Zinco e disturbo da deficit di attenzione/ iperattività ... · ADHD che seguono trattamento...

16
31 Secondo i criteri del DSM-IV (APA, 1994), il disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD) è un disordine ad alta incidenza nella popolazione infantile caratterizzato da due gruppi di sintomi o dimensioni psicopatologiche definibili come inattenzione e impulsività/iperattività. Per definire il disturbo in questione, tali sinto- mi devono interferire in modo significativo con il funzionamento scolastico, sociale e familiare e devono manifestarsi prima dei 7 anni di età. È ormai condivisa l’ipotesi che l’ADHD sia un disturbo su base neurobiologica: studi di genetica comportamentale e molecolare, di neurofisiologia e di neuropsicologia dimostrano l’alterazione di diverse strutture cerebrali tra loro collegate che coinvolgono principalmente la corteccia frontale e la corteccia parietale, lo striato, il giro del cingolo e, in modo non ancora chiaro, il cervelletto (Castellanos et al., 2002; Moll et al., 2000; Yordanova et al., 2002). Numerosi studi di neuropsicologia, che indagano l’architettura funzionale dei processi cognitivi nor- mali, indicano che il fattore fondamentale del disturbo può essere costituito da un deficit delle funzioni esecutive. I modelli principalmente accreditati sono due: uno individua il locus funzionale del danno nell’incapacità di inibizione delle risposte impulsive mediate S OMMARIO Numerosi dati di letteratura suggeriscono un legame signi- ficativo tra zinco e i principali sintomi dell’ADHD, quali disattenzione, iperattività e impulsività. Scopo di questo lavoro è valutare l’efficacia dello zinco, in associazione con magnesio e vitamina B6 (Adizinc ® ), nella modulazione sinto- matologica dei principali sintomi dell’ADHD in popolazione scolare affetta da tale disturbo, così come verificare se vi sono differenze tra pazienti ADHD che assumono zinco vs pazienti ADHD che seguono trattamento psicoeducativo, vs pazienti che non seguono alcun intervento e vs pazienti che seguono trattamento psicoeducativo associato all’assunzione di zinco. L’efficacia dell’Adizinc ® è stata monitorata a breve termine e medio termine (1 mese, 2 e 3 mesi) nei gruppi individuati. Zinco e disturbo da deficit di attenzione/ iperattività: uno studio di efficacia in aperto Disturbi di attenzione e iperattività Vol. 7, n. 2, aprile 2012 (pp. xxx) Edizioni Erickson Trento ISSN 1123-928X TIZIANA DE MEO LAURA BEDIN ANNA DAVANZO DINO MASCHIETTO CLAUDIO VIO Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile, AULSS 10, San Donà di Piave, Venezia INTERVENTI

Transcript of Zinco e disturbo da deficit di attenzione/ iperattività ... · ADHD che seguono trattamento...

31

Secondo i criteri del DSM-IV (APA, 1994), il disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD) è un disordine ad alta incidenza nella popolazione infantile caratterizzato da due gruppi di sintomi o dimensioni psicopatologiche definibili come inattenzione e impulsività/iperattività. Per definire il disturbo in questione, tali sinto-mi devono interferire in modo significativo con il funzionamento scolastico, sociale e familiare e devono manifestarsi prima dei 7 anni di età. È ormai condivisa l’ipotesi che l’ADHD sia un disturbo su base neurobiologica: studi di genetica comportamentale e molecolare, di neurofisiologia e di neuropsicologia dimostrano l’alterazione di diverse strutture cerebrali tra loro collegate che coinvolgono principalmente la corteccia frontale e la corteccia parietale, lo striato, il giro del cingolo e, in modo non ancora chiaro, il cervelletto (Castellanos et al., 2002; Moll et al., 2000; Yordanova et al., 2002). Numerosi studi di neuropsicologia, che indagano l’architettura funzionale dei processi cognitivi nor-mali, indicano che il fattore fondamentale del disturbo può essere costituito da un deficit delle funzioni esecutive. I modelli principalmente accreditati sono due: uno individua il locus funzionale del danno nell’incapacità di inibizione delle risposte impulsive mediate

Sommar i o

Numerosi dati di letteratura suggeriscono un legame signi-ficativo tra zinco e i principali sintomi dell’ADHD, quali disattenzione, iperattività e impulsività. Scopo di questo lavoro è valutare l’efficacia dello zinco, in associazione con magnesio e vitamina B6 (Adizinc®), nella modulazione sinto-matologica dei principali sintomi dell’ADHD in popolazione scolare affetta da tale disturbo, così come verificare se vi sono differenze tra pazienti ADHD che assumono zinco vs pazienti ADHD che seguono trattamento psicoeducativo, vs pazienti che non seguono alcun intervento e vs pazienti che seguono trattamento psicoeducativo associato all’assunzione di zinco. L’efficacia dell’Adizinc® è stata monitorata a breve termine e medio termine (1 mese, 2 e 3 mesi) nei gruppi individuati.

