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h a l6 mimaro 2 Ap~zte Gi"rgr10 2 W 1 Reg. Tribunak di Palemno n 18 del 19/5/89 l I Coniitato di Wairmc: Fmw Grosso, Aldo Sorae

r rnmario

La copertina di Kal6s: Botti nrlle cantiiie del Baglio dello Zuc- co, rin tempo proprietii del duca d'A* male, oggi pressoché in roz>isn. (iolografia di Giuseppe Miiieo)

2 Editoriale

attualità

4 Mecenati, sponsor e spreconi a cura di Maria Lucia Ferruua

ASSOCIATO A U W O N I ITALIANA 42

archeologia

Testimonianze puniche allZAcquasanta di Giovanni e Gianfranco Purpura

ar t i decorative

Ceramiche siciliane a Faenza di Giacomina Roraria Croazzo

da collezione a museo

PALAZZO D'AUMALE Dal baglio al museo di Maria Lucia Ferruzza

PALAZZO D'AUMALE Un museo nel territorio di Valeria Li Vigni

l a memoria

Un pioniere dell'archeologia: Dinu Adamesteanu di Piero Orlandini

I due "dottori" di Daphne Phelpr

Carlo Muscetta: i l vizio dell'intelligenza di Salvatore Silvano Nigro

p i l tura

Magazzini siciliani di Vincenzo Abbate

arte della comunicazione

L'identità del vino di Alfredo Ferruua

arte

Pitture per i l cielo di Alfonso Leto

tradizioiii

Pupi di zucchero tra Palermo e Nabeul di Giulia Ziino

La posta di Kalos

Potete trovare "Kai6s9' nelle edicole di tutta la Sicilia e nelle seguenli librerie:

ANCONA: Feltrinelli BARI: Fellrinelli BENEYENTO: Masoiie CATANTA: Cenbo cullurale Cavalletto FFRRARA Feltrineiii ~ - ~~

FIRENZE: Condotla 29. Feltrinelll, Saliinbeni GENOVA: Fellriiieili 1, Feltriiielli 2 MILANO: Coiiina, Marco, Fellrinelll i, Fellrinelli 2. Feltrineili 3 MODENA: Feltrinelli NAPOLI: Fellrinelli PADOVA: Fellrineili PALERhiO: Feltrinelli PARMA: Feluinelli PESCARA: Feiuinelli PISA: Fellrinelli PORDENONE: Rivisleria REGGI0 EMILIA: Vecchia Reeeio

Feltrinelli 2, Felirin'elli 5 SALERNO: Fel l r in~l i i SIFNA: Feltrinplli ~ ~

l'i!itl\~l. b'~~l!r,,,t.ll. TH,i'4\1. li, <, 5, 11,.r, IRRISO. l;i>li.iidi<.t

Gli articoli r i f l~Nono esclusivamente il punto

di virta degli autori.

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? 'yei anp u! ap!A!p !s oJa!puas ! ew!id O>Od .a$$op!i ~!d !u .o!suaw!p !p o!66as un pe oie~ .ue!j$e 'al!pas o!dwe un pe ouy 3Jeu lep osenu! oiiue oisen un ? aJnpuoJ a43 'aieJleJ lau olen .ex 'osio~iad un opuan6as 'es .o!>>oi e$soJ ei[e,[lau eyue e> .!u3ai UOJ !ie!l6eiu! oia!iuas un >a eaalex eun osianeiije apa2 .>e !s !A .a!ieuall!w!inld ameii >iepsel eq aq3 'aula1 !u!ie,ai .uow !p !>!iawel aiua6ios ellap qanb e al!qeu06Pied 'aleiau!w ~nbx aiuepuoqqe !p epnseil 660 eioxte eqon !n> e1 eu!iew ?a016 eun !p eaeii 1s ;on!isa6 .6ns oilou oinual!l a !so!pnIs

