XLVII Riunione SIEDS Milano, 27-29 maggio 2010 Gli spostamenti Sud-Nord in Italia quarantanni dopo...

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XLVII Riunione SIEDS Milano, 27-29 maggio 2010 Gli spostamenti Sud-Nord in Italia quarant’anni dopo Antonio Golini* e Cecilia Reynaud** * Sapienza, Università di Roma e Accademia dei Lincei [email protected]

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XLVII Riunione SIEDS Milano, 27-29 maggio 2010

Gli spostamenti Sud-Nord in Italia

quarant’anni dopo

Antonio Golini* e Cecilia Reynaud*** Sapienza, Università di Roma e Accademia dei Lincei

[email protected]

** Università di Roma 3

[email protected]

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PremessaUna grandissima mobilità territoriale caratterizza, come

viene spesso sottolineato, la vita contemporanea.La rete di traiettorie sul territorio va diventando sempre

più straordinariamente fitta e frequente e va modificando intensamente e incisivamente la vita individuale, familiare e delle intere comunità locali e nazionale, oltre che il territorio su cui insiste.

Il titolo di questa relazione mi è stato assegnato e l’ho inteso come invito a proseguire il dibattito recente su una possibile ripresa delle migrazioni Sud-Nord (con particolare riferimento a quello svoltosi su Neodemos), oltre che come gradito riferimento a un volumetto che da studioso di origine meridionale ho scritto in tema una quarantina d’anni fa.

Nella preparazione della relazione, predisposta con la dott.ssa Reunaud, si è però fatto riferimento al più ampio spettro di tutte le migrazioni interne.

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Una possibile tipologia degli spostamenti territoriali in relazione alla distanza, alla periodicità e alla durata

Ricorrente o pendolare Non ricorrente Confine attraversato Giorna-

liero Setti- manale

Altra periodicità

Breve periodo

Medio periodo

Lungo periodo

Nessuno (a) 01 02 03 04 05 06 Comunale 07 08 09 10 11 12 Metropolitano 13 14 15 16 17 18 Provinciale 19 20 21 22 23 24 Regionale 25 26 27 28 29 30 Nazionale 31 32 33 34 35 36 (a) – Il confine deve essere considerato la porta della propria dimora abituale

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Spostamenti territoriali e migrazioni interne

La distinzione delle migrazioni interne nel più ampio quadro degli spostamenti territoriali deve basarsi anche sulla causa e non solo sulla periodicità e-o durata e-o distanza, che pure sono criteri molto utili per l’analisi e lo studio delle migrazioni interne e per tutte le questioni operative ad esse collegate, dal momento che, fra l’altro, le migrazioni di cui alla tipologia prima presentata sono in parte fra loro concorrenti.

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Alla loro base vi è l’uscire dalla abitazione o il suo cambio al fine di svolgere un lavoro (motivazione che vale per le persone che si spostano al seguito di un lavoratore), ma gioca un ruolo importante anche il cambio di abitazione per motivi diversi dal lavoro (matrimonio, acquisto casa, rottura della unione, eredità, ricerca di ambiente più confacente ai propri stili di vita, età da collegare in misura più o meno forte alla non autosufficienza, condizione di degrado della abitazione, ecc.). E, ancora, vanno considerate le residenze multiple, i motivi di studio e alcuni altri motivi minori (per es. malattia).

Le migrazioni interne

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Ci sono poi elementi collegati al mutamento delle condizioni esterne che, a parità di altre condizioni, cambiano il preesistente equilibrio fra residenza e lavoro/studio (per esempio internet veloce, o collegamenti ferroviari o stradali comodi o veloci o ancora l’inizio di nuove attività o la disponibilità di nuove opportunità lavorative)

Le migrazioni interne

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Le migrazioni di breve periodo e di breve distanza

(in primo luogo, migrazioni pendolari)

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Gli spostamenti quotidiani per lavoro o studio

Nel 2008 sono circa 33 milioni le persone che dichiarano di spostarsi quotidianamente per recarsi nel luogo di studio o di lavoro: tra questi quasi 11 milioni sono scolari e studenti (inclusi i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e il nido) e 22 milioni sono occupati.

L’età e la condizione professionale incidono in maniera determinante sulle modalità degli spostamenti e sui tempi di percorrenza.

