello nazionale.
Se si esamina la distribuzione delle imprese femminili italiane per natura giuridica degli
ultimi anni (Graf. 1), è evidente che tra di esse le società di capitali costituiscono, a
tutt’oggi, una netta minoranza (10,9% nell’ultimo anno disponibile), tratto, peraltro, per
nulla peculiare delle realtà rosa, ma tipico dell’intera imprenditoria nazionale.
La marcata predilezione per le tipologie giuridiche più semplici e meno strutturate, quali
l’impresa individuale e le società di persone, per il segmento femminile risulta, tuttavia,
ancor più accentuata rispetto alle realtà imprenditoriali non femminili26 (in tal caso le
società di capitali si attestano, infatti, al 16,5%).
Da diversi anni, in entrambi i casi, è in atto un processo di ristrutturazione e
consolidamento, attraverso il ricorso a forme più complesse, solide e, come tali, adeguate
a fronteggiare condizioni di mercato e concorrenziali a crescente complessità, che, però, è
ancora tutto da compiere.
26 Le imprese non femminili non possono essere automaticamente denominate maschili dal momento che
negli assetti proprietari un ruolo significativo è giocato anche dalle partecipazioni detenute da soggetti giuridici, oltre che da persone fisiche.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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Graf. 1 - Distribuzione per forma giuridica delle imprese femminili e totali attive27 - 2004-2008 (valori percentuali)
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
Imprese individuali
Società di persone
Società di capitale
Altre forme
67,8
17,712,5
2,0
66,6
17,513,8
2,1
65,9
17,4 14,6
2,1
63,8
17,5 16,5
2,2
Imprese totali
Imprese totali '04 Imprese totali '06 Imprese totali '07 Imprese totali '08
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
Imprese individuali
Società di persone
Società di capitale
Altre forme
73,0
19,5
6,21,3
70,9
19,6
8,2 1,3
69,8
19,6 9,2
1,4
67,6
19,9 10,9
1,5
Imprese femminili
Imprese femminili '04 Imprese femminili '06 Imprese femminili '07 Imprese femminili '08
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
La decisa preminenza delle imprese costituite in forma diversa dalle società di capitali
trova riscontro anche nella provincia di Catanzaro (Graf. 2), dove è interessante
evidenziare, però, allo stesso tempo, l’andamento in controtendenza - rispetto a quello
nazionale - delle ditte individuali, che hanno continuato a crescere, sia nel caso delle
imprese femminili (da 72,8% a 73%) sia di quelle totali (da 68,2% a 69%) a scapito
fondamentalmente delle società di persona. Di contro anche a Catanzaro si assiste, alla
crescita del peso delle società di capitali, passate dal 9% per le imprese femminili e dal
13,3% per quelle totali del 2007, rispettivamente, al 9,8% e il 14,2% del 2008.
27 Cfr. Glossario in Appendice
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
14
Graf. 2 - Imprese femminili e totali registrate28 per forma giuridica in provincia di Catanzaro - 2007-2008 (valori percentuali)
-
20,0
40,0
60,0
80,0
Imprese individuali
Società di persone
Società di capitale
Altre forme
72,8
15,9 9,0
2,3
73,0
14,9 9,8 2,3
Imprese femminili in provincia di Catanzaro
Imprese femminili '07 Imprese femminili '08
-
20,0
40,0
60,0
80,0
Imprese individuali
Società di persone
Società di capitale
Altre forme
68,2
14,6 13,3 3,8
69,0
13,0 14,2
3,9
Imprese totali in provincia di Catanzaro
Imprese totali '07 Imprese totali '08 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile,
Unioncamere – Infocamere
28 Cfr. Glossario in Appendice
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
15
1.2 L’IMPRENDITORIA FEMMINILE IN AMBITO NAZIONALE
Al 31 dicembre 2009, in Italia, le imprese femminili registrate - al netto di quelle costituite
in forma di società di capitali - sono risultate 1.219.096 (Tab. 1), corrispondenti a poco più
di un quarto dell’universo imprenditoriale totale (25,5%).
Tab. 1 - Imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali in Italia per area geografica e per regione - 2009 (valori assoluti e percentuali, dati regionali in ordine decrescente per numero d’imprese femminili)
Regione e area Imprese
femminili (A)
Imprese totali (B)
% imprese femm.li su totali
(A/B)
% Imprese femminili
(C)
% Imprese totali (D)
Differenziali % IF-IT (C-D)
Lombardia 152.397 663.033 23,0 12,5 13,9 -1,4
Campania 130.082 435.942 29,8 10,7 9,1 1,5
Sicilia 104.429 400.681 26,1 8,6 8,4 0,2
Lazio 103.234 380.252 27,1 8,5 8,0 0,5
Piemonte 101.698 403.228 25,2 8,3 8,4 -0,1
Veneto 94.150 401.001 23,5 7,7 8,4 -0,7
Toscana 83.674 326.254 25,6 6,9 6,8 0,03
Emilia-Romagna 82.485 375.003 22,0 6,8 7,9 -1,1
Puglia 82.240 322.970 25,5 6,7 6,8 -0,02
Calabria 40.968 155.883 26,3 3,4 3,3 0,1
Marche 37.430 145.272 25,8 3,1 3,0 0,03
Liguria 37.242 138.585 26,9 3,1 2,9 0,2
Abruzzo 37.145 124.996 29,7 3,0 2,6 0,4
Sardegna 36.450 144.330 25,3 3,0 3,0 -0,03
Friuli-Venezia Giulia 23.149 88.120 26,3 1,9 1,8 0,1
Umbria 21.757 78.489 27,7 1,8 1,6 0,1
Trentino-Alto Adige 21.017 94.789 22,2 1,7 2,0 -0,3
Basilicata 16.277 54.663 29,8 1,3 1,1 0,2
Molise 10.054 31.046 32,4 0,8 0,6 0,2
Nord Ovest 294.555 1.216.911 24,2 24,2 25,5 -1,3
Nord Est 220.801 958.913 23,0 18,1 20,1 -2,0
Centro 246.095 930.267 26,5 20,2 19,5 0,7
Sud e Isole 457.645 1.670.511 27,4 37,5 35,0 2,6
Sud 316.766 1.125.500 28,1 26,0 23,6 2,4
Isole 140.879 545.011 25,8 11,6 11,4 0,1
TOTALE 1.219.096 4.776.602 25,5 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
16
Sotto il profilo della distribuzione geografica, il maggior numero d’imprese a prevalente
conduzione femminile italiane è localizzato nel Mezzogiorno d’Italia29, che è anche l’area
che esprime il tasso di femminilizzazione più elevato (27,4%) di tutte le altre macro-
ripartizioni, oltre che superiore alla media nazionale, grazie soprattutto alla componente
continentale delle regioni che ne fanno parte (Sud 28,1%).
Tale situazione trova riscontro anche nei differenziali tra le quote percentuali delle imprese
femminili e quelle delle imprese totali registrate calcolate sui corrispondenti totali nazionali
(Graf. 3), che evidenziano i valori più alti, oltre che positivi, del Mezzogiorno (2,6%) e, al
suo interno, dell’area Sud (2,4%), anche rispetto agli altri territori con saldo positivo, quali il
Centro (0,7%) e le Isole (0,1%).
Graf. 3 - Differenziali tra imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali per aree geografiche - 2009 (valori percentuali)
-3,0 -2,0 -1,0 - 1,0 2,0 3,0
Nord Est
Nord Ovest
Isole
Centro
Sud
Sud e Isole
-2,0
-1,3
0,1
0,7
2,4
2,6
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Con riferimento al dettaglio regionale, la quota più consistente d’imprese femminili
registrate si colloca in Lombardia (12,5%), seguita, a poca distanza, dalla Campania
(10,7%). Tra le prime cinque regioni per dimensioni del fenomeno imprenditoria
femminile si annoverano, altresì, la Sicilia (8,6%), il Lazio (8,5%) e il Piemonte (8,3%). La
Calabria, con le sue 40.968 imprese femminili registrate - pari al 3,4% del totale della
compagine imprenditoriale femminile nazionale - si posiziona al decimo posto.
In base al tasso di femminilizzazione, invece, la leadership della classifica regionale
29 Comprende: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
17
passa al Molise, con un’incidenza del 32,4% delle imprese femminili regionali sulle
attività imprenditoriali totali, seguito ex aequo da Campania e Basilicata (29,8%) e
dall’Abruzzo (29,7%) che, con tassi di gran lunga superiori alla media nazionale,
rappresentano le regioni più vocate all’imprenditorialità al femminile nel Meridione e, in
generale, in Italia. Sempre tra le imprese meridionali, più prossime alla media italiana, ma
in ogni caso al di sopra di essa, si collocano, altresì, la Calabria (26,3%) e la Sicilia
(26,1%). Al di sotto seppur di poco del valore nazionale si posizionano, invece, la Puglia
(25,5%) e la Sardegna (25,3%), insieme al Piemonte (25,2%), al Veneto (23,5%), alla
Lombardia (23%) e all’Emilia Romagna (22%), regioni che, pur essendo tra le prime dieci
per dimensione del fenomeno, non rientrano tra le tredici con un’incidenza sul tessuto
imprenditoriale locale della componente femminile superiore alla media complessiva del
Paese. L’orientamento più spiccato a fare impresa delle donne meridionali è riscontrabile
anche dai differenziali percentuali (Graf. 4), che evidenziano la performance meno
brillante della Calabria (0,1%), oltre che quelle meno favorevoli di Puglia (-0,02%) e
Sardegna (-0,03%).
Graf. 4 - Differenziali tra imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali per aree geografiche - 2009 (valori percentuali)
-2,0% -1,5% -1,0% -0,5% 0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0%
Campania
Lazio
Abruzzo
Basilicata
Sicilia
Molise
Liguria
Umbria
Calabria
Friuli-Venezia Giulia
Toscana
Marche
Valle D'aosta
Puglia
Sardegna
Piemonte
Trentino-Alto Adige
Veneto
Emilia-Romagna
Lombardia
1,5%
0,5%
0,4%
0,2%
0,2%
0,2%
0,2%
0,1%
0,1%
0,1%
0,03%
0,03%
0,01%
-0,02%
-0,03%
-0,1%
-0,3%
-0,7%
-1,1%
-1,4%
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
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In termini di andamento, il confronto con gli stock omogenei – cioè anch’essi considerati
al netto delle società di capitali30 - delle imprese rosa e totali registrate a fine 2008
permette di evidenziare che, a livello complessivo, le realtà femminili italiane, benché
non immuni alle difficoltà della recessione economica, hanno dimostrato, almeno
fino ad oggi, una migliore tenuta di quelle non femminili (Tab. 2). Infatti, a fronte di
una flessione delle imprese totali pari all’1,3%, con una perdita complessiva di 61.045
unità, le imprese capitanate da donne hanno registrato una variazione negativa dello
0,8%.
In altri termini, pur non uscendo del tutto indenni dall’impatto della crisi globale, le imprese
a conduzione femminile sono risultate più resistenti di quelle di genere maschile,
contenendo meglio i danni e mettendo in luce la forte determinazione e una spiccata
vivacità delle donne che fanno impresa in Italia, anche nei momenti di maggiore difficoltà.
Tab. 2 - Imprese femminili e totali registrate31 al netto delle società di capitali in Italia - 2008 e 2009 (valori assoluti e percentuali)
2009 2008 Saldo Variazione %
Imprese totali 4.776.602 4.837.647 -61.045 -1,3
Imprese femminili 1.219.096 1.228.629 -9.533 -0,8
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
A livello territoriale, tuttavia, si sono registrate differenze che meritano di essere
evidenziate. Analizzando ciò che è accaduto nelle diverse aree geografiche (Tab. 3),
proprio il Mezzogiorno risulta essere la macro-ripartizione che ha messo a segno la
performance peggiore (-1,1%), registrando una flessione delle imprese rosa locali, pur se
inferiore a quella delle imprese non femminili presenti sullo stesso territorio (-1,5%),
superiore al dato medio nazionale ed a quello di tutte le altre aree.
Anche in questo caso, sul risultato complessivo ha inciso la situazione meno favorevole
delle realtà femminili delle Isole (-1,8%), rispetto a una riduzione più contenuta e allineata
alla media nazionale di quelle localizzate nelle regioni del Sud (0,8%).
30
Nel 2008, le imprese femminili registrate in forma di società di capitale sono state 200.638, quelle totali 1.266.420.
31 Cfr. Glossario in Appendice
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
19
Quanto evidenziato lascia intravedere la presenza nel meridione d’Italia di realtà
produttive al femminile più fragili e vulnerabili di quelle localizzate nel Centro-Nord del
Paese, a causa, indubbiamente, di condizioni esterne di contesto e limiti infrastrutturali
fortemente penalizzanti ma, molto probabilmente, anche delle particolari specificità
dimensionali delle imprese locali come pure, se non principalmente, del tipo di cultura
d’impresa e manageriale in esse diffusa, come si vedrà più diffusamente nel prosieguo
del presente Osservatorio.
Tab. 3 - Variazione delle imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali per area geografica - 2009/2008 (valori assoluti e variazioni percentuali)
Aree geografiche Imprese femminili
2008 Imprese totali
2008 Variazioni IF
2009/2008 Variazioni IT
2009/2008
Nord Ovest 296.460 1.230.592 -0,6 -1,1
Nord Est 222.138 973.694 -0,6 -1,5
Centro 247.215 937.531 -0,5 -0,8
Sud e Isole 462.816 1.695.830 -1,1 -1,5
Sud 319.293 1.138.810 -0,8 -1,2
Isole 143.523 557.020 -1,8 -2,2
TOTALE 1.228.629 4.837.647 -0,8 -1,3
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Scendendo a livello di analisi su base regionale (Graf. 5), benché le imprese femminili
siano diminuite ovunque - misurando, peraltro, flessioni sempre inferiori a quelle delle
realtà non femminili, ad eccezione che nel Lazio, in Liguria, Molise e Valle d’Aosta -
quelle che hanno risentito maggiormente della crisi, misurando una variazione negativa
uguale o superiore al punto percentuale, sono state le realtà situate in Valle d’Aosta (-
3,9%), Sicilia (-2%), Friuli Venezia Giulia (-1,9%), Puglia (-1,8%), Molise (-1,7%),
Sardegna (-1,4%) e la Basilicata (-1%). Hanno, di contro, dimostrato una sostanziale
tenuta le imprese rosa localizzate in Trentino (-0,4%), in Campania e in Veneto (-0,3%),
in Abruzzo (-0,2%) e in Umbria e Toscana, ex aequo (-0,1%). Le rimanenti, tra le quali la
Calabria (-0,7%), hanno registrato flessioni prossime o in linea con la media nazionale
(tra -0,6% e 0,8%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
20
Graf. 5 - Variazione delle imprese femminili al netto delle società di capitali per regione - 2009/2008 (variazioni percentuali)
-0,1
-0,1
-0,2
-0,3
-0,3
-0,4
-0,6
-0,6
-0,6
-0,7
-0,7
-0,7-0,8
-0,8
-1,0
-1,4
-1,7
-1,8
-1,9
-2,0
-3,9
-5,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0
UmbriaToscanaAbruzzoCampaniaVenetoTrentino-Alto AdigePiemonteLombardiaEmilia-RomagnaCalabriaLazioLiguriaTotale ItaliaMarcheBasilicataSardegnaMolisePugliaFriuli-Venezia GiuliaSiciliaValle D'aosta
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Per quanto attiene alla forma giuridica (Tab. 4) adottata dalle imprese a prevalente
presenza femminile, pur nei limiti dei dati disponibili, si conferma anche per il 2009
quanto detto in precedenza in merito all’orientamento crescente delle imprenditrici verso
configurazioni più strutturate e mature delle proprie iniziative imprenditoriali.
L’analisi delle variazioni del 2009 rispetto all’anno precedente, infatti, evidenzia la
riduzione più consistente delle ditte individuali (-1,2%), rispetto a quella delle società di
persone (-0,2%), a fronte dell’andamento in controtendenza delle tipologie
associativo/mutualistiche (Altre forme +4,1%) – e, in particolare, della componente
consortile, in decisa crescita (6,4%) - che rappresentano, tuttavia, le tipologie giuridiche
di gran lunga meno diffuse sul territorio nazionale.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
21
Tab. 4 - Imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali per forma giuridica - 2009 e 2008 (valori assoluti e percentuali)
Forma giuridica Imprese
Femminili '09 Imprese
Femminili '08 Var. % '09/'08
Imprese totali '09
Imprese totali '08
Var. % '09/'08
(Società di capitali) nd 200.638 nd 1.308.503 1.266.420 3,3
Società di persone 323.151 323.862 -0,2 1.185.718 1.199.973 -1,2
Imprese individuali 862.844 872.969 -1,2 3.382.610 3.432.916 -1,5
Altre forme 33.101 31.798 4,1 208.274 204.758 1,7
Cooperative 28.089 27.223 3,2
Consorzi 1.057 993 6,4
Altro 3.955 3.582 10,4
TOTALE 1.219.096 1.228.629 -0,8 4.776.602 4.837.647 -1,3
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Il ruolo, comunque, ancora preponderante giocato a tutt’oggi nel Paese dalle ditte
individuali in rosa contribuisce a spiegare la loro preponderante concentrazione nella
tipologia a presenza femminile esclusiva32 (96,3%), in cui la figura della capoazienda e
l’impresa stessa si sovrappongono (Graf. 6).
Graf. 6 - Distribuzione delle imprese femminili registrate al netto delle società di capitali per tipologia di presenza femminile - 2009 (valori percentuali)
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Passando alla distribuzione per settori di attività economica (Tab. 5), le imprese a
prevalente conduzione femminile intervengono principalmente nei due ambiti produttivi
più tradizionali dell’economia nazionale, il Commercio (30,8%) e l’Agricoltura (20,9%),
32
Cfr. Glossario in Appendice
Maggioritaria 0,1
Forte 3,6
Esclusiva 96,3
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
22
analogamente a quanto accade per le imprese totali, ma con un livello di concentrazione
superiore (51,7%) rispetto a quello registrato da queste ultime (45,2%).
Una presenza significativa, benché molto più limitata, di realtà femminili è, altresì,
riscontrabile nell’ambito delle Attività di servizi di alloggio e di ristorazione (9%) e delle
Altre attività di servizi (8,5%) - con tassi di femminilizzazione, in questi casi,
particolarmente rilevanti (rispettivamente, 34,2% e 48,6%) - oltre che nelle Attività
manifatturiere (7,7%), ma in tal caso con un’incidenza femminile sulle imprese totali
corrispondenti più contenuta (21,6%).
Tab. 5 - Distribuzione delle imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali per settore di attività economica - 2009 (valori percentuali, dati in ordine decrescente
in base alle percentuali delle imprese femminili)
Settore di attività economica (ATECO 2007) Imprese
femminili Imprese
totali Incidenza % IF su IT
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; rip. di autoveicoli 30,8 27,1 29,0
A Agricoltura, silvicoltura pesca 20,9 18,1 29,5
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 9,0 6,7 34,2
S-U Altre attività di servizi 8,5 4,4 48,6
C Attività manifatturiere 7,7 9,2 21,6
F Costruzioni 3,4 15,0 5,8
L Attività immobiliari 3,2 2,7 30,3
N-O Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 3,0 2,3 33,8
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 2,4 2,2 27,2
K Attività finanziarie e assicurative 2,0 2,0 25,2
J Servizi di informazione e comunicazione 1,6 1,5 28,2
H Trasporto e magazzinaggio 1,2 3,2 9,9
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 1,1 0,9 30,2
Q Sanità e assistenza sociale 0,8 0,4 46,9
P Istruzione 0,5 0,4 33,6
E Fornitura di acqua 0,1 0,1 15,6
B Estrazione di minerali da cave e miniere 0,02 0,05 12,6
D Fornitura di energia 0,01 0,02 13,3
X Imprese non classificate 3,7 3,6 26,3
TOTALE 100,0 100,0 25,5
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
23
È proprio nell’ambito dei due principali settori d’intervento delle imprenditrici che, nel
2009, in termini di confronto tra Iscrizioni e Cessazioni33 rilevate nel corso dell’anno si è
misurata la dinamica imprenditoriale meno favorevole (Graf. 7). Infatti, a fronte di un
saldo complessivo negativo a livello nazionale (-3.751 unità), le i differenziali più
consistenti tra imprese iscritte e cessate si sono registrati per i settori in precedenza
evidenziati, ad eccezione degli Altri servizi, che è stato l’unico ambito economico a
riportare un risultato, considerato il contesto complessivo a livello macro-economico,
decisamente favorevole (+518 unità).
Il tasso di evoluzione imprenditoriale34 complessivo pari a –0,3% fornisce, infine,
l’ulteriore testimonianza della capacità di tenuta dell’imprenditoria declinata al femminile
del Paese.
Graf. 7 - Saldo imprese femminili registrate al netto delle società di capitali per settore di attività economica (classificazione ATECO 2007) - 2009 (valori assoluti)
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
33
Cfr. specifica voce riportata nel Glossario in Appendice 34
Rapporto tra il saldo Iscrizioni/Cessazioni e le imprese femminili registrate al netto delle società di capitali al 31.12.2008 (Cfr. Glossario in Appendice)
-3.500-3.000-2.500-2.000-1.500-1.000 -500 0 500 1.000
S-T Altre attività di servizi
Q Sanità e assistenza sociale
D Fornitura di energia
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e …
B Estrazione di minerali da cave e miniere
F Costruzioni
E Fornitura di acqua
P Istruzione
N-O Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle …
J Servizi di informazione e comunicazione
K Attività finanziarie e assicurative
M Attività professionali, scientifiche e tecniche
H Trasporto e magazzinaggio
L Attività immobiliari
I Attività dei servizi alloggio e ristorazione
C Attività manifatturiere
A Agricoltura, silvicoltura pesca
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; rip. di autoveicoli
518
44
2
1
-12
-14
-16
-51
-59
-68
-114
-156
-224
-305
-443
-1.485-3.166
-3.182
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
24
.. .. .. .. .. iinn ssiinntteessii
Le imprese femminili in Italia continuano a rappresentare poco più di un quarto del tessuto imprenditoriale nazionale, ma, pur se in calo nell’ultimo anno, sembrano caratterizzarsi per una minore vulnerabilità alla recessione economica in atto rispetto alla totalità delle realtà produttive italiane.
Fenomeno diffuso su tutto il territorio nazionale, l’imprenditorialità al femminile trova maggiore espressione nel Mezzogiorno d’Italia, tanto sotto il profilo numerico, quanto dell’incidenza sull’universo imprenditoriale complessivo. Tuttavia, sono proprio le realtà rosa meridionali, e in particolare quelle localizzate nelle due isole maggiori a rivelarsi meno solide e resistenti rispetto alle altre.
A tutt’oggi, tre imprese su cinque condotte da donne sono costituite in forma di ditta individuale, anche se negli anni si sta misurando – in analogia all’intero sistema produttivo italiano - una tendenza evolutiva verso forme giuridiche più strutturate e solide, come le società di capitali, sicuramente più adeguate a fronteggiare le sfide competitive sempre più difficili e insidiose poste dagli scenari globali attuali. Tale dinamica risulta, però, ancora contenuta e lenta.
La Calabria si posiziona al decimo posto per numero d’imprese, con una incidenza delle realtà al femminile sulle totali presenti in regione superiore alla media nazionale, ma inferiore al valore misurato dall’aggregato delle regioni meridionali. Tuttavia, la minore flessione registrata dalla compagine imprenditoriale femminile di tale regione, rispetto a quella rilevata per le altre aree del Mezzogiorno, rivela la presenza a livello locale d’imprese femminili relativamente meno fragili delle colleghe localizzate nell’insieme delle altre regioni meridionali.
