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A quanto pare non solo nell’Università italiana avvengono “cose strane” ma, secondo quanto riferisce un nostro collega che insegna in Inghilterra, anche lì stanno succedendo fatti a dir poco sconcer- tanti al punto da far preoccupare persino noi docenti italiani. Apprendiamo, infatti, della decisione di molti rettori inglesi “di utilizzare personale esterno non qualificato per gli esami e di concedere la laurea anche a studenti che non hanno sostenuto gli esami dell’ultimo anno”. Se ciò non bastas- se, il Collega ci informa che il 20% degli esami “vengono tenuti da dottorandi del primo anno o sostituiti da «promosso» automatici e «lauree politiche»”. Viene inol- tre proposta la “separazione della ricerca dall’insegnamento secondo il principio seguente : insegnamento a tempo pieno; per ottenere tempo per la ricerca i docenti devono innanzi tutto trovare sponsors pre- valentemente privati per pagare il «subap- palto» del proprio insegnamento a docenti precari”. Queste non sono che alcune delle “perle” comunicateci dal suddetto Collega e ad esse ci limitiamo convinti che ci sia materiale sufficiente per meditare e preoccuparsi seriamente. Ovviamente la nostra solidarietà ai colleghi che operano nelle università inglesi e il con- seguente sdegno suscitato da una simile situazione, è un dato di fatto scontato, piut- tosto è, a nostro parere, il caso di cogliere lo spunto dalla presente situazione per comin- ciare seriamente a pensare ad un’azione comune volta alla salvaguardia di un patri- monio culturale Europeo che è dovere di noi tutti difendere nel modo più fermo, coeren- te e dignitoso, a cominciare da coloro che ne sono i più diretti responsabili. Non dimen- tichiamo che la situazione precedentemente esposta, riguardante una nazione non certa- mente ultima in Europa per tradizione acca- demica, anzi secondo il “Times Higher Education Supplement” tra le prime dieci migliori università al mondo, le sole tre Europee sono proprio inglesi; sorge allora spontanea la domanda: se un simile atteg- giamento dovesse propagarsi nel resto d’Europa, cosa resterà della tradizione acca- demica sorta alla fine del XII secolo nel Vecchio Continente? Vorrà il XXI secolo fis- sarsi nella memoria dei posteri per aver decretato l’inizio della fine di simile, glorio- sa tradizione? Quale motivazione potrem- mo addurre di ciò? E’ forse il caso, a questo punto, di girare i nostri allarmati ed inquietanti interrogativi al nuovo Ministro e ai Suoi collaboratori per chiedere loro di rassicurarci a riguardo, mostrando quella sensibilità, che tutti noi da loro ci attendiamo, verso il nostro passato culturale che risale ben oltre il XII secolo e di dare un segnale con le future loro iniziative, all’intera comunità culturale Europea, che l’Italia intende non dissipare una ricchezza spirituale la quale se, adeguatamente attua- ta, potrà ancora gettare ricchi e prosperi semi a vantaggio delle future generazioni, ed anzi recuperare quel ruolo esemplare che l’ha resa per secoli un punto centrale di rife- rimento dell’umana civiltà. Carlo Pellegrino CIPUR notizie Periodico di informazione dibattito e proposta sulla didattica e la ricerca universitaria Direttore Editoriale: Carlo Pellegrino Direttore Responsabile: Paolo Manzini Numero 50 22 giugno 2006 Spedizione in abbonamento postale Art. 2 co 20 lett. C) L. 662/96.-DCB Umbria MEDICINA UNIVERSITARIA UNIMED nuova struttura e finalità La devolution del conflitto giuridico tra universitari e SSR 65-67-68-70-72: una cinquina non del lotto ma dell’età “pensiona- bile” assistenziale dei professori universitari di materie cliniche. La storia legislativa dell’attività assistenziale dei docenti universitari delle facoltà di medicina a cura di Clemente Crisci Pagina 3, 4, 5 e 6 Le notizie che giungono dall’Inghilterra debbono farci riflettere San Girolamo nel suo studio Jan Van Eyck I l Presidente Nazionale del CIPUR è stato invi- tato a portare un cenno di saluto al XV° Congresso Nazionale del CNU, che si è tenuto ad Arenzano il 3 giugno scorso. Fra gli altri invitati, il Segretario Nazionale dell’USPUR, Prof. Antonino Liberatore e Paolo Saracco, del Direttivo della Federazione Lavoratori della Conoscenza (FLC Cgil). Dopo la relazione del Presidente Nazionale del CNU, Prof. Giovanni Cordini, precisa, puntuale e assai apprezzata da chi scrive, e che è leggibile al sito http://cnu.cineca.it/ manifest06/relazione-con- gresso.doc , è stata data la parola agli ospiti. Ecco un riassunto, a parte i preamboli di cortesia, del- l’intervento del Presidente Nazionale del CIPUR. “Cari Colleghi, Come Professori Universitari non prestiamo giuramento ma rispettia- mo per etica lo Stato e le sue leggi, quindi come Associazioni culturali e sindacali siamo tutti impe- gnati a contribuire a farle, a interpretarle e ad osser- varle. Fra i convenuti e fra gli ospiti di oggi possono esserci anche delle identità diverse, ma molti sono i punti di comune sentire. Si apre una nuova stagio- ne, per delle semplici con- siderazioni. I colleghi Confederali, per ovvie contiguità culturali, saranno imbarazzati a “disturbare il manovrato- re”, per tanto l’onere del- l’azione futura ricadrà sul sindacalismo autonomo. Occorre quindi contarci per contare, perché uniti si ha un peso che divisi non si ha. Non ci sono dubbi che ci attendono tempi duri, se i giornali riportano che il Ministro Padoa-Schioppa pensa anche alla eventuali- tà di dover fermare alcuni cantieri delle grandi opere già avviati. Tuttavia possia- mo, e dobbiamo, muoverci, dobbiamo fare delle propo- ste a lungo termine, che comportano dei costi, ma anche delle proposte a breve termine, senza costi o quasi. A lungo termine dob- biamo batterci per fare asse- gnare risorse, nell’ordine, alla ricerca, all’università, a noi che nell’università ope- riamo. Per il rilancio della ricerca e il potenziamento, tramite valutazione, delle università vere, per riporta- re a livelli attrattivi tutte le retribuzioni. A breve termine, dobbiamo operare per il riconosci- mento dei sindacati autono- mi: - a livello nazionale, per la contrattazione relativa ai decreti attuativi e normati- vi, in particolare quelli della legge 230/2006 e per le pro- blematiche del rapporto della medicina universita- ria con il SSN, rapporto che non può esser di subordina- zione; - a livello locale, per la con- trattazione relativa all’at- tuazione in particolare dei contratti ex comma 14, per le retribuzioni aggiuntive ex comma 16 e in generale per l’attuazione di quanto previsto nella legge 230; inoltre per l’attuazione o la stipula delle convenzioni atenei – aziende ospedalie- re. Ripeto: uniti si conta, divisi no.” Risulta che nel corso dei lavori siamo stati poi elabo- rate conclusioni di notevole livello - in larghissima parte condivise dal CIPUR e, siamo sicuri, almeno anche dall’USPUR - come si può leggere nell’allegata mozio- ne conclusiva del Congresso. Paolo Manzini Il Presidente Nazionale del CIPUR al XV Congresso nazionale del CNU “Cari Colleghi, come Professori Universitari non prestiamo giuramento ma rispettiamo per etica lo Stato e le sue leggi” I l XV° congresso nazionale del CNU approva la relazione del Presidente Nazionale e le linee propositive espresse nel documento predisposto dalla Commissione di Medicina. Il XV congresso nazionale del CNU rivolge un accorato appello al Governo e alle forze politiche affinché la ricerca scientifica, la formazione di qualità, il diritto allo studio siano temi centrali nel dibattito sulle linee strategiche che devono vedere partecipe e fattivamente impegnata tutta la comunità nazionale, nell’interes- se generale del Paese. Il CNU auspica che le numerose ed enfatiche dichiarazioni che pongono la cultura, la ricerca, la formazione come fattori decisivi per la crescita e per il successo nella competizione internaziona- le trovino riscontro nei fatti, sia in termini di risorse, sia mediante un rigoroso impegno per il riordi- no della legislazione, sia attraver- so un serio confronto con le rap- presentanze associative e sinda- cali del mondo universitario. Il CNU è impegnato a ricercare le più ampie intese con le altre asso- ciazioni e con i sindacati univer- sitari per sottoporre agli interlo- cutori politici delle piattaforme condivise e per ottenere una piena legittimazione nelle fasi contrattuali, laddove previste per legge. Siamo consapevoli che ogni sforzo nella direzione del miglioramento della qualità degli studi potrà essere proficuo solo se vi sarà un apporto positivo e convinto della maggior parte dei protagonisti della vita universita- ria (studenti, docenti, personale amministrativo e tecnico). I tempi richiedono a ciascuno di noi di assumere le proprie responsabili- tà verso il Paese e accentuano il ruolo di quanti ricoprono nell’Università cariche istituzio- nali e rappresentative. Segue a pag. 10 XV Congresso Nazionale del CNU Mozione Finale, Arenzano, 3 giugno 2006 A quale futuro va incontro la cultura europea?

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Aquanto pare non solo nell’Universitàitaliana avvengono “cose strane”ma,secondo quanto riferisce un nostro

collega che insegna in Inghilterra, anche lìstanno succedendo fatti a dir poco sconcer-tanti al punto da far preoccupare persinonoi docenti italiani. Apprendiamo, infatti,della decisione di molti rettori inglesi “diutilizzare personale esterno non qualificatoper gli esami e di concedere la laurea anchea studenti che non hanno sostenuto gliesami dell’ultimo anno”. Se ciò non bastas-se, il Collega ci informa che il 20% degliesami “vengono tenuti da dottorandi delprimo anno o sostituiti da «promosso»

automatici e «lauree politiche»”.Viene inol-tre proposta la “separazione della ricercadall’insegnamento secondo il principioseguente : insegnamento a tempo pieno;per ottenere tempo per la ricerca i docentidevono innanzi tutto trovare sponsors pre-valentemente privati per pagare il «subap-palto» del proprio insegnamento a docentiprecari”.Queste non sono che alcune delle “perle”comunicateci dal suddetto Collega e ad esseci limitiamo convinti che ci sia materialesufficiente per meditare e preoccuparsiseriamente.Ovviamente la nostra solidarietà ai colleghi

che operano nelle università inglesi e il con-seguente sdegno suscitato da una similesituazione, è un dato di fatto scontato, piut-tosto è, a nostro parere, il caso di cogliere lospunto dalla presente situazione per comin-ciare seriamente a pensare ad un’azionecomune volta alla salvaguardia di un patri-monio culturale Europeo che è dovere di noitutti difendere nel modo più fermo, coeren-te e dignitoso, a cominciare da coloro che nesono i più diretti responsabili. Non dimen-tichiamo che la situazione precedentementeesposta, riguardante una nazione non certa-mente ultima in Europa per tradizione acca-demica, anzi secondo il “Times HigherEducation Supplement” tra le prime diecimigliori università al mondo, le sole treEuropee sono proprio inglesi; sorge alloraspontanea la domanda: se un simile atteg-giamento dovesse propagarsi nel restod’Europa, cosa resterà della tradizione acca-demica sorta alla fine del XII secolo nelVecchio Continente? Vorrà il XXI secolo fis-sarsi nella memoria dei posteri per averdecretato l’inizio della fine di simile, glorio-sa tradizione? Quale motivazione potrem-mo addurre di ciò? E’ forse il caso, a questo punto, di girare inostri allarmati ed inquietanti interrogativial nuovo Ministro e ai Suoi collaboratori perchiedere loro di rassicurarci a riguardo,mostrando quella sensibilità, che tutti noi daloro ci attendiamo, verso il nostro passato

culturale che risale ben oltre il XII secolo e didare un segnale con le future loro iniziative,all’intera comunità culturale Europea, chel’Italia intende non dissipare una ricchezzaspirituale la quale se, adeguatamente attua-ta, potrà ancora gettare ricchi e prosperisemi a vantaggio delle future generazioni,ed anzi recuperare quel ruolo esemplare chel’ha resa per secoli un punto centrale di rife-rimento dell’umana civiltà.

Carlo Pellegrino

CIPUR notizie

Periodico di informazione dibattito e proposta sulla didattica e la ricerca universitaria

Direttore Editoriale: Carlo PellegrinoDirettore Responsabile: Paolo Manzini

Numero 50 22 giugno 2006

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MEDICINA UNIVERSITARIAUNIMED nuova struttura e finalità

La devolution del conflitto giuridico tra universitari e SSR

65-67-68-70-72: una cinquina non del lotto ma dell’età “pensiona-bile” assistenziale dei professori universitari di materie cliniche.

La storia legislativa dell’attività assistenziale dei docenti universitari delle facoltà di medicina

a cura di Clemente Crisci

Pagina 3, 4, 5 e 6

Le notizie che giungono dall’Inghilterra debbono farci riflettere

San Girolamo nel suo studioJan Van Eyck

Il Presidente Nazionaledel CIPUR è stato invi-tato a portare un cenno

di saluto al XV° CongressoNazionale del CNU, che siè tenuto ad Arenzano il 3giugno scorso. Fra gli altriinvitati, il SegretarioNazionale dell’USPUR,Prof. Antonino Liberatore ePaolo Saracco, del Direttivodella Federazione Lavoratoridella Conoscenza (FLCCgil).Dopo la relazione delPresidente Nazionale delCNU, Prof. GiovanniCordini, precisa, puntualee assai apprezzata da chiscrive, e che è leggibile alsito http://cnu.cineca.it/manifest06/relazione-con-gresso.doc , è stata data laparola agli ospiti.Ecco un riassunto, a parte ipreamboli di cortesia, del-l’intervento del PresidenteNazionale del CIPUR.“Cari Colleghi,C o m e P r o f e s s o r iUniversitari non prestiamogiuramento ma rispettia-mo per etica lo Stato e lesue leggi, quindi comeAssociazioni culturali esindacali siamo tutti impe-gnati a contribuire a farle,a interpretarle e ad osser-

varle.Fra i convenuti e fra gliospiti di oggi possonoesserci anche delle identitàdiverse, ma molti sono ipunti di comune sentire.Si apre una nuova stagio-ne, per delle semplici con-siderazioni. I colleghi Confederali, perovvie contiguità culturali,

saranno imbarazzati a“disturbare il manovrato-re”, per tanto l’onere del-l’azione futura ricadrà sulsindacalismo autonomo.Occorre quindi contarci percontare, perché uniti si haun peso che divisi non si ha.Non ci sono dubbi che ciattendono tempi duri, se igiornali riportano che il

Ministro Padoa-Schioppapensa anche alla eventuali-tà di dover fermare alcunicantieri delle grandi operegià avviati. Tuttavia possia-mo, e dobbiamo, muoverci,dobbiamo fare delle propo-ste a lungo termine, checomportano dei costi, maanche delle proposte abreve termine, senza costi o

quasi. A lungo termine dob-biamo batterci per fare asse-gnare risorse, nell’ordine,alla ricerca, all’università, anoi che nell’università ope-riamo. Per il rilancio dellaricerca e il potenziamento,tramite valutazione, delleuniversità vere, per riporta-re a livelli attrattivi tutte leretribuzioni.

A breve termine, dobbiamooperare per il riconosci-mento dei sindacati autono-mi:- a livello nazionale, per lacontrattazione relativa aidecreti attuativi e normati-vi, in particolare quelli dellalegge 230/2006 e per le pro-blematiche del rapportodella medicina universita-ria con il SSN, rapporto chenon può esser di subordina-zione; - a livello locale, per la con-trattazione relativa all’at-tuazione in particolare deicontratti ex comma 14, perle retribuzioni aggiuntiveex comma 16 e in generaleper l’attuazione di quantoprevisto nella legge 230;inoltre per l’attuazione o lastipula delle convenzioniatenei – aziende ospedalie-re. Ripeto: uniti si conta,divisi no.”Risulta che nel corso deilavori siamo stati poi elabo-rate conclusioni di notevolelivello - in larghissima partecondivise dal CIPUR e,siamo sicuri, almeno anchedall’USPUR - come si puòleggere nell’allegata mozio-ne conclusiva delCongresso.

Paolo Manzini

Il Presidente Nazionale del CIPUR al XV Congresso nazionale del CNU“Cari Colleghi, come Professori Universitari non prestiamo giuramento ma rispettiamo per etica lo Stato e le sue leggi”

Il XV° congresso nazionale delCNU approva la relazione delPresidente Nazionale e le

linee propositive espresse neldocumento predisposto dallaCommissione di Medicina.Il XV congresso nazionale delCNU rivolge un accorato appelloal Governo e alle forze politicheaffinché la ricerca scientifica, laformazione di qualità, il dirittoallo studio siano temi centrali neldibattito sulle linee strategicheche devono vedere partecipe efattivamente impegnata tutta lacomunità nazionale, nell’interes-se generale del Paese. Il CNU auspica che le numerose

ed enfatiche dichiarazioni chepongono la cultura, la ricerca, laformazione come fattori decisiviper la crescita e per il successonella competizione internaziona-le trovino riscontro nei fatti, sia intermini di risorse, sia medianteun rigoroso impegno per il riordi-no della legislazione, sia attraver-so un serio confronto con le rap-presentanze associative e sinda-cali del mondo universitario. Il CNU è impegnato a ricercare lepiù ampie intese con le altre asso-ciazioni e con i sindacati univer-sitari per sottoporre agli interlo-cutori politici delle piattaformecondivise e per ottenere una

piena legittimazione nelle fasicontrattuali, laddove previste perlegge. Siamo consapevoli cheogni sforzo nella direzione delmiglioramento della qualità deglistudi potrà essere proficuo solose vi sarà un apporto positivo econvinto della maggior parte deiprotagonisti della vita universita-ria (studenti, docenti, personaleamministrativo e tecnico). I tempirichiedono a ciascuno di noi diassumere le proprie responsabili-tà verso il Paese e accentuano ilruolo di quanti ricoprononell’Università cariche istituzio-nali e rappresentative.

Segue a pag. 10

XV Congresso Nazionale del CNUMozione Finale, Arenzano, 3 giugno 2006

A quale futuro va incontro la cultura europea?