Fonte: Istat, La vita quotidiana nel 2008, Roma 2010

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Nord 5.482 194 5.676 96,6 3,4 100,0 50,0 1,6

Centro 1.484 71 1.555 95,4 4,6 100,0 32,5 1,5

Mezzogiorno 1.914 174 2.089 91,6 8,3 100,0 32,1 2,7

Italia 8.880 439 9.320 95,3 4,7 100,0 32,1 2,7

incidenza %

tutti i pendolari

pendolari di lunga distanza

v.a. in migliaia v.a. in migliaia

in una provincia non

contiguaTotaleRipartizione

nella provincia di residenza o

in una provincia contigua

in una provincia non

contiguaTotale

nella provincia di residenza o

in una provincia contigua

Fonte: Rapporto Svimez 2008 sull’economia del mezzogiorno

Pendolari per ripartizione di residenza e luogo di lavoro, 2007

distribuzione %Distribuzione percentuale

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Movimenti pendolari in entrata e in uscita dalla ripartizione. Anno 2007

Nord 166 -152 14

Centro 80 -68 12

Mezzogiorno 32 -151 -118

Estero 92 0 92

Ripartizioneafflussi da fuori

ripartizionedeflussi verso

altre ripartizioniSaldo

entrata/uscite

Fonte: Rapporto Svimez 2008 sull’economia del mezzogiorno

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Sistema locale del lavoro basato sul pendolarismo rilevato al censimento del 2001Il cartogramma mette in evidenza le variazioni rispetto al SLL del 1991.

Come sarà cambiato dal 2001 ad oggi il SLL di Milano in considerazione dei mutamenti, produttivi, residenziali e soprattutto della grande crisi del 2008-09?

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L’italia da satellite: un territorio largamente urbanizzato, in particolare le coste che formano un sistema urbano, anche interregionale e internazionale.

Ai fini della mobilità diventa rilevante la prospettiva della realizzazione delle aree metropolitane e del “piano casa”, della loro fattibilità e dei tempi di attuazione

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Una valutazione di tutti i movimenti migratori interni

(con esclusione di quelli di breve periodo già visti)

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Famiglie che hanno cambiato abitazione o che hanno idea di cambiarla, 2008

Area o tipo di comune % che hanno cambiato % che hanno idea di cambiarla

Nord-ovest 5.6 9.5

Nord-est 6.1 10.2

Centro 5.5 7.2

Sud 3.7 5.3

Isole 4.6 6.2

Centro area metropolitana 5.2 8.5

Periferia area metropolitana 6.7 10.9

Comuni fino a 2000 ab. 3.9 7.2

Da 2001 a 10000 4.8 7.0

Da 10001 a 50000 5.3 7.3

50001 e più 4.9 7.9

Italia 5.2 7.9

Fonte: Istat, La vita quotidiana nel 2008, Roma 2010

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Le famiglie in Italia sono 23 milioni e 634 mila (media 2007-2008) con un numero medio di componenti pari a 2,5. In generale, rispetto ai periodi precedenti, prosegue la crescita delle famiglie senza nuclei, prevalentemente costituite da una sola persona, e la diminuzione dell’ammontare complessivo delle coppie con figli

Tenendo conto che il 5,2% delle famiglie hanno cambiato abitazione nel 2008, possiamo stimare che abbiano cambiato abitazione circa 1,230 milioni di famiglie, il che significa più di 3 milioni di persone. E questo nonostante la elevatissima percentuale di famiglie che hanno la propria abitazione di proprietà, elemento che certo costituisce elemento di freno della mobilità.

Le migrazioni interne dovute a cambio di abitazione sono, quindi, tutt’altro che trascurabili, anche in prospettiva considerando le aspettative/speranze di cambiare casa che coinvolgono il 7,9% delle famiglie, un po’ meno della metà di coloro che vivono in affitto.

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Famiglie per titolo di godimento dell’abitazionein cui vivono, 2008

Area o tipo di comune % che vive in proprietà % che vive in affitto

Nord-ovest 71.4 20.5

Nord-est 74.8 17.2

Centro 72.9 17.5

Sud 71.3 19.1

Isole 72.5 15.3

Centro area metropolitana 64.8 27.0

Periferia area metropolitana 70.2 21.4

Comuni fino a 2000 ab. 79.4 10.2

Da 2001 a 10000 76.7 13.5

Da 10001 a 50000 73.8 16.7

50001 e più 71.3 20.0

Italia 72.5 18.4

Fonte: Istat, La vita quotidiana nel 2008, Roma 2010

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I giovani italiani oggiDistribuzione degli intervistati per disponibilità allo spostamento.