(e o>!iois 'o)ua6!i6~ !p ou!l!j ep !uo!zewioju! ans al aiuaw -[!qeqoid a6u!ae aqJ o!q!lod ep -ueweii p awoJ 'eynd eiian6 eqid ellap odwai le exeg ai -e)l!wv !p oiuawedwe>>e,l UOJ

a a~7~3 aluow Ins !luo4 allau eieJ!qn ezzaiioj e1 uo> al!qeJ -!y!iuap! oi!s 'ou!l6allad aiuow I! pa 'o~od uaq es !s alenb lap 'owialed !p o>!und oiuauie!p -asu!,l eli ouoddei lap eSJòAOJi -UOJ auo!isanb ellns ouo)lal4!~ !s au!6epu!,llap !i!sa !l6 aq) yd oiuei 'aio6!~ a elaine) ouo6 -uodw! oJile,llep 'auo!zowa pa aiodnis oueisap oiel un ep as - !so!pnis auesa u! asaid ai

16ep awesa u! osaid y!6 'alep -uawaeJavai a OUJaled !p yiie exen eun UOJ alua!qwe ellap aiei!qe aiuawesuaiu! !cui in a)s!n$!isoJ eiuesenb>v,lle -10 aaie - ou!i6allad aiuow !p ,,eu!6all ellap ou6ea.. 11 apley allap a e&uesenb)v,llap 'e1

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destra segue l'andamento della costa sviluppandosi in una bre- ve diramazione con gradini che conduce ad un secondo sedile, rivolto verso una conca oggi in- vasa dal mare, prima di prose- guire verso altre cavita con ac- qua termale che si aprono sul fronte marino sino all'Arenella. Qui si riscontra una grotta con fronte colonnato, già segnalata come probabile ninfeo antico.' Oggi il percorso originario si in-

natico di sali candidi depositati dal deflusso termale, verso una vasca ovale con sediie sommer- so dall'attuale livello del mare, che penetra attraverso alcune fessurazioni non originarie.

I pochi studiosi che hanno esaminato la struttura, pur rico- noscendo la grande suggestione e la sacralita del luogo ed am- mettendone il possibile impiego come bacino lustrale, in man- canza di indizi che ne denotino

tempo precluso - ad un'altra cavita adiacente. Il condotto sotterraneo a sezione quadran- golare, che inizia alla sommità dei gradini per convogliare I'ac- qua nella vasca, consentiva evi- dentemente di scendere all'asciutto nel Bagno, colmo d'acqua minerale e non rnari- na, il cui livello era mantenuto costante da un foro di deflusso praticato ad idonea altezza nei pressi del sedile. Si tratta di un

accorgimento assolutament incompatibile con un uso ba neare e non terapeutico.

Oggi I'ambiente non necess ta d'illuminazione poiche un arr pio squarcio della parete roccic sa consente alla luce di penetrz re all'interno dell'antro. E dun que, se non si vuole ipotizzars un improbabile uso balnear~ notturno rischiarato da una lu cerna, occorre necessariament~ ammettere che il Bagno fossi

- , , . , I. L'Arenelln e Casa Florlo dall'inlerna .~ della grotta del Bagno dellii Regliia.

h

i 2. F. Lajaco~io, YedtuadeUXcqwsnnta, olio sii tela (cm 48 x 117), colle.zione della Fondazione Bnnco di Slciiia. Vila Zilu.

3. Inlerno della gmltu del Bagno della Regina; dalla valla trasuda abbondante acqua minerale.

C 4. Il sentiero iiitriglinlo nel calcare I uli'inlerno della gmlla ilel Bagno della

Reginn. 5

5. Nei sedili si noiniio incavi per I'lnse-

; siildello teinpia inegslilico della Rocca di Celalii, striiilura nscrivlbilr al V-N sec. a.C.

