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ANNO 95 N° 4 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE ZOGNO ZOGNO notizie notizie APRILE 2004 Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c - Legge n° 662 del 23/12/96 - Tab. C - Aut. DC/DCI/04/00/L Bergamo PARROCCHIA Grünewald, Resurrezione (1515), pannello della pala di un grande altare del villaggio alsaziano di Isenheim Se Cristo non è risorto vana è la nostra fede (S. Paolo)

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ANNO 95 N° 4 - Registrazione Tribunale di Bergamo n° 9 del 26/6/1975 - Redazione Zogno - via XI febbraio, 4 - MENSILE

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A P R I L E 2 0 0 4Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c - Legge n° 662 del 23/12/96 - Tab. C - Aut. DC/DCI/04/00/L Bergamo

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Grünewald, Resurrezione (1515), pannello della pala di un grande altare del villaggio alsaziano di Isenheim

Se Cristonon è risortovanaè la nostrafede(S. Paolo)

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2 APRILE 2004

Calendario ParrocchialeVenerdì 2 aprile Primo venerdì del mese

Ore 15.00 Via Crucis in parrocchiaOre 16.15 S.Messa in parrocchiaOre 20.30 Via Crucis animata dai ragazzi delle medieDIGIUNO e ASTINENZA

Domenica 4 aprile DELLE PALME“Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”Ore 8.30 benedizione degli ulivi dalla chiesadelle Monache di Clausura e processione verso la parrocchiale, lettura della passionedel Signore secondo Luca

Lunedì 5 aprile Ore 16.00 Confessioni dei ragazzi delle elementariOre 20.30 Incontro per genitori dei ragazzi1ª, 2ª, 5ª elementare e 1ª media

Mercoledì 7 aprile Ore 14.30 Confessioni dei ragazzi delle medieOre 20.30 Celebrazione penitenziale comunitaria

Giovedì 8 aprile Ore 16.30 S.Messa per ragazzi

TRIDUO PASQUALEGiovedì 8 aprile GIOVEDÌ SANTO

Ore 20.30 S.Messa (IN COENA DOMINI),“IL TUO CALICE SIGNORE, È DONO DI SALVEZZA”lavanda dei piedi, reposizione e adorazione.Dalle 24 all’1 per adolescenti e giovani,momento di adorazione

Venerdì 9 aprile VENERDÌ SANTOOre 9.00 Lodi del Signore (adorazione a gruppi)Ore 12.00 Adorazione per adolescenti e giovaniOre 15.00 Celebrazione della passione e morte del Signore“PADRE NELLE TUE MANI CONSEGNO IL MIO SPIRITO”Ore 20.30 Processione su percorso lungo con la statuadel Cristo morto e la Madonna Addolorata

Sabato 10 aprile SABATO SANTOOre 9.00 Lodi del Signore (adorazione per gruppi)Ore 10.00 Confessioni al CarmineOre 12.00 Adorazione per adolescenti e giovaniOre 15.00-19.00 Confessioni per tuttiOre 21.00 Solenne Veglia Pasquale nella notte santa

Domenica 11 aprile PASQUA DI RISURREZIONE“QUESTO È IL GIORNO DI CRISTO SIGNORE:ALLELUIA ALLELUIA”

Lunedì 12 aprile Dell’AngeloS.Messe con orario festivo

Domenica 18 aprile 2ª DOMENICA DI PASQUA“Abbiamo contemplato, o Dio, le meraviglie del tuo amore”

Lunedì 19 aprile Ore 20.30 incontro per genitori dei ragazzi di 3ª e 4ª elementare

Venerdì 23 aprile SAN GIORGIO, martireOre 20.30 In Seminario incontro di preghiera per adolescentie giovani sul tema: “Liberaci dal male”

Domenica 25 aprile 3ª DOMENICA DI PASQUA“Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato”

Lunedì 26 aprile Ore 20.30 incontro per i genitori dei ragazzi di 2ª e 3ª media

Giovedì 29 aprile SANTA CATERINA DA SIENA (patrona d’Italia)

A P R I L E 2 0 0 4Grünewald, grande predicatore della Passio-ne e Resurrezione di Gesù, con il mistero del-la sua affascinante pittura esprime la trasfi-gurazione al momento della resurrezione inun soprannaturale splendore paradisiaco.Anche il sudario riflette la scia di luce rag-giante dall’aureola, in contrasto con gli sprov-veduti soldati, che, abbagliati e sopraffattidalla improvvisa apparizione luminosa, stesi aterra in ombra si divincolano in gesti inconsulti.

In copertina

Resurrezione

Don Angelo 0345-91.083

Don Paolo 0345-91.138

Mons. Gaspare Cortinovis 0345-91.029

Mons. Giulio Gabanelli 0345-91.972

Mons. Gianfranco Gherardi 0345-94.381

Monache di Clausura 0345-91.130

Suore Scuola M. Cavagnis 0345-91.246

Suore Casa di Riposo 0345-91.029

Giorgio Avogadro (sagrista) 338-86.44.024G.Mario Pesenti (sagrista) 0345-92.647

Recapiti telefonici di Sacerdotie Religiose della Parrocchia

Redazione, amministrazioneI-24019 Zogno (Bergamo)Via XI Febbraio, 4Tel; 0345/91083http://web.tiscalinet.it/parrocchiadizognoe-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Don Lino LazzariEditore: Don Angelo Vigani

Registrato al Tribunale di Bergamoil 26-6-1975 al n. 9REALIZZATO DA CORPONOVE BERGAMOe-mail: [email protected]

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arissimiLa Quaresima è trascorsa nell’im-pegno di preparare il cuore, dimeditare la Parola, di lasciarcimettere in crisi dall’amore gran-

de e misericordioso del Padre.Adesso è Pasqua: Cristo è risorto! Al-

leluia!Quante volte ci siamo incontrati il

giorno di Pasqua e siamo stati pronti afare gli auguri a tutti indistintamente,dimenticando rancori antichi e nuovi:“Cristo è risorto, alleluia!”, abbiamocantato in Chiesa ma non dobbiamo ac-contentarci di cantarlo nella liturgia,occorre che tutta la vita diventi liturgiadi ringraziamento e di lode, scoprendoil grande amore che spinge continua-mente il Signore a donarci la sua vita.

Siamo insieme a celebrare un Dio chesi dona totalmente e vuole con tutto sestesso farci nuovi e nuovamente figli.Siamo qui a vivere la gioia della salvez-za donataci continuamente in Cristo. Lagioia dell’incontro con Lui e del comu-nicare a tutti che siamo salvati e reden-ti, fatti nuove creature, capaci di speri-mentare la gioia del dono e del perdo-no. Noi crediamo in Dio che è vivo perl’uomo, per ogni uomo, per chi apre ilsuo cuore alla sua presenza: Lui non siimpone, propone il suo amore, ci chia-ma per nome, ci conosce da sempre e cispinge a prendere sul serio il suo stile divita che è amore, perdono, accoglienza,sostegno reciproco, aiuto vicendevole.

Ma non c’è Pasqua se non c’è Ve-nerdì Santo, se non c’è sangue sparso,non c’è salvezza condivisa e donata.

L’agnello di Dio crocifisso sparge il suosangue e purifica il nostro vivere.

Il crocifisso non è un cadavere, ma ilsegno più grande dell’amore di Dio perogni uomo, è Dio che ci dona suo figlioe ci rende Figli. In un mondo che rifiutail crocifisso parlare di risurrezione èfuori tempo, anacronistico, insignifi-cante perché non aiuta a comprendercie a vivere meglio tra noi e i fratelli.

Noi cristiani il crocifisso lo togliamodi mezzo con facilità perché non ne ab-biamo compreso la forza sconvolgentedi annuncio di salvezza e di liberazione.Siamo così abituati a fare il segno dicroce, a vedere i crocifissi che non fac-ciamo più caso ai tanti “crocifissi” cheesistono al mondo d’oggi, “crocifissi”anche per colpa nostra, per le nostre cri-tiche e le nostre incomprensioni.

Il mese di maggio sarà il periodo del-la celebrazione dei sacramenti: festasolenne per i ragazzi, catechisti e fami-glie intere che hanno vissuto questo an-no di preparazione. Non mi stancheròmai di dire che se non c’è stata prepara-zione si rischierà di viverli per abitudi-ne, come tante messe e non daranno ifrutti sperati. Cerchiamo, fratelli, di da-re il giusto significato alla nostra messadomenicale, all’impegno di catechesi,alla preghiera comunitaria, familiare epersonale, all’impegno di revisionedella vita confrontandola continuamen-te con la Parola di Dio che ci aiuti a vi-vere intensamente il nostro incontrocon Dio e con i fratelli, sempre.

Buona Pasqua!Angelo prete

DIALOGHI CON IL PARROCO

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3APRILE 2004

C

Cristo è risorto! Alleluia!

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4 APRILE 2004

L e vicende della sopraelevazionedella Chiesa di S. Lorenzo in Zo-

gno riemergono dettagliatamente dalledelibere del General Consiglio del Co-mune di Zogno formato da tutti i capifamiglia secondo l’uso del tempo.

Il primo intervento è dedicato alladilatazione del Coro e all’ingrandi-mento della Sagrestia. Dal verbale delGeneral Consiglio del 22 Marzo 1769risulta che dei 112 capi di casa presen-ti, 105 votarono a favore di queste dueimportanti opere, dilatazione del Coroe ingrandimento della Sagrestia, men-tre soltanto sette votarono contro.

Il 16 settembre 1770, si fa ricorso alMinor Consiglio, già autorizzato dalGeneral Consiglio del 22 marzo 1769,per ottenere di ridurre il numero ecces-sivo di Deputati Secolari eletti prece-dentemente il 28 marzo e il 30 aprile1769 per assistere alla Fabbrica dellaParrocchiale causando, per la discre-panza delle loro opinioni, un notevoleritardo dell’opera in corso. La troppademocrazia storpia le gambe a chic-chessia!

Nel Consiglio del 7 luglio 1770 silamenta l’arenamento delle Fabbrichedella Sagrestia e del Cimitero, ma in-tanto si pensa già alla realizzazionedello Scalone con la richiesta della de-molizione di due case, una di proprietàdel Comune e l’altra di proprietà Cat-taneo, per far posto allo Scalone, cheverrà costruito soltanto nel 1778. Do-po la costruzione dello Scalone, rima-neva ancora da risolvere il problemadel vaso della Chiesa di cui il tetto eraormai ridotto a un colabrodo, le paretiintaccate dallo stillicidio dell’acqua, iltutto in pericolo imminente di crollo.Si era pertanto nella urgente necessitàd’intervenire. Ma i pareri erano molti,anzi troppi. Il desiderio di tutti era che

si intervenisse comunque, quanto pri-ma. Ma per ridurre a unità gli intentidovette ben prodigarsi quell’intra-prendente parroco don Giuseppe Gre-gis che riuscì, sia pure a gran fatica, aottenere l’assenso della stramaggio-ranza dei capi famiglia a scegliere lasoluzione dell’adattamento della na-vata al coro già trasformato in stileneoclassico. Tra dispute e contrasti, sigiunse al General Consiglio del 1° feb-braio 1795 in cui si concretizzò conunanime consenso la radicale riedifi-cazione della Chiesa stessa valoriz-zando le strutture murarie preesistenti.Ecco come andarono le cose in quelmemorabile Consiglio leggendone in-sieme i verbali:

“Adì Primo Febraro 1795 - Coman-dati dal Console ne scorsi giorni tutti liCapi di casa componenti il ConsiglioGenerale di questa Parrocchia per que-st’oggi, per ordine de Sindici alfine dideliberare sopra la nostra Chiesa Par-rocchiale per la ristrutturazione e rifa-bricazione della medesima: a tenordelle cedole state ultimamente espo-ste, e così si sono raddunati li sotto-scritti nella Chiesa Parrocchiale alsuono della campana e sono in numerodi 108 di cui seguono i nomi. Furonchiamati (se ne fa l’appello) li raddu-nati, e finirono ritrovati al numero dicentootto, di più delli due terzi dalleLeggi prescritte essendosi absentatiAlessandro Gritti e Giuseppe PesentiTrepolo. Vedendo la nostra Parrochiadi S. Lorenzo la grave necessità di re-staurare il Vaso della Chiesa Parro-chiale per essere la medesima senza ilvolto, ed il tetto di essa era mai in gra-ve pericolo di rovinare a cagionedell’antichità, e molto più ancora perle aque, le quali nelli temporali, e nel-le nevi aggiaciate sono venute, avven-

gono di frequente a marcire i legnami.Però convocato tutto il Popolo con lisoliti metodi dalle Leggi prescritti, eradunate nella Chiesa Parrochiale co-me sopra, dopo una breve ammonizio-ne del nostro Zelante Pastore che ci haesposto essere il honore di Dio:

1° - ha domandargli perdono deipeccati commessi,

2° - a offerirgli incruenti sacrificiisulli altari,

3° - ad impegnarsi a fabricare la suacasa.