Anno 2006

Lavorerebbe…… Sesso

Totale Maschi Femmine

Esclusivamente nel mio comune 18,8 33,1 28,4 In un comune diverso da quello dove vive dal quale poter rientrare giornalmente

37,8 47,9 44,6

In un comune diverso da quello dove vive dal quale poter rientrare nel fine settimana

18,1 23,7 21,9

Anche nel resto d'Italia 42,3 26,2 31,5 Anche in un altro paese europeo 23,0 14,9 17,6 Anche in un altro paese non europeo 12,4 8,3 9,7

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I giovani italiani oggiDistribuzione di coloro che già lavorano per luogo dove sarebbero disposti a trasferirsi e per sesso. Valori percentuali . Anno 2006

Trasferirsi… Sesso

Totale Maschi Femmine

In nessuna parte 26,1 29,9 27,8 In un comune diverso da quello dove vive dal quale poter rientrare giornalmente

33,8 32,3 33,1

In un comune diverso da quello dove vive dal quale poter rientrare nel fine settimana

29,0 24,2 26,9

Anche nel resto d'Italia 38,6 33,4 36,3 Anche in un altro paese europeo 25,9 19,8 23,2 Anche in un altro paese non europeo 23,1 11,1 17,8

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I giovani italiani oggi

Ripartizione di residenza

Provincia di dimora abituale Stessa

provincia Altra provincia della

stessa regione Provincia di altra regione della stessa ripartizione

Provincia di diversa ripartizione

Totale

Nord Ovest 96,6 2,5 0,4 0,5 100,0 Nord Est 94,9 1,8 1,5 1,8 100,0 Centro 96,0 1,1 1,8 1,1 100,0 Sud 95,3 0,6 0,4 3,7 100,0 Isole 95,0 1,9 - 3,1 100,0 Totale 95,7 1,5 0,8 2,1 100,0

Distribuzione di coloro che cercano lavoro per ripartizione di residenza eluogo del comune dove andrebbero a lavorare e per sesso. Valori percentuali. Anno 2006

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Una valutazione dei movimenti migratori interni che hanno

comportato un cambio di residenza tra comuni

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Fonte: A. Golini, Distribuzione della popolazione, migrazioni interne e urbanizzazione in Italia, Roma, 1974

La situazione di 40-55 anni fa: la meridionalizzazione e la venetizzazione della popolazione italiana

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Iscritti/Cancellati per trasferimento di residenza. Anni 1981-2007

900

1.000

1.100

1.200

1.300

1.400

1.500

iscr 1.2861.3221.2421.2031.206 1.164 1.118 1.115 1.126 1.138 1.0421.095 1.115 1.110 1.110 1.096 1.1531.200 1.219 1.272 1.133 1.224 1.216 1.3111.3221.3681.380

81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07

Fonte: ns. elaborazione dati ISTAT

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Nel 2007 (in base al volume Istat su Movimento migratorio, appena reso disponibile) sono stati registrati quasi 1 milione e 380 mila trasferimenti di residenza tra comuni italiani. Il valore appare in crescita sia rispetto all'anno precedente (+0,8 per cento) sia rispetto al 2005 (+4,4 per cento).

I movimenti registrati nel 2007 sono avvenuti in maggioranza tra comuni appartenenti alla stessa provincia (853 mila, pari al 61,8 per cento), seguiti dai movimenti interregionali (334 mila, pari al 24,2 per cento) e da quelli all'interno dei confini regionali ma tra province diverse (193 mila, pari al 14,0 per cento).

Non c’è traccia, purtroppo dei movimenti avvenuti all’interno dello stesso comune

Alla luce di queste cifre, ci pare che abbia ragione De Santis (2008) quando afferma che questo è di nuovo un periodo di grande mobilità, nella quale va ovviamente considerata anche la mobilità degli stranieri residenti.

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La mobilità negli anni recenti

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

700.000

800.000

900.000

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

intraprovinciali Da province della stessa regione Da province di altre regioni

Iscritti per trasferimento di residenza intraprovinciali, intraregionali e interregionale. Anni 1998-2007

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La mobilità in Italia

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

1955

1956

1957

1958

1959

1960

1961

1962

1963

1964

1965

1966

1967

1968

1969

1970

1971

1972

1973

1974

1975

1976

1977

1978

1979

1980

1981

1982

1983

1984

1985

1986

1987

1988

1989

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

ALL'INTERNO DELLA REGIONE TRA REGIONI DIVERSE TOTALE

*Dati 2008 provvisoriFonte: ISTAT

Iscritti, tassi per 1000 abitanti, per trasferimento di residenza intraregionale e interregionale. Anni 1955-2008

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La mobilità per ripartizione

Iscritti per trasferimento di residenza per ripartizione di destinazione.