Zinco e disturbo da deficit di attenzione/iperattività: uno studio di efficacia in aperto

Disturbi di attenzione e iperattivitàVo l . 7 , n . 2 , ap r i l e 2012 (pp . xxx )

Edizioni Erickson TrentoISSN 1123-928X

Tiziana De Meo Laura BeDin anna Davanzo

Dino MaschieTTo cLauDio vio Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile, AULSS 10, San Donà di Piave, Venezia

interventi

32

DisTurBi Di aTTenzione e iperaTTiviTà n. 2, apriLe 2012

dalla corteccia prefrontale (Schachar e Logan 1990; Barkley 1997); l’altro propone che l’ADHD sia la manifestazione di un’alterazione delle capacità di autoregolazione dovuta alla difficoltà di allocare uno sforzo adeguato (risorse energetiche) all’attività mentale richiesta (Sergeant et al., 1999; Scheres et al., 2001). L’«attivazione comportamentale» può essere definita come «prontezza comportamentale tonica alla risposta ed è modulata e gestita dal sistema centrale delle funzioni esecutive» (Frowein, 1998).

Lo zinco è un minerale in traccia essenziale, introdotto nell’organismo con la dieta. È presente in quantità superiore a quella di qualsiasi altro oligoelemento, a eccezione del ferro, ed è riscontrabile in tutti i tessuti e fluidi corporei. È un importante cofattore per il metabolismo di alcuni neurotrasmettitori, in particolare prostaglandine, serotonina e melatonina. Contribuisce allo sviluppo e al funzionamento del sistema nervoso centrale, ad esempio consentendo la messa a disposizione dei grassi polinsaturi indispensabili per la costituzione della membrana neuronale (Bettger et al., 1979). È in parte allocato nelle vescicole sinaptiche e ciò lascia ipotizzare che la sua presenza possa modulare la trasmissione sinaptica (Li et al., 2003). Studi sui ratti dimostrano che lo zinco è un importante regolatore dei GABA (Schmid et al., 1999). Queste funzioni si dimostrano alterate in presenza di moderata carenza di zinco (Prasad, 1993; Powell, 2000). La relazione tra funzioni cerebrali e zinco è suggerita anche dalle conseguenze di una sua carenza: alcuni studi lasciano ipotizzare che la carenza di zinco possa influenzare lo sviluppo cognitivo, in particolare le competenze di tipo neuropsicologico, nonché alterazioni sensoriali e comportamentali (Takeda et al., 2000).

Severe carenze di zinco sono state individuate nei bambini di molti Paesi, spe-cialmente in quelli in via di sviluppo. Nello specifico, numerose ricerche suggeriscono che la carenza marginale di zinco sia più concentrata nei soggetti affetti da ADHD o che i soggetti ADHD possano avere una più alta prevalenza di carenza marginale di zinco (Halas e Sandstead, 1975).

Studi su animali, in particolare scimmie, con diete carenti di zinco, dimostrano una riduzione dei livelli di attenzione in assenza di ritardo della crescita (Golub et al., 1996). Ricerche condotte su bambini ADHD polacchi e turchi mostrano riduzioni si-gnificative della concentrazione serica dello zinco rispetto ai gruppi di controllo (Toren et al., 1996; Kozielec et al., 1994; Bekaroglu et al., 1996). Uno studio condotto negli Stati Uniti (Arnold et al., 1990) riporta che 18 bambini con diagnosi di ADHD, definita secondo i criteri del DSM-III-R, presentano una quantità di zinco nelle urine delle 24 ore inferiore del 30% rispetto a quella del gruppo di controllo. In uno studio successivo il medesimo autore prende in considerazione 44 bambini, tra i 5 e i 10 anni, apparte-nenti alla classe sociale media, con diagnosi di ADHD, definita secondo i criteri clinici e l’utilizzo della Diagnostic Interview Schedule for Children, versione DSM-IV (DISC; Shaffer et al., 1993): vengono confrontate le concentrazioni seriche di zinco con i livelli di gravità rispetto alle dimensioni disattenzione, iperattività e impulsività definite dai

33

zinco e DisTurBo Da DeficiT Di aTTenzione/iperaTTiviTà: uno sTuDio Di efficacia in aperTo

genitori e dagli insegnanti attraverso la Conners Rating Scale – Revised, versione com-pleta (Conners, 2001) e il Conners Continuous Performance Test (CPT; Conners, 2000). I genitori non erano a conoscenza dei livelli serici di zinco dei loro bambini così da non essere influenzati nella valutazione dei sintomi del disturbo in questione. Il profilo serico dello zinco nel gruppo sperimentale si colloca per la maggior pare dei soggetti (33 su 48) nella metà inferiore dell’intervallo di riferimento; in particolare, la mediana e la moda si collocano per il 30% nei livelli più bassi della distribuzione. L’analisi dei livelli serici di zinco e dei punteggi forniti da genitori e insegnanti alle scale preceden-temente citate evidenzia una correlazione significativamente negativa (p < .002) con la dimensione disattenzione. Al contrario, non risulta significativa la correlazione con le dimensioni iperattività e impulsività, mentre le performance al CPT denotano solo una tendenza alla significatività nella variabile numero di errori di omissione, riferibile a disattenzione. È possibile, tuttavia, che quest’ultimo risultato così modesto sia dovuto a una sorta di «effetto tetto» o di «effetto pavimento».