Dopo implorato l’aiuto dello SpiritoSanto con cantare il Veni Creator, do-po alcune preghiere al SS.mo Sacra-mento esposto, dopo ricevuta la suaS.ma Benedizione: tutti unanimi econcordi li Capi di Famiglia soprano-minati: hanno mandato parte di risar-cire, e restaurare tutto il Vaso de dettaParrocchiale col suo involto, e con tut-ta la perfezione: come parerà e piaceràalli SS.ri Architetti, e Deputati, che sa-ranno eletti; così ancora la strada diro-cata che conduce alla Parrochiale fattaa perfezione all’effetto però di poterriuscire a fare una fabrica di tanta spe-sa attese le grandi spese incontratenell’anni passati a fabricare il Coromagnifico di detta Parrochiale e Sa-grestia, e Cimiterio, e Casa Parrochia-le e per la povertà del Paese, ed anni diCarestia il Popolo sudetto avendo sot-to occhio la carità delli Argenti, e Mo-bili Preziosi donati dalle Nobili Mada-me Signore Mond. di S. Lorenzo diVenezia, umilissimamente implora an-che adesso dalle medesime per tal ope-ra secondo ulteriore aiuto, e soccorso(già per il Coro e per il Cornizzone delCoro, risulta dalle medesime deliberedel Consiglio, si erano effettuate que-stue a Venezia e a Genova), con so-spensione tratanto di tutte le fonsioni

di Don Giulio Gabanelli

Le vicende della sopraelevazionedella chiesa di S. Lorenzo M. in Zogno

1ª parte

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5APRILE 2004

solenni, e dispendiose e questue nes-suna eccetuata durante tal fabrica a ri-serva della cerca de Morti. Qual parteletta ad alta e intelligibile voce e po-scia Balottata ebbe voti favorevole N°102, contrari 6: cosiche resta presa epublicata. In esecuzione della sopra-detta parte vengono proposti li sotto-scritti per Deputati, e quelli due, cheaveranno maggior voti resteranno elet-ti, con tutte quelle facoltà opportune enecessario in tal proposito, ed anchecon facoltà di poter eleggere, e sosti-tuire altri Deputati nelle contate condi-zioni, ed anco per Venezia, e Genova:Sig. Lorenzo Astulfoni, Sig. ProsperoPesenti, Sig. Francesco Damiani, Sig.Lorenzo Damiani, Sig. Francesco Pe-senti, Sig. Michele Ruspini, Sig. Gio-vanni Rinaldi. Così che restano eletti lisudetti Sig. Lorenzo Astulfoni (con 97voti) e Lorenzo Damiani (con 85 vo-ti)... Considerando questo Consiglio inordine alla sudetta Parte e sudette ele-zioni de Deputati esser necessario duepersone Perite, che diriggano tuttal’opera sino alla fine, e però suplica liSigg. Molto Rev.do Don GiacomoLazzaroni e il Sig. Don Giuseppe Da-miani Architetti con tutte le facoltà perl’effetto ut supra spiegato, e contem-plato, qual parte letta e poi balottataebbe voti favorevoli n° 106. C.i 2 cosiche resta presa e publicata. Come pureessendo necessario elegger due depu-tati uno per Venezia e l’altro per Geno-va per far le questue necessario e biso-gnevoli per la sudetta Fabrica, e perciòquesto Consiglio suplica per Veneziail Sig. Giovanni Volpi fu Giovanni eper Genova il Sig. Giuseppe Pesenti diProspero per l’effetto come sopra su-plicandoli d’accetar tal carico che sa-ranno dal Cielo premiati, qual parteletta, e poi balottata ebbe voti fav. N°106, C. i 2 cosiche resta presa e publi-cata. Per Vico Ferari le sudette Elezio-ni e Parti Publicate. Antonio TraineSindico. Giuseppe Antonio ZanchiNotaro”.

Dal verbale letto risulta quanto maisia stata tormentata la soluzione delproblema; risulta altresì che gli autori

del progetto della ristrutturazione del-la Chiesa Parrocchiale sono stati i Sa-cerdoti Architetti don Giacomo Laz-zaroni e don Giuseppe Damiani, inol-tre appare chiaramente che la Chiesa èstata riedificata esclusivamente conelemosine volontarie di oblatori gene-rosi in patria e all’estero (Venezia-Ge-nova) dove gli emigrati zognesi si sen-tivano sempre visceralmente uniti allapropria terra d’origine; riemerge pureche tutto il popolo concorreva a deci-dere le scelte che, seppure potevano ri-sultare travagliate, erano comunquesempre condivise e personalmente re-sponsabilizzati e coinvolti indistinta-mente tutti i componenti la comunitàin cui si riconoscevano ed erano rico-nosciuti a pieno diritto. Si può notareanche quanta incidenza poteva avere ilclero locale sulla volontà della genteper cui forse si trattava di una liberadeterminazione alquanto sofisticata.Abbiamo un’ulteriore prova che laChiesa è stata ristrutturata senza nes-sun contributo da parte della pubblicaamministrazione civile nell’approva-zione ufficiale della delibera da partedell’autorità tutoria politica di Berga-mo. Eccone il testo integrale: “Adì 19Febr. 1794 In V. Bergamo (forse sitratta di un errore di trascrizione per-ché la data dell’anno dovrebbe essereesattamente -1795),

L’Ill.mo, ed Em.mo Sig. Cap.o VicePodestà fatto riflesso alla Parte del Ge-nerale Consiglio della Parrocchia diZogno del giorno primo corrente, conla quale, attesta la necessità di riattarequella Chiesa Parrocchiale, minac-ciante rovina per la sua antichità, fupreso di ridurla a forma solida e de-cente nella norma dei Disegni deglieletti Architetti, col dinaro che si an-drà ricavando da sole volontarie limo-sine ed oblazioni, al qual’oggetto fu-rono eletti li rispettivi questuanti tantoin Venezia che in Genova, dove si as-serisce commorare molti individui didetta Parrocchia, ha l’Ecc. Sua decre-tando approvata la detta Parte, a condi-zione espressa che in essa Fabbricanon abbia ad occuparsi alcuna porzio-

ne di Denari Laico, et che per tale ope-ra non abbia a risentire il minimo ag-gravio il Comune; ingiungendo l’Ecc.Sua l’obbligo ai Deputati di tenere ap-posito registro delle Limosine che af-fluissero, contando gli esborsi con au-tentiche ricevute, che dovranno custo-dire in Filza per assoggettarle opportu-namente alle osservazioni del MinistroRevisore nella resa dei conti del loromaneggio, a tenor delle Leggi - Sicmandans Niccoli Comes Cap.nio Po-destà”.

Ecco perché sul frontespizio dellaParrocchiale ricostruita campeggia lascritta: “Piorum Elemosinis Potissi-mum Exstructum” (Costruito soprat-tutto con le elemosine dei devoti, cioèdelle persone pie, che equivale a: coiconsigli dei ricchi e con le offerte deipoveri): A.D. 1798”.

Segue altro Consiglio Generale, il 3Aprile 1796, in cui riemergono ancoradubbi e incertezze nella scelta definiti-va dei disegni d’adottare, o meglio dacompletare poiché l’opera doveva tro-varsi già in stato di avanzamento sedopo due anni soltanto, in base allascritta sulla facciata sud della Chiesa,poteva dirsi compiuta nel 1798. Im-pressiona poi alquanto la folla di pretilocali che dominavano praticamente lascena della comunità di Zogno religio-samente e culturalmente poiché eranopressoché tutti impegnati come mae-stri nella scuola e due in particolarepossedevano la qualifica di architetto,come don Giacomo Lazzaroni e donGiuseppe Damiani, autori dei disegnidella nuova Chiesa. Nessuno tuttavia èprofeta in patria propria, e pertanto an-che i disegni degli architetti locali ven-nero sottoposti all’esame e al giudiziodi esperti cittadini rinomati di Berga-mo, forse senza nessun risultato poi-ché il ricorso a questi esperti è avvenu-to ad opera molto avanzata.

Leggiamo ancora insieme i verbalidella seduta consiliare che può essereritenuta determinante per il completa-mento dell’opera.

“Adì 3 Aprile 1796 - Zogno - (Si ra-duna di nuovo il Consiglio Gene- →

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6 APRILE 2004

rale della Parrocchia di Zogno nel soli-to modo, e questa volta si ritrovanoadunati insieme nientemeno che 134capifamiglia...). Quali tutti ascendonoal n° di due terzi, e questi più delli dueterzi a tenor del catalogo qui dinotato eC.233 Tergo così comandato da SuaEcc. Cap.to e Vice Podestà uti Captodi Bergamo e così sufficienti in virtùalla Inquisitoriali Leggi-Scielti conparte primo Febraro 1795 da questaSpettabile Comunità con la quale fustabilito il restauro e riattamento diquesta Parrochiale, li Revdi Sig.ri DonGiacomo Lazzaroni e Don GiuseppeDamiani, perché si accingessero a pro-curare privatamente quei Disegni, chepoi fossero giudicati da questo Consi-glio più confacenti per l’esecuzionedell’opera stabilita, si prestarono cari-tatevolmente, essi Rev.di Lazzaroni eDamiani per compiere le pie e laudabi-li mire di questa Popolazione. Nellamolteplicità de Disegni, che vengonoconseguentemente dai medesimi ras-segnati (proposti), trovandosi questacomunità irresoluta per la scelta piùadeguata stante specialmente l’imperi-zia de suoi individui su di tal argomen-to, stima alla bene di ricorrere a perso-ne probe ben affezionate alla stessa, edintendenti perché togliendo queste intal proposito ogni contesa, che potesseinsorgere, passino alla scelta e alla fis-sazione di tal disegno (che è semprecomunque di Don Lazzaroni e di DonDamiani) che dietro ai lumi, che han-no attualmente, e che acquistar potes-sero ulteriormente sembrasse loro piùa proposito per eseguir il desideratoneccessario restauro, e sopra intendereper se, o per interposte persone carita-tevolmente alla indiminuta (sic) ese-cuzione del disegno medesimo. Nomi-natasi a tal ogetto li Nob. Sig. Co.teMarco Celso Passi ArchidiaconoRev.mo della Cattedrale di questa Dio-cesi, e Co.te Antonio Zanchi de Mossicome quelli, che per la loro probità, in-tendimento, e buona disposizione perquesto Comune sono più a portata di

favorirle in tale emergente. Si mandaparte facoltativa alli stessi, di procura-re e scegliere quel disegno, che supo-nessero più opportuno al sicuro stabi-limento, e ristauro, ed al decoro diquesta Chiesa Parrochiale avertendoperò, che l’esecuzione del disegnostesso non trascenda la Summa di lirequarantamille, che unica possa fonda-tamente sperare dalle questue ed ele-mosine volontarie di già incovate, eche si anderanno facendo suplicando liNob. prelodati sogetti della loro diret-ta e indiretta assistenza, all’esecuzionesu mentovata, e d’essere Patrocinatori,e Difensori di questa Comunità, sinell’ecclesiastico che nel secolare im-partendoli ogni facoltà ut jura mundiper tutto quanto vi è contemplato allidiritti e vantaggi di questa Comunitàfavorevole. Qual parte presa e balotta-ta furono scossi voti Favorevoli N°133 Contrari N° 1 uno essendo il nu-mero intero N° 134 dopo la venutadell’Ecc.o Sig. Dottor Francesco Fu-stinoni, così che resta presa e publica-ta. Inerentemente alla precedente parterilevando questo Spettabile Consigliola necessità di quattro Caritatevoli Per-sone a ciò più avanzarsi nel laudabilesin qui operato per la necessaria que-stua tanto di denaro e di generi quantodi giornalieri ed alle quali oltre a talepia incombenza, resti addossato l’im-pegno d’invigilare al buon ordine del-la prosecuzione della Fabrica. L’an-derà parte colle quale resta stabilita lanomina di quattro probi sogetti a qualiresta impartita la facoltà di prestarsialla necessaria questua unitamente alliSignori Deputati della Fabrica nellecui mani deve rimanere il prodotto diessa ed a quali incombe, il registro edimpiego della medesima quali sogettipure, restano suplicati ad assistere e diartigliare (sic) alla Fabrica su mento-vata per il buon ordine della stessa, amaggior vantaggio della Chiesa che neè il sogetto. Qual parte presa e balotta-ta furono scossi voti Favorevoli N°132 C:2 così che resta presa e publica-

ta. Levato perciò lo scrutinio delli so-getti, che ne sono nominati furono liqui sottoscritti quali di questi resteran-no eletti li quattro che avranno mag-gior voti e furono perciò:Rev. Sig. Don Giacomo Lazzaroni convoti fav. 130 e contrari 1 uno,Rev. Sig. Giovanni Damiani con votifav. 114 e contrari 17,Rev. Sig. Don Giuseppe Damiani convoti fav. 130 e contrari 1 uno,Rev. Sig. Don Martino Binda con votifav. 117 e contrari 14,Rev. Sig. Don Marco Negri con votifav. 80 e contrari 51,Rev. Sig. Don Giovan Maria Sandricon voti fav. 41 e contrari 90,Rev. Sig. Don Giuseppe Pesenti convoti fav. 57 e contrari 74,Rev. Sig. Don Giuseppe Carrara convoti fav. 46 e contrari 85,Rev. Sig. Don Lorenzo Zanchi con vo-ti fav. 59 e contrari 72.

