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FILIERA LOCALE DEL RIUSO
Michele Mogno
Movimento Decrescita Felice Venezia
Domenica 27 aprile 2014
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La gestione dei rifiuti ha una gerarchia ben delineata:
1.PREVENZIONE2.RIUTILIZZO3.RICICLO4.RECUPERO DI ENERGIA5.DISCARICA
Tale gerarchia deve essere realizzata dalla politica e dalla normativa, sia a livello di Unione che di singoli Stati membri
LA NORMATIVA (EUROPEA E NAZIONALE)
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IL RIUSO NON E’ UNA PRATICA DA INVENTARE A TAVOLINO…
ESISTE INFATTI UN SETTORE DI RIFERIMENTO:
IL MERCATO DELL’USATO (Baby Bazaar, Mercatopoli, Mercatino, ecc.)
IL RIUSO ESISTE GIA’
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L’obiettivo consiste nel creare
UNA SINERGIA TRA PUBBLICO E PRIVATO PER STRUTTURARE UNA
FILIERA LOCALE DEL RIUSO ECONOMICAMENTE SOSTENIBILE
cioè basata su regole di mercato
In estrema sintesi si tratta diCREARE UN IMPIANTO DI PREPARAZIONE
ALRIUTILIZZO, in cui i prodotti verranno sottoposti ad operazioni di cernita, igienizzazione, controllo e
classificazione propedeutiche necessarie per lo
stoccaggio e la messa in vendita.ecc.)
SINERGIA PUBBLICO - PRIVATO
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POTENZIALITA’ DEL TERRITORIO DEL MIRANESE 140.000 ab.(*)
500.000 €/anno il valore al dettaglio del potenziale riusabile
250 ton/anno è il quantitativo di rifiuti avviati a riutilizzo
È bene precisare che si tratta di cifre puramente indicative di un ordine di grandezza e che per lo sviluppo di una progettualità sarà necessario effettuare degli
studi ad hoc sui flussi e le condizioni di mercato.(*) Riproporzionando i dati della Coop INSIEME di Vicenza resi pubblici nella reportistica
del progetto Life+ Ambiente ENVIT277 PRISCA e ipotizzando che le caratteristiche di flusso e di mercato siano analoghe in virtù della vicinanza dei territori a confronto.
POTENZIALITÀ DEL MIRANESE
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AMBIENTALE, risparmio materie prime, minor uso
discariche, minor inquinamento, ecc.
SOCIALE, “sostenere il potere d’acquisto” delle fasce
coinvolte nell’attuale recessione
OCCUPAZIONALE, creare posti di lavoro per persone
svantaggiate
MACRO OBIETTIVI
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IN SINTESI SI TRATTA DI CREARE UN IMPRESA SOCIALE che gestisca in modo industriale le seguenti fasi:
1.UN SISTEMA DI APPROVIGIONAMENTO DEI PRODOTTI c/o gli ecocentri, sgombri, donazioni
2.UNA LOGISTICA che possa fungere da centro di smistamento e vendita all’ingrosso
3.UNA RETE COMMERCIALE che garantisca un flusso costante 4.UN PUNTO VENDITA gestito per la vendita diretta
IMPRESA SOCIALE
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che vada a rilevare e a mettere in relazione:
POTENZIALITA’ DI APPROVIGIONAMENTO
cioè le tipologie di prodotti intercettabili presso gli ecocentriQuantità, loro stato e stagionalità dei flussi
POTENZIALITA’ DEI CANALI DI VENDITA
e relative tipologie di prodotti richiesti nei vari canali di vendita,quantità assorbibili e in quali periodi.
VERIFICARE EVENTUALI AGEVOLAZIONI PER LO START UP es. affitto capannone a prezzo agevolato,
tassi agevolati, contributi vari enti, ecc.
IL PRIMO PASSO: UN BUSSINES PLAN
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NEGOZI CONTO TERZI (*)
BOTTEGHE DI RIGATTERIA
OPERATORI AMBULANTI
CONTAINER PER PAESI TERZI
CLIENTI FINALI (VENDITA DIRETTA)
ENTI DI SOLIDARIETA’ (*) negozi prevalentemente in franchising
GLI SBOCCHI COMMERICALI
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I SCENARI POSSIBILI
Vendita di tutti i beni in buono stato
VENDITA (all’ingrosso e al dettaglio) E RIPARAZIONE
N. 1 N. 2 N. 3 N.4 N.5
VENDITA ALL'INGROSSO DI BENI NEL SETTORE DEL USATO LOCALE
X X X X X
E PRODUTTIVAMENTE RIPARABILI
X X X
VENDITA AL DETTAGLIO DI BENI
X X X
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ALCUNI NUMERI ORIENTATIVI
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Considerando che la massimizzazione del potenziale del riutilizzo avviene non solo con la commercializzazione delle frazioni più redditive ma anche
grazie a operazioni di riparazione che spesso
non generano utili significativi, si reputa che il soggetto attuatore ideale
siano le cooperative sociali, che per loro missione hanno come obiettivo l’impiego di manodopera
svantaggiata e non l’ottenimento di utili economici.
GRATIFICAZIONE IL VERO UTILE SOCIALE
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I soggetti interessati alla filiera sono
ENTI LOCALI
AZIENDE DI IGIENE URBANA
SOGGETTO ATTUATORE
OPERATORI DELL’USATO
CITTADINI
ENTI DI SOLIDARIETA’
GLI STAKEHOLDER
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Perché la filiera sia economicamente sostenibile
UNA VARIABILE IMPORTANTE E’ LA SENSIBILITA’ E IL LIVELLO CULTURALE dei cittadini in
quanto questi devono essere disponibili:
…ad acquistare prodotti usati…a pagarli ad un prezzo giusto,
cioè attribuendogli anche il valore ambientale (meno spreco di risorse, meno
inquinamento,ecc.) e il valore sociale (lavoro persone svantaggiate).
SENSIBILITA'
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Per avviare la filiera locale sono necessari anni.
COSA FARE NEL FRATTEMPO?BISOGNA INIZIARE A CREARE IL SUBSTRATO CULTURALE CHE E’INDISPENSABILE AFFINCHE’
QUESTA PROGETTO POSSA REGGERSI ECONOMICAMENTE Cioè bisogna cominciare a “creare la
domanda”, promuovendo la cultura del riuso e pubblicizzando le varie realtà attuali per
attuarla:negozi dell’usato, usato on line, baratto asincrono, ecc.
IL RUOLO DELL’ENTE PUBBLICO
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..per costruire la filiera locale del riuso.1.Analisi del flusso di beni riutilizzabili presenti nei rifiuti urbani 2.Analisi del mercato dell’usato locale 3.Individuazione linee generali del funzionamento del modello nel contesto locale 4.Condivisione con gli stakeholder e accordi di programma 5.Progettazione tecnica (bussines plan)6.Start-up e comunicazione7.Messa a regime del modello
PASSI DA COMPIERE