Zona Cambio

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LA RIVISTA ONLINE PER GLI APPASSIONATI DI TRIATHLON Speciale Ironman 70.3 Pescara 2012 Speciale Ironman 70.3 Pescara 2012

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Online magazine for all the triathlon fans

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l a r i v i s t a o n l i n e p e r g l i a p p a s s i o n a t i d i t r i a t h l o n

SpecialeIronman 70.3Pescara 2012

SpecialeIronman 70.3Pescara 2012

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ZonaCambio l giugno 2012 1

Un anno fa si organizzava il primo 70.3 targato IronMan a Pescara, evento che ha fatto avvicinare nuova gente al triathlon.

Ho conosciuto persone che all’improvviso si sono cimentate in questa esperienza per la prima volta, attratte magicamente

dalla “M rossa”, un simbolo ormai che nel mondo del Triathlon è diventato il più prestigioso. Ma se da un lato c’è stata la

soddisfazione di tanti nel vedere la macchina italo-tedesca (WECAN Sport Events e WTC) trasformare la spiaggia di Pescara in

puro stile californiano, dall’altro non sono mancate le polemiche nel giudicare ‘un entrata a gamba tesa’ da parte della WTC

(World Triathlon Corporation) a discapito delle manifestazioni nazionali di maggior interesse, come ad esempio, del triathlon

olimpico di Bardolino, manifestazione storica internazionale che si sarebbe disputata solo sei giorni dopo Pescara. Il risultato

è stato che a Bardolino sono andati 1250 atleti, un record per quella manifestazione. Nessun merito ovviamente può essere

associato alla WTC, se il team di Dante Armanini organizza una delle gare più belle d’Italia, il merito non può essere che il

loro, ma quello che non riesco a comprendere è perché si tende comunque a polemizzare le scelte degli altri a prescindere e

non cercare, invece, di creare una sinergia tra organizzatori che porti questo sport in Italia a livelli sempre più alti. La WTC è

ormai un colosso mondiale, ma le nostre associazioni (dall’ElbaMan a Bardolino, da Fiastra a Candia, da Trapani a Numana...

e potrei continuare ancora) non sono da meno, anzi, noi ne andiamo veramente fieri.

ed i t o r i a l e

Gianluca

Pescara...

un anno dopo!

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Zona Cambio

A cura di

STEFANOLACARASTRONG + Master Runners +

Serena Aureli

Hanno collaborato a questo numero

Antonio De Bonis, Riccardo “Ricca” Cacioli, Diego Camilli,

Espi Rechichi, Christian “Mac” Ferretti, Ciro Foster,

Ironmarz, Giovanni Lazzari (Vulgo Carlo), Luca Novali,

Gian Carlo “Runner Blade” Pelliccia,

Gianmarco Pitteri (TheRunningPitt),

Luigi Orlando “Magic”, Marco Bucci, Marco Novelli,

Semper Adamas

Foto

Archivi collaboratori di Zona Cambio

Grafica e impaginazione

Serena Aureli

Contatti

[email protected]

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EditorialE

Pescara... un anno dopo!di Gianluca

gEntE chE si incontra in zona cambio

L’illuminato di STEFANOLACARASTRONG

triatlEta dEl mEsE

Arnott Kidddi Christian “Mac” Ferretti

l’abc di zc

I trucchi di Runnerbladedi Gian Carlo “Runnerblade” Pelliccia

Non era un diecimiladi Ciro Foster

zona cambio

Un’impresa chiamata... Fuerteventuradi Riccardo “Ricca” Cacioli

Francy goes to Pescara - Part IIIdi Semper Adamas

Filosofia e/o sarcasmo - Part IIIdi Marco Bucci

Vado di corsa!di Espi Rechichi

Arivace tu... a 50!di Antonio De Bonis

spEcialE pEscara 2012

Pescara 2012 - i nuovi percorsi dell’Ironman 70.3di Luca Novali

Pescara - la trilogia1. chi non è partito...

di Luigi Orlando

2. chi è partito...di Muster Runner

1. ...e chi l’ha finito!di STEFANOLACARASTRONG

Il vincitore dell’Ironman 2011intervista di STEFANOLACARASTRONG

La vincitrice dell’Ironman 2011intervista di STEFANOLACARASTRONG

garE dEl mEsE

Le gare di giugnodi Marco Novelli

tEst

I test di ZC - Timex IRONMAN GPS Global Trainerdi Diego Camilli

lEttErE alla rEdazionE

vita da triatlEta

Alimentazionedi Gianmarco Pitteri (TheRunningPitt)

Officina Zendi Giovanni Lazzari (Vulgo Carlo)

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inviateci il racconto e le foto

delle gare a cui partecipate

e ve lo pubblicheremo...

perché per noi il triathlon

è di chi lo fa e lo vive!

Zona Cambio nasce e si struttura

come raccolta di aneddoti, consigli

ed esperienze personali.

ogni articolo deve dunque considerarsi

privo di fondamenti tecnici o scientifici.

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ZonaCambio l giugno 2012 3ZonaCambio l giugno 2012 3

di STEFANOLACARASTRONG

ha già alle spalle l’esordio del triathlon (dove gli è sembrato tutto una gran festa perfetta) ed un altro paio di gare (dove, naturalmente, ha migliorato il penoso tempo dell’esordio)...

Vedendo l’inevitabile miglioramento, entra in un vortice assurdo dove troverà un interesse viscerale per una sacco di cose inutili come pullbuoy, palet-

te, cerchi ad alto profilo, prolunghe e, soprattutto, barret-te energetiche. Comincerà a curare ogni particolare per limare quei 3-4 secondi che, se per un élite potrebbero significare una vittoria, per lui rasentano il ridicolo. È la fase in cui la bici “entry level” con cui ha gloriosamente esordito adesso gli sta stretta, cerca una muta più per-formante, le scarpette bike (rigorosamente da triathlon per poterle attaccare ai pedali) con suola in carbonio e le Zoot da corsa anche se corre a 5’50”. Fonde il computer spulciando ogni sito di triathlon alla ricerca di verità as-solute, nuovi trucchi sconosciuti e tabelle di allenamento dei professionisti, palesemente inadatte a lui. Si sobbar-cherà centinaia di chilometri per fare ogni gara possibile, roba che tra benzina, autostrada ed hotel, probabilmente ci avrebbe comprato una Colnago Flight... Ogni cosa sarà illuminata ed arriverà addirittura a compiacersi di buttare il suo giorno di riposo settimanale in un lungo di 130km in bici più 20km di corsa lenta...che di fatto consisterà nel giorno di allenamento più facile della settimana, andan-do in overtraining nel giro di 3 settimane.

gente che si incontra in zona cambio

l’illuminato

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t r i a t l e ta de l mese

Ci si aspetterebbe che il triatleta del mese sia un Davide Uccellari, oppure Annamaria Mazzetti, o il “solito” Alessandro Fabian. E invece no, troppo fa-

cile per me, troppo scontato per loro, e se vogliamo anche sminuente. Le recenti prestazioni di Eilat sono non solo da incorniciare, ma danno concrete speranze di ottimi risultati per la stagione appena iniziata, che non dimentichiamolo, è la stagione olimpica. Non aggiungo altro, per scaraman-zia, e vi presento il triatleta che ho deciso di celebrare que-sto mese: Arnott Kidd. Intanto, è scozzese di Edimburgo, e dato il “Mac” del mio nickname, non potevo esimermi. Poi, questo giovin virgulto di appena 77 anni, ha ottenuto di veder pubblicata una sua intervista sul numero di apri-le della prestigiosa rivista britannica “Triathlon 220”. Si è

Arnott Kidd

appena qualificato per i mondiali di duathlon a settembre, a Nancy (per chi non lo sapesse, le competizioni interna-zionali sotto egida ETU/ITU in Gran Bretagna sono mol-to sentite, la richiesta di partecipazione è elevata e quindi si richiedono qualificazioni e risultati minimi), mentre ha mancato per poco la qualificazione per gli europei di Eilat. Nato come rugbista, a 35 anni abbandona lo sport ma-schio per eccellenza per dedicarsi alle maratone, finché nel 1994 approda al triathlon, per non lasciarlo più. Dice che il tempo dedicato all’allenamento è per lui inversamente proporzionale all’età: da rugbista si allenava poco o nulla, adesso totalizza in media - udite udite -12 ore settimanali, certamente i ritmi non saranno quelli indemoniati di un Craig Alexander a caso, ma i suoi 1500 a nuoto, 7-10 km a piedi, mezz’ora di rulli o combinati, non se la fa manca-re, come non si fa mancare, da giugno in poi, le nuotate in acque libere, che dalle sue parti, per quanto in estate, hanno l’aria di non essere proprio tropicali. Nel suo palma-res diverse medaglie di categoria in competizioni europee e mondiali. Non gli manca anche l’esperienza di infortuni, rimediati nel rugby (una caviglia rotta e una vertebra fuori posto), né di un cartellino giallo, l’unico della sua carriera nella triplice, purtroppo rimediato ai mondiali di duathlon dell’anno scorso a Gijon, cosa che comunque non gli ha impedito di superare nel finale due connazionali e raggiun-gere il gradino più basso del podio.Insomma, uno di noi, magari un po’ più veloce di altri, forse anche “fortunato”, ovvero favorito dall’aver sempre praticato sport. Ma pur sempre uno di noi, un age grouper spinto dalla passione, che però dall’alto dei suoi 77 anni ha molto probabilmente diverse cose da insegnare quanto a tenacia e dedizione, a parecchi suoi “nipotini”, con il deretano incollato al divano e l’i-Device di turno sempre acceso. Anzi, a pensarci bene, la chiudo qui, mollo la ta-stiera, e indosso le scarpette, sulla scia dell’entusiasmo per i risultati dei nostri giovani, e grazie all’ispirazione del buon vecchio Arnott. Long live, Arnott Kidd.

di Christian “Mac” Ferretti

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itrucchidiRunnerbladeper essere sempre al top in Zona cambio

di Gian Carlo “Runnerblade” Pelliccia

1) avete appena finito la frazione di nuoto, o la prima di running di un duathlon, siete pronti per partire con la bici… miracolosamente l’avete trovata subito… anche perché nelle rastrelliere non ne erano rimaste quasi più… a quel punto, non vi resta che infilarvi le scarpette e spingere la bici fino fuori dal recinto per poterci saltare sopra… ma (c’è sempre un ma) ormai un’ora fa, quando avevate lasciato “tutto” in zona cambio le scarpette da bici non solo non le avevate incastrate ai pedali per paura di cadere, ma le avevate correttamente lasciate al fianco della bici ben allacciate strette strette che i piedi (bagnati o sudati che sia) non ci entreranno mai e le mani (pur’esse bagnate o sudate che sia)non saranno mai in grado di disinnescare il clamoroso congegno cazzata che avete generato… e la paranoia vi catturerà.

2) Quando finalmente entrate trafelati in zona cambio spingendo la bici dalla sella, così come vogliono i sacri manuali, ancora orgogliosi di essere riusciti a scendere dalle trappole che avevate ai piedi senza essere caduti non vi resta che agganciare quegli 8kg di carbonio all’asta precisamente al posto che vi avevano assegnato e non sarà facile dato che, come quando entrate al cinema in ritardo, i posti son quasi tutti pieni. Fatto ! non resta che cambiarvi le scarpe(meglio se eravate già scalzi dal momento dell’abbandono) e partire a razzo verso l’ultima frazione. attenzione però… il giudice vi sta mandando indietro, avete ancora il casco allacciato in testa e questo francamente non ve lo possono far passare.ora qualcuno di voi mi dirà, ma che ci hai preso per scemi… chi mai farebbe 2 errori così pacchiani… ebbene vi giuro che conosco molto bene un tizio che in sole 2 gare fatte nella sua ancor breve carriera li ha collezionati entrambi.

La morale: c’è sempre qualcuno che è peggio di voi… je la potete fa!

l ’ abc d i z c

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l ’ abc d i z c

V i siete mai chiesti come ogni sport abbia le sue regole, consuetudini paranoie e luoghi comuni annessi? Cirofoster.blogspot.it vi spiega quelli delle MULTIDISCIPLINE!

Frasi CeleBri:

“non era Un dieCiMila”Siamo nella generazione di internet, l’uomo è andato sulla luna, ma le

distanze nel duathlon e nel triathlon sono quanto mai vaghe e incerte, tanto che quando guardate la classifica finale la vostra media podistica al km è stratosferica grazie alla mancanza di qualche centinaio di metri nel conto finale: che lo facciano apposta per rincuorare gli scarsi oppure c’è un toto-scommesse sulla distanza finale?

“dov’era il CinQUeMila?”Variante della frase precedente, nel duathlon sprint, prima frazione,o nel

triathlon sprint, frazione finale podistica. La risposta a chi ha il Garmin più in forma con le batterie.