Commercio e Agricoltura sono i settori in cui maggiormente intervengono le imprese femminili in Italia, continuando, quindi, a concentrarsi principalmente sui fronti di attività di tipo tradizionale, a scapito di una più incisiva presenza in ambiti produttivi più innovativi e a maggiore valore aggiunto, che restano, dunque, di presidio preminente della compagine non femminile dell’imprenditoria nazionale.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
25
1.2 LE DIMENSIONI E LA STRUTTURA DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE IN PROVINCIA DI
CATANZARO
1.2.1 L’entità, l’incidenza e la natura giuridica delle imprese femminili del territorio provinciale
Alla fine del 2009, le imprese femminili registrate in provincia di Catanzaro sono risultate
7.115 su un universo imprenditoriale provinciale composto da 27.795 unità totali (Tab. 6),
registrando, dunque, un tasso di femminilizzazione pari al 25,6%, sostanzialmente
allineato alla media nazionale (25,5%), ma più basso di quello regionale (26,3%) e
inferiore all’incidenza mediamente misurata nel Mezzogiorno d’Italia dalle realtà
produttive guidate dalle donne (27,4%).
Tab. 6 - Imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali nelle province calabre, in Calabria, nel Mezzogiorno e in Italia - 2009 e 2008 (valori assoluti e percentuali)
Imprese
femminili Imprese
totali % Imprese
femminili su totali Peso % IF Peso % IT
Catanzaro 7.115 27.795 25,6 17,4 17,8
Cosenza 14.660 55.368 26,5 35,8 35,5
Crotone 3.951 15.781 25,0 9,6 10,1
Reggio Calabria 12.084 44.000 27,5 29,5 28,2
Vibo Valentia 3.158 12.939 24,4 7,7 8,3
Calabria 40.968 155.883 26,3 100,0 100,0
Mezzogiorno 457.645 1.670.511 27,4
Italia 1.219.096 4.776.602 25,5
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Nel confronto con le altre province calabresi, poi, quella di Catanzaro si colloca al terzo
posto sia per presenza d’imprese rosa - dopo, nell’ordine, Cosenza (14.660) e Reggio
Calabria (12.084) - sia per la loro incidenza sul numero d’imprese totali della provincia (in
tal caso Catanzaro è preceduta da Reggio Calabria 27,5% e da Cosenza 26,5%).
La modesta propensione a fare impresa delle donne di Catanzaro - che non sorprende
particolarmente in una provincia che, in generale, non si distingue particolarmente per
presenza femminile nel mondo del lavoro, registrando un tasso di occupazione femminile
(15-64 anni) pari al 34,5% nel 2009, valore che, benché più elevato di quello di tutte le
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
26
altre province calabresi (media regionale 30,2%)35, è di gran lunga inferiore a quello
nazionale (57,5%) – trova riscontro anche nei dati inerenti alle differenze percentuali tra
le quote per provincia delle imprese femminili e di quelle totali sui corrispondenti totali
regionali (Graf. 8).
Graf. 8 - Differenziali tra imprese femminili e imprese totali registrate al netto delle società di capitali nelle province calabre - 2009 (valori percentuali)
-1,5 -1,0 -0,5 - 0,5 1,0 1,5
Vibo Valentia
Crotone
Catanzaro
Cosenza
Reggio Calabria
-0,6
-0,5
-0,5
0,3
1,3
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Passando all’andamento rispetto al 2008 (Tab. 7), le imprese femminili della provincia di
Catanzaro, come accaduto a livello nazionale, hanno subito, nell’ultimo anno, una
riduzione ad un tasso inferiore a quello misurato dalle realtà produttive non femminili
presenti sul territorio (-2,4% contro -3,3%), confermando la maggiore capacità di
resistenza delle prime alle difficoltà conseguenti alla crisi economica in un contesto
competitivo particolarmente turbolento quale l’attuale.
Allo stesso tempo, però, la flessione delle realtà rosa locali è stata più consistente di
quella registrata:
nelle altre province calabresi - tra le quali la variazione negativa più elevata, ma
comunque inferiore ai due punti percentuali, è stata quella di Reggio Calabria (-1,3%)
- e, in generale, in Calabria (-0,7%);
nel Mezzogiorno d’Italia - che, come si è già visto, è stata l’area sotto tale profilo
meno performante di tutte le altre macro-ripartizioni (-1,1%) - e, ovviamente,
nell’intero Paese (-0,8%).
35
Fonte Istat -RCFL, media 2009. Si veda in proposito anche il Rapporto Unioncamere 2010.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
27
Gli andamenti riscontrati sembrano mettere in luce la presenza di elementi di debolezza
e di vulnerabilità delle imprese femminili della provincia di Catanzaro sicuramente più
incisivi di quanto non accada per le realtà che operano in tutti gli altri contesti considerati.
Tab. 7 - Imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali 2008 e variazioni nelle province calabre, in Calabria, nel Mezzogiorno e in Italia - 2009/2008 (valori assoluti e percentuali)
Imprese femminili
2008 Imprese totali
2008 Variazioni Imprese
femminili '09/'08 Variazioni Imprese
totali '09/'08
Catanzaro 7.290 28.755 -2,4% -3,3%
Cosenza 14.649 55.795 0,1% -0,8%
Crotone 3.920 15.908 0,8% -0,8%
Reggio Calabria 12.239 44.483 -1,3% -1,1%
Vibo Valentia 3.144 12.973 0,4% -0,3%
Calabria 41.242 157.914 -0,7% -1,3%
Mezzogiorno 462.816 1.695.830 -1,1% -1,5%
Italia 1.228.629 4.837.647 -0,8% -1,3%
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Analizzando la presenza d’imprese femminili su base comunale si evidenzia, infine, che vi
sono alcuni comuni della provincia di Catanzaro in cui le imprese rosa raggiungono una
significativa incidenza sulla base imprenditoriale complessiva. In particolare, in 16
comuni le imprese a prevalente presenza femminile rappresentano più del 30% del totale delle
imprese registrate (Tab. 8) ed in 6 (Magisano, Belcastro, Vallefiorita, San Vito sullo Ionio,
Jacurso e Martirano) più di un terzo delle imprese è rosa.
La disamina della distribuzione territoriale (Cartina 1) delle imprese femminili su base
comunale pone, peraltro, in evidenza una più spiccata propensione all’imprenditorialità
femminile nella fascia nord ed in quella sud della provincia.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
28
Tab. 8 - Imprese femminili registrate al netto delle società di capitale per comune – al 31 dicembre 2009 (dati assoluti e in percentuale)
Comune Valori assoluti % su imprese
femminili Provincia % su imprese totali Comune
MAGISANO 95 36 37,9
BELCASTRO 233 88 37,8
VALLEFIORITA 153 56 36,6
SAN VITO SULLO IONIO 148 53 35,8
JACURSO 44 15 34,1
MARTIRANO 62 21 33,9
ZAGARISE 154 50 32,5
SORBO SAN BASILE 59 19 32,2
PALERMITI 79 25 31,6
PENTONE 89 28 31,5
SOVERATO 856 269 31,4
DECOLLATURA 234 73 31,2
PETRONA' 180 55 30,6
BORGIA 511 155 30,3
GIRIFALCO 374 113 30,2
ALBI 60 18 30,0
SOVERIA SIMERI 155 46 29,7
TAVERNA 194 57 29,4
BOTRICELLO 537 156 29,1
SQUILLACE 262 76 29,0
CICALA 69 20 29,0
SAN FLORO 52 15 28,8
CERVA 80 23 28,8
SAN MANGO D'AQUINO 87 25 28,7
MONTEPAONE 345 98 28,4
STALETTI 155 44 28,4
MARTIRANO LOMBARDO 57 16 28,1
SELLIA 36 10 27,8
S. ANDREA APOSTOLO DELLO IONIO
134 37 27,6
SOVERIA MANNELLI 243 67 27,6
PIANOPOLI 236 65 27,5
GAGLIATO 51 14 27,5
CROPANI 458 125 27,3
NOCERA TERINESE 331 90 27,2
SIMERI CRICHI 309 84 27,2
SANTA CATERINA DELLO IONIO
150 40 26,7
PETRIZZI 79 21 26,6
SERRASTRETTA 279 74 26,5
BADOLATO 291 77 26,5
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
29
Comune Valori assoluti % su imprese
femminili Provincia % su imprese totali Comune
CORTALE 190 50 26,3
MOTTA SANTA LUCIA 80 21 26,3
AMARONI 141 37 26,2
OLIVADI 50 13 26,0
PLATANIA 104 27 26,0
FEROLETO ANTICO 135 35 25,9
TIRIOLO 279 71 25,4
CATANZARO 6181 1568 25,4
CARLOPOLI 135 34 25,2
MARCELLINARA 180 45 25,0
SETTINGIANO 191 47 24,6
LAMEZIA TERME 5349 1303 24,4
CHIARAVALLE CENTRALE 518 126 24,3
ARGUSTO 29 7 24,1
CENTRACHE 29 7 24,1
TORRE DI RUGGIERO 87 21 24,1
CURINGA 485 117 24,1
GASPERINA 117 28 23,9
FALERNA 441 105 23,8
SAN SOSTENE 89 21 23,6
CONFLENTI 128 30 23,4
MAIDA 486 112 23,0
SELLIA MARINA 795 182 22,9
SERSALE 338 77 22,8
AMATO 88 20 22,7
MONTAURO 106 24 22,6
CARDINALE 137 31 22,6
GUARDAVALLE 457 103 22,5
GIMIGLIANO 167 36 21,6
SAN PIETRO APOSTOLO 117 25 21,4
DAVOLI 502 105 20,9
CARAFFA DI CATANZARO 178 37 20,8
SAN PIETRO A MAIDA 381 79 20,7
MIGLIERINA 54 11 20,4
SATRIANO 216 42 19,4
GIZZERIA 600 113 18,8
FOSSATO SERRALTA 32 6 18,8
CENADI 38 7 18,4
ANDALI 62 11 17,7
MARCEDUSA 39 6 15,4
ISCA SULLO IONIO 139 21 15,1
Totale 27791 7115 25,6
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
30
Cartina 1 – Rapporto tra imprese femminili registrate ed imprese totali registrate al netto delle società di capitale per comune – al 31 dicembre 2009 (valori
percentuali)
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Passando a considerare gli aspetti caratterizzanti le imprese femminili catanzaresi, uno
degli aspetti che sicuramente influiscono, in chiave penalizzante, sulla resistenza delle
imprese capitanate dalle donne può essere rintracciato nella composizione per forma
giuridica che le caratterizza (Tab. 9).Infatti, in provincia di Catanzaro, la preminenza
della componente di ditte individuali è ancor più marcata (81,1%) di quella misurata da
questa tipologia giuridica d’impresa nel resto del Paese (70,8%) come pure di quella più
elevata rilevata per l’insieme delle regioni meridionali (76,3%). Tale valore è sintomatico
della ancor più accentuata diffusione di micro-imprenditorialità nel tessuto imprenditoriale
femminile locale e, quindi, della prevalenza in tale contesto territoriale di strutture
tendenzialmente meno solide e competitive, soprattutto, alla luce degli scenari
concorrenziali e di mercato sempre più complessi e turbolenti - indipendentemente dalle
fasi di crisi come quella attuale - nei quali le imprese sono chiamate oggi a operare.
Sotto questo profilo, peraltro, la provincia di Catanzaro non è da sola in Calabria, regione
che totalizza un’incidenza media d’imprese femminili costituite in forma individuale pari
all’80,3% ed in cui l’unico contesto provinciale che fa registrare un peso minore di tale
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
31
segmento di realtà femminili è la provincia di Cosenza, che con il suo 78,7% di realtà
individuali si posiziona, peraltro, anch’essa al di sopra sia della quota del Mezzogiorno
sia di quella media nazionale.
Tab. 9 - Distribuzione per forma giuridica delle imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali nelle province calabre, in Calabria, nel Mezzogiorno e in Italia - 2009 (valori percentuali)
2009 2008
Imprese
individuali Società di persone
Altre forme
Totale Imprese
individuali Società di persone
Altre forme
Totale
Catanzaro 81,1 17,0 2,0 100,0 81,0 16,5 2,5 100,0
Cosenza 78,7 17,6 3,8 100,0 78,7 17,9 3,5 100,0
Crotone 82,7 14,9 2,5 100,0 82,0 15,4 2,5 100,0
Reggio Calabria 80,8 16,1 3,1 100,0 81,2 15,9 2,8 100,0
Vibo Valentia 81,1 16,3 2,6 100,0 81,2 16,3 2,5 100,0
Calabria 80,28 16,69 3,03 100,0 80,35 16,70 2,96 100,0
Mezzogiorno 76,3 20,1 3,7 100,0 76,7 19,8 3,5 100,0
Italia 70,8 26,5 2,7 100,0 71,1 26,4 2,6 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Qualche segnale incoraggiante in proposito proviene dal confronto dei dati per forma
giuridica del 2009 con quelli dell’anno precedente (Tab. 10). Infatti, oltre a confermarsi
anche per le realtà rosa locali l’evoluzione verso modelli giuridico-organizzativi più maturi
e solidi (Tab. 10), va evidenziato che la flessione delle ditte individuali registrata in tale
contesto risulta di gran lunga superiore (-2,2%) a quella riscontrata in tutti gli altri ambiti
territoriali locali (Calabria -0,7%) e nazionali (Mezzogiorno -1,7%; Italia -1,2%).
Tab. 10 - Variazione delle imprese femminili registrate al netto delle società di capitali per forma giuridica nelle province calabre - 2009 (valori percentuali)
Imprese individuali Società di persone Altre forme Totale
Catanzaro -2,2 0,2 -24,5 -2,4
Cosenza 0,1 -1,5 7,8 0,1
Crotone 1,6 -3,0 -2,0 0,8
Reggio Calabria -1,8 0,1 7,8 -1,3
Vibo Valentia 0,3 0,4 5,1 0,4
Calabria -0,7 -0,7 2,0 -0,7
Mezzogiorno -1,7 0,4 3,6 -1,1
Italia -1,2 -0,2 4,1 -0,8
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
32
Tuttavia, la flessione oltremodo sostenuta verificatasi, contestualmente, per le altre forme
giuridiche36 (-24,5%) fa sì che il peso delle imprese individuali femminili catanzaresi nel
2009 sia risultato in lieve aumento (dall’81% del 2008 all’ 81,1% del 2009) rispetto al
totale.
Da quanto emerso sin qui, non sorprende che le imprese condotte da donne più diffuse
in assoluto in provincia di Catanzaro siano quelle a presenza femminile esclusiva37 (Tab.
11), che rappresentano una quota del 97,6%, di poco superiore al valore regionale
(97,5%).
Tab. 11 - Distribuzione per tipologia di presenza femminile delle imprese femminili registrate al netto delle società di capitali in provincia di Catanzaro, delle altre province calabre, in Calabria e in Italia - 2009 (valori percentuali)
a presenza maggioritaria a presenza forte a presenza esclusiva
Catanzaro 0,04 2,3 97,
Cosenza 0,08 2,4 97,5
Crotone 0,03 2,4 97,6
Reggio Calabria 0,08 2,3 97,6
Vibo Valentia 0,0 3,1 96,9
Calabria 0,1 2,4 97,5
Italia 0,1 3,6 96,3
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
1.2.2 Le imprese femminili della provincia per settore di attività economica
La disamina delle imprese femminili operanti nella provincia di Catanzaro sotto il profilo
della distribuzione per settore economico di attività (Tab.11) evidenzia che -
analogamente a quanto rilevato a livello nazionale - gli ambiti principali d’intervento sono
costituiti da Commercio e Agricoltura.
36
Comprende tutte le imprese aventi forma giuridica diversa da quella di ditta individuale, società di
persone e di capitali. Si riferisce a più di 40 tipologie di soggetti giuridici, tra i quali i più significativi e numerosi sono società cooperative in genere e consorzi , comprese le società cooperative a responsabilità limitata (la tipologia più numerosa in assoluto) e le forme societarie consortili. Nel presente Osservatorio, anche per tale voce, le forme societarie di capitali sono escluse.
37 Cfr. Glossario in Appendice
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
33
Nei due settori opera complessivamente il 58% delle realtà rosa della provincia, dato
inferiore a quello regionale (Tab. 12, 58,8%), ma più elevato di quello nazionale (Tab. 13,
51,7%), oltre che dell’intero universo provinciale (52,9%), sintomatico di un tessuto
imprenditoriale femminile locale ancora particolarmente ancorato ai settori più
tradizionali, per l’economia italiana.
Tab. 12 - Imprese femminili e totali registrate al netto delle società di capitali in provincia di Catanzaro - 2009 (valori assoluti e percentuali)
Settore di attività (ATECO 2007) Imprese
femminili Imprese
totali % Imprese femminili
% Imprese totali
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; rip. di autoveicoli
2.823 10.233 39,7 36,8
A Agricoltura, silvicoltura pesca 1.303 4.477 18,3 16,1
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 588 1.718 8,3 6,2
S-T-U Altre attività di servizi 535 1.238 7,5 4,5
C Attività manifatturiere 463 2.188 6,5 7,9
F Costruzioni 239 3.436 3,4 12,4
N-O Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
173 454 2,4 1,6
K Attività finanziarie e assicurative 146 500 2,1 1,8
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 106 478 1,5 1,7
J Servizi di informazione e comunicazione 97 365 1,4 1,3
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
94 254 1,3 0,9
H Trasporto e magazzinaggio 73 640 1,0 2,3
Q Sanità e assistenza sociale 47 130 0,7 0,5
P Istruzione 30 92 0,4 0,3
L Attività immobiliari 29 114 0,4 0,4
E Fornitura di acqua 4 21 0,1 0,1
B Estrazione di minerali da cave e miniere 2 18 0,0 0,1
D Fornitura di energia 1 7 0,0 0,0
X Imprese non classificate 362 1.432 5,1 5,2
Totale 7.115 27.795 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Entrando più nel dettaglio:
al Commercio - in generale, il principale settore di attività dell’economia provinciale
(imprese totali, 36,8%) - si dedica il 39,7% delle imprese femminili locali, quota
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
34
superiore, oltre che a quella delle imprese totali dell’area, a quella regionale (36,2%),
e maggiore di quasi dieci punti percentuali di quella nazionale (30,8%);
in Agricoltura opera il 18,3% d’imprese guidate da donne, contro una quota del 16,1%
del totale delle imprese locali evidenziandosi, in questo caso, il peso meno rilevante
del settore primario in provincia di Catanzaro rispetto sia al resto della Calabria, sia
dell’’Italia, pur trovandosi in presenza, comunque, del secondo segmento portante
dell’economia provinciale, per numero di realtà imprenditoriali.
Tab. 13 - Distribuzione per settore di attività economica delle imprese femminili registrate al netto delle società di capitale in provincia di Catanzaro, in Calabria e in Italia - 2009 (valori assoluti e percentuali, dati in ordine decrescente)
Settore di attività (ATECO 2007) Catanzaro Calabria Italia
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; rip. di autoveicoli 39,7 36,2 30,8
A Agricoltura, silvicoltura pesca 18,3 22,6 20,9
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 8,3 8,3 9,0
S-T-U Altre attività di servizi 7,5 6,5 8,5
C Attività manifatturiere 6,5 6,7 7,7
F Costruzioni 3,4 3,6 3,4
N-O Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
2,4 2,2 3,0
K Attività finanziarie e assicurative 2,1 1,7 2,0
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 1,5 1,3 2,4
J Servizi di informazione e comunicazione 1,4 1,3 1,6
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
1,3 1,1 1,1
H Trasporto e magazzinaggio 1,0 1,2 1,2
Q Sanità e assistenza sociale 0,7 0,6 0,8
P Istruzione 0,4 0,6 0,49
L Attività immobiliari 0,4 0,4 3,2
E Fornitura di acqua 0,1 0,1 0,07
B Estrazione di minerali da cave e miniere 0,0 0,1 0,02
D Fornitura di energia 0,0 0,0 0,01
X Imprese non classificate 5,1 5,5 3,7
TOTALE 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
35
Una discreta quota d’imprese femminili, complessivamente pari a 22,3% - maggiore del
corrispondente dato delle imprese totali provinciali (18,5%) e di poco più elevata di quella
riscontrata a livello regionale (21,5%), seppur inferiore al dato nazionale (25,2%) - si
distribuisce, nell’ordine, tra le Attività di servizi di alloggio e ristorazione (8,3%), le Altre
attività di servizi (7,5%) e le Attività manifatturiere (6,5%).
Seguono le Costruzioni (3,4%), le Attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di
supporto alle imprese (2,4%) e le Attività finanziarie e assicurative (2,1%), che nel
complesso non superano il 10% di realtà femminili (attestandosi complessivamente al
7,8%) – valore più o meno in linea con il dato regionale (7,5%), ma inferiore a quello
nazionale (8,4%).
Il forte sbilanciamento sui fronti di attività di tipo tradizionale, si misura, quindi, anche
nell’ambito delle attività di servizi, dove le realtà femminili operative nei comparti più
innovativi, quelle del cosiddetto terziario avanzato (attività di servizi di intermediazione
monetaria e finanziaria, immobiliari, di noleggio, di supporto alle imprese, ma anche di
ricerca, di informatica e comunicazione) - a maggiore valore aggiunto, oltre che a più
elevata qualificazione di operatori e prodotti/servizi offerti - pur non mancando del tutto,
continuano a rivestire, senza dubbio, un’importanza residuale.
Tale situazione, d’altra parte, è caratteristica dell’intero tessuto produttivo della provincia,
come confermato anche da dati inerenti al valore aggiunto prodotto a livello provinciale38.
Tuttavia, la disamina dei tassi di femminilizzazione (Graf. 9) registrati per i diversi settori
economici permette di evidenziare la presenza di una propensione piuttosto elevata
delle imprenditrici catanzaresi - espressa dai livelli di incidenza delle loro iniziative su
quelle totali provinciali superiori, anche di molto, al valore medio territoriale (25,6%) - ad
operare in alcuni dei settori più evoluti come, in particolare, le Attività di noleggio,
agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (38,1%), le Attività finanziarie e
assicurative (29,2%), seguite a distanza, ma comunque con un tasso maggiore di quello
medio provinciale, anche dai Servizi di informazione e comunicazione (26,6%).
Un orientamento di tal fatta depone molto favorevolmente riguardo al contributo che le
donne che fanno impresa sono in grado di fornire all’economia del territorio, quanto meno
in chiave di potenzialità ed in termini prospettici e, pertanto, meriterebbe di essere
opportunamente valorizzato e sostenuto.
38 Si veda in proposito: C.C.I.A.A. di Catanzaro - Istituto Guglielmo Tagliacarne, Osservatorio economico
della provincia di Catanzaro, 2007 e 2008.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
36
Graf. 9 - Tassi di femminilizzazione delle imprese femminili registrate al netto delle società di capitali per settore di attività economica in provincia di Catanzaro - 2009 (dati in
percentuale)
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0
F Costruzioni
B Estrazione di minerali da cave e miniere
H Trasporto e magazzinaggio
D Fornitura di energia
E Fornitura di acqua
C Attività manifatturiere
M Attività professionali, scientifiche e tecniche
L Attività immobiliari
TOTALE
J Servizi di informazione e comunicazione
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; rip. di autoveicoli
A Agricoltura, silvicoltura pesca
K Attività finanziarie e assicurative
P Istruzione
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione
Q Sanità e assistenza sociale
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
N-O Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese
S-T-U Altre attività di servizi
7,011,111,4
14,319,021,122,2
25,425,6 26,627,629,129,2
32,634,236,237,038,1
43,2
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Per completare l’analisi delle imprese a conduzione femminile per settori di attività in
un’ottica dinamica si fa riferimento ai saldi tra iscrizioni e cessazioni per settore di
attività economica rilevati nel corso del 2009 per le realtà femminili della provincia di
Catanzaro (Graf. 10). A livello complessivo, la differenza tra imprese a conduzione
femminile iscritte e cessate è risultata positiva (+19), anche se a tale trend hanno
contribuito le imprese non classificate (+23), senza considerare le quali il saldo sarebbe,
in realtà, pari a - 4 unità.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
37
Graf. 10 - Saldo delle iscrizioni/cessazioni delle imprese femminili registrate al netto delle società di capitali per settore di attività economica in provincia di Catanzaro - 2009 (valori assoluti)
-20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione
S-T-U Altre attività di servizi
N-O Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle …
F Costruzioni
H Trasporto e magazzinaggio
K Attività finanziarie e assicurative
M Attività professionali, scientifiche e tecniche
P Istruzione
Altri
L Attività immobiliari
C Attività manifatturiere
J Servizi di informazione e comunicazione
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento
A Agricoltura, silvicoltura pesca
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; rip. di autoveicoli
13
11
7
6
1
1
1
1
0
-1
-2
-3
-3
-18
-18
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
A livello settoriale, l’esame dei dati permette di evidenziare che le situazioni più negative
hanno interessato proprio i due settori portanti dell’economia locale e di maggiore
intervento anche delle imprese femminili, il Commercio e l’Agricoltura, con un saldo
negativo per entrambi di 18 unità.