Il 22 Maggio 2006 il CollegaVincenzo Russo di Milano (immagi-no lo psicologo dello IULM, non il

veterinario della Statale) dal suo indi-rizzo <[email protected]> hainviato il messaggio dal Subject: bloccoesami e serrata in Inghilterra - azioneurgente necessaria ad Unilex, una dellepiù frequentate liste di discussione diproblemi universitari.Il silenzio che, a parte pochi brevissimiinterventi (fra cui Della Volpe, Mollo,Tomasi), ha avvolto la notizia è statodavvero assordante: tutti sono rimastichiusi ad osservare il proprio ombelico,a disquisire se il neoministro UR è o nolaureato alla Normale, se le cellule sta-minali sono o no esseri umani, se gliinsulti scambiati erano insulti o osser-vazioni fra gentiluomini, se sarebberostate stelle o stalle.Il CIPUR non ci sta, ci sono anche cosepiù serie di cui discutere. Riporto solola prima frase di Guglielmo Meardi, iltesto integrale del messaggio lo potreteleggere di seguito. “Cari/e colleghi/eForse avrete sentito del conflitto sinda-cale che dal marzo scorso coinvolgetutte le universita’ britanniche, fino alblocco degli esami e alla decisione dimolti rettori di utilizzare personaleesterno non qualificato per gli esami edi concedere la laurea anche a studentiche non hanno sostenuto gli esami del-l’ultimo anno. Nonche’ alla serrata tota-le (stop completo agli stipendi) o par-ziale (taglio di parte dello stipendio) daparte di molte universita’.”Caro Meardi, le scuse, la solidarietà el’appoggio morale miei personali, dellaGiunta nazionale del CIPUR e, ne sonosicuro, di tutti i Colleghi del CIPUR:mentre la tua correttezza ti spinge asegnalare non solo “il sito del sindacatodocenti (www.aut.org.uk)” ma anche“per oggettivita’ e pluralismo, quellodei “padroni”, ovvero i rettori(www.ucea.ac.uk)”, in Italia o non nesapeva nulla nessuno o tutti se ne frega-vano. Nella tua cortese, civilissima edettagliata lettera suggerisci varie vieper far sentire la nostra solidarietà aiColleghi britannici: noi abbiamo sceltola tua ultima proposta, far sapere aquanta più gente dell’ambiente è possi-bile cosa sta accadendo nel RegnoUnito. A te, ai Colleghi della Union acui immagino tu appartenga il compitodi far sapere agli altri colleghi in sciope-ro che, almeno moralmente, non sonosoli, che sappiano che la notizia ha rag-giunto per iscritto su queste paginealmeno 30.000 loro colleghi, parlamen-tari, dirigenti ed alti funzionari degliatenei e dei ministeri, giornalisti. Chenoi speriamo che anche altri si attivinoper la loro parte.Tu concludi: “Se non siete convinti ed’accordo mi interesseranno le vostreobiezioni, ma vi pregherei comunque didiffondere per lo meno come “docu-mento di parte”.” Noi, come Colleghiappartenente ad un’associazione cultu-rale e sindacale dell’Università, nonsolo siamo “convinti e d’accordo”, mapensiamo che il diffonderlo sia dovero-so, che sia il minimo che si poteva fare.

Paolo ManziniPresidente Nazionale del CIPUR

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From: Guglielmo Meardi<[email protected]: blocco esami e serrata inInghilterra - azione urgente -necessa-riaCari/e colleghi/eForse avrete sentito del conflitto sin-dacale che dal marzo scorso coinvolgetutte le università britanniche, fino alblocco degli esami e alla decisione dimolti rettori di utilizzare personale

esterno non qualificato per gli esami edi concedere la laurea anche a studen-ti che non hanno sostenuto gli esamidell’ultimo anno. Nonché alla serratatotale (stop completo agli stipendi) oparziale (taglio di parte dello stipen-dio) da parte di molte università. AWarwick, dove insegno, gli esamivengono tenuti da dottorandi delprimo anno o sostituiti da “promosso”automatici e “lauree politiche”. La ver-tenza è un po’ complicata e a chi vogliacapirne di più devo segnalare il sitodel sindacato docenti(www.aut.org.uk) e, per oggettività epluralismo, quello dei “padroni”,ovvero i rettori (www.ucea.ac.uk) . Main linee generali la storia è questa: -2004: il governo Blair decide diaumentare le tasse universitarie da1000 a 3000 sterline l’anno (e oltrenegli anni successivi) per le laureebrevi (per i masters erano già libere e

molto più alte). Una scelta impopolare:in una società diseguale come quellabritannica, minaccia il diritto allo stu-dio. Mezzo partito laburista si ribella.Per convincere i recalcitanti, i rettoripromettono che “almeno un terzo”dell’introito verrà speso per migliora-re gli stipendi dei docenti, che in 20anni hanno perso il 40% in confronto aprofessioni simili (lo stipendio uni-versitario medio è di 35mila sterlinelorde l’anno - i miei neolaureati ventu-nenni guadagnano di più). Le nuovetasse universitarie entrano in vigorenel 2006-07. - Ottobre 2005, i sindacatidei docenti universitari (AUT e NAF-THE, che dal mese prossimo si fondo-no) chiedono l’apertura delle trattativeper negoziare gli aumenti salariali,con una richiesta iniziale del 23% nelgiro di tre anni (l’inflazione è al 3% ela crescita media dei salari intorno al4,7% all’anno), finanziabile tramite

appunto un terzo delle nuove tasseuniversitarie. - Marzo 2006: I rettori,che in media guadagnano oltre 200,000sterline all’anno e negli ultimi tre annisi sono aumentati gli stipendi di oltreil 25%, continuano a rifiutarsi di tratta-re. Gli iscritti al sindacato decidono ungiorno di sciopero e il blocco esami. - 8maggio 2006: I rettori si decidono asedersi al tavolo delle trattative, unasettimana prima dell’inizio della ses-sione esami. Presentano un’offerta del12% su tre anni e mezzo, che appenacopre l’inflazione ed è in linea con gliaumenti previsti prima dell’aumentodelle tasse universitarie. Il sindacatorifiuta l’offerta ma chiede di continua-re le trattative. Le università si rifiuta-no e passano alla linea dura: esamisenza docenti, serrata. Può sembrarestrano da parte di universitari britan-nici chiedere solidarietà a quelli italia-ni, meno pagati, con meno risorse, e

con propri problemi. Ma non si trattasolo di soldi, si tratta del tipo di uni-versità che si sta imponendo. Il model-lo britannico è quello di riferimento intutta Europa, con la “strategia diBologna”. Quello che succede qui oggipuò succedere in Italia domani - paesecon ancora meno risorse e senza la“manna” degli studenti stranieri. Vichiedo di immaginare per un attimoall’università italiana secondo ilmodello Blair+rettori:- tasse universi-tarie a 5000 Euro all’anno - stipendiuniversitari che aumentano molto piùlentamente della media nazionale -lauree biennali - diritto dell’universitàdi utilizzare chiunque per gli esami -diritto dell’università a concedere lalaurea a chiunque abbia “pagato ilbiglietto”, anche senza sostenere gliesami- separazione della ricerca dal-l’insegnamento secondo il principioseguente: insegnamento a tempopieno; per ottenere tempo per la ricer-ca, i docenti devono innanzitutto trova-re sponsors (prevalentemente privati)per pagare il “subappalto” del proprioinsegnamento a docenti precari - dirit-to alla serrata. Se il sindacato britannico perde questasfida, tutto questo, qui, verrà realizzatoquest’anno. Ancora peggio: sarebbe lafine delle trattative nazionali e ogniuniversità sarebbe libera di stabiliregli stipendi autonomamente. Si fareb-be largo il fenomeno già crescentedelle “università Ryanair”: lauree “no-frills” a basso costo e veloci, senzasprechi in lussi inutili come personaledocente. Lezioni-powerpoint on-line e esamicomputerizzati, paghi due prendi tre.Pensateci un attimo - e controllate ladocumentazione indipendente se vole-te. Consiglio ad esempio come elo-quente l’interrogazione che si è tenutaieri al comitato parlamentare per l’uni-versità, che ha sentito sia i sindacatiche i rettori. Può essere rivista su inter-net: http://news.bbc.co.uk/1/hi/educa-tion/4991352.stm Se volete aderire allaprotesta, potete fare diverse cose. Il piùurgentemente possibile: gli esami e leserrate sono iniziate questa settimana:- se la vostra università collabora conuniversit britannica (es. Erasmus,ricerca), scrivere una lettera o emailurgente al rettore (vice-chancelor),esprimendo la vostra preoccupazione eintenzione di rivedere la collaborazio-ne se l’università britannica compro-mettesse i suoi standard accademicirilasciando voti “politici” o facendosostenere gli esami a personale esternoe non qualificato. - scrivete lettere diprotesta all’UCEA (University andCollages Employers’ Association):Woburn House, 20 Tavistock Square,London WC1H 9HU Tel: 020-7383-2444Fax: 020-7383-2666 - partecipate allaraccolta di fondi per il fondo di solida-riet con gli scioperanti - i colleghi vitti-me delle serrate più gravi e che si tro-vano senza fondi per pagare il mutuoper la casa. Il fondo è appena statocreato e i dettagli su come contribuiredovrebbero apparire domani sul sitodell’AUT (www.aut.org.uk).Se non siete convinti e d’accordo miinteresseranno le vostre obiezioni, mavi pregherei comunque di diffondereper lo meno come “documento diparte”.E scusate il tono un po’ militante per imiei, e credo vostri, gusti! Grazie,Guglielmo

Dr Guglielmo MeardiSenior Lecturer in Industrial Relations

Warwick Business SchoolThe University of Warwick

Coventry V4 7ALTel +44-(0)24-76522645

Fax: +44-(0)24-76524656 E-mail: [email protected]

Così pensava e affermava unaben nota persona che, perl’altezza delle posizioni rag-

giunte (o, recentemente, sfiorate) eper la durata nel tempo dellecariche coperte deve essere unoche quando parla, sa di cosaparla.Ora la domanda che frulla perla testa è: “Che niente niente cel’hanno con noi?”. Il soggetto nonespresso della frase è un certonumero di funzionari universitaried il “noi” esprime noi DocentiUniversitari. E non sarebbe male unchiedersene la causa, se le parti atti-ve di questo ipotizzato malanimo dialcuni rappresentanti di una catego-ria verso l’altra fossero dei sottopa-gati e frustrati anonimi travet dellaburocrazia. Ma quando si tratta diqualche dirigente, fra quelli talvoltastrapagati per le funzioni effettiva-mente svolte, allora il dubbio: “Datoche non può assolutamente essereinvidia derivante dal confronto deicedolini di retribuzione, cosa gli hofatto?” diventa doveroso. È un catti-vo ricordo di un esaminatore, unabrutta figura in un’interrogazione?Un sentimento d’invidia verso undocente, che ha sentito superiore?Un qualche (improvvido) Collegache ha detto: “Lei non sa chi sonoio!”? Boh!Non c’è dubbio che tutti, propriotutti, hanno il diritto di esprimere leloro idee, e di questo diritto ilCIPUR ne è ed è stato campione,ospitando su queste pagine ancheopinioni difformi dalle proprie, matutti, proprio tutti, nell’esprimerle,devono anche avere chiaro inmente che si deve responsabilmen-te rispondere delle opinioniespresse e che si deve responsabil-mente rispondere anche delle con-seguenze, magari anche non volu-te o non previste delle opinioniespresse, insomma che non ci sipuò nascondere dietro un dito, nélanciare un sasso e nascondere lamano. Veniamo al dunque, le “120ore di didattica frontale” di cui alcomma 16 dell’articolo unico dellalegge 4 novembre 2005, n. 230.Sostiene l’autore di un “pregevole”studio(1) che sia errato quantosostenuto dal CIPUR, che cioè le120 ore riguardano solo chi opta aisensi del comma 19 ed i Colleghiche hanno preso o prendono servi-zio in vigenza della 230/2005, cioè

dopoil 20

novembre 2005. Obietta l’autore,citato da altri (anche da chi, per lacarica ricoperta, dovrebbe forseesercitare maggiore prudenza, peresempio leggersi anche il secondoparere riportato nel medesimosito) che se ciò fosse vero si viole-rebbe il dettato costituzionale del-l’uguaglianza dei cittadini, per cuisi avrebbero diverse attività didat-tiche a parità di retribuzione. Nonè difficile ribattere che allora non èpossibile neppure il fatto specula-re, dato che, evidentemente, l’auto-re sembra ignorare che attualmen-te, a parità di anzianità e di funzio-ni didattiche, ci sono differenzeretributive del 50 % fra professoridi ruolo di seconda e di primafascia, e che di ciò abbiamo dovutometterci l’animo in pace, vista lanotissima sentenza della CorteCostituzionale. E che non suscitineppure un accenno di commentofra i colleghi dell’autore suddetto ilfatto che possano sussistere alme-no tre e forse quattro diversi regimidell’età di collocamento a riposodei professori universitari di ruolodella stessa fascia dovrebbe mette-re il mattone definitivo sopra ilpretestuoso argomento della“uguaglianza costituzionale”.Passiamo ad un secondo argomen-to, la relazione economica accom-pagnatrice del ddl da cui è uscita la230/2005, che sempre secondol’autore, sosterrebbe che le 120 oreerano previste per tutti.Sorvoliamo per amore di patriasulle tabelle, notoriamente basatesu dati di consistenza numericadella docenza e su importi stipen-diali vecchi di anni, e su un numerodi corsi erogati che sarebbe un corte-se understatement definire appros-simativo. Per inciso, a chi scrivepare di ricordare che anche la Cortedei Conti ebbe a ridire sulla relazio-ne tecnica.Comunque persino un dilettante,come chi scrive, si rende conto delladifferenza che passa fra un conteg-gio fatto su determinate ipotesi per

una relazione tecnica, e l’intenzionedel legislatore; quest’ultima, l’inten-zione del legislatore, invocata dalsuddetto autore, si ritorce però con-

tro di lui: la rilettura, negli atti par-lamentari del lungo iter dellalegge, delle parole del relatore diturno alla Camera dei Deputati,Onorevole Mario Pepe nella sedu-

ta n. 589 del 21 febbraio 2005, nonlascia spazio a dubbi. Terzo argo-mento: l’autore, e/o chi a lui si èispirato, agita lo spauracchio dellaCorte dei Conti verso chi dovessedifferire dal suo pensiero. Ottimacosa, dato che anche noi abbiamousato in passato questo argomento,siamo in perfetto accordo sul fattoche è bene, anzi è molto bene, è cosabuona e giusta che tutti amministri-no il denaro dei contribuenti con lamassima cura ed attenzione. Ma io,e come me i Colleghi soci che svol-gono funzioni per il CIPUR, pago lamia quota associativa al CIPUR conla trattenuta sulle mie retribuzionipersonali, dedico al CIPUR le mieazioni e modeste capacità al di fuoridella mia attività di servizio di pro-fessore e, se vengo convocato uffi-cialmente al MUR in periodo dilezioni, viaggio a spese del CIPUR omie e poi recupero l’ora di lezionesaltata, affinché i miei studenti nonne abbiano alcun danno. Mi chiedo:lo fanno tutti?Non è che la Procura della Corte deiConti possa essere interessata ancheai bilanci di associazioni private cheutilizzano, a norma degli articoli 11e 12 del proprio statuto, fondi pub-blici, ai bilanci di Atenei che forseinviano in missione pubblici dipen-denti a delle private riunioni, e sot-traggono per il funzionamento diassociazioni private tempo di pub-blici dipendenti, pagati dai contri-buenti, e tutto ciò senza che ci risul-ti uno straccio di normativa che lopreveda? Non è che a ciò possanoanche essere interessati in primapersona i Consiglieri diAmministrazione degli Atenei, iquali a loro volta potrebbero magariessere chiamati a rispondere didanno erariale?

Paolo Manzini

1) www.codau.it/tematichesotto la voce: Contributi vari, si veda:Legge_230_documento_sintesi_Salvini_Prudente.pdfLegge_230_documento_Gruppo_di_lavo-ro.pdf

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Mentre in Italia si discute,in Gran Bretagna si sciopera, e sul serio!

Qualche volta a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si coglieAncora sulle 120 ore

Il 6 maggio a Genova ed il 26 maggio aFirenze si sono svolte due riunioni chehanno visto la partecipazione di un ampio

numero di docenti universitari appartenentialle diverse sigle rappresentative della medici-na universitaria, provenienti da tutta Italia e ingran parte già aderenti ad Unimed.L’orientamento emerso é stato quello di ridarenuova linfa ad Unimed soprattutto in questomomento politico che vede l’Italia governatada un nuovo Esecutivo. Il motore della NuovaUnimed é rappresentato da un documento(aperto) programmatico 2006, tracciato nellesue linee fondamentali nel corso delle due riu-nioni preliminari, che rappresenterà l’elemen-to coagulante sia per le sigle sia per i singolidocenti che vorranno aderire ad Unimed. Essooltre ad un’accurata analisi della situazioneattuale riporta i vari punti che dovranno esse-re attuati per poter avere una medicina univer-sitaria moderna ed efficiente.Ecco quindi il DOCUMENTO PROGRAM-MATICO 2006 di UNIMED

PREMESSAProseguendo l’azione di collaborazione tra levarie componenti rappresentative della docenza universitaria di medicina,iniziata 8 anni fa con Feder-Uni Medicina eproseguita poi nel 2002 con Unimed, si è senti-ta la necessità di rivitalizzarne il profilo, l’orga-nizzazione e le finalità.Il primo punto di rinnovamento riguardal’apertura a tutte quelle le sigle rappresentati-ve, oltre alle tre tradizionalmente fondatrici ecomponenti ufficiali [Cipur, Cnu ed Uspur],senza alcuna distinzione o preclusione, sullabase di una comune condivisione del pro-gramma e degli obiettivi primari da raggiun-gere, ottenuta mediante un ampio confrontoed un aperto dialogo.In questo principio di armonizzazione, di

unione e di utilizzazione di tutte le risorsedisponibili nelle varie sigle, finalizzato ovvia-mente ad una maggiore e più incisiva rappre-sentatività, si renderà necessario un nuovo epiù articolato organigramma di Unimed intutte le cariche previste [Presidente,Vicepresidenti e Comitato direttivo].Tale nuova organizzazione dovrà prenderecorpo attraverso una ampia discussione nelleprossime riunioni.É opportuno, in questo momento, prima diaffrontare l’assetto organizzativo, dare la prio-rità ai contenuti proponendo alcune finalitàprogrammatiche che necessiteranno di un’am-pia discussione e condivisione da parte dellevarie componenti.