“QUal È la teMperatUra dell’aCQUa?”Non si tratta di domande di cuochi della squadra, per la bollitura delle

uova o degli spaghetti per il pasta party, bensì della temperatura marina, lacustre, palustre o fluviale dove si terrà la prima frazione del triathlon in questione, se sotto i 13° la gara verrà annullata oppure trasformata in un duathlon per la gioia degli atleti provenienti dal nuoto.

“hai MiCa degli elastiCi da prestarMi?”Lo stress da ufficio potrebbe aver portato a formulare questa richiesta a

qualche fellow triathlete,compagno di gara, invece gli elastici di cui sopra servono per assicurare le scarpe da bici da dietro (un elastico per scarpa

non eraun diecimilarassegnadei lUoghi CoMUninel dUathlon enel triathlon

di Ciro Foster

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l ’ abc d i z c

si capisce) a qualche parte della bicicletta per partire alla “bersagliera”, inforcando la bici dopo aver corso in zona cambio a piedi nudi, sperando ovviamente di non centrare i gioielli.

sirone, roMano di loMBardia, Klag o Kona

Non sono termini di un nuovo antidolorifico specifico o di un lenitivo per sottosella affaticati dai kilometri-bike, ma le mete più gettonate per le gare di duathlon e triathlon. Per i duathleti dello stivale i primi due termini, per i triathle-ti IRONMAN i secondi due rappresentano le mete interna-zionali da sogno (KLAG=KLAGENFURT KONA = HAWAII finale del Campionato del Mondo N.d.R.).

“CasCo allaCCiato, BodY allaCCiato... lUCi seMpre aCCese e prUdenZa seMpre!” (sentita in Zona Cambio da un Giudice di Gara!)

Ultimamente, per il regolamento tecnico e per un ecces-so di zelo il casco del triathleta va tenuto in testa, allacciato e senza sottocasco dal parcheggio dell’auto fino in zona cambio. Alla fine dell’impresa triatletica, il prode corridore, se non verrà squalificato per body slacciato fino all’ingui-ne e condotta lesiva al pubblico senso del pudore potrà togliersi il protettivo elmetto solo sotto la doccia, sempre se al coperto!

“Finita la gara iniZia il CaMel trophY per trovare le doCCe”

Hai percorso 51.5 kilometri di un olimpico? Hai fatto addirittura i 112.9 kilometri di un 70.3? Ora ti attende la ricerca spasmodica di uno spogliatoio e di un rubinetto dell’acqua possibilmente tiepida, per fare la doccia. Dalla piantina cortesemente fornita dall’organizzazione scopri-rai che dopo un tranquillo defaticamento bike di 10km. con cavalcavia e salite annessi, potrai ritemprarti a dovere, sempre per poi ricercare con cani da slitta il PASTA PARTY logisticamente disposto al centro del parco con alberi se-colari.

“se non C’era QUel proBleMa alla BiCi sarei arrivato QUarto”

Arrivi a casa in tarda serata della domenica di festa, la tua/il tuo compagna/o,consorte, ti guarda con occhio stu-pefatto, carico di borse, sacche con mute e cuffie, con i numeri tatuati sull’omero destro come un fuoriuscito da St. Quentin, sta per chiederti se vuoi uscire la sera per unir-ti alla movida balneare fino a tarda notte. Questa sarà la tua risposta n. 1, la più vigliacca e inutile, finché non archi-tetterai un’altra trasferta triathletica e dovrai domandarle sempre la stessa cosa: TI VA DI ACCOMPAGNARMI O MI ASPETTI QUI A CASA?

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zona camb io

Verso la fine della stagione, durante una cena con i miei amici e rispettive mogli e fidanzate, all’improv-viso ci siamo chiesti: “...ma, il prossimo anno, che

gare si fanno…? Di solito cerchiamo di andare in posti nuovi, magari

dove si possa unire gara e vacanza. La scelta è caduta su Fuerteventura, dove si svolge una gara 70.3 del circuito Challenge, diciamo la sorellastra minore dell’Ironman Lan-zarote.

Partenza da Pisa il giovedì, due giorni prima della gara. Quatto ore di volo e siamo là.

Arrivati al resort PlayItas, organizzatore dell’evento e lo-cation della gara, veniamo accolti da un attrezzatissimo centro dedicato agli amanti dello sport e da un ‘simpati-cissimo’ vento che ci accompagnerà per tutta la settimana. Inoltre, palestre, piscine, campi da golf, tennis, basket e, come se non bastasse, corsi di yoga, stretching, con tornei interni di ogni genere.

Venerdì, ritirato il pacco gara contenente una maglietta dell’evento, mi propongo di fare un giro per l’expo ma pur-troppo… niente, inesistente. Anche il pasta party è un po’ deludente: infatti viene organizzato, per modo di dire, nel ristorante dell’albergo, proprio dove ceniamo tutte le sere e che abbiamo già pagato con il soggiorno. E va bene….!

Sabato mattina, ore 8, partenza della gara. Non più di 200 concorrenti, ma sicuramente molto agguerriti, con almeno una trentina di professionisti, tra i quali i nostri azzurri Edit Niederfriniger e Massimo Cigana.

1,9 km nel freddo oceano atlantico, con un po’ di cor-renti che spingono verso riva e qualche medusa qua e là, per rendere più frizzante la frazione. A parte questo, nuoto abbastanza facile e scorrevole.

Zona cambio lunga: 800mt in leggera salita su tappeto rosso.

I km da fare in bici sono 84, giro unico, 1250 mt di disli-vello al mio Polar e pianura praticamente inesistente.

un'impresachiamata...

fueRteventuRadi Riccardo “Ricca” Cacioli

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I primi 25 km sono vallonati e il vento è quasi sempre la-terale-favorevole. Arrivati verso il 30° km la storia cambia: passiamo dall’altro lato dell’ isola, la strada comincia pian piano a salire e il vento gira contro. Di salite impegnative ce ne sono due, lunghe 1 km e mezzo circa, ma con pen-denze fino al 15%. Gli ultimi 20 km, finalmente, sono tutti con il vento a favore, oserei dire “da 54-11”.

Parcheggiata la bici in zona cambio, ha inizio il calvario: sole cocente, vento e percorso ondulato.

Si parte subito in salita, sulla pista ciclabile, per oltrepas-sare una collina e raggiungere il paese vicino, dov’è situato il giro di boa. Il tutto da ripetere 2 volte, andata e ritorno.

All’arrivo, oltre alla medaglia e alla maglia finisher, coca cola con ghiaccio e paella.

La gara è molto dura e tecnica e gli organizzatori offrono un’ottima assistenza durante tutta la manifestazione.

Finita la gara, ha inizio la vacanza! Nei giorni seguenti abbiamo girato tutta l’isola, che offre paesaggi suggestivi e affascinanti, dalle spiagge piene di surfisti alle scogliere più selvagge e incontaminate.

Consiglio questa gara a tutti quelli hanno voglia fare un 70.3 “tosto”, senza tante menate di slot o iscrizioni 10 mesi prima.

foto Valentina Fedi

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f R a n c ygoes to

PescaRapart. 2

di Semper Adamas

“nanerottolo duenne, ti dispiace ridarmi la mia bor-raccia e venir via dall’orto per cortesia?!”. Se ave-te figli, mi capite, se non ne avete e li volete, beh,

preparatevi a far fatica, altro che triathlon!Sono le otto di una luminosa domenica mattina e sto cercan-

do di portare la mia beneamata prole da mio padre, il nonno sitter, nonché caricare la bicicletta in macchina per raggiungere in orario il luogo dell’appuntamento col resto della squadra e contemporaneamente di chiudere la porta di casa senza dimen-ticarmi qualcosa di vitale e indispensabile per l’allenamento di 60 km e rotti di bici che mi aspetta questa mattina.

Il beneamato figlio non mi fila di striscio. A lui la borraccia piace parecchio, la agita ridendo e con la rapidità di Flash Gor-don me la apre sotto gli occhi, inzaccherandosi beato di acqua e zucchero. O adesso o mai più: con un’azione degna di membro delle forze speciali lo blocco, lo disarmo (la boraccia è mezza vuota) e lo ficco in macchina urlante, incastrandolo alla bell’e meglio nel suo seggiolino.

E se son già stanca adesso, figuriamoci dopo…Gli amici mi aspettano per il nostro appuntamento col desti-

no: la bicicletta, la mia bestia nera!Consapevole che le paure vanno affrontate, ho organizzato

questa bella uscita di gruppo. Spero che non mi lasceranno in-dietro e che dimostrino un po’ di pietà verso la sottoscritta dan-domi qualche dritta sull’utilizzo del mezzo meccanico.

Si parte con una certa morbida cadenza di passo che mi tran-quillizza: poco alla volta i chilometri cominciano a scorrere e, finchè la strada è in piano, io problemi non ne ho.

Alla prima salita mi rendo conto che mentre gli altri vanno su, io arranco. Ma quello che mi fa’ strano è che le loro gambe girano rapide, mentre le mie fanno fatica a muoversi… “Fran-ci, cambia!!”. Sento i commenti: “Sta andando su col padello-ne..!”. No la padella no, cosa c’entra con la bici, poi?!

Ma capisco che non è il caso di chiedere, semmai di imitare…Taccio e pedalo e seguo i consigli del Capo. Tra tutti e tre, i

miei baldi accompagnatori, il Capo, il Vice e il Genovese, mi hanno adottata e mi scortano tranquilli, senza spingere troppo sui pedali, senza pretendere troppo.

Conclusa in qualche modo la salita, mi aspetta la discesa; ma che brillante intuizione!!

I miei compagni vanno via veloci impostando le curve e cer-cando la posizione a uovo sul manubrio.

Io cerco di imitarli senza grande successo, ma alla prima curva freno furiosamente: ho male persino le gambe da tanto che stringo i muscoli e persino le mani sui freni mi fan male.

Il Vice mi si mette a fianco e cerca di guidarmi, tra i miei stril-li sgomenti, mentre i ciclisti che salgono, in senso contrario al nostro, lo guardano con aria di compatimento. “Poveretto ‘sto tizio, che gatta da pelare!”, penseranno.

“Datti una bella calmata!” m’impongo. E in qualche maniera, arrivo giù, dove il resto della banda mi aspetta.

La strada ritorna in piano ed io, se c’è da pedalare, pedalo, nessun problema.

f R a n c ygoes to

PescaRapart III

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zona camb io

filosofiae/osarcasmopart IIIdi Marco Bucci

quando le cose nascono male... Finalmente a fine 2011 riesco a comprare il mio bel Power Meter, Cos’è il powermeter??? È uno strumento di mi-surazione di potenza sprigionata dalle gambe ogni pedalata.

Ero contentissimo, anche perché dopo mesi a metter da parte i soldi, il mio allenatore che mi stressava per usarne uno, e ancor di più il tempo passato su internet a cercare o avere il culo di trovare una grandiosa offerta (e si perché tali strumenti costano veramente cari!!!), inizio dal modello sul pedale, passando per guarnitura e finendo sul mozzo della ruota posteriore.

Ed eccolo finalmente, qualche giorno prima di Natale arriva, in tutto il suo splendore, il mio mozzo con la ruota attaccata da raggi tuttintorno, la porto a far sistemare dal biciclettaio e la monto subito. Che bello funziona pure!!! (Ci mancherebbe... con quello che l’ho pagata!).

Faccio due allenamenti, e si rompe... Inizio la procedura per il cambio/riparazio-ne, e ritorna dopo un mese e una settimana.

Che bello, sta iniziando a far bello e meno freddo fuori! Peccato la ruota sia tornata con un pezzo in meno... E cosi si ripassa dall’assistenza che mi manda il pezzo mancante...

Che bello le giornate belle son finite! Ed ora il tempo sembra che aspetti solo che io esca in bici (con il mio nuovo powermeter con la ruota intorno) per pio-vere!

Che bello, esco per il lungo, prendo l’acqua, non vedo una buca e la prendo piena, e mi dico “va bè, dai, non ho mai rotto un raggio in vita mia, ti pare che per questa buca...”.

Arriva la prima gara, faccio un check della bici ed il powermeter con la ruota intorno è un po’ zoppicante, mi sa che la buca presa qualche danno lo fece.

Ed è di nuovo a riparare, questa volta però non lontano da casa, e così in due giorni è di nuovo su!

No, aspetta, è di nuovo giù: ieri sera ho bucato...

Ancora salita, ancora problemi di padelle e accessori vari per la casa, e cambia col sinistro e cambia col de-stro…“Track, trick, trock!”. Rumo-reggiando un po’, la mia bici trova il ritmo giusto, salendo lentamente verso Passo Coppi, che si chiama così mica per niente. L’asfalto sotto il mio naso snocciola le grandi vittorie del Campionissimo, con un che di ele-giaco. Siamo sulle strade di Fausto e Serse Coppi e oggi, in questi luoghi, mi sento ciclista pure io che ciclista non sono.