Di contro, molti settori secondari hanno messo a segno saldi positivi, pur se contenuti,
come, in particolare, le Attività ricettive e ristorative (+13), le Altri attività di servizi (+11),
ma anche alcuni servizi del terziario avanzato, tra i quali, soprattutto, le Attività di
noleggio, agenzie e servizi alle imprese (+7), a testimonianza di una maggiore capacità di
tenuta di questi, ma anche a sostegno ulteriore delle considerazioni espresse in
precedenza riguardo all’opportunità di promuovere maggiormente a livello locale
l’imprenditorialità al femminile in tali contesti settoriali.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
38
1.2.3 La presenza delle donne nei ruoli di responsabilità delle imprese locali
Passando ad analizzare la presenza femminile nei ruoli decisionali (Tab. 14), alla fine
del 2009, le donne che hanno rivestito cariche39 nelle imprese registrate in provincia di
Catanzaro sono state 10.416, corrispondenti al 17,6% delle cariche femminili
complessive della Calabria (59.086) - che a loro volta costituiscono una quota piuttosto
esigua di quelle presenti a livello nazionale (2,7%).
Nel confronto con le altre province, anche in questo caso, quella di Catanzaro si colloca
al terzo posto, dopo Cosenza (36,2%) e Reggio Calabria (29%).
Tab. 14 - Presenza femminile per tipologia di carica ricoperta in provincia di Catanzaro, in Calabria e in Italia - 2009 (valori assoluti e percentuali)
N° donne Peso % Titolare Socio Amministratore Altre cariche Totale
Catanzaro 10.416 17,6 55,4 23,0 16,4 5,2 100,0
Cosenza 21.364 36,2 54,0 22,3 20,2 3,5 100,0
Crotone 5.613 9,5 58,2 21,5 15,9 4,4 100,0
Reggio Calabria 17.162 29,0 56,9 19,6 20,0 3,5 100,0
Vibo Valentia 4.531 7,7 56,5 21,0 16,6 5,9 100,0
Calabria 59.086 100,0 55,7 21,5 18,8 4,1 100,0
Italia 2.190.180 39,4 30,6 25,8 4,2 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
A fronte del dato complessivo, la distribuzione per tipologia di carica mostra la decisa
prevalenza del ruolo di Titolare (55,4%), situazione prevedibile alla luce del peso assunto
sul territorio dal segmento delle ditte individuali, come pure l’incidenza particolarmente
elevata registrata da tale figura a livello provinciale, rispetto a quella rilevata in ambito
nazionale (39,4%).
Molto inferiori ai corrispondenti valori percentuali nazionali, invece, sono i pesi sul totale
provinciale delle cariche di Socio (23%) e di Amministratore (16,4%), rispettivamente
superiore ed inferiore ai dati regionali (rispettivamente pari al 21,5% ed al 18,8%).
39 Cfr. Glossario in Appendice
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
39
Infine, del tutto residuale è la percentuale delle donne che ricoprono cariche più
squisitamente gestionali (Altre cariche 5,2%), anche se leggermente superiore sia al dato
regionale (4,1%) sia a quello nazionale (4,2%).
La situazione emersa sin qui trova pieno riscontro nella distribuzione per forma
giuridica dell’impresa (Graf. 11) laddove, con una percentuale del 56,8%, di poco
superiore al dato regionale (56,5%) e ben più elevata di quella nazionale (39,9%), la
presenza delle cariche femminili in provincia di Catanzaro risulta concentrata nelle
imprese individuali; più contenuta è la presenza nelle società di persone, con un valore
del 34,1%, di poco superiore al dato regionale (32,9%), ma, anche in tale caso, distante
dalla percentuale rilevata a livello nazionale (51,7%).
Graf. 11 - Distribuzione delle cariche femminili per forma giuridica dell’impresa in provincia di Catanzaro, in Calabria e in Italia - 2009 (dati in percentuale)
0,0 15,0 30,0 45,0 60,0
Altre forme giuridiche
Società di persone
Imprese individuali
8,4
51,7
39,9
10,6
32,9
56,5
9,2
34,1
56,8
Provincia di Catanzaro Calabria Italia
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Considerando, infine, la distribuzione per settore di attività economica in cui opera
l’azienda (Tab. 15), emerge che il 46,7% delle cariche istituzionali/direttive al femminile si
colloca nei due settori principali d’intervento della provincia di Catanzaro, Commercio e
Agricoltura, con percentuali, rispettivamente e nell’ordine, del 33% - superiore tanto al
dato regionale (31%) quanto, ancor più, a quello nazionale (26,3%) - e del 13,7% -
inferiore al valore regionale (17,5%), a conferma della minore vocazione femminile per il
settore primario nella provincia in questione e sostanzialmente in linea con quanto
accade in ambito nazionale (13,8%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
40
Tab. 15 - Distribuzione delle cariche femminili per settore di attività economica in provincia di Catanzaro, in Calabria e in Italia - 2009 (valori percentuali)
Settore di attività (ATECO 2007) Catanzaro Calabria Italia
G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; rip. di autoveicoli 33,0% 31,0% 26,3%
A Agricoltura, silvicoltura pesca 13,7% 17,5% 13,8%
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 7,8% 8,2% 11,1%
C Attività manifatturiere 7,6% 7,2% 9,1%
S-T Altre attività di servizi 6,4% 5,4% 6,8%
F Costruzioni 4,8% 4,7% 4,5%
N-O Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 3,2% 2,7% 3,4%
K Attività finanziarie e assicurative 2,0% 1,7% 1,7%
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 2,0% 2,0% 2,9%
Q Sanità e assistenza sociale 1,8% 1,5% 1,6%
J Servizi di informazione e comunicazione 1,6% 1,5% 1,9%
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 1,4% 1,3% 1,4%
H Trasporto e magazzinaggio 1,3% 1,4% 1,6%
P Istruzione 0,7% 1,1% 0,7%
L Attività immobiliari 0,6% 0,6% 5,8%
E Fornitura di acqua 0,1% 0,1% 0,1%
B Estrazione di minerali da cave e miniere 0,0% 0,1% 0,0%
D Fornitura di energia 0,0% 0,0% 0,0%
X Imprese non classificate 12,1% 12,0% 7,2%
TOTALE 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Osservatorio dell’Imprenditoria Femminile, Unioncamere – Infocamere
Un altro 21,8% si distribuisce tra i Servizi di alloggio e di ristorazione (7,8%), le Attività
manifatturiere (7,6%) e le Altre attività di Servizi (6,4%), con percentuali sempre inferiori
alle corrispondenti a livello nazionale (11,1%, 9,1% e 6,8%), mentre in due casi soltanto
superiori a quelle regionali (7,2% e 5,4%), laddove per i comparti connessi al turismo
emerge una media un po’ più elevata sul territorio regionale (8,2%).
Un’ulteriore quota del 12% di cariche femminili, infine, superiore alla corrispondente
regionale (11,1%) e solo di poco inferiore a quella nazionale (12,5%), interessa
complessivamente le Costruzioni (4,8%) e i Servizi del cosiddetto Terziario avanzato
visti, in cui maggiormente sono presenti anche le imprese femminili provinciali, quali:
Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (3,2%), Attività finanziarie e
assicurative (2%) e Attività professionali e di ricerca (2%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
41
Riguardo al primo comparto, il più pesante per cariche detenute, va evidenziata la
percentuale locale più alta, seppur di poco, sia di quella regionale (4,7%) sia di quella
nazionale (4,5%), analogamente a quanto accade, tra gli altri tre casi, solo per le Attività
di intermediazione finanziaria e monetaria rispetto al livello tanto regionale, quanto
nazionale (1,7%). Per gli altri due comparti, invece, la percentuale provinciale risulta
maggiore o al più uguale a quella regionale (rispettivamente, 2,7% e 2%), ma sempre
inferiore a quella nazionale (rispettivamente, 3,4% e 2,9%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
42
.. .. .. .. .. iinn ssiinntteessii
In un territorio che non eccelle per presenza femminile nel mondo del lavoro, pur registrando un tasso di occupazione maggiore delle altre province calabresi, non la provincia di Catanzaro esprime un’imprenditoria al femminile relativamente modesta, sia per consistenza numerica, sia per incidenza delle realtà rosa sul tessuto delle imprese totali locali - soprattutto se confrontata con quella di altre aree del Paese appartenenti al Mezzogiorno continentale.
Un altro aspetto non propriamente rassicurante - rispetto alla tenuta competitiva delle imprese rosa catanzaresi - che caratterizza la compagine femminile dell’imprenditoria locale è la minore resistenza alle difficoltà della recessione in atto, misurata dalla più consistente flessione dalle realtà rosa della provincia nell’ultimo periodo, pur inferiore, tuttavia, a quella riscontrata dalla componente non femminile.
La forma giuridica prevalentemente adottata tra le imprese femminili locali - ancor più di quanto non avvenga nel meridione - è la ditta individuale, tendenza quest’ultima che contribuisce non poco alla loro minore solidità e, quindi, alla maggiore vulnerabilità alle minacce esterne, oltre che a denotare un tessuto produttivo fortemente incentrato sulla micro-imprenditorialità.
Confortante e promettente appare, però, la maggiore velocità che sembrerebbe caratterizzare il processo evolutivo verso forme giuridiche più mature, come le società di capitali, in atto anche in provincia di Catanzaro, come nel resto del Paese, evidenziato dalla riduzione più consistente che in altri ambiti territoriali proprio dalle strutture più elementari.
Come in gran parte del territorio nazionale, non solo meridionale, le imprese femminili catanzaresi intervengono principalmente nei due settori tradizionali dell’economia italiana, Commercio e Agricoltura. Anche sul fronte degli altri comparti dei servizi, la presenza delle realtà rosa locali, benché comunque molto contenuta e in analogia a quanto accade anche per quelle non femminili operanti nella provincia, prevale nelle attività meno innovative e, come tali, a minore valore aggiunto.
Alla presenza sostanzialmente residuale delle imprese capitanate dalle donne in alcuni settori del terziario avanzato fa da contraltare un’elevata vocazione settoriale, che meriterebbe di essere opportunamente sollecitata, e sostenuta, per contribuire di più e meglio allo sviluppo economico-occupazione del territorio, oltre che della componente femminile della popolazione locale, attraverso il crescente intervento in comparti più profittevoli, qualificati e qualificanti per la provincia.
In termini di presenza delle donne nelle cariche dirigenziali emerge una situazione della provincia sostanzialmente speculare a quella emersa dall’analisi delle imprese: la
segue
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
43
carica prevalentemente ricoperta è quella di titolare, la maggiore quota di donne con ruoli di responsabilità si concentra nelle imprese individuali, la componente più significativa di cariche femminili è appannaggio dei settori tradizionali dell’economia italiana, il Commercio e l’Agricoltura.
PARTE SECONDA
CARATTERISTICHE GESTIONALI DELLE IMPRESE FEMMINILI DELLA PROVINCIA DI CATANZARO
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
47
2. CARATTERISTICHE GESTIONALI DELLE IMPRESE FEMMINILI DELLA
PROVINCIA DI CATANZARO
La seconda parte dell’Osservatorio è dedicata all’illustrazione dei risultati dell’indagine sul
campo - della quale si è già detto in premessa e per la cui metodologia si rimanda
all’Appendice -, realizzata al fine di completare e arricchire il quadro informativo
sull’imprenditoria femminile della provincia di Catanzaro con le modalità operative e di
gestione che ne contraddistinguono il funzionamento, evidenziandone gli elementi di
forza e le aree di criticità esistenti, oltre che gli specifici fabbisogni emergenti.
Tali informazioni - in aggiunta a quelle riguardanti la configurazione strutturale della
compagine imprenditoriale al femminile operante in provincia - sono particolarmente utili
a meglio indirizzare e rilanciare politiche, misure e linee d’azione a sostegno di questo
importante fattore di sviluppo economico-occupazionale per il territorio, in quanto
concorrono a renderle maggiormente mirate, funzionali, e rispondenti alle esigenze e alle
istanze prioritarie avvertite dalle dirette interessate.
In tale ottica, gli ambiti presi in esame dall’indagine e analizzati nelle pagine successive
riguardano:
l’avvio dell’iniziativa imprenditoriale, esplorandone le motivazioni di fondo, le
modalità di sviluppo, le fonti di finanziamento attivate e le principali difficoltà
incontrate;
il profilo idealtipico dell’imprenditrice locale e il livello di soddisfazione per la
scelta imprenditoriale adottata, rilevando le principali caratteristiche socio-
anagrafiche e professionali delle capo-azienda operanti in provincia, oltre che le
difficoltà a tutt’oggi da esse incontrate nel coniugare responsabilità e impegni
lavorativi e familiari;
le principali caratteristiche di funzionamento e gestionali delle imprese, in termini
di modalità operative attuali e di indirizzi strategici prospettici definiti, verificando,
altresì, il possesso da parte delle imprenditrici di capacità di lettura dello scenario
esterno e di autodiagnosi della reale competitività delle proprie iniziative, rispetto alle
quali adottare conseguenti e coerenti decisioni;
il grado di orientamento all’Innovazione e allo sviluppo delle risorse umane,
nonché le fonti finanziarie impiegate per lo svolgimento delle attività aziendali e le
difficoltà di accesso ad esse.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
48
2.1 L’AVVIO DELL’IMPRESA
Il primo aspetto indagato nell’ambito dell’indagine field è stato quello della fase di avvio
dell’iniziativa imprenditoriale, approfondendo tale momento del ciclo di vita
dell’impresa in termini di:
motivazioni che spingono a dar vita alla nuova attività e modalità attraverso le
quali si perviene, prima, all’elaborazione della business idea e, successivamente,
alla sua messa in opera;
difficoltà e vincoli incontrati e principali supporti attivati per sostenere il
processo di start up dell’iniziativa imprenditoriale;
anche al fine di comprendere la cultura d’impresa e l’approccio manageriale che
caratterizzano le operatrici locali e il loro modus operandi, fin dai primi passi compiuti, per
verificarne l’adeguatezza rispetto agli attuali scenari competitivi e di mercato.
2.1.1 Le motivazioni e le modalità
Tra le motivazioni sottese all’avvio dell’attività d’impresa (Graf. 12), per oltre la metà
delle imprenditrici locali vi è, innanzitutto, la necessità di lavoro (51,7%), seguita, a
considerevole distanza, dalla tradizione familiare in ambito imprenditoriale (28,5%).
La necessità di rintracciare un’occupazione lavorativa, diversamente non disponibile sul
territorio, si conferma, dunque, anche per le donne della provincia di Catanzaro, come
per quelle di molte altre aree del Paese, soprattutto meridionali, il principale stimolo a
fare impresa. In altri termini sembrano prevalere le cosiddette imprenditrici drifters40 -
secondo una delle classificazioni adottate alla fine degli anni Ottanta da eminenti studiosi
del fenomeno dell’imprenditoria femminile - vale a dire spinte all’imprenditorialità in
alternativa alla disoccupazione, piuttosto che guidate da uno specifico obiettivo personale
in tal senso41.
40 Carter S. - Cannon T., Female entrepreneurship. A study of female business owners; their motivations,
experiences and strategies for success», in Department of Employment’s Research Paper, n. 65, 1988. 41Da cui la definizione anglosassone drifter (aimless – without a purpose person), a indicare una persona
che si muove/agisce senza una specifica determinazione/volontà ad andare nella direzione assunta.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
49
Ad esse fanno seguito le cosiddette imprenditrici tradizionali (o anche per tradizione o per
scelta familiare)42 per le quali cioè l’impresa è da sempre parte della loro vita, in quanto
appartenenti a famiglie vocate all’imprenditoria da generazioni.
Le donne che rientrano in tale categoria, quindi, intraprendono l’attività imprenditoriale -
dando vita a una nuova iniziativa e/o entrando nell’impresa preesistente - per proseguire
sulla strada già tracciata dalla propria famiglia, raccogliendone l’eredità professionale e
seguendo un modello di continuità, in cui, almeno inizialmente, la predestinazione
prevale su motivazioni più propriamente soggettive, come la personale aspirazione a
realizzare l’attività d’impresa e/o il desiderio di affermazione professionale.
Graf. 12 - Principali motivazioni alla base dell'avvio dell’attività imprenditoriale (valori percentuali)
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
Esistenza di agevolazioni pubbliche
Miglioramento del reddito
Possesso di capacità ed esperienze
Desiderio di affermazione professionale
Aspirazione a svolgere attività imprenditoriale
Tradizione familiare/impresa familiare
Necessità di lavoro
0,2
0,8
5,6
9,9
12,1
28,5
51,7
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
Motivazioni come il bisogno di lavorare e creare qualcosa per se stesse e/o il desiderio di
valorizzare la propria professionalità - spesso non pienamente riconosciuta e premiata
nell’ambito del lavoro dipendente - che portano ad adottare un modello di ingresso
nell’imprenditorialità fondato su una precisa scelta professionale originaria e genuina -
ispirano soltanto una parte minoritaria delle imprenditrici della provincia di Catanzaro
(aspirazione a svolgere l’attività imprenditoriale 12,1%; esigenza di affermarsi
professionalmente 9,9%).
42M. Franchi, Api o tartarughe?, in P. David, G. Vicerelli, (a cura di), Donne nelle professioni degli uomini,
Franco Angeli, 1994.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
50
Assolutamente non determinanti, almeno per lo start up dell’attività, risultano, infine, il
possesso di capacità ed esperienze per gestire al meglio il business che si intraprende
(5,6%) e, ancor meno, trasversalmente a tutti i settori, la possibilità di accedere ad
agevolazioni finanziarie di natura pubblica (0,2%).
Con riferimento, in particolare, al primo aspetto, va detto che se lo scarso rilievo attribuito
in tale sede a know-how e skills posseduti dalle imprenditrici può essere comprensibile
alla luce delle presumibili assai ridotte dimensioni aziendali al momento dell’avvio delle
iniziative, esso non può ritenersi condivisibile e giustificabile nella misura in cui sia
imputabile, in realtà, alla mancanza o alla limitatezza di un bagaglio culturale e tecnico-
professionale idoneo a garantire l’adeguata conduzione e gestione delle iniziative
avviate.
Dato il contesto ambientale, economico e concorrenziale sempre più complesso e
turbolento, oltre che globale, in cui oggi le imprese sono chiamate ad operare, una simile
situazione, infatti, può essere destinata a condizionare, se non anche a compromettere,
la sopravvivenza delle realtà femminili locali, prima che il loro sviluppo, e andrebbe,
quindi, assolutamente superata.
A tal fine, sarebbe oltremodo auspicabile dare avvio e/o continuare a realizzare (come
già da tempo la Camera di commercio di Catanzaro) tutte quelle iniziative di
sensibilizzazione, informazione e formazione in grado di sviluppare, aggiornare e
ampliare l’attuale patrimonio di conoscenze e competenze delle imprenditrici locali,
dotandole di metodologie e strumenti al passo con i tempi.
A livello settoriale (Tab.15), è interessante evidenziare come la scelta imprenditoriale per
necessità ricorra maggiormente per le imprese dell’Industria43 (57,7%) e, a breve
distanza, dei Servizi avanzati44 (55,8%).
Nel primo caso, a tale motivazione si accompagna, dopo la successione, anche una
discreta dose di aspirazione personale a intraprendere, misurata da una frequenza di
lunga gran superiore alla media rilevata a livello generale (20,4%).
Tale motivazione, come pure il desiderio di affermazione professionale non mancano di
ispirare anche le operatrici del terziario avanzato, ma con una frequenza solo di poco più
alta di quella registrata complessivamente (rispettivamente 13,5% ed 11,5%).
43Raggruppa: Attività manifatturiere e Costruzioni. 44 Includono: Servizi di informazione e comunicazione, Attività finanziarie e assicurative, Attività immobiliari,
Attività professionali, scientifiche e tecniche, Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
51
L’ambito settoriale in cui, invece, il vissuto imprenditoriale familiare incide di più sulla
decisione di fare impresa delle donne catanzaresi è quello dei Servizi di base45 (30,9%),
comprendendo sia il comparto portante dell’economia del territorio, costituito - come si è
visto nella prima parte dell’Osservatorio - dal Commercio, sia il terzo comparto
provinciale, per presenza femminile, ossia i Servizi ricettivi e ristorativi.
La disponibilità di skills e know-how specifici, infine, ricorre maggiormente per le
imprenditrici degli Altri servizi46 (10%), spinte anch’esse, così come le colleghe
dell’Industria, maggiormente dall’aspirazione personale a realizzare un’attività di tipo
imprenditoriale (20%).
Tab. 15 - Principali motivazioni alla base dell'avvio dell’attività imprenditoriale per settore (valori percentuali, dati ordinati in base alle frequenze rilevate a livello complessivo)
MOTIVAZIONI Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Necessità di lavoro 57,7 50,6 55,8 47,5
Tradizione familiare/impresa familiare 28,3 30,9 21,2 22,5
Aspirazione a svolgere attività imprenditoriale 20,4 8,6 13,5 20,0
Desiderio di affermazione professionale 8,6 9,9 11,5 10,0
Possesso di capacità ed esperienze 5,9 4,9 3,8 10,0
Miglioramento del reddito 0,0 1,2 0,0 0,0
Esistenza di agevolazioni pubbliche 0,0 0,0 1,9 0,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
Che le donne della provincia di Catanzaro esprimano – oltre alle necessità dettate dal
contesto socio-economico e/o della ereditarietà del mestiere - anche una certa naturale
propensione a fare impresa (benché non ampiamente diffusa) emerge, in particolare,
dalle indicazioni raccolte riguardo ai fattori all’origine dell’idea imprenditoriale (Graf.
13), là dove alla formulazione della business idea concorre, innanzitutto, la volontà di
realizzare una personale aspirazione e/o di concretizzare un particolare sogno nutriti da
sempre (32,6%).
45 Comprendono: Commercio, Servizi di alloggio e di ristorazione, Trasporti e Logistica. 46 Istruzione e Sanità private, associazionismo, servizi per la cura della persona e della casa.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
52
Vero è che, a strettissimo giro, si posizionano i consigli dei familiari (31,5%),
confermando, anche in tale sede, il ruolo-chiave giocato dalla rete familiare nella scelta
del percorso imprenditoriale e del tipo di attività da porre in essere.
Per quasi un quarto delle imprese indagate, infine, concorrono all’elaborazione dell’idea
anche la conoscenza e/o l’esperienza nel settore d’intervento del business ideato
(24,2%), come pure, in misura assai minore – ma pur con una frequenza superiore a
quella rilevata per la fase di avvio dell’iniziativa - le competenze e conoscenze di cui
dispone l’imprenditrice per guidare e gestire l’attività prescelta (11,1%).
Graf. 13 - Fattori all’origine dell’idea imprenditoriale (valori percentuali)
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0
Studio di fattibilità/ricerca di mercato
Suggerimenti di consulenti/altri …
Informazioni ricevute
Competenze e conoscenze personali
Conoscenza/esperienza nel settore
Consiglio di familiari
È sempre stata sua aspirazione/sogno
1,3
1,4
3,9
11,1
24,2
31,5
32,6
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
La ridotta inclinazione a raccogliere input e suggerimenti da fonti terze - qualificate ma
estranee alla cerchia familiare - emerge, di contro, dalle ben più ridotte frequenze
registrate dalle informazioni ricevute (3,9%) e dai suggerimenti provenienti da consulenti
e/o da altri imprenditori (1,4%) quali fonti d’ispirazione dell’idea d’impresa.
Un aspetto particolarmente preoccupante - piuttosto diffuso, peraltro, nel sistema
imprenditoriale italiano - è, poi, rappresentato dal fatto che solo in casi del tutto
eccezionali, per lo più riconducibili alle realtà manifatturiere, all’origine dell’idea
imprenditoriale si colloca uno studio di fattibilità o una ricerca di mercato (1,3%), vale a
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
53
dire un approccio metodologico idoneo a una compiuta valutazione anticipata delle
potenzialità del business in cui si vuole operare.
