Y/SNB.CNS SPC/PD01 Rev. n 00 Tot doc pgg Data 14/03/2007 · degli Alleati durante la Seconda Guerra...

21
S N B - SOCIETANORD BONIFICHE S.R.L ANALISI RISCHI RESIDUALI STUDIO LAVORI SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI 041.5700844 041.5725158 [email protected] www.snbsrl.it Sede Legale: Via Matteotti 78/2 – 30035 Mirano (Venezia) Società unipersonale- Capitale Sociale € 12.000,00 Cod. Fisc.-P.IVA-R.I. N. 03606400277 R.E.A. N. 322713 1 Doc Y/SNB.CNS Prot n SPC/PD01 Rev. n 00 Tot doc pgg. Data 14/03/2007 ORDIGNI ESPLOSIVI RESIDUATI BELLICI ANALISI RISCHI E MISURE PREVENTIVE (AI SENSI DEL D.LGS. 626/94-D. LGS. 494/96 SS. MM. 528/99)

Transcript of Y/SNB.CNS SPC/PD01 Rev. n 00 Tot doc pgg Data 14/03/2007 · degli Alleati durante la Seconda Guerra...

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

1

Doc Y/SNB.CNS Prot n SPC/PD01 Rev. n 00 Tot doc pgg. Data 14/03/2007

OORRDDIIGGNNII EESSPPLLOOSSIIVVII RREESSIIDDUUAATTII BBEELLLLIICCII AANNAALLIISSII RRIISSCCHHII EE MMIISSUURREE PPRREEVVEENNTTIIVVEE

(AI SENSI DEL D.LGS. 626/94-D. LGS. 494/96 SS. MM. 528/99)

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

2

1. PREMESSA Il cantiere edile costituisce un settore di attività che espone i lavoratori a rischi particolarmente elevati, ed è caratterizzato da un tasso di mortalità altissimo. Obiettivo della nostra analisi è definire la necessita’ ed il relativo obbligo previsto per legge di valutare il rischio residuo su territorio nazionale derivante dalla possibile presenza d’ordigni residuati bellici inesplosi, dovuta ai massicci bombardamenti degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, al fine di analizzare gli interventi di natura progettuale ed operativa, seri e credibili, che coinvolgano l’intero processo costruttivo, al fine di definire un cantiere realmente sicuro. In questo senso, la rete legislativa intessuta in Italia per risolvere il fenomeno infortunistico ha costituito un primo modello preventivo finalizzato all’isolamento degli elementi costitutivi il cantiere, e che ha portato sulle orme della Legge n° 51/50, alla produzione di un notevole ventaglio normativo, da leggersi tipo ''istruzioni d’uso'' di macchine, attrezzature, luoghi di lavoro, dotazioni di protezione individuale, ecc…Successivamente, il modello indicato dal D.Lgs. n° 626/94, ha configurato il Piano di sicurezza come lo strumento di ricomposizione della frammentazione indotta dal modello precedente, incentrato su una attenta valutazione dei rischi del processo produttivo e dei suoi elementi di singolarità. Dal punto di vista della legislazione in materia di bonifica ordigni residuati bellici non esiste una normativa che obblighi espressamente ad eseguire le attività preventive di bonifica da ordigni bellici, ma sorge inequivocabilmente una responsabilità diretta dovuta alla mancata previsione di una specifica voce della tariffa professionale a carico dei progettisti, ingegneri ed architetti, derivante dalla mancata diligenza nella predisposizione progettuale e dalla relativa mancanza di previsione espressa di tali attività. Quindi andrà prevista la massima diligenza, vista la delicatezza delle operazioni, nel prevedere tali adempimenti che, ove non previsti, comporteranno una specifica responsabilità E’ decisamente innegabile che nell’approntare un cantiere di carattere edile, stradale, ferroviario, o altro, si può incorrere in un rischio residuo, sempre poco stimato in sede progettuale e spesso in sede esecutiva, consistente nell’attivazione di ordigni esplosivi residuati bellici interrati. Il territorio nazionale è stato sottoposto, pressoché nella sua totalità, ad attività belliche risalenti al 1° e 2° conflitto mondiale, con varie tipologie di bombardamenti aerei, navali ed attività campale. Tali attività che vanno ad intaccare il terreno originario risalente al periodo bellico, possono in qualsiasi momento interferire con un ordigno bellico inesploso, attivandolo. Per questo, tali attività sono definibili a rischio. Il D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626 prevede la responsabilità diretta del DL o Responsabile Sicurezza in caso di omissione della valutazione del rischio residuo derivante dalla presenza di un eventuale ordigno inesploso in area cantiere. L’obbiettivo che l’indagine strumentale si prefigge, è quello di verificare la presenza o l’assenza di masse ferromagnetiche riconducibili a masse ferrose interrate di qualsiasi natura o specie; tale attività è effettuata mediante uno screening dell’area di indagine, eseguita da operatori specializzati e connesso uso di apparati rivelatori speciali. Applicando procedure standardizzate si ricercano le anomalie di campo magnetico riconducibili a mine, ordigni esplosivi residuati bellici interrati, i quali vengono poi affidati per la loro distruzione alle AA, garantendo alla fine "la pulizia del territorio" Il D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626 all’.Art. 7 specifica le responsabilità derivanti da mancata valutazione anche di tali rischi nel Contratto di appalto o contratto d'opera. Nel dettaglio citiamo: ” 1. Il datore di lavoro, in caso di affidamento dei lavori all'interno dell'azienda, ovvero dell'unità produttiva, ad imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi: a) verifica, anche attraverso l'iscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato, l'idoneità tecnico-professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affidare in appalto o contratto d'opera; b) fornisce agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell'ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività. 2. Nell'ipotesi di cui al comma 1 i datori di lavoro: a) cooperano all'attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull'attività lavorativa oggetto dell'appalto; b) coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte nell'esecuzione dell'opera complessiva. 3. Il datore di lavoro committente promuove la cooperazione e il coordinamento di cui al comma 2.”Da tale obbligo leslativo deriva la valutazione immediata che sia la bonifica da ordigni bellici che l’indagine strumentale magnetometrica, tendente alla localizzazione, individuazione, rimozione di anomalie di campo magnetico riconducibili a presunti ordigni esplosivi residuati bellici sono sicuramente misure preventive attuabili e consigliabili per le seguenti garanzie fornite: - adempimento obblighi derivanti da legge 626/494; - prevenzione e protezione delle maestranze impiegate in cantiere; - mancata costruzione di manufatti a carattere permanente su ordigni bellici attivi e pubblica incolumità garantita.

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

3

1.1.STUDI PREGRESSI Lo studio relativo al “Rischio bombe inesplose” è un progetto pilota sviluppato da ITC – Irst per la Provincia Autonoma di Trento, ed analizza il rischio esistente sulla Valle dell’Adige per la possibile presenza d’ordigni bellici inesplosi dovuta ai massicci bombardamenti degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel sottosuolo possono giacere, a varie profondità (da mezzo metro a sette -otto metri) ordigni inesplosi. Alcuni tra questi, potrebbero essere di tipo particolare per cui potrebbero esplodere se riattivati da vibrazioni indotte nel terreno per attività antropiche. La possibilità di studiare, mediante appositi software, questa problematica, deriva dall’apertura, dai primi anni novanta degli archivi militari americani ed inglesi relativi alle missioni aeree effettuate sulla direttrice Verona – Brennero e quindi sulla Valle dell’Adige per la presenza strategica della linea ferroviaria di collegamento con l’Europa settentrionale. I bombardamenti più intensi accaddero tra il gennaio e l’aprile 1945 quando furono sganciate più del 50% delle bombe totali. Sono quindi state utilizzate le immagini aeree georeferenziate, scattate dagli Alleati, prima, durante e dopo i bombardamenti per individuare i possibili crateri d’ordigni bellici inesplosi che, per dimensioni e tipo, si differenziano nettamente da quelli provocati dalle bombe che toccando il suolo esplodono. Ne risulta una cartografia di rischio in cui sono rappresentate le percentuali di probabilità di ritrovare ordigni bellici inesplosi ovvero la densità di bombe per ettaro illustrata in base ad una scala da zero a più di trenta, rappresentata con colori diversi. Nel corso del progetto UXB – Trentino inoltre, sono stati portati a termine dall’ITC-Irst nel biennio 2001-2002, autorizzati in forma sperimentale dal Servizio Prevenzione Calamità Pubbliche e dal Commissariato del Governo, dieci studi di dettaglio, inerenti alla progettazione e/o l’esecuzione d’opere pubbliche, fornendo utili informazioni per le eventuali opere di bonifica dei terreni. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, RAF (Royal Air Force) e USAF (United States Air Force) sganciarono complessivamente un milione di bombe sull'Italia (piu` di 350 000 tonnellate di esplosivo). Le aree con importanti obiettivi strategici quali ponti e linee ferroviarie vennero ripetutamente attaccate. Ma molte bombe non esplosero come previsto ed una frazione consistente (10%) non esplose del tutto. Nel migliore dei casi, una bomba su quattro potrebbe essere ancora da recuperare: 250.000 ordigni per il territorio nazionale. Un recente studio per la zona circostante obbiettivi sensibili dei bombardamenti aerei quali ponti stradali, ponti ferroviari, magazzini munizioni, ecc.., ha mostrato come una frazione significativa (15-18%) delle bombe aereo lanciate fosse dotata di spolette a tempo ritardato. Queste spolette erano preparate a scopo terroristico per causare danni anche a distanza di giorni dalla data del bombardamento: quelle inesplose sono tuttora di particolare pericolosità; in caso di spostamento accidentale dell'ordigno e ad esse si imputano esplosioni spontanee ed incidenti fatali avvenuti in Italia ed altri paesi Europei. Nello studio eseguito da esperti della R.A.F. e della U.S.A.A.F. è stato inoltre evidenziato come nel marzo-aprile 1945 risultino essere state lanciate bombe con esplosivo RDX, un esplosivo di elevata potenza che rappresenta comunque un grave pericolo per il territorio a causa della sua elevata tossicità. Recentemente; nel 2003, si è verificata l’esplosione di una bomba d’aereo armata con spoletta a tempo ritardato, nel comune di Ostiglia (MN) sotto una strada asfaltata, successive verifiche hanno stabilito che la spoletta si era riattivata a causa della realizzazione di sistemi well – point nell’area attigua, che abbassando la falda d’acqua avevano provocato lo spostamento dell’ordigno e la riattivazione del meccanismo. Il rinvenimento di una bomba aerea inesplosa provoca spesso gravi disagi alla popolazione e, frequentemente, interruzioni alle linee di comunicazione. Le operazioni di evacuazione sono particolarmente onerose in tutte le aree per la particolare conformazione orografica e la concentrazione della popolazione nel nord Italia. La scoperta accidentale di una bomba inesplosa provoca, per le imprese coinvolte nelle lavorazioni, onerosi ritardi e disagi legati all'interruzione di lavori, ecco perché nella fase di pianificazione di infrastrutture ed interventi sul territorio, la disponibilità di una base dati e la stima della distribuzione spaziale del rischio possono permettere a soggetti pubblici o privati di ottimizzare le attività di rilievo geotecnico e evitare il blocco dei lavori in fase di costruzione avanzata. A tal fine riveste notevole importanza eseguire monitoraggi geofisici ed indagini strumentali preventive, su aree ove si sospetta possano essere presenti ordigni esplosivi residuati bellici, anche se l’analisi storico-documentale non conferma attività bellica risalente al primo ed al secondo conflitto mondiale, attività preparatorie volte a verificare la presenza o l’assenza di anomalie di campo magnetico riconducibili a presunti ordigni bellici interrati. Tali attività preliminari consentono di contestualizzare la valutazione del rischio residuale preventiva all’area di proiezione della costruenda o futura opera, al fine di permettere la definizione dell’eventuale necessità di procedere con l’ attività di messa in sicurezza convenzionale, normativata Ministero della Difesa, definita BONIFICA PRECAUZIONALE DA ORDIGNI ESPLOSIVI RESIDUATI BELLICI DI OGNI GENERE E TIPO