La discesa successiva mi vede un po’ più sciolta, finché da dietro non arriva la Gran Fondo: siamo nel bel mezzo di una corsa ciclistica!! Fac-cio in tempo a fermarmi per lasciar strada ai primissimi corridori, che sono delle meteore colorate che mi sfrecciano accanto. Con una certa spavalderia, ci rimettiamo in sella e partiamo. Troppo presto! Sulla disce-sa mi passano spediti, impostando la traiettoria e fischiando come merli per chiedere strada, altri corridori: il gruppo che insegue i fuggitivi.

Impugno saldamente il manubrio, cercando di far finta di niente, ma sono un po’ intimorita: stanno sfi-lando ad almeno il doppio della mia velocità a meno di un metro da me. Paura!!!

Volto la testa e mi accorgo che uno dei miei baldi accompagnatori si è piazzato proprio dietro si me, a co-prirmi. Mi fa un sorriso e un cenno: “Vai giù tranquilla”. Finita la discesa, i corridori prendono la loro strada e noi la nostra… Ahhh, un respiro di sollievo!

Il nostro giro è quasi concluso ed io, anche se a momenti, per la trop-pa disinvoltura che ho voluto osten-tare, mi imbarco in una curva e tocco la ruota di chi mi precede, sono arri-vata sana e salva.

Anche questa esperienza è fatta: a Pescara non può essere tanto peg-gio!!

O forse si?!

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Anche se hai iniziato a correre solo per mantenerti in forma o “per te stesso”, è inutile negarlo, quando senti parlare in continuazione di gare, prima o poi

la voglia di farne almeno una ti viene.Nel preciso istante in cui decidi di iscriverti ad una gara

pensi “ma sì, vado lì tanto per farla, mica devo andare alle Olimpiadi, e poi alla mia età… figuriamoci!” e con questo spirito ti avvii verso la tua prima notte insonne dopo l’ulti-mo esame universitario.

La mattina della gara non mangi nulla (primo errore); non vuoi sentire caffè, the o biscotti andare su e giù men-tre ti affatichi lungo il percorso; indossi una maglietta a maniche lunghe, alle otto del mattino fa freddo (secondo errore) e tu non immagini che di lì a breve suderai sette camicie; non fai il riscaldamento, non sia mai che sprechi subito tutte le energie (terzo errore), e così parti con i mu-scoli freddi e quando tu inizi a carburare, gli altri hanno già tagliato il traguardo ( per fortuna non tutti, ma quasi)!

Al momento del VIA, hai le pulsazioni a mille, un senso di smarrimento ti pervade e ti dici “che cacchio ci faccio io qui”, poi ti guardi intorno (quarto errore), sono tutti più o meno avvezzi, sembrano tutti runners professionisti, hanno quella sicumera che tu non hai e che ti deprime fino al punto di indurti a mollare tutto. “Guarda quella col pettorale 1605, con quel fisico statuario sarà allenatissima,

‘sto diecimila lo girerà sicuramente a 40’/45’, lo sapevo che non dovevo venire“. Non fai in tempo a finire il pensiero che lo speaker (peraltro sempre lo stesso!) lancia il VIA, ormai sei in ballo, devi ballare.

La folla sulla linea di partenza spicca il volo e tu non vuoi restare indietro e così metti il turbo (quinto errore), e giri il primo mille a 4’,50’’/5’,00’’ e, considerato che non hai ab-bastanza km nelle gambe, quello sarà il primo e ultimo km decente che sei in grado di percorrere, perché dopo questo exploit il tuo cuore sarà già in debito di ossigeno.

Arrivi al traguardo in un tempo impronunciabile, con la gola arsa e le gambe dure, ma ci sei arrivata ed è una gioia immensa, ti dirigi al ristoro per innaffiarti con tutti i liqui-di che trovi a disposizione e, stanca ma felice, te ne torni a casa (inutile aspettare la premiazione, non ti riguarda), senza fare né defaticamento, né streching (sesto e mortale errore).

Una volta a casa non ce la fai a non collegarti al sito TDS LIVE per vedere la classifica.

56’06’’. Ummm, niente male per il primo diecimila, ma si può (deve) migliorare. Stai per chiudere il pc quando ti ricordi della numero 1605, la tua rivale immaginaria…”quanto avrà fatto, fammi dare un’occhiata…1.03’05’’!!!!

E da quel momento in poi la voglia di fare sul serio non ti abbandona più!

vadodicorsa!di Espi Rechichi

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vadodicorsa!di Espi Rechichi

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Arivace tu...a 50!

Uno dei problemi che mi sono trovato sempre ad affrontare è quello della continuità. La ripresa delle attività fisico ginniche comporta sempre un sacrificio, e lo sappiamo bene, certo compen-sato dal piacere -promesso- di tornare in una condizione quantomeno accettabile in termini di fisico e di testa. Mettiamo il caso che nonostante si riesca a riprendere una qualsivoglia attività fisica; il problema che certamente dovremo affrontare sarà quello della continuità delle attività intraprese. Uno si organizza, razionalizza il tempo, magari spende soldi anche in integratori, propulsori, galvanizzatori, e non so che altro...e poi... dopo aver fatto quadrare un piano set-timanale cosi complesso da meritarsi quantomeno una segretaria deputata alla sua gestione...ti capita cosa... l’imponderabile, l’ingestibile e improrogabile IMPREVISTO. Ma quanto odio l’imprevisto che ti arriva sempre e immancabilmente quando sei li li per dare continuità ai tuoi sforzi. Lavoro, figli, moglie, amici, macchina, (oggi anche Equitalia) e non so che altro sei riuscito a gestirli finché... ti capita l’IMPREVISTO che azzera tutto...e come nel gioco del Monopoli ti riporta... al punto di partenza.Ma come! questa settimana tutto ok lunedì corsa, mercoledì bicicletta...ed ecco giovedì...riu-nione pomeridiana... vabbè, recupero domani venerdì! No domani no perché devo incontrare quelli della casa... sabato, allora sabato... e no sabato ho promesso di andare a fare shopping per la comunione di non so chi... domenica... la comunione di non so chi... e allora? Eccolo là...un imprevisto e tutto va a farsi... strafottere e so già che lunedì quando riprenderò a correre le gambe mi faranno male, ma quelle che ancor più provocheranno dolore sono altre...!

di Antonio De Bonis

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nel weekend del 5-6 maggio, a poco più di un mese dalla data del secondo appuntamento Ironman 70.3 di Pescara, sono stato in terra

abruzzese per rendermi conto di quello che mi aspetterà il prossimo 10 giugno. Per me sarà il primo 70.3 del circuito “puntinato” e quindi non vorrei lasciare nulla all’improv-visazione.

Le iscrizioni sono state chiuse, la starting list è già stata pubblicata e i nuovi percorsi sono stati ufficializzati.

la partenza e la frazione di nuoto. La starting line sarà nella spiaggia libera di fronte alla Nave di Cascella. Breve corsa sulla spiaggia e poi ci si butta in mare per un giro unico da 1900mt. Ci si dirige verso gli scogli superan-doli, si vira a sinistra (verso nord, per intenderci) alla prima boa, si percorre un lato parallelo alla spiaggia e poi si vira alla seconda boa dirigendosi nuovamente verso la spiag-gia, rientrando nel tratto di mare entro gli scogli e tornan-do a riva. Sulla spiaggia verranno posizionate le docce per chi vorrà togliersi di dosso l’acqua salata.

Si corre dunque verso l’asfalto del lungomare e ci si dire-ziona verso nord entrando nella transition zone.

Prima di entrare in T1 ci sarà una zona di rifornimento dove troverete acqua e sali minerali.

Dopo aver trovato la propria bici (preparatevi una map-pa: in zona cambio ci saranno quasi 2000 biciclette par-cheggiate!!!) si corre verso l’uscita della zona cambio posta a nord e inizia la seconda frazione che, rispetto all’anno scorso, è profondamente cambiata. Vediamo in cosa consistono le principali variazioni di tracciato.

Si esce dalla T1 in direzione nord e immediatamente dopo si prende una traversa che porta i concorrenti sul-la via parallela del lungomare (viale Regina Elena) che si percorre verso sud fino al porto canale. Da li si volta verso destra prendendo l’asse attrezzato (una vera e propria su-perstrada a due corsie per senso di marcia che ovviamen-te per l’occasione verrà interamente chiuso al traffico) in direzione Chieti.

Si prosegue dunque sull’asse attrezzato fino allo svin-colo della zona industriale di Sanbuceto. Ci si ritrova in località Santa Teresa e si volta a sinistra sulla SP 13.

La località di Caprara si trova a circa 5km dall’uscita dell’asse attrezzato ed è 70mt slm questo significa che in circa 14-15km passeremo da una quota di 0mt slm a +70 con una lieve e quasi impercettibile salita costante.

  In questo punto c’è un bivio. Il percorso del 70.3 ci porta verso destra seguendo le indicazioni per Moscufo e è in questo punto che la strada inizia a salire.

La salita di Moscufo è lunga in tutto 4km per raggiun-gere quota 240mt slm.

Non si tratta di una salita particolarmente impegnativa ma sono pur sempre 4km dove, soprattutto nel primo dei due giri, sarà indispensabile salvare la gamba e quindi ma-gari utilizzare un rapporto non troppo duro. La strada è tutta abbastanza dritta se non per due tornanti posti circa 1km dopo il bivio che segna l’inizio della salita.

Dopo che si raggiunge il cartello del paese di Moscufo non mollate perché la salita non è ancora finita: resta lo strappetto finale di circa 200mt che sono forse i più duri di tutta la salita.

L’asfalto sul tratto in salita non è un gran che, ma quel giorno, sfruttando la strada interamente chiusa al traffico, non ci dovrebbero essere grossi problemi a evitare qual-che eventuale buca.

Una volta raggiunta la vetta si inizia a scendere e su questo versante l’asfalto è stato rifatto da poco e quindi è praticamente impeccabile. Ci sono alcuni tornanti ma la strada è abbastanza larga e quindi non dovrebbero creare grossi problemi.

La discesa è lunga circa 3,5km (fino a quota 125mt slm) e poi la strada riprende a salire per portarci verso la loca-lità di Pianella (240mt slm). La salita è lunga interamente quasi 5km ma è molto pedalabile e sicuramente più sem-plice rispetto a quella che porta a Moscufo. I primi 2,5km salgono abbastanza regolari. Poi si raggiunge il cartello dell’inizio del paese e anche in questo caso non ci si deve rilassare perché poi ci sono altri 2km circa con brevi sali-scendi che potrebbero dare un po’ di fastidio.

Una volta imboccata la discesa inizia la parte divertente del tracciato: da Pianella (240mt slm) fino alla fine della località Cepagatti (32mt slm) è tutta una discesa lunga 10km su strada rettilinea e ben asfaltata. Sicuramente

Pescara 2012i nuovi percorsi dell’Ironman 70.3

di Luca Novali

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questo è il tratto dove maggiormente si potrà lavorare per alzare la media di viaggio, spingere rapporti lunghi e mettersi giù sulle appendici in posizione aereodinamica. Tanto per dare un’idea numerica, durante la ricognizione nonostante il traffico cittadino e senza nemmeno spinge-re troppo, si sono toccate punte di 45-50km/h.

Al termine di questi 10km in discesa si riprenderà l’asse attrezzato in direzione sud.

Al termine del primo giro si uscirà nuovamente allo svin-colo della zona industriale di Sanbuceto (circa 7-8km: la misura non ce l’ho precisa perché ovviamente non ho po-tuto pedalare sulla superstrada) dove si uscirà per ripren-dere la salita di Moscufo.

Al termine del secondo giro invece si proseguirà dritto fino al mare di Pescara. La strada sarà anche in questo caso tutta in leggera discesa e ci porterà dai 32mt slm a quota 0.

La conclusione del percorso in bici rispecchia il suo ini-zio: si percorrerà dunque la parallela del lungomare (via Regina Elena) in direzione nord fino al termine della zona di transizione e si rientrerà in T2 da nord.

Si parcheggerà quindi la propria bici e dopo aver infilato le scarpette da running si uscirà dalla T2 in direzione sud per iniziare gli ultimi 21km (su 3 giri).

Si imboccherà subito la traversa del lungomare Via Giu-seppe Mazzini (punto di riferimento: Hotel Carlton) e poi subito svolta a sinistra in direzione sud su via Giosuè Car-ducci. Arrivati all’incrocio con via Galileo Galilei si ritorna sul lungomare e si procede in direzione sud fino al porto canale. Qui si volta verso destra (punto di ristoro!) e si va a prendere il ponte che ci porterà nella zona sud di Pescara. Poi si costeggia nuovamente il canale (dal lato sud, su via Andrea Doria) fino al mare e si volta a destra su lungo-mare Cristoforo Colombo per circa 200mt dove ci sarà il giro di boa. Qui si torna verso nord e si percorre per la prima volta il ponte sul mare (simbolo di Pescara e simbo-lo del 70.3). Fate particolare attenzione: il ponte è come un lungo cavalcavia (sale per circa 200mt e poi scende per altrettanti metri) e la pendenza viene dichiarata all’8%. Una volta superato il ponte ci si ritrova nuovamente sul lungomare Giacomo Matteotti e ci si dirige verso nord per 2km superando la zona traguardo e la zona di transizione. Qui ci sarà un altro giro di boa che ci riporta verso sud e verso il traguardo.