Lo scarso ricorso a una verifica preliminare di ciò che s’intende realizzare, che
contribuisca a valutare le reali opportunità offerte dal tipo di attività prescelta, prima di
darvi materialmente seguito, e a limitarne il rischio d’insuccesso, mette in luce la limitata
attitudine delle imprenditrici locali a operare in chiave di gestione anticipata delle proprie
iniziative, sin dalla loro iniziale impostazione, e, quindi, più in generale, il prevalere tra
esse di un approccio al fare impresa scarsamente improntato alla cultura della
pianificazione.
L’analisi a livello settoriale (Tab. 16) evidenzia la netta preminenza, nell’individuazione ed
elaborazione dalla business idea, delle aspirazioni personali per le operatrici degli Altri
servizi (52,5%), oltre che - confermando quanto rilevato anche in merito alle motivazioni
sottese all’avvio d’impresa - la significativa rilevanza che per esse assumono la
conoscenza/esperienza del settore (25%) e le competenze e conoscenze possedute
(17,5%), dopo, tuttavia, le colleghe dell’Industria (rispettivamente, 38,7% e 21,3%), ma
maggiormente che per quelle dei Servizi avanzati (rispettivamente, 25% e 13,5%).
Le poche realtà all’origine delle quali sono stati realizzati studi di fattibilità e/o ricerche di
mercato operano nell’Industria (8,1%) e, in casi del tutto eccezionali, nei Servizi Avanzati
(1,9%) .
Tab. 16 - Fattori all’origine dell’idea imprenditoriale per settore di attività (valori percentuali, dati ordinati in base alle frequenze rilevate a livello complessivo)
FATTORI Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
È sempre stata sua aspirazione/sogno 26,5 29,6 34,6 52,5
Consiglio di familiari 23,1 38,3 23,1 12,5
Conoscenza/esperienza nel settore 38,7 21,0 25,0 25,0
Competenze e conoscenze personali 21,3 7,4 13,5 17,5
Informazioni ricevute 2,9 3,7 1,9 7,5
Suggerimenti di consulenti/altri imprenditori
0,0 1,2 5,8 0,0
Studio di fattibilità/ricerca di mercato 8,1 0,0 1,9 0,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
54
Le preoccupazioni espresse in precedenza, riguardo ai limiti culturali e di approccio alla
pianificazione e gestione delle attività delle imprenditrici femminili di Catanzaro, trovano
riscontro nella disamina delle indicazioni raccolte in merito allo sviluppo di un’indagine
di mercato e/o di una valutazione delle competenze possedute (Tab. 17),
preliminarmente e propedeuticamente all’avvio dell’iniziativa imprenditoriale.
Tab. 17 - Sviluppo di analisi di mercato e/o di una valutazione delle competenze propedeutico all’avvio d’impresa (valori percentuali)
TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
NO 68,8 51,8 74,1 55,8 70,0
non ne ho sentito la necessità 64,4 50,7 69,1 51,9 65,0
non sapevo a chi rivolgermi 4,3 1,1 4,9 3,8 5,0
SI 29,7 45,2 24,7 40,4 30,0
ho fatto da sola 18,1 38,9 11,1 26,9 25,0 mi sono rivolta alla Camera di Commercio /Azienda Speciale
7,7 1,1 11,1 3,8 0,0
mi sono rivolta a Enti pubblici (Regione, Provincia, Comune)
0,4 1,8 0,0 1,9 0,0
mi sono rivolta ad Associazioni imprenditoriali
1,0 0,0 1,2 1,9 0,0
mi sono rivolta a consulenti 1,0 3,4 0,0 1,9 2,5
mi sono rivolta ad altri imprenditori 1,5 0,0 1,2 3,8 2,5
Non sa/Non risponde 1,6 2,9 1,2 3,8 0,0
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Interrogate in merito, infatti, poco meno del 70% delle imprenditrici della provincia - con
un’incidenza particolarmente considerevole soprattutto tra quelle dei servizi di tipo
tradizionale, quali i Servizi di base (74,1%) e gli Altri servizi (70%) - ha dichiarato di aver
avviato la propria iniziativa senza aver realizzato o fatto realizzare alcun tipo di
analisi o studio, nella quasi totalità dei casi perché non ne ha avvertita la necessità
(64,4%).
Tra quelle che hanno dichiarato di aver sviluppato una verifica preventiva della concreta
fattibilità dell’idea di business e/o del possesso delle competenze gestionali per portarla
avanti (29,7%), poi, ben tre su cinque hanno provveduto autonomamente (ho fatto da
sola 18,1%). Una parte modesta, ma relativamente significativa, invece, si è avvalsa del
supporto della Camera di Commercio e/o dell’Azienda Speciale (7,7%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
55
Le operatrici che maggiormente sviluppano tali analisi, pur prediligendo nettamente il fai
da te - confidando, quindi, preminentemente nelle proprie capacità e nel proprio fiuto -
sono quelle dell’Industria (45,2% e 38,9%), seguite, a breve distanza, delle colleghe dei
Servizi Avanzati (40,4% 26,9%).
Operano, invece, nei Servizi di base, quindi principalmente nel Commercio e nei Servizi
connessi al turismo, le imprenditrici che maggiormente ricorrono al supporto offerto
dall’Ente camerale (11,1%). Del tutto residuale, trasversalmente ai diversi settori, è il
ruolo riconosciuto, in chiave di supporto, ad altri soggetti, pur qualificati, come le
associazioni datoriali, i consulenti e gli altri imprenditori, con i quali, almeno in fase di
avvio dell’impresa, le imprenditrici locali appaiono restie a confrontarsi.
La situazione sin qui illustrata - congiuntamente a quanto emerso in precedenza a
proposito della genesi della business idea - oltre a confermare la scarsa propensione
all’adozione di strumenti di pianificazione strategica delle imprenditrici locali (come
appunto un business plan o piano d’azienda), fa intravedere la presenza tra di esse,
anche di un atteggiamento piuttosto marcato e diffuso di limitata apertura al confronto
con l’esterno.
Entrambi gli approcci rappresentano tratti tutt’altro che peculiari delle capoazienda
catanzaresi, in quanto piuttosto ricorrenti nel panorama imprenditoriale italiano non solo
femminile, ma non per questo sono condivisibili e, soprattutto, ulteriormente perpetrabili,
se non a rischio di minare la permanenza sul mercato, prima ancora che la crescita, delle
realtà imprenditoriali del territorio.
2.1.2 Le difficoltà incontrate, le risorse e i supporti attivati
Rispetto al quadro caratterizzato da forti chiaroscuri sin qui delineato, qualche segnale
più incoraggiante proviene dall’analisi delle difficoltà incontrate all’avvio dell’impresa
(Graf.14).
A tal proposito, infatti, un terzo delle imprese ha dichiarato di non aver dovuto
fronteggiare alcun tipo di problema in fase di start up (33%) e solo in casi contenuti
(5,4%) le difficoltà incontrate sono imputabili alla carenza di idonee conoscenze e skills di
tipo gestionale e operativo.
Nonostante i limiti culturali e di approccio al business emersi ed evidenziati in
precedenza, quindi, sul territorio provinciale è presente una discreta quota di operatrici -
benché pur sempre minoritaria - che riesce a condurre il proprio business ed a produrre
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
56
risultati positivi mediante il set di conoscenze e competenze di cui dispone, almeno in
fase di start up dell’iniziativa imprenditoriale.
Graf. 14 - Principali difficoltà incontrate all’avvio dell’attività imprenditoriale (valori percentuali)
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0
Reperimento personale qualificato
Carenza di conoscenze gestionali e produttive
Disponibilità di locali per svolgere l’attività
Complessità adempimenti burocratici
Reperimento capitale
Ricerca clienti e fornitori
Nessuna
2,3
5,4
7,0
13,0
20,2
29,1
33,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
Fatte salve le suddette realtà, per le restanti imprese femminili della provincia le difficoltà
all’avvio non sono mancate e sono costituite, in particolare, da tre aspetti particolarmente
ricorrenti tra le imprese femminili operanti nel Mezzogiorno d’Italia: la ricerca di clienti e
fornitori (29,1%), il reperimento di capitale (20,2%) e, con una frequenza inferiore, la
complessità degli adempimenti burocratici richiesti per avviare un’impresa (13%).
Il fatto che quota significativa di realtà rosa locali abbia difficoltà a rintracciare, sin
dall’avvio dell’attività, i clienti da servire e le fonti di sostentamento che rendano
competitiva la propria offerta, oltre che conseguenza della mancata analisi e valutazione
ex ante del business intrapreso, è anche imputabile alle ridotte dimensioni di impresa,
che finiscono, inevitabilmente, per penalizzarne il raggio d’azione commerciale, oltre che
la possibilità di accesso a canali di approvvigionamento convenienti.
Tale difficoltà in fase di start up lascia intravedere altresì carenze concettuali e operative
riguardo a specifici ambiti della gestione aziendale e, più in particolare, a quelli connessi
al mercato e alla sua gestione, come il Marketing/Commerciale e le Vendite, che si
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
57
vanno, quindi, ad aggiungere ai limiti di cultura manageriale e di approccio gestionale già
evidenziati in precedenza.
La difficoltà di reperimento di capitali sarà oggetto di maggiori approfondimenti nel
prosieguo nell’Osservatorio, per comprendere i fattori che concorrono a rendere critico
l’accesso al mercato del credito, non soltanto nella fase di start up.
Per quanto concerne, poi, l’eccessiva onerosità degli aspetti burocratici ai quali
adempiere per costituire un’impresa, lamentata non solo dalle imprenditrici locali,
l’applicazione sempre più diffusa del sistema della Comunicazione Unica d’impresa47
dovrebbe decretarne il ridimensionamento, se non il definitivo superamento, nel breve
periodo.
Rispetto alla situazione complessiva, a livello settoriale (Tab. 18), val la pena evidenziare
che:
le imprese che più delle altre non hanno incontrato difficoltà alcuna in fase avvio
appartengono ai Servizi avanzati (38,5%), settore nel cui ambito risultano anche
meno frequenti le problematiche sia di ricerca di clienti e fornitori (19,2%) sia,
ancor meno, di reperimento di risorse finanziarie (solo nel 9,6% dei casi), ma di
gran lunga più ricorrenti, ove incontrate, le difficoltà connesse agli adempimenti
burocratici richiesti dallo start up (21,2%);
le realtà femminili della provincia di Catanzaro che più delle altre fanno fatica a
ricercare clienti e fornitori sono, invece, quelle attive nel settore dell’Industria
(33,3%);
le aziende, infine, che lamentano maggiori difficoltà di accesso al mercato dei
capitali per sostenere l’avvio d’impresa sono le imprese degli Altri servizi (35%).
47
Il sistema della Comunicazione Unica - introdotto dall'art. 9 della Legge 40/2007 -, terminato il periodo di transitorio di sei mesi, è entrato in vigore il 1° aprile 2010. Esso permette di ottemperare agli obblighi di legge verso Camera di Commercio competente territorialmente, INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate, inoltrando una sola comunicazione ad un unico destinatario che si fa, poi, carico di trasmettere agli altri Enti le informazioni di competenza di ciascuno.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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Tab. 18 - Principali difficoltà incontrate all’avvio dell’attività imprenditoriale per settore (valori percentuali, dati ordinati in base alle frequenze rilevate a livello complessivo)
DIFFICOLTÀ Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Nessuna 31,2 32,1 38,5 35,0
Ricerca clienti e fornitori 33,3 29,6 19,2 30,0
Reperimento capitale 22,9 18,5 9,6 35,0
Complessità adempimenti burocratici 16,3 11,1 21,2 12,5
Disponibilità di locali per svolgere l’attività 4,7 7,4 9,6 5,0
Carenza di conoscenze gestionali e produttive 4,7 6,2 1,9 5,0
Reperimento personale qualificato 1,8 2,5 1,9 2,5
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
Rimanendo in tema di risorse finanziarie (Tab. 19), un altro tratto che accomuna le
imprese a prevalente conduzione femminile che operano in provincia di Catanzaro con
quelle localizzate in altre aree dell’Italia meridionale è il ricorso piuttosto modesto ai
finanziamenti offerti dal sistema creditizio (22,6%) per sostenere la fase di avvio,
preferendo di gran lunga l’impiego di capitale proprio (65,1%).
Non manca, poi, la possibilità di contare, anche sotto tale profilo, sul supporto familiare
(16,3%), mentre l’attivazione di risorse, ancorché offerte a condizioni agevolate, di
matrice pubblica, a maggior ragione se mirate alle realtà femminili (legge 215/1992),
sono quelle alle quali meno delle altre si fa ricorso (rispettivamente, 2,2% e 1,2%).
Tab. 19 - Risorse finanziarie utilizzate per l’avvio dell’iniziativa imprenditoriale (valori percentuali)
TIPOLOGIA DI RISORSE TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Capitale proprio 65,1 69,5 63,0 63,5 72,5
Credito bancario 22,6 21,9 25,9 11,5 15,0
Capitale di parenti 16,3 12,0 17,3 17,3 15,0
Altri incentivi pubblici 2,2 9,1 0,0 3,8 5,0
Prestito di società finanziarie 1,9 4,1 0,0 3,8 7,5
Legge 215/1992 1,2 6,3 0,0 3,8 0,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
59
La disamina a livello settoriale non evidenzia particolari differenze dalla situazione
complessiva, salvo:
il più incisivo ricorso alle risorse proprie evidenziato dalle imprese degli Altri
servizi (72,5%);
il più ridotto accesso al credito bancario da parte delle aziende al femminile
operanti nei comparti dei Servizi avanzati (11,5%);
la maggiore frequenza di attivazione di agevolazioni pubbliche, sia mirate che
non, delle realtà industriali (9,1% ex L. 215/’92; 6,3% altri incentivi).
Concludendo il tema dell’avvio d’impresa, la disamina dei supporti non finanziari di cui le
imprese femminili catanzaresi si avvalgono, in chiave di assistenza e di consulenza
(Tab. 20), conferma ulteriormente la centralità della famiglia e/o della rete di affetti più
stretti, già ampiamente rilevata in precedenza.
Infatti, per poco meno della metà delle realtà rosa della provincia a fornire i consigli
rivelatisi maggiormente utili nel primo biennio di vita dell’azienda sono, innanzitutto e
più di tutti, parenti e/o amici (46,3%).
Tab. 20 - Soggetti i cui consigli si sono rilevati particolarmente utili nei primi due anni di vita dell’impresa (valori percentuali)
SOGGETTI TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Parenti/amici 46,3 38,7 49,4 32,7 50,0
Nessuna 26,9 29,4 24,7 30,8 32,5
Consulenti 21,7 24,9 21,0 21,2 22,5
Camera di Commercio 7,4 11,8 7,4 1,9 7,5
Un’imprenditrice 2,7 2,3 2,5 7,7 0,0
Associazione di categoria 2,7 3,4 2,5 0,0 5,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
Solo a notevole distanza si collocano, per l’utilità prodotta dai suggerimenti forniti, i
consulenti (21,7%), che, rispetto a quanto emerso in precedenza, nella fase successiva a
quella di costituzione e di prima operatività dell’iniziativa, quindi, riescono a godere di
considerazione e fiducia maggiori, anche rispetto ad altri soggetti terzi alla rete familiare.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
60
Tra questi ultimi, anche in tal sede, l’unica a misurare segnalazioni, entro i dovuti limiti,
più significative è la Camera di Commercio (7,4%), da parte, soprattutto, delle imprese
dell’Industria (11,8%) e dei comparti di servizi di tipo tradizionale (Altri servizi 7,5% e
Servizi di base 7,4%). Le operatrici dei Servizi avanzati, invece, pur sempre in via del
tutto residuale, preferiscono il confronto con chi condivide un analogo percorso
professionale (7,7%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
61
.. .. .. .. .. iinn ssiinntteessii
Le donne della provincia di Catanzaro si dedicano all’attività imprenditoriale principalmente per necessità e/o per successione. Fare impresa, cioè, nel primo caso, rappresenta l’alternativa alla disoccupazione, nel secondo, è qualcosa di predestinato, in virtù del vissuto imprenditoriale familiare. Tuttavia, il territorio non manca di esprimere anche imprenditrici per scelta, vale a dire guidate da una naturale vocazione soggettiva al percorso imprenditoriale intrapreso.
Le imprenditrici della provincia di Catanzaro, fin dalla genesi delle proprie iniziative, dimostrano una spiccata inclinazione alla gestione a vista delle attività, piuttosto che all’adozione di metodi e strumenti tipici della pianificazione aziendale, rispetto ai quali, molto probabilmente, scontano limiti tanto conoscitivi quanto di capacità applicative, oltre che, più in generale, di cultura di impresa. Non a caso, l’elaborazione dell’idea di business e la sua successiva implementazione sono difficilmente frutto di compiute e strutturate verifiche preliminari della validità e fattibilità dell’iniziativa imprenditoriale.
Le difficoltà incontrate all’avvio delle iniziative dalle imprenditrici locali rivelano, inoltre, lacune concettuali e operative degli ambiti gestionali relativi alla cura e allo sviluppo del rapporto con il mercato - quindi, sul fronte del Marketing-Commerciale e delle Vendite non sostenibili alla luce degli scenari competitivi attuali, in quanto possono contribuire a compromettere la permanenza sul mercato delle proprie realtà produttive.
Altro tratto peculiare dell’imprenditorialità di Catanzaro è il ruolo-chiave giocato dalla famiglia e dagli affetti più stretti nel sostenere, non solo in termini finanziari e non soltanto nel caso di tradizione imprenditoriale, la scelta imprenditoriale delle donne locali, messa in luce dalla centralità riconosciuta dalla imprenditrici locali a suggerimenti e consigli da essi provenienti tanto in fase d’ideazione quanto in quella di avvio delle iniziative.
Probabilmente la particolare valenza assegnata al supporto di parenti e amici, una buona dose di fiducia nelle proprie personali capacità, soprattutto intuitive, e una chiusura culturale di fondo concorrono ad alimentare l’atteggiamento delle imprenditrici locali di scarsa apertura al confronto con l’ambiente esterno e con tutto ciò che esula dalla ristretta cerchia degli affetti più stretti, che emerge dal limitato ricorso a supporti qualificati offerti da soggetti terzi, tanto privati, che, in particolare, pubblici, Camera di Commercio inclusa.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
62
2.2 IL PROFILO DELL’IMPRENDITRICE-TIPO E LA VALUTAZIONE DELLA SCELTA
IMPRENDITORIALE
Esplorata la fase di start up delle imprese femminili, l’indagine field ha poi indagato il
background professionale delle imprenditrici catanzaresi ed la loro valutazione della
propria esperienza imprenditoriale, analizzando nel dettaglio:
le caratteristiche anagrafiche e professionali delle imprenditrici della provincia di
Catanzaro, al fine di tracciarne il profilo idealtipico;
la valutazione dell’esperienza imprenditoriale, per misurare il grado di
soddisfazione delle donne catanzaresi per la scelta effettuata, oltre che
identificare i principali ostacoli alla piena espressione delle loro reali potenzialità
in ambito aziendale, in particolare di quelli derivanti dalla necessità di coordinare
il ruolo familiare con quello imprenditoriale.
È opportuno precisare che, nelle pagine successive, il termine imprenditrice è utilizzato
indistintamente per indicare sia le titolari di ditte individuali che le socie, rappresentanti
legali, amministratrici e direttori generali delle imprese a presenza femminile non
esclusiva48.
2.2.1 L’identikit dell’imprenditrice
Sotto il profilo della condizione familiare (Tab. 21), la maggioranza delle imprenditrici
della provincia di Catanzaro è sposata (81,6). La componente relativamente più
significativa di single – in netta minoranza a livello generale (12,2%) - opera nell’ambito
dei comparti del terziario avanzato (24,4%).
Tab. 21 - Condizione familiare delle imprenditrici della provincia di Catanzaro (valori percentuali)
Stato civile TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Sposata 81,6 79,0 83,8 68,3 82,9
Single 12,2 13,6 10,3 24,4 11,4
Vedova 3,3 1,5 4,4 2,4 0,0
Separata 2,3 3,0 1,5 2,4 5,7
Non indica 0,6 3,0 0,0 2,4 0,0
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
48 Cfr. Glossario in Appendice
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
63
Per quanto concerne il grado d’istruzione (Tab. 22), oltre il 70% delle operatrici locali
presenta un livello di scolarità non superiore al diploma di scuola secondaria, con una
quota di quelle in possesso della licenza di scuola media inferiore (38,4%) leggermente
più elevata rispetto a quante hanno conseguito il diploma di maturità (32,4%).
Le imprenditrici con tale caratteristica prevalgono nei settori di servizi di tipo tradizionale,
in modo preponderante nell’ambito dei comparti degli Altri servizi (82,9%, di cui 51,4% in
possesso di licenza media) e, con un’incidenza più prossima alla media generale, nel
Servizi di base (73,5%, con il 41,2% in possesso di licenza media).
Complessivamente meno di un quarto sono le imprenditrici dotate di una formazione
universitaria (17,9%) e post-universitaria (5%) e, a livello settoriale, tendono a essere
maggiormente diffuse nell’ambito dei Servizi avanzati (53,7%, di cui il 48,8% con diploma
di laurea) seguiti, solo a notevole, distanza dall’Industria (28%, di cui 22,1% in possesso
della laurea).
Le attività di servizi di tipo più innovativo ed a maggiore valore aggiunto, dunque, in
ambito locale, come anche in altre aree del Paese, esprimono una compagine
imprenditoriale femminile dotata di background culturale più elevato rispetto a quanto si
riscontra negli altri settori e, da quanto visto in precedenza, presumibilmente meno
condizionata da responsabilità e impegni provenienti dalla sfera personale, in mancanza
di un proprio nucleo familiare di cui prendersi cura.
Tab. 22 - Titolo di studio delle imprenditrici della provincia di Catanzaro
(valori percentuali)
Titolo TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Nessuno 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Licenza elementare 6,1 7,7 7,4 0,0 2,9
Licenza media 38,4 32,2 41,2 9,8 51,4
Diploma di scuola superiore 32,4 30,7 32,4 36,6 31,4
Diploma di laurea 17,9 22,1 13,2 48,8 14,3
Specializzazione post-laurea 5,0 5,9 5,9 4,9 0,0
Non indica 0,2 1,5 0,0 0,0 0,0
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Riguardo alla nazionalità (Graf. 15) tranne rarissime eccezioni - nell’Industria (3%
extracomunitaria) e nei Servizi avanzati (2,4% comunitaria) - le imprenditrici locali sono
pressoché tutte italiane (99,4%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
64
A tal proposito val la pena ricordare che le imprenditrici immigrate hanno assunto negli
ultimi anni un peso sempre maggiore nel nostro Paese, in particolare, nei territori del
Centro-Nord e che, soprattutto alle imprese guidate da queste operatrici, sono
riconducibili tanto la maggiore tenuta alla recessione economica dell’imprenditorialità
femminile nazionale quanto il contributo positivo, in termini quantitativi, al saldo annuale
delle imprese rosa del Paese.
Graf. 15 - Nazionalità delle imprenditrici della provincia di Catanzaro (valori percentuali)
Italiana 99,4
Comunitaria 0,2
Extracomunitaria 0,4
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
L’analisi dell’esperienza professionale maturata prima dell’ingresso in azienda (Tab.
23) evidenzia che, per la maggior parte delle imprenditrici locali, la scelta imprenditoriale
costituisce la prima e unica opportunità di lavoro (71,8%), con una prevalenza di tale
tipologia di operatrici soprattutto nei settori più tradizionali e significativi della provincia, i
Servizi di base (75%), comprendenti il Commercio e i comparti connessi al Turismo.
Anche in questo caso, sono i Servizi avanzati a esprimere la quota più elevata di
imprenditrici in possesso di una precedente esperienza professionale (41,5%).