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

4

1.2. SICUREZZA E NECESSITA’ OPERATIVE Con l’ introduzione del D. Lgs. 494/96, modificato ed integrato dal D. Lgs. N. 528/99, le esigenze della tutela della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro hanno perso la loro connotazione di “logica emergenziale”, cioè di fatti ed accadimenti a cui porre rimedio in modo efficace e pronto, passando ad un concetto nuovo ed attuale di “prevenzione” del rischio infortunistico. Questo aspetto ha trovato attuazione nella previsione che le condizioni di sicurezza debbano essere pensate e progettate durante una prima fase di studio, per poi essere predisposte ed attuate durante la successiva fase di esecuzione dei lavori: questo procedimento prende in considerazione tutte quelle forme di prevenzione e protezione, attiva e passiva, a garanzia dell’incolumità dei lavoratori e della salubrità dell’ambiente di lavoro, senza dimenticare le interazioni con l’ambiente circostante. La Bonifica da Ordigni e Residuati Bellici Esplosivi e l’Indagine Strumentale ferromagnetica, peraltro già previste nei capitolati lavori di molte amministrazioni e committenze sia pubbliche che private, sono operazioni preventive che si effettuano prima dell’inizio dei lavori principali e sono strettamente funzionali alla creazione di condizioni di sicurezza nei cantieri, in quanto permettono di valutare cosa è presente nel terreno al di sotto del piano campagna, fornendo quel parametro di sicurezza che ovvia ad una situazione incerta per definizione. L’esecuzione di queste operazioni preventive consente di ottenere l’agibilità delle aree oggetto dei lavori principali, evitando che si creino situazioni di rischio molto elevato, come per esempio lo scoprimento di un ordigno durante fasi di scavo, o situazioni già compromesse, come esplosione di ordigni per urti accidentali durante altre fasi di lavoro ecc. E’ innegabile, che per rendere sicuro un territorio dove è stata combattuta una guerra, è assolutamente necessario intervenire con preventive azioni di bonifica da ordigni bellici o di indagine strumentale ferromagnetica regolata da standard che prevedono un’affidabilità del 99, 9%. Per raggiungere questi obiettivi si deve operare anche con interventi manuali affidati alla professionalità di specialisti appositamente addestrati e coordinati da qualificati esperti . Applicando procedure standardizzate si ricercano le anomalie di campo magnetico riconducibili a mine, ordigni esplosivi residuati bellici interrati, i quali vengono poi affidati per la loro distruzione alle AA. competenti, garantendo alla fine "la completa pulizia del territorio". In questo settore la specializzazione non può essere improvvisata ma è destinata a crescere con l’esperienza che di giorno in giorno viene maturata dagli operatori che svolgono attività operative sul terreno . Inoltre non si può pensare di raggiungere i risultati voluti in breve tempo, nè ritenere che una volta effettuato un intervento siano stati eliminati tutti i pericoli. L’esperienza infatti suggerisce che anche dopo molti anni dalla fine di una guerra il rischio di incappare in ordigni pericolosi è sempre latente, come ad esempio dimostrato in Italia, dove nel 1999, dopo sessanta anni dalla fine del Secondo Conflitto Mondiale, sono stati effettuati quasi 3000 interventi per eliminare residuati bellici venuti alla luce durante lavori agricoli e di urbanizzazione. L’impegno economico sostenuto per applicare un programma di bonifica che contempli, l’intervento operativo vero e proprio e le attività di sensibilizzazione rappresenta un vero e proprio investimento per la comunità e garantisce alle imprese un sicuro guadagno in termini di costi, evitando gli incidenti sia in ambito lavorativo sia dovuti alla fatalità, come il maneggio casuale di ordigni ritrovati in maniera fortunosa: impegnarsi economicamente nell’eseguire operazioni di Bonifica da Ordigni residuati bellici ed Indagini Ferromagnetiche oggi, significa eliminare con immediatezza la maggior parte di quegli ordigni che possono provocare ancora morti e feriti ed annullare, in tal modo, il rischio residuale dovuto alla presenza di ordigni, gli oneri di natura economica (ma anche penale e civile) connessi a questo tipo di incidenti. Le specifiche tecniche relative alla bonifica da ordigni esplosivi residuati bellici interrati sono dettate ed esclusiva competenza del ministero della difesa. La normativa interna e’ la seguente: I lavori di bonifica del territorio nazionale da mine ed ordigni bellici interrati, sono disciplinati: - dal D.L. Luogt. 12.4.1946, n. 320, modificato dal D.L.C. P.S. 01.11.1947, n. 1768; - dal Regolamento per i lavori del genio Militare, conformemente al parere del “Consiglio di Stato – III Sezione” n. 1218 - 09.10.1962; - dal “Regolamento per i lavori, le provviste ed i servizi da eseguirsi in economia da parte degli organi centrali e periferici del

Ministero della Difesa” approvato con D.P.R. 05.12.1983, n. 939. In carenza di apposita regolamentazione relativa al D.L. Luogt. 12.04.1946, n. 320 e quindi di specifico “Capitolato Generale di oneri ” è stato rielaborato ed aggiornato il FAC-SIMILE di Capitolato speciale per l’esecuzione dei lavori di bonifica in argomento, al quale - al fine di conseguire uniformità nella compilazione dei progetti e nella conduzione dei lavori, sia con spesa a carico dell’A.D. che di enti pubblici e privati – Le Direzioni Genio Militare dovranno, di massima attenersi tenendo presente quanto appresso specificato. Esiste altresì ulteriore normativa che disciplina il materiale residuato bellico presente in territorio nazionale, quale la Legge 7 marzo 2001 N. 78, che promuove la ricognizione, la catalogazione, la manutenzione, il restauro, la gestione e la valorizzazione delle vestigia relative a entrambe le parti del conflitto e in particolare di: - forti, fortificazioni permanenti e altri edifici e manufatti militari; - fortificazioni campali, trincee, gallerie, camminamenti, strade e sentieri militari;

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

5

- cippi, monumenti, stemmi, graffiti, lapidi, iscrizioni e tabernacoli; - reperti mobili e cimeli; - archivi documentali e fotografici pubblici e privati A seguito del riordino del settore relativo alla bonifica ordigni esplosivi iniziato con il 1 Gennaio 1999,sono state accentrate le funzioni BCM presso i Reparti Infrastrutture di PADOVA (Comando Infrastrutture Nord – 5° Reparto Infrastrutture – Ufficio Bcm) e NAPOLI (Comando infrastrutture Sud – 10° Reparto Infrastrutture – Ufficio Bcm), le cui aree di responsabilità sono quelle indicate in cartina (ALLEGATO N 02) 2. ANALISI RISCHI: ITER PROCEDURALE L’analisi preventiva necessaria per una corretta valutazione del rischio residuale da inquinamento magnetometrico derivante anche dalla presenza di eventuali residuati bellici interrati, si sviluppa attraverso le seguenti fasi operative, necessarie e propedeutiche al fine per garantire la messa in sicurezza finale del sito di intervento:

- ANALISI STORICA (raccolta di valutazioni e memorie storiche del I e II conflitto mondiale); - ANALISI SU CAMPO (piano di caratterizzazione e mappatura a spot del sito) - PROGETTO PRELIMINARE (relazione descrittiva metodologie operative previste) - PROGETTO DEFINITIVO (definizione dettagliata interventi di messa in sicurezza previsti)

Il progetto definitivo si concretizza con l’attivazione della procedura di messa in sicurezza convenzionale, ministeriale, standardizzata definita Bonifica Precauzionale da Ordigni Esplosivi Residuati Bellici Il DLL 320/46, nel suo primo articolo, stabilisce che l’organizzazione del servizio e l’esecuzione dei lavori di bonifica sono affidati al Ministero della Difesa il quale provvede alla formazione del personale specializzato che è l’unico che può svolgere tale attività di bonifica bellica. Il predetto decreto dà la facoltà anche a privati di eseguire i lavori di bonifica,sempre col mezzo di personale specializzato,osservando le prescrizioni che saranno imposte dall’Amministrazione Militare e sotto la sua sorveglianza. Gli enti pubblici e privati cittadini che intendono eseguire,a tutela dei propri interessi,a propria cura e spesa le bonifiche in argomento,devono presentare domanda al competente Reparto Infrastrutture che redige apposita relazione e la trasmette,unitamente alla documentazione presentata dal Richiedente,ai Superiori Comandi per le previste autorizzazioni. Ricevuta l’autorizzazione,il Reparto Infrastrutture impartisce,al Richiedente,le prescrizioni di dettaglio da osservare durante l’esecuzione dei lavori. Le norme tecniche di esecuzione dei lavori di bonifica vengono stabilite in relazione a : a) Tipologia dei lavori principali da eseguire; b) Caratteristiche ambientali dei luoghi, natura del terreno, vegetazione presente; c) Grado di pericolosità in funzione del tipo di ordigni che possono giacere nel sottosuolo; d) Grado di infestazione i cui elementi probanti sono desunti da precedenti rinvenimenti o da segnalazioni delle Autorità competenti. Il Richiedente dovrà segnalare la Ditta Specializzata BCM prescelta per l’esecuzione dei lavori,che dovrà sottoscrivere,unitamente al Richiedente ,le prescrizioni impartite dal Reparto Infrastrutture,per accettazione. Ricevuta l’autorizzazione, la Ditta Specializzata BCM deve inviare al 5° Reparto Infrastrutture il verbale di consegna lavori redatto dal Committente contenente quantità e tipo dei lavori di bonifica ordinati. Successivamente i lavori di bonifica possono iniziare con la segnalazione,per l’apertura presso l’INPS Provinciale,del personale, specializzato e non, che verrà utilizzato in tali lavori. A lavori ultimati la Ditta Specializzata BCM rilascia la “Dichiarazione di Garanzia” che invia al 5° Reparto Infrastrutture il quale provvede,su specifica richiesta del Committente, alla esecuzione di verifiche e controlli dei lavori eseguiti. Accertata la buon esecuzione dei lavori il Reparto Infrastrutture rilascia il Verbale di Constatazione che dà, l’agibilità dell’area per la realizzazione delle opere future. Il D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626 prevede la responsabilità diretta del DL o Responsabile Sicurezza in caso di omissione della valutazione del rischio residuo derivante dalla presenza di un eventuale ordigno inesploso in area cantiere. L’obbiettivo che l’indagine geofisica strumentale si prefigge, è quello di verificare la presenza o l’assenza di masse ferromagnetiche potenzialmente riconducibili a masse ferrose interrate di qualsiasi natura o specie; tale attività è effettuata mediante uno screening dell’area di indagine, eseguita da operatori specializzati e connesso uso di apparati rivelatori speciali. Il D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626 all’.Art. 7 specifica le responsabilità derivanti da mancata valutazione anche di tali rischi nel Contratto di appalto o contratto d'opera.” 1. Il datore di lavoro, in caso di affidamento dei lavori all'interno dell'azienda, ovvero dell'unità produttiva, ad imprese appaltatrici o a lavoratori autonomi:

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

6

a) verifica, anche attraverso l'iscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato, l'idoneità tecnico-professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affidare in appalto o contratto d'opera; b) fornisce agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell'ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività. 2. Nell'ipotesi di cui al comma 1 i datori di lavoro: a) cooperano all'attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull'attività lavorativa oggetto dell'appalto; b) coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte nell'esecuzione dell'opera complessiva. 3. Il datore di lavoro committente promuove la cooperazione e il coordinamento di cui al comma 2. Tale obbligo non si estende ai rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o dei singoli lavoratori autonomi. 2.1 ANALISI STORICA La storia ci permette di conoscere con esattezza: tecniche di combattimento, armi impiegate, aree oggetto di scontri, reparti impiegati, danni subiti ecc.. Ciò ci aiuta, purtroppo, solo in parte a prevedere eventuali ritrovamenti, in quanto una analisi attenta delle varie bonifiche non ci permette di escludere al 100% la possibilità che in quell’area non vi siano residuati bellici posati e/o lanciati durante i combattimenti, occultati nel dopo guerra o abbandonati da qualche cittadino poco attento o per eventuale utilizzo futuro. Nell’organizzare un’operazione di bonifica è necessario effettuare un’analisi dei luoghi. Di grande aiuto in questi casi sono le fonti informative reperibili,quali: -i ricordi degli anziani del luogo; -la letteratura esistente in materia per fatti bellici; -i rapporti sui bombardamenti stilati dalle Prefetture; -le analisi fotografiche e le relative interpretazioni; -i dati di archivio degli Uffici BCM e delle locali Stazioni Carabinieri. Cessati i combattimenti, il principale problema da risolvere fu quello rappresentato dalle mine e dagli altri residuati bellici.Le mine costituivano l’insidia più diretta e nociva perché occultate e distribuite specialmente nei punti di più facile passaggio e percorrenza, distruggevano sia mezzi che uomini. L’impiego delle mine era stato largamente usato quale ostacolo attivo laddove erano temuti sbarchi o si svolgevano azioni di resistenza con conseguente sosta da parte di truppe operanti. Agli sbarramenti delle coste della Sicilia seguirono quelli della costa calabra, delle teste di sbarco di Salerno ed Anzio ,della linea “Gustav” sul Volturno ed il Garigliano, sulla linea “Hitler” a Cassino, quelli della Toscana e dell’Umbria e quelli della linea “Gotica” nelle Marche, nella Romagna, in Toscana e Liguria. A tali linee principali di sbarramento vanno aggiunte quelle minori di taluni settori costieri. Altre numerose zone minate furono lasciate qua e là a protezione di depositi, magazzini, comandi, lungo strade ordinarie, ferrovie, canali, idrovie, elettrodotti, impianti industriali, ponti, ecc. . Precisare oggi il numero e l’estensione dei campi minati sarebbe impossibile, perché molti di essi erano stati nel corso della guerra manomessi, posati senza alcuna registrazione o modificati dai reparti combattenti per esigenze pratiche. Durante la campagna d’Italia gli Alleati furono arrestati prima sulla linea “ Gustav ” e successivamente sulla linea “Gotica”.Considerato che tutto il potenziale produttivo dell’industria tedesca veniva “inghiottito” dai fronti est “Russia” ed ovest “Francia” e l’esigua benzina veniva riservata ad aerei e carri armati,tutti i rifornimenti per i restanti fronti di guerra venivano trasportati per ferrovia tramite le due sole linee ferroviarie esistenti :il Brennero e la Tarvisio – Udine – Mestre - Bologna.Tra queste due linee esistevano numerose linee trasversali.Gli alleati, per disarticolare questo flusso dei rifornimenti attuarono il piano “STRANGLE”(strangolamento) volto a colpire incessantemente ponti, nodi,stazioni , scali merci quando non il semplice rilevato ferroviario.Sovente le missioni erano disturbate dalla “caccia” e/o dalla contraerea per cui normale era lo sgancio senza rispettare i parametri della missione e così molte bombe non si “armavano” in volo e non esplodevano all’impatto. I bombardamenti furono numerosissimi con missioni da una semplice coppia di cacciabombardieri fino alla formazione di fortezze volanti, in quanto distrutto un ponte , i tedeschi facevano ricorso a passerelle mobili “a scomparsa” che mettevano in sito per il passaggio di un treno e poi rimuovevano. In tale analisi storica utilizziamo due fonti principali di raccolta informazioni: - documentazione storica fornita da comandi alleati (USAAF, R.A.F., RA.A.F., R.N.Z.A.F., S.A.A.F.), con raccolta informazioni relative a mappe, planimetrie, missions report, foto aeree, ecc..; b) documentazione storica fornita da Autorità Militari competenti, relative ai numerosi interventi per disattivazione o distruzione ordigni rinvenuti in territorio nazionale