In quest’ultima parte del giro, dopo essere scesi dal ponte sul mare fino al giro di boa a nord, preparatevi per un bagno di folla: il percorso sarà infatti largo appena 1-2 metri e sulle transenne ci saranno centinaia e centinaia di persone pronte a urlarvi nelle orecchie tutto il loro tifo per spingervi fino al traguardo

Questo giro è da ripetere due volte (per un totale di 16km).

L’ultimo giro invece sarà uguale al primo ma, dopo aver superato il ponte sul mare, si arriverà davanti alla spiaggia

libera della Nave di Cascella (da dove qualche ora prima tutto era cominciato) e si taglierà il traguardo posto sulla spiaggia.

 Una cosa caratteristica: a Pescara la partenza e il tra-

guardo sono sulla spiaggia. Oltre a Pescara c’è solo un’al-tra gara del circuito Ironman (considerando sia i 70.3 che gli Ironman) che parte e finisce in spiaggia... Provate a indovinare quale?

 alcuni consigli, in particolar modo per quanto ri-

guarda la seconda frazione:

il vento: durante il sopralluogo c’è stato un vento fa-stidioso con raffiche abbastanza sostenute da ovest, quin-di contrario nella prima metà di tracciato, ma poi favore-vole sulla strada del ritorno. Parlando con alcuni ciclisti del luogo mi è stato detto che a giugno, in condizioni climatiche di bel tempo (cosa che ci auguriamo tutti per quel weekend!), generalmente il vento soffia in manie-ra più lieve da ovest nella prima mattinata mentre poi, a causa dell’innalzamento delle temperature nelle ore più calde della giornata, spesso verso le 11/11.30 gira e inizia a soffiare dal mare. Insomma, il rischio è quello di averlo sempre contrario perché per la maggior parte degli atleti si prevede il rientro a Pescara non prima delle 11.30/12.

le rUote: ruota bassa o ruota alta? Dipenderà ovvia-mente tutto dal vento. Per gli atleti leggeri la scelta di un profilo da 50mm (soprattutto anteriore) potrebbe essere un’arma a doppio taglio. È vero che con una ruota a alto profilo si possono avere 1 o 2km/h di velocità in più, ma è altrettanto vero che le folate di vento trasversale potreb-bero creare problemi di stabilità e aumentare la tensione su braccia e spalle. Secondo me un buon compromesso potrebbe essere un 38 anteriore con un 50 posteriore.

scelta della BiCi: Bici da corsa o TT? Spesso questa è una delle domande più gettonate e la mia risposta è sicuramente orientata verso la TT. La salita di Moscufo non è semplicissima ma nemmeno troppo impegnativa. Quella di Pianella è più lieve e abbastanza pedalabile. Ma soprattutto bisogna considerare tutta la parte in discesa dopo Pianella e il tratto di circa 10km di superstrada da Pescara a Sanbuceto e poi al ritorno gli stessi 10km da Sanbuceto al traguardo. In questi tratti che sceglie una TT e riesce a spingere buoni rapporti potrà fare davvero la differenza e alzare la velocità media complessiva della seconda frazione.

 percorso bike (1 giro)http://connect.garmin.com/activity/175467342 percorso run (giri 1 e 2):http://connect.garmin.com/activity/175467375

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ma soprattutto perché mi trovo qui a scrivere ‘sta roba? La colpa è di StefanoSTRONG, è curioso sull’argomento ed in più mette il dito nella pia-

ga (dopo quasi un anno ancora aperta)... ma in un certo senso glielo devo. Mi tocca tornare indietro nel tempo e spolverare brutti momenti, affrontare un tour molto inti-mo della mia debole psiche e parlarne senza vergogna... in fondo fare outing può risolvere o quantomeno alleviare alcuni intoppi della vita, esponendosi anche al tiro al ber-saglio di amici e conoscenti per tutta la vita sull’argomen-to... ci sono abituato. Sono andato anche a rileggermi il primo post che avevo scritto subito dopo, ben 5 giorni dopo, ma parlarne oggi è diverso... è passato il tempo necessario.

9 giugno 2011. Siamo a pronti a partire per Pescara, tutta la famigliola al completo. Dopo ci aspetta un bel periodo di vacanza nel Salento, per le mie 3 donne lungo circa 3 mesi perché la mamma è in maternità. Per me c’è una tappa lavorativa di due settimane che coincide con lo scarico pre-Ironman Francoforte. Si rompe il servosterzo dell’auto (la centralina) e non c’è possibilità di ripararlo se non aspettando almeno 10 giorni... brutto segno? Che si fa? Rinuncio a tutto ed aspetto? Le imprecazioni si spre-cano, è uno di quei momenti che vorresti spaccare tutto...ma perché quando tutto fila liscio deve presentarsi sem-pre un cetriolo, e che cetriolo! Si fa Trieste-Pescara con il servosterzo rotto (...e poi Pescara-Lecce)... deciso, mi con-vinco che si può fare e partiamo... che impresa!

Pescara - la trilogia

di Luigi Orlando “Magic”

perChé, dopo aver speso oltre € 200,00 di isCriZione ed aver pagato viaggio, alBergo e ristorante, ho deCiso di non partire al 1° 70.3 di pesCara?

1. chI non è PaRtIto...

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Arrivati a Pescara il clima è di super festa. Estate, gran-de evento, tanti amici. Si sgambetta, si passeggia, si ride e si scherza, la registrazione, pasta party, radio Deejay “live”, il briefing, prova-bike, bike check-in, expò... tut-to si svolge in maniera oltremodo rilassata, piacevole e non “sento” la gara, cioè non arriva la tensione per la gara. Pensando a ciò che avrei dovuto fare avevo anche una gran voglia di affrontare le salite abruzzesi e questo per me è un buon segno. Il debutto stagionale, dignito-so, era stato in occasione del Lungo di Candia, quindi anche il ghiaccio era rotto. La calma in effetti era appa-rente, appena siamo tutti in albergo per dormire mi ren-do conto di avere difficoltà ad addormentarmi. È strano, in altri pre-gara mi è successo di dormire meno sentendo la tensione, ma qui non c’è tensione e non mi addor-mento e mi innervosisco sempre più per questa cosa, mi dà fastidio tutto ed inizio a dare la colpa al filo di luce, alle discoteche vicine... provo le respirazioni del training autogeno... ma mi giro e mi rigiro nel letto sempre sve-glio! Ho notato che il sole sorge sempre dal giorno in cui sono nato... lo ha fatto anche quel giorno, ed io non avevo dormito nemmeno un minuto... ormai disarmato, con la testa vuota e gli occhi incavati che mi bruciavano vado a fare colazione, ma mi sento completamente spa-esato... non so cosa fare, cioè lo so: decidere se partire o no alla gara. Cerco conforto nei pareri di mia moglie e del mio amico Shark, ma lo so che la decisione sarà la mia e dell’ultimo minuto dopo aver cambiato idea un milione di volte come sempre accade in momenti simili.

Il tempo è galantuomo ed aiuta tante volte, questa vol-ta purtroppo non è così, non è dalla mia parte: oggi sono convinto che se la partenza gara fosse stata dalle 7 alle 8 (come tutte le gare del circuito) io sarei partito senza pro-blemi. Invece la mia batteria sarebbe partita alle 12:20 ed io dovevo arrivare a quell’ora con la “ferma” convinzione di fare la gara. Bene, mentre cambio idea mille volte sul partire o meno prendo lo shuttle e mi dirigo verso città...

è l’ultimo del servizio, o scendo e parto o torno ai grandi alberghi. Ovviamente una volta arrivati scendo per ulti-mo, il caldo alle 11:15 è tanto, il pensiero va alla muta che mi comprime il petto... mi manca l’aria... penso alle botte ed alla tonnara della prima boa... tutto ciò che di negativo può esserci lo sto pensando in quel momento! Mi sento sempre più uno zombie per aver non dormito e nel m’ama-non m’ama quel giorno è uscito non m’a-ma! Rimonto sullo shuttle, si torna in albergo. Mi sento una merda... da vergognarmi anche del cartello “atleti ironman” sulla vetrata dello shuttle. Ma è solo l’1% dei rimorsi, a cui avevo già dato una carrellata nel parto-non parto, che stava montando su... solo che ora davanti a me avevo ben 40 giorni (IM Franckfurt) per autofustigar-mi. Continuo a non dormire, vado nella piscinetta con le bimbe e cerco di non pensare a quello che è scritto sulla mia faccia: sono un coglione! Il massimo l’ho raggiun-to mentre mi recavo a riprendere la bici in zona-cambio. Percorsi chiusi alle auto, quindi a piedi vedo atleti correre, sul lungomare tantissimi con la maglia e medaglia fini-sher, altri hanno già ritirato la bici. La mia è l’unica con il cellophane!

È qui che riconosco StefanoSTRONG, conosciuto trami-te i blog sul triathlon. Lo chiamo e ci presentiamo. Questa gara era il suo obiettivo stagionale, lo aveva centrato, ave-va la faccia distrutta dal caldo e dalla fatica ma il sorriso di chi ce l’aveva fatta! Mentre la mia bocca tirava fuori cazzate abnormi legate al pietoso stato d’animo di quel momento (credo di aver detto anche che stavo meditando di non fare più gare), la mia testa, intimamente legata al mio cuore, elaborava il sorriso di Stefano... è da lì che do-vevo ripartire! Mi viene quasi da piangere se ci ripenso e non sto scherzando! ...questi sono momenti che ti forma-no, ti (ri)costruiscono... i momenti a cui pensare quando il tuo cervello rastrella tutti i frammenti di una vita perché stai per tagliare il traguardo del tuo primo Ironman, con le lacrime!

Ecco alla fine, oggi un vero e proprio perché alla do-manda nel titolo non la saprei dare. Piuttosto posso dire che tutto ciò che è successo va ad appesantire lo zaino dell’esperienza. Quel giorno è iniziata la ricerca di un ri-scatto che non necessariamente deve materializzarsi con un piazzamento, un tempo a tutti i costi... certo benven-gano queste cose... ma vuoi mettere avere “quel” sorriso alla fine di ogni gara?

PS: i miei amici già lo sanno... io con Pescara ho un conto in sospeso, il 10 giugno 2012 non ci saranno più pendenze!

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2. chI è PaRtIto...adesso sono più forte!

La prima cosa che ha detto Lorenzo quando ha sen-tito che mi si era rotta la bici è stata ‘Mamma, basta che non è caduto e che non si è fatto male.

Adoro mio figlio e adoro mia moglie, i miei sosteni-tori numero uno che hanno pianto e gioito con me. Tanti sacrifici e tanta fatica che questa volta non mi hanno aiutato, ma che la prossima volta, bici compresa, saranno i miei assi vincenti!