Un ulteriore problema aperto è costituito dal motivo per cui questi bambini mo-strano concentrazioni seriche di zinco ai limiti inferiori alla norma, nonostante una dieta in tal senso adeguata, così come riportata dai genitori attraverso apposito questionario alimentare (Food Frequency Questionnaire; Jain et al., 1996). Vi sono diverse possibili spiegazioni: i dati raccolti nel questionario potrebbero essere inesatti oppure potrebbe esserci un alterato metabolismo dello zinco causato da coloranti degli alimenti. Questi risultati non sono influenzati da età, sesso, livello economico familiare e sottotipo clinico diagnostico. Attraverso uno studio in doppio cieco della durata di sei settimane Akhon-dzadeh e colleghi (2004) hanno valutato gli effetti della terapia combinata metilfenidato (1 mg/kg/die) + zinco solfato (55 mg/die, pari a zinco 15 mg) versus metilfenidato (1 mg/kg/die) + placebo (saccarosio 55 mg/die) in 44 bambini iraniani di età compresa tra i 5 e gli 11 anni affetti da ADHD secondo i criteri del DSM-IV. L’esito è stato misurato attraverso la ADHD Rating Scale per genitori e la ADHD Rating Scale per insegnanti (DuPaul, 1991), che hanno dimostrato una riduzione statisticamente significativa (p < .001) dei sintomi di disattenzione, iperattività, impulsività e difficoltà di socializzazione nel gruppo trattato con metilfenidato + zinco rispetto a quello trattato con metilfenidato + placebo. In nessuno dei due gruppi si sono verificati significativi effetti collaterali. I limiti di questo studio sono dovuti: alla mancanza di un gruppo di controllo trattato solo con placebo, alla modesta quantità di metilfenidato usata, alla ridotta numerosità del campione, al breve periodo di trattamento e alla mancanza di determinazione della concentrazione plasmatica di zinco.

È di Bilici e collaboratori (2004) l’unico studio pubblicato sul trattamento in dop-pio cieco dell’ADHD somministrando esclusivamente zinco solfato (150 mg/die, pari a zinco 40 mg) a 400 bambini turchi di età compresa tra gli 8 e 11 anni, della durata di 12 settimane. Il rapporto di soggetti trattati con zinco e soggetti trattati con placebo era

34

DisTurBi Di aTTenzione e iperaTTiviTà n. 2, apriLe 2012

1:1. I risultati dimostrano un miglioramento statisticamente superiore al placebo nei soggetti trattati con solfato di zinco rispetto alle dimensioni impulsività/iperattività e difficoltà di socializzazione, ma non rispetto alla disattenzione. Inoltre, ne beneficiavano maggiormente i bambini più grandi e con l’indice di massa corporea più alto. I limiti di questo studio sono costituiti da: interruzione del trattamento; valutazioni cliniche con strumenti sviluppati dai ricercatori stessi o tradotti e adattati da scale inglesi (Conners 28 item per insegnanti, e DuPaul Scale 14 item per genitori). In questo modo, i risultati non possono essere confrontati con altri studi e sono di difficile interpretazione. Inoltre, la dimensione del campione solleva interrogativi circa la sua rappresentatività clinica.

La ricerca

Obiettivi

Quanto appena riportato in letteratura suggerisce un legame significativo tra l’as-sunzione di zinco e i principali sintomi del disturbo da deficit attentivo con iperattività (ADHD), quali disattenzione, iperattività e impulsività, così come con le caratteristiche secondarie, quali oppositività e difficoltà scolastiche.

Obiettivi di questa ricerca sono:

– attraverso la somministrazione di Adizinc®, valutare l’efficacia dello zinco nella modulazione sintomatologica dei principali sintomi dell’ADHD (puro e in comorbilità), così come manifestati nell’ambito familiare e scolastico; Adi-zinc® è un integratore alimentare di zinco, magnesio e vitamina B6 (contenuto per busta: zinco 10mg, magnesio 150mg, vitamina B6 1mg, L-cisteina 50 mg; marchio e prodotto di proprietà Difass International);

– valutare se vi sono differenze tra pazienti ADHD che assumono zinco, pazienti ADHD che seguono trattamento psicoeducativo, pazienti che non seguono alcun intervento (lista d’attesa) e pazienti che seguono trattamento psicoeducativo associato all’assunzione di zinco;

– valutare l’efficacia dell’assunzione di zinco a breve termine e medio termine (1 mese, 2 mesi, 4 mesi) nei quattro gruppi individuati.

Campione

Sono stati presi in considerazione 59 bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni con diagnosi di ADHD puro o in comorbilità con altri disturbi dello sviluppo, valutati in regime ambulatoriale o di ricovero presso l’UOC di NPI di San Donà di Piave – ULSS 10 Veneto Orientale, nell’anno 2008, secondo le principali linee guida riportate in letteratura (SINPIA, 2006).