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

7

2.2. PIANO DI CARATTERIZZAZIONE Nel caso venga evidenziata in sede di analisi storico-documentale una situazione di possibile inquinamento ferromagnetico derivante dalla presenza di residuati bellici interrati, si deve procedere alla valutazione di tale rischio, mediante, in prima fase, l’elaborazione di un piano di caratterizzazione. Tale piano di caratterizzazione definisce: - stato di fatto dell’area di analisi; - condizioni ambientali presenti in area; - attività previste per determinazione grado ed estensione dell’inquinamento ferromagnetico Nel dettaglio sono previste le seguenti documentazioni: - planimetria del sito di intervento e delle aree adiacenti (scala 1:5000 o simili); - planimetria stato di fatto area ( scala 1:1.000/2000 ) con ubicazione reti tecnologiche o di aree accumulo discariche o rifiuti presenti; - planimetria con ubicazione dei punti o delle aree di campionamento proposte - planimetria con ubicazione o mappatura anomalie ferromagnetiche note ( scala da determinare ) 2.3. PROGETTO PRELIMINARE Il progetto preliminare mira ad ottenere - una valutazione ed analisi delle attività di caratterizzazione svolte nel sito; - una definizione degli obbiettivi prefissati per la messa in sicurezza; - un’indicazione del tipo di intervento sistematico proposto per la messa in sicurezza. Nel dettaglio sono previste le seguenti attività: - analisi dei livelli di inquinamento ferromagnetico emersi; - analisi delle metodologie operative adottabili; - analisi del rischio specifico per singola area o sito; - descrizione tipologia di intervento proposta; - progettazione preliminare per fasi temporali distinte. 2.4. PROGETTO DEFINITIVO Il progetto definitivo determina in dettaglio i lavori da realizzare, i costi degli interventi, il cronoprogramma di massima e le specifiche tecniche di esecuzione previste prevedono l’elaborazione di: - dettaglio delle operazioni di messa in sicurezza da eseguire; - dettaglio dei controlli in corso d’opera previsti; - dettaglio dei controlli da attivare post-operam per verificare gli obbiettivi raggiunti; - capitolato d’oneri relativo; - computo metrico estimativo delle attività previste; - quadro economico con valutazione complessiva del costo dell’opera; - elenco prezzi unitari previsti in caso di variazioni quantitative richieste; - elaborazione dichiarazione garanzia finale - elaborazione grafica finale parte integrante - elaborazione verbale di constatazione (La verifica tecnico - esecutiva finale viene eseguita dalle competenti autorita’ ministeriali

preposte (5°Reparto Infrastrutture – Ufficio Bcm di Padova e 10°Reparto INfrastrutture – Ufficio Bcm di Napoli)

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

8

2.5 BREVE STORIA DELLA BONIFICA ORDIGNI BELLICI LE ORIGINI Oggi molti mostrano stupore e meraviglia sentendo affermare che, in Italia, ancora esistono bombe e mine pericolose e nocive. Altri ignorano che ad Asiago, nell'Alto Friuli, nel Carso e in altri luoghi della Prima Guerra Mondiale ancora scoppiano le granate e gli ordigni lasciati dal 1915 al '18. Alcuni, addirittura, suppongono che gli incidenti causati dagli ordigni bellici ed i danni e le vittime di questi sinistri, debbano rientrare nel novero d'eventi dovuti a forza maggiore e non a difettosa trascuratezza o colpa. Gli operatori specializzati bcm la pensano in n modo sicuramente contrario e ritengono allora, così come adesso, che il pericolo costituito dai residuati esplosivi fosse da debellare. Uno Stato civile non può disconoscere che la guerra è un suo atto legittimo e che i suoi effetti e le sue conseguenze, essendo promanazione di tale atto, rimangono a suo carico senza poter mai essere imputati o fatti diventare reversibili su Enti o privati. Dopo l'abbandono della Libia, le azioni belliche interessarono il Territorio nazionale vero e proprio e la Sicilia, per prima, ebbe a patire il tormento della guerra e dei combattimenti, avendo le sue terre percorse dai contendenti. Era il 10 luglio del 1943; un contingente di 160 mila uomini e 600 carri armati aveva messo piede sull'isola: gli americani guidati dal gen. Patton puntarono ad ovest; gli inglesi comandati dal gen. Montgomery si diressero ad est. La prima conseguenza fu l'infestazione diretta per campi minati, granate ed ogni altro tipo d'artifizio esplosivo, pericoloso e nocivo per l'incolumità di tutti, fossero i militari che si fronteggiavano od i civili che, inermi, ancor più erano colpiti dei primi.- Questi infatti, senza possibilità di reazione, perdevano beni, case ed anche la vita. Le popolazioni civili, d'altra parte e per altre offese nefande, quali erano i bombardamenti aerei, avevano già conosciuto i danni ed i dolori delle bombe che scoppiano, che incendiano, che distruggono e che uccidono. Merita ricordare che nella notte del 14 novembre 1940 la città inglese di Coventry subì dall'aviazione tedesca un pesante attacco con molti morti e notevoli distruzioni; da quel momento fu coniato un nuovo verbo "coventrizzare" dal significato più che evidente: radere al suolo! La guerra continuò il cammino dal sud verso il nord e, gradualmente andò ad estendere i suoi effetti nocivi per tutta Italia, anche quando i combattimenti erano ormai passati e gli avvenimenti erano soltanto un triste ricordo, più o meno lontano. I campi minati, le bombe e le granate inesplose, gli aggressivi e gli esplosivi bellici lasciati, sia da chi si ritirava sia da chi vinceva ed avanzava, più che mai manifestarono la loro insidia e la loro pericolosità: bambini, donne ed uomini che finalmente credevano di ritornare in pace nelle loro case, trovarono nelle stesse, attorno a loro e dove meno si potesse pensare, il pericolo di cose che, se toccate, maneggiate od urtate, distruggevano gli esseri umani ed i loro beni. Già durante i bombardamenti si era manifestata la presenza di bombe inesplose e la necessità d'inertizzarle, rimuoverle ed eliminarle. Localmente, senza alcuna predisposizione organica o razionale, volontari od inconsci operatori di pace, cercavano di annullare la possibilità d'offesa di queste "cose" spesso sacrificando la propria integrità e la propria esistenza, forse per altruismo forse per spirito d'avventura, forse per chissà quale altra idea od ipotesi ignota ed imponderabile. Gruppi autonomi, il più delle volte radunati dai Comuni di città bombardate, cominciarono questa prima fase di bonifica. Erano civili, guidati da esperti anche improvvisati che poi, lavorando, affinarono l'esperienza e l'arte e divennero, se superstiti, specializzati in questo lavoro. A Milano, a Roma, a Treviso, a Bologna, a Firenze ed in tante altre città, dopo ogni bombardamento, erano segnalate alle Autorità le posizioni e le presenze delle bombe d'aereo che non erano scoppiate. Così pochi uomini, con a capo un esperto improvvisato in materia, o nella migliore ipotesi guidati da ex genieri ed ex artificieri militari, iniziarono la loro opera preziosa di disattivazione e di rimozione di questi residuati. Ogni tanto un incidente frenava gli slanci e fermava la più buona volontà di questi impavidi; poi ritornava la determinazione di fare e, forti dell'esperienza a caro prezzo conseguita, affinata l'arte, si migliorava la possibilità di eliminare almeno le bombe che, cadute ed inesplose, erano ancora affioranti od addirittura scoperte sul terreno. Come difendersi da queste numerose insidie? È evidente che si trattava di un problema la cui soluzione era d'esclusiva pertinenza militare ma, dopo l'8 settembre, nel Regno del Sud esisteva un Governo che non disponeva ancora di un Esercito degno di questo nome; le diffidenze alleate, soprattutto inglesi, la stanchezza morale e materiale dei militari che si erano sbandati costituivano gravi remore al riguardo. In Sardegna, alcuni nostri militari privi di comandi organizzati, dopo aver vagato per l'Isola si raccolsero in gruppi che, a richiesta dei privati e in cambio di vitto ed alloggio, iniziarono l'eliminazione delle mine che erano state interrate dalle truppe tedesche in funzione difensiva. Poi il "Governo di Bari" riuscì a costituire un raggruppamento motorizzato che, comandato dal Generale Dapino, poté entrare in combattimento aggregato ad una Divisione americana, con l'obiettivo di Monte Lungo, posizione decisiva per avanzare verso Cassino.Era l'inizio della rinascita del nuovo Esercito italiano! Gradualmente vi confluirono i militari che erano rimasti nella parte meridionale dell'Italia, si organizzarono i Reparti, si ricostituirono le specialità, si partecipò attivamente alla liberazione del suolo Nazionale e si cominciò a pensare anche a tutta la complessa problematica discendente dalle guerre e dalle conseguenze delle azioni belliche. Cessati i combattimenti, il principale dei problemi da risolvere fu quello rappresentato dalle mine, dagli ordigni, dagli esplosivi