Porto la bici in zona cambio, uno spettacolo mai visto prima, migliaia di bici da “n”mila euro pronte per 90km a tutta. Tutte rigorosamente coperte da un telo marchiato Ironman.Domenica 12 giugno.La mattina faccio colazione, una normale colazione, tipo premaratona, tante fette biscottate e miele e marmellata. Andiamo Uomo! La sabbia e il mare ci aspetta!Sono sereno, non vedo l’ora di andare in mare, un mare

mosso, anche un po’ incazzato, ma che non ci fa paura, perché quello sarà solo l’inizio!Mettiamo la cuffia e tiriamo su il resto della muta, co-mincia a suonare la sirena del via per i top, poi la sirena per le cuffie gialle e argento... poi uomo toccherà a noi! 4,3,2,1 VIA!Corriamo sulla battigia, arriviamo in acqua, è fredda, l’ac-qua arriva alle cosce, via tuffo e nuotiamo, si risale, l’ac-qua è di nuovo al polpaccio, si corre, poi ci rituffiamo! Parto da dietro per evitare sbracciate varie e tallonate in faccia! Nuoto con la testa alta, vedo che il gruppo passa a sinistra della prima boa, continuo seguendoli, passiamo la secon-da boa sempre a sinistra, poi vedo che stanno passando la terza boa... SEMPRE A SINISTRA!! Ma dove cazzo vanno!! Prendo la direzione opposta, passo la terza boa a destra e vado dritto, sempre con la testa fuori... ok uomo, la dire-zione è giusta, testa bassa e vai col crawl!Riprendo qualcuno, lo sento dalle manate che gli do, alzo

di Muster Runner

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la testa, c’è un po’’ di gente, nuoto a rana per capire... bevo, non capisco... ancora a rana, cerco di vedere, la direzione è quella, ma arriva qualcun altro che mi sale sopra, bevo ancora!Ok Uomo! Andiamo!Testa bassa a tutta!Ancora non riesco a realizzare quante manate, gomitate e zampate che ho dato a quei poveretti che mi capitava-no sotto, ma la direzione era quella, e io andavo dritto! Ho sorpassato una sacco di tonni, peccato la traiettoria non era l’ideale, ma non mi sono mai divertito così!Uno spettacolo salato!!Arrivo al giro di boa, cazzo, la boa stava a un 100m di distanza, testa bassa e ancora manate e zampate!Continuo per la mia strada e arrivo all’ultima boa, si va in direzione spiaggia, la solita secca mi fa alzare in piedi, ma ancora manca un po’ alla spiaggia, mi rimetto giù e nuoto toccando con le mani sul fondo!Finalmente arrivo sulla spiaggia, comincio a correre e slac-cio la muta fino alla vita, beve un bicchiere d’acqua (dolce finalmente) e continuo a correre sulla moquette blu della zona cambio.Do il 5 a mio figlio e a mia moglie che mi urlano: “BRAVO PAPI!”. Arrivo alla bici, tolgo la muta, bevo un gel, metto il casco i calzini le scarpe e via, cominciamo a pedalare!Mangio una barretta nei primi 5km sul lungomare, si volta a sinistra e comincia l’avventura nell’entroterra!Lievi saliscendi con qualche strappetto, sorpasso tanti ci-clisti con la bici da 6.000€ e continuo attento a non stare in scia e a sorpassare lontano almeno un paio di metri!I giudici sono sempre presenti in scooter, e ti richiamano se non fai le cose fatte bene.Viaggio sulla media dei 35km/h, perfetto!...il 24°km segnerà la fine della mia gara.In un tratto in lieve discesa il contachilometri se-gna 52km/h, il rapporto è il più alto e spingo ancora Sento un rumore della catena ‹cazzo ma non sto cam-biando!’ KLANK! La ruota dietro si blocca, freno, ma non sto frenando, la ruota è inchiodata, faccio una riga nera sull’asfalto di 20metri, uno da dietro urla... che cazzo urli!Mi fermo, scendo dalla bici, guardo la catena lenta ma ancora intera, ok la rimetto... ma dietro il cambio non c’è più, è tutto un grumo di ingranaggi incartocciati, un raggio è spezzato e pendola...Mi siedo, guardo la bici... comincio a piangere.Mi tornano in mente tutti i sacrifici fatti per trovare il tem-po per i doppi, i sabati passati a casa della mia famiglia aspettando che quel fantaironman tornasse dai lunghi in bici o dai doppi.Che cazzo ci sto a fare io seduto sul bordo della strada quando tutti gli altri mi sfrecciano accanto sulle loro bici!No, non può essere vero.Si ferma una moto dell’organizzazione, vedo qualcuno che si avvicina, in un inglese strano mi chiede se è tutto

ok, col pollice alzato gli dico di si, ma la testa è chinata sul braccio sinistro, continua a parlare, le lacrime scendono sull’asfalto.Dopo pochi minuti arriva un furgone e un auto che mi riporteranno alla zona cambio.In macchina conosco Sebastian Pedraza, élite in 5^ posi-zione, ritirato anche lui per una foratura.Malgrado lui lottasse per la vittoria io non trovo nessuna consolazione.Arrivano i miei due angeli custodi, li abbraccio e finisco li il mio pianto liberatorio.Basta, voglio bruciare la bici, non voglio più avere a che fare co’ ste gare del cazzo! In corsa se soffri e non arrivi al traguardo la colpa è solo la tua, te la sei meritata, ma finire così una gara no, non è possibile.Al bar per dimenticare bevo due medie con i miei amici accanto ad alcuni Finisher con la maglia e medaglia scin-tillante, li guardo con rabbia gioia tristezza ammirazione e vendetta!

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3. ...e chI l’ha fInIto!

La sala dell’albergo è piena di uomini magri, depilati, con un body addosso e ciascuno con 4 piatti pieni di cornetti, crostate, fette biscottate, toast e quan-

to più si riesca a far entrare nello stomaco.Alle 10 sono in zona cambio e con grande calma posi-

ziono tutto il necessario, scegliendo all’ultimo minuto di non usare borsette ma di nastrare le barrette alla bici.

Lì ritrovo Gianluca che sceglie di non venire a fare un po’ di riscaldamento. Lo saluto, mi infilo la muta e vado a fare qualche bracciata.

Il tempo vola, alle 12 in punto partono gli élite, le donne e gli over 50, alle 12.10 c’è la mia batteria.

nUoto200 mute nere con la cuffia gialla e rossa schizzano dal-

la spiaggia verso il mare. Finalmente si comincia!Il mare, in tipico stile adriatico, è bassino e c’è un po’

da camminare prima di iniziare a nuotare. Quando co-

mincio a prendere il ritmo della bracciata sento che sto bene. Neanche me ne rendo conto che mi arriva sul setto nasale una gomitata assurda che per fortuna che so’ il nipote de Fausto er pugile (imbattuto, messo knock out solo da un cazzotto che s’è dato da solo per farsi tornare in mente una cosa che si era scordato).Incasso, barcollo e riprendo col mio ritmo. Ho superato da poco la boa di metà percorso quando sento qualcosa che non va. Qual-cuno casualmente (oppure no) mi ha tirato giù la lampo della muta ed imbarco acqua. In 5 secondi richiudo tutto e riprendo. Quando esco dall’acqua mi sento decisamente bene. Faccio un cambio non velocissimo ma ordinato e salgo sulla bici.

BiCiC’è subito una cosa che mi colpisce: il ritmo visibilmente

lento dei ciclisti. Non ho esperienza di gare così lunghe e no-draft (con la scia vietata) e sono abituato a vedere

di STEFANOLACARASTRONG

ed ora chiamatemi(mezzo) Ironman

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in gare sprint ed olimpici gente che dai primi 100mt tira come matti in bici.

Siccome qui ho solo da imparare, decido di proseguire lento e regolare, preferendo sempre l’agilità ai rapporti lunghi.

La tattica sembra ripagare. La prima metà del percorso è in falsopiano e salita e mantenendo comunque un’an-datura tranquilla sono parecchie le bici che supero. Mi supera Luca e mi dice di continuare tranquillamente così. Al 10°km comincio a mangiare la prima barretta. Il pro-blema è che appena la strada spiana un po’ ci sono treni aerodinamici che mi passano a doppia velocità. Al primo ristoro butto le borracce e prendo acqua e sali, banane ed altre berrette. Nei paesetti che attraversiamo allungo il cinque ai bambini contenti che tendono la mano. È anche per questo che sono qui. Di personaggi, poi, se ne incontrano parecchi, da quello che ha bucato e chiede una bomboletta ai due ragazzi col body nero (rimango sul generico...) che ci provano con ogni ragazza che su-perano.

Al 61°km, prima del secondo ristoro, vedo sbandierare da lontano una bandiera con i colori amaranto-blu di Tivoli. Era il segnale di riconoscimenti di papà. Non è mai venuto a vedere neanche una mia partita di calcetto, mi ha sempre sfottuto per la mia passione per il triathlon, però oggi si è fatto 200km per venire a vedermi passare per soli 5 secondi. Mi fermo e gli do un bacio. È il mini-mo che posso fare per ringraziarlo e soprattutto, per far-gli capire che mi ha fatto un bel regalo venendomi a ve-dere. “Mi trovi all’ultima salita” mi aveva detto “così sai che poi è in discesa fino alla fine”. È vero, le salite sono finite, ma comunque sottovaluto che mancano ancora 30km di bici ed in pianura comunque si deve spingere. Negli ultimi 10km arriva la stanchezza (Diego direbbe sicuramente che ho mangiato troppo poco).

Proseguo a buon ritmo ma solo perché la strada è piatta come un biliardo. Entro in zona cambio, infilo le scarpette, metto l’ormai mitico cappellino da panda e si parte per l’ultima frazione.

CorsaHo sempre temuto le gare lunghe di corsa perché so di

non reggerle con la testa. Alla partenza di questi 21km di energie me ne rimangono ben poche e dovrò correrli tutti con la testa. Sereno e paziente. Il passo è lento, molto lento ma ho paura di scoppiare e ‘sti cazzi se non riesco a stare sotto le 6 ore, meglio superarle di qualche minuto che saltare completamente. Si tratta di ripetere un giro di 5km e spicci, completamente piatto, per quat-tro volte. Per fortuna ho tanti piccoli punti di riferimento che mi permettono di frazionare con la mente la gara in piccoli “segmenti”. Dopo 500mt c’è mio suocero che mi farà un servizio fotografico completo. Dopo 1km c’è Alessia con i bimbi, mia cognata Federica e mia suocera,

tutti arrivati apposta per strillare il mio nome ed aiutarmi a fare qualche passo in più... A 2,5km c’è la postazio-ne dei braccialetti colorati che segnano quanti giri fai e poco avanti il primo ristoro. Al 5° km un altro riforni-mento con un volontario col cappello rosa che ad ogni giro mi incitava a non mollare. Mi ha aiutato non poco e all’ultimo passaggio mi sono fermato per ringraziarlo.

Questi ultimi 21km sono un’agonia ma la testa regge e riesco a correrli tutti senza fermarmi mai (se non per bere ai ristori). Incrocio un amico di Master Runner che mi dice che gli si è spaccata la bici e si è ritirato. Mi dispiace tantissimo, il giorno prima avevamo la stessa eccitazione nell’affrontare questa gara, e sapere che un problema meccanico lo ha fermato deve essere stato un brutto colpo. Però deve essere uno spunto per ripartire più forte. Daje Gianlù.

Supero il solito personaggio che mi sfotte per il cap-pello. Sta camminando sorseggiando due bicchieroni di coca cola. “Ma che cazzo me frega se arrivo con mez-zora de ritardo?” mi dice sorridendo. E poi un sacco di gente sul percorso che sorride al mio passaggio col cap-pello da panda e strilla il mio nome. Le energie ormai sono al lumicino. Però mi gira per la testa un frase che mi ha scritto Paolo “kipudda” prima di partire: “Arro-ga tottu!”. E allora andiamo a prenderci questa vittoria. Passo Alessia e le dico che ci vediamo al traguardo. Ci siamo. Mi infilano il braccialetto giallo, quello dell’ulti-mo giro. Ormai ci arrivo di inerzia. Sento la voce dello speaker sempre più forte. E poi quel tappeto blu, che si-gnifica che sto arrivando. Sto riprendendo una staffetta ma rallento. Voglio mandarli avanti per godermi da solo l’arrivo. Le braccia schizzano su.

Questa è la mia vittoria. Sono un Ironman!Mi infilano la bellissima medaglia, vado a prendermi

il bacio di mia moglie, ricaccio qualche lacrima dentro gli occhi (un Ironman non piange), faccio il Segno della Croce ed è finita.

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se state su queste pagine non avete bisogno che vi dica chi sia daniel Fontana.Se siete capitati qui per caso vi dico solamente che

Daniel, nato in Patagonia (Argentina) ma Italiano a tutti gli effetti, è attualmente il nostro più forte triathleta sulla di-stanza Ironman, già olimpionico tricolore ed ultimamente anche uomo “immagine” per la promozione del triathlon in Italia.Il fatto che sia un campionissimo l’ha dimostrato anche rispondendo con simpatia alle domande (e vedrete che tipo di domande) che io ed i lettori abbiamo voluto por-gli.

1. Perché stai perdendo tempo con noi? Perché mi hai regalato una caricatura e mi sei simpatico.

2. Qual è il tuo soprannome? Fonty o Jimmy.

3. La scusa preferita per non allenarti? “Sono un po’ overtraining!”

4. Preferiresti essere più brutto ma più forte?Se fossi stato più brutto sarei stato più forte, soprattutto quando ero giovane, e non avrei perso tanto tempo con le donnine.

5. Mito sportivo?Maradona.

6. (da luca) Perché la Fitri non ti ha convocato per i campionati del mondo di lungo, dove attualmente sei indubbiamente il nostro miglior atleta?Mi ha parlato Gabba ad agosto ma Io ho scelto di concentrarmi su Kona, ho detto che potrei farla ma non al top della forma.

7. Vista l’attuale situazione economica in Italia, adesso andrai in Argentina a fondare una squadra

Il vincitore

del primo Ironman 70.3 Italy 2011intervista di STEFANOLACARASTRONG

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dove ingaggerai triathleti italiani?Ormai ci sono più soldi nel triathlon Argentino, In italia se non sei in un gruppo militare non hai possibilità di sopravvivenza. Nel 2002 quando sono arrivato, guadagnavo 10 volte di più nelle gare italiane che adesso.

8. Qual è la cosa più buffa che ti è successa in allenamento o in gara?Ho fatto uno scontro frontale contro una altra bici sulla pista ciclabile e mi sono fatto molto male.

