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a cura di BIM Banca Intermobiliare - Direzione Advisory [email protected] 10 luglio 2012 WeeklyNews i commenti e le analisi qui riportati sono elaborate dalla Direzione Advisory di Banca Intermobiliare 10 luglio 2012 Sommario 01. Quadro macro 02. Mercati azionari 03. Mercati obbligazionari 04. Commodities 05. Mercati valutari Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni , è leader tra le società italiane specializzate nelle attività di private banking. Quotata alla Borsa Italiana dal 1991, fa parte del Gruppo Bancario Veneto Banca. Al 30 settembre 2011, Banca Intermobiliare ha circa 14 miliardi di euro di patrimoni amministrati e gestiti, circa 900 dipendenti ed è presente nelle principali città italiane con 29 filiali e circa 200 Private Bankers con esperienza pluriennale nell'ambito della consulenza finanziaria. Banca Intermobiliare controlla, tra l’altro, Symphonia sgr - società leader in Italia nella gestione di portafoglio - e Banca IPIBI Financial Advisory S.p.A. Il Punto “I voti si pesano e non si contano” La riunione dell’Eurogruppo di ieri si è conclusa con qualche importante passo avanti (soprattutto dopo i tentennamenti emersi negli ultimi giorni), seppure senza novità dirompenti: a) è stato dato il via libera sostanziale agli aiuti al sistema bancario spagnolo, con una prima tranche da 30 mld in luglio (l’approvazione formale dell’intervento è prevista per il prossimo 20 luglio); alla Spagna è stato concesso anche maggior tempo (dal 2013 al 2014) per centrare l’obiettivo di rientro del deficit al di sotto del 3%; b) è stato ribadito l’uso flessibile ed efficiente dei fondi EFSF ed ESM a favore degli Stati che rispettano le raccomandazioni, gli impegni e le tabelle di marcia concordate nel patto di stabilità e di crescita e nelle procedure d’infrazione; a questo scopo l’EFSF ha già firmato un accordo con la BCE per eseguire le operazioni di acquisto dei Titoli di Stato, che al momento saranno però limitate al mercato secondario; va aggiunto che la BCE fungerà esclusivamente da agente, mentre gli acquisti, che dovranno essere richiesti formalmente dal Paese interessato, saranno finanziati solo attingendo alla dotazione limitata dei fondi salva-Stati. Da quest’ultima riunione così come dal precedente summit del 28-29 giugno emerge una indicazione positiva di medio periodo da un lato ed un segnale più debole sul breve termine dall’altro. Le decisioni prese lasciano trasparire la reale intenzione, anche da parte della Germania, di fronteggiare la crisi europea ed arrivare ad una maggiore unione fiscale ed economica, al tempo stesso su un orizzonte di più breve termine gli interventi non sono incisivi (vedi le limitate risorse a disposizione per lo scudo anti spread) e non hanno la repentinità auspicata dagli operatori finanziari. D’altra parte la gradualità e la lentezza del percorso è imposta dalla necessità di trovare l’ormai “famoso” compromesso politico tra l’almeno parziale condivisione del debito e la cessione, sempre parziale, della sovranità nazionale. In uno scenario dominato dall’incertezza i mercati finanziari hanno anche reagito con un certa delusione al taglio dei tassi delle BCE della settimana scorsa: a questo proposito, è chiaro che la politica monetaria delle Banche Centrali dei paesi sviluppati è fortemente espansiva, ma va tenuto presente che potremo assistere ad interventi più aggressivi soltanto con un ulteriore peggioramento di economia e/o mercati . Sul fronte del quadro macro prevalgono i segnali di debolezza, con l’economia statunitense che sta proseguendo sulla strada del rallentamento in scia all’Europa ed alla Cina (vanno in questa direzione la maggior parte delle ultime rilevazioni, in primo luogo l’ISM Manufacturing ed i dati sul mercato del lavoro). In questo contesto, assume una certa rilevanza la earning season

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a cura di BIM Banca Intermobiliare - Direzione Advisory [email protected] 10 luglio 2012