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

9

e dagli altri residuati bellici. Questi, disposti nelle maniere più impensate e per le ragioni più disparate erano, in ogni modo, in grado di scoppiare al minimo urto e di distruggere tutto ciò che era nel loro raggio d'azione. Le bombe d'aereo inesplose, forse per la loro notevole dimensione, erano quelle che più prudentemente gli inesperti evitavano. Le granate ed i proietti il più delle volte, per il loro aspetto che ne indicava chiaramente la natura, erano trattate analogamente con prudente timore. Le mine invece costituivano l'insidia più diretta e nociva perché, caparbiamente occultate e distribuite specialmente nei punti di più facile passaggio e percorrenza, distruggevano sia mezzi, sia macchine, sia uomini. La prevalenza delle persone umane che più soffriva per questo stato di cose, erano proprio i bambini e gli adolescentiche, per la loro naturale curiosità ed innocenza, prima d'ogni altro ne restavano vittime e le mine, sovente, erano "organizzate" in campi minati, con trappole che, funzionando, distruggevano tutto. Per queste ragioni la situazione dei campi minati era tale da richiedere un'organizzazione di bonifica vasta ed urgente. L'impiego delle mine era stato largamente usato quale ostacolo attivo laddove si erano temuti sbarchi o si svolgevano azioni di resistenza con conseguente sosta, più o meno prolungata, da parte delle truppe operanti.Agli sbarramenti delle coste della Sicilia seguirono quelli della costa Calabra, delle teste di sbarco di Salerno e di Anzio, della linea "Gustav" sul Volturno e Garigliano, della linea "Hitler" a Cassino, quelli della Toscana e dell'Umbria e quelli della linea "Gotica" nelle Marche, nell'Emilia-Romagna, in Toscana ed in Liguria. A tali principali linee di sbarramento o zone d'arresto, vanno aggiunte quelle minori di taluni settori costieri della Sardegna, della Liguria e del Veneto. In più, altre numerose zone minate furono lasciate qua e là a protezione di depositi, magazzini, comandi, lungo le strade ordinarie, ferrovie, canali, idrovie, elettrodotti, impianti industriali, ponti, case, ecc. L'infestazione dalle mine e dagli altri ordigni bellici aveva ed ha sempre avuto due caratteristiche fondamentali: � quella per residuati in superficie sul terreno od altro genere d'immobili o cose, che dovevano essere rastrellati, rimossi, inertizzati e in ogni caso, eliminati o distrutti; � quella per mine, bombe, granate, esplosivi od analoghi manufatti, da ricercare perché occultati sia in sbarramenti minati, che per un'infinità d'altre cause o ragioni dirette o consequenziali, come l'approntamento di fornelli per distruzione di ponti, strade, ferrovie od altre opere d'arte, l'interramento di colpi d'artiglieria (o da bombardamento aereo) inesplosi, il seppellimento di depositi di bombe e granate, l'abbandono d'ordigni in postazioni, sul fondo di fiumi, canali ed altri specchi d'acqua, ed altre circostanze analoghe e simili per cause ed effetti. Precisare il numero e l'estensione dei campi minati sarebbe oggi impossibile, perché molti erano stati manomessi nel corso della guerra, posati senza alcuna registrazione o modificati dai reparti combattenti per esigenze pratiche. Le segnalazioni a suo tempo pervenute alle autorità civili e militari alleate ed italiane del tempo, ed i rilevamenti fatti in seguito alle numerose disgrazie, avvenute specialmente subito dopo il passaggio del fronte, riguardavano una superficie dell'ordine di varie decine di migliaia d'ettari di terreno minato e numerosissime opere d'interesse pubblico e di pubblica utilità, che richiedevano un'immediata bonifica in tal senso. La vastità e la complessità del problema richiedeva tempo ed un'organizzazione tecnica intensiva che, adeguandosi alle molteplici necessità, fosse in grado di subire successive ed adatte trasformazioni. Circa le caratteristiche delle mine impiegate è sufficiente ricordare che i tipi delle mine anticarro ed antiuomo ritrovate nei campi minati superarono la sessantina, di cui soltanto alcune erano note all'inizio dei lavori di sminamento. Numerose le "insidie" aggiuntive collegate alle mine nelle condizioni più diverse. Insidie che riuscirono a mietere vittime anche fra il personale più esperto. Tutte le mine avevano in sé un alto grado di pericolosità, ma in modo particolare lo erano quelle "amagnetiche" (in legno, in vetro, in materiale plastico, in calcestruzzo, in cartone pressato e catramato) e le bombe a farfalla. Queste ultime, disseminate specialmente in molte zone della Sicilia e del Veneto, per la loro dislocazione (di norma in superficie) ed il loro equilibrio instabile, costituivano un grave pericolo non solo per la popolazione civile ma anche per gli animali. In quanto alla distribuzione dei campi minati, oltre ai campi "regolari", molti erano quelli di disturbo o d'arresto creati senza alcuna regolarità geometrica, con affrettati metodi di posa, nonché quelli resi irregolari da successive manomissioni, come abbiamo già citato. Furono proprio le manomissioni, le variazioni intervenute nel tempo, le condizioni d'interramento, la scomparsa di riferimenti in sito, la modifica della vegetazione, gli accorgimenti usati nella posa delle mine a rendere veramente ardue le operazioni di sminamento integrale. Tanto è vero che anche quando si fu in possesso dei piani militari di posa degli sbarramenti minati, questi furono utilizzati, di massima, a solo titolo orientativo, visto che la maggior parte dei campi minati, all'atto della bonifica, si presentarono in condizioni differenti da quelle descritte nel piano originario. Infatti, diversi campi minati registrati come campi regolari, risultarono infestati soltanto da mine isolate ed irregolarmente distribuite, mentre altri furono densamente minati, fino a trovare oltre 8.000 mine per chilometro quadrato. Da ciò appare chiara la difficoltà d'esatti censimenti e d'esatte valutazioni preliminari, ma anche l'estrema pericolosità delle operazioni di bonifica, durante le quali il metodo, la prudenza, la pratica ed il coraggio non sempre riuscirono a proteggere la vita degli sminatori, combattenti volontari di questa terribile ed insidiosa battaglia. Tutte le circostanze ed i particolari sinora espressi portano, secondo il nostro parere, ad alcune considerazioni fondamentali, che ci permettiamo di elencare: - le mine e gli altri ordigni, comunque occultati, sono pericolosi perché in grado di recare danno qualora siano incautamente toccati,

calpestati o subiscano pressioni o percussioni; - gli stessi residuati interrati o, comunque, nascosti sono distribuiti senza un ordine o disposizione logica; ciò impone un'azione di

ricerca basata su mezzi, tecniche e norme razionali e di sicurezza; - si tratta, sempre, di materiali di esclusiva natura militare, con esplosivi militari, residuati di guerra e per cause di guerra.

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

10

Chi doveva provvedere al riguardo? ovviamente lo Stato e, per lui, la sua parte militare. Gli eserciti combattenti avevano specifici Reparti che effettuavano la posa delle mine e dei campi minati e che provvedevano anche al forzamento di quelli nemici per permettere l'avanzata delle proprie Unità; è evidente che questi, conoscendoli, per un'ovvia transitività d'azione, erano i più qualificati a cercarli ed eliminarli. Più avanti, quando parleremo delle Compagnie Militari dei Rastrellatori di Mine, ritorneremo su quest'argomento e vedremo come, realmente, questa bonifica fu affidata alle Armi dell'Esercito che in ciò erano specializzate. Per ora, anche secondo una rigorosa evoluzione cronologica, dobbiamo precisare che, a parte i gruppi di ricercatori di bombe da aereo agenti localmente e dei quali abbiamo già parlato, la prima ed urgente azione di bonifica dai campi minati, fu affidata a reparti specializzati, dapprima inglesi, americani e polacchi e poi italiani, che agirono tanto ai fini militari veri e propri, che per indilazionabili esigenze di pubblica utilità LE COMPAGNIE MILITARI DEI RASTRELLATORI DI MINE Il Tenente Vittorio del Re ha raccontato che circa 600 giovani, con ancora sul viso i segni delle sofferenze patite, dopo l'armistizio erano accampati alla meno peggio sotto vecchie tende militari, in attesa di ricevere ordini per la loro destinazione. Quei giovani erano i soldati del 387° Reggimento Fanteria "Friuli", del "CVII Battaglione Mitraglieri Autocarrato di C. d'A." e del "1° Battaglione Minatori", tutti Reparti che avevano fornito prova di non comune valore nel 1943 durante le operazioni della campagna di Corsica, dalla quale furono poi trasferiti in Sardegna e da lì fatti rientrare in continente. Il 12 luglio 1944, il Ministero della Guerra ordinava la mobilitazione delle forze militari bonificatrici dei campi minati con la costituzione della 561™ e 562™ Compagnia Rastrellatori Mine. L'istruzione dei militari componenti le Compagnie, appartenenti a tutte le Armi e specialità, fu facilitata dall'assegnazione di specialisti dell'Army sub Commission Alleata e di Ufficiali molto pratici delle mine, per aver fatto parte di Reparti che avevano partecipato alla battaglia per la liberazione di Cassino. Furono così, subito valorizzate le possibilità tecniche di quei pochi che avevano scarse cognizioni sugli esplosivi, mettendoli in grado, poi, di fare da maestri ai compagni che furono a loro affiancati. Animati dal più alto senso d'altruismo i giovani rastrellatori impegnarono tutte le loro energie nell'opera a loro affidata, tanto da permettere in breve tempo il ritorno degli abitanti nei centri urbani. Il primo di questi Reparti, addestrati a Capua, fu subito inviato al seguito delle truppe combattenti per aprire loro varchi e per agevolarne l'avanzata lungo il litorale tirrenico. Gli Uomini della 562™ Compagnia, già esperti dei combattimenti, il 18 dello stesso mese, liberati dall'ansia febbrile dell'incerto avvenire, si trasferirono a Pescara e, dopo alcuni giorni di riorganizzazione, iniziarono la bonifica dei campi minati. Quella città era destinata ad essere la prima spettatrice delle loro gesta gloriose; infatti il Reparto giungeva nella predetta località che era stata trasformata in un immane trabocchetto per la presenza di mostruosi ordigni esplosivi. I lavori dovevano essere estesi a molte altre importanti località delle Regioni Italiane e le braccia, anche se volenterose, erano poche. Fu istituita, perciò, la Scuola d'Addestramento al Rastrellamento Mine; la prima del genere in Italia. Subito dopo, appena si ottennero i primi nuclei di militari addestrati nel pericoloso lavoro, fu iniziata l'opera di bonifica dalle mine delle città liberate e nella zona della Maremma Toscana, su opere pubbliche e su aree di privati. La 562™ Compagnia Rastrellatori Mine allargò il suo campo d'azione; mentre un buon numero di militari era assegnato ai vari distaccamenti nei quali fu frazionato il Reparto, si andavano forgiando nuove forze bonificatrici nella Scuola che era nata ai piedi della Maiella, a Guardiagrele, che poi si trasferì a Silvi Marina. Si rivide, così, per opera loro, correre sulla rete ferrata adriatica, da Ortona a Mare a Pesaro, il treno, primo apportatore di benessere materiale e spirituale. Si restituirono al loro antico splendore le spiagge centro adriatiche trasformate, dalla presenza delle mine, in insormontabili campi trincerati. A dire il vero, i risultati raggiunti furono anche il frutto di una buona assistenza data dalla Commissione Alleata per le Province di Chieti, Teramo, Pescara e Pesaro. Nell'aprile 1945, in seguito a scioglimento della predetta Commissione, il Reparto passò, sempre per l'impiego, alle dipendenze dell'H.Q./AC V™ Region - Dovunque operarono quei debellatori della morte, ritornò la vita. Il lavoro era reso ancora più difficile dalla mancanza di strumenti adatti per la ricerca delle mine. Bisognava sondare il terreno palmo per palmo, con un semplice spuntone, per accertarsi della presenza o meno degli ordigni di morte. A vederli intenti al rastrellamento, piegati sul corpo, con gli occhi tesi in basso, a punzonare la terra, quanti cuori si sono empiti d'intima commozione e ammirazione! Ma la morte, celata spesso nei posti più impensati, chiedeva sovente il sacrificio che suol domandare agli audaci: quello della morte! Il Reparto infatti, registrava nel primo mese di attività il nome di due caduti e diversi feriti per infortuni sui lavori, riportando successivamente, in media, ogni mese, tre morti e quattro feriti. Mentre le file dei rastrellatori andavano assottigliandosi per i numerosi infortuni, la Scuola d'Addestramento della 562™ Compagnia apprestava le nuove energie da impegnare nel proseguimento e potenziamento della stessa lotta contro le mine. Nel marzo 1945, gli allievi della Scuola erano 50 Carabinieri prescelti dalle competenti Autorità per partecipare ad un rapido corso d'istruzione al rastrellamento mine. Terminato questo, subito dopo, la Scuola si preparò ad affrontare un compito assai più difficile e