Anni 1981-2007. Valori percentuali e in migliaia

Nord

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Da province di altreregioni

172 125 186 168 175 165 175 170 176 174

Da province stessaregione

85 89 89 82 91 90 101 101 110 110

Intraprovinciali 402 422 426 378 425 425 478 479 509 514

98 99 00 01 02 03 04 05 06 07

Centro

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Da province di altreregioni

69 50 86 72 74 73 74 74 75 74

Da province dellastessa regione

31 30 36 30 33 33 35 38 38 37

Intraprovinciali 106 105 122 107 112 115 125 137 133 132

98 99 00 01 02 03 04 05 06 07

Mezzogiorno

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Da province di altreregioni

84 160 110 80 88 88 87 87 87 86

Da province dellastessa regione

42 40 41 36 38 39 40 41 44 47

Intraprovinciali 209 196 199 179 187 190 196 195 196 207

98 99 00 01 02 03 04 05 06 07

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La mobilità per ripartizione

Cancellazione per trasferimento di residenza per ripartizione di origine.

Anni 1981-2007. Valori percentuali in migliaia

Nord

0%

20%

40%

60%

80%

100%

per altre province di altreregioni

332 312 365 326 356 357 391 390 407 408

Da province stessaregione

85 89 89 82 91 90 101 101 110 110

Intraprovinciali 402 422 426 378 425 425 478 479 509 514

98 99 00 01 02 03 04 05 06 07

Centro

0%

20%

40%

60%

80%

100%

per altre province di altreregioni

205 186 243 209 219 220 234 250 246 242

Da province della stessaregione

31 30 36 30 33 33 35 38 38 37

Intraprovinciali 106 105 122 107 112 115 125 137 133 132

98 99 00 01 02 03 04 05 06 07

Sud

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

per altre province di altreregioni

335 397 349 296 314 316 323 323 327 340

Da province della stessaregione

42 40 41 36 38 39 40 41 44 47

Intraprovinciali 209 196 199 179 187 190 196 195 196 207

98 99 00 01 02 03 04 05 06 07

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Mezzogiorno

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

La mobilità negli anni recenti per ripartizione Iscritti per trasferimento di residenza per ripartizione di destinazione per

1000 ab. Anni 1981-2007Nord

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Intraprovinciali Da province della stessa regione

Da province di altre regioni

Centro

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

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La mobilità negli anni recenti per ripartizione Iscritti per 1000 abitanti per trasferimento di residenza per ripartizione di

destinazione. N.I. (base 1998) Anni 1998-2007

AnnoIntra-

provinciali

Da province della stessa

regione

Da province di altre regioni

cancellazioni per altre

province

1998 100,0 100,0 100,0 100,0

1999 104,7 103,5 105,7 104,2

2000 105,5 104,2 107,4 107,7

2001 93,2 94,7 97,0 99,1

2002 104,3 105,5 100,4 107,6

2003 103,2 102,6 93,9 104,6

2004 114,6 113,7 98,1 109,7

2005 113,5 112,7 94,2 106,6

2006 120,0 122,3 97,1 110,7

2007 120,1 120,6 95,1 108,5

1998 100,0 100,0 100,0 100,0

1999 99,4 98,7 102,0 95,7

2000 115,1 116,9 124,3 112,1

2001 100,7 99,0 103,7 95,7

2002 105,7 108,2 106,3 104,4

2003 107,2 104,8 104,2 101,7

2004 115,2 111,7 104,3 104,3

2005 125,3 120,3 104,2 110,3

2006 119,6 117,1 104,2 104,2

2007 116,7 113,5 100,5 100,0

Nord

Centro

AnnoIntra-

provinciali

Da province della stessa

regione

Da province di altre regioni

cancellazioni per altre

province

1998 100,0 100,0 100,0 100,0

1999 94,3 96,0 99,5 105,4

2000 95,9 95,9 105,0 112,3

2001 86,3 86,9 96,0 98,8

2002 90,3 91,0 105,5 99,5

2003 91,0 91,4 104,8 94,2

2004 93,6 95,1 103,4 93,6

2005 93,1 96,1 102,9 89,5

2006 93,5 104,4 102,6 91,8

2007 98,6 109,8 101,7 90,9

Mezzogiorno

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Mezzogiorno

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Mezzogiorno

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Nord

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Intraprovinciali Da province della stessa regione