Restano eletti per l’assistenza comesopra li quattro Sacerdoti (dei nove vo-tati) per aver avute maggior N° di votifavorevoli:M. Rev. Don Giacomo LazzaroniM. Rev. Don Giuseppe DamianiM. Rev. Don Martino BindaM. Rev. Don Giovanni Damiani et illi-co publicati”

(Per la rinuncia del Deputato Loren-zo Damiani, viene eletta l’Ecc.a Sig.Dottor Maffio Marconi con 130 votifavorevoli e C. nessuno).”

Di seguito:“Vengono eletti 2 Signori: Ecc. a

Sig. Dottor Maffìo Marconi e il Sig.Michel Ruspini. Eleggono poi per di-fendere la parte della Parrocchia inqualsiasi caso di difficoltà e controver-sia un Deputato con Taglia di Ducati100 nella persona dell’Eoe. Sig. Dot-tor Giò. Marconi scelto tra quattroconcorrenti:

di cui: Ecc. dottor Francesco Zan-chi, Sig. Giò. Di Carlo Pesenti e Sig:Giò. Pasinelli.

F.to Evaristo Pesenti Nod. e Cancel-liere”.

LE VICENDE DELLA SOPRAELEVAZIONE DELLA CHIESA DI SAN LORENZO MARTIRE IN ZOGNO

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7APRILE 2004

di Elisabetta Musitelli

L’ANGOLODELLA PREVENZIONE

Ricostituenti, integratori e farmaci:perché dopare l’organismo per sport?In questi ultimi anni l’attività sportiva dei bambini e dei ragazzi

è aumentata sensibilmente, sia per le migliori condizioni di vita(alimentazione, abitazione, centri sportivi, condizioni economi-che famigliari) sia per le ricerche sullo sport nell’età evolutiva chesono stati fatte da associazioni sportive, Coni, aziende farmaceu-tiche, società scientifiche.

L’età d’inizio delle attività sportive agonistiche e non, è sensi-bilmente scesa: si inizia intorno ai 7-8 anni anche se non è con-temporaneamente migliorata l’alimentazione dei ragazzi, soprat-tutto per ciò che riguarda la prima colazione e gli spuntini. Natu-ralmente le richieste energetiche per un’attività sportiva media di4-6 ore settimanali sono maggiori e così, invece di modificarecomportamenti alimentari spesso errati o squilibrati, si ricercano“aiuti farmacologici” anche per i ragazzini. “Dottoressa, non po-trebbe darmi dei ricostituenti, delle vitamine per mio figlio, prati-ca sport...partecipa alle gare...la squadra è in campionato....e se glidessi gli integratori?- Condividiamo insieme alcune riflessioni,perché la richiesta di integratori è un segnale errato di come per-cepiamo lo sport, la medicina e tutto ciò che lo circonda.

Lo sport inteso come gioco in età infantile o come attività fisicain età giovanile, prima del completamento dello sviluppo pubera-le, è un’attività necessaria ed importante per un corretto sviluppopsico-fisico. Nella Grecia antica il gioco e lo sport erano attivitàdel Gymnasium e considerate principali modalità di apprendi-mento e di formazione dell’individuo. Purtroppo nella nostra so-cietà la competitività individuale o di squadra viene esasperata oaddirittura esaltata quando lo sport diventa occupazione totale,ossessiva e soprattutto quando è legata a fattori economici con glisponsor. Bisogna superare non solo i propri limiti, potenziando ilproprio organismo ma superare sempre l’avversario, perché la vit-toria della propria squadra o del proprio sponsor che compare sul-la maglietta, significa immediato guadagno, aumento di vendite econseguente ritorno economico per lo stesso sportivo.

Il doping, termine tecnico per indicare l’assunzione di sostanze(anabolizzanti, diuretici, stimolanti, analgesici) che alterino para-metri dell’organismo aumentando le potenzialità del corpo, è uncomportamento illecito, perseguibile penalmente.

Purtroppo dietro a molti record sportivi della storia ci sono casidi doping e l’ultimo tragico avvenimento di un famoso ciclista hariportato il problema alla ribalta della cronaca.

Vittorino Andreoli, noto psichiatra ed opinionista del costumesociale, ritiene che il doping più pericoloso per lo sport sia il de-naro, perché la corruzione, gli interessi economici, le spinte azien-dali nello sport hanno fatto scomparire nella società la moralità,cioè quella “legge morale dentro di me” di cui parlava Kant chedeve diventare legge di una comunità. Scrive Andreoli: “...unalegge che si può costruire se si decide di fare della vita un’espe-rienza di equilibrio e di saggezza e non un ring per furbi e per av-venturieri senza scrupolo”.

Certamente le vitamine, i ricostituenti servono e sono necessa-ri in diverse fasi della vita: pensiamo all’acido folico che nei pri-mi mesi di gravidanza previene il rischio di malformazioni nel si-

stema nervoso, all’assunzione di vitamina D per evitare il rachiti-smo, al ferro per le mamme in gravidanza spesso anemiche maqueste sostanze non sono necessarie per praticare uno sport! Unacorretta colazione mattutina (spesso evitata da ragazzi e adole-scenti), degli spuntini con frutta e yoghurt, pranzi regolari e varisono decisamente migliori di pastiglie, flaconcini, tisane, integra-tori in bottiglia.

Recenti studi americani ed europei hanno dimostrato che i mag-giori consumatori di multivitaminici erano figli primogeniti di fa-miglie in buone condizioni economiche, di madri colte, sposate,ricche e che avevano assunto vitamine in gravidanza. Di controbimbi di famiglie disagiate, con malattie ricorrenti, con precariesituazioni alimentari e famigliari, cioè i bimbi con necessità piùimpellenti, non ne assumevano affatto. Un recente studio effettua-to nel Lazio dal Coni, Università, Provveditorato agli Studi di Ro-ma, coinvolgente circa 12.000 studenti tra gli 11-13 anni ha di-mostrato che circa il 10-15% assumeva integratori per le attivitàsportive non agonistiche e ben il 7% assumeva creatina e ammi-noacidi.

La creatina è una molecola fondamentale per il metabolismoenergetico, è un derivato di alcuni amminoacidi (strutture sempli-ci che compongono le proteine) ed è presente per il 95% nei mu-scoli scheletrici. È una molecola che fornisce energia in manierarapida ed il fabbisogno è coperto in parte dall’alimentazione ed inparte dalla produzione endogena dell’organismo. Assunta in dosifarmacologiche potenzia l’attività muscolare ma induce diversi egravi effetti all’organismo.

In Italia la creatina è commercializzata secondo precise normeper gli sportivi, con Linee-guida precise e l’uso è controindicato asoggetti di età inferiore ai 12 anni. L’unione Europea ha inoltreevidenziato la mancanza di studi sicuri su bambini e ragazzi equindi l’utilizzo in questa fascia d’età è insicuro. Negli USA talemolecola non è indicata per soggetti di età inferiore ai 18 anni peri diversi e talvolta gravi effetti collaterali.

Purtroppo la mentalità corrente pensa di poter risolvere un pro-blema, un disagio, una difficoltà con un rimedio, una medicina, unpiccolo aiuto che serva per superare il pianto del lattante, l’insonniadel bambino, le difficoltà scolastiche del ragazzo, le tensioni pre-mestruali delle adolescenti, la carenza di massa muscolare neglisportivi, la delusione amorosa del giovane, la perdita di lavoro di unuom... insomma il salto dalle vitamine, ricostituenti, integratori,farmaci a qualcosa di “più forte” (alcool, pasticche, spinelli ecc.)per reggere fatiche, delusioni, sconfitte, è veramente breve.

Riprendiamoci in mano lo sport per ciò che deve essere: un’at-tività per migliorare lo sviluppo fisico e psichico dei ragazzi, deigiovani ed anche degli adulti, consci che solo uno su 40.000 di-venterà un campione da titoli sui quotidiani ma certi che qualsiasisport, compresa la camminata in montagna al passo che possiamopermetterci per età o allenamento, migliorerà noi stessi e la nostrapercezione del mondo.

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8 APRILE 2004

Liberati dalle schiavitù!Come è ormai tradizione, durante la

Quaresima si sono svolti i ritiri per ivari gruppi di ragazzi della catechesi, conla differenza che se per quelli delle ele-mentari il ritiro coincide con una mezzagiornata passata in Oratorio, per quelli piùgrandi delle medie consiste in un fine setti-mana da trascorrere fuori casa. Quest’annoi ragazzi di prima e seconda media sonostati a Frerola, come già in Avvento, e il te-ma del loro ritiro è ruotato attorno alla“scoperta delle loro schiavitù” e la sorpre-sa di Gesù “come colui che viene per scio-gliere le catene” e quindi liberarci da tuttele nostre schiavitù. Siamo partiti dalla sto-ria di Barabba e del buon Ladrone che pro-prio grazie all’amore di Gesù alla fine del-la vita scoprono la vera libertà. Alla luce diquei personaggi abbiamo cercato di capirequali sono le cose che ci imprigionano enon ci lasciano vivere da liberei, cioè comeGesù Cristo. Abbiamo scoperto quattro ti-pi di schiavitù: prima di tutto il nostro IO,che ci fa vedere solo noi stessi, che ci rin-chiude nell’egoismo e nell’indifferenzaimpedendoci di vedere che ci sono anchegli altri; in secondo luogo le COSE che ap-pesantiscono la nostra vita e che ci distrag-gono da ciò che è più importante: il voleresempre di più, il pretendere quello chehanno gli altri, il desiderare tutto quelloche ci propone la pubblicità non ci consen-te di camminare liberi nella vita. Abbiamoanche scoperto che gli ISTINTI sono unacatena forte che ci impedisce di muovercicon una certa libertà: la pigrizia, la non vo-

glia, il fare le cose solo quando “ci piace”,sono tutte delle piccole schiavitù che nonci lasciano maturare, che non ci permetto-no di crescere forti e robusti. E infine ab-biamo trovato che IL GIUDIZIO DEGLIALTRI ha una grande forza sulla nostra vi-ta e sulle nostre scelte; infatti molte volte cilasciamo condizionare da quello che fannogli altri e basiamo le nostre scelte sul giu-dizio degli altri.

Terminato questo lavoro su noi stessi,abbiamo dato sfogo ai nostri “istinti ani-maleschi” e ci siamo messi a tavola perpapparci tutte le cose buone che le nostremamme ci avevano preparato. Dopo cena

grande serata all’insegna dell’allegria concanti, danze, giochi e sfide...

Il mattino seguente siamo partiti a piedida Frerola per recarci alla bellissima chiesadi Pagliaro, dove è conservata una Cappel-la dedicata al Corpus Domini con affreschirappresentanti episodi principale della vitadi Gesù. Chi ha dipinto quegli affreschi nonè stato solo un bravo pittore ma certamenteanche un uomo di fede perché da quelle fi-gure noi abbiamo potuto cogliere una testi-monianza cristiana ancora molto attuale edai diversi episodi comprendere concreta-mente il messaggio centrale del Vangelo:un Dio che ama l’uomo fino a morire per luie che, grazie a quest’amore, non vuole chediventi schiavo di niente e di nessuno. Il la-voro della domenica mattina allora è statoquello prima di tutto di ascoltare una spie-gazione della storia di quegli affreschi e poidi sceglierne un paio, e guidati da alcunebrevi spiegazioni, riflettere e cogliere alcu-ni insegnamenti per la nostra vita. È statoun lavoro appassionante viste le riflessioniche si sono raccolte. Sì perché a conclusio-ne della mattinata ciascun ragazzo dovevaprendere un foglietto e scrivere, alla lucedelle diverse riflessioni, da quale schiavitùvoleva essere liberato e appendere questopensiero alla croce, segno massimo di li-bertà. Ne è uscita una croce dai mille colorie soprattutto dai tanti pensieri che invocanodal Signore l’aiuto e il coraggio a fuggire letentazioni di schiavitù e che chiedono agliadulti esempi concreti e testimonianze coe-renti per poter vivere in piena libertà.

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9APRILE 2004

Quale futuroper i bambini di oggi?

SCUOLA MATERNAPARITARIA CAVAGNIS

S pesso guardando i bambiniche oggi frequentano la

scuola dell’infanzia ci chiedia-mo quale futuro li attenderà.Porsi questo interrogativo signi-fica sollevarsi dai problemi con-creti che ogni giorno si trova adaffrontare e guardare le cosedall’alto: un atteggiamento ne-cessario se vuole conservare unavisione d’insieme del suo com-pito educativo e di conseguenzamettersi nella condizione di po-ter suscitare nei bambini atteg-giamenti e competenze necessa-ri per affrontare il futuro.