PUNTI PROGRAMMATICI

• INSCINDIBILITÀ TRA DIDATTICA,RICERCA ED ASSISTENZA, ASPETTILEGISLATIVI E NORMATIVI Nel programma dell’attuale governo, perquanto riguarda l’Università (pp.234-242),accanto alle proposte di monitorare e valuta-re la didattica, di incrementare e sostenerefinanziariamente il diritto allo studio, divarare un piano pluriennale di assunzioni atempo indeterminato, di trasformare il ruolodegli attuali ricercatori universitari in terzafascia docente, di favorire a tutti i livelli l’im-matricolazione e la progressione delle donne,di mantenere il valore legale del titolo di stu-dio, non si fa alcun riferimento alla medicinauniversitaria, che invece meriterebbe unagiusta considerazione.Si deve anche tener presente il pensiero delMinistro Livia Turco sul ruolo dell’Università equindi della Facoltà di Medicina nell’ambito delSSN, espresso il 27-28 gennaio 2006 nel corsodella prima conferenza nazionale dei DS sullasalute e sulle politiche sociali, quando Essa era

responsabile nazionale DS per il Welfare:” Ilruolo dell’Università. Dal 1978 a oggi cisono state tre riforme sanitarie e nessunariforma degli studi di medicina:Uno dei primi atti del futuro Ministro dellaSalute sarà promuovere un incontro e unaconcertazione con il Mministrodell’Università e con le regioni per realizza-re nei prossimi 5 anni questa innovazioneassolutamente inderogabile.Bisogna correggere le arretratezze e l’autore-ferenzialità del sistema universitario ancoratroppo sganciato dal fabbisogno del SSN.Bisogna costruire un collegamento virtuosotra ricerca, formazione universitaria e lestrutture del SSN“.Se da una parte quindi il programma universita-rio dell’attuale governo non fa menzione alle pro-blematiche scottanti delle Facoltà di Medicina,dall’altra il nuovo Ministro della Salute ne indi-ca chiaramente l’esistenza e si proporrebbe comepromotore per una revisione.Si ritiene pertanto indispensabile che uni-med si adoperi per: tutelare ad ogni livello ilrispetto dello stato giuridico dei docentiuniversitari anche e soprattutto di quelli dimedicina e rimanere in vigile attesa proposi-tiva nel percorso legislativo, già iniziato,relativo alla riforma dello stato giuridico.L’azione propositivo-sindacale di Unimeddeve concentrarsi soprattutto nel contattare esensibilizzare il mondo politico, le commis-sioni parlamentari, i due Ministri ed il loro“entourage”, proponendosi con la dovutaautorevolezza fino a risultare un vero inter-locutore se non “de iure” certamente “defacto”. Lo scopo é quello di chiedere diapportare, nelle norme legislative che carat-terizzeranno l’attuazione o la revisione delleattuali leggi ed il futuro legislativo, un riferi-mento ai docenti universitari di medicina ealla loro peculiare triade istituzionale inscin-dibile, didattica, ricerca e assistenza, e allaapplicazione anche a loro di quei principi checaratterizzano costituzionalmente l’insegna-mento universitario: libertà e autonomia;riaffermare in modo forte e deciso che laFacoltà di Medicina e Chirurgia deve rima-nere a pieno titolo nell’Università e che i suoidocenti devono mantenere a tutti gli effetti lostato giuridico comune agli altri docenti uni-versitari. Questo aspetto é sostenuto anchedalla constatazione che quasi ogni Facoltà diMedicina e Chirurgia propone dai 10 ai 20corsi di laurea che richiedono oltre alle pro-prie e specifiche discipline di base un armo-nica sintonia con altre Facoltà, come Agraria,Economia, Ingegneria, Psicologia, Scienze,Giurisprudenza e altre;

• RICERCA SCIENTIFICARelativamente ai problemi inerenti la ricercascientifica Unimed ritiene opportuno: richiedere una revisione dell’impianto delD.Lgs 517/99 (sono ormai ampiamente supe-rati i 4 anni previsti di sperimentazione) che,pur rappresentando la prima legge delloStato italiano che “s’interessa” dell’attivitàassistenziale finalizzata alla didattica e allaricerca deidocenti universitari di medicina, é risultataessere passibile di dubbie interpretazioni ecarente in alcuni punti fondamentali, anchedi natura economica, che dovrebbero essereemendati. Tale revisione legislativa, alla luceanche e sopratutto della legge 230/05, deveportare ad una nuova normativa che, accan-to ad un condiviso modello di strutturazioneaziendale universitario-ospedaliera, rilevil’assoluta importanza di valorizzare l’attivitàdi ricerca scientifica per evitare l’impoveri-mento culturale degli operatori sanitari el’inaridimento qualitativo dell’assistenza edella formazione con devastanti conseguen-ze sul piano umano, sociale. e politico. Unodei tanti mezzi per arrivare a questo potreb-be essere quello di consentire alle aziendenelle quali insiste l’Università l’accesso ai

fondi di ricerca “sanitaria” similmente aquanto avviene per gli IRCCS.[Bisogna ribadire che l’Università é la sede prin-cipale della ricerca scientifica, anche secondo laCostituzione Italiana, indispensabile per lo svi-luppo armonico della nostra società. Questo é unodei principi guida del programma di governodell’Unione che prevede il raggiungimento, entrola fine della legislatura, del 2% del PIL devolutoalla ricerca].

• RAPPORTI CON IL SSN ED IN PARTI-COLARE CON LE AUTONOMIE REGIO-NALIIl decentramento delle funzioni statali e le auto-nomie, ormai appannaggio di tutte le regioni,hanno portato all’esasperazione del concetto diautonomia “regionale” per quanto riguarda sia lasanità sia la scuola e di questo ne risente anche esoprattutto la docenza universitaria di medicina,che oltre alla didattica e ricerca istituzionalmentedeve svolgere attività assistenziale (la quale, comeé noto, é soggetta a regolamenti emanati dalMinistero della Salute ed é gestita da organismi eistituzioni regionali), Pur in presenza di normelegislative recenti e di precise disposizioni mini-steriali, si sta verificando un fenomeno che lega lemani ad un’azione sindacale programmatico-pro-positiva unitaria e valida per tutto il territorionazionale.Infatti le regioni (e talvolta le aziende ospedaliero-universitarie) interpretano in modo autonomo ,finalizzato ai propri specifici interessi e alle pro-prie peculiari necessità, le normative nazionali,generando un quadro normativo estremamentevariegato e differenziato secondo le varie latitudi-ni, con protocolli d’intesa e patti aziendali deltutto eterogenei. Pur ribadendo la necessità diuna revisione della legge, si deve fare ogni sforzoaffinché il D.LGS 517/99 sia almeno applicato,per questo motivo si dovrà: svolgere un’azionedi capillare informazione a tutti i colleghidelle varie sedi universitarie, nelle quali épresente la Facoltà di Medicina e Chirurgia, atutela dei loro diritti, creando anche unastruttura di comunicazione coordinata dauno o due delegati ed una di consultazioneinformatica (rivitalizzando la mailing listmeduni- L e istituendo una pagina web sullaquale siano consultabili sentenze, convenzio-ni, protocolli d’intesa delle varie regioni):avviare azioni legali e di ricorso allaMagistratura amministrativa per la mancatao disomogenea applicazione, nella maggio-ranza delle regioni, delle aziende ospedalie-ro universitarie e delle sedi universitarie ita-liane, dell’art.6 del D.L 517/99, che prevedeil pagamento di indennità aggiuntive allo sti-pendio universitario per l’attività assisten-ziale svolta dai docenti “clinici” delle FacoltàdiMedicina e Chirurgia; diffidare le ammini-strazioni universitarie ainterpretare e appli-care disposizioni riguardanti normative equestioni economiche del personale docenteuniversitario senza preventiva consultazionedei docenti e delle loro legittime organizza-zioni rappresentative anche allo scopo di evi-tare contenziosi giudiziari che possono vedercoinvolti i funzionari responsabili; richiede-re l’interpretazione autentica delle disposi-zioni di cui all’art.6 del D.L 517/99 relativo aldebito orario assistenziale dovuto da tutto ilpersonale universitario convenzionato equindi promuovere iniziative volte:1) ad adeguare il trattamento economico didetto personale 2) a razionalizzare il sistema pensionisticodel settore universitario; stimolare e valoriz-zare il riconoscimento, l’affermazione e l’at-tuazione dei ruoli che competonoall’Università nel contesto delle aziendeospedaliero universitarie, peraltro previstedal D.Lg.vo 517/99, ed in modo particolaredifendere il ruolo delle Facoltà di Medicina eChirurgia nella valutazione di merito per gli

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MEDICINA UNIVERSITARIA a cura di Clemente Crisci

Rinasce più forte e rappresentativa. La piattaforma del Cipurmedicinapresa come documento programmatico. Apertura a tutte le sigle.

UNIMED nuova struttura e finalità

di Clemente Crisci e Mario Amore

Il Cipurmedicina nell’elevare i calici in segno augurale di buon lavoro al nuovoEsecutivo rivolge un cordiale pensiero al Ministro Letizia Moratti, che congrande impegno ha retto per 5 anni il MIUR prestando una seppur modestaattenzione alle problematiche della medicina universitaria. Un saluto particola-re al Primo Ministro Prof. Romano Prodi. Vive espressioni di cordialità e di ben-venuto al Neo-Ministro dell’Università e Ricerca Scientifica Fabio Mussi (DS)ed ai suoi sottosegretari Prof.Luciano Modica (ex Presidente della CRUI, exsenatore dei DS nella XIV legislatura) e Prof. Nando Dalla Chiesa (ex senatoredella Margherita nella XIV legislatura). Come è noto la medicina universitariasottostà a provvedimenti presi dal Ministero dell’U.R e da quello della Salute,pertanto un altro pensiero cordiale il Cipurmedicina lo rivolge al Neo Ministrodella Salute Livia Turco (DS) ed ai suoi sottosegretari Prof. Serafino Zucchelli(medico, ex segretario nazionale dell’ANAOO Assomed), Giampaolo Patta(sindacalista, segretario confederale della CGIL) e Prof. Antonio Gaglione (exsenatore della Margherita nella XIV legislatura, medico, cardiologo ma ancheprofessore associato di cardiologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgiadell’Università di Foggia e di cardiologia dello sport nella Facoltà di ScienzeMotorie dell’Università di Foggia). Non certamente ultimi a ricevere votiaugurali di buon lavoro da parte del Cipurmedicina sono tutti i Membri, vecchie nuovi, delle VII Commissioni parlamentari

Presenteremo, come nostro “biglietto da visita” ai Ministri competenti, aiSottosegretari ed ai Membri delle VII Commissioni la piattaforma programma-tica del Cipurmedicina, ripresa da UNIMED e riportata in questo numero delgiornale. Chiederemo loro un incontro per mettere le basi di un rapporto diinformazione, analisi, dialogo e confronto, base di quella concertazione baluar-do programmatico a largo spettro del nuovo Esecutivo. Noi ci siamo e siamodisponibili, a Voi la prima mossa…

IL CIPURMEDICINASALUTA IL NUOVO

ESECUTIVO

Segue a pag. 4

Segue da pag. 3

affidamenti dirigenziali per l’assistenzaovviamente interconnessa con ricerca edidattica; promuovere, pur nella diversitàdei ruoli e delle funzioni, là ove possibile, rap-porti di collaborazione con i medici ospedalie-ri operanti nelle aziende ospedaliero-universi-tarie. In particolare per il personale ospedalie-ro che già opera nelle strutture universitariesarà necessario fare in modo che siano garan-titire adeguati sviluppi di carriera; salvaguar-dare l’immagine, il profilo e la dignità deldocente clinico universitario garantendo atutti i docenti la possibilità di espletare incari-chi assistenziali di ogni livello al fine di con-sentire che possano essere svolte le funzioniassistenziali proprie del ruolo di docente uni-versitario imprescindibili per l’espletamentosia della didattica che della ricerca; diffidare leamministrazioni universitarie e ospedaliere ainterpretare e applicare disposizioni riguar-danti normative e questioni economiche delpersonale docente universitario convenziona-to senza preventiva consultazione dei docentie delle loro legittime organizzazioni rappre-sentative anche allo scopo di evitare conten-ziosi giudiziari che possono veder coinvolti ifunzionari responsabili; combattere l’atteggia-mento tenuto dalle amministrazioni delleaziende ospedaliero-universitarie nei riguardidel lavoro dei docenti universitari “clinici” cheviene visto e valutato esclusivamente sotto ilprofilo assistenziale [infatti ad essi viene richiestodi produrre DRG di alto rendimento e di partecipa-re ampiamente a tutte le attività gestionali delle

U.O.], mentre del lavoro propriamente univer-sitario non viene data menzione in alcunadelle procedure di valutazione alle quali sonosottoposti.

• PROGRESSIONE DI CARRIERAUNIMED si propone di agire affinché la valu-tazione periodica diventi lo strumento princi-pale di governo del personale docente ancheallo scopo di evitare a) che siano ricoperti “ineterno” posti o funzioni sulla base del ruolo odell’età senza che vi siano stati contributiscientifici, didattici e assistenziali concreti edocumentabili b) che si eserciti in modo auto-cratico potere fine a se stesso rivolto verso altridocenti c) si ceda nella tentazione di conside-rare proprietà personali ambienti, strutture eattrezzature appartenenti all’Università; pro-muovere sia la crescita culturale sia l’utilizzodi criteri di meritocrazia (che si basino anchesull’acquisizione di esperienze), sui quali fon-dare ogni azione sindacale di sostegno e pro-mozione della docenza universitaria di medi-cina.

• RAPPORTI CON LE ORGANIZZAZIONISINDACALIUNIMED intende: ribadire la volontà e lanecessità di riproporre una struttura sindacalearticolata, ma unitaria e coesa negli intenti, chesia più incisiva nel rappresentare, a tutti i livel-li, istituzionali e non, le istanze dei docentidelle Facoltà di medicina, in particolare diquelli collegati direttamente o indirettamentecon l’assistenza sanitaria. L’importanza di una rappresentatività unita,

compatta, più forte e funzionale, è particolar-mente sentita in questo momento nel quale lamedicina universitaria è interessata sia dalla“scomposta” e disomogenea fase attuativa delD.Lgs 517/99, dal rinnovo contrattuale delPersonale medico ospedaliero del S.S.N. siadall’applicazione del Decreto di riordino delleScuole di specializzazione di area sanitaria edanche della Legge 230/05 [Legge Moratti].• CANDIDATUREUnimed propone un accordo che porti a candi-dature univoche in presenza di elezioni per lacostituzione di organismi istituzionali e rap-presentativi della docenza universitaria dimedicina, iniziando dalle prossime votazioniper il rinnovo del CUN.In conclusione UNIMED, nell’augurare buonlavoro al Nuovo Governo Prodi ed in partico-lare ai due Ministri Fabio Mussi e Livia Turco,ribadisce l’auspicio che proprio nello spirito diuna nuova politica nel campo sociale, dove lamedicina e la sanità giocano ruoli essenziali, sipossano raggiungere obiettivi di un’equlibrataconcertazione anche con le organizzazionirappresentative dei docenti universitari dimedicina e che nel corso della legislatura sipossano migliorare i risultati minimali ottenu-ti dalla medicina universitaria nella legislaturaappena terminata: - l’eliminazione del bloccodelle assunzioni, - la direzione delle scuole dispecializzazione ad un professore di ruolo(associato e ordinario) del settore scientificodisciplinare specifico della materia e per quan-to riguarda la Legge 230/05 - l’inscindibilità el’interdipendenza tra didattica, ricerca e assi-stenza, - il mantenimento del trattamento

aggiuntivo per l’assistenza prestata, - l’averportato a 70+2 anni l’età pensionabile per tuttii professori di materie cliniche in servizio man-tenendo il regime assistenziale intatto ed inte-gro, - per i docenti in servizio da almeno 15anni la quota aggiuntiva del 25% dei postimessi a concorso per l’idoneità scientificanazionale, - l’equipollenza del diploma diScuola di specializzazione di area sanitaria conil Dottorato di ricerca per l’assegnazione deicontratti di diritto privato triennali (ricercatoria tempo determinato).

I firmatari del documento:

- Mario Amore (CIPUR)[email protected]

- Gian Carlo Avanzi (USPUR)[email protected]

- Mariano Cherubini (CIPUR)[email protected]

- Clemente Crisci (CIPUR)[email protected]

- Francesco Indiveri (CNU)[email protected]

- Mauro Marchionni (CNU)[email protected]

- Luca Massacesi (FLC.CGIL Università)[email protected]

- Daniele Scevola (CIPUR)[email protected]

- Vincenso Suraci (CIPUR)[email protected]

- Aurelio Vittoria (CIPUR)[email protected]

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MEDICINA UNIVERSITARIA a cura di Clemente Crisci

Stiamo vivendo una fasecomplessa nell’Università,dovuta ad un nostro dop-

pio rapporto Università-Servizio Sanitario, che richie-de continui chiarimenti, preci-sazioni, valutazioni ed ade-guatezza economica.L’Università rimane in crisi efinora non ha ricevuto svilup-pi utili a razionalizzare l’inse-gnamento, né impulsi efficaciper la ricerca e la didattica.Dobbiamo notare oggi che laproduzione scientifica è inriduzione. Il numero di lau-reati non è elevato, rispetto adaltri paesi europei. Esistonotassi elevati di abbandono e viè una inefficiente distribuzio-ne di docenti tra sedi e disci-pline. Si riscontra un progres-sivo invecchiamento struttu-rale e non vi è apporto diincentivi. Mancano oggettivenorme valutative di progres-sione (devono spesso interve-nire a correzione i TAR) e nonvi sono norme di reclutamentoincentivanti i giovani.Senato accademico e Facoltàrispondono ed operano talorain base a decisioni, non sem-pre improntate ad efficienza efunzionalità. La spesa per lau-reato in Italia è molto elevata,mentre quella per studente è

bassa, indicando ciò un deficitorganizzativo. La spesa per 10pubblicazioni in Italia è moltopiù elevata che in Francia o nelRegno Unito e questo costooggi si ripercuote sulle taschedi chi fa la ricerca.Questi ed altri problemirichiederebbero una risoluzio-ne nazionale. Dovrebberovenire considerati in una valu-tazione complessiva e nonparziale, come quella attual-mente vigente in base ai con-tratti ospedalieri, stipulati peraltre categorie assistenziali.

Dall’altra parte esiste un rap-porto con il SSN, che ha avutomodo di ricevere maggioririsorse dal Fondo sanitarionazionale, tramite la finanzia-ria (oltre 90 miliardi di Euro).Tuttavia fa difetto l’organiz-zazione sanitaria, per la pre-senza di frammentazioni,incongruità locali e doppioni.Vi sono regioni, come Lazio,Sicilia, Campania, che si tro-vano ad incrementare il disa-vanzo sanitario.Sono elevate le liste di attesa.Pazienti non neoplasticiattendono settimane prima diuna soluzione clinica che liriabiliti all’attività lavorativa.Vi sono problemi non risolti,relativi al progressivo incre-mento di pazienti in etàgeriatrica. In molte sedi esi-stono ancora pazienti fuorireparto. Non appaiono svi-luppate a sufficienza le RSA(Residenze sanitarie assisti-te), privando la sanità di unaefficace consapevolezza dei

problemi dell’anziano.Non vi è una adeguata valo-rizzazione dei precari negliospedali. Vi è un lento svilup-po tecnologico. La componente universitaria,che lavora nelle aziendemiste ospedaliero-universita-rie, ha avuto la legge230/2005, che pur ispirata adinnovazione, non apportacontributi di spesa, né valo-rizzazione del personale,limita la ricerca, non dàimpulso ad un rapido ricam-bio generazionale.Le valutazioni dei docenti silimitano a ricopiare quelleassistenziali degli ospedalie-ri, non integrando le presta-zioni didattiche e di ricerca,pur sempre obbligate, anchese con carichi orari diversifi-cati tra ospedalieri (4h) eduniversitari (50% della quotaoraria assistenziale ospeda-liera). Nelle strutture univer-sitarie, l’ apporto di persona-le sanitario, non é sempreadeguato al diverso impegnoorario assistenziale.Le voci degli emolumentisono descritte dall’art. 6 della517/99 e riguardano i tratta-menti aggiuntivi per tipolo-gia di incarico e di risultato,come anche indicato nelDPCM del 24.5.01. Si aggiun-ge l’indennità di esclusività,che nasce già negli anni 90 aseguito di opzione e che rap-presenta “elemento distintodalla retribuzione”, indipen-dente dal monte salari cuifanno riferimento gli incre-

menti contrattuali (CCNL8.6.2000). Viene garantitainoltre una retribuzione noninferiore a quella in godimen-to.Se vogliamo vedere un corri-spettivo aggiuntivo in campoospedaliero, oltre a naturaliriconoscimenti e pensionabi-lità, ad efficaci modifiche diparametri applicati nell’ulti-mo contratto, vi è la possibili-tà, per il personale del SSN,che opera in attività integratee didattiche, di accedere aifondi di ateneo (art. 4 delDPCM 24.5.01).Per gli universitari vi sononorme della 517/99, comel’art. 5 comma 4, che preve-dono incarichi di direzione oresponsabilità di programmiai docenti di I e II fascia,come ha precisato VincenzoSuraci, che non vengono talo-ra rispettati.Tali difformitàinterpretative di leggi, diffor-mità che si moltiplicano nelterritorio nazionale, favoriteda una devolution ammini-strativa, aggravano la devo-lution assistenziale, determi-nata dalla regionalizzazionedell’assistenza (qui qualifica-ta, altrove problematica). Leregioni, scrive in “UniversitàOggi” Clemente Crisci, inter-pretano in maniera autonomale norme nazionali, utilizzan-dole e subordinandole ainteressi locali.Ciò porta, nel nostro specifi-co settore, allo sviluppo diuna conflittualità giuridicaterritoriale, sulla scia di

interpretazioni difformi dilegge, da sede a sede, taloraanche nella stessa regione. Si giunge così ad una classi-ficazione delle Università, incampo nazionale, in 6 diversetipologie, a seconda delladiversa fedeltà interpretativa.Ci spiace essere classificatinell’ultima.