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

11

gravoso: l'addestramento dei 200 uomini componenti la 563™ Compagnia Rastrellamento Mine appena costituita. Si trattava di trasformare un Reparto, composto d'elementi privi d'ogni più elementare cognizione sulla Specialità, in un reparto Rastrellatore di nome e di fatto. Dopo varie settimane d'intensa attività addestrativa, la 563™ Compagnia era in condizioni di poter essere prontamente impiegata. Nel maggio riceveva il battesimo nell'Emilia-Romagna, dove da Silvi Marina era stata trasferita, giungendo a Ravenna. Nella stessa Regione, nel giugno '45, assumeva nuova dislocazione la 562™ Compagnia Rastrellatori Mine, per far fronte ad urgenti opere di bonifica di particolare interesse pubblico. Dopo due mesi di lavoro svolto nella zona di Pavullo (Modena), il Reparto, il 16 agosto '45, si trasferiva a Bagnacavallo (Ravenna). Ai primi di giugno, i lavori assumevano un ritmo soddisfacente anche per la 563™ Compagnia Rastrellatori Mine, che si portava per rendimento e per organizzazione allo stesso piano della consorella. Questo, mentre la Scuola d'Addestramento di Silvi Marina continuava la sua fatica, con l'istruzione di un nuovo Reparto: la 564™ Compagnia Rastrellamento Mine destinata ad essere impiegata a fianco delle altre due Unità, nell'agosto successivo, quando raggiunse la sede di Lugo. Col coordinamento del lavoro, si realizzavano risultati sorprendenti, sì che il pericolo delle mine era allontanato dai tratti degli argini dei corsi d'acqua della "Bassa Emiliana" dove erano state convogliate tutte le forze bonificatrici, onde permettere alle imprese interessate di procedere alle opere di ricostruzione. Nel maggio 1945 l'attività delle Compagnie Militari ebbe una notevole diminuzione perché, essendo cessate le operazioni belliche, i loro componenti iniziarono ad essere gradualmente posti in congedo. L'ultimo gruppo di soldati rastrellatori di mine "attivo" fu quello della 564™ Compagnia che, nel gennaio 1946, da Lugo di Romagna dove aveva fino ad allora agito, fu trasferito a Venezia. Qui, insieme a due Ufficiali già in loco, uno proveniente dalla fondazione della scuola b.c.m. di Forlì e l'altro dalle bonifiche della Val di Chiana in provincia di Arezzo, costituirono il primo nucleo del Comando Sottozona che poi si stabilì definitivamente a Mogliano Veneto. Con loro si avviò il deminamento del territorio di Chioggia e di Contarina, dove agirono fino al loro definitivo congedo. Ritornati in abiti civili, prevalentemente continuarono a rastrellare mine, riassunti dall'Amministrazione militare come operai specializzati, oppure inserendosi nell'organizzazione civile che descriverò nelle pagine che seguono. LE SCUOLE B.C.M. Dopo la liberazione del Territorio nazionale, gli stessi Comandi Operativi Alleati si resero conto della necessità di potenziare l'opera di bonifica dai campi minati e dagli altri ingenti quantitativi d'ordigni comunque lasciati dalle operazioni belliche. Di fronte ai danni ed ai pericoli derivanti dalle mine, come perdite di vite umane, ritardi nella messa a cultura dei terreni, perdita del patrimonio zootecnico, insorgenza di malattie epidemiche per l'inutilizzazione o la degradazione d'impianti idraulici, ecc., il problema "sminamento" divenne uno dei temi più assillanti del dopoguerra, cui si cercò di far fronte con i mezzi e le organizzazioni più disparate, non sempre convenientemente ordinate e non sempre adeguatamente attrezzate. Dopo gli interventi diretti ed immediati delle Compagnie Militari dei Rastrellatori di Mine, tutta una schiera di lavoratori della terra - proprietari e contadini - erano impazienti di ritornare al lavoro. Col rischio della loro vita, aiutati da altri volenterosi ed improvvisati tecnici, direttamente iniziarono la bonifica dei loro terreni. Abbiamo già visto sommariamente, quali fossero gli sbarramenti minati ed organizzati delle varie linee difensive e delle aree circostanti i vari punti di sbarco. A questo tipo d'infestazione dovevano aggiungersi: � quello dei minamenti con " trappole " antirimozione di case, mobili ed oggetti, con specifiche funzioni antiuomo; � quello per le mine e campi minati isolati collocati negli ultimi momenti dalle opposte fazioni; � quello dei minamenti di ponti, strade ed opere d'arte per interruzione delle avanzate o per completamento di "sistemazioni difensive"; questi erano stati realizzati con "fornelli da mina" caricati con esplosivi, mine, granate ed altri ordigni di circostanza, utili a costituire potenti cariche esplosive dirompenti, sovente intrappolate per evitarne la disattivazione e l'inertizzazione; � quello notevolmente copioso per le granate e bombe inesplose dai combattimenti o residue dai reparti belligeranti che, in ritirata od in avanzata, le avevano abbandonate, senza alcun ordine o connessione razionale od ordinata per tutto il Territorio nazionale, in depositi, occultati in canali, fiumi ed altri corsi d'acqua, nelle ex postazioni di combattimento ed in mille altre maniere. Così i vari Comandi territoriali del Governo Militare Alleato specializzarono, con appositi corsi, il nuovo Esercito italiano verso il quale avevano gradualmente riacquistato simpatia e fiducia. Si trattava, come già abbiamo accennato precedentemente, di affrontare una problematica spiccatamente ed esclusivamente militare, di promanazione bellica, da affidare alle "Armi" che in ciò erano qualificate e specializzate. Pertanto, dalla fondamentale classificazione già ipotizzata, l'Army sub Commission Alleata intervenne presso l'allora dicastero della Guerra che, sul finire dell'agosto 1944, si propose di effettuare un piano di bonifica ad hoc, utilizzando personale civile appropriatamente specializzato, destinandolo: � All'Artiglieria, per il rastrellamento e l'eliminazione di granate, bombe, proietti e tutti gli altri residuati, armi, munizioni, mezzi e materiali bellici, comunque esistenti sui terreni, sugli ex campi di battaglia, nei depositi e centri di raccolta e dovunque questi si trovassero;

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

12

� Al Genio, per la bonifica dei campi minati ed altre analoghe ricerche d'ordigni bellici interrati od occultati, trattandosi d'attività e lavori militari di sua specifica competenza. Previ accordi con il "Comando dei Patrioti" residente in Roma, 1.500 rastrellatori civili furono ingaggiati fra i volontari di quel Reparto con esperienze d'artiglieria, minamenti o qualifiche affini. Le cinque squadre dell'Army sub Commission, rinforzate ciascuna da tre Ufficiali italiani, con "buona conoscenza dello speciale servizio" organizzarono le "Scuole BCM" di:

n LOCALITA’ COMPETENZA TERRITORIALE

1 CAPUA: per il Lazio meridionale e la Campania;

2 VITERBO: per il Lazio settentrionale ed l'Umbria;

3 CHIETI: per la zona dell'Adriatico già liberata;

4 ORBETELLO: per la zona litoranea tirrenica;

5 SPOLETO: per la Toscana. Così si partì, posticipando di circa venti giorni il programma, con 50 unità per ogni "Scuola", affidando i compiti di Orbetello (mai entrato in azione) a Pisa, che estendeva il suo territorio anche fino alla bassa Garfagnana, nel frattempo "liberata". A distanza di altri 15 giorni, si apriva un'altra "Scuola" a Campobasso poi, seguendo l'avanzata delle truppe alleate, quella di Forlì. Questi primi elementi operativi agirono più col coraggio che con la tecnica, dopo insufficiente ed affrettato addestramento, con sommarie e limitate nozioni fornite da istruttori alleati sulle insidie da affrontare, senza attrezzatura adeguata, senza metodi appropriati. Solo più tardi, valendosi dell'esperienza - purtroppo sanguinosa - fatta sui lavori eseguiti, venivano raccolte notizie e dati dai quali furono tratte, elaborate e perfezionate, le norme tecniche ed i metodi più acconci per affrontare sistematicamente e con la maggiore sicurezza possibile i campi minati. Mentre all'inizio del servizio, di fronte al pericolo imprecisato ed immanente, gli uomini lavorarono quasi a contatto gli uni agli altri per assicurare la continuità della ricerca, dando luogo a disgrazie multiple, in seguito furono introdotte le distanze di sicurezza tra uomo e uomo e la sistematicità delle ricerche veniva affidata al regolare tracciamento e ripartizione del lavoro sul terreno ed alla rigorosa, sistematica progressione del lavoro stesso nelle strisce affidate a ciascun sminatore. La rimozione delle mine fu, conseguentemente, vietata e sostituita normalmente dalla distruzione in sito e furono adottati mezzi ed attrezzi sempre più idonei allo scopo (cercamine perfezionati, aste di sondaggio, attrezzature minori appropriate, strumenti per rilevamenti esatti, ecc.). Questi organismi, creati man mano nelle varie zone del territorio liberato, risentirono della situazione generale del momento (indisponibilità d'adeguato inquadramento, scarsezza di mezzi tecnici e di trasporto, insufficienza di mezzi finanziari) e dell'urgenza di provvedere, in ogni caso e con tutti i mezzi possibili, all'indilazionabile problema di ridare vita alla terra. Le dimostrazioni di stima e d'apprezzamento non mancarono e furono soprattutto calorose ed affettuose da parte dei contadini che, impazienti, desideravano tornare alla loro terra. Prove di giudizio favorevole e d'ammirazione per l'opera dei volontari rastrellatori civili di mine venne ripetutamente dimostrata da attestati degli Alti Comandi e dalla stessa stampa.- Gli Inglesi, con affetto incominciarono a chiamarli "Men of Corn" (uomini del frumento). EVOLUZIONE ORGANIZZATIVA DELLA BONIFICA Dopo il primo corso, ciascuna delle "Scuole B.C.M." già nominate, iniziò l'attività e passò ad addestrare nuovi volontari civili attraverso altri cicli di preparazione tecnica. Pur subendo drastiche diminuzioni per i numerosi incidenti e le ovvie dimissioni dei meno qualificati, questi centri incrementarono il numero dei rastrellatori e la quantità degli interventi bonificatori. Parallelamente ne entrarono in azione altre a Roma, Latina, Frosinone, Catania e Pistoia fintanto che, a fine aprile 1945, cessato il conflitto, e completato il quadro generale dell'infestazione bellica, si evidenziò tutta la complessa problematica del caso e la necessità di potenziare l'organizzazione teorizzata nel precedente settembre 1944, quantitativamente non realizzata. Allora l'Ufficio Centrale B.C.M., modificò la struttura delle "Scuole" e, sempre d'intesa con i Comandi Militari Alleati, fece aprire altri Centri a Bologna, Ferrara e Genova, modificando inoltre le precedenti giurisdizioni territoriali per adattare l'organizzazione a tutto l'ambito Nazionale. Si costituirono quindi cinque Comandi di Zona B.C.M. con sede rispettivamente a Capua, Roma, Firenze, Bologna e Genova, i quali si articolarono in: � 20 Comandi di Sottozona, � 79 Nuclei B.C.M., � 233 Sezioni B.C.M. comprendenti 710 Squadre di Rastrellatori di mine di circa 3-4 elementi ciascuna. Tutta quest'organizzazione provvedeva, così, alla bonifica dei campi minati e di tutti gli altri ordigni esplosivi interrati, agendo prevalentemente in gestione diretta ed, in minor misura, con appalti affidati sempre a Ditte con rastrellatori abilitati nei centri militari. Il 12 aprile 1946 con Decreto Legge Luogotenenziale n. 320, modificato ed aggiornato dal D.L.C.P.S. del 1.11.47, n. 1768 ed altre leggi integrative complementari, tuttora valide sotto l'aspetto giuridico, pratico e legale, venne costituito l'Ispettorato Bonifica Immobili Ordigni Esplosivi che raggruppò l'attività: � dell'Ufficio Centrale B.C.M. (conseguentemente soppresso);

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

13

� dell'Organizzazione per la raccolta ed eliminazione dei materiali ed ordigni esplosivi in superficie od immagazzinati già di competenza dell'Ufficio Recuperi della Direzione Generale Artiglieria del Ministero della Guerra. Ciascuna delle due branche, naturalmente, continuò nella specifica attività di competenza. Continuando ad illustrare quella della bonifica campi minati, si ritiene opportuno ricordare che furono organizzati ed effettuati corsi d'addestramento più completi presso i Comandi Zona B.C.M. integrati da un Centro Addestramento per Dirigenti Tecnici ed Assistenti Tecnici a Centocelle (Roma), che costituì anche centro di raccolta e di studio degli ordigni recuperati e delle attrezzature e delle relative norme d'impiego sui lavori, facendo tesoro delle segnalazioni, delle proposte e degli insegnamenti tratti dalla pratica esecuzione della bonifica. L'applicazione delle norme elaborate con la più estesa collaborazione di tutti gli addetti al servizio B.C.M., diede palesi risultati sia per quanto riguardava una quasi assoluta garanzia di sicurezza con sensibilissime riduzioni delle disgrazie, sia per quanto ha tratto alla maggiore perfezione delle operazioni di ricerca e di sminamento, nonché all'uniformità ed all'aumento del rendimento degli uomini al lavoro. La percentuale degli infortunati rispetto ai 4000 brevettati civili risulta di circa il 25%. RASTRELLAMENTO TERRITORIO NAZIONALE DA ORDIGNI ESPLOSIVI, MUNIZIONI E MATERIALI BELLICI IN SUPERFICIE Parallelamente all'Ufficio Centrale b.c.m. del Genio, i Reparti della nuova Artiglieria avevano cominciato, sia direttamente sia con imprese specializzate, il rastrellamento dei materiali ed ordigni esplosivi, nei modi di cui, più dettagliatamente, si parla in seguito riferendoci alla parte specifica di quest'opera e del lavoro realizzato al riguardo. Questo rastrellamento del Territorio Nazionale da materiali, ordigni ed esplosivi - sotto l'aspetto dell'organizzazione, del funzionamento e del rendimento - può suddividersi in due periodi e precisamente: >Agosto 1944 - Primavera 1945 (prima della liberazione di tutto il Territorio Nazionale); >Primavera 1945 - Giugno 1948 (dopo la liberazione di tutto il Territorio Nazionale) PERIODO AGOSTO 1944-PRIMAVERA 1945 Sin dall'agosto 1944 la Direzione Generale Artiglieria - Ufficio Recuperi - in considerazione che il precitato rastrellamento: � rivestiva carattere politico, economico e sociale, incidendo sulle esigenze della ricostruzione Nazionale; � non poteva essere differita, poiché da ogni parte se ne sollecitava l'esecuzione per ridare sicurezza alle popolazioni; per restituire terre all'agricoltura e per stroncare l'illecita sottrazione degli innumerevoli materiali ovunque sparsi, formulò un programma di rastrellamento dei precitati residuati del Territorio Nazionale basato sul criterio di affidare: - ad imprese civili i lavori di cui trattasi per la quasi totalità del Territorio Nazionale, effettuando, prima, a titolo sperimentale, il

rastrellamento in alcuni Comuni della Provincia di Roma, Frosinone, L'Aquila, Chieti, allo scopo di avere elementi concreti per stabilire dati attendibili per tutti i lavori da eseguire in appalto, sia nelle province già liberate, che nelle altre, man mano che vennero restituite dagli Alleati all'Italia;