Il mondo è in una continuaevoluzione e trasformazione sianel campo economico, politico,sociale che in quello ambientale,tecnologico e culturale.

Chissà quanti altri mezzi ci sa-ranno nei prossimi anni per lacomunicazione, la circolazione,l’immagazzinamento delle in-formazioni. Con quali problemidovranno confrontarsi le nuovegenerazioni e quali effetti pro-durranno i grandi flussi migrato-ri che coinvolgono sempre più lenostre scuole dell’infanzia?

Con chi e come potranno e do-vranno socializzare i nostri figli?

A prima vista tutti questi inter-rogativi sembrerebbero non ri-guardare, più di tanto, gli educa-tori e tutte le persone che lavora-no con i bambini all’interno diuna scuola dell’infanzia o per lo meno queste persone po-trebbero solo definirsi impotenti spettatori, ma la scuola nonpuò sottrarsi alle sue responsabilità e deve chiedersi cosa es-sa può fare per coloro che stanno per entrare nel mondo deldomani. Appare opportuno sottolineare l’importanza che ri-vestono i quattro tipi fondamentali di apprendimento: impa-rare a conoscere cioè acquisire gli strumenti della compren-sione; imparare a fare, cioè essere in grado di agire creativa-mente nel proprio ambiente, imparare a vivere insieme inmodo da collaborare con gli altri in tutte le attività umane e

imparare ad essere, un progressoessenziale che deriva dagli altritre.

La scuola deve essere attentaai diritti umani, deve educare al-la pace e alla coscienza comuni-taria, deve operare per l’intercul-turalità, deve educare alla vita,deve insegnare il rispetto all’am-biente e alla conservazione dellesue risorse.

La scuola che vuole educarenel senso giusto della parola de-ve cercare di rafforzare le virtùmorali e non si deve limitareesclusivamente a sviluppare sin-gole competenze. Si preoccupidi coltivare i sentimenti di stupo-re, di meraviglia e di gratitudineche ci mettono poi in comunionecon tutte le cose.

Il bambino deve acquisire laconsapevolezza che lo sforzo sudi sé è arduo e bello perché lomette in condizione di sottrarsialle varie forme di schiavitù edessere, quindi sempre più libero.

Bisogna poi guardarci dal pe-ricolo di aggrapparci a delle mo-de pedagogiche che corrispon-dono solo ai bisogni di oggi e chelasciano il tempo che trovano eche ci fanno dimenticare che ilvero scopo dell’educazione ètentare di formare un uomo vero.Certamente tutto questo non si-gnifica ignorare l’anno in cui citroviamo e a voler privare il bam-

bino delle nuove tecniche messe a disposizione di tutti. Mail tecnico non è così urgente come oggi lo si vuol far crede-re, si tratta di riuscire a mettere al primo posto la persona ela funzione umana.

Non si deve dimenticare che la natura umana non cambiacon la stessa facilità dei computer, sarebbe errato procederecome se l’edificio intero fosse cambiato, mentre è solo il tet-to che prende l’acqua , come se i rami, il tronco e le basi delnostro albero fossero fragili e leggeri al pari dei petali e deifiori.

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10 APRILE 2004

Amministrare la complessità in ottica sociale per il bene comuneSenso e modalità dell’impegno dei cattolici in politica

CORSO DI FORMAZIONE ALL’IMPEGNO SOCIALE E POLITICO (FISP) Zogno, aprile/settembre 2004

N ella situazione socio - politica attuale,per quanto riguarda l’impegno politi-

co dei cattolici sono evidenti due fatti in-contestabili: la fine di quella che venivachiamata “unità dei cattolici” in politica, ela disaffezione all’impegno politico. L’e-sperienza di questi ultimi anni conferma difatto una stupenda crescita del volontariatoin tutti i campi, accompagnata però ad unacrescente disistima per la politica. Tra lecause principali di questa scarsa attenzionedei cattolici all’impegno politico c’è sicu-ramente la assenza negli ultimi decenni di

occasioni sistematiche per maturare unaadeguata cultura politica.La politica resta però un compito irrinun-ciabile e uno dei modi più elevati per ser-vire l’uomo. Anche la recente pubblicazio-ne del Documento della Congregazioneper la dottrina della fede su “cattolici e po-litica” conferma le indicazioni del magi-stero sulla necessità ed attualità della par-tecipazione diretta e dell’impegno dei cat-tolici nella vita pubblica e nella politica,sia per il progetto personale che per quellodella propria comunità; e sul dovere della

coerenza e della responsabilità per l’impe-gno e il comportamento dei cattolici nellavita politica.

Quale potrebbe essere dunque la sfidaattuale da raccogliere come cattolici? Daprimo, l’essere più convinti dell’importan-za dell’impegno politico. Poi la necessitàdi promuovere un impegno assunto alla lu-ce della fede. Si tratta dunque di affrontarele grandi questioni etiche, misurandoci conla complessità dei fenomeni politici, eco-nomici, sociali di oggi, valutandone la pra-ticabilità. Conosciuta la realtà che stiamovivendo si dovrà poi cercare di elaboraredelle proposte orientate al bene comune.

Il Vicariato di Brembilla/Zogno, e l’Uf-ficio diocesano per la Pastorale Sociale, haorganizzato un corso di formazione all’im-pegno sociale e politico articolato in duemoduli di tre serate ciascuno:• nel primo modulo vengono affrontati al-

cuni aspetti generali che rappresentano ilpresupposto fondamentale per un cristia-no impegnato in politica;

• nel secondo modulo vengono trattati alcu-ni degli aspetti applicativi che caratteriz-zano l’impegno effettivo di un ammini-stratore nella nostra realtà specifica locale.Il progetto si propone di sostenere la vo-

cazione ad un impegno politico e socialedelle persone che, come cristiani, intendo-no fare un servizio alla Comunità nell’am-bito delle istituzioni comunali.

Il percorso formativo si rivolge a perso-ne già impegnate o che intendono impe-gnarsi concretamente e direttamente neisingoli organi della vita amministrativa deiComuni, in particolare nei Consigli Comu-nali, nelle Giunte Municipali e nelle Com-missioni Comunali.

Come credenti, sebbene collocati in for-mazioni politiche diverse, abbiamo co-munque il dovere di dialogare e di aiutarcireciprocamente ad operare in coerenza coni valori condivisi: questa necessità, che di-venta oggi particolarmente urgente, richie-de un approfondimento dei criteri per il di-scernimento.

Gli incontri si terranno presso l’OratorioS. G. Bosco di Zogno dalle 20.30 alle22.30: dopo la relazione introduttiva è pre-visto un ampio dibattito.

Programma del corsoPRIMO MODULO: IL SENSO DELL’IMPEGNO.L’obiettivo è quello di mettere a fuoco i presupposti e i riferimenti etici e valoriali al-la base delle scelte di priorità che le persone impegnate a livello politico o ammini-strativo sono chiamate a sostenere nell’ambito dei rispettivi livelli di competenza eresponsabilità.

MARTEDÌ 20 APRILE 2004Locale e globale: persone e progetto politico.Relatore: Prof. Felice RizziUniversità di Bergamo

MARTEDÌ 27 APRILE 2004Modelli culturali e priorità delle scelte.La necessità di condividere e la responsabilità di decidere.Relatore: don Francesco PoliDirettore dell’Ufficio per la Pastorale Sociale della diocesi di Bergamo

MARTEDÌ 4 MAGGIO 2004Il progetto della nostra comunità e il bene comune.Relatore: dott. Marco ParisiOperatore sociale

Un secondo modulo di incontri si svolgerà nel mese di settembre 2004.Moderatore: Dott. Gianfranco CamponuovoCollaboratore dell’Ufficio per la Pastorale Sociale della diocesi di Bergamo

Segreteria operativa:Oratorio S. G. Bosco - Tel. 0345/91138Via 11 febbraio 24019 Zogno.e-mail [email protected]:Ufficio per la Pastorale Sociale (UPS)Piazza Duomo, 5 - 24129 Bergamo Tel. 035 278209 - Fax 035/278250e-mail: [email protected] http://digilander.libero.it/pastoralesocialebg/

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11APRILE 2004

Presentazione nota dottrinale: impegnoe comportamento dei cattolici in politica

di DON FRANCESCO POLI

1. La Nota dottrinale circa alcune questioni riguardantil’impegno e il comportamento dei cattolici in politica è

stata pubblicata il 16 gennaio 2003. Redatta dalla Congrega-zione per la Dottrina della Fede, con la firma del Prefetto card.Ratzinger, il 21 novembre dell’anno scorso è stata approvatada Giovanni Paolo II. La Nota è indirizzata ai vescovi dellaChiesa cattolica e, in special modo, ai politici cattolici e a tut-ti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblicae politica nelle società democratiche. Ha perciò un carattereuniversale e generale e non è attenta soltanto alla situazionepolitica di una particolare nazione.

2. La Nota rileva anzitutto che le attuali società democra-tiche richiedono nuove e più ampie forme di partecipa-

zione alla vita pubblica da parte dei cittadini, cristiani e noncristiani (n°1). In un momento in cui, in molti Paesi democra-tici, c’è un forte assenteismo politico, questo richiamo all’im-pegno politico mi sembra importante. Cosa si prefigge? Essanon pretende di ricordare l’intero insegnamento della Chiesasull’impegno politico dei cattolici, ma soltanto di “richiama-re alcuni principi propri della coscienza cristiana che ispira-no l’impegno sociale e politico dei cattolici nelle società de-mocratiche. E ciò perché in questi ultimi tempi sono emersiorientamenti ambigui e posizioni discutibili, che rendono op-portuna la chiarificazione di aspetti e dimensioni importantidel tema in questione”(n°1).

3. Problema di fondo affrontato è quello del “relativismoculturale”, che teorizza e difende il “pluralismo etico”,

il quale “sancisce la decadenza e la dissoluzione della ragio-ne e dei principi della morale naturale”. Questo pluralismoetico, secondo alcune dichiarazioni, sarebbe “la condizioneper la democrazia” (n°2). A questo punto la Nota rileva come“la storia del XX secolo basta a dimostrare che la ragione stadalla parte di quei cittadini che ritengono del tutto falsa la te-si relativista secondo la quale non esiste una norma moraleradicata nella natura stessa dell’essere umano, al cui giudiziosi deve sottoporre ogni concezione dell’uomo, del bene comu-ne e dello Stato”. Se non esiste alcuna norma morale, comecondannare i crimini per esempio compiuti dai nazisti? Siamoalla morale relativa e soggettiva...

4. Contro il relativismo morale, la Nota ricorda che esisteuna morale naturale assoluta e oggettiva, perché fon-

data sulla dignità, sull’intangibilità e libertà della personaumana. È una morale naturale non “confessionale” perché i“valori” di riferimento in quanto radicati nell’essere umanonon sono “confessionali”. La dottrina della Chiesa conferma etutela sempre e dovunque tali valori senza “confessionalizzar-li”. Infatti indipendentemente da una Fede l’uomo deve essereconsiderato sempre come fine e mai come un mezzo. La mo-rale naturale è fondata sul valore assoluto dell’uomo.

5. La Nota si richiama ad una “retta concezione della per-sona” rilevando che la struttura democratica su cui si

fonda uno Stato moderno sarebbe molto fragile se non ponessecome fondamento al centralità della persona. Proprio in basealla retta concezione della persona, il cattolico che partecipa al-la vita politica “è chiamato a dissentire da una concezione delpluralismo in chiave di relativismo morale, nociva per la stes-sa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri esolidi, vale a dire, di principi etici che per la loro natura e peril loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono nego-ziabili” (n°3). Con ciò non si intende limitare la libertà del cat-tolico nella sua attività politica. Infatti il cattolico nella sua at-tività politica deve sempre tutelare e promuovere la dignità del-la persona e le esigenze del bene comune secondo i principiodel fede cristiana e la legge morale naturale, è libero di sceglie-re tra le azioni compatibili con la fede e la legge naturale, quel-la che meglio si adegua alle esigenze del bene comune. A con-dizione che siano moralmente accettabili, si possono perciòavere opinioni diverse, ugualmente legittime anche se diversa-mente fondate, sul modo di realizzare concretamente, in un da-to momento storico, il bene della persona e della società.

6. Nel loro agire politico, i cristiani devono comportarsida cattolici “laici”. Il termine “laico” applicato al cat-

tolico che fa politica significa che egli non agisce come rap-presentate della Chiesa o curatore di interessi religiosi, maagisce nella sfera civile in vista del bene comune del suo Pae-se, a vantaggio di tutti i cittadini, cristiani e non cristiani. La“laicità”, intesa come autonomia della sfera civile e politica(non quella morale!) da quella religiosa ed ecclesiastica è unvalore acquisito e riconosciuto dalla Chiesa (n°6). Come allo-ra giustificare gli interventi della Chiesa quando dice ai po-litici cattolici come essi devono comportarsi nel fare politica?La Nota risponde: “Con il suo intervento in questo ambito, ilMagistero della Chiesa non vuole esercitare un potere politi-co né eliminare la libertà di opinione dei cattolici su questio-ni contingento. Esso intende invece - come è suo proprio com-pito - istruire e illuminare la coscienza dei fedeli, soprattuttodi quanti si dedicano all’impegno nella vita politica, perché illoro agire sia sempre al servizio della promozione integraledella persona e del bene comune” (n°6).