l !errompe bruscarnenre per I'antichitd, non hanno comun- 'erosione del tratto 01 costa. que escl-so che la vasca "possa ~art'colarmenre esDosto alla aver avuto sco~ i ~ratici. forse a "iolenza dei marosi, denotando carattere balneare, e che la sua in tal modo I'antichita del sen- esecuzione sia quindi avvenuta tiero intagliato accuratamente in età abbastanza recente" nella roccia. Il suo sviluppo si Alcuni significativi indizi so- spiegherebbe solo se conduces- no stati, a nostro awiso, trascu- se ad altre cavità costiere. Brevi rati: la vasca era originariamen- tratti del sentiero scavati te alimentata solo da acqua dall'uomo persistono infatti in termale, che sgorgando dalla anfratti rimasti oggi del tutto parete rocciosa a monte, attra- privi di accesso da terra. verso un condotto rettilineo

A sinistra rispetto all'ampio sottostante i gradini, defluiva in sedile dell'ingresso del "Bagno essa. Lo dimostra il suggestivo della Regina", il percorso si VOI- deposito carbonatico bianco a ge, attraverso alcuni gradini balze discendenti, oggi parzial- scavati nel calcare alla base di mente danneggiato al punto un imponente deposito carbo- da consentire l'accesso - un

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6. Ninfeo dell'Ai'enella. Colonna aiicora

1" D96 m . - -

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inglobnta i n un muro prima d i un deva- stnnic trattamento di pulitura con mez- zi meccanici.

7. Uinlt.ii Q~l l>wnel le. pi..!na rlr l 'dl i- battiiir<~iiisi #I+.I iniiim; prer,imihi.nirnir la I ~ \ P delle mlonnr ri I ro\a s i div,li, rlell'attiiale livello del mare.

waiti di costo ariesaibiil dal mare.

9. Rilievo del Begiio della Regina (Piem Todem). N - condoitn di edduzionr d~ll 'acqiia L - canale di deniisso M -nicchia per lumrna.

10. Aerofotoeralia della coslii ~c~i iasai i ta-hwnel la. 1 - Groua della Madannn Bell'Acqua- santi, P - Grotta rleile GlnraiTe 3 -Grotta del Bagno <le110 Regina 4 - Cavità dell'0spiaia Mnrino 5 - N inLo dell'Arenelln

l l . Il Rilgiiu della Regina, o;;. ii.id,s,

<lnll'argu~inarlna. un tcinp<t S. . . . i t i i i i l i .acqua icral>eutirn di rairKivii.

19. Arquasnnie, il piccolo bacino inler- no k quel che resta della vasta "pe- sciiieia", parzialmente cemeniilicnln.

13. Ln chiesa della Madonna dell'Ao- qiinsniila. Dol tabernacolo sellecenle- &o rleliuisce ancora I'ncgun "mi".~~lo~a".

kalds - anno W1 n. 2 aprile-giugno 2004

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utilizzato prima del crollo - sicu- ramente in antico - della parete occiosa, quando la luce nell'am- liente appariva assai più tenue.

Le tre nuove evidenze, il lun- 10 sentiero costiero intagliato :on tecnica antica ed oggi inter- otto, il canale d'adduzione iell'acqua minerale con foro dE ieflusso e la nicchia per lucerna iel "Bagno della Regina". conL ientono di ipotizzare l'impiego :erapeutico in eta antica. Trove- .ebbe così una plausibile spiega- rione il doppio sedile tutt'oggf iisibile appena varcato l'ingresso iell'antro: il più ampio per i visi- tatori in attesa, il singolo per chi :ontrollava l'accesso alla vasca.

La denominazione popolare' del Bagno, ascritto ad una Regi- na (altri casi a Castellammare, Siracusa, Brancaccio), come la ben nota Grotta di Capo Gallo ricca di iscrizioni e simboli puni- ci, che attestano il culto di Sha- drapha ed Iside,dè stata ritenuta allusiva ad un antico attributo divino, che potrebbe facilmente riconoscersi "nella speciale de- vozione locale per I'lmmacola- ta" all'Acquasanta, costante nel tempo. Nelle mappe ottocente- xhe è segnalata la presenza nei pressi dell'ospizio Marino di una "casina reale" borbonica, che non ha nulla a che fare con la Regina in que~tione.~

La cavità appartiene allora ad un vasto ed unitario com- plesso d'antri termali a livello del mare, che dall'Acquasanta giungeva fino all'Arenella.