9. Dopo la copertina di “Triathlete” e “For Men”, quando ti troveremo pure su Novella 2000?Ho scritto a Belen e alla Hunziker ma non mi hanno cagato, dovremmo aspettare.

10. (da only) Perché il triathlon sta cominciando a diventare “di moda” anche in Italia? Ti fa piacere questa cosa?Perche è uno sport superfigo,e con l’ingresso dell’Ironman in Italia, si è scoperta una nuova frontiera delle sfide sportive, dove chiunque si impegna e ci crede può diventare un eroe.

11. Film preferito?Pulp fiction, Non ci resta che piangere.

12. Disco preferito?The wall.

13. Come si supera una crisi in gara?Correndo.

14. (da orlando Magic) Al mio primo (e unico per ora) Ironman, la tensione mi ha distrutto! È propedeutica una “ciullatina” la sera prima?Con la moglie/fidanzata non fa male, fare il salto del armadio della tigre in calore con la turista di turno, sicuramente fa meno bene.

15. Il tuo peggior rivale sportivo?Oscar Galindez.

16. Se Cristiano Ronaldo per correre 90 minuti prende 13 milioni di euro all’anno, tu quanto dovresti guadagnare?Non è un problema di soldi, dovrei guadagnare il necessario per vivere e stare un minimo tranquillo.

17. (da nonno Fausto) Chi perde tempo a fare triathlon, lo fa perché non ha niente di meglio da fare?Lo fa perché facendo triathlon fa meglio tutte le altre cose e così risparmia tempo per fare più triathlon.

18. (da paolo “Kipudda”) Quante volte al giorno

durante gli allenamenti ti viene voglia di smettere

e ti chiedi perché hai iniziato?

Mai, allenarmi mi piace un casino e faccio tutto con un

proposito, un obbiettivo, così sono molto motivato.

19. Qual è il luogo più bello dove hai gareggiato?

Ho gareggiato in tutto il mondo ma Parigi e Sydney sono

stati posti molto speciali.

20. (da gianluca “Master runner”) che altre

passioni hai oltre al Triathlon e come fai a conciliare

tutto? Preferisci Monica Bellucci o Angelina Jolie?

La mia passione oltre il triathlon è la pesca con la mosca.

Mi alzo alle 5 prima degli allenamenti (quando sono in

montagna).

La Bellucci tutta la vita.

21. Quanto vi ha pagato Linus a te e Davide Cassani

per fare una staffetta con una pippa come lui?

Ci ha pagato Silvana la presidente di LAureus, un caffè e

una brioche!!! Dovevamo fare vincere qualcosa a Linus

una volta nella vita!

22. Usi il top invece del body intero perché è più

comodo o perché vuoi far vedere gli addominali?

Perché sono della vecchia scuola dove gareggiavamo in

slip e petto nudo negli primi anni 90.

23. (da paolo “ibiza130”) Quale dopobarba e

lamette usi?

Per le gambe gillet, dopobarba quello da 2 euro. Per la

faccia Philips. Ceretta solo una volta e mai più.

24. Qual è il tuo blog di triathlon che comincia per

STE e finisce per ONG preferito?

Hahaha che paraculo!

25. Posso dire alla gente che sei mio amico?

Certo. Vieni a trovarmi a Milano e ti faccio allenare con

i miei master, poi mangiamo la pizza dall’egiziano con i

ragazzi e ci raccontiamo le solite stesse gare di sempre!

26. Quanto sono belle queste domande che ti

abbiamo fatto rispetto a quelle banali che ti fanno

sempre?

Sicuramente più divertente, buon allenamento!

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la vincitrice

del primo Ironman 70.3 Italy 2011intervista di STEFANOLACARASTRONG

martina Dogana è “semplicemente” la più forte triathleta italiana sulla lunga distanza (vincitrice dell’Ironman France 2008 ed Ironman Italy70.3

del 2011), conosciuta per questo ormai anche come “IronMarty”. Oltre all’onore di avere una sua intervista, ho avuto anche il piacere di apprezzare la sua grandissima simpatia e disponibilità nel mettersi al centro delle nostre domande. Una campionessa in tutto! 1. Perché anche tu stai perdendo tempo con domande per noi?Sono in scarico e ho un po’ di tempo libero...e poi ho letto un po’ delle tue interviste e mi sono fatta quattro risate!

2. (da runner Blade) Una fanciulla che si allena 10 volte a settimana quando si trucca? Solo dieci volte??? beh quella è la media... in effetti non spendo molti soldi in trucchi perché li uso praticamente solo se ho qualche cena... ma sempre alle premiazioni im-

portanti!! uso però tantissime creme (se non sapete che regalo farmi, adoro quelle alla vaniglia!) e ho imparato che dopo un IM una bella maschera per il viso mi fa pro-prio bene ;-)

3. La scusa preferita per non allenarti?Il riposo a volte è un ottimo allenamento.

4. (da ironmanZi) Hai uno smalto che ti porta bene?Certo che sì: verde+blu!

5. Al 70.3 di Pescara dell’anno scorso quando hai vinto stavo scendendo dalla bici, quest’anno potresti andare un po’ più piano almeno mi vedo l’arrivo?Perché non provi ad andare più forte tu così hai più tempo per riposarti dopo??!!!

6. Ah, se ci incrociamo durante i giri del percorso run mi puoi passare un braccialetto del giro così ne

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faccio uno in meno (se tu ne fai uno in più tanto arrivi lo stesso prima)?Mi sa che rischio di non vederti perché ci sarà tanta gente ;-p

7. (da orlando Magic) tra i professionisti sei senza dubbio quella che più riesce ad azzerare quel poco (per fortuna) di distacco con noi age group, non parlo di prestazione sportiva, ma di approccio, comunicazione e gestione della propria immagine...sempre solare, sorridente e ben disposta... ma ci sei o ci fai?Sono fatta così!! ma anche gli altri Pro sono molto dispo-nibili... magari non proprio mezz’ora prima della parten-za!!

8. (ancora da orlando “Magic”) una volta in un’intervista hai detto di preferire Kona ad alla partecipazione alle Olimpiadi, anche se la risposta sarà scontata... la pensi ancora così?Kona l’ho fatta due volte e ho vissuto quell’atmosfera... purtroppo il mio nuoto non è migliorato quindi le Olim-piadi al massimo potrò viverle da spettatrice (purtroppo).

9. (abbiamo capito che orlando”Magic” impazzisce per Martina) avresti un episodio sconcio e sfigato accaduto in gara che non hai mai raccontato e magari vuoi fare outing in questa intervista?Bah non me ne viene in mente nessuno... beh forse quan-do ho tagliato il traguardo a Nizza senza vedere Mirco (ma questo lo sanno tutti) ma anche senza tornare a fe-steggiare in mezzo al pubblico perché purtroppo avevo assolutamente bisogno di un bagno :-(

10. Mito sportivo?Tanti... la mitica Josefa Idem che si è qualificata per l’ot-tava olimpiade è una di queste, nel triathlon l’inossidabile Natascha Badman.

11. La tua peggior rivale sportiva?Eh eh... mi sa dopo gli europei del 2006 resta la Bella Bayliss (al tempo Comenford).

12. In un’intervista hai detto che dopo il tuo primo Ironman c’hai messo un mese per tornare a correre decentemente. Per tornare a trombare invece quanti mesi ci vogliono?Beh se proprio non devi fare posizioni strane per quello basta qualche giorno...e un partner comprensivo ;-)

13. (da Rocha) Quante parolacce dici dentro di te quando, dopo una vittoria in un Ironman o in un 70.3 ti tocca attendere per diverse ore l’ultima classificata e qual è il tuo pensiero (sincero) nei suoi confronti?Nessuna parolaccia perché se ho vinto vuol dire che ci ho messo poco e ho il tempo di andare in hotel, farmi la

doccia, riposarmi, bermi una birra e poi tornare sulla finish line per le 9 di sera che è sempre una festa esagerata. (nei 70.3 è più dura perché il tempo è dimezzato).

14. Come si supera una crisi in gara?A volte vorrei avere la bacchetta magica! Scherzi a par-te per me è fondamentale il pubblico (gli sDoganati Fans Club sono i migliori tifosi!) altrimenti è tutta questione di testa.

15. Cosa manca ancora in Italia per far “eplodere” il triathlon?Sponsor sponsor sponsor... e quindi maggiore visibilità sui media, ma se non troviamo uno sponsor grosso che creda nel nostro movimento resteremo sempre piccoli.

16. Federica Pellegrini quando ha vinto ha fatto il cuore, se quest’anno rivinci a Pescara puoi fare il gesto dell’ombrellino?Aspetta che tocco ferro... no non lo faccio perché se an-che ti dico di sì poi me ne dimentico di sicuro.

17. (da paolo “kipudda”) Con tutti questi allenamenti, come si fa a non perdere la propria femminilità?Lo prendo per un complimento perché vuol dire che sono ancora una donnina! Ci sono sport più “femminili” come la ginnastica artistica o la ritmica o il nuoto sincronizzato in cui le ragazze si allenano molto più di noi... a volte basta un taglio di capelli, lo smalto, una gonna o meglio un sorriso o no?!

18. (ancora da paolo “kipudda”) Se dovessi andare su un’isola deserta dovessi scegliere: porteresti le tue A1 da gara o delle decolleté tacco 12 per ogni “evenienza”? Mi sa che le lascerei a casa entrambe..sto così bene a piedi nudi! (oppure porterei un paio di infradito).

19. (paolo “kipudda come orlando“Magic”) Ala fine di una gara, sappiamo cosa pensano gli uomini: divano/birra/sesso/divano/birra/sesso. Una donna cosa pensa?Alla fine di un IM in ordine penso a: una birra fresca, una doccia calda (con shampoo, balsamo e maschera idratan-te!), un bel po’ di coccole...

20. (da nonno Fausto) Chi perde tempo a fare triathlon, lo fa perché non c’ha un cazzo da fare?Mi sa di sì... ma sedersi al bar a giocare a carte sarebbe più noioso ;-)

21. Qual è la parolaccia che usi più spesso?Caxxo! Però lavorando con i bambini le parolacce non le posso dire!

22. Qual è l’insulto peggiore che potrebbero farti?

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Normalmente non mi insulta nessuno ;-)

23. Se Daniel Fontana è arrivato ad avere la coperti-na su “For Men” tu che risponderesti ad una propo-sta per il calendario di Max?Why not?

24. Disco preferito?Tutti quelli degli U2 e dei Queen.

25. È più difficile battere o chiamare Edith Niederfri-niger?Sicuramente batterla!

26. Qual è la triathleta più brutta del circuito? (non provare a darmi una risposta diplomatica!)ops... aspetta che lo chiedo a Mirco... lui dice la Lawn ;-)

27. Ed il triathleta più figo?Il mio preferito è Andreas Raelert.

28. Qual è il tuo blog di triathlon che comincia per STE e finisce per ONG preferito?Boh!

29. Potresti concludere tutte le interviste che ti fa-ranno dicendo “io so’ amica de Stefano “Strong”?Ci proverò.

30. Un saluto ai lettori…Ciao a tutti ci si vede sui campi gara...

Ironguzzo in Zona Cambio

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gare de l mese

02-05.06triathlon sprint san giovanni persiceto. Ottima gara sotto tutti gli aspetti, ricchissimo pacco gara (sponsor Granarolo, vi aspetta una tonnellata di pasta !

Lo scorso anno anche un paio di gambali compressione 2XU), nuoto in piscina da 50m, percorso in bici facile e bene controllato, corsa un po’ più lunga su fondo misto. Ricche premiazioni e sempre elevato il numero degli iscritti. Unica nota negativa, lo speaker (che anche quest’anno sarò io).

triathlon sprint sommariva perno. Bella gara , nuoto in piscina, bici ondulata e divertente, corsa su sterrato multilap. Gara divertente in una bellissima zona.

09-12.06 irontour italy. Serie di gare sull’isola d’Elba , percorsi anche impegnativi e paesag-gi da favola. C’è la possibilità di fare l’accoppiata triathlon + nuoto acque libere,

con una gara di triathlon e di nuoto al giorno. Bella la formula, peccato che sia costosa la trasferta, ma potrebbe essere un’ottima idea per fare una piccola vacanza.

10.06 ironman italy 70.3 pescara. Unica gara del circuito Ironman WTC in Italia. Dopo la prima edizione dell’anno scorso si attendono oltre 1600 atleti e tutti i riflettori puntati.

Percorsi bici e corsa leggermente cambiati rispetto al 2010 (bici più facile corsa meno facile) con arrivo sulla spiaggia!

duathlon sprint Bruzolo New entry nel calendario, ci sarà la mano di RISTA (L’organizzatore di Andora e Presidente del Comitato Regionale Piemonte) nell’organizzazione. Da provare.

triathlon sprint Cremona, gara ETU in un contesto degno delle migliori gare ITU, organizzazione ro-data del Cremona Stradivari, livello molto elevato, da vedere sia per il livello degli atleti che per quello organizzativo . La gara non è aperta a tutti, ma solo agli “elite”.