WeeklyNews i commenti e le analisi qui riportati sono elaborate

dalla Direzione Advisory di Banca Intermobiliare

10 luglio 2012

Sommario

01. Quadro macro

02. Mercati azionari

03. Mercati obbligazionari

04. Commodities

05. Mercati valutari

Bim, Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni, è leader tra le società italiane specializzate nelle attività di private banking. Quotata alla Borsa Italiana dal 1991, fa parte del Gruppo Bancario Veneto Banca. Al 30 settembre 2011, Banca Intermobiliare ha circa 14 miliardi di euro di patrimoni amministrati e gestiti, circa 900 dipendenti ed è presente nelle principali città italiane con 29 filiali e circa 200 Private Bankers con esperienza pluriennale nell'ambito della consulenza finanziaria. Banca Intermobiliare controlla, tra l’altro, Symphonia sgr - società leader in Italia nella gestione di portafoglio - e Banca IPIBI Financial Advisory S.p.A.

Il Punto

“I voti si pesano e non si contano”

La riunione dell’Eurogruppo di ieri si è conclusa con qualche importante passo avanti (soprattutto dopo i tentennamenti emersi negli ultimi

giorni), seppure senza novità dirompenti: a) è stato dato il via libera sostanziale agli aiuti al sistema bancario spagnolo, con una prima tranche da 30 mld in luglio (l’approvazione formale dell’intervento è prevista per il prossimo 20 luglio); alla Spagna è stato concesso anche maggior tempo (dal 2013 al 2014) per centrare l’obiettivo di rientro del deficit al di sotto del 3%; b) è

stato ribadito l’uso flessibile ed efficiente dei fondi EFSF ed ESM a favore degli Stati che rispettano le raccomandazioni, gli impegni e le tabelle di marcia concordate nel patto di stabilità e di crescita e nelle procedure d’infrazione; a questo scopo l’EFSF ha già firmato un accordo con la BCE per eseguire le operazioni di acquisto dei Titoli di Stato, che al momento saranno però limitate al mercato secondario; va aggiunto che la BCE fungerà esclusivamente da agente, mentre gli acquisti, che dovranno essere richiesti formalmente dal Paese interessato, saranno finanziati solo attingendo alla dotazione limitata dei fondi salva-Stati.

Da quest’ultima riunione così come dal precedente summit del 28-29 giugno emerge una indicazione positiva di medio periodo da un lato ed un segnale più debole sul breve termine dall’altro. Le decisioni prese lasciano trasparire la reale intenzione, anche da parte della Germania, di fronteggiare la crisi europea ed arrivare ad una maggiore unione fiscale ed economica, al tempo stesso su un orizzonte di più breve termine gli interventi non sono incisivi (vedi le limitate risorse a disposizione per lo scudo anti spread) e non hanno la repentinità auspicata dagli operatori finanziari. D’altra parte la gradualità e la lentezza del percorso è imposta dalla necessità di trovare l’ormai “famoso” compromesso politico tra l’almeno parziale condivisione del debito e la cessione, sempre parziale, della sovranità nazionale.

In uno scenario dominato dall’incertezza i mercati finanziari hanno anche reagito con un certa delusione al taglio dei tassi delle BCE della settimana scorsa: a questo proposito, è chiaro che la politica monetaria delle Banche Centrali dei paesi sviluppati è fortemente espansiva, ma va tenuto presente che potremo assistere ad interventi più aggressivi soltanto con un ulteriore peggioramento di economia e/o mercati.

Sul fronte del quadro macro prevalgono i segnali di debolezza, con l’economia statunitense che sta proseguendo sulla strada del rallentamento in scia all’Europa ed alla Cina (vanno in questa direzione la maggior parte delle ultime rilevazioni, in primo luogo l’ISM Manufacturing ed i dati sul mercato del lavoro).

In questo contesto, assume una certa rilevanza la earning season

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Il punto

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relativa al 2° trimestre, che ha preso il via ieri negli Stati Uniti con i risultati di Alcoa: sarà importante verificare come le società, soprattutto le multinazionali americane, hanno saputo reagire al rallentamento dell’economia. Le aspettative degli analisti sono state abbassate negli ultimi mesi (dalla fine del 1° trimestre al 30 giugno le previsioni medie sugli utili delle società dello S&P500 sono state tagliate del 3%) e questo dovrebbe limitare il rischio di sorprese negative, anche se il tasso di superamento delle stime dovrebbe collocarsi su livelli nettamente inferiori ai trimestri passati. Soprattutto, è probabile che l’atteggiamento dei vertici aziendali sia molto cauto sulle guidance e, di conseguenza, al di là delle earning surprise sul trimestre appena chiuso, la stagione dei risultati si dovrebbe concludere con una revisione al ribasso delle stime su base annua.