35

zinco e DisTurBo Da DeficiT Di aTTenzione/iperaTTiviTà: uno sTuDio Di efficacia in aperTo

La tabella 1 mostra la distribuzione del campione secondo la tipologia di intervento e il sesso.

L’assegnazione ai gruppi è stata casuale. Le analisi effettuate di ingresso nei gruppi evidenziano omogeneità rispetto alla gravità.

– Gruppo 1 Adizinc®: pazienti con diagnosi di ADHD puro e in comorbilità che hanno assunto 1 busta/die di Adizinc®.

– Gruppo 2: pazienti con diagnosi di ADHD puro e in comorbilità che non hanno ancora intrapreso alcun tipo di intervento (lista d’attesa).

– Gruppo 3: pazienti con diagnosi di ADHD puro e in comorbilità che hanno in-trapreso un intervento di tipo psicoeducativo (training autoregolativo e/o parent training).

– Gruppo 4: pazienti con diagnosi di ADHD puro e in comorbilità che hanno in-trapreso un intervento di tipo psicoeducativo (training autoregolativo e/o parent training) e associato assunto 1 busta/die di Adizinc®.

TabeLLa 1 Distribuzionedelcampionesecondolatipologiadiinterventoeilsesso

 Tipologia di intervento M F Totale

Adizinc® 17 1 18

Listaattesa 10 5 15

Trattamentopsicoeducativo 13 1 14

Trattamentopsicoeducativo+Adizinc® 11 1 12

Totale 51 8 59

La comorbilità dei campioni riguarda le seguenti patologie: disturbo di appren-dimento scolastico (11 soggetti), disturbo oppositivo-provocatorio (9 soggetti), disturbo dell’umore di tipo depressivo (1 soggetto), disturbo d’ansia generalizzato (2 soggetti), disturbo ossessivo compulsivo (1 soggetto).

Le situazioni di bambini con ADHD «puro» risultano quindi la maggioranza (37 soggetti).

Criteri di inclusione

1. Età minima 5 anni ed età massima 14 anni.2. Il paziente deve soddisfare i criteri del DSM-IV-TR (Diagnostic and Statistical

Manual for Mental Disorders, Fourth Edition Text Revision). Tale diagnosi deve essere confermata alla somministrazione della scala KIDDIE-SADS-PL.

36

DisTurBi Di aTTenzione e iperaTTiviTà n. 2, apriLe 2012

3. Il paziente, al momento della valutazione, deve avere un punteggio alla scala CGI-ADHD-S (Clinical Global Impression – ADHD – Severity) ≥ 4, indicativo di un livello di compromissione nel funzionamento adattivo significativo.

4. Il paziente deve essere in assenza di trattamenti farmacologici sia per l’ADHD sia per altre patologie da almeno 3 mesi.

5. Il paziente deve risultare adeguato all’esame fisico e neurologico.6. Il paziente deve possedere un quoziente intellettivo > 80, così come valutato alla

scala WISC-R o maggiore del 40° percentile, così come valutato alle Matrici Progressive Colore di Raven o Matrici Progressive 38 di Raven.

7. Il bambino e/o i suoi genitori/tutori legali devono essere giudicati affidabili nel seguire quanto suggerito e proposto dai ricercatori (valutazioni di controllo, assunzione regolare di zinco, non assunzione di terapie concomitanti).

Criteri di esclusione

1. Il bambino non deve avere in comorbilità un disturbo generalizzato dello svi-luppo o un disturbo dell’umore di tipo bipolare.

2. Il bambino non deve avere una storia o tendenza all’abuso di alcol o droga.3. Il bambino non deve presentare carenze nutrizionali o fisiche di alcuna sorta.

Metodo

Lo studio consiste nel monitoraggio clinico e sintomatologico dei pazienti sopra descritti per un periodo complessivo di 3 mesi, suddiviso in 4 visite a distanza di un mese l’una dall’altra. Esse comprendono la consulenza dello psicologo e del neuropsichiatra, insieme alla somministrazione di specifiche scale osservative (si veda di seguito), esame fisico, verifica del permanere dei criteri di inclusione, verifica del mantenimento della compliance al trattamento.

Visita 1

– Valutazione dei criteri di inclusione/esclusione.– Somministrazione delle seguenti scale: K-SADS-PL, CGI-ADHD-S, Conners

Parent Rating Scale/Conners Teacher Rating Scale, esame fisico.

Visita 2

– Rivalutazione dei criteri di inclusione/esclusione.– Somministrazione della scala CGI-ADHD-S.

37

zinco e DisTurBo Da DeficiT Di aTTenzione/iperaTTiviTà: uno sTuDio Di efficacia in aperTo

Visita 3

– Rivalutazione dei criteri di inclusione/esclusione.– Somministrazione della scala CGI-ADHD-S.