7. In recenti circostanze, anche all’interno di alcune as-sociazioni e organizzazioni di ispirazione cattolica,

sono emersi orientamenti a sostegno di forze e movimenti po-litici che su problemi etici fondamentali hanno espresso posi-zioni contrarie all’insegnamento morale e sociale della Chie-sa. (n°8).

8. Proprio in base al “pluralismo etico”, fondato sul relati-vismo, si assiste oggi a tentativi legislativi che inten-

dono frantumare l’intangibilità della vita umana. In →

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C risto ha legato la sorte dei poverialla venuta del suo regno, ed ogni

indicazione pratica che vuol trarre dal-la sue parole, ogni prassi che si vuoltrarre dalle sue parole passa prima dal-la dichiarazione del che casa intendeaffermare con il concetto di regno diDio. La chiesa è sulla terra solo il «ger-me e l’inizio di questo regno» (LumenGentium n°5) senza affermare che aipoveri la beatitudine viene offerta co-me parola buona, come felicitazioneda gustare subito, ma la loro promessaè il Regno;ed esso cresce gradualmen-te , come un seme in quel campo di Dioche è la chiesa.

È strano notare come i teologi sianoi più critici nella distinzione tra la chie-sa dal Regno di Dio, fino a separarlisiano poi quelli che la rimproverano dipiù di non riuscire a raggiungere quisulla terra la beatitudine dei poveri.

Le beatitudini sono per loro naturastrutturalmente paradossali: perché ri-chiedono a coloro che stanno soffrendoora di essere felici ora perché essi sonoeredi di un Regno che verrà. Per megliodire di un regno che è già iniziato e pre-sente nella stessa persona del suo re , diCristo: nella sua compagnia. Solo conCristo, il Regno di Dio si comunica aipoveri, senza Cristo il povero è irrime-diabilmente sconfitto , infelice e tradito.Qualunque movimento di liberazionedei poveri che prescinda dalla presenzae dall’invocazione a Cristo finisce pertradirli . Al contrario, qualunque attività

dia loro il conforto e la compagnia diCristo è nella direzione della loro auten-tica felicità.

Il vangelo di Luca con l’affermazio-ne: “beati voi poveri” pretende appun-to di identificare come destinatari dellaparola di Gesù i cristiani. Mentre ilVangelo di Matteo affermando “beati ipoveri in ispirito ”dice la stessa cosa,chiarendo che la povertà dell’uomo peressere vinta esige un cuore disponibilea fidarsi di Dio come ai bambini . Il Re-gno viene poveramente , come poveroCristo e come poveri saranno i suoi di-scepoli.

Questa ultima affermazione , potreb-be essere utilizzata a supporto delle tesisostenute dai moderni teologi della libe-razione, il rischio cioè di attivare nellastoria un meccanismo di giustificazioneideologica , idealizzatrice della povertà.Questo può anche capitare che l’annun-cio del Vangelo, si presti ad utilizzi ideo-logici in quanto messaggio indifeso, of-ferto alla libertà del cuore: se esso desi-dera veramente la conversione, l’annun-cio cambia la vita; se rifiuta la conver-sione l’annuncio può rischiare di essereideologicamente strumentalizzato.

A tutte le manipolazioni ideologi-che, la chiesa può rispondere solamen-te con la purificazione e l’approfondi-mento della Parola .

È indispensabile ripercorrere un iti-nerario di purificazione di alcuni con-cetti, iniziando con un’affermazionevolutamente provocatoria: al principio

era al povertà. Al principio era la po-vertà creaturale, ed era tutta la nostraricchezza. La letteratura biblica esem-plifica questo concetto nel salmo 38:

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12 APRILE 2004

LE BEATITUDINI

Presentazione nota dottrinale: impegno questo contesto i cattolici hanno il

diritto/dovere di intervenire per richia-mare al senso più profondo della vita edella responsabilità che tutti possiedonodinanzi ad essa. (n°4). In particolarequanti sono impegnati in compiti legisla-tivi, hanno il “preciso obbligo di oppor-si” ad ogni legge che risulti un attentatoalla vita umana. In altre parole, quando

si tratta di “principi morali che non am-mettono deroghe, eccezione e compro-messi - come sono le leggi civili che le-galizzano l’aborto, l’eutanasia e l’im-piego di embrioni umani a scopo tera-peutico e di ricerca - i credenti devonosapere che è in gioco l’essenza dell’ordi-ne morale, che riguarda il bene integra-le della persona” (n°4). Si tratta di esi-

genze etiche fondamentali e irrinuncia-bili che impegnano in maniera assai for-te la responsabilità dei politici cattolici.(cf. Evangelium vitae n°73). Leggi deltipo aborto, eutanasia... non creano al-cun obbligo per la coscienza, ma solleva-no un preciso obbligo di opporvisi me-diante l’obiezione di coscienza. Però,quando non fosse possibile scongiurare

LA POVERTÀLa povertà della cre

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“ Rivelami Jaweh, la mia fine quale sia la miseria dei miei giornie saprò quanto effimero io sia.Ecco di pochi palmi hai fatto i miei giorni

la mia durata è un nulla davanti a Te si,come soffio è ogni uomoSì come ombra è l’uomo che passasì come soffio si agitaaccumula e non sa che erediterà...”

L’uomo sperimenta la povertà legataalla sua naturale e miserevole condi-zione di peccato e di esistenziale fragi-lità, ma coglie che al principio la po-vertà creaturale dell’uomo era la suainfinita ricchezza nel senso che egli fu“un niente” che ricevette tutto in dono,a partire dalla sua stessa esistenza. Lostesso San Agostino riprende nelleConfessioni (13,1) questo concetto:“Prima che esistessi tu eri. E io invecenon ero, e così non potevo riceverel’essere. Eppure eccomi, io esisto perla tua bontà che mi pervenne,facendotutto ciò che mi hai fatto. La stessa san-ta Teresa di Lisieux ha espresso gioio-samente il proprio nulla creaturalequando affermava che per “assaporarenell’intimo una vera gioia, al vederequello che (si) è agli occhi di Dio: unpovero piccolo nulla”. Il principio èstato inquinato dal peccato originale:separandosi dalla parola e dalla vital’uomo sperimentò più la sua povertàesistenziale come capacità di ricchezzaillimitata, bensì come brama di posses-so e tentativo di strappare il frutto del-la vita e della conoscenza.

Da questa matrice malata nascono ipoveri e i ricchi come li definisce Ber-nanos nella sua opera “diario di un cura-to di campagna”; uomini che si fabbri-

chino idoli compensatori della propriapovertà infelice e uomini che diventanostrumento della ricchezza altrui: l’idoloinfatti vuole vittime. Al contrario, la ri-sposta salvifica del Creatore è quella diuscire dalle sue ricchezze per condivi-dere tutta la povertà umana è espressanella lettera ai Filippesi al cap (2, 6-8)“pur essendo Dio, non considerò comegeloso possesso la sua divinità, ma spo-gliò se stesso assumendo la condizionedi servo, divenendo simile agli uomini;apparso in forma umana, umiliò se stes-so, facendosi obbediente fino alla mortee alla morte di croce”. Ciò che è acca-duto in una persona concreta: Cristo e,da lui ha raggiunto e raggiunge tutti ipoveri attraverso i legami che essi han-no con la sua persona da quelli ontolo-gici (Il verbo si è unito in un certo qualmodo ad ogni uomo) a quelli ecclesiali -sacramentali (nel popolo di Dio) e quel-li missionari (attraverso coloro che egliinvia nel mondo) a quelli spirituali rea-lizzati dal libero dono e influsso del suospirito). Quando gli uomini hanno oscu-rato la povertà creaturale e il volto diDio e di Cristo, e l’esistenza della suapersona, divina e incarnata, e la suaesperienza di beata crocifissa povertà,anche quando hanno messo in moto am-pi processi sociali di liberazione, tuttoquesto ha sempre ottenuto la sostituzio-ne di una forma di povertà con un’altra.Lo stesso accade quando Cristo diventasimbolo dei poveri, anziché il loro sal-vatore.

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13APRILE 2004

e comportamento dei cattolici in politicao abrogare una legge di quel tipo, unparlamentare potrebbe lecitamenteoffrire il proprio sostegno a propostemirate a limitare i danni di una talelegge e a diminuirne gli effetti negati-vi. Ovviamente ci si deve muovere conestrema prudenza.

9. Tra le esigenze etiche fondamen-tali e irrinunciabili, dopo l’abor-

to, l’eutanasia, il rispetto dell’embrione,la Nota pone, in primo luogo la tutela e lapromozione della famiglia, fondata sulmatrimonio monogamico e tra persone disesso diverso. Il documento insite poisulla necessità di garantire ai genitori lalibertà di educazione per i propri figli;sulla tutela sociale dei minori, sulla libe-razione delle vittime delle moderne for-

me di schiavitù (droga, sfruttamento del-la prostituzione), sul diritto alla libertàreligiosa, su uno sviluppo dell’economiache sia a servizio della persona e del be-ne. Infine la Nota si sofferma sul dram-matico problema della pace che “è sem-pre frutto della giustizia ed effetto dellacarità” (n°4).

Don Francesco Poli

À DEI POVERIeatura davanti a Dio

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14 APRILE 2004

Il Cardinal Furietti e la riscopertadella letteratura bergamasca

P er il giovane sacerdote Giuseppe AlessandroFurietti far carriera nella curia pontificia a

Roma doveva essere difficile, perché era di fami-glia estranea all’ambiente capitolino e apparte-nente alla piccola nobiltà di provincia. Il riscattoda questa situazione il Furietti lo trovò nell’impe-gno letterario. Il primo intervento a questo propo-sito fu del 1720, quando l’abate aveva già 36 an-ni e si trattò della collaborazione al progetto dipubblicazione dell’intera opera di Torquato Tas-so, che costituiva il primo tentativo in Italia distampare l’opera omnia di uno scrittore. Il pro-getto, dell’amico Giovanni Bottari, prevedevache Furietti recuperasse manoscritti inediti delpoeta. La ricerca del Furietti si concentrò su alcu-ne biblioteche private romane e bergamasche. Inparticolare Furietti riuscì a scovare alcune poesiedel nostro maggiore poeta conservate da alcune famiglie aristocrati-che presso cui Torquato aveva trovato rifugio durante brevi periodidella sua travagliata esistenza. Purtroppo le lettere conservateci delFurietti non permettono di comprendere l’ampiezza del suo contri-buto alla pubblicazione del Bottari, ma il pubblico ringraziamentoall’amico presente nell’Introduzione ci fa supporre che il contributofu consistente. Pubblicata la raccolta Opere di Torquato Tasso col-le controversie sopra la Gerusalemme Liberata divise in sei tominel 1724, l’impegno letterario di Furietti continuò con altre scoper-te tassiane: per esempio, presso la Biblioteca Nazionale di Firenzeesiste una breve poesia trascritta dal Furietti e attribuita al Tasso,che risulta tuttora inedita, Una donna vid’io, che in grembo avendo.Nel corso della stessa ricerca Furietti ritrovò anche il Registro dellaSegreteria del già Cardinale Albani, che contiene parte della corri-spondenza tenuta dal Maurizio Cattaneo a nome del cardinale ber-gamasco Gian Gerolamo Albani, personalità del secondo ‘500 dicui avrebbe trattato poi ampiamente il nostro Belotti nella Sacrilegafaida bergamasca. Il Furietti avrebbe vo-luto pubblicare l’intero volume che com-prendeva anche 30 lettere di TorquatoTasso, ma non riuscì, forse a causa delcosto, in un periodo in cui lo stesso sacer-dote era impegnato in attività parecchiodispendiose.

Se questi iniziative sono pressochéignote, famosa è invece la pubblicazionenel 1722 da parte del Furietti delle operedi due scrittori bergamaschi del Quattro-cento in lingua latina, Gasparino Barziz-za e suo figlio Guiniforte. L’importanzadi questa edizione sta innanzitutto nel fat-to che riportò all’attenzione degli studio-si due degli umanisti di maggiore famadel primo Quattrocento, e non solo a li-vello italiano. Si consideri infatti chel’Epistolarum libri di Gasparino fu il pri-mo libro stampato in Francia quando, nel

1470, due professori della Sorbona, Jean de laPierre e Guillaume Fichet chiamarono dalla Ger-mania alcuni stampatori per pubblicare libri sco-lastici destinati ai loro allievi. A livello europeo,quindi, un’opera di un autore bergamasco seguìimmediatamente la Bibbia stampata in Germaniae la grammatica latina stampata in Italia. L’inte-resse suscitato dal lavoro di Furietti spinse moltistudiosi del ‘700 a recuperare il meglio della pro-duzione cosiddetta umanistica, tanto che la mag-giore pubblicazione in questo settore, le Epistu-lae latinae di Ambrogio Traversari, pubblicatecon una stupenda introduzione sulla letteraturaitaliana in lingua latina da Lorenzo Mehus nel1759, venne dedicata proprio al neocardinale Fu-rietti. Di Gasparino Barzizza, il Furietti pubblicòanche una biografia in latino particolarmente ap-

prezzata sia per lo stile, sia per le informazioni riportate, che per-mettevano di conoscere lo sviluppo culturale dell’ambiente lombar-do del ‘400. A dimostrazione dell’importanza dell’operazione delFurietti, l’Opera dei due Barzizza curata dal nostro cardinale è stataristampata in anastatica nel 1969.