L’attuale fase dei mercati continua ad essere dominata da una estrema incertezza, con i mercati azionari europei ed i bond sovrani periferici che sono destinati a mantenere una volatilità elevata, mentre la Borsa americana, con una performance da inizio anno nettamente positiva (+7,5% lo S&P500 e +12,5% il Nasdaq), una economia in ulteriore rallentamento e una bassa probabilità di nuovi interventi dalla FED prima dell’autunno (salvo deterioramento dello scenario), si presenta piuttosto vulnerabile nel breve termine. Ora che la finestra di intervento della politica monetaria sta per chiudersi ed in assenza di novità importanti a breve sulla scena politica europea, il rischio è che l’attenzione dei mercati torni alla dinamica macroeconomica. Il cambio di focus dalle decisioni di policy al ciclo macroeconomico debole giustifica a nostro parere una riduzione del peso dell’azionario. Riteniamo preferibile cercare rendimenti decorrelati aumentando l’esposizione su strategie absolute return, mentre la view sul dollaro rimane caratterizzata da rischi asimmetrici di apprezzamento della valuta americana.

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1.1

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1. Quadro macro La riunione della BCE si è chiusa con l’atteso taglio dei tassi di 25 punti base, allo 0,75%, sulla base degli aumentati rischi verso il basso per l’economia europea. Nel discorso post riunione Draghi ha però escluso per il momento nuove misure straordinarie di liquidità a sostegno dell’economia.

Area Euro La seconda lettura dell’indice PMI composito di giugno relativo all’area Euro ha visto una revisione al rialzo di 4 decimi, da 46 a 46,4; la revisione della prima stima è arrivata grazie al contributo di entrambi i dati settoriale, sia il PMI manifatturiero (+3 decimi la seconda lettura) che quello relativo ai servizi (+3 decimi a 47,1). I livelli degli indici, comunque, rimangono in linea con un Pil 2Q in calo di circa 1 punto percentuale anno su anno. A livello di singoli paesi, la sorpresa positiva arriva in toto dalla Francia, dove il PMI servizi è stato rivisto da 47,3 a 47,9; movimento inverso per il PMI servizi tedesco, rivisto a 49,9 da 50,3. Per quanto riguarda l’Italia, la prima lettura del PMI servizi di giugno ha visto il dato migliorare da 42,8 a 43,1.

Il dato generale sulle vendite al dettaglio nell’area Euro di maggio è stato migliore delle attese, facendo segnare un +0,6% m/m che ha portato il dato annuale a -1,7% (da -3,4%). A livello di componenti il rimbalzo è stato guidato dal settore non alimentare, mentre per quanto riguarda i singoli paesi si sono visti recuperi nei paesi periferici e in Francia. I consumi, comunque, rimangono su livelli deboli, senza particolari prospettive di miglioramento come indicato dalle indagini di sentiment.

I dati sulla produzione industriale di maggio sono stati abbastanza positivi, con un rimbalzo inatteso in Germania e Italia e un calo in Francia. Partendo dalla maggiore economia europea, l’output dell’industria ha mostrato un progresso mensile dell’1,6%, nonostante un contributo negativo del settore energetico; il rimbalzo della produzione dopo la debacle di aprile (-2,1% m/m) lascia comunque sostanzialmente inalterato il quadro di un secondo trimestre di difficoltà, anche per la Germania. Buono per l’industria teutonica anche il dato sugli ordinativi di maggio, +0,6% m/m, con una contrazione degli ordini interni controbilanciata da una sorprendente tenuta degli ordini dagli altri paesi europei. Rimbalzo inatteso anche per la produzione industriale italiana, +0,8% m/m dopo il -2% di aprile. Buona la performance di quasi tutti i settori, ad eccezione di quella automobilistico come evidenziato dai numeri di vendita di Fiat. Per quanto riguarda la Francia, infine, la serie (molto volatile) ha mostrato un calo dell’1,9% mensile, legato in parte al crollo delle industrie legate a elettricità e gas (-9% m/m, la vera fonte di volatilità del dato).