Visita 4

– Rivalutazione dei criteri di inclusione/esclusione.– Somministrazione delle seguenti scale: K-SADS-PL, CGI-ADHD-S, Conners

Parent Rating Scale/Conners Teacher Rating Scale, esame fisico.

I dati raccolti dagli insegnanti attraverso le scale Conners vanno considerati come maggiormente attendibili rispetto a quelli dei genitori, informati sulle finalità della ricerca.

Risultati

Nella tabella 2 si riportano le medie e le deviazioni standard relative al CGI nelle quattro visite (V) per ciascun gruppo.

TabeLLa 2 MedieedeviazionistandardrelativealCGInellequattrovisiteperciascungruppo

Gruppi e visite M DS

V1

Adizinc® 5,72 0,67

Listaattesa 5,69 0,70

Trattamentopsicoeducativo 5,79 0,70

Trattamento+Adizinc® 6,00 0,50

V2

Adizinc® 5,67 0,69

Listaattesa 5,75 0,77

Trattamentopsicoeducativo 5,57 0,85

Trattamento+Adizinc® 5,56 0,88

V3

Adizinc® 5,06 0,80

Listaattesa 5,63 1,02

Trattamentopsicoeducativo 5,29 0,83

Trattamento+Adizinc® 5,44 0,73

38

DisTurBi Di aTTenzione e iperaTTiviTà n. 2, apriLe 2012

Gruppi e visite M DS

V4

Adizinc® 4,60 0,63

Listaattesa 5,56 1,09

Trattamentopsicoeducativo 4,92 0,79

Trattamento+Adizinc® 5,00 1,00

L’ANOVA univariata (tabella 3) evidenzia una differenza statisticamente signi-ficativa (p < .05) fra i gruppi alla visita 4 del CGI. In particolare, attraverso lo studio dei post-hoc per gruppi appaiati si è osservata una differenza significativa (p < .01) nel gruppo che ha assunto Adizinc® già tra la visita 1 e la visita 3, tra la visita 1 e la 4 e tra la visita 2 e la 4. Nel gruppo che non ha effettuato alcun intervento (lista d’at-tesa) non si rileva alcun cambiamento nel quadro clinico: il punteggio alle CGI risulta senza differenze significative nelle 4 visite. Nel gruppo che ha effettuato un intervento psicoeducativo osserviamo una differenza significativa tra la visita 1 e la 4 (p < .01), mentre il gruppo che ha effettuato un intervento combinato manifesta un cambiamento tendente alla significatività nella severità del quadro clinico tra la visita 1 e la visita 4 (post hoc di Bonferroni, ANOVA multivariata) (si veda la figura 1).

TabeLLa 3 Analisidiconfrontotrale4visiterispettoaivaloridiCGI

aNOVa univariata

Somma quadrati df Media quadrati F Sig.

V1 Fragruppi 0,63 3 0,21 0,48 0,70

V2 Fragruppi 0,33 3 0,11 0,18 0,91

V3 Fragruppi 2,89 3 0,96 1,28 0,29

V4 Fragruppi 7,46 3 2,49 3,22 0,03

Nelle tabelle 5, 6, 7 e 8 si presentano le medie e le deviazioni standard (analisi descrittive) relative alle quattro dimensioni rilevate nelle scale Conners Parent Rating Scale (CPRS) e Conners Teacher Rating Scale (CTRS) (Oppositività, Problemi cognitivi/Disattenzione, Iperattività, Indice ADHD) nella prima e ultima visita dei 4 gruppi.

Confrontando le medie tra la visita 1 e la visita 4 nelle quattro dimensioni della Conners Parent Rating Scale si rileva:

– una differenza statisticamente significativa nella dimensione disattenzione nel gruppo che ha effettuato un intervento psicoeducativo in associazione all’as-sunzione di Adizinc® (p = .06);

39

zinco e DisTurBo Da DeficiT Di aTTenzione/iperaTTiviTà: uno sTuDio Di efficacia in aperTo

TabeLLa 5 MedieedeviazionistandardrelativealledimensionidellaConners Parent Rating Scale edellaConners Teacher Rating ScaleottenutedalgruppochehaassuntoAdizinc®esignificativitànelle4dimensionitravisita1evisita4

Dimensioni scaleVisita 1 Visita 2 #4?#

t Sign. (p)M DS M DS

CPRSoppositività 6,69 4,19 6,92 4,27 0,23 0,82

CPRSdisattenzione 10,62 4,13 10,23 2,59 0,50 0,63

CPRSindiceADHD 24,62 6,63 21,54 5,5 1,87 0,003

CPRSiperattività 9,62 6,04 7,85 4,91 1,27 0,23

CTRSIoppositività 4,67 3,64 4,00 2,96 0,63 0,54

CTRSIdisattenzione 8,11 4,14 7,11 2,76 0,77 0,46

CTRSIindiceADHD 21,89 7,44 17,89 5,88 8,00 0,00

CTRSIiperattività 8,33 5,22 7,44 4,48 0,97 0,36

Fig. 1 Punteggio al CGI nelle 4 visite, per ciascun gruppo.