Sempre il cardinale raccolse le opere latine di altri scrittori berga-maschi, che però preferì affidarne la pubblicazione al giovane PierAntonio Serassi, insegnante e bibliotecario di Bergamo e in seguitosegretario dello stesso Furietti. Tra questi letterati troviamo BasilioZanchi, vissuto nel primo ‘500 e cugino di Grisostomo, poi aderentealla riforma protestante. Basilio, monaco lateranense, fu ritenuto tramigliori poeti in lingua latina del suo tempo. Ancor più interessantela pubblicazione dell’opera omnia di Marc’Antonio Fontana di Palo-sco, anch’egli buon poeta in lingua latina, vissuto nel secondo ‘500.L’opera del Fontana fu pubblicata sempre a cura del Serassi, ma pre-ceduta da una biografia latina composta dal Furietti.

I singoli tentativi da parte del Furietti e dei suoi più stretti colla-boratori di raccogliere opere di bergama-schi, di correggerne i testi e di pubblicar-ne i migliori con un’ampia introduzione,sembrano orientati a riscoprire le tappefondamentali della cultura letteraria ber-gamasca. Questa operazione avrebbe do-vuto essere accompagnata anche dalla ri-scoperta delle tracce lasciate dal mondoromano nella bergamasca, come peresempio le lapidi, e dalla riscrittura dellanostra storia. Lo scopo ultimo doveva es-sere la rivalutazione dei bergamaschi a li-vello nazionale, allora scarsamente consi-derati, a cui si doveva giungere anche tra-mite il miglioramento delle scuole berga-masche e la fondazione di una bibliotecapubblica, fatto, quest’ultimo, che saràrealizzato proprio grazie al lascito testa-mentario del cardinale Furietti.

Ivano Sonzogni

Frontespizio dell’opera di Gasparinoe Guiniforte Barzizza

pubblicata a cura del Furietti

Biblioteca Nazionale di Firenze, autografo di Furietticon poesia tuttora inedita di Torquato Tasso

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15APRILE 2004

I doni del Crocifisso RisortoI quattro racconti evangelici della risurrezione hanno sostanzialmente le medesime preoccupazioni: sottolineare larealtà della risurrezione, indicare il modo nuovo di incontrare il Signore, ricordare i doni del Crocifisso risorto.Per quest’ultimo tema ci sembra particolarmente significativo il racconto di Giovanni. I doni del Risorto sono al tem-po stesso le tracce della risurrezione e le qualità dell’uomo nuovo. Costituiscono un vero e proprio itinerario di fede.

N ella prima apparizione di Gesù ai discepoli(20,19-21) nessuno è indicato per nome. Si

dice semplicemente “i discepoli”, con l’articolo.Si sottolinea però il loro stato d’animo: “Le por-te erano chiuse per paura dei giudei”. Che cosali spaventa al punto da sbarrare le porte? Temonoche i giudei vengano ad arrestarli? L’evangelistanon si attarda sulle nostre domande. Gli interes-sa dirci che la paura era forte e concreta: è lapaura di fronte a qualcosa che può usarci violen-za e farci male.

La paura è un sentimento che, che ha letto il van-gelo di Giovanni, già conosce. Infatti durante lalettura ha incontrato la paura della folla che nonosa parlare in pubblico di Gesù (7,13); la pauradei genitori del cieco guarito che temono le rea-zioni dell’autorità (9,22); la paura di alcuni no-tabili che non hanno il coraggio di dichiararsi pertimore di essere espulsi dalla sinagoga (12,42). Intutti i casi la paura è suscitata dalle autorità, chesono avversi e ostili nei confronti di Gesù. Questovale anche nel nostro caso. La novità è che qui adessere impauriti sono gli stessi discepoli.

La paura viene dall’esterno, ma se può en-trare nel cuore dell’uomo è unicamente perché vi

trova un punto di appoggio. Non serve perciòchiudere le porte. La paura entra nel profondo sesi è ricattabili, se qualcosa ci importa più di Ge-sù. Ma ora che il Signore è risorto non c’è piùragione di avere alcuna paura. Persino la mor-te è vinta: di che cosa avere paura?

In questo racconto di apparizione l’iniziativaè unicamente di Gesù. I discepoli non l’atten-dono né la cercano. Gesù “viene”, e si fa ricono-scere con i segni della Croce: il fianco e le manitrafitte. Per farsi riconoscere il Risorto sceglie isegni della crocifissione. Per mostrare le traccedel suo martirio Gesù non è tornato indietro. So-no i segni della Croce che lo accompagnano nel-la sua nuova condizione. La risurrezione non fadimenticare la Croce: la trasfigura. I segnidella sua passione sono ancora visibili, perchésono proprio loro a indicare l’identità del Risor-to e a indicare la strada che il discepolo deve per-correre per raggiungerlo.

Giovanni ha terminato il racconto della croci-fissione citando la Scrittura: “Volgeranno losguardo a colui che hanno trafitto” (19,37). Orai discepoli sono invitati a farlo, non solo però ri-cordando l’avvenimento della Croce, un av-

Pace e gioia

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luo-go dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro edisse: “Pace a voi! ”. Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono alvedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, an-ch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo;a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dis-sero allora gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Ma egli disse loro: “Se non vedonelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia ma-no nel suo costato, non crederò”.

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. VenneGesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Poi disse a Tommaso:“Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e nonessere più incredulo ma credente!”. Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù glidisse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”.(Giovanni 20,19-26)

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16 APRILE 2004

venimento passato, che sopravvive soltantonella memoria, bensì scorgendo quell’avve-nimento proprio ora, nel tempo presente,sul volto del Signore risorto. Del fianco tra-fitto l’evangelista ci ha parlato nel raccontodella Crocifissione, non però delle mani tra-fitte, che compaiono qui per la prima volta.Sono le mani a cui il Padre ha affidato ognicosa (3,35; 13,3), e sono le mani che hannolavato i piedi dei discepoli. Mani che tuttohanno ricevuto e che tutto hanno ridonato.Mani che tengono strette le pecore che il Pa-dre gli ha affidato, al sicuro, come si tienestretta una cosa preziosa e molto amata, chenon si vuole in nessun modo perdere: “Io dòloro la vita e non andranno mai perdute e nes-suno le rapirà dalla mia mano” (20,28).

“Pace a voi” è il saluto del Signore risorto.La pace è un dono già promesso in due occa-sioni precedenti. La prima dopo la promessadello Spirito consolatore (14,27): “Vi lascio lapace, vi dò la mia pace. Non come la dà ilmondo, io la dò a voi”. La seconda volta in16,33: “Vi ho detto queste cose perché abbia-te pace in me. Voi avrete tribolazioni nel mon-do, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mon-do”. In entrambe le citazioni la pace è descrit-ta come un dono di Gesù, addirittura comeuna partecipazione alla pace di cui egli stessogode (“la mia pace”). Per questo è una pacediversa da come la dà il mondo: diversa nellanatura e nel modo con cui viene proposta. Di-versa perché dono di Dio, non conquista del-la buona volontà dell’uomo. Diversa, perchéva alla radice: là dove l’uomo decide la scel-

ta della menzogna o della verità. Diversa per-ché è una pace che sa pagare il prezzo dellaverità: è la pace vissuta dal Crocifisso. Di-versa perché può essere persino nascosta nelsuo contrario, cioè nella persecuzione. Neidue passi citati questo tratto è esplicitamentedetto. La pace di Gesù non promette di eli-minare la Croce -né nella vita del cristianoné nella storia del mondo -ma rende certi del-la sua vittoria: “Io ho vinto il mondo” (16,33).

I discepoli passano dalla paura alla gioia:“Si rallegrarono al vedere il Signore”. Comela pace, anche la gioia è un dono che Gesù hapromesso: “Rimanete nel mio amore... Questovi ho detto perché la mia gioia sia in voi e lavostra gioia sia perfetta” (15,11). La gioia èun dono di Gesù, una partecipazione allasua stessa gioia (“La mia gioia sia in voi”).Non ci sono due gioie differenti, una per Dioe una per l’uomo. Si tratta sempre, in un casocome nell’altro, di una gioia che affonda lesue radici nell’amore: “Rimanete nel mioamore”. Ed è una gioia che passa attraversola Croce. La gioia non sta nell’ assenza dellaCroce, ma nel comprendere che il Crocifisso èrisorto. La fede permette una diversa letturadella Croce e del dramma dell’uomo. Pace egioia sono al tempo stesso il dono del Risortoe le tracce per riconoscerlo. Ma occorre in-frangere l’attaccamento a se stessi. Solo co-sì non si è più ricattabili e si viene liberati dal-la paura. La pace e la gioia fioriscono nella li-bertà e nel dono di sé, due condizioni senzale quali è impossibile alcuna esperienza dellapresenza del Risorto.

G esù non dona soltanto la pace e la gioia,ma trasforma i suoi discepoli impauriti

in missionari coraggiosi e dona loro lo Spi-rito Santo.

Spirito e missione sono strettamente le-gati: non è pensabile la missione senza il do-no dello Spirito, così come non è pensabilequalsiasi altra forma di testimonianza. Il com-pito dello Spirito è di rendere contemporaneae credibile, in ogni tempo e luogo, la Parola diGesù. Lo Spirito è la contemporaneità di Ge-sù. Senza questa perenne contemporaneitànon si potrebbe in alcun modo parlare di mis-sione: le parole e le opere di Gesù resterebbe-

ro chiuse nel loro passato, come una memoriainerte. Senza lo Spirito l’uomo resterebbe im-potente, incapace di capire, di annunciare, dientrare nel mondo di Dio.

“Gesù soffiò su di loro” (20,22). Il gesto èun simbolo conosciuto nell’Antico Testamen-to ed esprime l’idea di una creazione rinno-vata. Viene usato per la creazione di Adamo(Gen 2,7; Sap 15,11). Nella grande visionedel capitolo 37 di Ezechiele (la visione di unacomunità di morti che diventa finalmente unacomunità di viventi), si legge: “Dice il Signo-re Iddio: “Spirito, vieni dai quattro venti esoffia su questi morti perché rivivano””

I doni del Crocifisso Risorto

Lo spirito, la missione e il perdono

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(37,9). Soltanto lo Spirito di Dio è capace di ri-creare l’uomo e di strapparlo dal peccato.

Gesù non dona lo Spirito solo in vista dellamissione, ma anche -e si direbbe ancora più di-rettamente -in vista del perdono dei peccati(20,23). Viene posta una stretta relazione fra loSpirito, la comunità dei discepoli e il perdono.La remissione dei peccati è una trasformazioneche solo lo Spirito può compiere, non i discepo-

li lasciati a se stessi. Ma lo Spirito agisce trami-te i discepoli. Il perdono discende dalla forzadello Spirito del Risorto, che però si attua nellacomunità e attraverso la comunità. L’eserciziodel perdono è presentato come un giudizio: ri-mettere e ritenere. La misericordia non è senzala verità, e la potenza dello Spirito non sopprimelo spazio della libertà. Il peccato è sempre pos-sibile e sempre va riconosciuto.

N ella prima venuta di Gesù in mezzo ai di-scepoli tutto si svolge positivamente. Si di-

rebbe una scena ideale. I discepoli subito rico-noscono il Signore e gioiscono nel vederlo.Nessuna traccia di dubbio o di qualsiasi altraforma di perplessità. Ma è un quadro ottimisticoche non corrisponde completamente alla realtàdei fatti e al cammino di fede dei discepoli. Gio-vanni concentra il tema del dubbio e del suo su-peramento in due scene contrapposte (primal’incredulità e poi la fede), attorno a un solo per-sonaggio: Tommaso.

I discepoli raccontano a Tommaso la visitadel Risorto, ma il loro annuncio gioioso cadenel vuoto. Avverrà anche molte altre volte neltempo della Chiesa. Tommaso non si lascia con-vincere. All’annuncio degli altri discepoli, eglicontrappone la sua puntigliosa e drastica condi-zione: vuole personalmente vedere e toccare.La sua è un’ esigenza di verità e il suo dubbionon è il segno di un rifiuto aprioristico. Tanto èvero che, appena vede il Signore, lo riconoscesenza toccare il segno dei chiodi né mettere lamano nel costato.