14-23.06 Cesate triathlon Fest. Manifestazione multidisciplinare, dove oltre al triathlon si praticano duathlon, acquathlon, beach volley, mtb ecc... Il tutto immersi nel verde

in un ottimo centro. Gare per tutti, dai kids ai grandi. Vi consiglio la gara a squadre del 18.06, un’occa-sione per un primo allenamento per i Campionati Italiani a squadre di ottobre ed un’occasione per usare la bici da crono!

14.06 triathlon sprint toviscosa (Ud) Altra new entry nel calendario.

le gare di giugnodi Marco Novelli

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gare de l mese

16.06 Bardolino triathlon olimpico. Gara clou per molti atleti, la gara Fitri più affollata in Italia (oltre 1100 iscritti) e con altissimo livello, con un montepremi di 20.000 euro. Ot-

tima la coreografia con musica, archi gonfiabili ecc... Lo scorso anno è stata finalmente compensata la zona cambio e controllato meglio il traffico. Il nuoto è a batterie a partire da mezzogiorno e mezzo, bici unico giro ondulato e corsa su due giri con parte in sterrato. NUOTO--> una delle gare dove si prendono più botte in acqua, si parta in acqua con un rettilineo di circa 500m, poi si taglia in diagonale per 1000m sino ad uscire dall’acqua. Attenzione quando si parte nelle batterie dietro perché è facile trovarsi davanti all’improvviso i più lenti delle batterie precedenti, magari procedere a rana. In alcune edizioni gli elicotteri per le riprese aeree hanno alzato una fastidiosa onda. BICI--> dopo un primo tratto lungo lago, si sale subito con uno strappo dritto e secco, poi un bel su e giù con un paio di salitelle che possono spezzare i gruppi. Spesso problemi di traffico e pericoli per alcune auto sul percorso , in caso di pioggia pericolosissimi i tornanti in discesa negli ultimi km, con il rischio di trovarsi dietro a qualche pullman. CORSA--> 2 giri con tratto di sterrato, se la giornata è calda può diventare un calvario, ci sono comunque stazioni di rifornimento ,anche se è capitato spesso che le spugne utilizzate fossero raccolte e riutilizzate dopo essere state gettate e le bottiglie d’acqua riutilizzate e riempite dopo esser state get-tate da altri atleti. Possibilità di trovare gente che attraversa con passeggino, camerieri ecc sul percorso. Un consiglio, partire in mostruoso anticipo, Bardolino si trova vicino a Gardaland e gli altri parchi diver-timento, se sbagliate orario non arrivate in tempo!

torre grande (ss) triathlon sprint dove faranno sicuramente bella figura gli amici sassaresi.

24.06 triathlon sprint Belvedere Marittimo (Cs) altro sprint, una delle poche occasioni per gareggiare in Calabria.

idro (Bs) olimpico e sprint. Chi ama i percorsi duri in bici non può perdersi questa bici. Nel 1998 è stata la mia prima gara, ricordo ancora l’ultimo strappo, gente che spingeva la bici e io che procedevo a zig zag per non scendere!!! Nuoto in un fantastico lago, la bici tosta e con pericolo di traffico sul percorso (auto ecc…). Corsa “panoramica”.

norcia (pg) Campionato italiano duathlon classico. Appuntamento clou per gli amanti della disci-plina, purtroppo lontano per molti del nord.

porto torres (ss) ennesimo sprint in terra sarda, con Sassari che si conferma la “capitale “ del triathlon sull’isola.

30.06 Canosa (Ba) duathlon sprint, altra gara del ricchissimo calendario pugliese, allestito dall’ottimo Meliota.

gaggiano C.i. acquathlon + tri super sprint + gare giovanili. C’è di tutto per passare una giornata intera a Gaggiano, un laghetto tranquillo all’interno di una bella zona verde, percorsi run off road. Nel super sprint con MTB livello STELLARE (hi hi perché l’ho vinto io una volta e due volte 2° )!!

sirmione triathlon olimpico. A livello mediatico è già un successo, numerose le iniziative , tra cui un “reality” con alcuni atleti “sedentari” seguiti nella loro preparazione di avvicinamento alla gara. Visti gli sponsor e il “martellamento” mediatico si prospetta come una ottima gara.

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I test di Zctimex IRonMan GPs Global trainer

t es t

di Diego Camilli

per chi è:- Per chi non sente il ritmo nelle gambe- Per chi vuole un bel padellone al polso- Per chi vuole sentirsi dire “ce l’ho pure io, ma tu sai come si usano tutte le funzioni ??!”- Per chi si sente smanettone

per chi non è:- Per chi non ci capisce una mazza di tecnologia- Per chi è della “old school”- Per chi non vuole spendere dei bei eurozzi

prova:È un GPS+cardio da polso.Vi dico subito che non è facile, nè da settare, nè da utilizza-re (con tutte le sue potenzialità) questo piccolo computer da polso.Le dimensioni sono leggermente più grandi rispetto ad un orologio crono classico.La confezione, oltre l’orologio, prevede una fascia cardio

(optional a pagamento), un supporto da bici e un cavo ca-rica orologio spina/usb.Appena acceso ci si trova spiazzati, ma come ***zo, ma porca ***ia ... vabbè ci saranno le istruzioni, no? certo che ci sono, ma ti devi scaricare un pdf di ben 41 pagine, vabbè me le stampo e studio, faccio prima va!Per settarlo ti devi fare il mazzo, prima devi impostare ora-rio e data, ma lo fa lui, in automatico, attivando il GPS, deve acquisire il segnale del satellite e soltanto in quel mo-mento riesce nell’impostazione, ma... se in quel momento non sei all’ aperto, ma in casa o in un posto chiuso .. ti attacchi.Richiede una serie di info personali; altezza, peso, età, ses-so, per configurare al meglio la soglia del cardio (sperando che non sia un altro trucco di Equitalia!).Il display si può customizzare, ossia, dividere in 2-3-4 por-zioni, questa è un’ottima cosa, ognuno può decidere quale porzione del display usare per inserire: distanza percorsa, cardio, tempo parziale o totale.Scorrendo le varie funzioni si può scegliare tra:

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l e t t e re a l l a r edaz i one

perForManCe: monitora i dati per un max di 20 allena-menti e fino a 1000 giri. Tiene conto di variabili multiple durante l’ allenamento, inclusi velocità, distanza, tempo trascorso, passo e calorie bruciate. Durante l’ allenamento è possibile visualizzare i dati in cinque schermi personaliz-zabili, con un max di 4 campi di visualizzazione dei dati.

MUltisport: collega fino a cinque sport e gestisce anche le transizioni fra i diversi sport. Scegliere i dati di prestazio-ne per ciascuno di un max di 5 sport e usare i periodi di transizione fra gli sport per prepararsi all’ attività successiva nella sequenza “multisport”. Per esempio, usare il periodo di transizione MULTI-BIKE e MULTI-RUN per passare dalle scarpe da bike a quelle da run.

naviga: con questa funzione si trova in qualsiasi momen-to la propria posizione usando la tecnologia GPS. Bussola, mappa, direzione, velocità.

esaMina: si possono esaminare i dettagli sui propri alle-namenti

ConFigUra: per personalizzare tutte le impostazioni dell’ orologio.

PC sYnC: per sincronizzare l’ orologio al PC.

Cosa Mi piace:- La velocità di carica e durata della batteria- Una volta capite tutte le funzioni è una figata!- È leggero e non dà fastidio al polso- Sui percorsi non segnati è utilissimo sapere la distanza percorsa ed il ritmo di corsa- La possibilità di collegare un sensore alla bike per ave-re anche frequenza di pedalata(rpm) e potenza sviluppata (Watt)

Cosa non mi piace:- La ricerca dei satelliti è lenta, molto lenta (anche in con-dizioni meteo ottimali)- Quando salta il segnale GPS si spegne improvvisamente (grrrrrrr !!!)- Il prezzo è un po’ troppo alto- Il software dove scaricare i dati non è molto intuitivo- La memoria interna non è molto capiente

...cari ragazzi/e con i suoi “pro” e “contro” rimane co-munque un buon GPS da polso... ma sì, potrebbe miglio-rare!

Pura vida!

Ciao.Sai perché ti scrivo? Perchè so che in passato mi avevi parlato dell’idea di fondare una nuova società.Oggi ti becchi il mio sfogo... perchè le frustrazioni van-no “espletate” altrimenti si trasformano in dissenteria.Tutto parte dalla tua domanda ai miei allenamenti disor-ganizzati: “ma non avete il tecnico in società?” Il tecnico c’è ed è parente di uno dei dirigenti. Sto povero cristo non è atleta, non l’ho mai visto alla riunione di con-segna materiale e manco alle serate “magna e bevi”. Capisco che la squadra è “giovane” ma qui si parte col carro davanti ai buoi!Quest’anno abbiamo pagato un centone per l’iscrizio-ne: tessera, body e poco più...Il body è un disastro... non ti mando le foto per pietà. Potrebbe andare bene per girare Borat 2 il che è positivo solo per il fatto che lo stesso modello “vestirà” anche le ragazze (che sono già in sciopero).Esiste un giorno dedicato a fare un briefing societario? NIETSpiegazione del regolamento? NIET -lo dovrebbe fare uno dei responsabili che è incapace, simpatico gentile e disponibile ma si è calato in un ruolo che non adatto a luiPresentazione degli atleti? NIET - incontri gente alle gare col tuo stesso body e non li hai mai visti prima! -. Gli allenamenti non si possono fare insieme, ci si ritrova in rare occasioni... (tipo le gare).La società multi sportiva da cui ha preso il nome anche la nostra società di triathlon è il riferimento ed ha diver-se sedi staccate: aggregazioni azzerate! Il presidente in carica non c’è mai... troppi impegni.A quasi 40 anni vorrei adoperarmi per la buona riuscita societaria. Sembra invece che la mia buona volontà sia stata reinterpretata procurandomi il titolo di “er rompi-coioni”, quindi non ho molte possibilità. Non c’è struttu-ra, non c’è organizzazione. Mi sono proposto per segui-re l’abbigliamento (è il lavoro della mia compagna!)... cassato. Ho chiesto se verrà fatto il sito, m’han risposto che ogni cosa verrà fatta a suo tempo.Ho proposto l’idea dell’allenatore sul piano vasca per seguire i caproni come me: negativo...È una società che ha basato i suoi presupposti su perso-ne a cui interessa partecipare alle gare e basta e guai a toglier loro il tempo per allenarsi e gareggiare.Tutto questo stona perché il gruppo è fatto di bellissime persone e con poco si potrebbe ottenere MOLTO di più.Ciao e a presto, sui campi gara!

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v i t a da t r i a t l e ta

Dopo il primo articolo più generico riguardante l’a-limentazione uscito su “Zona Cambio 2” (grazie a quanti mi hanno scritto!), entriamo più nello spe-

cifico, trattando uno degli argomenti più gettonati tra chi affronta le cosiddette discipline di fatica: l’alimentazione nei giorni che precedono la gara.

Anche qui, vale lo stesso concetto espresso nel nume-ro precedente: mangiare bene gli ultimi giorni prima della competizione non ci farà raggiungere risultati miracolosi, al massimo ci presenteremo al via nel pieno delle nostre potenzialità del momento. Soprattutto, se la nostra ali-mentazione quotidiana è disastrosa, con una settimana di assurde “privazioni” non riusciremo a ottenere chissà quale miglioramento, anzi molto probabilmente ci presen-teremo al via ancora più stanchi e debilitati. È più impor-tante curare la propria dieta giorno per giorno piuttosto che “fare i bravi” gli ultimi cinque giorni!

L’argomento comunque è vastissimo, e anche qui si spa-zia da teorie con solide basi scientifiche (e aggiungo, ormai a disposizione di tutti) a metodologie a dir poco strampa-late, che nulla hanno a che fare con la realtà (il famoso ed enorme piatto di pasta due ore prima della gara).

Come sempre, la cosa più importante per capire ed eventualmente provare diverse soluzioni (non siamo tutti uguali!), è quella di studiare un po’ l’argomento e quindi aver ben chiaro come funziona il nostro corpo: si parla di “consumi”, di “carburanti” e di “scorte”.

ConsUMi

Differenze notevoli tra i vari sport.

nuotoLo stile libero è lo stile dove si consuma meno (la rana

quello dove si consuma di più). Difficile dare dei dati stan-dard, perché i consumi sono fortemente influenzati dalla tecnica posseduta. Un atleta professionista consuma tra 150 e 200 kcal al km, a seconda della velocità. Una cosa importante da ricordare, è che le calorie consumate au-mentano in maniera esponenziale all’aumentare della ve-locità. Le donne consumano leggermente meno (anche il 25% in meno), il grasso in più e la sua distribuzione favo-riscono il galleggiamento (la stessa cosa vale ovviamente anche per gli uomini in non perfette condizioni fisiche!). Altri fattori importanti sono la temperatura dell’acqua, eventuali correnti od onde, la visibilità ecc.