- alle Direzioni di Artiglieria il rastrellamento del territorio circostante ai rispettivi stabilimenti per un raggio non superiore ai 30 Km. I lavori, data la carenza dei mezzi di trasporto e la deficienza di specializzati, non ebbero subito il desiderato sviluppo. Successivamente (verso la fine del 1944) venne presa in esame la possibilità di provvedere ai lavori in questione con mezzi militari e si studiò la costituzione di appositi "gruppi di rastrellamento e recupero", a disposizione delle Direzioni di Artiglieria. Neanche tale programma poté essere realizzato per insufficienza delle razioni viveri messe a disposizione dagli Alleati e per la mancanza d'automezzi (richiesti insistentemente e mai ottenuti). In conseguenza di quanto sopra i lavori di rastrellamento praticamente affidati alle Direzioni d'Artiglieria ed a qualche stabilimento dell'Esercito, dato i limitati mezzi a disposizione, furono per lungo tempo limitati alle sole operazioni d'intervento su specifiche segnalazioni d'urgenza. Concludendo: � la deficienza del personale: quantitativa (per la limitazione di razioni viveri) e qualitativa (pochi specializzati) � la deficienza e talvolta la mancanza assoluta di mezzi di trasporto (indispensabili per le operazioni di bonifica e rastrellamento) � i vincoli posti dagli Alleati al movimento di persone e cose militari; hanno fatto sì che fino alla primavera del 1945 le operazioni di bonifica o rastrellamento non avessero potuto avere ancora adeguato sviluppo secondo metodologie tecnico – esecutive standarizzate PERIODO PRIMAVERA 1945 - GIUGNO 1948 1 - Organizzazione e funzionamento del servizio Solo dopo la liberazione di tutto il Territorio Nazionale, i lavori di rastrellamento incominciarono ad avere il necessario sviluppo con: - un'organizzazione dei rastrellamenti e recuperi decentrata ai Comandi Militari Territoriali; - l'impiego di imprese civili in concorso con le organizzazioni militari. Gli organi direttivi per il funzionamento del servizio di recupero furono i Comandi Artiglieria, i quali provvidero per mezzo delle Direzioni d'Artiglieria (Organi esecutivi) all'esecuzione del Servizio stesso. Alle sezioni di rastrellamento bombe e proietti, vennero affidati principalmente i rastrellamenti e i brillamenti d'urgenza, mentre il rastrellamento metodico ed integrale di intere regioni venne affidato, mediante gare, ad imprese civili (ad eccezione di particolari zone, abitati ed opere d'arte, il rastrellamento delle quali fu effettuato direttamente dai Comandi Artiglieria per mezzo delle predette sezioni rastrellamento bombe e proietti). Per effetto di tale organizzazione (che poté trovare rapida e pratica attuazione alla periferia, perché furono messi subito a disposizione adeguati fondi e il personale e i mezzi per la costituzione delle sezioni rastrellamento bombe e proietti) il risanamento del Territorio Nazionale da materiali

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

14

e ordigni esplosivi in superficie fin dai primi mesi del 1946, fu in pieno sviluppo e fu gradatamente intensificata, in parte a gestione diretta (Direzione d'Artiglieria), in parte ad appalto a ditte civili, osservando il seguente ordine di precedenza: � rimozione, brillamento o recupero degli ordigni esplosivi; � sgombero del materiale inerte pesante, per liberare strade, ponti, ferrovie ed opere d'arte in genere; � recupero, per la conseguente riutilizzazione da parte dell'A.M., o alienazione in posto, dei residuati di guerra. 2 - Personale e automezzi impiegati per la gestione diretta Durante l'esecuzione dei lavori di rastrellamento d'ordigni, esplosivi, munizioni ed altri residuati bellici in superficie del territorio Nazionale eseguiti dagli organi esecutivi dell'Artiglieria, 260 persone tra militari e civili sono decedute e 342 sono rimasti infortunati. Gli automezzi impiegati per l'attività a gestione diretta variarono in complesso, da un massimo (Giugno 1946) di 50 automezzi militari e 50 automezzi civili ad un minimo (Dicembre 1947) di 30 automezzi militari e 25 automezzi civili. 3 - Principali provvedimenti ed accorgimenti adottati per i rastrellamenti di Artiglieria Allo scopo di rendere più sollecito e meno pericoloso il lavoro, furono presi i seguenti principali provvedimenti ed accorgimenti: - acquisto dall'A.R.A.R. da parte dell'Ispettorato Bonifica Immobili da Ordigni Esplosivi, di automezzi ed autogrù, che furono distribuiti ad ogni direzione e sezione Autonoma Artiglieria nella misura di un Autocarro Dodge, un'autogrù e una motocicletta; - costruzione da parte della Direzione di Artiglieria di Roma di n. 22 apparecchi per l'inertizzazione di ordigni esplosivi (foro nell'involucro realizzato per via chimica). Gli apparecchi, distribuiti alle altre Direzioni e Sezioni Staccate d'Artiglieria, non hanno dato sempre ottimi risultati soprattutto quando, per dilavare velocemente l'esplosivo contenuto negli involucri, si è cominciato ad usare vapore acqueo prodotto in caldaie chiuse e quindi sotto pressione.- 4 - Azione svolta per stroncare l'illecita attività nel campo dei recuperi In considerazione che l'illecita sottrazione di residuati di guerra sparsi sul terreno da parte di ditte civili o privati raccoglitori: � costitutiva grave danno per l'Amministrazione Militare che aveva interesse di recuperare al massimo i residuati predetti, sia per i propri bisogni, sia per cederli alle industrie siderurgiche in compenso di semilavorati; � interferiva con il lavoro delle ditte autorizzate rendendo sostanzialmente inattuabili i contratti stipulati per il recupero dei residuati; � avviava, fra l'altro, verso destinazioni ignote, ingenti quantitativi d'esplosivi per usi anche delittuosi o almeno pericolosi; la Direzione Generale di Artiglieria prima, (fino al Giugno 1946) e l'Ispettorato Bonifica poi (dopo il Giugno 1946) - d'accordo con il Ministero degli Interni, Ministero dell'Industria e Commercio, Ministero dei Trasporti, la Land Forces Sub Commission A.C. (M.M.I.A.), la Direzione Generale dell'A.R.A.R., il Comando Generale dei Carabinieri, il Comando Generale della Guardia di Finanza - svolsero continua ed efficace azione tendente a stroncare tale illecita attività. I principali provvedimenti in merito riguardarono: � il rigoroso vaglio delle richieste di carri ferroviari; � l'annullamento di tutte le vecchie autorizzazioni dalle autorità americane al recupero sui campi di battaglia e dell'A.R.A.R.; � il fermo d'ogni trasporto di residuati di guerra da parte di privati, non giustificato da autorizzazione rilasciata di volta in volta dalle Direzioni o Comandi Artiglieria competenti per Territorio; � il controllo presso i principali stabilimenti siderurgici e metallurgici alfine di porre il fermo su tutti i residuati di guerra d'illecita provenienza, che giungessero agli stabilimenti predetti. Tale azione, se non riuscì a stroncare completamente l'illecita attività nel campo dei recuperi, valse non solo a frenarla, ma a far recuperare all'A.M. (mediante fermi e sequestri), ingenti quantitativi di residuati di guerra illecitamente raccolti e trasportati. DATI RIASSUNTIVI RELATIVI AI LAVORI DI BONIFICA DEL TERRITORIO DA MINE ED ORDIGNI ESPLOSIVI A. PARTE GENIO (b.c.m.): Lavori eseguiti dalla Direzione Generale del Genio e poi dall'Ispettorato I.B.I.OE. a mezzo delle Zone/Sottozone B.C.M.: � Accertamenti eseguiti su oltre 5 milioni di ettari � Terreni sminati oltre 200.000 ettari, distruggendo non meno di 12 milioni di mine, 20.000 ton. di altri esplosivi detonanti, e circa 3 milioni di bombe e granate interrate. � Personale impiegato nei lavori: � 4 compagnie militari con circa 600 soldati rastrellatori, � 120 ufficiali, � 60 sottufficiali, � 3.000 rastrellatori civili. � 1.500 ausiliari vari e personale di ufficio. � Perdite di personale: 4 ufficiali; 170 (circa) soldati rastrellatori delle Compagnie Militari; 393 rastrellatori civili; 138 mutilati; 389 feriti. B. PARTE ARTIGLIERIA: Lavori eseguiti in primo tempo dalla Direzione Generale di Artiglieria e successivamente dall'ispettorato B.I.O.E, per mezzo dei Comandi e Direzioni di Artiglieria Territoriali: � Comuni controllati n. 6.721. � Ordigni esplosivi fatti brillare circa 13 milioni. � Ordigni esplosivi recuperati oltre 100 milioni.

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

15

� Armi portatili recuperate oltre trecentomila. � Artiglierie recuperate cinquemila. � Mezzi automobilistici recuperati 4.500. � Esplosivo recuperato e distrutto q.li 22.500. � Personale impiegato (forza massima) 78 ufficiali, 195 sottufficiali, 173 uomini di truppa e 1.793 operai civili. � Perdite: 260 tra militari e civili deceduti; 342 infortunati. CONCLUSIONI Le bonifiche organizzate dall'Ufficio Centrale B.C.M. prima e dall'Ispettorato Bonifica Immobili Ordigni Esplosivi poi, esaurite quelle dei campi minati organizzati e conosciuti, il 31 ottobre 1948 furono giudicate concluse per la parte preponderante delle esigenze e le presunte minime necessità residue ritornarono di competenza, rispettivamente della Direzione Generale del Genio Militare per la b.c.m. (comprendendo la ricerca, localizzazione, scoprimento, rimozione, disattivazione e/o distruzione d'ogni tipo di residuato bellico esplosivo interrato), e della Direzione Generale d'Artiglieria per il rastrellamento dei residuati bellici affioranti o rinvenuti in superficie (escluse le mine). In questa data quasi tutto il personale venne congedato (se militare non di carriera) o licenziato. Furono mantenuti al lavoro soltanto i civili mutilati o congiunti di Caduti b.c.m. che erano abili a proficuo lavoro; questi passarono alle dipendenze del Ministero della Difesa, insieme a 200 ex rastrellatori. Francamente stupì che la prevalenza dei benemeriti bonificatori rimanesse disoccupata, con il solo viatico di attestati e diplomi di benemerenza e con un'indennità di licenziamento che, pur maggiorata, ben presto si esaurì per la vita quotidiana. Analogamente, per effetto della ristrutturazione dei Reparti ed Enti dell'Esercito, nel 1998 sono stati chiusi gli Uffici B.C.M. esistenti presso quasi tutte le Direzioni Genio Militare, lasciando in vita (con compiti ridotti), gli Uffici B.C.M. di Padova e Napoli.- Il personale specializzato in parte è stato impiegato in una nuova Organizzazione costituita presso i Reggimenti del Genio, mentre l'altro (in prevalenza civile), è stato riassorbito in strutture militari con altri compiti ed altre mansioni. Si ritiene superfluo precisare il numero degli interventi bonificatori compiuti a tutto il 1998 dalle piccole squadre esecutive composte da personale militare e civile (mai più di quattro/cinque unità nel migliore dei casi), delle Sezioni B.C.M. delle Direzioni Genio Militare: sono migliaia e tutti verbalizzati. Analogamente non si cita l'elenco dei milioni e milioni d'ordigni esplosivi pericolosi che sono stati eliminati nello stesso periodo e che si aggiungono alle copiose quantità di quelli distrutti fino al 31 ottobre '48. Il problema identico (costituito dai residuati del conflitto 1940-45), sussiste in Francia, in Germania, in Olanda ed ovunque sia passata la guerra. È noto, infatti, come riporta sovente la stampa che, a quasi sessant'anni dall'ultimo conflitto mondiale, molte Regioni del mondo sono ancora infestate dai residuati bellici esplosivi pericolosi. Un elaborato dell'ONU sottolinea che, durante la seconda guerra mondiale, non esplosero circa il 10 per cento degli ordigni impiegati nelle azioni belliche di quel periodo e, quindi, milioni di proiettili, di bombe a mano ed altri residuati esplosivi costituiscono ancora pericolo costante, per eliminare il quale deve provvedere chi a ciò è preposto in linea di diritto. Gli ordigni, le mine isolate, le bombe inesplose e gli altri aggeggi bellici lasciati dagli eventi bellici dal 1940 al 1945, pur ridotti di numero, rimangono. Ovviamente non vengono trattati in questa sede i problemi costituiti dalle mine e dagli altri ordigni inesplosi presenti in altre aree del Mondo che ammontano: � in Afganistan a circa 20 milioni; � in Kuwait a circa 6 milioni; � in Kurdistan a circa 7 milioni; � in Bosnia a circa 6 milioni; � nel resto del mondo a circa 89 milioni.- L'Amministrazione Militare continua a provvedere all'eliminazione dei residuati bellici ancora presenti nel Territorio nazionale nelle forme di concorso, definite con il Ministero dell'Interno nei modi elencati nel "Libro Bianco 2002 della Difesa", cioè: La bonifica ordigni esplosivi comprende il complesso di attività volte a ricercare, localizzare, individuare, scoprire, esaminare, disattivare, rimuovere o neutralizzare qualsiasi ordigno esplosivo.- Gli interventi, in relazione allo scopo che si prefiggono ai fini concorsuali, comprendono: � la bonifica occasionale, per motivi connessi con la salvaguardia della vita umana o la pubblica utilità, a seguito del ritrovamento di ordigni esplosivi rinvenuti in superficie o parzialmente interrati.- Alle bonifiche occasionali provvedono quotidianamente gli Artificieri dei Reparti del Genio; � la bonifica sistematica a scopo preventivo su aree in cui si presume la presenza di ordigni interrati o non individuabili a vista.- Si tratta di attività affidata di norma a ditte civili specializzate nel settore avvalendosi del supporto tecnico della Forza Armata (Direzioni Genio Militare e Comandi Genio).