Nella scena in cui Gesù appare, presenteTommaso, l’attenzione è tutta rivolta al brevedialogo fra il Signore e Tommaso. Gli altri di-scepoli sono presenti, ma assistono come testi-moni immobili e silenziosi. Aveva chiesto ditoccare i segni della Croce, ma ora gli basta ve-derli. Riconosce il Risorto nel Crocifisso, unriconoscimento pieno, il più alto ed esplicitodell’intero vangelo: “Il mio Signore e il mioDio”. Questa confessione di Tommaso nonesprime soltanto il riconoscimento, ma l’appar-tenenza, lo slancio e l’amore. Non dice “Signo-re Dio”, ma “il mio Signore e il mio Dio”. Si po-trebbe “ritradurre” così: “Sei il mio unico Si-gnore e il mio unico Dio”.

Tommaso ha conosciuto il dubbio, ma questo

non gli ha impedito di giungere, primo fra gliapostoli, a una fede piena. Non raramente ancheuna grande fede passa attraverso il dubbio.Nell’esperienza di Tommaso c’è stata, però, unapretesa in qualche modo superflua, dalla qualeoccorre purificarsi: “Perché mi hai visto hai cre-duto”. Tommaso avrebbe potuto (e dovuto) cre-dere fidandosi della testimonianza apostolica,senza pretendere altra assicurazione. L’assicura-zione gli è stata accordata, ma in via eccezionale:la normalità della fede riposa sul fondamentodell’ascolto. “Beati quelli che senza aver vistohanno creduto”: è questa la seconda beatitudinedel vangelo di Giovanni. La prima è la beatitudi-ne del servizio, che conclude l’episodio della la-vanda dei piedi (13,17). La seconda è per la fedeche sa credere senza pretendere di vedere.

L’episodio di Tommaso segna il punto di pas-saggio dalla visione alla testimonianza. Siapre così sul tempo della Chiesa. Credente è orachi, superato il dubbio e la pretesa di vedere, ac-cetta la testimonianza autorevole di chi ha vedu-to. Per i discepoli visione e fede erano abbinate,ma ora, nel tempo della Chiesa, la visione nondeve più essere pretesa: basta la testimonianzaapostolica. Ciò non significa che ora al creden-te sia preclusa ogni personale esperienza delCristo risorto. Tutt’altro. Gli è offerta l’espe-rienza della gioia, della pace, del perdono deipeccati, della presenza dello Spirito, della mis-sione. Ma la storia di Gesù deve essere accetta-ta grazie alla testimonianza di chi lo ha incon-trato. La visione storica non è più ripetibile, in-vece la comunione di fede con il Signore è sem-pre possibile e attuale. La storia è trasmissibileper via di testimonianza, come una memoria fis-sata e fedelmente raccontata. La comunione conil Signore risorto può essere invece un’esperien-za diretta e personale di tutti coloro che accol-gono l’annuncio.

I doni del Crocifisso Risorto

La fede e il dubbio

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18 APRILE 2004

Il giorno 20 febrraio 2004 alle ore 20.30 si è riunito presso la sala 5 dell’oratoriodi Zogno il Consiglio Pastorale parrocchiale con il seguente ordine del giorno:"Predisposizione del documento per il Vescovo

"Caritas parrocchiale (proposte operative)

"Eventuali e varie

Il Salmo che abbiamo pregato, all’inizio dell’in-contro del Consiglio Pastorale, esprime il biso-gno di Dio in ogni momento della giornata e pertutti i giorni della vita perché “ il tuo amore, Si-gnore e la luce e la forza della Parola sono i do-ni più grandi della vita” e ancora “Signore, miocompagno di viaggio, tu dai gioia e serenità allamia vita”.

■ È continuata la ricerca sul Piano Pastoralesull’I.C. per poter predisporre il documento peril Vescovo. Don Angelo sottolinea la mancanzadi collegamento fra i vari poli educanti (genitori,scuola, società...) e il tentativo di collegamentocon i genitori dei ragazzi della catechesi, me-diante gli incontri mensili di catechesi, risultaspesso poco efficace. Infatti non sono molti i ge-nitori che costantemente seguono questo cammi-no; sono molti solo negli anni relativi ai sacra-menti (questo è legato anche all’abitudine conse-guita negli anni di ritenere importanti esclusiva-mente i sacramenti e così i genitori stessi hannocontinuato a pensare in tal modo).È stata avanzata la necessità di ripensare al signi-ficato dei sacramenti all’interno della vita cri-stiana: è giusto proporli a tutti o è meglio pensa-re ad un cammino che porti i ragazzi ad una con-sapevolezza personale maggiore del sacramen-to? (bisognerebbe forse pensare di rinunciare acontarsi!). O perlomeno che siano i genitori a“chiedere” il sacramento per i loro figli, perchéconsapevoli del loro cammino di preparazione eperché a loro volta si sono preparati? Sono natu-ralmente scelte difficili che devono essere matu-rate e studiate a livello diocesano non parroc-chiale, perché significherebbe rivoluzionare ilmodo di proporre il cammino di IC realizzato find’ora; il quale consente a tutti i ragazzi di riceve-re i sacramenti, senza “privilegiare” nessuno. In-fatti si nota spesso che i ragazzi meno interessatialla catechesi sono anche i più “ribelli”, un po’ aimargini del gruppo. Fare cammini differenziati oaspettare che maturi la consapevolezza del sacra-mento portebbe indurli ad allontanarsi del tutto,emarginandoli ancora di più.È stata inoltre sollevata la necessità di aiutare gli

adulti a maturare il loro essere cristiani come unascelta non marginale o opzionale fra tutte quelleproposte dalla società di oggi, naturalmente lanostra comunità deve essere testimone della bel-lezza dell’essere alla sequela di Cristo e ciò puòessere realizzato solo con proposte “alte”.

■ La Caritas parrocchiale si è incontrata in grup-po ristretto per discutere una proposta di acqui-sto di una casa da adibire a casa di prima acco-glienza; il parroco ha chiesto tempo per valutaree decidere.Il Gruppo Caritas ha intenzione di proporre a tut-ta la comunità (in occasione della prossima festadella mamma) un incontro sulle Adozioni a di-stanza in particolare rivolte alle missioni in cuioperano alcuni zognesi (Bolivia e Ruanda). Perl’incontro verrà preparato un programma detta-gliato dell’iniziativa.

■ Inizieranno a breve i lavori di sistemazionedell’area a fianco degli spogliatoi del campo dacalcio in oratorio: verrà realizzato un depositoper le attrezzature dell’oratorio e uno spazio saràadibito a deposito del Gruppo missionario. L’at-tuale deposito di quest’ultimo verrà ristrutturatoper trasformarlo in sede del Gruppo Caritas par-rocchiale.

Il Consiglio Parrocchiale si è concluso alle ore22.30. Il prossimo Consiglio Pastorale è stato con-vocato per il giorno 25 marso 2004 alle ore 20.30.

• Celebrazioni dei Sacramenti dell’iniziazioneCristiana

• Prima Confessione - Prima Comunione - Cresima• Celebrare significa vivere insieme quello che il

Signore dona e metterlo a disposizione dei fra-telli

• Tempo Pasquale - tempo della festa e dellagioia - come vivere insieme la gioia della Ri-surrezione?

• Iniziative del gruppo famiglia per i fidanzati• Impostazione del nuovo corso fidanzati - pro-

posta per iscrizione al corsoIl Gruppo Segreteria

Verbale del Consiglio Pastorale

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19APRILE 2004

Saper ascoltareHo sempre pensato che la capacità di ascoltare gli altri

dipendesse da un esercizio di costante attenzione alleidee, parole, concetti espressi dall’interlocutore, per poterpoi esprimere le mie parole, le mie convinczioni.

Leggendo un piccolo libretto, regalato da un amico (“Sa-per ascoltare” di Antonino Minio), mi sono resa conto chefino ad ora non ho mai ascoltato nessuno realmente!

Se ci penso ben spesso, mente ascolto, sto già pensando acosa rispondere (magari per controbattere), o addirittura hogià in mente un’idea, un giudizio “precostituito”, e primaancora di sapere ho già pronta una sentenza!

L’ascolto invece non è porgere l’orecchio, non è interpre-tare, non è commentare, non èprepararsi a controbattere o acondurre una guerra di idee.

L’ascolto è un’esperienzadella mente e del cuore: chi saascoltare impara a comprende-re lentamente, impara a farsiun’opinione diversa dalla pri-ma impressione, impara adascoltare con umiltà e sempli-cità senza aver la pretesa o lapresunzionedi capire comun-que e sempre.

Ascoltare è il piacere chel’altro parli, è provare interesseper ciò che dice, è portare alloscoperto problemi, ombre e lu-ci; è comprendere rispettando i

tempi dell’altro, è mettersi in sintonia, è cogliere i senti-menti... ma soprattutto è bussre alla sua porta e, solo se invi-tati, occorre entrare in punta di piedi.

Questo atteggiamento comporta necessariamente ricono-scere l’altro, accettarlo oltre le mie convinzioni, la mia dif-fidenza, i miei stereotipi, il mio voler sempre aver ragione.

È ammettere che io non sono il centro!Solo così posso cambiare il modo di ascoltare: distoglien-

do lo sguardo dai miei pregiudizi per osservare meglio l’al-tro, per capire il suo punto di vista, i sentimenti che prova inquel momento.

Ascoltare è quindi imparare, perché tutti hanno qualcosada insegnarci mentre io vorrei

dare sempre le mie risposte alledomande, mancando anche dirispetto, come se l’alrto dipen-desse da ciò che io esprimo!

Il miglior ascolto porta piùtolleranza, più solidarietà, piùverità, più onestà, porta a valo-rizzare se stessi e gli altri.

Ascoltare è infine un atteggia-mento amorevole per questo èanche un’esperienza divina. Diosi presenta con delicatezza e sacome raggiungere il nostro cuo-re: il vero ascolto è amore silen-te; Dio abita nel silenzio e nel si-lenzio si percepisce la Sua eco.

Barbara

Quando ti chiedo di ascoltarmie tu cominci a darmi consigli ,

non fai ciò che ti chiedo.

Quando ti chiedo di ascoltarmie tu cominci ad elencarmi

e perché non dovrei sentirmi in quel modocalpesti le mie sensazioni.

Quando ti chiedo di ascoltarmie tu pensi di dover fare qualcosa

per risolvere i miei problemi ,mi deludi.

Può parere strano,ma per molti solo la preghiera funziona.

Perché?Perché Dio è muto, non dà consigli ,

né prova ad aggiustare le cose,egli semplicemente ascolta

e confida che tu risolva da solo le tue pene.

Quindi , ti prego, sentimi , sappimi ascoltare.Se proprio desideri parlare,

aspetta qualche istante.Caravaggio, Madonna dei Pellegrini,Roma, Chiesa di Sant’Agostino

Il volto della Madonna in attentoascolto della preghiera dei pellegrini

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20 APRILE 2004

Q uesta poetica preghiera è stata pubblicata sul Notiziario del Santuario della Madonna di Tirano dell’alta Valtellina. Devoprecisare che ciò fa riferimento agli anni 1935-1936 quando a quell’epoca, ero militare di leva negli Alpini 5° Reggimento

Btg. Tirano 49.mo compagnia e con mè alcuni zognesi miei coscritti. Ai pochi ancora in vita e in particolare, che non ci sono piùho voluto ricordarli così. Bernardo Sonzogni un reduce bergamasco, classe 1914

Ricordiamo il passato

N ei giorni caldissimi e assolati delferragosto 2003, nella splendida

cornice della Valtaleggio, in quel di Ca-po Foppa, un bel gruppo di villeggianti,residenti e turisti occasionali, si è raccol-to attorno ad un cippo coperto da un teloazzurro.

Diverse autorità del Comune di Pizzi-no, con il sottofondo canoro e musicaledel gruppo Alpini, hanno dato spicco erisalto all’opera paziente e industriosa diun nostro artista del Monte: Bepi Belotti.

Con tenace e ritmica laboriosità si è ci-mentato per mesi interi a scolpire intera-

mente a mano in una lastra di pietra natu-rale un intarsio a scalpello molto singola-re, con una dedica: “a ricordo di coloroche hanno amato e dato la vita per la mon-tagna”. Attorno ben cinque stemmi diver-si e una cornice di rami e foglie stilizzati.

Belotti non è nuovo a questo genere dilavoro, anche se le dimensioni di questalastra probabilmente sono state ancheper lui un primato.

Nella contrada siamo stati tutti testi-moni del suo impegno continuativo e so-lerte, e sorvegliato da vicino i suoi pro-gressi, dato che il lavoro si è svoltosull’uscio della sua casa, con l’apprezza-mento e lo sprono di chiunque passassedi là.

Da quest’estate, anche chiunque passada Capo Foppa, potrà ammirare il monu-mento a ricordo di coloro che hannoamato la montagna e ci hanno precedutisui sentieri celesti.

Grazie Bepi, per averli voluti onoraresenz’altra ricompensa che un grosso ap-plauso; e anche da noi Zognesi un grossoBRAVO!!!!!!!