7

6

5

4

3

2

1

0Adizinc® Listad’attesa Trattamento

psicoeducativoTrattamento

psicoeducativo+Adizinc®

Medie CGI

V1

V2

V3

V4

NS 1 VS 41 VS 431 VS 42 VS 4

tendenza alla sign.

40

DisTurBi Di aTTenzione e iperaTTiviTà n. 2, apriLe 2012

TabeLLa 6 MedieedeviazionistandardrelativealledimensionidellaConners Parent Rating Scale edellaConners Teacher Rating Scale ottenutedalgruppoinlistadiattesaesignificativitànelle4dimensionitravisita1evisita4

Dimensioni scaleVisita 1 Visita 2 #4?#

t Sign. (p)M DS M DS

CPRSoppositività 9,05 2,94 9,75 3,67 -0,36 0,72

CPRSdisattenzione 10,08 4,12 9,42 4,29 1,00 0,34

CPRSindiceADHD 20,92 8,37 21,25 7,23 -0,28 0,78

CPRSiperattività 11,08 3,20 9,75 4,41 1,59 0,14

CTRSIoppositività 5,64 5,14 6,91 5,09 -1,27 0,23

CTRSIdisattenzione 8,18 2,68 8,45 3,96 -0,24 0,82

CTRSIindiceADHD 23,55 5,77 21,91 8,28 1,47 0,17

CTRSIiperattività 12,45 6,02 12,64 4,20 -0,16 0,88

TabeLLa 7 MediedeviazionestandardnelledimensionidellaConners Parent Rating ScaleedellaConners Teacher Rating Scaleottenutedalgruppochehaeffettuatountrattamentopsicoeducativoesignificativitànelle4dimensionitravisita1evisita4

Dimensioni scaleVisita 1 Visita 2 #4?#

t Sign. (p)M DS M DS

CPRSoppositività 7,90 3,48 7,60 3,57 0,47 0,65

CPRSdisattenzione 12,60 2,67 11,20 2,74 1,66 0,13

CPRSindiceADHD 24,90 6,10 21,40 6,67 3,38 0,001

CPRSiperattività 9,60 5,91 8,50 4,88 1,82 0,000

CTRSIoppositività 5,14 4,63 3,86 5,08 1,40 0,009

CTRSIdisattenzione 4,86 3,63 4,71 4,23 0,42 0,00

CTRSIindiceADHD 23,57 7,46 21,00 7,51 4,50 0,00

CTRSIiperattività 12,29 5,53 10,57 5,56 3,29 0,00

41

zinco e DisTurBo Da DeficiT Di aTTenzione/iperaTTiviTà: uno sTuDio Di efficacia in aperTo

TabeLLa 8 MedieedeviazionistandardrelativealledimensionidellaConners Parent Rating ScaleedellaConners Teacher Rating Scaleottenutedalgruppochehaassunto Adizinc®inassociazioneaintervento psicoeducativoesignificativitànelle4dimensionitravisita1evisita4

Dimensioni scaleVisita 1 Visita 2 #4?#

t Sign. (p)M DS M DS

CPRSoppositività 9,63 3,66 7,75 4,77 1,37 0,21

CPRSdisattenzione 11,13 5,67 9,50 4,66 2,22 0,06

CPRSindiceADHD 24,75 5,85 26,75 6,04 -0,97 0,36

CPRSiperattività 9,75 4,89 11,00 5,07 -1.28 0,24

CTRSIoppositività 7,25 3,69 6,25 3,20 3,74 0,01

CTRSIdisattenzione 8,38 4,75 7,25 4,71 9,00 0,00

CTRSIindiceADHD 24,63 7,01 22,88 6,20 3,86 0,01

CTRSIiperattività 11,00 6,09 10,00 6,05 5,29 0,00

– una diminuzione significativa dell’iperattività nel gruppo che ha effettuato solo l’intervento psicoeducativo (p = .00), così come per la dimensione oppositività (p = .002);

– diminuzione significativa dei sintomi che vanno a costituire l’«indice ADHD» nel gruppo che ha assunto solo l’integratore alimentare Adizinc® (p = .003) così come nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo (p = .001).

Confrontando le medie tra prima e quarta visita nelle quattro dimensioni delle scale Conners si rileva una differenza altamente significativa nella diminuzione della dimensione disattenzione nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo e in quello che ha associato a tale supporto l’assunzione di Adizinc® (p = .00 per entrambi); tale differenza si evidenzia per i medesimi gruppi anche nelle dimensioni iperattività e oppositività. Il gruppo che ha assunto solamente l’Adizinc® sembra mostrare un cambiamento nella manifestazione sintomatologica, nel senso di una diminuzione, specificamente nella dimensione indice ADHD (p = .005). Si evidenzia una riduzione del punteggio in tale dimensione anche nel gruppo che ha effettuato l’intervento psico-educativo (p = .00) e in quello che vi ha associato l’assunzione di Adizinc® (p = .006).