Tab. 23 - Esperienza lavorativa prima di operare in azienda (valori percentuali)
TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri Servizi
SI 28,2 28,3 25,0 41,5 34,3
NO 71,8 71,7 75,0 58,5 65,7
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
In merito poi alla tipologia di attività, in termini di tipologia di rapporto di lavoro, di
quante hanno maturato un’esperienza lavorativa pregressa (Tab. 24):
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
65
nel complesso, in otto casi su dieci si è trattato di lavoro subordinato, con
un’incidenza particolarmente elevata tra le imprenditrici degli Altri servizi
(91,7%), oltre che tra quelle dei Servizi di base (82,4%);
le imprenditrici con alle spalle un vissuto professionale autonomo sono, invece,
più diffuse tra coloro che hanno scelto di realizzare un’attività imprenditoriale
nell’Industria (34,4%) e, ancora una volta, nei Servizi avanzati (23,5%).
Tab. 24 - Esperienza lavorativa e tipologia di attività svolta dalle imprenditrici prima di operare in azienda (valori percentuali)
TIPO DI LAVORO TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri Servizi
Lavoratrice dipendente 80,1 65,6 82,4 70,6 91,7
Lavoratrice autonoma 15,6 34,4 11,8 23,5 8,3
Casalinga 4,2 0,0 5,9 5,9 0,0
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
2.2.2 Il bilancio dell’esperienza imprenditoriale
Spostando il focus sulla verifica del grado di soddisfazione delle imprenditrici per il
percorso imprenditoriale intrapreso, il primo ambito esaminato ha riguardato gli aspetti
che le intervistate ritengono i più positivi della loro professione: il fattore più
importante (Graf. 16) risulta l’indipendenza economica (34,2%), seguito, a una certa
distanza, dalla sicurezza per il futuro (22,6%) e dall’affermazione professionale (20,9%).
La preminenza di tali aspetti testimonia che, in linea generale, per le donne della
provincia di Catanzaro - come peraltro accade in molte altre aree del Paese - la scelta di
fare impresa rappresenta, innanzitutto, una fondamentale occasione di affrancamento
socio-culturale e di autonoma realizzazione di sé, attuale e prospettica, al di fuori dei
tradizionali ruoli relativi al genere femminile, prima che un’opportunità di crescita e
successo professionale, altrimenti difficilmente conseguibile nel contesto in cui vivono.
Non a caso, la possibilità di migliorare a livello professionale presenta una frequenza di
segnalazioni di gran lunga inferiore a quella degli altri item (14,3%). L’entità più contenuta
delle preferenze accordate all’interesse per l’attività realizzata (17,2%), poi, sembra
confermare quanto detto in precedenza riguardo alla più limitata presenza sul territorio di
imprenditrici per scelta, rispetto a quelle spinte all’imprenditorialità dalla necessità e/o
dalla tradizione familiare.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
66
Notevolmente minore è, infine, la valenza di aspetti maggiormente qualificanti e
gratificanti dell’esperienza professionale in termini di conseguimento di una posizione di
prestigio sociale (6%) e/o, ancor meno, di raggiungimento di elevati livelli di reddito
(4,8%).
Graf. 16 - Aspetti più positivi del proprio lavoro (valori percentuali)
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0
Reddito
Prestigio sociale
Possibilità di migliorare a livello professionale
Interesse per l’attività realizzata
Affermazione personale
Sicurezza per il futuro
Indipendenza economica
4,8
6,0
14,3
17,2
20,9
22,6
34,2
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
A livello settoriale (Tab. 25), la situazione rilevata non è esattamente speculare a quella
complessiva, laddove:
l’indipendenza economica, in particolare e, a seguire, l’affermazione personale
sono i due fattori ritenuti decisamente più positivi dell’attività svolta dalle
imprenditrici che operano nell’Industria (rispettivamente, 47,2% e 24,2%) e nei
Servizi avanzati (43,9% e 34,1%);
l’interesse per l’attività realizzata è maggiormente ricorrente tra le operatrici dei
comparti del Terziario avanzato (24,4%) e, con una frequenza più prossima alla
media generale, degli Altri servizi (20%);
tra le imprenditrici dei settori degli Altri servizi più frequenti sono quelle che
indicano quali aspetti più positivi del fare impresa, la possibilità di migliorare a
livello professionale (17,1%), quindi di fare carriera e il raggiungimento del
prestigio sociale (14,3%), dunque di una migliore posizione nella scala sociale.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
67
Tab. 25 - Aspetti più positivi del proprio lavoro per settore (valori percentuali)
ASPETTI Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Indipendenza economica 47,2 30,9 43,9 31,4
Sicurezza per il futuro 18,0 25,0 12,2 22,9
Affermazione personale 24,2 19,1 34,1 17,1
Interesse per l’attività realizzata 13,6 16,2 24,4 20,0
Possibilità di migliorare a livello professionale 9,1 14,7 14,6 17,1
Prestigio sociale 4,4 4,4 7,3 14,3
Reddito 6,8 4,4 7,3 2,9
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
Passando alla valutazione complessiva dell’esperienza imprenditoriale (Tab. 26), è
interessante evidenziare che, nel complesso, oltre l’80% delle capitane d’azienda della
provincia di Catanzaro ha espresso un giudizio favorevole.
Situazioni di minore soddisfazione sono riscontrabili tra le imprenditrici che operano nei
servizi di tipo tradizionale e, più in particolare, soprattutto tra quelle dei Servizi di base
(23,5%).
Tab. 26 - Valutazione complessiva dell’esperienza imprenditoriale
(valori percentuali)
VALUTAZIONE TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Positiva 81,7 95,3 76,5 90,2 88,6
Positiva 72,3 87,9 69,1 75,6 71,4
Molto positiva 9,4 7,4 7,4 14,6 17,1
Negativa 18,3 4,7 23,5 9,8 11,4
Negativa 15,0 4,7 20,6 7,3 2,9
Molto negativa 3,3 0,0 2,9 2,4 8,6
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
D’altra parte, è soprattutto tra le operatrici di questi settori che si registra la quota più
elevata, di poco inferiore alla metà delle intervistate (47,1%), di coloro che, potendo
tornare indietro, non rifarebbero la scelta di dar vita a un’attività imprenditoriale (Tab. 27),
di contro la forte convinzione e determinazione per il percorso intrapreso manifestate, in
particolare, dalle imprenditrici dell’Industria (80,2%) e degli Altri servizi (77,1%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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Tab. 27 - Ripetibilità dell’esperienza imprenditoriale (valori percentuali)
TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
SI 60,9 80,2 52,9 68,3 77,1
NO 39,1 19,8 47,1 31,7 22,9
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nonostante la valutazione sostanzialmente positiva della scelta di fare impresa espressa
dalle dirette interessate, l’attività imprenditoriale non manca di portare con sé, anche per
le imprenditrici locali, difficoltà di coordinamento tra responsabilità e impegni
aziendali e quelli familiari/personali (Tab. 28).
Per quasi la metà delle intervistate, infatti, le problematiche conseguenti agli impegni
professionali sono riconducibili principalmente alla limitata disponibilità di tempo da
dedicare alla famiglia (48,2%) e/o a se stesse (47,3%). Frequenze minori si registrano,
tuttavia, per le suddette voci tra le operatrici dei Servizi avanzati (rispettivamente, 39% e
36,6%), che risultano essere quelle che meno di tutte si sono espresse sulla presenza di
problematiche inerenti al binomio lavoro-famiglia, probabilmente anche e proprio perché
tra di esse - come visto in precedenza - sono più diffuse le single e le donne con vissuto
professionale autonomo preesistente all’impresa.
In ogni caso, in generale, un’imprenditrice su quattro in provincia di Catanzaro afferma di
non dover affrontare alcun tipo di problematica che afferisca alla gestione dell’equilibrio
tra attività lavorativa e impegni personali e/o familiari (26,5%) e sono rari i casi in cui
l’attività imprenditoriale e gli impegni che la caratterizzano arrivano a compromettere i
rapporti affettivi/matrimoniali (2,8%).
Poco meno di un quarto delle capitane d’impresa locali, invece, è costretto, anche o
soltanto - la domanda prevedeva la possibilità di fornire due risposte - ad avvalersi di un
aiuto per la cura della casa e dei figli (24,2%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
69
Tab. 28 - Problematiche generate dagli impegni professionali (valori percentuali)
PROBLEMATICHE TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Poco tempo da dedicare alla famiglia 48,2 51,6 47,1 39,0 57,1
Poco tempo da dedicare a se stessa 47,3 41,9 48,5 36,6 54,3
Nessuna di queste 26,5 15,6 29,4 29,3 20,0
Necessità di aiuto per la gestione della famiglia e della casa
24,2 27,1 25,0 24,4 17,1
Rapporto di coppia deteriorato 2,8 5,9 1,5 7,3 2,9
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
In merito all’ultimo aspetto, l’indagine ha anche indagata i tipi di servizi di supporto di
cui le imprenditrici catanzaresi si avvalgono (Graf. 17), l’85% delle intervistate ha
dichiarato di non ricorrere a nessuno tra quelli indicati, almeno in termini di prestazioni
esterne retribuite. Nell’ambito delle poche che hanno fornito indicazioni sulle voci
proposte, i servizi di assistenza/collaborazione per la cura dei bambini e della casa sono
quelli che hanno registrato la frequenza più significativa (10,9%), con punte maggiori per
le operatrici dell’Industria (18,3%) e dei Servizi avanzati (14,6%).
Graf. 17 - Servizi utilizzati (valori in percentuale)
Badante (per persone anziane)
2,3Baby sitting
3,1
Asilo nido3,3
Collaboratore/trice domestica
10,9
Nessuno di questi
84,9
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo tre opzioni di risposta possibili
Probabilmente, come accade in molte altri contesti geografici, soprattutto del
Mezzogiorno d’Italia, le imprenditrici locali possono contare, anche sotto tale profilo, sul
prezioso sostegno della famiglia di origine, propria e/o del coniuge.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
70
Riguardo, poi, ai servizi di baby sitting, collaborazione domestica e assistenza a domicilio
agli anziani, le scarse indicazioni rilevate possono essere, in parte, spiegate anche dal
notevole ricorso a forme di lavoro sommerso, fenomeno tutt’altro che tipico e limitato alla
sola area geografica in esame.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
71
.. .. .. .. iinn ssiinntteessii
I tratti peculiari dell’imprenditrice-tipo della provincia di Catanzaro - piuttosto comuni alle capitane d’azienda di molti altri territori soprattutto del Sud d’Italia - sono quelli di una donna:
di nazionalità italiana, coniugata e di medio livello di istruzione, impegnata in quella che, nella maggioranza dei casi, è la prima e unica esperienza di lavoro, preziosa fonte di realizzazione e gratificazione personale, prima e oltre che professionale;
che traccia un bilancio sostanzialmente positivo dell’esperienza imprenditoriale che ha deciso di compiere, soprattutto se conduce un’attività produttiva non commerciale o connessa al turismo;
chiamata a confrontarsi con il problema di coordinare al meglio il proprio ruolo di imprenditrice con quello di moglie e madre – che, ancora oggi, contribuisce a rendere particolarmente difficoltoso e impervio il percorso lavorativo delle donne italiane, in termini di sacrifici personali e di reali opportunità di carriera, nel mondo del lavoro in generale e, ancor più, per chi sceglie l’attività d’impresa - ma non per questo scoraggiata e pentita della scelta fatta, che non esiterebbe a replicare, soprattutto, anche in tal caso, se opera in settori diversi dai Servizi di base.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
72
2.3 LE PECULIARITÀ GESTIONALI DELLE IMPRESE
Entrando nel vivo delle caratteristiche di funzionamento delle imprese a prevalente
presenza femminile di Catanzaro, gli elementi analizzati nelle pagine successive
riguardano, più in dettaglio:
le principali modalità operative, dal punto di vista produttivo, di raggio d’azione
commerciale e di grado di articolazione dell’organizzazione delle vendite;
gli orientamenti strategici definiti per l’immediato futuro (2010-2011) e i
fattori competitivi interni sui quali le imprese puntano (punti di forza) e quelli
che, invece, a loro avviso, rappresentano forti limiti (punti di debolezza) per il
consolidamento e lo sviluppo prospettico della attività;
le maggiori difficoltà incontrate nella gestione delle attività imprenditoriali e gli
eventuali supporti attivati per affrontare al meglio le problematiche emergenti.
Attraverso la disamina dei suddetti aspetti, ci si propone di verificare:
l’adeguatezza dell’approccio gestionale adottato nelle imprese femminili della
provincia di Catanzaro alle condizioni competitive e di mercato con le quali sono
chiamate a misurarsi quotidianamente, per assicurarsi la permanenza sul mercato;
la capacità di lettura dell’ambiente esterno e dello scenario concorrenziale e di
autodiagnosi dell’effettiva capacità competitiva delle proprie iniziative da parte delle
capitane d’azienda.
2.3.1 Le specificità operative e di mercato attuali
La forma giuridica e la classe di fatturato che caratterizzano le imprese femminili
coinvolte nell’indagine sul campo confermano la netta prevalenza in provincia di
Catanzaro di strutture produttive rosa di esigue dimensioni, già evidenziata nella prima
parte dell’Osservatorio.
Sotto il profilo della forma giuridica (Tab. 29), infatti, l’86,6% delle imprese che hanno
partecipato alla rilevazione è una ditta individuale, forma giuridica che presenta
un’incidenza ancora più marcata tra le realtà operanti nei servizi di tipo tradizionale (Altri
Servizi 95% e Servizi di base 88,9%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
73
Una maggiore presenza d’imprese costituite in forma di società di persone si registra tra
quelle operanti nell’Industria (20,6%), mentre del tutto residuale è la quota delle realtà
con natura di società di capitali (2,9%), riscontrabili principalmente tra le imprese dei
Servizi avanzati (7,7%) seguiti dall’Industria (4,1%).
Tab. 29 - Distribuzione per forma giuridica delle imprese femminili della provincia di Catanzaro coinvolte nell’indagine (valori percentuali)
FORMA GIURIDICA TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Impresa individuale 86,6 71,7 88,9 80,8 95,0
Società di persone 9,6 20,6 8,6 7,7 5,0
Società di capitali 2,9 4,1 2,5 7,7 0,0
Altre forme 0,4 1,8 0,0 1,9 0,0
nd 0,4 1,8 0,0 1,9 0,0
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Riguardo, poi, alla classe di fatturato (Tab. 30), premesso che, mediamente, un terzo
delle operatrici intervistate ha preferito non fornire alcun tipo di indicazione in merito
(33,4%), è risultato che:
più della metà delle imprese femminili della provincia realizza un livello di
fatturato non superiore ai 50 mila euro (51,7%), con una maggiore quota, anche
in questo caso, tra quelle degli Altri servizi (62,5%), qui seguite, però, dalle realtà
dell’Industria (56,8%);
poco più del 10% non va oltre i 150 mila euro (13,3%), fascia in cui la quota
maggiore di imprese si registra tra quelle operanti nei Servizi avanzati (21,2%);
del tutto residuale (1,7%) è la parte delle realtà rosa che riesce a collocarsi nelle
classi di fatturato che vanno dai 151 mila euro a 1 milione di euro, appartenenti
per lo più al Terziario avanzato (5,8%) e, in misura ancor più limitata, all’Industria
(2,3%).
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Tab. 30 - Distribuzione per classe di fatturato della provincia di Catanzaro coinvolte nell’indagine (valori percentuali)
CLASSE TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Fino a 50 mila euro 51,7 56,8 49,4 46,2 62,5
Da 51 mila a 150 mila euro 13,3 11,3 13,6 21,2 7,5
Da 151 mila a 300 mila euro 0,5 1,1 0,0 3,8 0,0
Da 301 mila a 500 mila euro 0,3 1,1 0,0 1,9 0,0
Da 501 mila a 1 milione di euro 0,8 0,0 1,2 0,0 0,0
Da 1 a oltre 5 milioni di euro 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Non indica 33,4 29,6 35,8 26,9 30,0
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Passando ad analizzare più propriamente il funzionamento delle imprese femminili della il
primo aspetto oggetto di indagine è stato la tipologia di attività svolta (Tab. 31), sotto il
profilo dell’impostazione e organizzazione delle attività operative.
A tal proposito, è possibile osservare che solo un quarto delle realtà rosa della provincia
ha dichiarato di realizzare prevalentemente un’offerta per il mercato (25,8%), a fronte
della schiacciante predominanza di modalità operative improntate al lavoro su commessa
(74,2%), per ben oltre la metà dei casi in conto terzi (61,8%).
Tab. 31 - Tipologia di attività svolta dalle imprese femminili della provincia di Catanzaro (valori percentuali)
Tipologia di attività TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Da destinare al mercato (e/o al magazzino)
25,8 34,8 27,2 19,2 15,0
Su commessa 74,2 65,2 72,8 80,8 85,0
in conto terzi o su specifica del cliente 61,8 57,7 60,5 65,4 70,0
di prodotti standard definiti dall' azienda 12,4 7,5 12,3 15,4 15,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Tenuto conto anche di quanto si è detto in precedenza sulle dimensioni delle imprese
femminili locali, una situazione del genere suscita non poche perplessità e
preoccupazioni, in quanto il contoterzismo, a meno che non si operi in comparti di
nicchia, realizzando beni/servizi di elevato contenuto tecnologico e/o qualitativo e/o
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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innovativo, in termini di differenziazione e valore economico, appare una strada difficile
da perseguire. Produzioni non particolarmente differenziate (commodities), infatti, sono
inesorabilmente destinate a subire la concorrenza agguerrita e sicuramente vincente di
players mondiali, in particolare provenienti dai Paesi emergenti, caratterizzati da elevate
economie di scala e, quindi, da produzioni low cost, difficilmente contrastabili.
Inoltre, la prevalenza dell’impostazione operativa su commessa, soprattutto in conto terzi,
quale tratto peculiare comune a tutti i settori di attività, lascia intravedere, in termini
generali, l’ampia diffusione di un approccio gestionale scarsamente orientato al
mercato (o maket oriented) e ancora pericolosamente troppo focalizzato sugli aspetti
tecnico-produttivi delle attività.
Una cultura d’impresa e manageriale di tipo product oriented - peraltro, ancora piuttosto
diffusa non solo tra le imprese femminili di molteplici territori italiani, non soltanto
meridionali - è decisamente anacronistica e rischiosa da perpetrare, alla luce delle
dinamiche competitive e di mercato con le quali le imprese, comprese quelle femminili
della provincia di Catanzaro, sono chiamate a confrontarsi oggi e, ancor più, nel
prossimo futuro.
Facendo seguito alle sollecitazioni avanzate già in occasione dell’analisi dei dati relativi
alla fase di start up, appare, dunque, opportuno ribadire l’opportunità che i soggetti
istituzionali e gli attori dello sviluppo locale continuino a investire, o inizino a farlo ove non
avvenga, in tutte quelle iniziative di sensibilizzazione, informazione, education e
formazione in grado di contribuire allo sviluppo e/o all’aggiornamento ed innalzamento
delle conoscenze e competenze gestionali delle operatrici locali, al fine di assicurarne il
cambio di passo necessario non solo a garantirne la sopravvivenza, ma soprattutto ad
accrescerne la competitività in chiave di sviluppo.
Per quanto riguarda il raggio d’azione commerciale (Graf. 18):
i tre quarti delle imprese femminili della provincia di Catanzaro, così come molte
colleghe di altre aree, servono principalmente il mercato locale, circoscritto, cioè
al territorio provinciale (77,2%);
meno del 10% va oltre i confini regionali (9%);
del tutto residuale è l’intervento sui mercati stranieri (1,6%).
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Graf. 18 - Principale mercato servito dalle imprese della provincia di Catanzaro (valori percentuali)
Estero1,6
Nazionale (al di fuori della
regione)9,0
Regionale(al di fuori della
provincia)
12,2
Locale (provinciale)
77,2
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
A livello settoriale (Tab. 32), le imprese maggiormente concentrate sul territorio
provinciale sono quelle che operano soprattutto negli Altri Servizi (95%), seguite a una
certa distanza dalle colleghe dei Servizi di Base (79%).
Appartengono, invece, ai Servizi Avanzati e all’Industria quelle che servono un mercato
più ampio di quello locale, tanto regionale (rispettivamente, il 21,2% delle prime e il
17,4% delle seconde), quanto nazionale (19,2% e 11,3%), e che sono in grado, pur se in
termini comunque residuali, di approcciare i mercati esteri (3,8% e 3,4%).
Tab. 32 - Principale mercato servito dalle imprese della provincia di Catanzaro per settore (valori percentuali)
Mercato Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Locale (provinciale) 67,9 79,0 55,8 95,0
Regionale (al di fuori della provincia) 17,4 11,1 21,2 5,0
Nazionale (al di fuori della regione) 11,3 8,6 19,2 0,0
Estero 3,4 1,2 3,8 0,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Il canale di vendita utilizzato dalle imprese in esame per raggiungere il mercato servito
(Tab. 33) è fondamentalmente il contatto diretto con la clientela (94%) - il cosiddetto
diretto azienda, realizzato presso la sede o dall’azienda - seguito, ma solo a
considerevole distanza e in via residuale, dall’impiego anche o soltanto di una filiale di
proprietà (8,6%) e/o del canale breve dei rivenditori (4,5%).
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Tab. 33 - Canali di vendita utilizzati dalle imprese della provincia di Catanzaro (valori percentuali)
Tipologia di canale TOTALE Industria Servizi di base
Servizi avanzati
Altri servizi
Contatto diretto con il cliente 94,0 93,7 93,8 94,2 95,0
Filiale propria 8,6 9,3 9,9 7,7 2,5
Rivenditori 4,5 5,7 4,9 0,0 5,0
Accordi commerciali con imprese italiane 2,7 0,0 3,7 0,0 2,5
Agenti monomandatari 1,5 1,1 1,2 5,8 0,0
Accordi commerciali con imprese straniere 0,9 1,1 1,2 0,0 0,0
Agenti plurimandatari 0,6 0,0 0,0 5,8 0,0
Appalti pubblici 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo due opzioni di risposta possibili
2.3.2 Le prospettive strategiche e i limiti competitivi
Oltre ad analizzare la situazione operativa attuale, con l’indagine field si sono volute
rilevare le strategie che le imprese rosa della provincia di Catanzaro si sono prefissate di
perseguire nel prossimo futuro, per verificare in che modo esse intendono garantirsi oltre
che la permanenza sul mercato, lo sviluppo prospettico, misurandone la coerenza
rispetto alle complesse dinamiche che caratterizzano oggi gli scenari competitivi e di
mercato in cui sono chiamate a operare.
La disamina delle indicazioni raccolte (Tab. 34) evidenzia che:
una buona parte delle realtà femminili locali punta a preservare l’esistente,
perseguendo sostanzialmente una strategia di tipo conservativo (45,1%);
seguono, solo a una certa distanza quelle che intendono intraprendere strategie
di crescita, ora mediante l’ampliamento della propria gamma d’offerta al mercato
già servito (strategia di sviluppo del prodotto 22,3%), ora attraverso
l’individuazione di nuovi mercati per i prodotti/servizi esistenti (strategia di
sviluppo del mercato 19,4%);
non mancano, ma sono di gran lunga meno, le realtà che intendono attuare
processi di diversificazione delle attività, cioè che non escludono anche
l’ingresso in nuovi settori e/o aree di business, non correlati all’attività aziendale
tradizionale (10,2%), attraverso l’ingresso in nuovi mercati con nuovi
prodotti/servizi.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
78
Da quanto visto sin qui, emerge che le imprese femminili della provincia di Catanzaro
sono principalmente orientate a mantenere le posizioni acquisite, tanto in termini di
mercato quanto di offerta. Alla luce degli assetti strutturali e operativi prevalenti tra le
realtà in esame, la preferenza accordata a tale indirizzo strategico - solo in parte
giustificabile per il persistere della fase recessiva internazionale, che fa propendere per
approcci più cauti e di attesa - appare non molto condivisibile, in quanto difficilmente
idonea a consentire di contrastare e vincere le sfide competitive degli scenari attuali e
prospettici.