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

16

2.6 VALUTAZIONI E SITUAZIONI OGGETTIVE INQUINAMENTO DA ORDIGNI ESPLOSIVI RESIDUATI BELLICI Si parla di inquinamento chimico e bonifica quando nell’ambiente vengono rilasciati elementi ad esso estranei, come è avvenuto per esempio nell’incidente dell’ICMESA di Seveso e della FARMOPLANT di Massa, per citare giusto due fra gli eventi presentati in questo sito. Un caso molto particolare di inquinamento chimico, tuttavia, è riconducibile alla dispersione di composti chimici, tossici o radioattivi presenti nelle armi o negli ordigni bellici. Per quanto meno studiata ed indagata, tale forma di inquinamento è piuttosto diffusa, anche in Italia, e rappresenta sovente un pericolo sia per l’ecosistema in cui è inserita, sia per l’uomo.Una situazione emblematica è quella, per esempio, del porto di Bari, infestato da una grande quantità di armi chimiche, soprattutto a base di iprite. Centinaia, forse migliaia di ordigni giacciono da oltre cinquant’anni nei fondali pugliesi, fra il Gargano e il capoluogo. In questo lungo lasso di tempo, i casi di contaminazione accertata, ai danni dell’uomo, sono stati duecentocinquanta, di cui quattro mortali. Principali vittime risultano essere i pescatori, che cercando di liberare le bombe dalle reti in cui restano impigliate, subiscono ustioni e vesciche su occhi, viso e mani. Una volta penetrata attraverso l’epidermide, l’iprite riesce poi a fissarsi nei tessuti, intossicando l’intero organismo nell’arco di sole ventiquattro ore. Usato per la prima volta dai tedeschi durante la Prima Guerra Mondiale a Ypres (località da cui ha preso il nome), tale composto chimico risulta stabile a temperatura ambiente, ma in caso di esplosione sprigiona un gas mortale. Se dunque sono note le sue interazioni con l’aria, restano invece ancora ignoti gli effetti dell’iprite nell’ambiente marino. La serie di eventi che ha portato comunque questi micidiali ordigni sui fondali pugliesi è complessa, ed ebbe inizio il 2 dicembre del 1943, quando le armate tedesche bombardarono e affondarono sedici navi nel porto di Bari. Fra queste, vi era anche la "John Harvey", una nave americana con a bordo duemila bombe all’iprite (bandita già nel 1925 ma comunque impiegata da tutte le forze belligeranti), la maggior parte delle quali esplose durante il bombardamento, causando moltissime vittime fra militari e civili. Terminato il conflitto, la Marina Militare Italiana si impegnò nella bonifica del porto, recuperando le bombe inesplose ed affondandole ad oltre mille metri di profondità. Tuttavia, una parte imprecisata di queste sfuggì alla bonifica, e molti ordigni di incerta localizzazione giacciono ancora oggi sui fondali, anche a meno di centocinquanta metri di profondità. Considerando invece gli effetti che l’iprite può avere sull’ambiente, purtroppo non si conoscono ancora le conseguenze che tali veleni possono avere sugli ecosistemi marini. Stando tuttavia ad una ricerca pubblicata sulla stampa internazionale, misteriose morie di animali marini, otarie, foche, avvenute negli ultimi due - tre anni in Nuova Zelanda e lungo le coste dell’Irlanda, devono essere attribuite proprio a presenza di armi chimiche nei fondali marini Adriatico, 20.000 bombe a mare INQUINAMENTO MARINO Sono numerosi i casi documentati di pescatori intossicati e ustionati dalle esalazioni delle armi chimiche tirate su con le reti. Gli ordigni negli anni si corrodono e rilasciano sostanze tossiche «I residuati di origine militare affondati nei mari italiani sono in numero tale da costituire un pericolo non solo per l'ambiente ma anche per i pescatori che perlustrano i fondali». Lo denuncia l'Icram, l'Istituto centrale di ricerca sul mare, nel rapporto "Residuati bellici affondati in Adriatico". Solo per il basso Adriatico, sono più di 200 i casi documentati di pescatori intossicati e ustionati dalle esalazioni sprigionatesi da armi chimiche portate a galla con le reti. Grazie al programma Acab (Armi chimiche affondate e benthos) dell'Icram tra il 1997 e il 1999 sono state redatte mappe di quattro aree del basso adriatico vaste decine di miglia quadrate, dove si ritiene siano presenti, sottolinea il rapporto, «almeno ventimila residui bellici a carica chimica». In particolare, al largo di Molfetta sono stati individuati 11 ordigni all'iprite corrosi. Nel dicembre del 1943, infatti, a Bari affondò sotto i bombardamenti tedeschi la nave Usa John Harvey, con almeno 15.000 bombe d'aereo all'iprite nelle sue stive, alle quali vanno aggiunte migliaia di ordigni inesplosi abbandonati dopo la guerra. Le immagini riprese con il Rov (remotely operated vehicle, una specie di robot comandato a distanza) e i campioni d'acqua, sedimento e pesce sono stati analizzati nei laboratori dell'Icram e dell'università di Siena e di Bari: in alcuni pesci esaminati, ad esempio triglie, sono state riscontrate lesioni cutanee ed epatiche, con tenori di arsenico in muscoli e branchie significativamente maggiori rispetto ai pesci non contaminati.«I risultati analitici giustificano alcune preoccupazioni circa l'estensione e la valenza dell'inquinamento riscontrato - si legge nel rapporto – e rendono necessari approfondimenti per valutare necessità e metodologie di interventi di bonifica». Per questo l'Icram ha proposto al ministero dell'Ambiente un piano per impostare le attività di bonifica dei fondali. Intanto, le ricerche sono riprese nelle acque delle Isole Tremiti grazie al progetto dell'Icram Red code, ('merluzzo rosso'), finanziato dall'Unità protezione civile della direzione generale dell'ambiente della commissione europea.«Il progetto è volto ad approfondire gli aspetti degli effetti sugli ecosistemi marini degli ordigni bellici, sia convenzionali che a carica chimica dell'Adriatico, Isole Tremiti in particolare», sottolinea Ezio Amato, ricercatore dell'Istituto, titolare del progetto Acab. «Le acque del mondo sono piene di ordigni: per anni il mare è stato utilizzato come pattumiera bellica. La cosa preoccupante è che si tratta di un inquinamento traslato nel tempo, gli ordigni negli anni subiscono l'azione corrosiva dell'acqua di mare e cominciano a rilasciare sostanze tossiche». Si tratta di rischi anche per i pescatori: lo scorso anno ad Anzio una bomba di 250 kg fu tirata su dall'ancora di un

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

17

traghetto. «Su qualunque carta nautica vi sono le aree indicate come punti di affondamento dei residuati bellici - continua Amato - Pianosa è stata scelta perché riserva integrale e perché l'area marina è stata utilizzata come zona di discarica e per esercitazioni militari. Gli sminatori della marina sono già intervenuti a terra, ma i fondali sono contaminati con armi a carica convenzionale. Quest'area verrà utilizzata per studiare gli effetti sensibili sugli ecosistemi marini di sostanze quali il tritolo». SPELEOLOGIA - Grotte e aree carsiche a rischio ordigni bellici In alcune grotte nel Parco Nazionale del Gargano ma anche nelle grotte carsiche site in Friuli Venezia Giuliasono stati rinvenuti ordigni bellici inesplosi, ascrivibili verosimilmente all’ultimo conflitto mondiale. Oltre al rischio oggettivo per gli addetti ai lavori (gli speleologi), occorre considerare la seria minaccia di contaminazione ambientale costituita dai detonatori, dalle spolette e dagli altri elementi che compongono tali ordigni. Essi, infatti, sono in grado di rilasciare nel terreno agenti fortemente inquinanti quali rame, cromo, mercurio, ecc. Quest'ultimo elemento, in particolare, è presente in gran quantità negli inneschi di molti ordigni. Tutti i rinvenimenti sono stati denunciati alle autorità competenti (Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato). 2.6.2. BONIFICA UMANITARIA 1. CENNI STORICI Tra le organizzazioni umanitarie presenti nel settore della bonifica INTERSOS fa parte della Campagna Italiana contro le mine che ha svolto un ruolo di primo piano per giungere all'approvazione dell'innovativa legge italiana che ha preceduto di pochi mesi il Trattato di Ottawa. A fianco dell'iniziativa politica della Campagna, INTERSOS ha avviato nel '97 la creazione di un'Unità di bonifica umanitaria in grado di dare un seguito concreto alla previsione del Trattato riguardo alla bonifica dei territori contaminati dalle mine. L'abbiamo testardamente voluto, anche se non è stata un'impresa semplice, perché il nostro lavoro umanitario ci aveva troppo spesso messo a confronto con decine di persone innocenti, tra cui molti bambini, colpite nel corpo e nello spirito da mutilazioni e da umiliazioni. Ha preso quindi corpo la Mine Action Unit di INTERSOS, a fianco delle esistenti Unità per gli interventi di emergenza umanitaria, l'assistenza ai profughi, il ritorno e la ricostruzione. La Mine Action Unit è stata strutturata come un'unità settoriale ad elevata specializzazione come richiedono la natura delle problematiche che si devono affrontare e i vincoli operativi previsti dalle procedure internazionali di Mine Action. Ha iniziato ad operare in Angola, Bosnia, Kosovo e oggi, sotto l'egida di UN Mine Action Service (UNMAS) prosegue il proprio impegno tuttora in Bosnia e in Angola, ma anche in Afghanistan e in Iraq. Tutti gli interventi, pregressi ed in corso, sono resi possibili da finanziamenti delle Nazioni Unite, della Commissione Europea e del Governo italiano che, grazie ad una legge approvata su pressioni politiche della Campagna contro le mine, stanzia specifiche somme a cadenza triennale, da sostenitori privati di INTERSOS. Formazione di personale locale e affiancamento di specialisti locali, survey dei territori contaminati, attività operative di bonifica, survey sull'impatto sociale, educazione delle popolazioni al pericolo rappresentato dalle mine (Mine Risk Education): questi i filoni di attività che hanno impegnato in questi otto anni l'Unità di Mine Action di INTERSOS. La nostra mission è duplice: la salvezza delle persone, perché le vittime delle mine vadano a scomparire; e la creazione delle condizioni per lo sviluppo nel dopoguerra a fianco delle popolazioni, dato che la presenza delle mine, del munizionamento cluster e di altri ordigni esplosivi impedisce ogni azione di sviluppo dell'area contaminata. 2. GLI INTERVENTI DI MINE ACTION DI INTERSOS 2.1. Formazione Nell'ottica dello sviluppo di una reale capacity building a favore delle popolazioni colpite dal problema delle mine e degli altri ordigni esplosivi INTERSOS, in tutti i progetti di bonifica umanitaria, ha sempre sviluppato la formazione degli specialisti e tecnici locali che intendano impegnarsi nelle operazioni di bonifica. A partire dal primo intervento in Bosnia nel 1997, seguito poi dagli interventi in Kosovo nel 1999-2001, in Angola dal 1999 ad oggi, in Afghanistan dal 2002 ed in Iraq dal 2003, è stato formato personale locale nel rispetto degli "International Mine Action Standards" (IMAS) fissati dall'Agenzia UN Mine Action Service (UNMAS). Sono stati preparati operatori a tutti i livelli di specializzazione previsti. Semplici sminatori, Team Leaders, Supervisori Tecnici e Specialisti EOD (Explosive Ordnance Disposal). Alcuni dei quali hanno raggiunto livelli professionali di tutto rispetto fino ad assicurare un concreto ed affidabile supporto tecnico in Iraq in occasione dell'intervento INTERSOS nell'ambito del Meccanismo di Reazione Rapida, "Rapid Reaction Mechanism" (RRM) delle Nazioni Unite. Dato che in certi paesi il pericolo delle mine e degli ordigni esplosivi sarà una componente della vita quotidiana delle persone per anni e anni ancora, la formazione di esperti ed operatori locali assume la massima priorità e importanza. 2.2. Survey Tecnica La Survey Tecnica è finalizzata al controllo del territorio ed è sviluppata per individuare le aree pericolose o anche solo a rischio. Sono previsti due tipi di Survey Tecnica, il 1° e 2° livello, regolati da procedure standardizzate, tecnicamente uguali in qualsiasi parte del