La prima di tali grotte, quella dell'Acquasanta appunto, è se- de di un culto assai antico. Scri- veva il Villabianca: "Questa san- ta sorgiva d'acqua resta dentro una chiesetta ove venerasi la Re- gina del cielo e della terra".6

Non sembra sia stato notato che dall'altare settecentesco in- globato nel fondo dell'antro - proprio dal tabernacolo si di- :parte un condotto, oggi ostrui- to da detriti, dal quale si acce- de ad altre cavità, oggi interra- te, dalle quali fluisce ancora dell'acqua sull'altare. Evidente-

mente l'interramento ha pre- cluso l'accesso ad una serie di antichi ipogei, che si sviluppa- vano a differenti altezze rispet- to al livello del mare.

La "peschiera"

Un altro particolare signifi- cativo dell'originaria struttura sembra essere quello relativo all'antica esistenza di un bacino di raccolta dell'acqua - la cosid- detta "peschiera" -fluente dal- la grotta all'esterno dell'antro, nell'antistante approdo. Que- st'ultimo risulta ancora oggi se- parato, nonostante innumere- voli ed anche recenti alterazio- ni, in due zone nettamente di- stinte: una esterna, più ampia, costituita dallo spazio portuale, l'altra, più piccola ed esatta- mente delimitata, costituita dal- la vasca di raccolta dell'acqua termale in questione. Quale spiegazione si potrebbe altri- menti fornire della persistenza

archeologia

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di tale netta demarcazione tra il bacino portuale e l'antica pisci- na ancora individuabile nella parte interna del porto, proprio dinnanzi alla grotta termale?

La Madonna deli'Acquasanta

La piccola chiesa della Ma- donna dell'Acquasanta, che già

nel 1400 sorgeva in riva al ma- re e ove, secondo il Villabianca, era stata ritrovata e venerata nell'anno 1022 una sacra im- magine epigraficamente com- memorata nel 1647, venne la- sciata in eredita da donna Luisa Calvello, il 7 febbraio 1400, ai Frati Benedettini di San Martino delle Scale;' passb successiva-

mente al barone Mariano Lan- terna, che all'incirca nel 1774, quando ancora l'interesse per le antichita egizie era assai limi- tato, eresse a pochi metri di di- stanza dalla grotta una piccola e deliziosa casinaa - decorata con motivi rocaille in stucco e insolitamente non orientata verso il mare - che ingloba su

di un'ala laterale un porta murato con due colonne in fir arenaria tagliate in sezione stuccate, al momento di diffic le interpretazione. Grandi blo chi ed elementi architettonici fine arenaria, reimpiegati C

un'unica imponente struttur, sono evidenti nelle due ali d recinto antistante alla villett, Qualche pietra, con antict grappe plumbee, sembra essi re addirittura nell'originaria pi sizione di giacitura. Si tratta 8

elementi architettonici assoli tamente anomali nell'archite tura del '700 e mai segnalati. riconoscono stipiti, cornici, pic dritti, un capitello con tripli< solcatura; strutture evidenti mente gia esistenti sopra l grotta dell'Acquasanta nel m( mento della costruzione di Vil Lanterna. La suggestione ch emana da un complesso siffa to evoca pratiche antiche d, culto delle acque.

Ad Amrith, a Sidone, a Antas, in Sardegna, sono sta individuati santuari fenicio-pi nici, collegati all'acqua - co bagni lustrali e piscine dinnan a sorgenti, come quella dell'Ai quasanta - nei quali si riscor trano elementi architettoni, assai imponenti e in qualch caso soggetti ad una costanl riutilizzazione in età successib alla fenicio-punica. t recente notizia del rinvenimento in Sic lia, a Mozia, a breve distanz dal cothon, di un santuario pi nico, che ha indotto a modif care la tradizionale interpreti zione del bacino come portii ciolo ed a supporre I'esistenz di un collegamento della pisc na con la celebrazione di riti si crL9

Infine, accanto alla "pt schiera" dell'Acquasanta, n, pressi dello stabilimento idroti rapeutico Pandolfo, che ni 1871 aveva tentato di valori; zare l'efficacia dell'acqua del zona, appaiono a tratti grani blocchi regolari, come muro i contenim&nto della scarpa1 del rilievo, simili a quelli del

kalos - anno XW n. 2 aprilegiugno 20C

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14. ViUa L~ntema ail'Acquailiita. Capitello quadrangolare con triplice salcaliira.