Non sarebbe il caso di darenorme precise che si riferisca-no ad uguali trattamentiaggiuntivi nel territorionazionale? Non sarà il caso dirivalutare l’apporto delleUniversità, rimuovendo que-gli ostacoli sopra segnati,adeguando uniformemente lacorresponsione delle inden-nità assistenziali dal1.1.2001? Non è il caso difavorire l’inserimento di gio-vani, di valorizzare la ricercae razionalizzare la spesa?Non è il caso di assegnare aidocenti, che non ne hannoavuto spazi, programmi disviluppo, allo scopo di incre-mentare la professionalità el’iniziativa in specifici canalidi ricerca e di assistenza? Non è il caso, infine, di limi-tare la conflittualità giuridi-ca, nelle sedi periferiche, trauniversitari e SSR (v. diffideai Rettori, decisioni dei Tar diCagliari e Catania, iniziativedi Chieti e Trieste), precisan-do norme di applicazioneunivoche in campo retributi-vo?

Mariano CherubiniUniversità di Trieste

La devolution del conflitto giuridico tra universitari e SSR

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Premessa: quattro sono icomma della Legge230/05 che trattano que-sto aspetto e che vengo-no riportati per unamigliore comprensionedell’articolo

COMMA 17: NUOVI PROF.

Per i professori ordinari eassociati nominati secondo ledisposizioni della presentelegge il limite massimo di etàper il collocamento a riposo èdeterminato al termine del-l’anno accademico nel qualesi è compiuto il settantesimoanno di età, ivi compreso ilbiennio di cui all’articolo 16del decreto legislativo 30dicembre 1992, n. 503, e suc-cessive modificazioni, ed èabolito il collocamento fuoriruolo per limiti di età.

COMMA 18: PROF. MATERIE

CLINICHE IN SERVIZIOI professori di materie clini-che in servizio alla data dientrata in vigore della pre-sente legge mantengono leproprie funzioni assistenzia-li e primariali, inscindibilida quelle di insegnamento ericerca e ad esse complemen-tari, fino al termine dell’an-no accademico nel quale si ècompiuto il settantesimoanno di età, ferma restandol’applicazione dell’articolo16 del decreto legislativo 30dicembre 992, n. 503, e suc-cessive modificazioni.

COMMA 19: OPZIONE PER NUOVO

STATO GIURIDICOI professori, i ricercatori uni-versitari e gli assistenti ordi-nari del ruolo ad esaurimen-to in servizio alla data dientrata in vigore della pre-sente legge conservano lostato giuridico e il tratta-mento economico in godi-mento, ivi compreso l’asse-gno aggiuntivo di tempopieno. I professori possonooptare per il regime di cui alpresente articolo e con salva-guardia dell’anzianità acqui-sita.

COMMA 16: 120 ORE DIDATTICA

FRONTALEResta fermo, secondo l’attua-le struttura retributiva, iltrattamento economico deiprofessori universitari arti-

colato secondo il regime pre-scelto a tempo pieno ovvero atempo definito. Taletrattamento è correlatoall’espletamento delle attivi-tà scientifiche e all’impegnoper le altre attività, fissatoper il rapporto a tempo pienoin non meno di 350 oreannue di didattica, di cui120 di didattica frontale, eper il rapporto a tempo defi-nito in non meno di 250 oreannue di didattica, di cui 80di didattica frontale. Le oredi didattica frontale possonovariare sulla base dell’orga-nizzazione didattica e dellaspecificità e della diversitàdei settori scientifico-disci-plinari e del rapporto docen-ti-studenti, sulla base diparametri definiti con decre-to del Ministro dell’istruzio-ne, dell’università e dellaricerca. Ai professori a tempopieno è attribuita una even-tuale retribuzione aggiunti-va nei limiti delle disponibi-lità di bilancio, in relazioneagli impegni ulteriori di atti-vità di ricerca, didattica egestionale, oggetto di specifi-co incarico, nonchè in rela-zione ai risultati conseguiti,secondo i criteri e le modali-tà definiti con decreto delMinistro dell’istruzione, del-l’università e della ricerca,sentiti ilMinistro dell’economia edelle finanze e il Ministroper la funzione pubblica. Peril personale medico universi-tario, in caso di svolgimentodelle attività assistenzialiper conto del Servizio sanita-rio nazionale, resta fermo lospeciale trattamento aggiun-tivo previsto dalle vigentidisposizioni.

Ci eravamo illusi che laLegge Moratti [L.230/05]ed in particolare il comma18 avesse finalmentemesso a punto ed unifica-to (a 70+2) l’età “pensio-nabile”, assistenziale-pri-mariale e accademica, ditutti i professori di mate-

rie cliniche, che in passatopresentava ben cinque

possibiltà (65-67-68-70-72). L’illusione è rima-sta tale in quanto stia-mo assistendo, in uncontesto di ampia

“devolution”, ad inter-pretazioni di norme legi-

slative diversificate e con-trastanti, fatte da dirigentie funzionari talvolta sullabase d’interessi delleamministrazioni universi-tarie, che, soprattutto inquesto periodo, presenta-no bilanci quasi sempre inrosso.Lasciando da parte questeultime supposizioni, chepotrebbero non trovareelementi comprovanti,rimane il fatto delle piùsvariate interpretazionilegislative.L’amministrazione uni-versitaria di Firenze haben contribuito in talsenso dando una propria,peculiare e originale “let-tura” del comma 18. Essa,l’amministrazione, rilevacome il comma 18, cheriguarda i professori dimaterie cliniche in servi-zio all’entrata in vigoredella legge (20 novembre2005), faccia riferimentosolo alle funzioni assisten-ziali e primariati e non aquelle “accademiche” edinoltre constata che, con-trariamente al comma 17,non contempla l’elimina-zione del fuori ruolo. Suquesta base essa “senten-zia”: A) i professori dimaterie cliniche non ven-gono considerati unitaria-mente ma distinti tra ordi-nari e associati; B) gli ordi-nari non presentano pro-blemi ed a loro vieneapplicato quanto previstodal comma 18, potendorimanere in servizio acca-demico e assistenzialefino a 70+2 anni; C) i pro-fessori associati di materiecliniche rimangono sog-getti alla normativa uni-versitaria vigente primadella Legge Moratti[230/05], valida indistin-tamente per tutti i profes-sori associati appartenentialle varie Facoltà, e perloro è previsto il pensio-namento o il collocamentofuori ruolo obbligatorio a65 anni ovvero a 67 nelcaso in cui abbiano chie-

sto la permanenza in ser-vizio attivo per un ulterio-re biennio, la stessa età(65-67anni) è prevista peril mantenimento dellefunzioni assistenzialiordinarie a norma dell’ar-ticolo 15-nonies, comma2, del D.Lgs. 502/99 (67anni a regime). In caso difuori ruolo l’amministra-zione fiorentina prevede,a norma di un regolamen-to con la Regione Toscana,l’attribuzione di un’attivi-tà assistenziale ridotta.Si riporta di seguito iltesto esplicativo dell’am-ministrazione fiorentina:“1)professori di materie cli-niche, secondo quanto dispo-sto dal comma 18 della citatalegge, ferma restando la pos-sibilità di permanere in servi-zio per un ulteriore biennio,in applicazione di quanto pre-visto dall’art. 16 del D.Lgs.503/92, mantengono le pro-prie funzioni assistenziali eprimariali fino al termine del-l’anno accademico nel qualecompiono il 70° anno di età.Più precisamente:a - professori ordinari – lanorma innova il manteni-mento delle funzioni assi-stenziali ordinarie oltre illimite di età di cui all’artico-lo 15-nonies, comma 2, delD.Lgs. 502/99 (67 anni aregime) senza necessità diopzione per il nuovo regimegiuridico;b - professori associati – ilcomma 18 della legge non faalcun riferimento allo statogiuridico universitario percui i professori nominatisoggetti a conferma, per iquali secondo quanto dispo-sto dalla normativa univer-sitaria è previsto il colloca-mento fuori ruolo obbligato-rio, con il 1° novembre suc-cessivo al compimento del65° anno di età, ovvero del67° nel caso in cui abbianochiesto la permanenza in ser-vizio attivo per un ulteriorebiennio, ai sensi dell’art. 16del D.Lgs. 503/92 citato,perdono il diritto allo svolgi-mento delle ordinarie attivi-tà assistenziali ed hanno lapossibilità di svolgere attivi-tà assistenziale ridotta (nonordinaria), sulla base diquanto stabilito dallaConvenzione stipulata indata 1/3/2002 tral’Università degli Studi diFirenze e l’Azienda

Ospedaliera Careggi “per lautilizzazione dei professoriuniversitari di cui all’art.15-nonies, comma 2, delD.Lgs. 502/1992” citato;viceversa i professori dei giu-dizi di idoneità, esonerati dalgiudizio di conferma (giàprofessori incaricati), man-tengono il servizio attivofino al 70° anno di età edanalogamente anche le fun-zioni assistenziali e prima-riali; 2) i professori ordinari cheoptano per il nuovo regimegiuridico perdono la possibi-lità di chiedere gli ulterioridue anni di permanenza inservizio attivo di cui all’art.16 del D.Lgs. 503/92”.Sono ben evidenti le con-traddizioni, le anomalie ele irregolarità di tale posi-zione, la quale non consi-dera I) che una Leggenuova annulla tutte lealtre norme su aspettisimilari II) che una Leggenon può essere messasullo stesso piano di unregolamento III) che laLegge Moratti e molteplicisentenze della CorteCostituzionale sancisconol’inscindibilità delladidattica e della ricercadall’assistenza per idocenti universitari dimaterie cliniche.Inoltre un documento diapprofondimento datato 10maggio 2006 approvato col-legialmente dal CODAU(organo rappresentativo deidirettori amministratividelle Università) recita apagina 12 come segue. ”Ilcomma 18 prevede che iprofessori di materie clini-che, in servizio alla datadi entrata in vigore dellalegge, anche se in posizio-ne di fuori ruolo, conser-vano funzioni assistenzia-li e primariati e insieme diricerca e insegnamentofino al termine dell’annoaccademico in cui com-piono 70 anni ferma l’ap-plicazione del biennio diulteriore permanenza.Sull’applicazione imme-diata e retroattiva di taledisposto si è espresso ilTAR Lazio. Sez.III, checon le sentenze n. 414/06726/06 e 1065/06 haaccolto i ricorsi presentatida professori universitariesonerati dall’attivitàassistenziale ai sensi del-

l’art.15 nonies, comma 2del D.Lgs 502/1992, rein-tegrandoli negli incarichiin quanto professori dimaterie cliniche ancora inservizio alla data dell’en-trata in vigore dellaL.230/05”.Questi punti sono di unatale evidenza “legislati-va” da non poter trovaregiustificazioni logichealla posizione espressa etuttora mantenuta dal-l’amministrazione fioren-tina. Cosa fare? Il primopensiero va al ricorso allamagistratura amministra-tivà: i tempi lunghi, lecomplesse difficoltà e ilfatto che l’Università èun’istituzione che assor-be in modo “diluito”qualsiasi sentenza o pare-re avverso, ci portano adindirizzare la nostraeventuale azione legaleverso il dirigente o il fun-zionario preposto al set-tore con la richiesta didanni. Questo indirizzo èstato ideato ed è in via diattuazione a Pavia.Quindi in sintesi estrema:se un professore associa-to (soggetto a conferma)di materie cliniche in ser-vizio al 20 novembre 2005desidera rimanere fino a70 anni e non teme le 120ore di didattica frontalepreviste dal comma 16della Legge Moratti, fac-cia con tutta tranquillitàl’opzione per il nuovostato giuridico. Se inveceteme le 120 ore a nostroavviso può rimanere nel“vecchio” stato giuridico,previo contatto chiarifi-catore con l’amministra-zione, mantenendo fino a70 anni tutte le funzioni(accademiche e assisten-ziali) che aveva (puòessere discutibile la pos-sibilità di rimanere fino a72 anni). I professoriassociati esonerati dalgiudizio di conferma (giàprofessori incaricati) nonhanno l’obbligatorietàdel periodo di fuori ruolo(è solo opzionale) e per-tanto possono già rag-giungere il 70° anno dietà in servizio attivo,senza necessità di presen-tare opzione per il nuovoregime giuridico.

10 giugno 2006

MEDICINA UNIVERSITARIA

65-67-68-70-72: una cinquina non del lotto ma dell’età “pensionabile” assistenziale

dei professori universitari di materie cliniche INTERPRETAZIONI DISTORTE DI ALCUNE AMMINISTRAZIONI TENTANO

DI ANNULLARE QUANTO PREVISTO (70 ANNI+2) DALLA LEGGE MORATTI(L.230/05) PER I PROFESSORI ASSOCIATI

di Clemente Crisci ([email protected])

L'Associazione dottorandi eDottori di ricerca Italiani (ADI)ha lanciato da alcuni giorni

una raccolta di firme(www.dottorato.it/milleeuro) su dueproposte specifiche: alzare a 1000 euromensili il limite minimo della borsa didottorato di ricerca e prevedere l'obbli-go della copertura con borsa per tutti iposti di dottorato. Il primo provvedi-mento si realizzerebbe tecnicamenteattraverso un nuovo decreto ministe-riale che aggiorni gli importi definitidal DM 293/98, il secondo attraversol'emendamento di alcuni punti dellalegge 210/1998.L'appello, rivolto a tutti i cittadini ita-liani in quanto il valore della ricercadovrebbe uscire dall'asfittico circolodegli addetti ai lavori, ha già raccolto inpochi giorni oltre 2000 firme. Mentre tuttavia per l'aumento dell'im-porto il consenso è generalizzato, perquanto riguarda l'eliminazione dei dot-

torati “senza borsa” giungono talvoltasegnali di perplessità. E' dunqueopportuno sottolineare che la legge 210prevede la possibilità di borse di dotto-rato finanziate da soggetti esterniall'università quali enti di ricerca, fon-dazioni, pubbliche amministrazioni oimprese, ma che tale possibilità è assaipoco sfruttata e che è raro che tali con-venzioni siano formalizzate prima del-l'emanazione del bando. La ragione-vole speranza è che questa istanzapossa fungere anche da stimolo perrimuovere tali ostacoliIn un contesto in cui si può disporredi dottorandi “gratuiti” nessuno èincentivato a cercare e concludere con-venzioni, o sviluppare il dialogo colmondo esterno all'università. Così, spesso, i dottorati senza borsanon solo restano tali per tutta la dura-ta del corso ma, in quanto tali, diven-gono oggetto di una competizioneparlallela, limitata a coloro che - per

censo o perché hanno un lavoro - pos-sono ambirvi. A parte questo fatto, che potrebbe esse-re considerato una stortura, recentiindirizzi della Comunità Europea defi-niscono il dottorando come lavoratore

in formazione, di conseguenza nonappare decisamente opportuna la for-malizzazione di un lavoro non retribui-to.

Augusto PalombiniSegretario Nazionale ADI

N. 50 - 22 giugno 2006Pagina 6

La peculiarità deidocenti universi-tari che svolgono

attività assistenziale èquella di essere in prati-ca soggetti contempora-neamente a norme ema-nate dal MIUR e dalMinistero della salute. Aonor del vero si è dovu-to attendere il 1999 pervedere, per la primavolta, un testo legislati-vo dedicato all’attivitàassistenziale svolta daidocenti universitaridelle Facoltà di

Medicina e Chirurgiaincardinati nelle aziendeospedaliero-universita-rie (D. Lgvo 517/99). Peranni il legislatore halegiferato per il persona-le “ospedaliero” edautomaticamente talinorme venivano appli-cate al settore docenteuniversitario, con unben comprensibile disa-gio per i diversi fini isti-tuzionali delle due cate-gorie. Questo principio,cosiddetto di “equipara-zione” al comparto

“ospedaliero”, è fattorisalire al 1969 con laLegge chiamata “DeMaria” (Legge 213/69),rivisto ed integrato dalD.P.R. 761/79 e confer-mato dall’art.102 delD.P.R. 382/80. Tale arti-colo, intitolato “attivitàassistenziale”, sancival’equiparazione deidocenti universitari conil personale “ospedalie-ro” sia per quantoriguarda il trattamentoeconomico sia per quan-to riguarda le funzioni «il personale docente uni-versitario e i ricercatoriche esplicano attivitàassistenziale...... assu-mono per quanto riguar-da l’assistenza i diritti ei doveri previsti per ilpersonale “ospedaliero”»stabilendo una diversacorrispondenza funzio-nale «il professore ordi-nario è equiparato alprimario, il professoreassociato all’aiuto ed ilricercatore all’assistente».Il 30 dicembre del 1992viene pubblicato ilDecreto Legislativo 502che prevedeva l’istitu-zione delle aziendeospedaliere ed i proto-colli d’intesa tra le regio-ni e le Università «perregolamentare l’apportoalle attività assistenziali

del servizio sanitarionazionale delle Facoltàdi Medicina nel rispettodelle loro finalità istitu-zionali didattiche escientifiche». TaleDecreto non cambiavasostanzialmente la con-dizione di “equiparazio-ne” ma introduceva ilrapporto di lavoro esclu-sivo dei dirigenti delruolo sanitario, applica-bile di conseguenzaanche al personale uni-versitario. Tale esclusivi-tà era accompagnata dauna norma capestro cheprevedeva una opzionedefinitiva ed irreversibi-le [annullata poi il 26maggio del 2004 dallaLegge 138]. Si arriva così al 21dicembre del 1999 quan-do viene approvato ilDecreto Legislativo 517,che oltre ad istituire leaziende ospedaliero uni-versitarie, la loro orga-nizzazione dipartimen-tale, oltre a prevedere iprotocolli d’intesa regio-ni-Università e gli atti(statuti) aziendali, elimi-nava di fatto l’equipara-zione “De Maria” (eco-nomica) riconoscendo ilruolo e l’impegno assi-stenziale dei docentiuniversitari delleFacoltà di Medicina e

Chirurgia e ne prevede-va una retribuzioneaggiuntiva a quella pre-vista per l’attività didat-tica e di ricerca. Si passava così da unaretribuzione equiparati-va ad una retribuzioneaggiuntiva. Pur essendoun considerevole passoavanti, non veniva anco-ra risolto il problema, dasempre rimasto aperto,del riconoscimento legi-slativo della inscindibili-tà, dell’interdipendenza,della compenetrazionedell’attività assistenzialecon quella didattica e diricerca, che rappresenta-no i tre fini istituzionalidei docenti universitaridelle Facoltà diMedicina e Chirurgia.L’assistenza finalizzataalla didattica e alla ricer-ca era stata fatta oggettodi almeno 4 sentenzedella CorteCostituzionale: la primaè del 1977 n° 103, laseconda è del 1981n°126, la terza è del 1997n°136 e la quarta è del2001 n°71. Per la definitiva risolu-zione del problema sideve attendere il 4novembre del 2005quando viene approvatala Legge 230, che nelcomma 2 recita «i pro-

fessori di materie clini-che... esercitano altresìfunzioni assistenzialiinscindibili da quelle diinsegnamento e di ricer-ca». Tale Legge, inoltre, uni-forma l’età pensionabiledei Professori universi-tari ed anche quella deiProfessori di materie cli-niche, pur con qualchedubbio d’interpretazio-ne. Il 23 marzo del 2006il Consiglio dei Ministriapprova lo schema diDecreto Legislativo con-cernente “ le procedureper il conseguimentodella idoneità scientificanazionale ai fini delreclutamento dei profes-sori universitari” (adoggi non ancora pubbli-cato sulla G.U.), che alcomma 3 dell’articolo 9riporta i diversi criteriper valutare la produ-zione scientifica e il cur-riculum complessivo delcandidato; tra questi alpunto h) sono riportateper la prima volta «leattività svolte in campoclinico-assistenziale edin ogni altro ambito pro-fessionale», ribadendocosì il principio dellainscindibilità delle treattività.