42

DisTurBi Di aTTenzione e iperaTTiviTà n. 2, apriLe 2012

Discussione e conclusioni

Questo studio italiano ha permesso di valutare un eventuale legame tra l’utilizzo dello zinco, in associazione con il magnesio e la vitamina B6, e i principali sintomi dell’ADHD, incoraggiato da quanto evidenziato dalla letteratura internazionale (Bilici et al., 2004; Akhondzadeh et al., 2004).

È stato possibile rilevare quanto segue.

– Appare confermata l’efficacia dell’assunzione dello zinco nella modulazione sintomatologica del quadro clinico dell’ADHD, che sembra migliorare già a partire dal secondo mese, così come emerso alla somministrazione della scala CGI. Anche il gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo (parent trai-ning e/o training autoregolativo) dimostra un miglioramento del quadro clinico complessivo, anche se tali progressi si evidenziano non prima del terzo mese, compatibilmente con la fase finale del training. Efficacia presente, ma parziale dal punto di vista della valutazione clinica complessiva, nel gruppo che ha associato l’intervento psicoeducativo all’assunzione di Adizinc®; tale risultato, apparentemente poco coerente, può essere spiegato dalla numerosità meno ampia del campione in questo gruppo. Nessun miglioramento viene rilevato nel quadro clinico dei pazienti in lista d’attesa, ovvero che non hanno usufruito di alcun intervento.

– L’osservazione in termini di frequenza e intensità dei principali sintomi legati all’ADHD da parte dei genitori, valutato attraverso la Conners Parent Rating Scale, ha permesso di evidenziare un miglioramento significativo nelle dimen-sioni di iperattività, oppositività e indice ADHD, ma non nella dimensione disattenzione, nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo. In effetti, l’approccio cognitivo-comportamentale che caratterizza il parent training e il training autoregolativo può spiegare una buona efficacia nella modificazione dei comportamenti disfunzionali, meno negli aspetti prettamente cognitivi. Il gruppo che ha assunto Adizinc® risulta aver migliorato significativamente, se-condo la CPRS, i sintomi maggiormente specifici dell’ADHD (indice ADHD), meno quelli più aspecifici. Esempi di alcuni item specifici dell’indice ADHD utilizzati nelle scale Conners sono infatti: «È poco attento, si distrae facilmen-te», «Ha un tempo di attenzione limitato» o ancora «Giocherella con le mani e i piedi sulla sedia»; item meno specifici relativi alla dimensione di disattenzione sono invece: «Ha difficoltà a completare i compiti per casa» o «Ha bisogno che qualcuno lo segua attentamente per terminare quanto gli viene assegnato»; item relativi alla dimensione di oppositività: «È arrabbiato e permaloso» o «Discute in modo polemico con gli adulti».

43

zinco e DisTurBo Da DeficiT Di aTTenzione/iperaTTiviTà: uno sTuDio Di efficacia in aperTo

– L’osservazione in termini di frequenza e intensità dei principali sintomi legati all’ADHD da parte degli insegnanti, compiuta attraverso la Conners Teacher Rating Scale, ha confermato quanto riportato dai genitori nel gruppo che ha assunto Adizinc®, riconoscendo una diminuzione significativa dei sintomi specifici dell’ADHD (indice ADHD). Miglioramenti evidenti in più dimensioni (disattenzione, iperattività, oppositività, indice ADHD) vengono rilevati in ambito scolastico nel gruppo che ha effettuato l’intervento psicoeducativo, così come nel gruppo che ha associato a quest’ultimo l’assunzione di Adizinc®. È importante sottolineare che quanto riportato dagli insegnanti risulta essere di particolare rilevanza dal punto di vista della ricerca, in quanto i docenti non erano a conoscenza dello studio che si stava conducendo e, per la maggior parte, neanche del tipo di intervento che il bambino stava effettuando.

Tali risultati appaiono, quindi, confermare l’importanza e l’efficacia degli inter-venti psicoeducativi per l’ADHD; a ciò si associa una più recente evidenza che lascia ipotizzare benefici della supplementazione di zinco e, in particolare, di Adizinc® nella modulazione sintomatologica dei comportamenti e dei sintomi più specifici del disturbo, sia da solo che in associazione ad altri tipi di interventi.

bibliografia

Akhondzadeh S., Mohammadi M.R. e Khademi M. (2004), Zinc sulphate as an adjunct to methyl-phenidate for the treatment of attention deficit hyperactivity disorder in children: A double blind and randomized trial, «BMC Psychiatry», vol. 4, p. 9.

American Psychiatric Association (1994), DSM-IV. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano, Masson.

Arnold L.E., Votolato N.A., Kleykamp D., Baker G.B. e Bronstein R.A. (1990), Does hair zinc predict amphetamine improvement of ADHD/hyperactivity?, «International Journal of Neu-roscience», vol. 50, pp. 103-107.

Barkley R.A. (1997), Behavioral inhibition, sustained attention, and esclusive functions: Con-structing unifying theory of ADHD, «Psychological Bulletin», vol. 121, pp. 65-94.