15. Elemento orch'itettonico con cornici nel recinto di Villa Lanterna. stele del 16. Cornici ed pleuieriti ,wcliitettonici che presentano grappe plumbee.

17. Dise colonne tagliate in sezione e sliiccale nel paramenta murario di Villa Lan- nota la questione relativa aUn p

teme., ai iati di una porta. sanla (%l& S@mm a T&, uoUo di Boa1 cd al Signon Baol Ha!mow aò che ha &&D L,..: uaduziane Rossana De Simone), che ha indotto

18,lQ. Aminorsaiure su di uno dei blocchi cii Viiia 1,anterna e cornice a gola egizia. addirittura ad Ipotizzare la presenza di un laphcl neUa mna, sebbene l'opinione prevalente oggi tenda a considerare la pietra di origine non locale in base

20. il tempietto di Villa Igiea, conlrovens e rimatieggiala struttura, ritenuta do qiinl- all'analisi iconografica, in alt-a di più s i c m conleme petrograiiche. Anche in che studioso di elà eiienisliea. questo caso, non sono da Liascurare alcuni dali signmcativi.

n prima editore del reperto, Giacomo De Gregario, nel 1902 dichiarava Zl. La stele deU'Aquasanla. che la stele era stats rinvenuta in un magazzino agricolo del podere Downville B. Inuna foto del 1870 ea. di Villa Oownville al 11ub notare una colonna in stile dotSco. tra pletre e fossW, nel i917 il iÌateUa Anlonio, nota naturalista siciliano, ricor-

dava invece che era siaia trovata in alcuni mobili antichi acquistati da Down- ville, anohe se poi finiva per propendere per la natura locale della pietra e dunque per la sua manifauura nell'amhito della Conca d'Oro. k evidente la conlùsione tra i due sudiosi ed il credila che si deve accordare al primo edito- re, per quanto sia possibile che entrambi ricordassero bene: che eiob la s l e , conciliando le due dichiarazioni, era stata ritrovata nel magazzino agricolo di Downville in alcuni mobili, venduti alla famiglia De Gregoria. Sia nel prima che nel seconda caso, l'aver conservata la stele piuiica nel magazzino agricolo depone commique per un'origine locale del reperto, tenuta da Domville in scarsa considerazione.

k inoltre dirnoile oredere che un naturalista esperto come Antonio De Gregario - profondo oonascito~ di fossili e rocce siciliane -51 fosse inganna- to nulla natura locale della pietra uti&zzata per realizzare la stele; la sua edta- zione piuttosto si giustifica a causa della singolari@ del repeno dal piinlo di vista archealogioo ma non geologico. A noi inesperti sembra possibile racco- gliere pietre calcarce, simili per grana e coiorazione scura, nello stesso parco di ViUa Belmonte, ma anche appare da escludere la presenza di un lophet nel- la zona. O'alva pane, la stele si sostiene essere certamente connessa ad un lophe!, che la distanza dal cenbo abitato di Palenqo rende nei luogo assai im-

cinta muraria antica di Palermo, rintracciata sotto il convento di Santa Chiara, nei pressi della Martorana o a Palazzo Reale.Io