Aprile 2006

MEDICINA UNIVERSITARIA

La storia legislativa dell’attività assistenziale dei docenti universitari

delle facoltà di medicinadi Clemente Crisci ([email protected])

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Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Università,l’Alta Formazione Artistica,

Musicale e Coreuticae per la Ricerca Scientifica e

TecnologicaDirezione Generale per

l’Università

VISTO il T.U. delle leggisull’Istruzione Superiore approvatocon R.D. 31 agosto 1933, n. 1592;

VISTA la legge 30.11.1973, n. 766;

VISTA la legge 7.2.1979 n. 31;

VISTA la legge 13.8.84, n, 478;

VISTA la legge 9.12.85, n. 705;

VISTO il D.M. 4.8.1988, registratoalla Corte dei Conti il 25.8.1988,pubblicato sul S.O. alla GazzettaUfficiale n. 71 del 6.9.1988, con ilquale sono stati indicati i concorsi aposti di professore universitario diruolo prima fascia banditi per cia-scun raggruppamento;

VISTI i DD.MM. 6.10.1988 e28.10.1988 pubblicati sulla Gazzettaufficiale rispettivamente n. 86 del28.10.1988 e n. 94 del 29.11.1988, coni quali sono state apportate varia-zioni al predetto bando di concorso;

VISTA la legge 9.5.1989, n. 168;

VISTO il D.M. 20.6.1989 con ilquale è stata costituita la commis-sione giudicatrice del concorso aposti di professore universitario diruolo di prima fascia per il gruppon. F1500 Otorinolaringoiatria”;

VISTO il D.M. 2.5. 1990 con il qualesono stati approvati gli atti concor-suali e sono risultati vincitori iseguenti candidati: ANTONELLIAntonio Roberto – ARSLANEdoardo – BALLI Ruggero – CAN-NAVO’ Carmelo – CIANFRONEGiancarlo – COLLETTI Vittorio –DE VINCENTIIS Marco – FIOREL-LA Raffaele – GALLETTI Francesco– MALLARDI Vito – MOTTAGaetano – RINALDI CERONIAlberto – RUSSOLO Mario – SAM-BATARO Giuseppe – SANNAMario – SERRA Agostino;

VISTO l’art. 5, comma 9, dellaLegge 24 dicembre 1993, n. 537, aisensi del quale sono state trasferitealle università le funzioni relativeallo stato giuridico ed economicodei professori;

VISTA la Legge 3.7.1998, n.210;

VISTO il D.P.R. 23.3.2000, n.117;

VISTA la legge 7.8.1990 n. 241,modificata ed integrata dalla legge11.2.2005 n.15, e in particolare l’art.21 nonies, in base al quale il provve-dimento amministrativo illegittimopuò essere annullato d’ufficio, sus-sistendone le ragioni di interessepubblico, entro un termine ragione-vole e tenendo conto degli interessidei destinatari e dei controinteressa-ti;

VISTE le sentenze: del TribunalePenale di Roma del 7.6.1999, dellaCorte di Appello – 1^ SezionePenale di Roma del 1.12.2000 e dellaCorte Suprema di Cassazione del5.11.2001 con le quali i ProfessoriGaspare PEZZAROSSA, PaoloPUXEDDU e Salvatore CONTI-CELLO, membri della commissionegiudicatrice del concorso a posti diprofessore universitario di ruolo diprima fascia bandito con D.M.4.8.1988 e successive modifiche –Gruppo n.F1500“Otorinolaringoiatria”, sono staticondannati per la falsificazione delverbale conclusivo del 17.2.1990delle operazioni della commissionegiudicatrice in relazione a specifichee singole figure;

VISTO il parere espresso dalConsiglio di Stato nell’adunanza del20.3.2002 su specifici quesiti, postidal Ministero, concernenti i provve-dimenti da assumere per effettodelle sentenze penali;

CONSIDERATO che la condannaha coinvolto i richiamati membridella commissione per aver recepitoi giudizi e le valutazioni precostitui-te dai professori Giovanni MOTTA eItalo DE VINCENTIIS che, pur nonfacenti parte della commissione, liavevano elaborati in nome e perconto dei suddetti componenti lacommissione stessa;

TENUTO conto che tali giudiziindividuali precostituiti, hanno fal-sato i risultati del concorso determi-nando il vizio dei giudizi collegiali,atteso che i membri coinvolti rap-presentavano la maggioranza dellacommissione giudicatrice;

VISTA l’Ordinanza dell’8.10.2004della Corte di Appello di Roma – 1^Sezione Penale – nel procedimentoper incidente di esecuzione n.182/02 con allegata copia autenticadei documenti annotati di falsità;

VISTA la sentenza/ordinanza n.1396/06 emessa dalla CorteSuprema di Cassazione – PrimaSezione Penale – in data 30 novem-bre 2005 con la quale è stato respin-

to il ricorso di alcuni vincitori delconcorso sopra indicato;

RITENUTO che la sentenza penalenon annulla automaticamente l’attoamministrativo senza la pronunciadel giudice amministrativo, maiintervenuta;

VISTA la sentenza emessa dal TARper la Campania – Sede di NapoliSeconda Sezione – n. 15722/2005sul ricorso n. 4274/2005 R.G. propo-sto dal Prof. Adriano MAZZONE;

VISTA l’istanza-diffida notificatadal Ministero in data 14 dicembre2005 dal Prof. Adriano MAZZONEper ottenere l’esecuzione della pre-detta sentenza;

VISTO il successivo ricorso al TARper la Campania proposto dal Prof.Adriano MAZZONE per l’esecuzio-ne della predetta sentenza n.15722/2005;

CONSIDERATO che il ricorrenteProf. MAZZONE in data 22.12.1989ha prodotto rinuncia al concorsoin questione e che pertanto sussi-ste carenza di interesse da partedell’istante;

VISTO il parere espressodall’Avvocatura Generale delloStato in data 10 aprile 2006, prot.n. 42861P;

CONSIDERATO che ilConsiglio di Stato Sez.IV conrecente decisione in data2.12.2005, n.564 ha confermato laconsolidata giurisprudenza(SEZIONE IV: 20 aprile 1999, n.671 – SEZIONE V: 17 marzo1998, n. 303 – 3 febbraio 2000, n.661 – 29 luglio 2000, n. 4213)secondo la quale l’annullamentodi un atto non può fondarsi sullamera esigenza di ripristino dellalegalità, ma deve tener contodella sussistenza di un interessepubblico attuale e concreto allarinnovazione dell’atto e haanche evidenziato come l’art. 21nonies della legge dell’11.2.2005,n. 15 sopraccitata abbia discipli-nato l’annullamento d’ufficio diatti illegittimi;

CONSIDERATA la necessità divalutare se sussiste l’attualitàdell’interesse pubblico all’annul-lamento del citato decreto diapprovazione degli atti concor-suali, tenuto conto del lungotempo trascorso, circa 16 anni,dall’adozione dei predetti atti edell’intervenuta nuova discipli-na in materia, che ha trasferitoalle Università la relativa compe-tenza, ai sensi della richiamata

legge n. 210 del 1998;

CONSIDERATO in particolare chela predetta normativa non ha con-sentito ai professori vincitori delconcorso in questione di parteciparecome candidati alle procedure divalutazione comparativa per ilmedesimo livello e per lo stesso set-tore scientifico disciplinare ai sensidell’articolo 2, comma n. 9, delDecreto del Presidente dellaRepubblica 23 marzo 2000, n. 117;

RITENUTO inoltre che in ogni casoun annullamento degli atti del con-corso danneggerebbe i vincitoridello stesso non coinvolti nel giudi-zio penale;

CONSIDERATO che non si ritienesussista l’attualità dell’interessepubblico all’annullamento delrichiamato decreto del 2.5.1990 diapprovazione degli atti del concor-so in questione poiché risulta dal-l’unita scheda relativa allo statusdei vincitori redatta dal ConsorzioInteruniversitario CINECA, che

gestisce con il sistema informatico ilpersonale docente delle Università,che tutti i candidati vincitori, nomi-nati straordinari nel 1990 hannoconseguito l’ordinato nel periodo1993-1995, ad eccezione del Prof.Carmelo CANNAVO’, collocato ariposo nel 1996 e continuano a svol-gere le loro funzioni;

DECRETA:Art. 1 – In relazione all’istanza pre-sentata dal prof. Adriano MAZZO-NE si dispone il non luogo a prov-vedere per quanto sopra evidenzia-to sulla posizione del ricorrente.

Art. 2 – Per le motivazioni espressein premessa si dispone di non prov-vedere all’annullamento del decretoministeriale del 2.5.1990 di approva-zione degli atti del concorsosopraindicato e degli atti presuppo-sti e conseguenti, non sussistendonei presupposti.

Roma, 28 aprile 2006

IL DIRETTORE GENERALE(Dott. Antonello MASIA)

22 giugno 2006Pagina 7

Direttore Responsabile Prof. Paolo ManziniUniversità di Padova

Vice Direttore Responsabile Dott. Daniela Mangione Direttore Editoriale Prof. Carlo Pellegrino

Università di PerugiaRegistrato

presso il Tribunale di Perugiacon numero 25/96 in data 25 luglio 1996

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NORME REDAZIONALI

TRIBUNA SUI CONCORSI UNIVERSITARIa cura di Leonardo Bosi

Questo numero di Università Oggi è stato spedito in abbonamento postale il giorno 26 giugno 2006

Riceviamo, con sommo stupore, il presente documento ministeriale (relativo al ben noto concorso di otorinolaringoia-tria), che sottoponiamo subito all’attenzione dei lettori. Il primo impulso è quello dell’indignazione. Con mente piùcalma e con un minimo di serenità rileviamo che l’Italia di quattro secoli fa, così ben descritta dal Manzoni, non è cam-biata: la scienza forense italica sembra sempre voler privilegiare la produzione di Azzeccagarbugli al miglioramento dellegaranzie dei propri diritti. Così come da me puntualizzato in un precedente articolo la logica della burocrazia ministe-riale è quella di far di tutto per non cancellare provvedimenti presi od anche, a livello minimale, per non variare nulladella documentazione acquisita (e ciò indipendentemente dal colore del governo in auge). Nonostante che un Tribunaleabbia intimato di apporre la croce con la scritta “FALSO” sugli atti concorsuali, sbugiardando (usiamo la dizione piùgentile) l’operato ed i giudizi dei Commissari, al Ministero vale la logica Talebana di non mettere in discussione ilCorano. Non deprimiamoci. La nostra lotta contro il Male non è finita.

Leonardo Bosi

I promessi sposi -Cap. XV:- Che cosa è questo garbuglio? Uh corbaccio! -

La logica ministeriale: chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto

N. 50 - 22 giugno 2006Pagina 8

Caro CIPUR...Il Presidente nazionale, Paolo Manzini, risponde aquesiti di comune interesse, posti da singoli colleghi Caro CIPUR, sono uninscritto della sede di ***Attualmente professoreassociato confermato dianalisi matematica dal 1985.Già assistente incaricato dal1966 e assistente ordinariodi geometria II dal 1968 , giàincaricato stabilizzato diesercitazioni di matemati-che II dal 1972. Nato il 26-12-1940. Vorrei sapere se hodiritto al fuori ruolo e aquali norme far riferimen-to nella richiesta.Grazie e ossequi.

Carissimo, come puoi vederenel nostro sito www.cipur.it,alla voce Ufficio Studi e pub-blicazioni le norme sono: DPR11 luglio 1980, n. 382: Art. 19(Ordinari), 24 (Associati), 34(Ricercatori) e 110 (Ordinaripre 1980). Tutti a 65, più 5anni di fuori ruolo per i solineo PO; I prof. ex- stabilizzatia 70; i PO pre 1980 a 70+5 difuori ruolo Legge 9 dicembre1985 n 705 Art. 6. Modifica ilDRP 382/80 art 24 (toglie illimite temporale per gli ex sta-bilizzati a 70). Quindi per iprof. associati ex- stabilizzatinon sembra esserci il diritto alfuori ruolo, ma solo la conti-nuazione in servizio sinoall’inizio dell’AA successivo alcompimento dei 70 anni. Unaimprovvida sentenza di Tar eCdS ha privato gli ex stabiliz-zati in molte sedi (NON so seanche nella Tua) del diritto albiennio a domanda previsto dalDLgs 30 dicembre 1992 n 503:Biennio di trattenimento inservizio a domanda per tuttigli impiegati civili dello stato.Sul primo punto non tutti con-cordano, ma la maggior partedelle fonti a nostra conoscenzapurtroppo si. Cari saluti

***Caro Cipur avrei duedomande: saranno indettialtri concorsi per professo-re con le vecchie regole?Ad aprile abbiamo votato per la4^ tornata 2005; agiugno/luglio e asettembre/ottobre voteremo perle due tornate (la prima e laseconda del 2006) che sono leultime (concorsi che sonoandati o andranno in gazzettaentro il 17 maggio) del “vec-chio stile”, ma con vincitoreunico.Quando si prevede sarà laprima tornata di idoneitànazionale?Richieste delle università entrofine marzo 2007; bando delMIUR entro giugno 2007; sidovrebbe votare in autunno, lecommissioni a novembrepotrebbero insediarsi e le primeprese di servizio esserci conl’inizio del secondo semestredell’AA 2007/2008, cioè il 1°marzo 2008. Naturalmentequesto vale per le commissioniveloci e gli ateni che avrannofatto un regolamento agile eveloce e si daranno da fare. Aspanne, direi che i lenti ci met-tono quasi un anno in più.

***

Caro Cipur con la presentesono a chiedere informa-zioni circa la data d’inizio ela data di fine dell’AnnoAccademico. La semestra-lizzazione dei CorsiIntegrati di Insegnamentoha comportato l’anticipodelle attività didattiche edei compiti organizzativi alprimo di ottobre (lo stampa-to del Diario delle AttivitàDidattiche e dei CompitiOrganizzativi inviatocidalla nostra Universitàdegli Studi di *** e *** infat-ti porta come data d’inizio-di tali attività il primo diOttobre).L’importanza di una preci-sazione circa la duratadell’Anno Accademicorisulta essere oggi fonda-mentale ai fini della deter-minazione dell’età di pen-sionamento della nuovaLegge Moratti.Come infatti precisato dalvostro Ufficio Studi: “Illimite massimo di età per ilcollocamenti a riposo èdeterminato al terminedell’AA nel quale si è com-piuto il 70esimo anno di età,ivi compreso il biennio dicui all’art. 15 dec.leg30/12/1992 n.ro 503 e suc-cessive modificazioni”.In concreto un professore diI Fascia che compie glianni il 31/10 rimane inruolo fino al 30/09 dell’an-no successivo?Ringraziando in anticipoporgo i migliori saluti.Caro Collega, in breve, larisposta è Si, se il Senato dellaTua Università ha deliberatoformarlmente che l’iniziodell’AA è il 1° ottobre, è No seè solo un uso, una abitudineacquisita, ma manca la delibe-razione formale, che peraltroimmagino (ma non so) ci siastata nel Tuo ateneo: sarebbeillogico che, per fare un esem-pio diverso, un neo professoreprendesse servizio il 1° novem-bre con un corso magari inizia-to un mese prima. Vedo dairuoli del MIUR che dovrestiessere Tu l’interessato: se ilvostro SA ha fatto la delibera,nessuno Ti tocca sino al 30 set-tembre 2012, dato che Tu rien-tri nei professori ordinari pre382, per cui anche oggi rimaneil servizio sino a 70+2 ed il FRper altri 3 anni.