Peggiora leggermente a luglio l’indice Sentix della fiducia degli investitori europei, a -29,6; ferma la componente situazione corrente, a pesare sul dato è stato il calo delle aspettative.

Stati Uniti Praticamente solo i dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti.

Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono tornate a scendere sotto quota 380 mila unità (-14k a 374 k), mentre le richieste continue sono state stabili a circa 3,3 mln.

Sotto le attese invece l’employment report di giugno, ancora una volta deludente. Lo scorso mese il mercato del lavoro americano ha creato 80 mila nuovi posti, 10 mila in meno del consensus, lasciando il tasso di disoccupazione inalterato all’8,2%. Il dato di giugno ha portato la media del 2Q a 78 mila, in forte rallentamento da un 1Q a 225 mila nuovi posti creati in media; il calo, in parte spiegato dall’anomalo clima favorevole dei primi mesi dell’anno, testimonia il rallentamento dell’economia americana negli ultimi mesi. Con questi livelli di crescita (circa 2% t/t annualizzato) la scarsa creazione di posti di lavoro non permette alla disoccupazione di scendere: con questo scenario la Fed interverrà con nuove misure di stimolo monetario (QE3) per favorire l’economia.

L’indice ISM non manifatturiero è sceso a giugno a 52,1, da 53,7, leggermente sotto alle stime di consensus, toccando i minimi da inizio 2010. Il dato conferma il momento di rallentamento dell’economia, pur senza segnalare pericoli di recessione.

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2.1

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2. Mercati azionari

ITALIA Price % 5 day % YTD

FTSE Italia 14,874 -3.7 -6.2

FTSE Mib 13,912 -4.0 -7.8

EUROPA

DAX 6,456 -1.9 9.5

CAC 40 3,186 -2.6 0.8

FTSE 100 5,666 -0.4 1.7

SMI 6,197 0.1 4.4

DJ STOXX 600 256 -0.5 4.7

USA

S&P 500 1,354 -0.8 7.7

NASDAQ 2,926 -0.9 12.3

DOW JONES 12,742 -1.0 4.3

ASIA

NIKKEI 225 8,897 -2.3 4.8

HANG SENG 19,428 -1.7 5.2

SHANGHAI COMP 2,171 -2.9 -1.6

SENSEX Index 17,392 1.1 14.0

MIGLIORI 6 Price % 5 day % YTD

DJS Fd&Bvr 439 1.4 14.2

DJS Pr &Ho Gd 484 1.2 14.5

DJS Hea Care 469 0.8 7.9

DJS Media 170 0.4 5.1

DJS Indus Gd 299 0.3 7.7

DJS Telecom 243 0.1 -3.7

DJS Trv&Lsr 129 0.0 14.0

PEGGIORI 6

DJS Banks 130 -3.2 -0.6

DJS Tech 186 -2.6 0.6

DJS Cns&Mat 230 -2.2 2.7

DJS Chem 560 -1.8 9.4

DJS Insur 142 -1.8 8.1

DJS Aut&Prt 283 -1.2 11.2

MIGLIORI 6 Price % 5 day % YTD

Commercial Printings 45 6.9 -13.5

Airlines 92 4.2 13.3

Cons. Materials 83 3.6 5.1

Apparel Retail 894 3.6 29.2

Computer Hardware 1,157 3.2 40.0

Motorcycle Manuf. 135 3.2 21.6

PEGGIORI 6

Application Software 40 -6.8 15.0

Semiconductors Equip. 240 -5.9 -3.1

Other Div. Fin. Serv. 32 -5.5 9.3

Agricultural Products 475 -5.3 -3.8

Broadcast & Cable Tv 405 -4.6 21.5

INDICI AZIONARI

SETTORI EUROPA

SETTORI USA

Analisi tecnica

L’S&P500 si mantiene in territorio positivo al di sopra delle medie mobili di breve e medio periodo, le quali stanno effettuando un “golden cross” rialzista.

Dal minimo registrato il 4 giugno a quota 1266.74, l’indice americano si è mosso all’interno di un canale rialzista fino a registrare un massimo recente a quota 1374.81 (3 luglio). Attualmente, la parete superiore del canale rappresenta l’importante resistenza dinamica che sta ostacolando il rialzo delle quotazioni. Sulla parte bassa, invece, segnaliamo il supporto dinamico costituito dalla parete inferiore del canale citato e, successivamente, l’area 1300 – 1289 (38.2% Fibonacci).