La chiesa della Madonna dell'Acquasanta era dotata di quattro altari ed il luogo cul- tuale originariamente constava di più antri, almeno due di fronte allo stabilimento Pan-

i dolfo, altri tre in riva al mare. Proseguendo poi lungo la co- sta, proprio sotto il cosiddetto tempietto di Villa Igiea - con- troversa e rimaneggiata struttu- ra ritenuta da qualche studioso di età ellenistica - si riscontra un'altra grotta marina con ac-

qua termale, che sembra sia stata danneggiata dalla mareg- giata che negli anni '70, infran- gendosi su tale tratto di costa, distrusse la diga foranea del por to d i Palermo. Dopo la Grotta delle Giaraffe, si pervie- ne alla cavith del Bagno della Regina e ad un successivo ripa- ro pili elevato rispetto al livello del mare, al centro dell'area oc- cupata dall'ospizio Marino. Si giunge infine al ninfeo dell'Are- nella, oggi utilizzato dalla Lega Navale. La cavità, oggetto della nostra attenzione e di una tern- pestiva segnalazione," presenta un fronte colonnato che è stato

alterato, successivamente alla pubblicazione, da attivita che ne hanno modificato l'aspetto originario, asportando mecca- nicamente la patina antica e ri- bassando il piano interno di calpestio. Inoltre e stato abbat- tuto il muro che inglobava le colonne ed aggiunto un archet- to nell'architrave roccioso. In tal modo si e evidenziata una riparazione di un rocco, sicura- mente antica.

La ninfa della salute

La terapeuticita dell'acqua, fluente dal complesso degli an-

tri, determinb l'attribuzione alla ninfa della salute Igiea del sa- natorio, che i Florio, residenti nei pressi, progettarono di rea- lizzare intorno al 1899, in se- guito all'acquisto del villino Do~nv i l l e . ' ~ Presto convertiro- no la struttura in lussuosa resi- denza, ove nacque una figlia di Vincenzo Florio che ne ebbe il nome. Il villino Downville, sorto da un ampliamento del Casino Pignatelli, presenta in una foto del 1870 circa una colonna in stile dorico dal lato del magaz- zino. Esso fu a sua volta incluso nel recinto ad occidente della nuova Villa ed è ubicabile nel

i, archeologia

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23. Tassello relativo ad iin'anlica ripa- razione di uno mlonna del tiinreo dell<Amnella. 24.11 ninfea dell'Arenella. 25. Bollo di anfora punica Maaa D del 111 secolo a.C. dall'area d i Villo Belmon- le. Si leggono le lettere yod e lomed, se- parate dal caducea. 26. Motile Pellegrino. Prima Ciipoln. Piedritto dall'ipogeo De Sleraiii. 27. Monte Pellegino. Area antistante alla Gmlla del Condannato. Frammenti d i anfore puniche e greca-italiche della metà del III secolo (,.C. 28. Moneta punicn delle metà del I11 se- colo a.C. con f/TaaitIiot.i r/pmtoine equina dall'area di Ville Belmonte.

ra a livello del mare, utilizzate per scopi cultuali dal VI1 al Il se- colo a.C. ed infine una grotta,

I indicata con evidenze archeolo- giche puniche e polle d'acqua, recentemente rinvenuta a Ma- rettimo. I Sembra che tali comolessi archeologici possano essere considerati come relativi ad "un nuovo tipo di santuario, il tem- pio costiero, principalmente ex- traurbano. ove si effettuavano

più accentuato, per la vicini za della citta e l'oggettiva i possibilita per noi di verifich~ d'ulteriori indagini, hanno dotto a proporre quella che, lo stato attuale, appare si come una mera ipotesi: C

ci06 sulla costa, dall'Acquas< ta allfArenella, potesse su! stere un complesso di gro con acqua minerale, utilizz, per scopi di cura fin dall'i antica.

giardino di Villa Igiea con la facciata volta verso l'insenatura dell'Acquasanta.

È opportuno ricordare che proprio al culto della ninfa Hy- gieia o di Atena Hygieia sono state attribuite alcune arulette con motivi vegetali rinvenute nei dintorni di Palermo e che di recente l'attenzione degli stu-

diosi si P rivolta a grotte-san- tuario fenicio-puniche connesse alla na~igazione:'~ oltre alla già ricordata Grotta Regina a Capo Gallo, Ras Il-Wardija a Gozo, la Cueva d'Es Cuieram ad Ibiza, nelle Baleari, i l complesso Gorham's a Gibilterra, che si presenta, come all'Acquasanta, con una serie di grotte a schie-