***Caro Cipur, gradirei riceve-re alcune informazionisulla ricostruzione di car-riera e relativo trattamentoeconomico nel passaggioad ordinario.Nome: *** Università di ***Facoltà: Ingegneria SSD:I N G - I N D / 1 6Carriera: 1971 da gennaio aottobre Assistente incarica-to, 1972-1980 Assistenteordinario,1981- 2002 profes-sore associato 2003 - 2005Professore straordinario.Gli anni dello straordinaria-to valgono come anzianità

nel nuovo ruolo?No, ovviamente, ai fini dellaprogressione di carriera, masolo ai fini pensionistici.Gli anni di ruolo come assi-stente in quale misura ven-gono riconosciuti nellaanzianità come associato?Per due terzi, con il limite diotto anni ricostruiti.Gli anni di ruolo come asso-ciato in quale misura ven-gono riconosciuti nellaanzianità come ordinario?Per due terzi, con il limite diotto anni ricostruiti.Quindi, in pratica, la Tua rico-struzione è alla quarta classe distipendio, più un certo assegnoad personam (a spanne tidovrebbe toccare, se non sba-glio a leggere i ruoli del MIURla Tua ultima classe come asso-ciato dovrebbe essere statal’undicesima o docicesima,giusto?)Se queste domande vi sem-brano troppe, una sola inalternativa: Dove posso tro-vare la normativa di leggesu questa materia?DPR 382/80, art 103, nel testovigente, che qui sotto Ti ripor-to.103. Riconoscimenti ed equi-parazioni di servizi. 1. Ai professori di ruolo all’at-to della nomina a ordinario, èriconosciuto per due terzi, aifini della carriera, il servizioprestato in qualità di professo-ri universitari associati e pro-fessori incaricati, per la metà ilservizio effettivamente presta-to in qualità di ricercatori uni-versitari o di enti pubblici diricerca, di assistente, di ruolo oincaricato, di assistente ordi-nario, di tecnico laureato, diastronomo e ricercatore degliosservatori astronomici, astro-fisici e vesuviano, di curatoredegli orti botanici e di conser-vatore dei musei e per un terzoil servizio prestato in una dellefigure previste dall’art. 7, L. 21febbraio 1980, n. 28, nonché inqualità di assistente volonta-rio.2. Ai professori associati,all’atto della conferma in ruoloo della nomina in ruolo ai sensidel precedente art. 50, è ricono-sciuto per due terzi ai fini dellacarriera, il servizio effettiva-mente prestato in qualità diprofessore incaricato, di ricer-catore universitario o di entipubblici di ricerca, di assisten-te di ruolo o incaricato, di assi-stente straordinario, di tecnicolaureato, di astronomo e ricer-catore degli osservatori astro-nomici, astrofisici e vesuviano,di curatore degli orti botanici edi conservatore di musei e perla metà agli stessi fini il servi-zio prestato in una delle figurepreviste dal citato art. 7, L. 21febbraio 1980, n. 28, nonchéper un terzo in qualità di assi-stente volontario. 3. Ai ricercatori universitariall’atto della loro immissionenella fascia dei ricercatori con-fermati, è riconosciuta perintero ai fini del trattamento diquiescenza e previdenza e per i

due terzi ai fini della carrieral’attività effettivamente presta-ta nelle università in una dellefigure previste dall’art. 7, L. 21febbraio 1980, n. 28, nonché, adomanda, il periodo corrispon-dente alla frequenza dei corsidi dottorato di ricerca ai solifini del trattamento di quie-scenza e previdenza con onerea carico del richiedente. 4. Il riconoscimento dei servizidi cui ai precedenti commi puòessere chiesto, entro un annodalla conferma in ruolo. Il per-sonale di ruolo in servizio alladata di entrata in vigore delpresente decreto può richieder-lo entro un anno dalla predettadata. 5. I riconoscimenti ai fini dellacarriera di servizi ed attivitàsvolti contemporaneamentenon sono tra loro cumulabili.In ogni caso i riconoscimentinon possono superare comples-sivamente il limite massimo diotto anni. 6. Ai fini del trattamento diquiescenza e di previdenza iservizi prestati in altri ruolistatali sono ricongiungibili edi servizi non di ruolo sonovalutati nei limiti ed alle con-dizioni previste dal testo unicosul trattamento di quiescenzadei dipendenti civili e militaridello Stato approvato conD.P.R. 29 dicembre 1973, n.1092 e dal testo unico sul trat-tamento di previdenza deidipendenti civili e militaridello Stato approvato conD.P.R. 29 dicembre 1973 n.1032. 7. Gli stessi periodi prestatinella scuola secondaria sonoassimilati ai fini della ricostru-zione di carriera al servizio inuna delle figure di cui all’art. 7della L. 21 febbraio 1980, n.28. Annullato da CorteCOST, sentenza 305/1995.8. Per il riconoscimento ai finidella carriera di quanto previ-sto nei commi precedenti, val-gono anche i servizi prestatipresso le università non stata-li. Ai fini del trattamento diquiescenza e di previdenza, iservizi di ruolo o riscattati,prestati presso le universitànon statali, sono ricongiungi-bili con i servizi prestati pressoaltri ruoli statali. 9. I periodi trascorsi all’esteroper incarichi di insegnamentouniversitario o per ricerchepresso qualificati centri diricerca sono equiparati, allecondizioni e nei limiti in cui ilpresente articolo prevede i rico-noscimenti dei servizi, al servi-zio prestato in qualità di profes-sore incaricato, ovvero, rispetti-vamente, per le attività di ricer-ca, in qualità di ricercatore uni-versitario. I periodi di attività diinsegnamento e di ricerca svoltipresso l’Istituto universitarioeuropeo di Firenze sono equipa-rati, alle condizioni e nei limitiin cui il presente articolo preve-de i riconoscimenti dei servizi,al servizio prestato in qualità diprofessore incaricato ovvero,rispettivamente, per le attivitàdi ricerca, in qualità di ricerca-

tore universitario. 10. I periodi di attività di ricer-ca svolti nei ruoli degli istitutipubblici di ricerca di cui allatabella VI, allegata alla legge 20marzo 1975, n. 70, sono equipa-rati, alle condizioni e nei limitiin cui il presente articolo preve-de i riconoscimenti dei servizi,al servizio prestato in qualità diricercatore universitario. 11. Ai fini dell’equiparazione dicui al precedente nono commal’attività di insegnamento o diricerca svolta durante i perioditrascorsi all’estero previo pareredel Consiglio universitarionazionale, e la qualificazionedelle istituzioni e dei centri diricerca presso cui essa è stataprestata sono accertate condecreto del Ministro della pub-blica istruzione, di concerto conil Ministro degli affari esteri econ il Ministro incaricato delcoordinamento della ricercascientifica e tecnologica e suparere conforme del Consigliouniversitario nazionale. 12. Il periodo di insegnamentouniversitario presso universitàstraniere, attestato con decretoadottato di concerto tra iMinistri della pubblica istruzio-ne, degli affari esteri e delMinistro incaricato del coordi-namento della ricerca scientificae tecnologica e previo parere delConsiglio universitario nazio-nale, è riconosciuto valido inaggiunta agli anni di servizioprestato presso università italia-ne e sempre che il professoreincaricato sia in servizio all’attodell’entrata in vigore del presen-te decreto per il completamentodel triennio di insegnamentorichiesto quale requisito equi-pollente alla stabilizzazione, aifini dell’ammissione al giudiziodi idoneità per l’inquadramentoin ruolo dei professori associati.13. La stessa disposizione di cuial precedente comma si applicaper coloro che hanno ottenutoun incarico di insegnamentopresso università italiane ehanno dovuto rinunciarvi persvolgere attività di insegnamen-to presso università di Paesi invia di sviluppo nel quadro dellacooperazione internazionale, aisensi della L. 15 dicembre 1971,n. 1222 e della L. 9 febbraio1979, n. 38, nonché per coloroche abbiano svolto le attività dicui ai precedenti commi nono,decimo e undicesimo. 14. Il periodo trascorso all’esteroper ricerche presso qualificaticentri di ricerca attestato condecreto adottato di concerto tra iMinistri della pubblica istruzio-ne, degli affari esteri e dellaricerca scientifica, e previo pare-re conforme del Consiglio uni-versitario nazionale è ricono-sciuto equipollente al serviziosvolto presso atenei italiani, alfine del completamento dell’an-zianità di servizio richiesta, esempre che il richiedente appar-tenga ad una delle categorie spe-cificamente indicate nell’art. 58per l’ammissione al giudizio diidoneità per l’inquadramentonel ruolo dei ricercatori. La stes-sa equiparazione si applica ai

periodi di attività di ricercasvolti presso l’Istituto universi-tario europeo con sede inFirenze nonché ai periodi diattività di ricerca prestata neiruoli degli istituti pubblici diricerca di cui alla tabella VI alle-gata alla L. 20 marzo 1975, n.70.15. Nella stipulazione dei con-tratti di cui al precedente art. 25le Università della Tuscia e diCassino dovranno tener contodell’esperienza didattica acqui-sita da coloro che abbiano svolto,all’atto dell’entrata in vigoredella legge 3 aprile 1979, n. 122,istitutiva delle rispettive uni-versità statali, almeno tre annidi insegnamento nei corsi fun-zionali nelle stesse sedi. 16. I professori che abbiano svol-to prima dell’entrata in vigoredella L. 3 aprile 1979, n. 122,incarichi di insegnamenti, perun periodo corrispondente aquello previsto per la stabilizza-zione dall’art. 4 del D.L. 1° otto-bre 1973, n. 580, convertito inlegge, con modificazioni, dallaL. 30 novembre 1973, n. 766,ovvero che abbiano completato iltriennio previsto dal D.L. 23dicembre 1978, n. 817, conver-tito in legge con modificazionidalla L. 19 febbraio 1979, n. 54,presso i corsi già funzionantinelle sedi universitarie dellaTuscia e di Cassino, possonopartecipare ai giudizi di idonei-tà per professore associato, sem-pre che tali incarichi siano staticonferiti con le modalità di cuial citato art. 4 del decreto-leggen. 580, convertito nella legge n.766. Ringrazio anticipatamente erimango in fiduciosa attesa.Complimenti per la meritatapromozione e cari saluti.

***Caro Cipur, sono professoreassociato di *** dal 1°novembre 1998. Gradireisapere se, ai sensi delcomma 19 dell’art. 1 dellalegge 4.11.2005, n. 230,posso optare per il regimedi cui al comma 17 delmedesimo articolo, ossia sel’abolizione del colloca-mento fuori ruolo e, quin-di, la permanenza in servi-zio fino al 70 anno di età,riguarda anche me.Ringrazio anticipatamenteed invio cordiali saluti.Per potere puoi, ma perchè?Sino a 65 anni sei in serviziod’ufficio, hai diritto ai due anniopzionali, fino ai 67, poi ai treanni di fuori ruolo, sino a 70,quindi?Se invece vuoi rimanere in ser-vizio “attivo” a tutti gli effetti,per esempio con un “tuo” corso,etc., puoi presentare richiesta ditrattenimento in servizio sino a70 anni, ex DLgs 503/1992,Art. 16, comma 1, 2° e 3°periodo. L’ateneo può conce-derlo, subordinatamente al van-taggio proprio.Vedi la documentazione pubbli-cata nel sito del Cipur(www.cipur.it) cliccando suStudi e Pubblicazioni. Cari saluti

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Ho constatato, conriferimento allanozione di “tito-

larità” del proprio corsodi insegnamento, unacerta disinformazione chespesso si concreta in unosbrigativo “non c’è più”.Nulla di più errato, anchese dal 1990, a seguito dellaL. 341, per tutti i nuovidocenti la nozione in sénon sussiste più. La stessanorma, però, salvaguardain modo tassativo tale sta-tus per chi era di ruoloprima della sua entrata invigore.Riporto di seguito, in par-ticolare, oltre che lanorma, l’ultimo ParereGenerale CUN in meritoche risale al giugno 2001.Riporto, per comodità,anche un precedente pare-re a cui viene fatto riferi-mento.

Art. 15.(L. 341/90)Inquadramento dei

professori di ruolo e deiricercatori

1. I professori di ruolo e iricercatori vengonoinquadrati, ai fini dellefunzioni didattiche, neisettori scientifico-disci-plinari definiti ai sensidell’art. 14.2. L’attribuzione dei com-piti didattici avviene,sentiti gli interessati, nelrispetto della loro libertàdi insegnamento e delleloro specifiche competen-ze scientifiche.3. I professori di ruolo inservizio alla data dientrata in vigore dellapresente legge conserva-no la responsabilitàdidattica del corso di cuisono titolari, ovvero, conil loro consenso, assumo-no la responsabilità dialtro corso loro attribuitodal consiglio di facoltà.

PARERE GENERALEN. 60

Adunanza del 26.6.2001

IL CONSIGLIO UNI-VERSITARIO NAZIO-NALEVista la richiesta di parereavanzata dal Rettoredella Università degliStudi di Verona con notan. 6996 del 18/4/2001; Visto il D.P.R. 382/1980; Visto l’art. 15 della legge341/1990; Visto il parere espressodal CUN nell’adunanzadel 3.12.1999 su analogoquesito postodall’Università di Padovache si unisce in allegatoalla presente delibera; Visto il parere delConsigliere giuridico delPresidente del C.U.N. del25/05/2001; Sentiti i

relatori; ESPRIME IL SEGUENTEPARERE:1. Il Rettore dellaUniversità degli Studi diVerona chiede di conosce-re se debba ritenersi tut-tora in vigore la disposi-zione di cui all’art. 15della legge 341/90, checonsente ai professori diruolo in servizio alla datadi entrata in vigore dellalegge medesima la con-servazione della respon-sabilità didattica delcorso di cui sono titolari,salva, con il loro consen-so, l’assunzione diresponsabilità di altrocorso loro attribuito dalconsiglio di facoltà. Ciò inrelazione alla riforma del-l’autonomia didattica eall’introduzione deinuovi settori scientifico-disciplinari di cui al d.m.4/10/2000. 2. La disposizione di cuial comma 3 dell’art. 15citato, pur facendo riferi-mento ai professori inservizio alla data dientrata in vigore dellalegge 341/90, non si ponecome una norma transito-ria in senso stretto,dovendo essa essere lettain connessione con ildisposto del precedenteart. 14 stessa legge e deicommi 1 e 2 dell’art. 15medesimo. L’art. 14 ha introdotto isettori scientifico-disci-plinari (solamente ridefi-niti ed aggiornati con ild.m. 4/10/2000) e icommi 1 e 2 dell’art. 15prevedono l’inquadra-mento, ai fini delle fun-zioni didattiche, dei pro-fessori e ricercatori neinuovi SSD e l’attribuzio-ne ad essi dei compitididattici nel rispetto delleloro competenze scientifi-che. Proprio in relazioneall’introduzione dei SSDil comma 3 dello stessoart. 15 ha disposto che iprofessori di ruolo già inservizio conservino laresponsabilità didatticadel corso di cui sonotitolari. La norma espri-me un principio, anche disalvaguardia delle posi-zioni acquisite, che non

può non trovare applica-zione, oltre che in sede diprima definizione deiSSD, anche nelle successi-ve fasi di modifica, inte-grazione e aggiornamen-to dei SSD medesimi. Il professore di ruolo giàin servizio all’entrata invigore della legge 341/90ha dunque titolo a con-servare la responsabilitàdel corso di cui è titolare,anche se questo è ricon-ducibile ad un SSD diver-so da quello in cui ildocente medesimo èinquadrato. Egli, peraltro,può assumere, con suoconsenso, la responsabili-tà di altro corso attribui-togli dal consiglio difacoltà. A tale ultimo fine potràtenersi conto dei settoridisciplinari di pertinenzae di quelli riconosciutiaffini, degli obiettivi for-mativi delle classi di lau-rea, nonché delle specifi-che competenze scientifi-che del professore inte-ressato. Il D.M. 04-10-2000, che ha ridefinito iS.S.D. attraverso unadeclaratoria che sostitui-sce l’elenco delle discipli-ne, e la introduzione delleclassi di laurea e di laureaspecialistica, che defini-scono gli ordinamentididattici sulla base deiS.S.D., delegano allestrutture didattiche delleUniversità la definizionedei titoli e dei contenutidegli insegnamenti daimpartire, con la solalimitazione della loro coe-renza con i S.S.D. di rife-rimento, definiti attraver-so la relativa declaratoria.Il C.U.N., nel ribadire lapermanente validità dellenorme di salvaguardiasancite dall’art. 15,comma 3 della legge n.341/90, in sintonia conquanto affermato nel pro-prio citato parere del03/12/99, ritiene cheanche nei casi in cui lanuova organizzazionedidattica faccia venirmeno una chiara corri-spondenza, anche forma-le, fra vecchi e nuovi inse-gnamenti, la norma vadainterpretata nel senso di

garantire al docente tito-lare di “disciplina” prece-dentemente alla entratain vigore della L. n.341/90, la sua persistenzasull’insegnamento o suparti di insegnamenti cherisultino più coerenti dalpunto di vista dei conte-nuti e della destinazionedidattica con quelli delcorso di insegnamento dititolarità. Rimane, peral-tro, valida in ogni caso lapossibilità, su consensodel titolare del corso, diassumere la responsabili-tà didattica di altro corsodi insegnamento, coeren-te con il S.S.D. di apparte-nenza del docente, pro-posto dal consiglio difacoltà.Risulta evidente che esuladal parere reso e dallatutela evocata il caso(peraltro da ritenersi deltutto eccezionale) in cui icontenuti dell’insegna-mento di titolarità nonsiano più rintracciabilinegli insegnamenti isti-tuiti nell’ambito dei SSDper i nuovi percorsididattici presso laUniversità. In tal caso èauspicabile la individua-zione, da parte del consi-glio di facoltà o di corsodi laurea, di un affida-mento didattico concor-dato, coerente con il SSDdi appartenenza deldocente.Riferimento:

PARERE GENERALEN. 40

Adunanza del 3-12-99

Quesito ministeriale con-cernente l’interpretazionedei termini “corso”e “responsabilità didatti-ca” di cui al comma 3 del-l’art. 15 della Legge341/90 (R 5/10/1999)(Commissione II).Relaziona il ConsigliereMATTEUCCI e dà letturadella proposta di parereelaborata dallaCommissione II. Si apreuna breve discussionenella quale intervengono iConsiglieri RUZZIER (chedichiara la Sua astensionedal voto relativo al parere),MANGIONE, D’ANGELI,

MATTEUCCI, MORAN-DI.Viene distribuita unanuova stesura del parere.Interviene il consigliereVIOLANI proponendo unemendamento soppressivoche viene accolto, il docu-mento viene approvato dalConsiglio come di seguitotrascritto:“IL CONSIGLIO UNIVER-SITARIO NAZIONALEVista la nota ministeriale(Dipartimento AutonomiaUniversitaria e Studenti -Uff..VI) Prot. N. 1441 del5/10/1999;Vista la richiesta di parereavanzata dalla Universitàdegli Studi di Padova;Visto il D.P.R. 382/1980;Visto l’art. 15 della legge341/1990;Vista la risposta formulatadall’Ufficio Legaledell’Università degli Studidi Padova alla richiesta dichiarimento, comunicatacon fax prot. N. 457474, 15novembre 1999;Richiamato il parere delConsiglio UniversitarioNazionale del 29 settembre1994;ESPRIME IL SEGUENTEPAREREIl quesito posto dallaUniversità degli Studi diPadova concerne l’inter-pretazione dell’art. 15,comma 3 della legge341/1990, laddove preve-de che i professori di ruoloin servizio alla data dientrata in vigore della cita-ta legge conservano laresponsabilità didattica delcorso di cui sono titolari,ovvero, con il loro consen-so, assumono la responsa-bilità didattica di altrocorso loro attribuito dalConsiglio di Facoltà.Al Consiglio UniversitarioNazionale è richiesto diindicare se il docente che

era titolare della disciplina“Analisi dei Medicinali I (semestrale)” in epoca ante-riore all’entrata in vigoredella legge 341/1990, abbiaildiritto di continuare adinsegnare lo stesso corso diinsegnamento individuatodall’ordinale I, oppure se ilConsiglio di Facoltà possaattribuirgli un insegna-mento individuato con gliordinali II e III, nell’ambitodella stessa disciplina,dopo avere semplicementesentito l’interessato e senzanecessità di ottenere il suoconsenso.L’alternativa propostadall’Università degli Studidi Padova è quella di inter-pretare l’espressione“responsabilità didatticadel corso” contenuta nelladisposizione citata comediritto di mantenere la tito-larità della “disciplina”(nella specie “Analisi deiMedicinali”, senza quindile distinzioni legate adordinali che non compaio-no più negli elenchi dei set-tori scientifico-disciplinari)o come diritto di tenere ilmedesimo “corso” in pre-cedenza insegnato (nellaspecie “Analisi deiMedicinali I”), sulla basedel fatto che gli ordinalimantenuti dalla Facoltà diFarmacia di Padova per ladisciplina di cui sopra, neindividuano corsi diinse-gnamento distinti, quindicon contenuto diverso.Il CUN osserva, quindi, cheladdove nella organizza-zione degli studi dellaSede, si abbia la distinzio-ne, attraverso ordinali, diuna disciplina in corsi diinsegnamento dal contenu-to consequenziale e distin-to, si debba applicare ildiritto del docente di svol-gere quella parte delladisciplina più coerente dalpunto di vista dei contenu-ti con il corso che tenevaall’atto dell’entrata in vigo-re della legge 341/1990 epertanto non gli si possaassegnare la responsabilitàdidattica di un altro “corsodi insegnamento”, sia purenell’ambito della stessadisciplina, senza il suo con-senso”.