Bekaroglu M., Yusof G., Ohran D., Hilal M., Erol E. e Caner K. (1996), Relationship between serum-free fatty acids and zinc and ADHD, «Journal of Child Psychology and Psychiatry», vol. 37, pp. 225-227.

Bettger W.J., Reeves P.G., Moscatelli E.A., Reynolds G. e O’Dell B.L. (1979), Interaction of zinc and essential fatty acids in the rat, «Journal of Nutrition», vol. 109, pp. 480-488.

Bilici M., Yildrim F., Kandil S., Bekaroglu M., Yildrimis S., Deger O., Ulgen M., Yildrian A. e Aksu H. (2004), Double-blind placebo controlled study of zinc sulphate in the treatment of attention deficit hyperactivity disorder, «Progress in Neuro-Psychopharmacology & Biological Psychiatry», vol. 28, pp. 181-190.

44

DisTurBi Di aTTenzione e iperaTTiviTà n. 2, apriLe 2012

Castellanos F.X., Lee P.P. e Sharp W. (2002), Developmental trajectories of brain volume abnor-malities in children and adolescents with attention deficit hyperactivity disorder, «JAMA», vol. 288, pp. 1740-1748.

Conners C.K., Silarenios G., Parker J.D. e Epstein J.N (1998), Revision and restandardization of the Conners Teacher Rating Scale (CTRS-R): Factor structure, reliability and criteria validity, «Journal of Abnormal Child Psychology», vol. 26, pp. 279-291.

Flowein H.W. (1981), Selective effects of barbiturate and amphetamine on information processing and response execution, «Acta Psychologica», vol. 47, pp. 105-115.

Jain M., Howe G.R. e Rohan T. (1996), Dietary assessment in epidemiology: Comparison of a food frequency and a diet history questionnaire with a 7-day food record, «American Journal of Epidemiology», vol. 143, pp. 953-960.

Kaufman J., Birmaher B., Brent D., Rao U., Flynn C., Moreci P., Williamson D. e Ryan N. (1997), Schedule for Affective Disorder and Schizophrenia for School-Age Children – Present and Li-fetime Version (K-SADS-PL): Initial reliability and validity data, «Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry», vol. 36, n. 7, pp. 980-988.

Kozielec T., Starobrat-Hermelin B. e Kotkowiak L. (1994), Deficiency of certain trace elements in children with hyperactivity, «Psychiatria Polska», vol. 28, n. 3, pp. 345-353.

Li Y.V., Hough C.J. e Sarvey J.M. (2003), Do we need a zinc to think?, «Science’s STKE», vol. 182, p. 19.

Moll G.H., Heinrich H., Trott G. et al. (2000), Deficient intracortical inhibition in drug-naive children with attention deficit hyperactivity disorder is enhanced by methylphenidate, «Neu-roscience Letters», vol. 284, pp. 121-125.

Powell S.R. (2000), The antioxidant properties of zinc, «Journal of Nutrition», vol. 130, pp. 1447-1454.

Prasad A.S., Beck F.W.J. e Nowak J. (1993), Comparison of absorption of five zinc preparations of humans oral zinc tolerance test, «Journal of Trace Elements in Experimental Medicine», vol. 6, pp. 109-115.

Schachar R. e Logan G. (1990), Are hyperactive children deficient in attentional capacity?, «Journal of Abnormal Child Psychology», vol. 1, pp. 493-513.

Scheres A., Oosterlaand J. e Sergeant J.A. (2001), Response inhibition in children with ADHD and other disruptive disorder: The role of behavioural activation, «Journal of Child Psychology and Psychiatry», vol. 42, pp. 347-357.

Schmid G., Chittolini R., Raiteri L. e Bonanno G. (1999), Differential effects of zinc on native GABA (a) receptor function in rat hippocampus in cerebellum, «Neurochemistry International», vol. 34, pp. 399-405.

Sergeant J.A, Van der Meere J.J. e Oosterlan J. (1999), Information processing and energetic factors in attention-deficit/hyperactivity disorder. In H.C. Quay e A. Hogan (a cura di), Handbook of disruptive behavior disorders, New York, Plenum, pp. 75-104.

SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2006), Linee guida per il DDAI e i DSA, Trento, Erickson.

45

zinco e DisTurBo Da DeficiT Di aTTenzione/iperaTTiviTà: uno sTuDio Di efficacia in aperTo

Takeda A., Takefuta S., Okada S. e Oku N. (2000), Relationship between brain zinc and transient learning impairment of adult rats fed zinc-deficient diet, «Brain Research», vol. 859, pp. 352-357.

Toren P., Sofia E., Sela B.A., Wolmer L., Weitz R., Dov I., Koren S., Reiss A., Weizman R. e Laor N. (1996), Zinc deficiency in ADHD, «Biological Psychiatry», vol. 40, pp. 1308-1310.

Yordanova J., Banaschewski T. e Kolev V. (2001), Abnormal early stages of task stimulus processing in children with attention deficit hyperactivity disorder: Evidence from event related gamma oscillations, «Clinical Neurophysiology», vol. 112, n. 6, pp. 1096-1108.