L a scxlia d d M o l e Prilr.gri!io nel 24716 a.C. da pari*, d'anlilcar come a< rn#npamrnlo mihtare pvr tre anni mnlro Palerino, <,adtila nelle mani d< mmsni diirsnte In prima guerra punire, pouebbe non essrre allano ca

suale: il luogu, idonea per la ~ o n r u r m i a n e naturale ed i1 conuuilla della v i costiera vvnu Drrpsno ed Erice, per I'nbbondanza deil'acqiiii a del l i appmr dell<Acqussaiaiil ed rene l l a sull'illnerori#, marino da Palermo v r n u Iilibeo, di quelli dell'dilailrn r Mondello, t i i i l i ariii Inimmcnti ceramiri e vq,pi d'anic TA plitmhci del Ill secolo a.C., potrebhc ciocrr aiaro scelto, anche pewli6 por1 rotto io prole7.ione divino per 1s prroenon di wrgenli lerapeutiche. Sviluppdnd i'lpoleri d i Giuslolisi, dalla zona rarrhne siaio tratto Il soprannome di .An,il<nr r non viceversa. I)iiiiqur il yriino della presiiyiosa famiglia di genen,It < anagi iiesi avrebbe ncevutu I 'a~~pel lat i~o di Baim dailii luwli là sacre (santa, brnvdal li,) i w i dintorni d i Paiiunrii.. ci\r aveva posio il cainpo contro i Romani.

1Jvi vasto appnmnicnlo di I cmna aUe falde di Z l o n l ~ Pcilegiino, tra la Fore siaie e la "Scala Vcrcnid", dinnanri alla Grotta del t. ~nii i ini iaio e I'appmd dell'A<x(iiassiila. conserva ahhondanle ceramica domesucc puiiica, sempre deU meL? ilrl Ill $ecolo a.C.. reni d'nbi!zmonl, d i una ,in ncrii,llolata r muri interrat SI a r i a di i l t i lembo dell'antia, a<rilinpamenla, inlramiossiiit~iilc lnlegm, che ! estende\:i \,rrn, Villa Belmonte v I'Acqiiaranta e conlroliavn I 'am~wo al .Uonlt ove in io<alii.'i Prima Cupola russistoni, niii.oia slmtlure awhitcitonirhr punichc una cirlema P c ~ r a m i w a vemice nera di maggiore pmglo. Un cdifinli punito

I stato rivavalo i n occasione dello rea1izzaU011~ della nuova sundn rolii> la Prim I Cupola, mo nel disegno pubblicato si propone erroneamente un fmnte con tre m

lo& rircolan. clt* i ryperti, in pane mira~x,lwamente sopravvliri.li. iirl luog rmenlismno, tralLin<li.ri di pirdrltu quadrnngolan s "un dl colonne ciwulan.

Nel lembo intemi ijrl m o o . a monte della W,rprtale. e nel oreiidio eiir r r~iendevn sino d l s i0ii.l deUa &Mhou<c di Villa l~ i~lmoi i i r ; segnainla da Anioni Ik Cwgorio, sono nuniemse le adore Maria D, wluiic run i r inriani ['i un timbr si leegona le ietlere)od e hmd separate dai rriduceo, in uo a l m pmvcniele d h i n a cupola un monagramnial c bolli m n Il slinboiu del mduno, ma si iinvrngr iio i<,>< hr nume- palle di pietra r ciottuil levigali, il cui inipiego m iU tm appnr puasfiliilr. l i 8 bnae a milcmte uwen.arti.ni d i supeflcie riiettiiute m idonei periar drll.oiiiiu. si può ipolkmre che opu \LiUIIura ahitaliva, dolala di fiivolnt~. rosse ri