Vittorio Mangione Consigliere CUN

SCONOSCIUTA A MOLTI COLLEGHI E A MOLTI UFFICI DEL PERSONALE

A proposito di titolaritàIn ogni caso è utile esserne al corrente per i colleghi già in servizio prima del 23.11.90

Ricorso A/99 - TAR Toscana(Atenei di Pisa e Firenze) – Il 4aprile 2006 il ricorso A/99 è statorigettato dal TAR Toscana con sen-tenze n. 1259/2006 e n. 1257/2006.La proponibilità del ricorso è testi-moniata dal riconoscimento delle“spese compensate” - Si ritieneinopportuno procedere a ricorrerein appello in attesa della determi-

nazione di gerarchia superiore perla sede Triestina. Vi ricordiamo infatti che, dopo unattento esame del meccanismodella sentenza n. 581/2002 negati-va del TAR Friuli Venezia Giulia, ilCIPUR ha ritenuto opportunoproporre appello al Consiglio diStato avente la cosiddetta funzionedi “lepre”.

Il testo delle sentenze citate e delricorso al Consiglio di Stato sonovisionabili nel sito internet delCIPUR (www.cipur.it) all’internodella pagina dedicata al contenzio-so.

Sezione Contenzioso CIPURIl Delegato Nazionale

Vittorio Mangione

Contenzioso CIPUR: ricorso A/99

Segue da pagina 1

Il CNU non si sottrarrà al propriodovere di proposta, di stimolo edi critica, sulla scia della lunga e

preziosa tradizione che lo contrad-distingue.Il CNU indica le seguenti priorità:1) valorizzare pienamente la ricercauniversitaria, ridando impulsovigoroso sia alla ricerca applicatache alla ricerca di base che è peculia-re dell’Università.2) tenere conto della inscindibilerelazione che intercorre tra ricerca edidattica, per cui si devono conside-rare come pertinenti al sistema uni-versitario solo gli Atenei che coniu-gano questi due aspetti della forma-zione e che sono in grado di assicu-rare una buona qualità degli studi; 3) attribuire il massimo risalto allaformazione dello studente, tenendoconto del rapporto tra l’acquisizio-ne di conoscenze e la domanda qua-lificata che proviene dal mondo pro-duttivo, dalle professioni, dai servi-zi. Un progetto valido deve rispon-dere alle esigenze della formazionepermanente, dell’aggiornamento evalorizzare i diversi percorsi forma-tivi che gli studenti hanno concluso;4) puntare alla qualità degli studi,dotando il sistema universitario diadeguati finanziamenti. Le risorsepubbliche a sostegno della forma-zione dovranno essere assegnatetenendo conto della qualità dei pro-getti formativi e si dovrà valutareattentamente il risultato prodotto daciascuno di essi;5) non assecondare in alcun modole spinte localistiche verso l’istitu-zione di nuove Università se non visono tutte le condizioni (strutturali,di personale, finanziarie, ambientalie culturali) che qualificano la forma-zione di grado universitario. In talsenso si devono valutare severa-mente gli impegni già assunti, met-tendo fine ad iniziative che nonhanno le caratteristiche adatte. LeUniversità telematiche devonorispondere a requisiti di assolutatrasparenza e di elevata qualità, col-legandosi con gli Atenei che hannogià maturato una solida esperienzain questo campo;6) rivedere, in modo sostanziale, iltrattamento economico di tutte lecategorie universitarie, anche inrelazione ai crescenti impegni impo-sti dalla riforma. Un significativoadeguamento consentirebbe diripristinare il rapporto tra stipendiuniversitari e trattamenti economicidei livelli dirigenziali, accrescendol’interesse dei giovani studiosi piùpromettenti verso la scelta della car-

riera universitaria rispetto a profes-sioni e funzioni assai più remunera-tive ed a percorsi di carriera menoaleatori.Il CNU conferma il giudizio negati-vo sulla “legge 230/2005” in quantoritiene che non siano state prese inconsiderazione le vere esigenze eindividuati gli strumenti attuativiche una seria riformadell’Università doveva indicare. Il CNU propone che siano adottate,con urgenza, misure dirette: a) al contenimento del precariato,assicurando l’accesso al corpodocente ad un’età decisamente infe-riore rispetto alle medie attuali;b) all’unificazione di tutte le diversefigure precarie in un’unica tipologiacontrattuale tipicamente universita-ria;c) alla revisione del dottorato diricerca al fine di farne lo strumentoprioritario per la formazione all’atti-vità scientifica universitaria. Dopo ildottorato non si deve protrarre laformazione oltre un biennio, assicu-rando una rigorosa valutazione deiprogetti autonomamente predispo-sti e dei risultati ottenuti alla fine diquesto percorso, per designare colo-ro che risultano idonei alla docenzauniversitaria. Per la Medicina sideve tenere conto del periodo dispecializzazione al fine di contenerei tempi della formazione ;d) a prevedere un unico straordina-riato all’entrata nel ruolo unicodocent;e) a distinguere fra reclutamento eprogressione in un ruolo unico delladocenza; f) a prevedere, nei prossimi anni,l’immissione in ruolo di un congruonumero di giovani ricercatori confondi dedicati dallo Stato attraversoun investimento straordinario cherenda disponibili in via anticipata lerisorse che si libereranno per effettoal turn over dei prossimi anni. In talmodo si potrà consentire alle strut-ture dipartimentali e ai corsi di lau-rea di programmare il ricambiogenerazionale dei docenti universi-tari conservando un’elevata qualitàdella docenza;g) a concepire la funzione docentecome un percorso che deve essereincentivato per coloro che partecipa-no a gruppi di ricerca, o assumonofunzioni di coordinamento scientifi-co e di direzione di organismi uni-versitari, o svolgono attività integra-tive e aggiuntive rispetto a quelleistituzionalmente dovute;

Le indicazioni che sono state quiprospettate, anticipano alcune solu-zioni che ci sembrano funzionalirispetto all’esigenza di ripensare afondo la collocazione del docenteuniversitario nel sistema della for-mazione, salvaguardando la libertàd’insegnamento e di ricerca, in stret-ta correlazione con l’autonomiacostituzionale delle Università.

VALUTAZIONEIl CNU non sottovaluta l’importan-za della valutazione delle struttureuniversitarie e dell’attività docente,tuttavia fa presente che gli attualibilanci prevedono, per la quasi tota-lità, spese fisse non contenibili e che,da tempo, operano negli Atenei e inambito nazionale vari sistemi emodelli di valutazione. Per quantoconcerne la parte finanziaria il con-trollo sui bilanci è già affidato airevisori dei conti e alla giurisdizio-ne contabile. E’ bene anche che siaistituito un sistema di valutazionedella qualità e dell’efficacia dellescelte, assegnando tale compito adun soggetto esterno al sistema uni-versitario che risponda direttamenteal Governo, e ciò per la parte difinanziamenti che sono discrezio-nalmente gestiti dagli organi digoverno, trattandosi di risorse pre-valentemente pubbliche. Il CNU èfavorevole sia alla pariteticità trastudenti e docenti nelle commissionididattiche, sia al coinvolgimentodegli studenti, soprattutto in ordinealla qualità dei servizi, all’organiz-zazione didattica, al rapporto tra icrediti assegnati e il peso effettivodei corsi.

RICERCA E TRASFERIMENTODEI RISULTATI

Il CNU è da sempre profondamenteconvinto che la ricercanell’Università è l’insostituibilemotore della conoscenza e quindipresupposto fondamentale per l’in-novazione del “sistema Paese”. Inquesto particolare momento storico,caratterizzato da una forte crisi eco-nomica, tale convinzione è stata for-temente ribadita, nel recente dibatti-to politico, anche dalle alte carichedello Stato. Il solo fatto che tutti neparlino, tuttavia, non produrràalcun risultato se questo impegnonon sarà tradotto in una concretaazione governativa rivolta all’affer-mazione del primato della ricercauniversitaria. Un tale riconoscimen-to attraverso le giuste allocazioni di

risorse, come più volte richiesto dalsistema universitario, consentirebbedi far emergere l’eccellenza, la quali-tà e l’innovazione della formazioneuniversitaria, rafforzando allo stessotempo la competizione del “sistemaPaese” al suo interno ed in confron-to agli altri competitori.Solo azioni concrete di questo tipopossono fare invertire l’attuale ten-denza orientata più verso localismiconfusi ed imprecisi e non verso unsistema coordinato e concorrenzialeche possa competere anche a livellointernazionale ed occupare un ruolosignificativo nel contesto globale delsistema ricerca ed innovazione. E’vitale perseguire una strategia cheponga il binomio ricerca/trasferi-mento come elemento cardine dellosviluppo, dove l’Università in modoprogrammato e non casuale, svolgaun importate ruolo di riferimento eguida. Un tale approccio oltre alleevidenti ricadute sulla crescita delPaese, rappresenta uno strumentostrategico per recuperare risorse dainvestire all’interno del sistema uni-versitario e per l’orientamento allavoro delle nuove generazioni.Il CNU rivolge un convinto appelloal governo e alle forze politicheaffinché diano seguito concreto alleaffermazioni sin qui espresse daesponenti altamente rappresentativiin ambito istituzionale. Il CNU vigi-lerà attentamente sugli atti che ilgoverno emanerà, sia a livello diallocazione di risorse finanziare, siaa livello normativo e regolamentare,al fine di valorizzare la qualità, ilrendimento e il trasferimento deirisultati della ricerca.Il CNU rivolge un appello alle sin-gole comunità universitarie affin-ché, nel rispetto delle autonomie,facciano azioni e scelte orientate asupportare operativamente, anchecon strutture logistiche, apparec-chiature e personale tecnico, la ricer-ca: dalla progettazione alla realizza-zione.

DIDATTICAIl CNU considera urgente procederead un rigoroso monitoraggio suirisultati conseguiti dalla riformadidattica. Per tale ragione sarebbebene assicurare una pausa nel per-corso di riforma allo scopo di con-sentire una approfondita valutazio-ne circa l’attuazione del “3+2”, con ilcoinvolgimento dell’intera comuni-tà universitaria. I segnalati e notevo-li limiti della riforma si possono cosìriassumere: - l’assurdità di un avvio a “costozero” e, dunque, la necessità di pre-vedere risorse adeguate e razional-mente assegnate sulla base di indi-catori sia quantitativi che qualitativi,anche per porre qualche riparo allaperversa tendenza ad armonizzareverso il basso ogni insegnamento.- l’eccessiva dilatazione dell’offertadi percorsi formativi che spessosembrano rispondere solo a logicheinterne di potere e ad interessi cor-porativi, per cui sarebbe utile unaccorpamento delle discipline cherisponda a sicure esigenze formati-ve. - la perdita di “qualità” del sistemadella formazione, anche in ragionedella separazione dei diversi cicli(scuola dell’obbligo, scuola supe-riore, formazione universitaria) incui si articola questo percorso.- la rigida e burocratica definizionedegli schemi entro i quali sono statideterminati i corsi di laurea. Persuperare tale limite sarebbe utileindividuare un nucleo fondamen-tale comune (aree di base condivi-se), armonizzare il sistema dei cre-diti, stabilire le affinità per rendereautomatici e più agevoli i trasferi-

menti da un corso all’altro e tra ivari Atenei, impostando rapporti dicollaborazione e non esasperandole competizioni.Il CNU giudica indispensabile unripensamento a tutto campo dellaprogettualità riformatrice alloscopo di avviare un processo direcupero della qualità nei percorsididattici, tenendo conto delle pecu-liarità di ciascun ordine di studi.

IL GOVERNO DEL SISTEMAUNIVERSITARIO E

DEGLI ATENEIIl CNU ritiene indispensabile con-servare, a garanzia dell’autonomiauniversitaria un organismo di rap-presentanza istituzionale (CUN),direttamente eletto e dotato dieffettivi poteri in ordine alla localiz-zazione delle istituzioni universita-rie e all’armonizzazione dell’orga-nizzazione didattica (corsi, titoli,crediti ecc.). Nel contempo conside-ra necessario ribadire il criteriodemocratico per la scelta delRettore e per la formazione deiSenati Accademici (rafforzando lapresenza delle strutture di ricercadipartimentali). Occorre differen-ziare le funzioni dei Senati dai com-piti gestionali affidati ai Consigli diAmministrazione, evitandosovrapposizioni ed interferenze.Nella composizione del C.d.A. sidevono tenere presenti i seguenticriteri: a) dare rappresentanza soloa coloro che contribuiscono, inmodo significativo, al finanziamen-to dell’Università (studenti, entipubblici ed eventuali soggetti pri-vati che lo richiedano); b) tenerconto del fatto che una parte consi-stente del bilancio proviene dalloStato, per cui si tratta di finanzapubblica; c) attribuire al Rettore laresponsabilità delle scelte d’indiriz-zo e al direttore amministrativo leeffettive responsabilità gestionali,informandosi ai principi della rifor-ma Bassanini e dei successivi atti diattuazione. Il Rettore si deve poteravvalere di collaboratori di suafiducia, con ampia libertà di scelta,salvo rispondere dell’attività svoltadi fronte al Senato Accademico. IlSenato Accademico deve esseretotalmente elettivo. I dipartimenti ei corsi di laurea devono operare inregime di effettiva autonomia. LeFacoltà (ove non si decida di sosti-tuirle del tutto) non possono cheavere compiti di mero coordina-mento.

LA MEDICINAUNIVERSITARIA

Per quanto riguarda l’ambito medi-co il CNU ribadisce l’inscindibilitàtra insegnamento e ricerca da unaparte ed attività assistenziale dal-l’altra. Tale peculiarità dovrà esseretenuta nel debito conto al momentodella sottoscrizione dei protocollid’intesa tra Regioni ed Atenei.Dovranno inoltre essere valorizzatetutte le posizioni universitarie,attribuendo le funzioni apicali nonsolo ai professori ordinari ma, inbase al riconoscimento del meritoacquisito, anche alle altre figuredocenti. Tale riconoscimento potrà esserevalidato dagli strumenti di valuta-zione di cui si sono dotati gliAtenei, le Facoltà e i Dipartimenti.Il CNU ribadisce, con forza, il con-cetto per cui la Medicina è una com-ponente essenziale dell’Università. La Facoltà di Medicina, per la suafunzione sociale e per la tradizionestorica, non dovrà mai essere consi-derata un corpo separato con pras-si e regole proprie.

Il XV Congresso Nazionale appro-va questa Mozione Finale e impe-gna i Vertici dell’Associazione adoperare in conformità.

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Dalla sede...Cronaca di “Democrazia

Universitaria”

Sottopongo alla Comunità scientifica ita-liana il seguente quesito. Cosa pensate diuna votazione per una Commissione perla programmazione e sviluppo dellaFacoltà di Medicina e Chirurgia che pre-veda come risultato una composizione di5 Ordinari, 3 Associati e 1 Ricercatore ecome metodo 2 voti all’Ordinario e 1 agliAssociati e ai Ricercatori ? Ma c’è di più: 4membri dovrebbero risultare di area bio-logica, 4 di area clinica e 1 di area servizi.Nello statuto e nei regolamenti universita-ri non esistono regole per le elezioni dicommissioni ma solo per quelle degliorgani accademici istituzionali, che sonocompletamente diverse da queste appro-vate in un Consiglio di Facoltà probabil-

mente in modo non corretto. Non credoche il risultato di una tale votazione siavalido. Il sottoscritto ha consigliatol’astensione come unico mezzo per farmancare il quorum, ma s’è diffusa la con-vinzione che qualunque sia l’affluenza lavotazione sarà valida. In Francia primadella Rivoluzione il potere era suddivisofra nobiltà, clero e terzo stato e i nobilivotavano con il clero per battere il terzostato che era la maggioranza. Qui nonserve neppure allearsi perchè non vale ilprincipio una testa = un voto: l’ordinarioha due teste e due voti !Gradirei un vostro parere.Grazie.

Prof. Daniele ScevolaPresidente CIPUR

Ateneo di [email protected]

...DI PAVIA

XV Congresso Nazionale del CNU

PREMESSANel 2001, in virtù del DecretoMinisteriale 3 Novembre 1999n° 509, regolamento recantenorme concernenti l’autono-mia didattica degli Atenei sonostati rivoluzionati l’organizza-zione ed i contenuti dei titoli distudio rilasciabili dalleUniversità.I titoli rilasciabili dalleUniversità diventavano così iseguenti:1) Un primo titolo, denomina-to “Laurea”, conseguibile neiprimi tre anni di studio.2) Un secondo titolo, in serie alprimo, denominato “Laureamagistrale”, conseguibiledopo altri due anni di studi.Con tale riorganizzazione ci siadeguava all'Europa rispettan-do gli accordi della Sorbona edi Bologna.

Obiettivi della riorganizza-zione didatticaFra gli obiettivi più importantiche si poneva la riorganizza-zione didattica varata si citano:1) La possibilità di immettersinel mondo del lavoro doposoli tre anni di studi universita-ri, obiettivo fortemente soste-nuto anche dall’ambientesocio-economico che dichiara-va la fortissima esigenza di untitolo di studio intermedio. Siauspicava che circa i due terzidi tutti gli iscritti alle universi-tà concludesse dopo i primi treanni il proprio iter formativoper immettersi nel mondo dellavoro.2) Il confinamento del caricodidattico sugli studenti entro le1500 ore lavorative/anno, perrendere lo status di studenteuniversitario più “vivibile”,ma anche utile ai fini dei duepunti successivi.3) Il raggiungimento del titolodi studio nel tempo previsto.4) La limitazione del numerodegli abbandoni, facendo sali-re l’”efficienza” del sistemauniversitario: si voleva checirca l’85- 90% degli iscritti adun dato corso di studi conse-guisse il relativo titolo. A talfine si ipotizzava corsi conminore numerosità di studenti,didattica più assistita, valuta-zione delle conoscenze pre-gresse e loro recupero oveinsufficienti, tutoraggio.