Da province di altre regioni

Nord

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Intraprovinciali per province della stessa regione

per altre regioni

Centro

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Centro

0,00

5,00

10,00

15,00

20,00

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Iscritti e cancel-lati per trasfe-rimento di resi-denza per tipolo-gia per 1000 ab. Anni 1981-2007

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Un nuovo ritardo del Mezzogiorno

Ha ragione Bonifazi (2009) quando dice che costituisce un importante segnale socio-economico la diminuzione della mobilità di breve raggio nel Mezzogiorno e la sua ridotta intensità, a confronto per esempio con quella del Nord-est.

Costituisce infatti testimonianza di una mancata diffusa vitalità economica, di una mancanza di facili e comode infrastrutture, oltre che di un territorio ingrato.

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Saldi migratori interregionali, 1991 – 2007

Fonte: C. Conti per i primi due periodi; nostra elaborazione per il 2007

1991

2002

2007

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Saldi migratori interregionali, 2007Fonte: nostra elaborazione su dati Istat

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Saldo migratorio del Mezzogiorno

Saldo migratorio tra il Mezzogiorno e il Centro-Nord

-90

-80

-70

-60

-50

-40

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

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Ancora il ritardo del Mezzogiorno

Non ce la sentiamo di condividere del tutto quanto dice Livi Bacci (2007) che “non siamo di fronte a un nuovo boom della migrazione interna che … appare in sostenuto declino”, perché negli ultimi anni ci pare invece sostanzialmente e negativamente stabile, anche se certo non ai livelli di un tempo. E invece lo condividiamo del tutto quando dice “mobilità e migrazioni sono una componente fisiologica e positiva della vita sociale ed economica se frutto di scelta e non di costrizione”.

Ci pare che siamo ancora, dopo 150 anni di unità, in una fase di diffusa costrizione.

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Saldi migratori interregionali Sud-Nord nei Sistemi Locali del Lavoro(saldo medio del quadriennio 2002-2005 per 10.000 abitanti)

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Migrazione interne italiani-stranieri Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per trasferimento di residenza per

cittadinanza. Anni 1998-2007

anno italiani stranieri % italiani % stranieri

1.988 1.104 11 99,0 1,01.989 1.112 14 98,8 1,21.990 1.118 19 98,3 1,71.991 1.019 23 97,8 2,21.992 1.071 24 97,8 2,21.993 1.094 21 98,1 1,91.994 1.086 24 97,9 2,11.995 1.069 41 96,3 3,71.996 1.052 44 96,0 4,01.997 1.099 54 95,3 4,71.998 1.131 69 94,3 5,71.999 1.145 74 93,9 6,12.000 1.184 88 93,1 6,92.001 1.040 93 91,8 8,22.002 1.115 109 91,1 8,92.003 1.101 115 90,6 9,42.004 1.149 162 87,7 12,32.005 1.136 185 86,0 14,02.006 1.164 204 85,1 14,92.007 1.176 204 85,2 14,8

75,0

80,0

85,0

90,0

95,0

100,0

900

1.000

1.100

1.200

1.300

1.400

1.500

% italiani % stranieri iscr

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Tassi annui di variazione percentuale del PIL

Tassi annui di variazione percentuale del PIL

Fonte: Rapporto Svimez 2009 sull’economia del mezzogiorno

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La mobilità dei 96.000 laureati del Sud

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Variazione assoluta degli occupati e dei disoccupati nel Mezzogiorno e nel Centro-Nord nei primi due trimestri del 2009

Fonte: Rapporto Svimez 2009 sull’economia del mezzogiorno

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Migrazioni interne del tutto particolari. La mobilità dei pazienti tra le regioni, 2005

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Conclusioni 1/9

A giudicare dai dati l’Italia è un paese caratterizzato da grande mobilità migratoria, non solo con l’estero ma anche all’interno.

Il territorio è infatti caratterizzato da una serie fittissima di traiettorie migratorie principalmente legate, come è ben noto e come si è visto, alla residenza, allo studio e al lavoro.

Difficile immaginare quali possano essere le prospettive.