mile uII'NLI.~ e mstruila con bas4 niurpili panialmenie iitrusrati. ,rnra tracci d'alcuno mp.ilura 1 Irwnmenu di un5iifora M& D semhn,rcbkrr, essere prc unti i n ogni onibcnle insieme a poche ripetilive stoviglie d'uru quuiidiano. Pedin da gioco, a t W N nirialilri, monete puii i i l ir deUs metà del III reinio a,<:. mn Ta nlVKore e priil<iinr equina, pesi da telaiu. ~>iniitr r l l freccia e dipilwii sono stati rl sconWaU nei *il<>. Gli arresi aUa sommità del i no i i t ~ aooniono inolae. pii tiiui i ve, snnii, oontrollsii davedette semalate punhldmenie d i Ceramica punica &Ua met dr l Il1 ecol lo a.C. ed $ibi<nte &mpre,iia a nii,8ik i iic a valle, dc;xnticri dtuul.u l'!i riva punzone rcreiiiiau piinim m n cavallino wm.iiir pmvicne dalla i'dlr i l r I'srr.o ed indica I'adiaccnia di tino rianziamrnto pemiaiipnie dei lll spmlo a.C.

pratiche volte all'uso dell'acqua come elemento di culto" etera- peutico, a "riti oracolari con- nessi alle navigazioni ed alla prostituzione sacra".'"

Il Genio della salute

Nel caso dell'Acquasanta, il degrado ambientale sempre

Ad altri spetta I'indagi archeologica ed il risconi puntuale delle ipotesi pro1 ste; a noi sembra soltar possibile sostenere che ne zona, ritenuta a lungo ber detta, per la presenza dell', qua terapeutica - Acquasai appunto - sia stata ritrovatc più antica immagine del C

kalk - anno XVI n. 2 aprile-giugno 2i

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nio di Palermo, quella del Mo- lo.'5 Dal 1566, per ventitre an- ni di lavoro continuo, la zona infatti f u sconvolta dai lavori di cava di una nuova banchina del porto, ironicamente chia- mato "d'argento" per il suo enorme costo. A d un'estre- mità fu incastonata in un mo- numento un ' i rnmagine c o n leontè, che impugna u n ser- pente, decorata da venature in rilievo, di cu i s' ignora la

tesoretti rnonetali punici. oggi dispersi. E dawero sorprendente notare come un territorio modi- ficato dalle devastazioni dell'uo- mo riesca a conservare a lungo tracce d'antiche pratiche e strut- ture, che possono ovviamente essere interpretate solo f ino ad un limite estremo; di esse - se non si procedera con interventi adeguati - non restera più nulla di significativo. .

(Palermo), Palermo, 1979, pp. 5 8s.: Id.. Panormus. III. 1. Palermo ~ ~

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provenienza, ma che sempre è stata connessa all'acqua ed al- la guarigione, tanto da appari- re, ancora come Genio della Salute, sul portale del seicen- tesco Lazzaretto rea l izzato all'Acquasanta.16

Negli anni '50 numerose ca- ve della zona funzionavano per il porto di Palermo e restituivano

archeologia

Note l Sul problema dell'identificazione

dell'Eirkte: Kromayer e Veihweg Antike Schlachtfelder, III, 1. Ita- lien, Berlin, 1912, pp. 4-24; A. De Gregorio, "Studi Archeologi- ci lconografici", Palermo. fax. IV, 1917. pp. 3-1 1; M. Bonanno "Punici e Greci sul Monte Pelle- grino", Sicilia Archeologica, IV, 1973, 21-22, pp. 55-62; V. Giu- stolisi, Topografia, storia edar- cheologia di Monte Pellegrino

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'' ~ 6 m & Be ard,'~ioal Gonzdlez. "Las C-evas-santuario fenicio- pLn.cas y a naveqdribn en e. MediteriAneo". in Santuarios fe- nicio-punicos en Iberia y su in- fluencia en 10s cultos indigenas, cit., pp. 103-145.

' 56mez Bellard, Vidal Gonzalez, "Las cuevas-santuario fenicio- pdnicas", cit., p.123.

'l La sequenza delle diverse imma- gini del Genio in Dell'Aira, Van Dyck a Palermo. "KalQ". XI. 2, marzofaprile 1999, p. 8 e figg. 8-13. La Duca, "Il Lazaretto", La città perdura, IV. Palermo, 1978. pp. 7 ss.