È anche vero, tuttavia, che il perseguimento di strategie di crescita richiede la
disponibilità di risorse finanziarie e umane - oltre che di capacità manageriali - delle quali,
considerate le esigue dimensioni aziendali e il livello di competenze gestionali sin qui
misurati, la maggior parte delle imprese femminili della provincia di Catanzaro al
momento non sembra pienamente disporre. Ciò stante risultano particolarmente
apprezzabili gli sforzi che alcune imprenditrici intendono, in ogni caso, affrontare,
soprattutto se si considera che, accanto ad esse, si collocano, altresì, una quota
minoritaria ma niente affatto residuale - e che deve destare qualche preoccupazione per
il futuro dell’imprenditoria femminile della provincia - di realtà che, per i prossimi anni,
procederanno senza aver definito un chiaro indirizzo (19,5%), quindi, secondo una
modalità di conduzione sostanzialmente a vista delle attività.
Alimentano tale componente le imprese che operano soprattutto nei servizi di tipo
tradizionale, nei quali, come si è visto, rientrano i principali settori d’intervento delle realtà
femminili locali (Altri servizi 25% e Servizi di base 21%).Una più diffusa propensione a
impostare in chiave strategica le proprie attività e un più spiccato orientamento per
l’adozione di strategie di sviluppo, anche nell’ottica della diversificazione, caratterizzano,
invece, le imprese dell’Industria, seguite da quelle dei Servizi avanzati, tra le quali,
rispetto alle prime, si misura, però, una propensione lievemente più alta per le strategie di
mantenimento (46,2% rispetto al 43,6%).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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Tab. 34 - Principale strategia che l’impresa intende seguire nel biennio 2010-2011 (valori percentuali)
OPZIONI STRATEGICHE TOTALE Industria Servizi di base
Servizi avanzati
Altri servizi
Cercherà di conservare il mercato dei propri prodotti 45,1 43,6 43,2 46,2 55,0
Allargherà la gamma dei prodotti sul proprio mercato 22,3 29,4 22,2 28,8 10,0
Cercherà nuovi sbocchi di mercato per i propri prodotti 19,4 30,8 18,5 19,2 12,5
Dovrà diversificare prodotti e mercati 10,2 15,2 8,6 17,3 7,5
Nessuna di queste 19,5 12,0 21,0 13,5 25,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo tre opzioni di risposta possibili
Rispetto agli indirizzi strategici prefissati per il prossimo biennio – ove definiti - i
principali fattori aziendali sui quali le imprese femminili della provincia ritengono
di poter puntare (Tab. 35) per essere vincenti nel confronto con gli altri players e per
garantirsi il consolidamento e lo sviluppo sul mercato, sono costituiti da:
la qualità dei prodotti/servizi offerti, per ben tre imprese su quattro (60%);
i servizi ai clienti (pre e post vendita), per pressoché un quarto delle realtà
intervistate (24,8%);
i prezzi e le condizioni di pagamento, per un’altra quota relativamente
significativa (17,8%).
Molto meno menzionati tutti gli altri aspetti, tra cui anche:
le competenze gestionali e tecniche (4,4%), alle quali, probabilmente, le
imprenditrici locali stentano, in realtà, a riconoscere valore di vera e propria leva
competitiva, sostanzialmente in tutti i settori di attività economica;
le innovazioni di prodotto e di processo, il cui ancor più limitato richiamo (1,7%)
fa ben poco sperare riguardo al grado di orientamento all’Innovazione - oggetto
di specifico approfondimento successivo - delle realtà femminili catanzaresi, che
quindi non si distinguono dalla generalità delle imprese nazionali, non solo
femminili, notoriamente poco propense a investire in ricerca e sviluppo.
In nessun caso, infine, come peraltro comprensibile e prevedibile, sono indicati come
punti di forza i canali di vendita impiegati.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
80
Tab. 35 - Fattori su cui contano le imprese per accrescere la propria competitività (valori percentuali)
PUNTI DI FORZA TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Qualità del prodotto/servizio 60,0 75,3 60,5 46,2 52,5
Servizi ai clienti (pre e post vendita) 24,8 14,9 22,2 34,6 40,0
Prezzi e condizioni di pagamento 17,8 20,8 17,3 17,3 17,5
Efficienza produttiva 5,6 0,0 7,4 1,9 5,0
Marchio (notorietà) 5,3 1,1 7,4 3,8 0,0
Competenze gestionali e tecniche 4,4 5,9 3,7 5,8 5,0
Flessibilità produttiva 3,9 2,3 4,9 3,8 0,0
Ampiezza della gamma 3,2 12,2 2,5 0,0 0,0
Localizzazione geografica 2,9 1,1 3,7 3,8 0,0
Innovazione di prodotto e di processo 1,7 7,0 0,0 7,7 0,0
Canali commerciali 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo tre opzioni di risposta possibili
Tra gli aspetti che, invece, sono ritenuti di freno o ostacolo per farsi valere e crescere sul
mercato, costituendo, pertanto, punti di debolezza per le imprese (Tab. 36):
maggiormente indicato è la localizzazione geografica (35,3%) - che, indubbiamente,
considerate soprattutto le infrastrutture logistiche, ma non solo, in dotazione all’intera
Calabria, di certo contribuisce a penalizzare notevolmente la competitività delle realtà
locali, non solo di genere femminile - seguita a distanza dai prezzi e dalle condizioni
economiche che caratterizzano la propria offerta (15,9%).
I canali commerciali impiegati - sostanzialmente ex aequo con la flessibilità produttiva
(9,1%) – sono riconosciuti come punti di debolezza solo dal 9% delle imprese
intervistate. Tale situazione evidenzia la ridotta consapevolezza dei limiti di competitività
derivanti da un’organizzazione commerciale poco articolata e strutturata - quale quella
predominante tra le realtà in esame - a meno che non si persegua un strategia di
mercato di nicchia, adatta, però, a beni di elevato valore aggiunto unitario - confermando
le considerazioni svolte in precedenza riguardo a una cultura gestionale sul fronte
commerciale e delle vendite particolarmente bisognosa di adeguamento e/o
aggiornamento e ampliamento.
Si conferma, anche in tale sede, la scarsa valenza riconosciuta alle competenze tecnico-
gestionali e alle innovazioni (rispettivamente, 3,2% e 2%) - fatta eccezione che per
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
81
l’attenzione relativamente maggiore rivolta alle prime dalle aziende che operano
nell’Industria (10,9%) - in termini di leve fondamentali per sostenere la competitività
aziendale e, quindi, di preziose fonti di vantaggio competitivo, quali in realtà oggi sono e
sulle quali val la pena, pertanto, investire tempo e risorse.
Tab. 36 - Fattori che limitano la competitività aziendale (valori percentuali)
PUNTI DI DEBOLEZZA TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Localizzazione geografica 35,3 43,6 32,1 32,7 45,0
Prezzi e condizioni di pagamento 15,9 13,3 17,3 21,2 7,5
Flessibilità produttiva 9,1 3,4 12,3 7,7 0,0
Canali commerciali 9,0 6,3 9,9 5,8 10,0
Qualità del prodotto/servizio 3,9 4,1 3,7 3,8 5,0
Servizi ai clienti (pre e post vendita) 3,6 2,9 3,7 1,9 5,0
Efficienza produttiva 3,6 5,2 3,7 1,9 2,5
Competenze gestionali e tecniche 3,2 10,9 2,5 1,9 0,0
Ampiezza della gamma 2,4 2,3 2,5 1,9 2,5
Innovazione di prodotto e di processo 2,0 3,4 2,5 0,0 0,0
Marchio (notorietà) 1,4 1,8 1,2 3,8 0,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne Nota: Domanda a risposta multipla, massimo tre opzioni di risposta possibili
In linea generale, comunque, va evidenziato che, a differenza di quanto accaduto per i
punti di forza, le imprenditrici locali si sono rivelate meno sollecite a fornire indicazioni sui
punti di debolezza. Tale atteggiamento è un segnale da cui si può inferire la presenza di
un gap capacità di autodiagnosi circa le reali condizioni competitive delle proprie realtà
imprenditoriali, carenza probabilmente dovuta, oltre che a un atteggiamento di fondo a
tratti eccessivamente self confident e di compiacimento per le proprie iniziative - alquanto
tipici dell’imprenditoria italiana - alla carenza di un adeguato bagaglio culturale e di
un’idonea strumentazione di bordo sul piano gestionale, oltre che culturale.
L’analisi delle principali difficoltà incontrate nella gestione delle attività aziendali
(Tab. 37) evidenzia la netta predominanza della forte concorrenza, segnalata da una
rilevante quota d’imprese femminili della provincia (51,3%) - più elevata, rispetto agli altri
settori oggetto di indagine, nei Servizi avanzati (55,8%) - che, però, non sono sempre in
grado di mettere a punto idonee strategie per fronteggiarla adeguatamente.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
82
Tab. 37 - Principali difficoltà incontrate nella gestione dell’azienda (valori percentuali)
DIFFICOLTÀ TOTALE Industria Servizi di base
Servizi avanzati
Altri servizi
Forte concorrenza 51,3 52,2 53,1 55,8 37,5
Difficoltà gestionali 13,4 8,6 14,8 11,5 12,5
Ricerca clienti e fornitori 13,3 13,3 14,8 17,3 2,5
Difficoltà di accesso al credito 6,2 15,6 4,9 3,8 5,0
Assenza di strutture cui rivolgersi in caso di problemi (produttivi e gestionali)
5,8 2,9 7,4 0,0 5,0
Carenza di personale qualificato 3,8 2,3 2,5 0,0 15,0
Carenza agevolazioni pubbliche/finanziamenti 2,5 1,1 1,2 5,8 7,5
Insufficiente preparazione imprenditoriale 1,3 1,1 1,2 0,0 2,5
Scarsa motivazione del personale 0,8 4,1 0,0 0,0 2,5
Nessuna difficoltà 17,9 13,8 18,5 13,5 22,5
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo tre opzioni di risposta possibili
Tra le principali tre difficoltà denunciate rientrano, altresì, pressoché ex aequo, le
difficoltà gestionali (13,4%) e la ricerca i clienti e fornitori (13,3%), difficoltà che si protrae
anche oltre la fase di avvio dell’attività imprenditoriale.
Entrambi i casi forniscono un’ulteriore prova della necessità che si intervenga nella
direzione di innalzare e/o ampliare le competenze imprenditoriali e manageriali in
dotazione alle imprenditrici locali, per evitare che, sic stantibus rebus, si rischi di
compromettere il futuro delle loro iniziative.
Il fatto, infine, che una parte delle imprese coinvolte nella ricognizione, minoritaria ma
significativa (17,9%) - soprattutto nell’ambito dei servizi più tradizionali - dichiari di non
aver incontrato alcuna difficoltà, da un lato, fa ipotizzare che, sul territorio, non manchino
del tutto realtà solide e dotate di una buona posizione sul mercato - almeno in base alle
aspettative e alla visione dei relativi proprietari - dall’altro, conferma le considerazioni
svolte in precedenza sui limiti delle reali capacità di autodiagnosi e, più in generale, di
una compiuta analisi strategica da parte delle capitane d’azienda locali.
Allorquando nell’ambito della gestione sopraggiungono difficoltà da affrontare (Tab. 38),
tra i soggetti privati e pubblici in grado di fornire assistenza e consulenza, la
prevalenza delle imprese locali preferisce ricorrere al supporto dei consulenti (45,3%),
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
83
che, dunque, in fase successiva all’avvio di impresa vengono maggiormente considerati
un valido supporto nella risoluzione di problematiche aziendali.
Ridotte sono, poi, le interazioni, in particolare, con gli Enti pubblici territoriali (3,2%), oltre
che con associazioni datoriali e altri operatori (5,4% e 4,1%), così come già emerso per
la fase di avvio delle iniziative. In merito ai contributi richiesti alla Camera di Commercio
locale, anche dopo lo start up, anche in tal caso, vi fanno ricorso relativamente maggiore
le imprese degli Altri servizi (16,1%).
Considerevole la percentuale, invece, delle realtà che, anche in presenza di difficoltà,
preferiscono non ricorrere ad alcun supporto esterno (42,7%).
Tale ultimo aspetto fornisce un’ulteriore conferma dell’atteggiamento di limitata apertura
al confronto con l’esterno piuttosto diffuso tra le imprenditrici della provincia di Catanzaro,
particolarmente rischioso se associato alla carenza di know-how e skill manageriali
idonee a guidare e far funzionare l’azienda coerentemente alle dinamiche esterne,
competitive e di mercato.
Tab. 38 - Soggetti pubblici e privati ai quali ci si rivolge in caso di difficoltà nella gestione aziendale (valori percentuali)
Soggetti TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Consulenti 45,3 48,0 48,5 26,7 41,9
Nessuno di questi 42,7 27,8 45,5 53,3 35,5
Associazioni di Categoria 5,4 10,8 4,5 2,2 6,5
Camera di Commercio/Azienda Speciale 4,5 8,7 1,5 4,4 16,1
Altri imprenditori 4,1 4,7 1,5 15,6 6,5
Enti pubblici (Regione, Provincia, Comune) 3,2 7,4 3,0 2,2 0,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, massimo tre opzioni di risposta possibili
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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.. .. .. .. .. iinn ssiinntteessii
Sotto il profilo operativo, la prevalenza delle imprese femminili della provincia di Catanzaro lavora in conto terzi, destina i propri beni e/o servizi al mercato provinciale, serve la clientela in modo diretto, evidenziando la notevole diffusione tra le capitane d’azienda locali di cultura e approccio gestionali ancora fortemente e pericolosamente product oriented e confermando la carenza di conoscenze e competenze di Marketing e Vendite, già pelesatesi in occasione dell’avvio dell’iniziativa.
Gli assetti funzionali delle attività, unitamente alle esigue dimensioni confermate anche in termini di volume d’affari generato, contribuiscono a spiegare la minore capacità di tenuta alla crisi delle realtà rosa locali emersa nella prima parte dell’Osservatorio, rispetto alle altre imprese femminili, soprattutto, meridionali, e, più in generale, mettono in luce la loro sostanziale inadeguatezza a fronteggiare le dinamiche competitive che caratterizzazono la scenario globale attuale, tenuto conto del set di conoscenze e capacità di cui, ad oggi, dispongono.
Di fronte a una situazione come quella emersa, tutt’altro che solida e promettente, anche in termini prospettici, pur avvertendo già oggi il fiato sul collo di una concorrenza sempre più agguerrita e difficile da fronteggiare, non tutte le imprese femminili della provincia dimostrano di essere in grado di delineare percorsi strategici idonei per consolidare e accrescere la propria presenza sul mercato, privilegiando scelte conservative e posizioni di difesa dell’esigua posizione sinora raggiunta, oppure manifestando, benchè in forma più contenuta, la totale assenza di una visione strategica, prima che di un indirizzo da seguire per il futuro, perpetrando una modalità di conduzione a vista delle attività assolutamente non più sostenibile, se si vuole sopravvivere già nel breve periodo.
Realtà più evolute sotto il profilo dell’impostazione strategica, consapevoli, cioè, della necessità e opportunità di procedere secondo un orientamento strategico di sviluppo, che permetta di rafforzare la capacità competitiva delle proprie aziende, salvaguardandone in tal modo la permanenza sul mercato, non mancano del tutto sul territorio, in particolare tra quelle dell’Industria e dei Servizi Avanzati.
Anche tra queste realtà più illuminate, però, si evidenziano limiti legati all’analisi strategica, che le portano a sottovalutare fattori sempre più cruciali per la competitività di un’impresa come le capacità tenico-manageriali e di investire in Innovazione. Oltre che per orientamento strategico, le imprenditrici della provincia di Catanzaro, infatti, non eccellono per capacità di lettura del grado di competitività delle proprie aziende rispetto al contesto in cui operano, senza la quale risulta difficile, al giorno d’oggi, adottare decisioni in grado di assicurare risultati di successo, se non per un caso del tutto fortuito.
segue
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
85
A fronte dei cosiderevoli limiti di cultura d’impresa e di approccio gestionale emersi, è rassicurante sapere che una buona parte delle impreditrici faccia ricorso al supporto qualificato dei consulenti, ma allo stesso tempo, è oltremodo preoccupante la presenza di una parte altrettanto significativa che, invece, preferisce non avvalersi di alcun tipo di aiuto esterno.
Analogamente a quanto accade anche in altri ambiti territoriali meridionali, le imprenditrici non sono particolarmente inclini ad attivare e coltivare interazioni né con soggetti istituzionali – inclusa la Camera di Commercio - che con i colleghi/le colleghe, rivelando anche nel prosieguo della gestione, come in fase di avvio, una certa difficoltà ad aprirsi al confronto con l’esterno.
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2.4 LA PROPENSIONE ALL’INNOVAZIONE, LA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE E LE
RISORSE FINANZIARIE IMPIEGATE
L’ultima parte dell’indagine field ha inteso verificare il ruolo riconosciuto dalle imprese
femminili della provincia di Catanzaro a due fattori particolarmente critici, al giorno d’oggi,
e sempre più fondamentali nel decretare l’eccellenza, in chiave competitiva e il successo
sul mercato di un’impresa moderna:
l’Innovazione;
le Risorse Umane.
Successivi ambiti oggetto della rilevazione sono stati, infine:
il grado di utilizzo di finanziamenti e incentivazioni di natura pubblica;
la valutazione delle condizioni di accesso al credito bancario e gli elementi di
criticità del rapporto banca-impresa a livello locale.
2.4.1 La capacità di Innovazione e di qualificazione del personale
Per quanto attiene alla propensione all’Innovazione (Tab. 39):
poco meno della metà delle imprese femminili della provincia ha dichiarato di
non aver realizzato alcun tipo di innovazione nell’ultimo triennio (47,7%);
tra le altre, la parte preminente ha lavorato all’introduzione di innovazioni di
prodotto (31,3%), mentre molto meno ricorrenti sono state le forme più articolate
e complesse, oltre che più onerose, ma sicuramente più incisive e determinanti
in termini di impatto prodotto, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, come le
innovazioni di tipo organizzativo (15,7%) e di marketing (11,4%).
A livello settoriale, si evidenzia che, anche in materia di Innovazione, così come
d’impostazione strategica delle attività, le imprese femminili dell’Industria e dei Servizi
avanzati tendono a distinguersi dalle altre, esprimendo:
in generale, un’attitudine più spiccata a innovare (nessuna innovazione
rispettivamente nel 39,4% e nel 40,4%% dei casi);
in particolare, una maggiore attenzione anche verso tipologie d’investimento
destinate a produrre ricadute più consistenti sulla competitività aziendale,
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
87
piuttosto che concentrarsi soltanto su innovazioni di prodotto, per lo più incrementali,
cioè di miglioramento e/o aggiornamento dell’esistente.
Tab. 39 - Misure rivolte all’innovazione introdotte in azienda negli ultimi 3 anni (valori percentuali)
TIPOLOGIA D’INNOVAZIONE TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Nessuna di queste 47,7 39,4 50,6 40,4 47,5
Innovazioni di prodotto 31,3 26,5 33,3 23,1 32,5
Innovazioni organizzativo-gestionali 15,7 19,2 12,3 26,9 20,0
Innovazioni di marketing 11,4 14,9 11,1 19,2 2,5
Innovazioni di processo 6,3 13,1 3,7 15,4 5,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
Le risorse finanziarie utilizzate, per sostenere, ove realizzati, gli investimenti in
innovazione (Tab. 40), sono costituite, per gran parte delle imprese femminili della
provincia, dal capitale proprio (63,3%), confermando, alla luce delle esigue risorse
presumibilmente rese disponibili dalle attività aziendali, il prevalere di un approccio
innovativo più di tipo incrementale, che di tipo breakthrough, cioè di discontinuità con il
presente e, quindi, di maggiore impatto sulla competitività aziendale.
Un terzo delle realtà - ancor più tra quelle che operano negli Altri servizi (47,6%) e nei
Servizi di base (42,5%) - tuttavia, ha dichiarato di ricorrere, anche o solo, al credito
bancario (36,5%). Va segnalata, infine, che una percentuale minoritaria ma significativa
di imprese dei Servizi avanzati ha preferito non fornire indicazioni precise sulle fonti
impiegate a sostegno delle innovazioni (29%).
Come per l’avvio delle iniziative imprenditoriali e ancora di più per sviluppare interventi in
Innovazione, le risorse pubbliche agevolate assumono un ruolo del tutto secondario. Nei
rari casi in cui sono attivate, la preferenza è accordata principalmente a quelle di livello
regionale e vi ricorrono soprattutto le imprese dei Servizi avanzati (6,5%) e degli Altri
servizi (4,8%).
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Tab. 40 - Fonti di finanziamento utilizzate per realizzare le innovazioni (valori percentuali)
TIPOLOGIA DI FONTE TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Fonti proprie 63,3 77,2 65,0 48,4 52,4
Credito bancario 36,5 19,0 42,5 16,1 47,6
Incentivi regionali 1,4 0,0 0,0 6,5 4,8
Incentivi nazionali 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0
Incentivi comunitari 0,6 3,7 0,0 0,0 0,0
Nessuna di queste 10,1 8,6 5,0 29,0 19,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
Passando all’importanza attribuita dalle imprese femminili della provincia alla
valorizzazione e allo sviluppo del capitale umano, il primo aspetto rilevato
dall’indagine al riguardo è stato la valutazione sul livello di preparazione e
aggiornamento del personale che collaborano con le imprenditrici locali (Graf. 19).
In proposito, meno del 5% delle intervistate ha espresso un giudizio sfavorevole, la dove
ben il 95,7% delle imprenditrici ha fornito un giudizio non inferiore alla sufficienza, per
l’86,6% dei casi, da buono a ottimo, con una situazione sostanzialmente analoga in tutti i
settori di attività (Tab. 41).
Graf. 19 - Giudizio sul livello di preparazione e aggiornamento del personale impiegato in azienda (valori percentuali)
Insufficiente4,3
Ottimo33,5
Molto buono19,5
Buono33,6
Sufficiente9,1
da sufficiente in su95,7
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Dall’analisi dei risultati sembra anche in questo caso emergere un atteggiamento auto-
referenziale, già in precedenza evidenziato, assunto delle operatrici soprattutto quando
sono chiamate ad esprimersi o a dover mettere in luce eventuali criticità e/o carenze
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89
delle proprie iniziative, come pure la loro difficoltà a misurare le effettive capacità e
potenzialità aziendali, soprattutto se rapportate al contesto competitivo di riferimento.
Tab. 41 - Giudizio sul livello di preparazione e aggiornamento del personale impiegato in azienda per settore (valori percentuali)
GIUDIZIO Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Insufficiente 1,1 6,2 1,9 0,0
Da sufficiente in su 98,9 93,8 98,1 100,0
Sufficiente 15,2 8,6 5,8 7,5
Buono 45,2 32,1 26,9 35,0
Molto buono 15,6 18,5 26,9 22,5
Ottimo 22,9 34,6 38,5 35,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Rispetto alla valutazione fornita, le fonti utilizzate per l’aggiornamento (Tab. 42), tanto
dalle imprenditrici quanto dal loro personale, sono prevalentemente rappresentate da
forme più tradizionali e spesso destrutturate, come i contatti con i fornitori (39,5%), i
consulenti/ professionisti (31,4%) e le riviste settoriali (20,8%).
Con frequenza minore, invece, sono richiamate modalità più sistematiche e strutturate,
oltre che più innovative e/o specializzate, come i corsi di formazione di tipo tecnico
(18,8%), i contatti con centri di competenza (14,5%) e, ancora meno, i corsi di taglio
manageriale (8,2%), pur con qualche eccezione, che val la pena evidenziare,
rappresentata, con riferimento all’ultimo item, dalle imprese dei Servizi avanzati (23,1%)
e, per tutti e tre, da quelle degli Altri Servizi (rispettivamente, 25% nei primi due casi e
20% nell’ultimo).