In seguito alla rottura marginale del livello 14300 attraverso i recenti massimi in area 14516, il Ftsemib è poi ritracciato facendo rientrare le quotazioni all’interno del canale crescente tracciato a partire dai minimi archiviati a cavallo tra maggio e giugno. Sulla forza un eventuale prosecuzione del rialzo sopra 14500 individua nella soglia 15000 un’ostica e significativa resistenza livello statico e presenza della media mobile a 200 giorni). Sulla debolezza, invece, segnaliamo il primo supporto a quota 13600 prima della parete inferiore del canale rialzista.

Indice Supporto Resistenza

S&P500 1340; 1300/1290; 1266 1374; 1400/1422.38

NASDAQ 100 2570; 2515/2500; 2443 2660; 2740; 2800

RUSSELL 2000 770; 750; 729; 708/700; 666 820/830; 847

DJ STOXX 50 2180; 2115; 2050; 2000 2330/2350; 2400

DAX 6300; 6084; 5914/5822 6641; 6875/7000

FTSE MIB ind. 13600; 12900; 12568 14516; 15000; 16000

FTSEMIB

S&P 500

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3.1

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3. Mercati obbligazionari

FUTURES

Price var YTD

US Treasury 30 Y 150.53 5.72

US Treasury 10 Y 134.52 3.39

US Treasury 5 Y 124.47 0.95

US T 2Y 110.20 0.00

GER Buxl 30 Y 135.30 7.36

GER Bund 10 Y 144.03 4.99

GER Bobl 5 Y 127.51 2.40

GER Schatz 2 Y 110.77 0.43

UK Gilt 10 Y 120.55 3.60

FR Btan 10 Y 127.51 2.40

JAPAN 10Y 144.04 1.63

RENDIMENTI

% var YTD

US Govt 30Y Yld 2.62 -0.28

US Govt 10Y Yld 1.51 -0.36

US Govt 5Y Yld 0.63 -0.21

US Govt 2Y Yld 0.27 0.03

GER Govt 30Y Yld 2.18 -0.19

GER Govt 10Y Yld 1.32 -0.51

GER Govt 5Y Yld 0.34 -0.42

GER Govt 2Y Yld 0.00 -0.14

Italy Govt 30Y Yld 6.27 -0.55

Italy Govt 10Y Yld 5.95 -1.16

Italy Govt 5Y Yld 5.40 -0.80

Italy Govt 2Y Yld 3.91 -1.21

UK Govt 10Y Yld 1.59 -0.39

FR Govt 10Y Yld 2.40 -0.75

Jap Govt 10Y Yld 0.80 -0.19

ITRX Generic index

Valore var YTD

ITRAXX Europe 172.5 -0.4

ITRAXX Crossover 677.8 -77.0

Commento

I mercati si prendono una pausa, delusi dall’esito della riunione della BCE di giovedì scorso. L’istituto di Francoforte ha deciso di tagliare i tassi di 0.25 bp, portando il tasso di rifinanziamento al nuovo minimo storico di 0.75% e azzerando il tasso sui depositi, tuttavia, durante la conferenza stampa, Draghi non ha fatto accenno ad eventuali nuove misure non convenzionali. La reazione sui titoli di stato dei paesi periferici è stata brusca. Sulla curva Btp il rendimento sulla scadenza a due anni è salito fino al 3.73%, mentre il decennale ha superato la soglia del 6% per poi rientrare al 5,90% dopo l’Ecofin di ieri che ha confermato l’accordo per la ricapitalizzazione del settore bancario spagnolo che dovrebbe essere approvato in via definitiva nel meeting del prossimo 20 luglio; entro la fine del mese è previsto infatti un primo stanziamento di 30 miliardi di aiuti, mentre i restanti saranno rilasciati molto probabilmente in autunno. E’ stata concessa, inoltre, una proroga di un anno (fino al 2014) alla Spagna per raggiungere l'obiettivo di un rapporto deficit/Pil al 3%. L’intervento diretto dell’ESM sulle banche aumenta i rischi per i subordinati bancari, che saranno quasi sicuramente chiamati a contribuire alla patrimonializzazione delle banche mentre l’idea generale rimane di preservare i creditori senior, cui l’ESM dovrebbe essere parificato.