BiciIl calcolo è ancora più difficile, ci sono tantissimi fattori

(tipo di bici, rapporti usati, percorso, da soli o in gruppo, velocità, clima ecc.). Come per il nuoto, anche per la bici i consumi aumentano all’aumentare della velocità.

CorsaLa formula è:kcal consumate = “peso in kg” x “km percorsi” x “coef-

ficiente” (da 0,8 a 1,2 a seconda dell’economia del gesto)Un atleta di 70 kg consuma per una maratonina (21 km)

circa 1.400 kcal (tra un minimo di 1.200 kcal e un massimo di 1.800 kcal, a seconda di come corre). Da ciò si capisce che il consumo totale è assolutamente indipendente dalla velocità di corsa. Anche qui, ci sono anche altri fattori che influenzano i consumi: clima (oltre una certa temperatura percepita, i consumi salgono e di molto), salita/discesa, ov-viamente il vento, la durata (più si è stanchi, più la corsa diventa dispendiosa) ecc.

CarBUranti

Ovvero la percentuale di utilizzo dei carboidrati, dei gras-si e delle proteine: è influenzata principalmente dalla velo-cità e da quanto l’atleta è allenato.

Impossibile anche in questo caso dare dei valori standard (variano da atleta ad atleta e non li sanno esattamente nemmeno i fisiologi sportivi), però per semplificare (di mol-to!) si può dire che più si nuota/pedala/corre veloci (in base al proprio livello) e più il consumo è sbilanciato verso i car-boidrati (alcuni esempi: 85% carboidrati, 10% grassi, 5% proteine, o 60% carboidrati, 30% grassi, 10% proteine).

sCorte

Il nostro corpo riesce a immagazzinare sotto forma di glicoceno (carboidrati) al massimo circa lo 0,7 % del pro-prio peso (quasi 500 grammi per un atleta di 70 kg, quelli aventualmente assunti in più quando le scorte sono piene vengono trasformati in grasso).

Ipotizzando anche un consumo del 100% da carboidrati (quindi ritmi molto alti), abbiamo a disposizione ben 2.000 kcal (1 grammo di carboidrati sono 4 kcal), che nella sola corsa sono almeno 30 km di autonomia (se l’atleta è alle-nato a farli)!

Se poi nuotiamo/pedaliamo/corriamo a ritmi più bassi, dove entra in gioco anche la percentuale d’utilizzo dei

alimentazione pre-gara di Gianmarco Pitteri (TheRunningPitt) (lunga!)

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ZonaCambio l giugno 2012 33

v i t a da t r i a t l e ta

(lunga!)

grassi (praticamente infiniti, se si pensa che 1 kg di grasso sviluppa 9.000 kcal!!!), ecco che le 2.000 kcal ci portano avanti per tanto tempo. Ovviamente bisogna abituare l’or-ganismo a utilizzarli, allenandosi spesso in deplezione di glicogeno a velocità vicine al ritmo gara (la famosa “poten-za lipidica”), anche perché il corpo è in grado di utilizzare i grassi SOLO in presenza di carboidrati (morale della favola: se finisco i carboidrati, mi fermo anche se ho 10 kg di gras-so a disposizione!).

Detto questo, la strategia alimentare pre-gara lunga è quella che ci permette di partire con le scorte piene, te-nendo sempre ben presente che il nostro “serbatoio” è limitato: cercare di riempirlo oltre misura non fa altro che attivare tutta una serie di meccanismi deleteri (si aumenta inutilmente di peso e si altera la composizione del “car-burante”, rendendo meno efficiente il consumo dei tanti grassi a disposizione). Come comportarsi, quindi? Da un lato, già la normale fase di scarico pre-gara aiuta a ripristi-nare le scorte di glicogeno (allenandosi meno, si consuma meno glicogeno), basterà quindi mangiare come sempre, semplicemente aumentando leggermente il consumo di carboidrati negli ultimi due giorni.

Ecco un esempio pratico per l’ultima settimana (con gara alla domenica mattina)...

- dal lunedì al giovedì, la solita alimentazione. Non è il momento di sperimentare niente di nuovo, soprattutto è inutile e anzi controproducente iniziare diete rigidissime. Se le proprie abitudini alimentari non sono corrette... beh era meglio pensarci prima!

Come regola generale, l’ideale è prediligere cibi leggeri e particolarmente digeribili, quindi il suggerimento è quello di cucinare/mangiare il meno elaborato possibile. Tra un piatto di pasta con tonno e pomodoro e un pasticcio con ragù e besciamella... meglio la pasta, tra un petto di pollo ai ferri e un cinghiale in umido con polenta... meglio il pol-lo, tra una macedonia di frutta fresca e un gelato di bas-sa qualità...meglio la frutta. Non rinunciare ad assumere grassi “buoni”, gli Omega3 non dovrebbero mai mancare!

- venerdì, fermo restando quanto scritto sopra, si au-menta leggermente (leggermente!) il consumo di carboi-drati. Un po’ più di pasta o riso, un po’ più di pane ecc.

- sabato come venerdì, aumentando ancora un po’ di più la quota di carboidrati, principalmente a colazione e a pranzo, meno a cena: inutile abbuffarsi soprattutto la sera, l’importante è riposare bene. Evitare troppe fibre (frutta e verdura), se solitamente in gara si soffre di problemi inte-stinali. Se il giorno dopo farà caldo, va bene bere durante il giorno delle bevande isotoniche (leggete sempre gli ingre-dienti!), magnesio e potassio serviranno. L’importante sarà partire idratati, ma senza esagerare: litri e litri di semplice acqua non fanno altro che diminuire la concentrazione dei sali minerali nell’organismo, ottenendo l’effetto contrario!

- domenica mattina, basta una mini colazione per ri-pristinare quanto consumato durante la notte (pochissimo, parliamo di 250 kcal). Meno tempo passa tra la colazio-ne e la gara, meno si può mangiare. Evitare i latticini e i cibi particolarmente grassi. Per esempio, facendo colazio-ne almeno 3 ore prima della partenza, 4 fette biscottate con marmellata (senza zuccheri aggiunti), una banana, una manciata di mandorle e un caffé o té apportano circa 300/400 kcal. Tra la colazione e la gara, si può sorseggia-re una bevanda isotonica. A un’ora dalla gara, volendo si può assumere uno di quei gel studiati appositamente per il pre-gara (a basso indice glicemico). Anche un caffè non zuccherato va bene, ma solo se si è abituati.

Se poi sentite ancora parlare di tre giorni di “scarico” da carboidrati (quindi solo proteine e grassi) con successivi quattro giorni di “carico” (quindi prevalentemente carboi-drati), beh... sappiate che c’è poco di scientifico! Al mas-simo, e lo dico per esperienza personale, potete inserire un giorno (mercoledì) di effettivo “scarico”, seguito da un giorno di alimentazione normale (giovedì) e poi dal venerdì aumentare senza esagerare la quota dei carboidrati.

Nel prossimo numero tratteremo invece l’alimentazio-ne durante un triathlon lungo… in bici per fortuna si può mangiare!

artiColo tratto da

http://therunningpitt.blogspot.it/2012/01/alimentazio-ne-e-gara-ovvero.html

http://therunningpitt.blogspot.it/2012/04/alimentazio-ne-e-maratona.html

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34 ZonaCambio l giugno 2012

E siste un limite tra il “fai da te” ovvero l’hobbistica ed il professionismo? Conosco professionisti inca-paci e dilettanti fenomenali in tutti i campi: dai

servizi all’artigianato, dalla musica alla cucina.Allora perché’ dipendere sempre da qualcuno per le ne-

cessità anche quotidiane della nostra vita? L’autarchia per-sonale assoluta è una via poco praticabile ma il principio di cercare comunque a cavarsela da soli permette di avere soddisfazioni impensabili e di essere sempre più responsa-bili di ciò che ci accade, nel bene e nel male.

Officina zen è un viaggio nella mia personale ricerca per fare da solo sempre di più con sempre meno...a partire dalle biciclette.

la nasCita dell’ “oFFiCina Zen”Sono cresciuto in un condominio, in un appartamento in

affitto. Mia madre maniaca delle pulizie.Ho imparato a smanettare sulle biciclette e i motorini,

seduto sulla soglia di casa, con le chiavi e i cacciavite sparsi per il marciapiede, macchiando le piastrelle e l’asfalto con il gasolio e la benzina, lasciando in terra sagome di pezzi verniciati a spray.

Ora, grazie ad uno spazio gentilmente concesso, ho un covo.

Il grande vantaggio del covo è che puoi lasciarlo in disor-dine, spegnere la luce e andare via in qualsiasi momento con la “quasi” certezza di ritrovarlo come lo hai lasciato.

È troppo semplice andare ad un negozio di bricolage, spendere e portare via il necessario per allestire l’officina.

Lo “zen” vuole che tutto o quasi sia di seconda, terza e quarta mano.

E così:- un mobilaccio di metallo preso al mercatino dell’usato,

per riparare dalla polvere il mio primo stereo compatto di 20 anni fa, con tanto di audiocassette dei nirvana, nofx, neffa e i messaggeri della dopa.

- due sostegni con sopra un pianale di truciolato che fu la mia scrivania del liceo per fare il piano di lavoro. Protetto da qualche scatola di cartone appiattita e da una tovaglia di plastica che in casa non si poteva più guardare.

- 1 “capretta” con un vecchio mozzo imbullonato, ap-pesantita da un disco di ghisa di palestra di 30 anni fa: il sostegno per lavorare sulle biciclette.

- 1 cestello di lavastoviglie che invece dei cucchiai, ora contiene chiavi e cacciavite.

- 1 cassettiera da mutande trovata lì, riempita di cartave-tra, trapani , avvitatori e pedali.

- chiodi e viti ovunque nelle pareti sui quali appendere corone, pignoni, seghetti, camere d’aria da riparare in eter-no e vecchi poster di mostre ed eventi.

- un ventilatore per mandare via l›odore dei solventi.- un cumulo di telai tristi ed arrugginiti, ruote raccattate

dal bidone e scatoloni di ricambi al limite della discarica accatastati perché’: “non si sa mai...”

Accendi l’interruttore e parte tutto: luci e radio, come nella bottega di mio padre quando ancora esistevano le botteghe artigiane.

Lì dentro, il tempo scorre non percepito, fino a quando non squilla il cellulare che mi riporta alla realtà.

http://bicifissaviareggio.blogspot.it/

officinazen

di Giovanni Lazzari (Vulgo Carlo)

ovvero l’arte di “intopare”le BiCiClette e altre CosUCCe

della QUotidianitÀ

Avvertenza: l’autore declina ogni responsabilità per quello che potrebbe accadere ad ispirarsi a quanto da lui scritto.

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rubr i ca

35

TRIATHLON di

[faenza]

“2012”

[f]3

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fo: http://www.triathlondifaenza.it/

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m50150250500

bikeBICI

km281522

runCORSA

km0,51,42,55

IRONKID 08-13 anniIRONKID 14-15 anni

PROMOZIONALE SPRINT

TRIATHLON di IRONKID

faenza 2012 26 agosto piscina comunale:

ore 9,00 ritrovoore 10,30 inizio garaore 13,45 premiazioni e ...Pasta Partyritiro pacco gara anche sabato 25 dalle 17 alle 18,30

termine improrogabile delle iscrizioni: 21 agosto e comunque al raggiungimento di 700 iscritti

Iscrizioni effettuate entro il 14/08/2011:- IRONKID €. 3,00- da 16 a 19 anni €. 8,00- staffetta: per SQUADRA €. 51,00- promo e sprint: €. 18,00

dal 15 agosto al 21 agosto: maggiorazione x tutti di €. 8,00

Iscrizioni:* http://www.triathlondifaenza.it/** BETTOLI SPORT - C.so Garibaldi 39, Faenza

*** BONIFICO BANCARIO presso CREDITO COOPERATIVO RAVENNATE E IMOLESE a favore di “TRE PER TE” (attenzione è cambiato !!!)

IBAN: IT 06 R 08542 23700 000000186828 (inviare conferma bonifico a mezzo fax: 0546 668141)

info: michele +39 334 7876561regolamento tecnico: http://www.triathlondifaenza.it/

Il ricavato verrà devoluto per progetti umanitari e di promozione sociale.

organizzazione:

partner:

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We want you!

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Per i nostri collaboratori offriremo per ogni articolo5.000 euro tutta la nostra amicizia!

…tanto si fa per passione, no?

Contatti: [email protected](astenersi tecnici, seriosi e professionisti)

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Ci vediamo sul prossimo numero di Zona Cambio!