Un monumento per chi ha amato la montagna

R i c o r d i e m e m o r i e d i t e m p i l o n t a n iMadonna santa, Vergine MariaChe a Tirano sei apparsa Benigna,Tu, Patrona della ValtellinaProteggi il tuo popolo che in te confida.

Le valli e i monti cantano le meraviglie di Dio.Quando ero di sentinella nella notte,guardavo le stelle, non riuscivo a contarle!Allora, ecco, il mio pensiero era là.

Al mattino, sentendo lo squillo gioiosodelle campane dallo svettante campanile,al bel Santuario correva il mio pensieroandavo sovente alla sua ombra a tirare un respiro.

Dalla caserma che mi ospitava ecco il lungo vialecontavo i passi per arrivare là.Intanto pregavo Lei e Gesùservendo la patria in modesta virtù.

Quanti ragazzi passati a Tiranovestiti da Alpini, cappello e penna nera.Scarponi chiodati, pieni di vita in guerrachiamati al dovere che tanti non sono tornati più.

Ringrazio di cuore la Vergine santache mi ha preservato da tanti pericoli.Prega per tutti i tuoi figliche in pace e in guerra hanno dato la vita.

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21APRILE 2004

A Casa Mons. Speranza uno spettacolodi Carnevale tutto per gli ospiti

25 aprile 2004: la Camminata degli Alpini

Quest’anno, raccogliendo la propostadel nostro direttore sanitario dottor

Sergio Accardi, buona parte del persona-le di Casa Mons. Speranza si è resa dispo-nibile ad allestire uno spettacolo per gliospiti. C’è stato chi si è messo a disposi-zione per la scenografia, chi per le ripresevideo, chi per gestire l’impianto audio-stereo; qualcuno si è offerto di occuparsidel rinfresco insieme ad alcune volontariee naturalmente un cospicuo numero di

colleghi si sono messi in gioco in primapersona, prestandosi a salire sul palco.

Lo spettacolo è stato preparato in pocomeno di due mesi e il “gran giorno” è sta-to fissato per il 24 febbraio, ultimo giornodi carnevale. Quel giorno sul palco si so-no avvicendati il dottor Accardi e il dottorRichiedei con due scenette divertentissi-me, le ragazze della segreteria hanno in-vece duettato in playback “Vattene amo-re” di Minghi e Mietta; sempre il dottor

Accardi, nei panni di una bionda donzel-la, ha mimato insieme ad alcune operatri-ci (travestite da uomo!) la canzone “Ladomenica andando alla messa”. Lo spet-tacolo si è concluso con il ballo dei Wa-tussi e con un canto di gruppo in onoredegli ospiti sulle note di “Aggiungi un po-sto a tavola”... che c’è un nonnino in più!

Durante lo spettacolo, arricchito dallabravura e dalla musica del nostro tastieri-sta Flaviano, è stato offerto un piccolo rin-fresco a base di dolci di carnevale. Perl’occasione ci hanno fatto visita il presi-dente della nostra struttura Don Angelo el’assessore ai servizi sociali Mario Zanchi.

Credo sia stato un pomeriggio indi-menticabile un po’ per tutti sia per l’at-mosfera festosa, sia per l’aria di familia-rità che abbiamo respirato. Sicuramente ilfatto che noi operatori ci siamo presentatiagli ospiti in vesti diverse da quelle pro-fessionali è stato un modo per accorciarele distanze relazionali fra noi e loro. E al-lora...l’appuntamento è già fissato per ilprossimo anno. Valentina

Come è ormai tradizione da alcuni anni a questa parte, ilGruppo Alpini di Zogno organizza per domenica 25 aprile

la Camminata per le vie del nostro Comu-ne. Lo scopo di questa manifestazione èsempre all’insegna della solidarietà edell’aiuto verso i più bisognosi.

Quest’anno gli organizzatori si sono po-sti l’obiettivo di sostenere “l’Associazio-ne Paolo Belli”, che come tutti sappiamolotta contro la leucemia. L’opera preziosadi questa associazione promuove progettinel campo della ricerca, aiuta gli ammala-ti e le loro famiglie e coinvolge, attraver-so conferenze e dibattiti, ogni personasensibile a questo problema perché ognu-no possa dare il proprio contributo.

Nel corso degli anni si sono raggiuntiparecchi scopi come per esempio la rea-lizzazione dei laboratori “Paolo Belli”all’interno degli Ospedali Riuniti di Ber-gamo, l’Assistenza Sociale agli ammalatie ai loro famigliari, il Progetto Bolivia

con la realizzazione di un reparto specialistico presso l’Ospeda-le Giovanni XXIII di La Paz e l’ultimazione progetto “Casa del

Sole” dove si ospitano gratuitamente siaammalati che parenti.

Nonostante questi preziosi risultati l’As-sociazione si è posta anche altri obiettivicome quello di un progetto di Assistenzasociale e psicologica per sostenere amma-lati e famigliari, quello di rendere più acco-gliente la “Casa del sole”, quello di adotta-re dei bambini a distanza in Bolivia.

Da questi progetti appena elencati pos-siamo vedere come il lavoro da fare è an-cora tanto e come è necessario che ciascu-no di noi possa dare il proprio contributo.

Noi cittadini di Zogno non possiamo la-sciarci sfuggire questa bella opportunitàdi partecipare alla camminata organizzatadai nostri alpini e insieme sostenere que-sto progetto di solidarietà.

Partecipa alla camminata e dillo anchea un tuo amico!

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22 APRILE 2004

Hanno raggiunto la casa del PadreBARTOLOMEO ACCARDI di anni 78 il 6 marzo 2004MARIA GIUDITTA BOLIS di anni 90 il 7 marzo 2004BARNABA VOLPI di anni 78 l’8 marzo 2004

MARIA ANTONIETTA PESENTI di anni 85 l’11 marzo 2004GIACOMO GRITTI di anni 69 il 13 marzo 2001CATERINA BERLENDIS di anni 96 il 16 marzo 2004

Per la Chiesa € 500,00Per la Chiesa € 1.000,00Per la Chiesa € 250,00Per la Chiesa € 50,00Offerta funerale Livia Capelli € 150,00Offerta funerale Orsola Gavazzi € 100,00Offerta funerale Defendente Brogliati-Tognoli € 100,00Offerta funerale Antonia Rubis € 270,00Offerta funerale Tranquilla Filaferro € 150,00Offerta battesimo € 50,00Offerta matrimonio € 200,00In M. Noè e Rachele Pesenti € 50,00In M. Duccio e Maria Garofano € 100,00In M. Ernestoe Giuseppina Propersi € 100,00Per Sacro Triduo defunti € 50,00Per Sacro Triduo defunti € 200,00Quaresima Missionaria € 276,09

Da don Umberto € 210,00Per le missioni € 100,00Offerte per libretti della Quaresima € 282,72Rinnovo Zogno Notizie € 851,00Vendita Zogno Notizie € 24,51Offerte per candele (Madonna Candelora) € 218,46Affitto € 516,46Elemosine 26 - 1 € 857,99Elemosine 2 - 8 € 1.284,74Elemosine 9 - 15 € 911,94Elemosine 16 - 22 € 892,32Elemosine 23 - 29 € 1.223,61Santuario Maria SS.ma Regina -gennaio- € 450,00Nostra Signora del Sacro Cuor di Gesù-dicembre e gennaio- € 270,00

ENTRATE: € 11.689,84

RESOCONTO FEBBRAIO 2004

FRANCESCO MAZZOLENI1969

ANTONIETTA SONZOGNI1993

DUCCIO GAROFANO11-4-1993

MARIA GIRARDI30-1-1993

ALESSIO CARMINATI8-4-1994

ORSOLA GAVAZZI5-2-2004

BARNABA VOLPI8-3-2004

LIDIA CAPELLI26-1-2004

Ricordiamoli

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23APRILE 2004

Arte africana dal 10 al 25 aprile

L a struttura del Centro Santa Maria è stata potenziatadall’arrivo di tre suore che lavorano sia con i bambini per

la prima infanzia che con quelli che hanno problemi di handicap.Stiamo valutando la possibilità di inviare un nuovo container,mentre l’Associazione “Augere” si pone come obiettivo per il2004, con l’impegno di tutti, di dotare le sale Operatorie di appa-recchiature essenziali per migliorare il delicato lavoro dei medicichirurgici e degli assistenti sanitari. La proposta è di sostenere que-sta iniziativa, consapevoli che non è mai mancato il prezioso aiutodato da tante persone, sia bambini che adulti, per le altre necessitàdel Centro, all’interno del quale si da assistenza ai piccoli pazienti.

Obiettivo 2004:

• acquisto di un elettrocardiografo per sala operatoria costo eu-ro 7.500 (settemilacinquecento),

• acquisto di una nuova sviluppatrice per lastre radiografiche co-sto euro 5.400 (cinquemilaquattrocento).

Infine si propone la possibilità di adottare l’attività di sostegno aun bambino con disabilità fisica o malnutrito e un sostegno per unintervento chirurgico con preparazione e applicazione di protesi eriabilitazione motoria. Costo euro 350 (trecentocinquanta).

Sostegno per sei mesi a un bambino malnutrito costo euro 200(duecento). Le ultime offerte sono in totale euro 5850(cinquemilaottocentocinquanta).

I versamenti fatti a beneficio dell’Associazione“Augere” ONLUS Sostegno al Centro Santa Maria diRilima-Rwanda:

• bonifico bancario c/c 1/09 Banca Intesa S.P.A. Filia-le di Zogno BG, ABI 03069 CAB 53790

• versamento tramite c/c postale: c/c postale n°37125838 intestato a “Augere” ONLUS.

Un grazie particolare a tutti, anche a nome di ognunodei piccoli amici che attualmente sono ospiti al Centro.

Auguriamo a tutti gli amici lontaniBuona Pasqua

A nome di “Augere” ONLUS Rino

M O N D O M I S S I O N I Rilima Centro Santa Maria

L a mostra sull’“Arte Africana”, nellaquale saranno esposte maschere, og-

getti di culto, feticci e sculture, aprirà i bat-tenti il giorno 10 Aprile presso la chiesinadella confraternita di Zogno, accanto allachiesa parrocchiale. Potrebbe sorgerespontaneo chiedersi perché proporre unamostra di questo tipo ma la risposta che neconsegue è semplicissima; crediamo siaimportante offrire a tutti la possibilità diconoscere e apprezzare le sculture e le ma-schere africane, le quali offrono non solouna straordinaria bellezza carica di signifi-cato ma anche un forte impatto plastico.

L’arte africana sarebbe primitiva?“INSUPERABILE”, la definiva Picasso

Infatti l’arte africana non è da considerar-si primitiva ma primaria, non tribale ma et-nico-rituale, non negra ma africana, un’arteche è stata la più alta espressione e spessol’unica (mancando una tradizione scritta) diun continente ricchissimo di fascino, storiae cultura.

Nell’augurarVi una buona visione Vi in-vitiamo ad osservare attentamente le scultu-

re esposte cercando di coglierne, al di là deltangibile, i sentimenti profondi, atemporali,che artisti a noi ignoti hanno saputo infon-dere nelle loro opere, coscienti di usare unlinguaggio comprensibile a tutti coloro chevolessero “ascoltare”.La mostra verrà aperta nei seguenti giorni:Domenica 11 Aprile Domenica 2 MaggioLunedì 12 AprileSabato 8 MaggioSabato 17 AprileDomenica 9 MoggioDomenica 18 AprileSabato 24 AprileDomenico 25 AprileGli orari di apertura saranno i seguenti:Sabato dalle15.30 alle19.00Domenica dalle 9.00 alle12.00

dalle15.30 alle19.00Lunedì 12 Aprile l’orario di apertura corri-sponde a quello domenicale.Per eventuali visite fuori orario contattare ilnumero 0345/94197 oppure 339.2304014

Barbara Berlendis

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24 APRILE 2004

Ol Mìs de VrìlGh’è la Pàsqua olta e bàssache la lüna la te mètsö la pista che la bàtan per an come l’söcét!

A m’s’è’n piéna primaéraquàndo i fiùr i taca a nàsin de pràcc e’nde giardìco la zét che tùrna a spàs!

A l’è bèl ol sül de vrìlamò dùls come ü basìche l’te fà innamùràde la éta dré a fiurì!

A te sèntet i campànecol la ùs che l’pórta’l vétin del cör de la tò étache i te fa sentì contét!

Mè spalanca fò i balcùperchè ’l sùl col sò calùral te porta’n cà la lüsche l’pöl dàt sùle l’Amùr!

Che l’è mórt sö la sò crùsper fa splènt ol sùl del cörper töcc chèi che a chèsto mónti vé a nàs e dopo a mör!

Isce s’tùrna amò a speràche la éta la va’nnàccperchè ’l mont al g’à bisògnde salvàs de töcc i màcc!

Pròpe’n töt ol mìs de vrìlal comènsa a rebötàchel che nóter a m’fa mörma che’l ciél al völ salvà!

Don Giulio Gabanelli