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

18

mondo si operi, che fanno riferimento ad una specifica procedura e modulistica standard fissate da UN Mine Action Service (UNMAS). Rappresentano una delle azioni più importanti che concorrono a definire un intervento di bonifica. La Survey di 1° livello consente di configurare il problema nelle sue macrodimensioni, in maniera spesso di insieme, ma efficace e necessaria specie negli interventi di emergenza per ridurre il rischio di incidenti. Si raccolgono informazioni coinvolgendo direttamente la popolazione. Si tratta di conoscere il numero e il tipo di eventuali incidenti che possono avere coinvolto animali, mezzi e persone; la loro collocazione nello spazio e nel tempo; l'eventuale rinvenimento di ordigni da parte degli abitanti; quanto altro può aiutare a configurare sul terreno l'area a rischio. Una volta ultimata, questa raccolta dati consente di redigere una prima mappatura del territorio con l'identificazione delle aree affette dal problema ed il relativo grado di pericolosità. Questa prima indagine è molto importante soprattutto se si pensa che nella maggior parte dei casi non esistono, o non si hanno a disposizione, mappe dettagliate delle aree che sono state minate o in cui si è combattuto. La Survey di 2° livello consente invece, attraverso procedure operative ben specifiche che spesso delineano veri e propri interventi di bonifica sistematica, di ridurre le dimensioni macro del rilevamento effettuato attraverso il 1° livello e di configurare in modo abbastanza preciso l'esatta perimetrazione delle aree pericolose, circoscrivendole nelle dimensioni reali in termini di estensione. Aree sulle quali dovrà essere effettuato l'intervento operativo di bonifica. Sulla approssimazione, quanto necessario per affrontare il lavoro di bonifica. Le attività di Survey, in particolare quella di 2° livello, accompagnate da quelle di segnalazione e recinzione delle aree a rischio (Marking e Fencing) risultano preziose quando le dimensioni del problema da affrontare sono smisurate rispetto alle risorse economiche disponibili ed alle reali possibilità di intervento. Scegliendo infatti queste prime forme di intervento - survey, mappatura, segnalazione e recinzione - in particolare nelle prime fasi dell'emergenza è possibile garantire un immediato controllo del territorio, rilevare con criteri standardizzati e sperimentati il pericolo, ridurre significativamente le aree a rischio o sospette (Area Reduction) a totale vantaggio delle popolazioni ed ottimizzando il rapporto costo-efficacia degli interventi. 2.3. Survey di impatto sociale, Social Impact Survey A differenza delle Survey di 1° e 2° livello di natura tecnica (specialmente la seconda), l'Impact Survey si prefigge di individuare l'impatto sociale che la presenza di mine e ordigni esplosivi produce ad una determinata popolazione in un determinato territorio. L'attività viene sviluppata con un approccio sociologico, molto vicino a quella che viene definita la "tecnica di sociologia rurale", con il coinvolgimento diretto delle popolazioni colpite. L'impact Survey fornisce quindi gli elementi di valutazione indispensabili per individuare le priorità di bonifica, ricavate in particolare attraverso l'analisi dei vincoli che la presenza di mine e ordigni esplosivi pone alla ripresa socio-economica del paese o dell'area che esce da un periodo bellico. In questo momento INTERSOS sta realizzando questa tipologia di survey socio-economico in due province dell'Angola, Huila e Namibe. 2.4. Gestione dei dati a livello internazionale Tutti i dati ricavati durante le attività di Survey sono catalogati in una modulistica standardizzata in campo internazionale, che fa parte di un sistema ormai valido per tutto il mondo e gestito dalle Nazioni Unite, il Mine Action Information Management System (IMSMA): un data base completo in cui confluiscono i dati raccolti nel mondo e che consente di controllare e coordinare a livello centralizzato i possibili interventi di bonifica e il migliore investimento delle risorse economiche disponibili. I dati raccolti possono poi essere trattati con un sistema cartografico standardizzato, il Geographic Information System (GIS), con la conseguente produzione di "carte tematiche" sul problema specifico. Si tratta di un metodo di indagine che, in sintesi, consente di disporre di elementi di valutazione coerenti ed essenziali per individuare le priorità degli interventi operativi di sminamento e per gestire le risorse disponibili, evitando ogni possibile dispersione e duplicazione. 2.5. Sminamento umanitario e bonifica sistematica La bonifica umanitaria, quella che noi e le altre Ong realizziamo, deve garantire un'affidabilità pari al 99,6%, dove lo 0,4 % rimanente per assicurare il risultato del 100% di sicurezza è l'elemento probabilistico di insuccesso legato alla casualità che, purtroppo, non è completamente dominabile. La piena sicurezza può essere raggiunta solo ricorrendo all'intervento manuale, sviluppato dagli specialisti, metro quadro per metro quadro, con sistematicità e applicando procedure standardizzate a livello internazionale, con attente perforazioni del terreno alla ricerca della possibile mina là dove il metal detector ha indicato una sua possibile presenza. L'intervento manuale può essere reso più sicuro e più rapido integrandolo con l'impiego di mezzi meccanici, che battono o grattano il terreno (e in grado quindi di garantire la preparazione dell'area da bonificare) e di cani appositamente addestrati per l'individuazione di mine e ordigni esplosivi. Non sempre però è possibile utilizzare mezzi meccanici. I vincoli imposti dalla morfologia del terreno, possibili vincoli ambientali e la possibilità della presenza di mine anticarro sono tra i principali motivi di impedimento. In Bosnia ad esempio, nella bonifica di ampi spazi dell'area termale di Ilidza nella Municipalità di Sarajevo, non è stato possibile utilizzare in modo estensivo un mezzo meccanico di bonifica perché si rischiava il danneggiamento della falda acquifera

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

19

termale affiorante. Alla stessa stregua non è possibile o sufficiente ricorrere ai cani in particolare in situazioni in cui la mina ha subito una lunga "stagionatura" in termini di durata del tempo di posa o in presenza di mine a trazione con filo di inciampo. Il cane, infatti, è addestrato ed è in grado di fiutare l'esplosivo e quindi individuare l'oggetto che lo contiene (mina o ordigno esplosivo) ma non individua il filo che attiva una mina a trazione. Ne consegue, quindi, che per raggiungere i risultati previsti è necessario ricorrere alla bonifica sistematica coniugando fin dove possibile l'impiego integrato del mezzo meccanico, del cane e dell'uomo. Questo ultimo è l'unico capace di garantire pienamente i risultati che l'intervento umanitario si prefigge e deve raggiungere. La Mine Action Unit di INTERSOS ha sviluppato e sviluppa programmi umanitari di bonifica sistematica di mine ma anche di altre tipologie di ordigni, specie nella bonifica di aree in cui si è combattuto, "Battle Area Clearance". La presenza di ordigni esplosivi, in alcuni casi, ha dimostrato una pericolosità ancora maggiore rispetto a quella delle mine. Una realtà evidenziatasi negli scenari post bellici delle guerre moderne che hanno lasciato sul suolo ordigni "Explosive Remaints of the War", ERW, di varia tipologia e pericolosità, fino a rappresentare il 75% del pericolo complessivo nei Paesi in cui è necessario attuare azioni di Mine Action. Prime fra tutti, per pericolosità, le bombe a grappolo o bombe Cluster. In questo settore l'azione di INTERSOS è stata particolarmente incisiva e vasta in Kosovo, in Afghanistan e nello stesso Iraq, permettendo di ricavare dati preoccupanti sulle percentuali di mancate esplosioni delle Bombe Cluster. Infatti, a fronte del 5% stimato e dichiarato da chi impiega sul campo di battaglia questo tipo di munizionamento, si sono riscontrate percentuali di mancato funzionamento ben più alte che rendono quanto mai pericolose le aree che sono state oggetto di bombardamento con questo tipo di ordigni. Si tratta di dati significativi come il 15%-20% di mancato funzionamento – e quindi mancato scoppio - in Kosovo e punte del 40 % in Afghanistan. Rimangono così sul suolo centinaia di "moderne mine anti persona" ben più letali e pericolose delle vere mine, in quanto soggette ad esplosione alla minima manipolazione con raggio di efficacia che raggiunge anche 150 m.Questo tipo di moderna mina antipersona, ancor più micidiale, va anch'essa quindi messa al bando, inserendola nelle previsioni del Trattato di Ottawa. 2.6. Mine Risk Education Le attività di bonifica umanitaria, a nostro avviso e nella nostra pratica, devono sempre prevedere attività di Mine Risk Education (MRE), ossia di sensibilizzazione ed educazione della popolazione locale costretta a convivere con la presenza di ordigni pericolosi e a difendersi da essi. La MRE rappresenta uno dei pilastri di qualsiasi intervento di bonifica umanitaria che per natura non può essere immediata nei risultati. L'azione di educazione consente di informare e formare la popolazione, in particolare le categorie più esposte come le donne ed i bambini, sullo specifico pericolo e su come riuscire a conviverne senza danni. Un'attività che può e deve essere estesa anche ai lavoratori a rischio come potrebbero essere gli agricoltori o i boscaioli di regioni infestate da mine, la cui economia si basa sulla coltivazione dei campi e la raccolta della legna. Come deve essere anche sviluppata a favore dei profughi nei casi in cui siano previsti rientri in aree a rischio. 3. LEZIONI APPRESE L'esperienza maturata da INTERSOS in questi anni ha contribuito ad incrementare la professionalità dei propri operatori internazionali e locali ma ha anche permesso di prendere coscienza delle reali difficoltà ed onerosità delle operazioni di Mine Action, che mal si conciliano con quanto auspicato dal Trattato di Ottawa al momento della sua adozione. Non solo le mine rappresentano un pericolo per le popolazioni residenti ma anche - ed in molte circostanze soprattutto - tutto ciò che di esplosivo rimane dopo la guerra (Esplosive Remaints of the War). Mine ma anche ordigni bellici esplosivi, tra cui le micidiali Bombe Cluster. Materiale esplosivo che potrebbe rappresentare il 75% del pericolo globale.Si tratta di una constatazione che porta a ritenere che difficilmente potranno essere rispettati i traguardi temporali e quantitativi auspicati dal Trattato di Ottawa. Infatti, è poco probabile che le risorse economiche disponibili e la vastità degli interventi che ancora rimangono da attuare permettano di guardare con fiducia al 2009 come traguardo della Mine Action.Dando priorità ad attività di Survey accompagnate da una concreta azione di Mine Risk Education per individuare, segnalare e recintare le aree pericolose e nello stesso tempo indicare quelle sicuramente libere da mine o ordigni esplosivi si potrebbero raggiungere traguardi significativi e concreti a premessa di successivi interventi di bonifica sistematica da attuare secondo le priorità individuate dai Paesi coinvolti.In questo modo si potrebbero ottimizzare le scarse risorse economiche, garantendo nello stesso tempo alle popolazioni di poter vivere e crescere economicamente e socialmente senza correre il pericolo di incappare in incidenti da mina.In un Paese come l'Angola, ad esempio, sottrarre all'utilizzazione della popolazione il 20 - 25% del territorio come potrebbe avvenire dopo una capillare azione di Survey, segnalazione e recinzione accompagnata da distruzioni immediate di ordigni che potrebbero rappresentare un immediato pericolo, non comporterebbe né limitazioni né penalizzazioni significative per l'economia locale considerando la vastità del territorio e la bassa densità abitativa. Esalterebbe, invece, la sicurezza delle popolazioni potendo annullare la facilità di incidenti.

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

20

ALLEGATO N 01 - MAPPA ZONE RISCHIO RESIDUATI BELLICI SU TERRITORIO NAZIONALE

SS NN BB -- SSOOCCIIEETTAA’’ NNOORRDD BBOONNIIFFIICCHHEE SS..RR..LL

ANALISI RISCHI RESIDUALI – STUDIO LAVORI – SERVIZI DI BONIFICA ORDIGNI BELLICI SUPPORTO TECNICO/AMMINISTRATIVO – SVILUPPO/GESTIONE SOFTWARE APPLICATIVI ℡ 041.5700844 041.5725158 [email protected] ☯ www.snbsrl.it

SSeeddee LLeeggaallee:: VViiaa MMaatttteeoottttii 7788//22 –– 3300003355 MMiirraannoo ((VVeenneezziiaa)) SSoocciieettàà uunniippeerrssoonnaallee-- CCaappiittaallee SSoocciiaallee €€ 1122..000000,,0000

CCoodd.. FFiisscc..--PP..IIVVAA--RR..II.. NN.. 0033660066440000227777 RR..EE..AA.. NN.. 332222771133

21

ALLEGATO N 02 – BONIFICA ORDIGNI ESPLOSIVI RESIDUATI BELLICI – COMPETENZE MINISTERO DIFESA