Tab. 42 - Fonti di aggiornamento utilizzate (valori percentuali)
TIPOLOGIA DI FONTE TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Contatti con fornitori 39,5 34,4 45,7 19,2 30,0
Consulenti/professionisti 31,4 25,6 33,3 28,8 30,0
Riviste settoriali 20,8 20,1 19,8 17,3 30,0
Corsi di formazione tecnici 18,8 20,1 17,3 19,2 25,0
Contatti con centri di competenza 14,5 12,9 12,3 17,3 25,0
Banche dati 8,6 8,1 8,6 13,5 5,0
Corsi di formazione manageriali 8,2 13,3 2,5 23,1 20,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
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La minore preferenza accordata al secondo gruppo di fonti, può, in parte, essere
imputata a valutazioni di ordine economico - spesso non irrilevanti per le dimensioni delle
realtà in esame, anche sotto il profilo organizzativo - riguardo non solo ai costi diretti
da sostenere ma anche a quelli indiretti, derivanti dal tempo e dal personale da
dedicarvi in situazioni organizzative spesso già sottodimensionate.
Con riferimento ai centri di competenza, poi, prevale la diffusa difficoltà delle PMI italiane
in genere a dialogare con il sistema della ricerca e i centri d’eccellenza nel campo
dell’innovazione. A ciò si aggiunge, probabilmente, anche una certa scarsa conoscenza
delle fonti più innovative e qualificate alle quali poter fare riferimento.
Tale situazione è indicativa della necessità di realizzare sul territorio, in primis, iniziative,
in chiave di education, che contribuiscano a sensibilizzare e informare le imprenditrici
locali sulla reale valenza assunta oggi dagli investimenti nell’aggiornamento e nella
qualificazione propria e dei propri collaboratori, per il conseguimento di risultati aziendali
apprezzabili.
Questa sollecitazione assume ancor più valore alla luce di quanto emerge dall’analisi
delle indicazioni inerenti alle fonti ulteriori che si vorrebbero utilizzare (Tab. 43), là
dove il 47,3% delle operatrici locali ritiene che non ci sia bisogno di alcuna fonte
aggiuntiva rispetto a quelle già impiegate, ritenute, quindi, più che sufficienti, soprattutto
tra le imprenditrici degli Altri servizi (57,5%) e dei Servizi di base (49,4%).
Tab. 43 - Fonti di aggiornamento che si vorrebbero utilizzare (valori percentuali)
TIPOLOGIA DI FONTE TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Nessuna di queste 47,3 33,9 49,4 38,5 57,5
Corsi di formazione manageriali 17,5 5,2 23,5 7,7 7,5
Contatti con centri di competenza 13,9 16,1 13,6 11,5 15,0
Consulenti/professionisti 12,2 16,3 12,3 11,5 7,5
Corsi di formazione tecnici 8,4 13,3 6,2 17,3 7,5
Banche dati 6,5 7,0 6,2 9,6 5,0
Contatti con fornitori 5,5 12,2 3,7 5,8 7,5
Riviste settoriali 3,3 3,4 1,2 7,7 10,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
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91
Incoraggiante risulta, invece, il fatto che, benché con una frequenza molto contenuta, sia
comunque avvertita, tra le realtà in esame, l’esigenza di poter realizzare corsi di
formazione manageriali (17,5%) e/o di attivare contatti con centri di competenza
(13,9%), maggiormente, nel primo caso, tra le aziende dei Servizi di base (23,5%) e, nel
secondo, da quelle dell’Industria (16,1%) e degli Altri servizi (15%).
Che comunque la generalità delle imprenditrici femminili locali non investa
particolarmente in formazione e che misuri una modesta attenzione per determinate
forme di qualificazione, propria e del personale impiegato in azienda, trova ulteriore
conferma nel fatto che ben il 70% ha dichiarato di non aver realizzato alcun tipo di
attività di formazione nel corso dell’ultimo anno (Tab. 44). Le capitane d’impresa
degli Altri servizi (52,5) soprattutto e quelle dei Servizi Avanzati (46,2%), anche in questo
caso, sembrano essere maggiormente consapevoli della necessità di innalzare il livello
della qualificazione propria e del personale e dell’opportunità rappresentata in tal senso
da forme più sistematiche e strutturate di formazione.
Tab. 44 - Partecipazione dell’imprenditrice e/o del personale ad attività di formazione nell’ultimo anno (valori percentuali)
TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
Si 30,7 26,7 24,7 46,2 52,5
No 69,3 73,3 75,3 53,8 47,5
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Quanto detto sin qui, trova riscontro, in termini generale, nelle indicazioni fornite dalle
imprenditrici della provincia di Catanzaro anche in merito alle attività formative che
potrebbero risultare utili a supportare la gestione dell’impresa (Tab. 45).
Il 46,5% di esse, infatti, ritiene non esserci alcun tipo di iniziativa o attività, di formazione
e/o d’informazione, che possa fornire un valido supporto alla gestione della propria
azienda.
In un quadro sostanzialmente poco attento alla formazione, confortante risulta riscontrare
una certa percentuale di preferenze - non del tutto residuale, benché piuttosto limitata -
accordata ai corsi di formazione manageriale (22,6%) e, dopo l’assistenza di taglio
consulenziale (19,6%), a quelli più propriamente tecnologici (12,8%), segnalati, peraltro,
da oltre un quarto delle imprenditrici manifatturiere (28,5%).
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92
Si conferma, poi, la particolare valenza riconosciuta alle attività di formazione
manageriale, nel supportare la gestione aziendale, dalle imprenditrici dei Servizi avanzati
(36,5%), mentre più contenuta che in precedenza è la posizione assunta in proposito
dalle capo-azienda degli Altri servizi (20%).
Tab. 45 - Attività formative e informative che potrebbero essere di supporto alla gestione d’impresa (valori percentuali)
Tipologia di formazione TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Nessuna 46,5 23,3 53,1 30,8 50,0
Corsi di formazione manageriali 22,6 21,9 21,0 36,5 20,0
Assistenza consulenziale 19,6 16,1 19,8 23,1 20,0
Corsi di formazione tecnologici 12,8 28,5 11,1 9,6 7,5
Maggiori informazioni sulle tecnologie 7,1 12,2 3,7 5,8 20,0
Maggiori informazioni sull’andamento del mercato
5,8 16,3 3,7 3,8 7,5
Maggiori informazioni su Agevolazioni pubbliche
1,9 0,0 2,5 0,0 2,5
Indicazioni su Università e Centri di Competenza settoriali
1,5 2,9 1,2 0,0 2,5
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
.
2.4.2 L’utilizzo di risorse pubbliche e l’accesso al credito bancario
Come già emerso in precedenza, sia nella fase di avvio dell’iniziativa sia in occasione di
investimenti particolari, come quelli in innovazione, la maggior parte delle realtà locali
tende ad avvalersi dei mezzi propri, pur nella loro modesta entità e nonostante la
possibilità di accedere ad agevolazioni finanziarie di natura pubblica, ancorché mirate al
segmento dell’imprenditoria femminile (L.215/1992).
Dunque, non sorprende particolarmente che, espressamente interrogate in merito alla
richiesta di finanziamenti o agevolazioni pubbliche (Tab. 46), il 72% delle imprese
femminili che operano in provincia di Catanzaro abbia dichiarato di non averne mai fatto
richiesta, con una quota ancora più consistente misurata dalle realtà dei Servizi avanzati
(80,8%).
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Tra quelle che, invece, vi hanno fatto ricorso, la maggior parte lo ha fatto per sostenere lo
start-up (16,2%), quota che si colloca, principalmente, tra le strutture produttive
dell’Industria (31,7%). Tra le imprese degli Atri servizi, invece, si misura una quota
relativamente maggiore di imprese che hanno attivato risorse pubbliche dopo l’avvio e in
più di un’occasione (10% in entrambi i casi).
Tab. 46 - Distribuzione delle imprese in base alla richiesta di finanziamenti o agevolazioni pubbliche (valori percentuali)
TOTALE Industria Servizi di base Servizi avanzati Altri servizi
NO 72,0 56,8 74,1 80,8 70,0
SI 28,0 43,2 25,9 19,2 30,0
Sì, in fase di nascita dell’impresa 16,2 31,7 14,8 15,4 7,5
Sì, dopo la nascita dell’impresa 5,3 4,1 4,9 3,8 10,0
Sì, più volte 4,3 5,2 3,7 0,0 10,0
Sì ma non avevo i requisiti 2,2 2,3 2,5 0,0 2,5
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Tra le motivazioni della mancata richiesta di risorse pubbliche (Tab. 47), la più
segnalata, in assoluto, è quella di non averne mai avuto bisogno (62,5%), soprattutto e a
parità di frequenze, da parte delle imprese dei Servi avanzati e degli Altri servizi (71,4%).
Tab. 47 - Motivi della mancata richiesta di finanziamenti o agevolazioni pubbliche (valori percentuali)
TOTALE Industria Servizi di
base Servizi
avanzati Altri
servizi
Non ne ho avuto bisogno 62,5 58,2 60,0 71,4 71,4
Non ne ero a conoscenza 19,0 24,3 21,7 11,9 7,1
Troppi adempimenti amministrativi e burocratici
11,9 15,5 11,7 7,1 14,3
Non rispondenti alle esigenze della mia impresa
4,0 4,0 3,3 4,8 7,1
Strumenti eccessivamente complessi
3,1 2,0 3,3 2,4 3,6
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
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94
A considerevole distanza, seguono il fatto di non esserne stata a conoscenza (19%) -
che lascia trasparire qualche difetto di comunicazione e/o di circolazione di certe
informazioni sul territorio - e gli eccessivi adempimenti amministrative e burocratici
richiesti (10%). Riguardo al primo caso, evidenziato maggiormente dalle imprese
dell’Industria (24,3%) e dei Servizi di base (21,7%), per il futuro, andrebbe intensificata e
più efficacemente organizzata l’attività di informazione e comunicazione delle opportunità
disponibili.
Per le imprenditrici della provincia di Catanzaro è secondario all’utilizzo di capitali propri
anche il ricorso al credito bancario, come si è più volte rilevato. Probabilmente, a tale
comportamento contribuiscono, oltre che una specifica mentalità del capitalismo italiano,
scarsamente orientato all’indebitamento, anche le caratteristiche d’offerta dei
finanziamenti e la presenza di criticità nel rapportarsi con il sistema creditizio a livello
locale.
Riguardo al primo aspetto (Tab. 48), le valutazioni raccolte dalle imprenditrici conducono
a un giudizio complessivo sostanzialmente positivo - sotto il profilo della durata del
credito, della snellezza delle operazioni e delle condizioni economiche offerte - ad
eccezione della durata dei finanziamenti attivabili, ritenuta inadeguata e carente nel
46,6% dei casi, a fronte del 40,9% di giudizi di adeguatezza.
Tab. 48 - Giudizio delle imprese sull’offerta di finanziamenti bancari (valori percentuali)
Giudizio a livello complessivo
CARATTERISTICHE D'OFFERTA Adeguata - Abbastanza
adeguata Inadeguata -Del tutto
carente Non sa/Non
risponde
Quantità del credito disponibile 40,9 46,6 12,5
Durata del credito 50,0 36,6 13,4
Snellezza delle operazioni 49,1 38,5 12,4
Condizioni economiche offerte 45,9 41,0 13,1
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Concorrono favorevolmente alla valutazione complessiva i giudizi espressi dalle imprese
dell’Industria e dei Servizi di base, a fronte delle indicazioni più negative fornite dalle
colleghe degli Altri Servizi, in particolare, oltre che dei Servizi avanzati (Tab.49).
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
95
Il limitato ricorso ai finanziamenti offerti dagli istituti di credito, pertanto, andrebbe
imputato maggiormente, nel caso delle operatrici in esame, alla loro scarsa propensione
all’indebitamento, a un fattore culturale, pertanto, non esclusivamente peculiare ad esse.
Tab. 49 - Giudizio delle imprese sull’offerta di finanziamenti bancari per settore (valori percentuali)
Industria Servizi di base
CARATTERISTICHE D'OFFERTA Adeguata - Abbastanza
adeguata
Inadeguata -Del tutto carente
Non sa/Non
risponde
Adeguata - Abbastanza
adeguata
Inadeguata -Del tutto carente
Non sa/Non
risponde
Quantità del credito disponibile 39,6 47,8 12,7 43,2 43,2 13,6
Durata del credito 52,2 35,1 12,7 54,3 30,9 14,8
Snellezza delle operazioni 50,0 37,3 12,7 53,1 33,3 13,6
Condizioni economiche offerte 51,6 36,9 11,5 46,9 38,3 14,8
Servizi avanzati Altri servizi
CARATTERISTICHE D'OFFERTA Adeguata -
Abbastanza adeguata
Inadeguata -Del tutto
carente
Non sa/Non
risponde
Adeguata - Abbastanza
adeguata
Inadeguata -Del tutto
carente
Non sa/Non
risponde
Quantità del credito disponibile 32,7 55,8 11,5 37,5 55,0 7,5
Durata del credito 44,2 46,2 9,6 30,0 60,0 10,0
Snellezza delle operazioni 46,2 46,2 7,7 30,0 60,0 10,0
Condizioni economiche offerte 36,5 51,9 11,5 42,5 50,0 7,5
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
A conferma delle precedenti osservazioni, anche in relazione alla presenza di criticità nel
rapporto tra le imprese in esame e il sistema creditizio (Tab. 50), la maggioranza
delle imprese sostiene che non sussistono particolari problematiche (43,2%).Tra le
criticità segnalate, quella con la maggiore frequenza, costituita dall’elevato costo del
finanziamento sotto il profilo degli oneri accessori, non va oltre il 30% (29,3%).
Seguono, con percentuali di molto inferiori alla precedente, l’elevato livello delle garanzie
richieste a fronte di concessione di finanziamenti (12,8%) e la scarsa trasparenza delle
condizioni dei servizi di finanziamento e/o di altri servizi (10,7%).
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Tab. 50 - Principali criticità del rapporti tra banca – impresa (valori percentuali)
CRITICITÀ TOTALE Industria Servizi di base
Servizi avanzati
Altri servizi
Nessuna 43,2 42,3 45,7 32,7 40,0
Elevato costo di finanziamento in termini di oneri accessori
29,3 32,4 27,2 34,6 32,5
Elevato livello delle garanzie richieste a fronte di concessione di finanziamenti
12,8 20,8 8,6 23,1 17,5
Scarsa trasparenza delle condizioni dei servizi di finanziamento e/o di altri servizi
10,7 5,7 12,3 7,7 10,0
Non adeguata quantità di credito accordato 6,3 4,7 6,2 7,7 7,5
Scarso supporto nelle operazioni di finanziamento a tassi agevolati
4,6 5,9 4,9 3,8 2,5
Non adeguata durata del finanziamento 3,0 1,1 2,5 9,6 2,5
Poca snellezza delle operazioni amministrative/gestionali/finanziarie
2,4 7,5 1,2 0,0 5,0
Inadeguata consulenza per prestiti in valuta 1,1 0,0 1,2 0,0 2,5
Scarso supporto su prodotti/servizi bancari e finanziari innovativi
0,1 1,1 0,0 0,0 0,0
Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne
Nota: Domanda a risposta multipla, tutte le opzioni di risposta possibili
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.. .. .. .. .. iinn ssiinntteessii
Le imprese femminili della provincia di Catanzaro non esprimono una propensione particolarmente spiccata all’Innovazione e allo sviluppo del personale impiegato in azienda, sotto il profilo della qualificazione, come, del resto, accade nella maggioranza delle attività imprenditoriali italiane, non solo femminili, notoriamente poco vocate alla ricerca e sviluppo e alla valorizzazione del capitale umano.
A limitare le capacità d’investimento delle realtà femminili locali sia sull’uno che sull’altro fronte concorrono, senza dubbio, i modesti assetti strutturali e operativi, l’esiguità delle risorse disponibili, oltre che il ridotto ricorso al credito bancario. Non meno, tuttavia, contribuiscono in tal senso le lacune insite nella cultura imprenditoriale, nel know-how e nelle competenze manageriali in dotazione alle capitane d’impresa locali, che fanno loro sottovalutare la rilevanza strategica che i due fattori possono assumere, in chiave competitiva, nel decretare il successo dell’azienda.
Una maggiore sensibilità verso i temi dell’Innovazione sembra caratterizzare le imprese femminili che operano nei Servizi avanzati e nell’Industria. Realtà imprenditoriali che tendono, altresì, insieme a quelle attive negli Altri servizi a misurare più elevati livelli di attenzione allo sviluppo delle competenze tecnico-manageriali delle risorse umane inserite.
Sul fronte finanziario, le imprese femminili locali manifestano un interesse pressoché residuale per le risorse di natura pubblica, anche agevolate e/o dedicate al segmento dell’imprenditoria femminile, e alquanto contenuto per l’offerta di finanziamenti bancari, solo in parte imputabile alle condizioni di accesso ad essi e/o alle criticità connesse all’interazione tra le imprese e il sistema creditizio a livello locale, e molto più riconducibile, invece, allo scarso orientamento all’indebitamento che caratterizza, in generale, il capitalismo italiano.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
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3. PRINCIPALI RISULTATI E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il presente Osservatorio, attraverso il duplice profilo di analisi, strutturale e di
funzionamento, delle imprese femminili della provincia di Catanzaro, fornisce una
conoscenza aggiornata e articolata sotto molteplici punti di vista del fenomeno
dell’imprenditorialità al femminile a livello locale.
Pertanto, esso rappresenta, per la Camera di Commercio, come per tutti i soggetti
istituzionali e gli attori dello sviluppo locale, uno strumento conoscitivo prezioso e
indispensabile per definire politiche e azioni di promozione e sostegno delle attività
esistenti, come di nuove realtà guidate da donne, più mirate e rispondenti alle reali
esigenze delle dirette interessate.
In relazione a tali finalità, il quadro tracciato rivela la presenza in provincia di una
componente imprenditoriale femminile che, pur non priva di una certa vitalità e,
soprattutto, forte della grande determinazione delle donne che ne fanno parte, fa ancora
molta fatica a esprimere pienamente le proprie potenzialità, richiedendo, quindi,
interventi che possano contribuire, se non a rimuovere completamente, quanto meno a
ridimensionare i principali ostacoli e le prioritarie criticità che concorrono alla situazione
rilevata.
Volendo fornire una panoramica riepilogativa degli aspetti che maggiormente concorrono
alla formulazione di una diagnosi non particolarmente rosea sullo stato di salute
dell’imprenditoria rosa di Catanzaro - in virtù della quale è auspicabile un’intensificazione
degli sforzi a sostegno di un fattore che può, come l’imprenditorialità femminile, risultare
determinante per lo sviluppo economico-occupazionale della provincia - nei successivi
punti sono richiamati, in chiave di sintesi, i principali elementi di caratterizzazione della
realtà oggetto di studio emersi nel corso dell’analisi.
Le imprese femminili della provincia di Catanzaro rappresentano una componente
alquanto ridotta del panorama imprenditoriale locale, sotto il duplice profilo della
consistenza numerica e dell’incidenza sul tessuto imprenditoriale complessivamente
presente sul territorio provinciale. Evidenziano, inoltre, una maggiore fragilità
rispetto alle realtà femminili di altri contesti territoriali meridionali, essendosi rivelate
meno resistenti alle difficoltà derivanti dalla recessione economica in atto.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
100
Quella individuale è la forma giuridica preponderante delle realtà rosa della
provincia, più di quanto non accada in altri contesti meridionali e a livello nazionale,
dando vita a un tessuto imprenditoriale fortemente improntato alla micro-
imprenditorialità, anche per tale motivo, quindi, più fragile e meno resistente
soprattutto a fasi negative del ciclo economico come quella attualmente in atto. Di
contro, il tasso di riduzione particolarmente elevato proprio delle ditte individuali
sembrerebbe testimoniare una velocità relativamente maggiore, a livello locale,
del processo di evoluzione verso più solide e mature (società di capitali).
I principali settori di attività economica delle imprese guidate dalle donne a
Catanzaro – come del resto per la pluralità delle realtà femminili nazionali – sono
costituiti, a tutt’oggi, dal Commercio e dall’Agricoltura. Nell’ambito dei settori di
servizi, la presenza delle realtà femminili prevale nelle attività di tipo tradizionale -
analogamente a quanto accade per l’intera imprenditoria locale - ma è in alcuni
settori del terziario avanzato che esse esprimono una più spiccata vocazione a
intraprendere, che meriterebbe di essere opportunamente sollecitata e sostenuta,
per favorire l’intervento in comparti più profittevoli, qualificati e qualificanti per la
provincia.
Il profilo dell’imprenditrice-tipo della provincia di Catanzaro ricalca quello delle
colleghe di altri contesti del Mezzogiorno d’Italia: italiana, sposata, di istruzione
media, per lo più, alla prima esperienza di lavoro, oltre che alle prese con la
necessità di coordinare al meglio il ruolo di imprenditrice con quello di moglie e
madre, ma fortemente convinta e soddisfatta della scelta fatta, in quanto preziosa
opportunità di realizzazione e gratificazione, prima di tutto, sul piano personale.
A fronte della grande motivazione e determinazione, oltre che soddisfazione,
riguardo alla scelta imprenditoriale fatta delle capitane d’azienda locali,
l’impostazione strategica, operativa e gestionale delle loro imprese, sin dalla fase di
avvio, fa intravedere alcuni limiti di cultura di impresa, conoscitivi e di capacità di
indirizzo e conduzione che le caratterizza e che difficilmente potranno consentire
loro di fronteggiare adeguatamente gli scenari di mercato e settoriali attuali e
prospettici, se non adeguatamente colmati con opportuni interventi di
ammodernamento e arricchimento.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
101
Gli assetti operativi attuali delle imprese - pur non discostandosi da quelli di molte
realtà soprattutto del Mezzogiorno - rivelano la preminenza di un’impostazione
ancora fortemente product oriented, oltre che di un raggio d’azione e di
un’organizzazione delle vendite fortemente ancorati al mercato locale, a causa
anche della carenza di un adeguato bagaglio di conoscenze e competenze su fronti
Marketing, Commerciale e Vendite, oltre che delle limitate risorse da investire.
In termini prospettici, di fronte all’incalzare di una concorrenza sempre più forte e
agguerrita, le imprese, in buona parte, tendono a privilegiare condotte conservative,
ossia di difesa delle posizioni acquisite - tutt’altro che entusiasmanti o promettenti
viste le dimensioni generalmente possedute, anche per giro d’affari sviluppato -
oppure, in numero minore, ma comunque non irrilevante e preoccupante, procedono
senza alcun predefinito e chiaro indirizzo strategico.
Rispetto al quadro generale, il tessuto imprenitoriale della provincia non manca di
esprimere, nei settori dell’Industria e dei Servizi Avanzati, realtà più evolute
sotto il profilo dell’impostazione strategica, consapevoli, cioè, della necessità
e opportunità di procedere secondo un orientamento strategico di sviluppo,
che permetta di rafforzare la capacità competitiva delle proprie aziende,
salvaguardandone in tal modo la permanenza sul mercato.
Le imprese femminili della provincia di Catanzaro - come, del resto, la maggioranza
delle attività imprenditoriali italiane, non solo femminili - non esprimono una
propensione particolarmente spiccata all’Innovazione e allo sviluppo del personale
impiegato in azienda e a questo contribuiscono, tra le altre, le lacune insite nella
cultura imprenditoriale e manageriale dell imprenditrici locali, che tendono a
sottovalutare la rilevanza strategica che i due fattori possono assumere, in chiave
competitiva, nel decretare il successo dell’azienda.
Maggiore orientamento a investire in Innovazione si riscontra, anche in questo caso,
tra le imprese che operano nei Servizi avanzati e nell’Industria. Le prime, inoltre,
insieme alle realtà degli Altri servizi - analogamente a quanto riscontrabile anche in
altre province meridionali – si distinguono per più elevati livelli di attenzione verso la
qualificazione delle Risorse Umane e, in particolare, verso attività di aggiornamento,
informazione e formazione più strutturte e sistematiche, oltre che innovative.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
I
APPENDICE
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
III
GLOSSARIO
IMPRESA FEMMINILE L’individuazione di un’impresa come femminile dipende dalla presenza femminile. In termini generali, lo status di impresa femminile è attribuito alle imprese con partecipazione femminile superiore al 50% . Per i criteri con i quali misurare la partecipazione femminile nelle imprese, Unioncamere si è ispirata alle definizioni date dalla Legge 215/92, “Azioni positive per l'imprenditoria femminile” , all’articolo 2 - richiamato successivamente dall’articolo 53 del Codice delle Pari Opportunità (d.lgs. 198/2006) - e dalla successiva Circolare n° 1151489 del 22.11.2002 del Min. Att. Produttive (attuale Ministero dello Sviluppo Economico), articolo 2. Il grado di partecipazione/l’intensità della presenza femminile è desunto con riferimento a:
natura giuridica dell'impresa;
percentuale di donne presenti tra amministratori, titolari o soci dell'impresa;
eventuale quota di capitale sociale detenuta da ciascun socio donna. In funzione del grado di partecipazione, le imprese femminili sono, quindi, suddivise in tre categorie: a presenza “maggioritaria”, a presenza “forte” ed a presenza “esclusiva” (cfr. voci successive). Le imprese “non femminili” (ovvero il totale delle imprese al netto di quelle femminili) non possono considerarsi automaticamente come imprese “maschili”, poiché sul totale delle imprese pesano, in modo considerevole, anche le imprese partecipate da soggetti giuridici.