Le osservazioni di alloraIl C.N.U. era allora, come tanti,fortemente perplesso e preoc-cupato della riforma varata.Si paventava, ad esempio, chela riorganizzazione didatticapotesse portare ad un abbassa-mento del livello di prepara-

zione degli studenti, ad uneccesso di specializzazione ascapito di una preparazione dibase adeguata, ad un aumentoeccessivo del carico didatticodella docenza con il rischio direndere marginale l’attività diricerca, ad una esplosioneincontrollata e ingiustificatadell’offerta formativa.Ciononostante, con un atto difiducia e lanciando una scom-messa, il C.N.U. sostenne chela riorganizzazione potevaessere un successo. Sostenneche si potevano raggiungeregli obiettivi prefissati a condi-zione che fossero adeguati lospirito, le metodologie e le

risorse con cui gli Atenei e ilPaese si apprestavano adaffrontarla. Ognuno aveva unsuo ruolo ed i suoi compiti daassolvere che però, se elusi,avrebbero portato al fallimen-to, indipendentemente daglisforzi degli altri soggetti coin-volti.Gli Atenei dovevano persegui-re con convinzione gli obiettiviimposti dalla riorganizzazio-ne, adottando metodologieinnovative, senza abbassare laqualità dell’insegnamento né illivello di accertamento delleconoscenze acquisite daglistudenti, senza farsi condizio-

nare dal fatto che i fondi lorodestinati sarebbero dipesi,almeno in parte, dalla percen-tuale dei laureati rispetto agliiscritti, senza sovraccaricaredidatticamente in manieraeccessiva la docenza per nonmettere in crisi l’attività diricerca, compito e dovere pri-mario dell’Università e fattoreinscindibile dalla didatticaDa parte sua il Legislatore nondoveva commettere il gravissi-mo errore di ritenere che la“rivoluzione” richiesta sipotesse fare con gli organici diallora, di fatto bloccati da anni,e le strutture di allora, in altreparole a “costo zero”. Il

Legislatore doveva completarecoerentemente il camminointrapreso, assicurando lerisorse suppletive necessarie.Occorrevano cospicue asse-gnazioni straordinarie, aggiun-tive e ripetibili nel tempo, fina-lizzate soprattutto all’adegua-mento degli organici, in parti-colare alla assunzione e allaformazione di giovani, allacreazione di nuove strutture elaboratori, a borse di studio, aduna attuazione piena del dirit-to allo studio. Il Legislatoredoveva insomma prenderecoscienza del fatto che il com-plesso sistema varato era gesti-

bile e poteva raggiungere ilsuccesso solo se la docenzafosse stata motivata e le risorseadeguate.Il C.N.U. perciò concludeva lapropria analisi testualmentecome segue:“Il successo o il fallimento cuisi può andare incontro dipen-dono in maniera determinantedalle metodologie e dalle risor-se con cui gli Atenei e il Paesesi apprestano a dar corso allariorganizzazione.Se gli Atenei affronteranno ilproblema con metodi innovati-vi, mantenendo alto il livellodegli studi universitari e nelcontempo riorganizzandosi in

modo da raggiungere gli obiet-tivi che il Legislatore dichiaradi voler perseguire, se conte-stualmente il Legislatore asse-gnerà agli Atenei le risorsesuppletive assolutamentenecessarie per affrontare ilnotevole aumento del caricodidattico che deriverà dalleinnovazioni in atto evitandocosì che l’attività di ricercavenga sopraffatta dall’attivitàdidattica: se tutte le condizionidette si verificheranno, allora esolo allora l’Università conser-verà il ruolo ad essa assegnatoe la riorganizzazione potràavere successo.”

Obiettivi raggiunti e mancatiDei quattro obiettivi fonda-mentali perseguiti con la rior-ganizzazione didattica soloquello relativo al confinamen-to del carico didattico è statoraggiunto, a volte anche conun certo eccesso.Per gli altri tre obiettivi i risul-tati negativi sono sotto gliocchi di tutti.Il mondo socio-economicospesso ignora o sottovaluta lanuova laurea triennale, dopoaverla fortemente voluta: nelleassunzioni spesso privilegia

innanzitutto i laureati “vecchioordinamento” e in subordine ilaureati magistrali, ma soprat-tutto non offre ai laureati delnuovo ordinamento livelli diinserimento adeguati alleconoscenze acquisite ed aglisforzi sostenuti. Ciò vanifical’obiettivo di immissione nelmondo del lavoro dopo soli treanni di studi per i due terzidegli studenti.Gli studenti, spesso nella quasitotalità, scelgono di proseguireverso la laurea magistrale,anche in quei corsi di studi che,con notevole sforzo da partedegli Atenei, offrono in paral-lelo corsi di studi più profes-sionalizzanti finalizzati all’im-missione immediata nelmondo del lavoro e corsi piùformativi finalizzati alla prose-cuzione. Certamente, oltre aduna iniziale sospettosità neiriguardi della nuova laurea,gioca un ruolo importante ilcomportamento del sistemasocio-economico.Sicuramente anche ciò vanifical’obiettivo di immissione nelmondo del lavoro dopo soli treanni di studi.Il Legislatore ha completamen-te disatteso la necessità dirisorse adeguate per affrontarela nuova organizzazione: inve-ce di maggiori risorse (per unadidattica più assistita, perl’adeguamento degli organici,la creazione di nuove strutturee laboratori, borse di studio)agli Atenei sono state ridotte leassegnazioni. Di conseguenza,complice forse anche un minorlivello della preparazione deglistudenti provenienti dai licei,sono entrati in crisi gli obiettividel raggiungimento del titolodi studio nel tempo previsto edella limitazione degli abban-doni.Gli Atenei, ai quali solo in alcu-ni casi si può rimproverare uneccesso di offerta formativa,peraltro incentivata dallerichieste del Legislatore, ma aiquali si deve dare il merito diaver tentato di sopportare ini-zialmente con le risorse di allo-ra una riorganizzazione cherichiedeva impegni di benaltro livello, si dibattono nelladifficoltà di portare avanti unariforma per la quale mancanorisorse adeguate.

Cosa si può fareSi deve realisticamente pren-dere atto del fatto che l’obietti-vo di immettere nel mondo dellavoro circa i due terzi dei lau-reati dopo i primi tre anni distudi universitari è chiaramen-te fallito, almeno a tempi brevi. Si deve altresì prendere attodel fatto che gli Atenei nonhanno avuto le risorse adegua-te per la riorganizzazione.Infine, data l’esigua minoranzadi studenti che concludono illoro iter formativo con il conse-guimento della laurea, se daun lato occorre tenere contodelle loro esigenze culturali,queste non debbono prevarica-re sulle esigenze culturali dellastragrande maggioranza deglistudenti che decidono di pro-seguire verso la laurea magi-strale.Se il contesto non muterà è

fatale che si possa pensare soload una razionalizzazione del-l’esistente.Alcune Facoltà, soprattutto fraquelle che più si erano lanciateverso il nuovo ed avevanoadottato metodi innovativi inattesa delle risorse necessarie,hanno preso già atto che con leattuali risorse si correva ilrischio, volendo perseguiretutti gli obiettivi, di fare tuttoma male. Hanno così abolito ipercorsi professionalizzanti,pur varati con entusiasmo inparallelo a percorsi formativifinalizzati alla laurea magistra-le. Hanno concentrato le pro-prie risorse su percorsi forma-tivi pensati essenzialmente pergli studenti che decidono diproseguire verso la laureamagistrale, in quanto quasi latotalità. Hanno così dato moltopiù spazio inizialmente allematerie propedeutiche, inizial-mente pensate in parte all’ini-zio della laurea magistrale. Neltriennio iniziale non c’è piùtraccia di professionalizzazio-ne. Quei pochi studenti chedecideranno di immettersi nelmondo del lavoro dopo la lau-rea avranno comunque unasolida preparazione di base, unminimo sufficiente per affonta-re il mondo del lavoro edovranno professionalizzarsisul campo. Molti ritengonotale soluzione addiritturamigliore della precedente, checreava laureati sì professiona-lizzati, ma non in grado, all’oc-correnza, di riconvertirsi.Questo è solo un esempio, nonè detto che sia generalizzabilea tutti i corsi di studi, moltoprobabilmente può dare ottimirisultati, ma resta pur semprenell’ambito del concetto dirazionalizzazione dell’esisten-te.Ben diverso può essere ildiscorso se il Legislatore deci-derà di confermare gli obiettiviprecedenti e creare i presuppo-sti per raggiungerli.Si citano solo due delle azionisignificative da intraprendere.Andrebbero rimossi innanzi-tutto i vincoli eccessivi postiall’Autonomia delle Università.Gli accordi della Sorbona pre-vedevano che il primo livellodovesse avere una durataminima di tre anni, ma nonobbligava ai tre anni. Il nostroLegislatore ha scelto la durataminima per tutti. Invece ogniprofessione ha le sue peculiari-tà, per cui in alcuni casi è piùche sufficiente un periodo ditre anni, in altri sono necessaritempi maggiori. Ciò si puòrimettere a posto velocemente,dando ad ogni Facoltà, condecisione presa su base nazio-nale, la flessibilità di stabilire ladurata dei propri corsi di stu-dio, confermando il 3+2, o pas-sando al 4+1 o al 4+2 realizzatitramite Master o Lauree magi-strali a seconda delle esigenze.Infine si ribadisce che dovreb-bero essere contestualmenteassegnate le risorse aggiuntivenecessarie, altrimenti ognisforzo degli Atenei risultereb-be vanificato in partenza.

A cura di Carlo Vincenzo Ferraro

Sede CNU di Torino

22 giugno 2006Pagina 11

L’Ufficio Studi del CIPUR ha elaborato una presentazione inbreve su alcuni punti della cosidetta “Legge Moratti “ n.230/2005.La presentazione in formato PDF, per i Colleghi che fossero inte-ressati, come si trova nello stato attuale, che viene ampliato edaggiornato man mano che si raggiunge un consenso di informa-zione ed interpretazione sui singoli punti, è reperibile nel sitodel CIPUR all’indirizzo http://www.cipur.it , cliccando su“Ufficio Studi del CIPUR - Alcuni punti della “Legge Moratti n. 230/2005” oppurepuò essere richiesta direttamente alla Segreteria nazionale: (Tel. ++39.075 5008750/53 - Fax ++39.075 5008851 - e-mail: [email protected])

Ufficio Studi CIPUR: Alcuni punti della “Legge Moratti”

Leggiamo nel sito http://www.flcgil.it/ della Federazione Lavoratoridella Conoscenza (FLC Cgil):

Una notizia interessante14/06/2006

Permanenza in servizio oltre i 67 anni di età. Sì dal Ministerodell’Economia

Abbiamo appreso dal Ministero della Pubblica Istruzione che il Ministerodell’Economia ha dato la sua autorizzazione al trattenimento in serviziooltre i 67 anni di età al personale della scuola Dirigente Scolastico, Docentee Ata, che ne ha fatto richiesta in base alla legge 186/2004. Nei prossimi giorni seguirà il provvedimento formale del Governo. Roma 14 giugno 2006

Non possiamo che rallegrarci, dato che è nella direzione corretta, secondo ilnostro punto di vista; nel caso dei docenti universitari la collettività, quan-do si arriverà alla logica estensione al settore universitario:• trarrà vantaggio dall’esperienza accumulata, • non sarà aggravata economicamente dal pagamento della pensione ad una

persona ancora valida e in più della retribuzione di chi lo dovrà sostituire,• godrà dei vantaggi di un freno al massiccio esodo per raggiunti limiti di

età.Visto l’altissimo numero di cessazioni dal servizio di docenti universitari neiprossimi anni, questo ovviamente non produrrà ritardo apprezzabile all’im-missione nella docenza di un alto numero di validi giovani, oggi in deplore-voli situazioni di precarietà, anche alla luce delle notizie che circolano dirisorse - ingenti se paragonate al passato – che starebbero per essere messea disposizione per un ampio reclutamento nella docenza, che comporteràanche l’auspicato ringiovanimento del corpo accademico.

RIORGANIZZAZIONE DIDATTICA DEGLI ATENEI

Dopo un periodo agitato, che aveva visto nascere posizioni anche divergenti su punti specifici, il CIPUR ritiene che siano in corsoimportanti passi verso un parallelismo d’azione fra le associazioni sindacali della docenza universitaria. In questo momento fa piace-re riportare su queste pagine un importante documento sulla didattica, redatto dal Collega Carlo Vincenzo Ferraro, del CNU di Torino,tratto dagli atti conclusivi del XV Congresso del CNU. Superfluo, quasi, osservare che a conclusioni similari erano già arrivate anchealcune nostre analisi, sebbene non così chiaramente e organicamente espresse.

N. 50 - 22 giugno 2006Pagina 12

ANCONA Pres. Vincenzo SuraciTel. 071/5964427 Fax 071/883911e-mail: [email protected]

BARI Statale Pres. Paolo BrunoTel. 080/5442023 Fax 080/5442129e-mail: [email protected]

BARI Politecnico Pres. Aldo RedaelliTel. 080/5963670 Fax 080/5963612e-mail: [email protected]

BERGAMO Pres. Erasmo RecamiTel. 035/2052313 Fax 035/562779e-mail: [email protected]

CAGLIARI Pres. Giampaolo FarinaTel. 070/663408 Fax 070/663244

CAMERINO Pres. Ivano Santarelli Tel. 0737/403218 Fax 0737/403217e-mail: [email protected]

CASSINO (FR) Pres. Franco TamassiaTel. 0776/2993774 Fax 0776/311839e-mail: [email protected]

CATANIA Pres. Giuseppe BurrafatoTel. 095/7195211 Fax 095/3785231e-mail: [email protected]

CHIETI - PESCARAPres. Giuseppe De MatteisTel.085/4537798 Fax 085/4537794 e-mail: [email protected]

COSENZA Pres. Ottavio CavalcantiTel. 0984/493191 Fax 0984/493618 e-mail: [email protected]

FERRARA Pres. Guido CasaroliTel. 0532/291618 Fax 0532/200188e-mail: [email protected]

FIRENZE Pres. Clemente CrisciTel. 055/7947562 Fax 055/4220133e-mail: [email protected]

GENOVA Pres. Alberico BenedicentiTel. 010/3537436e-mail: [email protected]

L’AQUILA Pres. Fernando MazzaTel. 0862/434203 Fax 0862/433753e-mail: [email protected]

LECCE Pres. Domenico LenziTel. 0832/297429-431 Fax 0832/320541e-mail: [email protected]

MESSINA Pres. Alfredo Carducci ArtenisioTel. 090/2212335 Fax 090/693917e-mail: [email protected]

MILANO PolitecnicoPres. Leonardo BosiTel. 02/23996124 Fax 02/23996126e-mail: [email protected]

MILANO StatalePres. Arnaldo PinelliTel. 02/50317054 Fax 02/50316949e-mail: [email protected]

MODENA E REGGIO EMILIAPres. Roberto AndreoliTel. 059/2055092 Fax 059/373543e-mail: [email protected]

NAPOLI ParthenopePres. Giulia ScherilloTel. 081/5475127 Fax 081/5521608e-mail: [email protected]

NAPOLI Federico IIPres. Alberto IncoronatoTel. 081/2538136 Fax 081/5525611e-mail: [email protected]

NAPOLI II AteneoPres. Antonio Romano Tel. 081/5666776 Fax 081/5666775e-mail: [email protected]

PADOVA Pres. Paolo ManziniTel. 049/8275323 Fax 049/8275366e-mail: [email protected]

PALERMO Pres. Giuseppe Ingrassia Tel. 091/6626241 Fax 091/6626241e-mail: [email protected]

PARMA Pres. Vittorio Mangione Tel. 0521/906936 Fax 0521/906936e-mail: [email protected]

PAVIA Pres. Daniele ScevolaTel. 0382/502672 Fax 0382/423320e-mail: [email protected]

PERUGIA Pres. Carlo PellegrinoTel. 075/5854948 e-mail: [email protected]

ROMA Cattolica del Sacro CuorePres. Carlo Corradini Tel. 06/30154439 Fax 06/3051194e-mail: [email protected]

ROMA La SapienzaPres. Marcello ScalzoTel. 06/49913669 Fax 06/49913888e-mail: [email protected]

ROMA III Pres. Vittorio FerraroTel. 06/54577370 e-mail: [email protected]

SASSARIPres. Giovanni Gavino PinnaTel. 079/228274e-mail: [email protected]

SIENA Pres. Aurelio VittoriaTel. 0577/585617 e-mail: [email protected]

TORINO Politecnico e StatalePres. Giuseppe SuraceTel. 011/5646821 Fax 011/5646899e-mail: [email protected]

TRIESTE Pres. Pietro BaxaTel. 040/5582642 Fax040/6763256e-mail: [email protected]

UDINE Pres. Pier Carlo CraigheroTel. 0432.558268 Fax 0432/558052e-mail: [email protected]

URBINO Pres. Antonio FaziTel. 0722/305241 Fax 0722/320188e-mail: [email protected]

VITERBO Pres. Franco Carlo RicciTel. 0761/357664 Fax 0761/357662e-mail: [email protected]

COORDINATORE RICERCATORIProf. Francesco Sarti Tel. 049/8212266 - fax 049/8754179e-mail: [email protected]

COORDINATOREASSISTENTI ORDINARIProf.ssa Maria Elisabetta OliveriTel. 095/7382807 - Fax 095/333231 e-mail: [email protected]

STRUTTURA DEL CIPUR

Presidente Nazionale: Paolo Manzini

Vice Presidenti: Alberto Incoronato (vicario) e Roberto Andreoli

Giunta Nazionale: Roberto Andreoli, Antonio Cavaliere, Clemente Crisci, Vittorio Ferraro, Alberto Incoronato, Giuseppe Ingrassia, Vittorio Mangione, Paolo Manzini, Carlo Pellegrino, Marcello Scalzo

Tesoriere: Antonio Cavaliere

Sindaci revisori dei conti: Leonardo Bosi, Guido Bellezza, Ivano Santarelli.Giuseppe Burrafato, Vincenzo Suraci (supplenti)

Collegio dei Probiviri: Antonio Mussino, Pasquale Santè, Antonio ScipioniLeonardo Ferrari, Antonino Zumbo (supplenti)

Segreteria CIPUR: Cristina Baldoni e Marta Rosalen

DELEGATI DELLE SEZIONI NAZIONALISezione Nazionale Contenzioso: Vittorio MangioneSezione Nazionale di Medicina: Clemente CrisciSezione Nazionale per i contatti con le forze politiche ed il Parlamento:Marcello ScalzoSezione Nazionale per i contatti con le forze sindacali: Vittorio FerraroSezione Nazionale dell'informazione scritta e Direttore Editoriale di"Università Oggi": Carlo PellegrinoSezione nazionale per i contatti con le sedi: Giuseppe Ingrassia

RAPPRESENTANTI AL CUN

Area 01 – MatematicaVittorio MangioneUniversità di Parma Tel. 0521/906936Area 02 – FisicaClaudio PalmaUniversità di Roma IIITel. 06/55177218Area 03 – ChimicaPaolo BrunoUniversità di BariTel. 080/5442023Area 04 – Scienze della TerraVittorio De ZancheUniversità di Padova

Area 06 – Medicina e ChirurgiaClemente CrisciUniversità di FirenzeTel. 055/7947562Area 07 – Scienza Agrarie e VeterinarieGraziano ZocchiUniversità di MilanoTel. 02/26607228Area 09 – Ingegneria IndustrialeGiuseppe SuraceUniversità di TorinoTel. 011/5646821

PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALE CIPUR06127 PERUGIA Via Tilli, 58

Tel. 075/5008753 - 075/5008750 Fax 075/5008851E-mail: [email protected] Sito internet: www.cipur.it

SEDI, PRESIDENTI DI SEDE E REFERENTI CIPUR

Caro Collega, la nostra capacità di intervenire a favore dell’Università risiede, oltre che nelle nostre idee chiare e nella nostra capacità organizzativa, anche nel nostropotenziale rappresentativo, in parole povere nel “quanti siamo”.Aiutaci ad aiutarti, iscriviti a fai iscrivere i Colleghi al Cipur.Puoi ritagliare o fotocopiare la scheda qui sotto, compilarla ed inviarla alla Segreteria nazionale, via fax (0755008851), per posta (Cipur- Via Tilli n. 58 06127Perugia) o via e-mail a [email protected] . Contiamo sul Tuo aiuto.