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Conclusioni 2/9Per quanto riguarda la residenza,

bisogna tener conto che lo stile di vita urbano si è esteso su tutto il territorio, che sono crescenti le diseconomie del vivere nei grandi centri, che prevale la città diffusa, che un fortissimo spopolamento montano e rurale si è già avuto, ma soprattutto che la tecnologia ha spezzato la “cinta muraria” che faceva della città il luogo esclusivo della civiltà contemporanea. E’ quindi praticamente finito il processo di urbanizzazione in quanto tale, legato allo stile di vita urbano.

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Conclusioni 3/9E’ assai difficoltoso valutare il possibile futuro

della mobilità per residenza, quale cioè possa essere l’impatto:

– della crisi economica corrente, in particolare di quella occupazionale;

– dell’attuazione o meno delle aree metropolitane;– della realizzazione e diffusione di grandi e veloci vie di

comunicazione reali e virtuali; – dell’attuazione del piano casa e di un eventuale piano di

edilizia popolare;– di ulteriore abusivismo edilizio e di eventuali ulteriori

condoni;– delle tendenze socio-demografiche con particolare

riguardo alla età in cui si va in unione, all’età alla procreazione e al numero di figli, alla rottura e ricomposizione delle unioni, alla durata della vita e alla struttura dei servizi socio-assistenziali per i vecchi, alla qualità della vita nel periodo in cui si è ritirati dal lavoro.

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Conclusioni 4/9

Per quanto riguarda lo studio, la mobilità del breve periodo sarà condizionata:

– dalla riforma in atto delle scuole medie superiori e dalle conseguenti localizzazioni di licei e scuole professionali;

– dalla ristrutturazione profonda che si sta avendo nell’Università e che comporta una forte riduzione (che noi giudichiamo positiva) delle sedi universitarie sul territorio;

– dalla riuscita di una politica di alloggi low-cost nelle maggiori sedi universitarie;

– dalla competitività degli Atenei e quindi dalla loro capacità attrattiva.

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Conclusioni 5/9

Per quanto riguarda il lavoro, bisogna tener conto che nel nostro Paese la quota di addetti all’agricoltura è ormai ridottissima, che le grandi fabbriche e gli agglomerati industriali sembrano essere antieconomici, e quindi tramontati, che l’occupazione sembra concentrarsi sempre di più nei servizi, in specie di quelli alla persona.

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Conclusioni 6/9Nel futuro di breve-medio periodo la mobilità da lavoro sarà condizionata:

– dalla crisi economica corrente, in particolare di quella occupazionale;

– dalla realizzazione e diffusione di grandi e veloci vie di comunicazione reali e virtuali;

– dall’ampiezza e dalla durata dello squilibrio quantitativo e-o qualitativo tra domanda e offerta di lavoro tra aree forti e aree deboli, tenendo anche conto del crescente impiego di robot;

– dall’ampiezza e dalla durata dello squilibrio tra domanda e offerta di lavoro in particolare per i giovani;

– dall’ampiezza e dalla durata dell’afflusso di immigrati stranieri, dalla loro localizzazione e dalla loro integrazione.

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Conclusioni 7/9

Tutti i punti precedenti saranno fortemente condizionati dalla politica e dalla sua capacità di produrre e attuare piani intercomunali e piani interregionali (e finanche internazionali) di gestione del territorio, con riguardo, quindi, agli insediamenti residenziali, a quelli produttivi e alle infrastrutture.

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Conclusioni 8/9

Rilevanti per gli effetti sulla mobilità saranno anche gli investimenti per la salvaguardia e il pieno recupero dei centri storici e dei piccoli comuni assoggettati e soggetti a spopolamento, ma anche l’evoluzione di tendenze socio-culturali fra cui di grande rilievo è la valorizzazione del locale come reazione/risposta al globale.

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Conclusioni 9/9La politica dovrebbe essere in grado di

individuare e attuare il giusto equilibrio tra le esigenze individuali - anche tenendo conto della storia e della tradizione - le esigenze collettive - con particolare riguardo a quelle produttive ed educative - e le esigenze del territorio stesso - con particolare riguardo alla salvaguardia ambientale.

Compito difficilissimo per un Paese dagli oltre 8.000 comuni e dalle 20 regioni i cui confini, degli uni e delle altre, costituiscono molto spesso invalicabili frontiere amministrative e burocratiche.

Continueremo ad avere mobilità e insediamenti senza adeguate reti di riferimento? Avremo a livello locale limitazioni di mobilità in conseguenza del federalismo e dei grandi mutamenti demografici ed economici (Golini e Di Bartolomeo, 2010) a livello territoriale conseguenti alla immigrazione straniera?