IMPRESE FEMMINILI A
PRESENZA
MAGGIORITARIA In generale, imprese nelle quali i soci o gli amministratori donne sono più del 50%. Più in dettaglio, in base alla forma giuridica, sono “a presenza maggioritaria” le imprese femminili nelle quali:
in caso di società di capitali, più dei 2/3 del capitale sociale è in mano a donne e più dei 2/3 dei soci o degli amministratori sono donne;
in caso di società di persone e di cooperative, più del 50% dei soci sono donne;
in caso di altre forme, più del 50% degli amministratori sono donne. FORTE In generale, le imprese nelle quali le donne socie o amministratori sono
almeno i 2/3 (60%). Più in dettaglio, in base alla forma giuridica, “a presenza forte” sono le imprese femminili nelle quali:
in caso di società di capitali, più dei 2/3 del capitale sociale è in mano a donne e più dei 2/3 dei soci o degli amministratori sono donne;
in caso di società di persone e di cooperative, più del 60% dei soci sono donne;
nelle altre forme giuridiche, più del 60% degli amministratori sono donne.
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
IV
ESCLUSIVA Ditte individuali con titolare donna e imprese nelle quali i soci e gli amministratori sono al 100% donne. Più in dettaglio, in base alla forma giuridica, “a presenza esclusiva” sono le imprese femminili nelle quali:
in caso di ditta individuale, vi è coincidenza totale tra impresa e figura femminile;
in caso di società di capitali, il 100% del capitale sociale e il 100% degli amministratori è in mano a donne;
in caso di società di persone e cooperative, il 100% dei soci sono donne;
nelle altre forme giuridiche, il 100% degli amministratori sono donne. Tabella di riepilogo dei criteri di definizione delle imprese femminili
Fonte: Starnet-Movimprese
In seguito dell’attuazione della Legge n°2 del 28 gennaio 2009, di conversione del decreto-legge 29 novembre 2008 n. 185, che ha previsto l’abolizione del libro soci per le società a responsabilità limitata e consortili a responsabilità limitata - attribuendo alla pubblicità del Registro delle Imprese pieno valore verso i terzi e nei riguardi della società - i criteri suddetti per le società di capitale sono in fase di revisione.
IMPRESA ATTIVA Impresa iscritta al Registro delle Imprese che esercita l’attività. Per essere considerata attiva, un’impresa non deve risultare: inattiva, cessata, sospesa, liquidata, fallita o con procedure concorsuali aperte. Le imprese “Attive” sono una variabili di stock, cioè grandezze calcolate al momento conclusivo del periodo in esame (es. 31.12.2009)
IMPRESA REGISTRATA
Impresa presente nel Registro delle Imprese (R.I.) e non cessata, indipendentemente dallo stato di attività assunto (attiva, inattiva, sospesa, in liquidazione, fallita). Le imprese “Registrate”, analogamente alle “Attive”, sono variabili di stock.
ISCRIZIONI E CESSAZIONI Rappresentano il numero delle imprese che, rispettivamente, si sono iscritte al Registro delle Imprese e di quelle che hanno cessato l’attività
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
V
durante il periodo in esame. Iscrizioni e Cessazioni sono variabili di flusso, cioè grandezze che descrivono eventi accaduti durante il periodo preso in esame (es. anno 2009).
OSSERVATORIO
DELL’IMPRENDITORIA
FEMMINILE
Indagine semestrale realizzata da Infocamere per Unioncamere sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio presso cui operano, sulla base di un Protocollo di intesa siglato nel 1999 con l’allora Ministero dell’Industria. Le informazioni contenute nel Registro delle Imprese sono analizzate con lo scopo di filtrare l’universo delle aziende operanti nel territorio nazionale per evidenziare quelle declinabili al femminile. L'Osservatorio si distingue in due are di indagine:
la prima, “Imprese Femminili”, fornisce statistiche sulle imprese registrate/attive partecipate in prevalenza da donne;
la seconda, relativa alle “Cariche Femminili” (cfr. voce successiva), fornisce statistiche sulle cariche assunte da donne e da donne titolari di azioni/quote di capitale nelle imprese.
I dati contenuti nell’Osservatorio sono aggiornati 2 volte all’anno, con cadenza semestrale (30 giugno e 31 dicembre)
PERSONE/CARICHE
FEMMINILI Cariche istituzionali/”di governo” (titolare, socio, amministratore, presidente, ecc. nelle diverse specificità) e/o cariche gestionali (direttore generale, direttore funzionale, sindaco) assunte dalle donne e dalle donne titolari di azioni/quote di capitale in imprese attive.
STOCKVIEW Banca dati sulle imprese italiane, gestita da Infocamere - Società consortile d’informatica delle Camere di Commercio - e aggiornata con cadenza semestrale (fine giugno - fine dicembre). Contiene i dati statistici, con dettaglio comunale, di tutti i soggetti economici tenuti all'iscrizione presso il Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, disaggregati per settore di attività economica, forma giuridica e numerosi altri fattori di classificazione (femminili, artigiane, ecc.).
TASSO DI
FEMMINILIZZAZIONE Incidenza percentuale delle imprese femminili registrate/attive sullo stock complessivo delle imprese totali registrate/attive, indipendentemente dal “genere”.
TASSO DI EVOLUZIONE
IMPRENDITORIALE Rapporto tra il saldo delle iscrizioni e delle cessazioni di imprese femminili registrate/attive dell’anno in esame e lo stock complessivo di imprese femminili registrate/attive al 31 dicembre dell’anno precedente. (Cfr .anche Iscrizioni e Cessazioni)
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
VII
NOTA METODOLOGICA SULL’INDAGINE FIELD
L’indagine svolta è di tipo campionario. L’Universo (o popolazione) di riferimento per la predisposizione del piano di campionamento è stato identificato nel totale delle imprese femminili iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio, I. A. A. di Catanzaro e risultate attive alla data del 30 giugno 2009. Il metodo di campionamento prescelto per la definizione ed estrazione del campione dalla suddetta popolazione di imprese a prevalente conduzione femminile è stato di tipo casuale stratificato, assumendo quale variabile di stratificazione il settore di attività economica di appartenenza delle imprese intervistate, codificato secondo i seguenti macro-raggruppamenti merceologici:
Agricoltura;
Industria, che include anche le Costruzioni;
Servizi di base, comprendenti Commercio, Ristorazione e Trasporti;
Servizi avanzati, che includono Attività finanziarie, Attività immobiliari, Noleggio, Informatica, Ricerca e Servizi alle imprese;
Altri servizi. Individuata in tal modo l’unità di campionamento, si è definita, altresì, la numerosità del campione, pari complessivamente a 250 unità da coinvolgere nelle attività di raccolta delle informazioni sul campo. Quale unità di rilevazione - vale a dire, il soggetto contattato in fase di attuazione della rilevazione sul campo e chiamato a fornire le informazioni richieste in qualità di rappresentante dell’impresa – sono state individuate, tenuto conto delle varie forme giuridiche, le seguenti figure:
Titolare, in caso di ditta individuale;
Legale rappresentante, se donna;
Amministratore Delegato/Direttore Generale, se donna;
Socia. Le interviste sono state realizzate telefonicamente, attraverso il ricorso alla tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interview), metodo di rilevazione che presenta molteplici vantaggi ai fini del buon esito della rilevazione. Esso, infatti, consente di compiere controlli automatici in tempi reali, in modo da garantire:
il rispetto dei vincoli presenti nel campione predisposto per la somministrazione del questionario;
l’esatta successione delle domande, secondo l’ordine programmato, in modo da evitare che se ne tralasci qualcuna o che non se ne rispetti la predefinita sequenza;
la verifica automatica ed istantanea della correttezza delle risposte fornite dagli intervistati, in termini di coerenza rispetto a quelle precedenti raccolte, permettendo, in caso di incongruenze segnalate dal sistema, di chiedere immediatamente all’intervistato di confermare o correggere la risposta fornita;
la velocità delle attività di rilevazione e di produzione dei dati; riducendo così il numero di errori e accrescendo la significatività dei risultati conseguiti, in chiave di generalizzazione all’universo delle informazioni raccolte dal campione, con un certo “margine di approssimazione”.
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VIII
La rilevazione è stata condotta nel aprile 2010 dalla società GN Research con sede in Roma impiegando un totale di 5 operatori, adeguatamente e preventivamente istruiti mediante specifica azione di briefing, in particolare riguardo a:
contenuti ed obiettivi della ricerca;
caratteristiche e difficoltà dei quesiti presenti nel questionario di rilevazione;
modalità di realizzazione e funzionamento del sistema CATI predisposto per la somministrazione dei questionari.
LO STRUMENTO DI RILEVAZIONE: IL QUESTIONARIO
Per la rilevazione delle informazioni presso il campione di imprese di Catanzaro, è stato predisposto un questionario di tipo strutturato, articolato in 41 domande, per lo più chiuse - cioè con modalità di risposta predefinite - ma, ove opportuno o necessario, anche semichiuse (prevedendosi la voce Altro). Le domande sono state raggruppate in 5 sezioni relative ad altrettanti macro-argomenti/ambiti di indagine, definiti tenendo conto delle più generali finalità conoscitive dell’indagine e degli obiettivi informativi specifici da conseguire, oltre che del controllo del campione in sede di rilevazione sul campo. Nelle successive pagine, si allega il testo del questionario somministrato nel corso della rilevazione sul campo.
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IX
QUESTIONARIO DI RILEVAZIONE
SEZIONE A - DATI ANAGRAFICI
D.1 FORMA GIURIDICA (1 SOLA RISPOSTA)
- Impresa individuale 1
- Società in nome collettivo 2
- Società in accomandita semplice 3
- Società a responsabilità limitata 4
- Società per azioni 5
- Società cooperativa 6
- Società consortile 7
D.2 SETTORE DI ATTIVITÀ (1 SOLA RISPOSTA)
- Agricoltura 1
- Industria in senso stretto 2
- Costruzioni 3
- Servizi di base (Commercio, Ristorazione e Trasporti) 4
- Servizi avanzati (Attività finanziarie, Attività immobiliari,
noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 5
- Altri servizi 6
D.3 COMUNE DI LOCALIZZAZIONE
__________________________________________________
D.4 Addetti dell’impresa
- Anno 2009 Addetti totali ________________ di cui donne: _______________
D.5 Fatturato dell’impresa nel 2009 (1 sola risposta)
- Fino a 50 mila euro 1
- Da 51 mila a 150 mila euro 2
- Da 151 mila a 300 mila euro 3
- Da 301 mila a 500 mila euro 4
- Da 501 mila a 1 milione di euro 5
- Da 1 milione a 5 milione di euro 6
- Oltre i 5 milioni di euro 7
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X
D.6 ANNO DI ISCRIZIONE ALLA CAMERA DI COMMERCIO | _ | _ | _ | _ |
D.7 La sua azienda svolge in prevalenza attività: (leggere, 1 risposta)
- Da destinare al mercato (e/o magazzino) 1
- Su commessa c/terzi su specifica del cliente 2
- Su commessa di prodotti standard (definiti dalla sua azienda) 3
D.8 La Sua azienda vende prevalentemente i propri prodotti a livello: (leggere, 1 risposta)
- Locale (provinciale) 1
- Regionale (al di fuori della provincia) 2
- Nazionale (al di fuori della regione) 3
- Estero 4
- non sa/non risponde 5
D.9 Quali canali di vendita utilizza prevalentemente: (leggere, max 2 risposte) - Contatto diretto con il cliente 1
- Filiale propria 2
- Rivenditori 3
- Agenti monomandatari 4
- Agenti plurimandatari 5
- Accordi commerciali con imprese italiane 6
- Accordi commerciali con imprese straniere 7
- Appalti pubblici 8
SEZIONE B - AVVIO ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE
D.10 Principali motivazioni per cui è nata l’impresa/ha iniziato ad operare in azienda (leggere, 2 risposte):
- Necessità di lavoro 1
- Tradizione familiare/impresa familiare 2
- Possesso di capacità ed esperienze 3
- Miglioramento del reddito 4
- Esistenza di agevolazioni pubbliche 5
- Desiderio di affermazione professionale 6
- Aspirazione a svolgere attività imprenditoriale 7
- Altro ________
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XI
D.11 Come ha avuto origine l’idea imprenditoriale? (leggere, max 2 risposte)
- Conoscenza/esperienza nel settore 1
- Competenze e conoscenze personali 2
- Informazioni ricevute 3
- Consiglio di familiari 4
- Suggerimenti di consulenti/altri imprenditori 5
- Studio di fattibilità/ricerca di mercato 6
- È sempre stata sua aspirazione/sogno 7
D.12 Prima di iniziare l’attività imprenditoriale ha effettuato un’analisi di mercato e/o valutato le sue
competenze?
- No, non ne ho sentito la necessità 1
- No, non sapevo a chi rivolgermi 2
- Sì, ho fatto da sola 3
- Sì, mi sono rivolta alla Camera di Commercio/Azienda Speciale 4
- Sì, mi sono rivolta ad Enti pubblici (Regione, Provincia, Comune) 5
- Sì, mi sono rivolta ad Associazioni imprenditoriali 6
- Sì, mi sono rivolta a consulenti 7
- Sì, mi sono rivolta ad altri imprenditori 8
- Altro ________________________________
D.13 Difficoltà incontrate in fase di avvio dell’attività imprenditoriale (leggere, max 2 risposte)
- Complessità adempimenti burocratici 1
- Reperimento capitale 2
- Disponibilità di locali per svolgere l’attività 3
- Carenza di conoscenze gestionali e produttive 4
- Reperimento personale qualificato 5
- Ricerca clienti e fornitori 6
- Nessuna 7
D.14 In fase di avvio dell’attività ha fatto ricorso a quali tra le seguenti risorse finanziarie (leggere, anche tutti gli item):
- Capitale proprio 1
- Capitale di parenti 2
- Credito bancario 3
- Prestito di società finanziarie 4
- Legge 215/1992 5
- Altri incentivi pubblici 6
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XII
D.15 I consigli di quale/i soggetto/i si sono rivelati particolarmente utili nei primi 2 anni della sua attività? (leggere, anche tutti gli item):
- Parenti/amici 1
- Associazione di categoria 2
- Consulenti 3
- Una imprenditrice 4
- Camera di Commercio 5
- Nessuno 6
SEZIONE C - IMPRENDITRICE/LEGALE RAPPRESENTANTE: ANALISI DEL VISSUTO
D. 16 Anno di nascita | _ | _ | _ | _|
D.17 Condizione familiare
- Single 1
- Sposata 2
- Separata 3
- Vedova 4
D.18 Titolo di studio
- Nessuno 1
- Licenza elementare 2
- Licenza media 3
- Diploma di scuola superiore 4
- Diploma di laurea 5
- Specializzazione post laurea 6
D.19 Nazionalità
- Italiana 1
- Comunitaria
(specificare Paese di provenienza) __________________________ 2
- Extra Comunitaria
(specificare Paese di provenienza) __________________________ 3
D.20 Prima di operare in impresa svolgeva un’altra attività lavorativa?
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XIII
- Sì 1 –-> D.21
- No 2 –-> D.22
D.21 Quale attività svolgeva? (leggere, 1 sola risposta)
- Lavoratrice dipendente 1
- Lavoratrice autonomo 2
- Casalinga 3
D.22 Quale ritiene siano gli elementi più positivi del Suo lavoro? (leggere max 2 risposte)
- Reddito 1
- Sicurezza per il futuro 2
- Interesse per l’attività realizzata 3
- Prestigio sociale 4
- Possibilità di migliorare a livello professionale 5
- Indipendenza economica 6
- Affermazione personale 7
- Altro _______________________________ 8
D.23 Complessivamente come valuta la Sua esperienza imprenditoriale? (leggere, 1 risposta)
- Molto positivamente 1
- Positivamente 2
- Negativamente 3
- Molto negativamente 4
D.24 Rifarebbe la scelta di fare l’imprenditrice? (leggere, 1 risposta)
- Sì 1
- No 2
D.25 Ha affrontato o si trova ad affrontare, a causa dei suoi impegni professionali, alcune delle
seguenti problematiche? (leggere, max 2 risposta)
- Ho poco tempo da dedicare alla mia famiglia 1
- Ho poco tempo da dedicare a me stessa 2
- Il mio rapporto di coppia si è deteriorato 3
- Ho necessità di aiuto per la gestione della famiglia e della casa 4
- Nessuna 5
D.26 Utilizza i seguenti servizi? (leggere, max 3 risposta)
- Asilo nido 1
- Baby sitting 2
- Collaboratore/trice domestica 3
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XIV
- Badante (per persone anziane) 4
- Nessuno 5
SEZIONE D - GESTIONE ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE MERCATO E MODALITÀ ORGANIZZATIVE
D.27 Qual è la principale strategia che la Sua azienda prevede di seguire nel biennio 2010-2011 tra le seguenti ? (leggere, max 3 risposte)
- Cercherà di conservare il mercato dei propri prodotti 1
- Cercherà nuovi sbocchi di mercato per i propri prodotti 2
- Dovrà diversificare prodotti e mercati 3
- Allargherà la gamma dei prodotti sul proprio mercato 4
D.28 Quali sono i fattori su cui conta (Punti di forza) per la crescita di competitività della sua azienda? (leggere, max 3 risposte):
- Prezzi e condizioni di pagamento 1
- Qualità del prodotto/servizio 2
- Ampiezza della gamma 3
- Marchio (notorietà) 4
- Innovazione di prodotto e di processo 5
- Efficienza produttiva 6
- Servizi ai clienti (pre e post vendita) 7
- Flessibilità produttiva 8
- Competenze gestionali e tecniche 9
- Localizzazione geografica 10
- Canali commerciali 11
D.29 Quali ritiene siano i fattori di debolezza della Sua azienda? (leggere, max 3 risposte):
- Prezzi e condizioni di pagamento 1
- Qualità del prodotto/servizio 2
- Ampiezza della gamma 3
- Marchio (notorietà) 4
- Innovazione di prodotto e di processo 5
- Efficienza produttiva 6
- Servizi ai clienti (pre e post vendita) 7
- Flessibilità produttiva 8
- Carenza di competenze gestionali e tecniche 9
- Localizzazione geografica 10
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
XV
- Canali commerciali 11
D.30 Quali sono le principali difficoltà che incontra nella gestione dell’attività imprenditoriale?
(leggere. max 3 risposte)
- Forte concorrenza 1
- Carenza di personale qualificato 2
- Difficoltà gestionali 3
- Assenza di strutture cui rivolgersi in caso di problemi (produttivi e gestionali) 4
- Insufficiente preparazione imprenditoriale 5
- Scarsa motivazione del personale 6
- Ricerca clienti e fornitori 7
- Difficoltà di accesso al credito 8
- Carenza agevolazioni pubbliche/finanziamenti 9
- Nessuna 10
NON SOTTOPORRE SE ITEM 10 A D.30
D.31 In caso di difficoltà a quale dei seguenti soggetti si rivolge? (leggere, max 2 risposte)
- Camera di Commercio/Azienda Speciale 1
- Enti pubblici (Regione, Provincia, Comune) 2
- Associazioni di Categoria 3
- Consulenti 4
- Altri imprenditori 5
- Nessuno 6
SEZIONE E - INNOVAZIONE, FABBISOGNI, UTILIZZO AGEVOLAZIONI PUBBLICHE E RAPPORTI CON IL SISTEMA
CREDITIZIO
D.32 Nell’ultimo triennio quali delle seguenti misure rivolte all’innovazione sono state introdotte
nella sua azienda? (leggere, più risposte)
- Innovazioni di prodotto 1
- Innovazioni di processo 2
- Innovazioni organizzativo-gestionali 3
- Innovazioni di marketing 4
- Nessuna 5
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XVI
NON SOTTOPORRE SE ITEM 5 A D.32
D.33 Quali fonti di finanziamento ha utilizzato per realizzare tali innovazioni? (leggere, più risposte)
- Fonti proprie 1
- Credito bancario 2
- Incentivi regionali 3
- Incentivi nazionali 4
- Incentivi comunitari 5
D.34 Come giudica il livello di aggiornamento e di preparazione del personale della Sua impresa? (1
sola risposta)
- Ottimo 1
- Molto buono 2
- Buono 3
- Sufficiente 4
- Insufficiente 5
D.35 Quali fonti di aggiornamento utilizza o vorrebbe utilizzare?
Utilizzate Che si vorrebbero utilizzare
- Banche dati 1 1
- Riviste settoriali 2 2
- Contatti con centri di competenza 3 3
- Consulenti/professionisti 4 4
- Corsi di formazione manageriali 5 5
- Corsi di formazione tecnici 6 6
- Contatti con fornitori 7 7
- Nessuna 8 8
D.36 Nel corso dell’ultimo anno Lei e/o il personale della Sua impresa ha preso parte ad attività di
formazione?
- Sì 1
- No 2
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XVII
D.37 Quali attività formative potrebbero, a Suo avviso, supportarLa nella gestione d’impresa?
- Corsi di formazione manageriali 1
- Corsi di formazione tecnologici 2
- Assistenza consulenziale 3
- Maggiori informazioni sull’andamento del mercato 4
- Maggiori informazioni sulle tecnologie 5
- Maggiori informazioni su Agevolazioni pubbliche 6
- Indicazioni su Università e Centri di Competenza settoriali 7
D.38 Ha mai richiesto finanziamenti o agevolazioni pubbliche? (leggere, 1 risposta)
- Sì, in fase di nascita dell’impresa 1
- Sì, dopo la nascita dell’impresa 2
- Sì, più volte 3
- Sì ma non avevo i requisiti 4
- No 5
NON SOTTOPORRE SE D.8 DIVERSO DA ITEM 5 E PASSARE A D. 40
D.39 Perché non ha mai richiesto finanziamenti o agevolazioni pubbliche?
- Troppi adempimenti amministrativi e burocratici 1
- Non ne ero a conoscenza 2
- Non rispondenti alle esigenze della mia impresa 3
- Strumenti eccessivamente complessi 4
- Non ne ho avuto bisogno 5
- Altro (specificare) _______
D. 40 Come giudica in generale, l’offerta di finanziamenti bancari con riferimento a (1 risposta per riga):
Adeguata Abbastanza Adeguata
Inadeguata Del tutto carente
- Quantità credito disponibile 1 2 3 4
- Durata del credito 1 2 3 4
- Snellezza delle operazioni 1 2 3 4
- Condizioni economiche offerte 1 2 3 4
1° Osservatorio dell’imprenditoria femminile nella provincia di Catanzaro
XVIII
D.41 In generale, quali ritiene possano essere le principali criticità esistenti nei rapporti tra la sua azienda e la banca (o le banche) con cui intrattiene rapporti?
(leggere, max 3 risposte)
- Scarsa trasparenza delle condizioni dei servizi di finanziamento e/o di altri servizi 1
- Poca snellezza delle operazioni amministrative/gestionali/finanziarie 2
- Elevato livello delle garanzie richieste a fronte di concessione di finanziamenti 3
- Elevato “costo di finanziamento” in termini di oneri accessori 4
- Scarso supporto nelle operazioni di finanziamento a tassi agevolati 5
- Non adeguata quantità di credito accordato 6
- Non adeguata durata del finanziamento 7
- Scarso supporto su prodotti/servizi bancari e finanziari innovativi 8
- Inadeguata consulenza per prestiti in valuta 9
- Nessuno 10
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