Analisi tecnica

Deciso il rally che ha caratterizzato il bund nell’ultima settimana. Le quotazioni, infatti, dall’importante sostegno in area 140 si sono spinte repentinamente a rompere al rialzo la resistenza a 142.70 proseguendo il movimento fino a ridosso della soglia 144. Grazie a questo forte recupero il future si trova nuovamente al di sopra delle medie veloci, dando nuovamente adito ad una potenziale riproposizione dei massimi assoluti archiviati a cavallo tra maggio e giugno di quest’anno a quota 146.9. Sulla debolezza segnaliamo la fascia di supporto 142.70 – 142.30, prima dell’importante area 140(nei pressi della quale transita la media mobile a 200 giorni).

Grafico del Bund Future

Indice Supporto Resistenza

BUND FUTURE 142.70/142.30; 139.72; 139 145; 146.89

TBOND 147/146-20; 145; 142 150-20; 153-03

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4.1

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4. Commodities

Price % 5 day % YTD

CRUDE OIL WTI 84.9 1.4 -14.0

CRUDE OIL BRENT 98.7 -1.9 -8.0

NATURAL GAS 2.8 -0.2 -5.7

ORO 1,589.0 -0.5 1.4

ARGENTO 27.1 -0.8 -2.3

PLATINO 1,447 -0.6 3.4

PALLADIO 582.2 0.9 -11.1

RAME 340.6 -1.7 -0.9

ALLUMINIO 1,892 0.9 -5.1

NICKEL 16,117 -2.3 -12.7

PIOMBO 1,866 -0.2 -7.5

ZINCO 1,853 -1.3 1.0

CORN 764.8 10.5 18.4

GRANO 804.0 5.1 21.5

SOIA 1,663 8.2 38.4

RISO 15.0 3.9 2.4

ZUCCHERO 22.8 3.8 -2.1

CAFFE' 181.1 0.5 -20.2

CACAO 2,312 1.3 9.6

COTONE 70.3 -2.8 -23.0

LIVE CATTLE 118.6 -0.6 -3.5

LEAN HOGS 96.2 -0.6 14.2

COMMODITIES

Commento

Le attese di un allentamento monetario da parte della BCE e l’aumento delle tensioni tra la Comunità internazionale e l’Iran hanno favorito, nella prima parte della scorsa settimana, il rally del comparto petrolifero, con il Wti che ha superato gli 87$ al barile e il Brent salito oltre la soglia dei 100$. Tuttavia, la mancata adozione da parte della BCE di nuove politiche monetarie non espansive, unita ai deludenti dati provenienti dal mercato del lavoro USA ha favorito un parziale ritracciamento del comparto. Il report settimanale del DOE, ha evidenziato una diminuzione delle scorte di -4.3 milioni di barili al giorno rispetto ad una diminuzione attesa di 2 milioni. Sul lato dell’offerta, è stato interrotto lo sciopero in atto da 16 giorni in Norvegia, che rischiava di paralizzare la produzione del paese.

Andamento eterogeneo per il comparto dei metalli di base, che da un lato ha beneficiato della diminuzione del clima di risk aversion in seguito alle decisioni dell’Eurogruppo sulla ricapitalizzazione delle banche spagnole, dall’altro è stato penalizzato dai deludenti dati sui PMI di giugno, in particolar modo quello americano. Quotazioni stabili per i metalli preziosi che dopo un iniziale apprezzamento sono stati penalizzati dal rafforzamento del dollaro in seguito alla mancata adozione di politiche monetarie non convenzionali da parte della BCE.

Settimana molto positiva per le materie agricole che continuano a beneficiare dalle avverse condizioni climatiche che stanno colpendo le zone di produzione negli Stati Uniti e in Russia.

Analisi tecnica

La media mobile a 50 giorni, inclinata negativamente, continua ad ostacolare fortemente i tentativi di rialzo da parte del future sull’Oro. Un segnale di positività resta vincolato al superamento della stessa, insieme con la rottura della resistenza posta in area 1630 - 1640 dollari. L’area 1530 dollari l’oncia, invece, costituisce un solido floor per il future: un chiaro segnale ribassista si avrebbe con la perdita di tale area.

Grafico del future sul Gold

Indice Supporto Resistenza

Crude Oil 835.; 81; 77.28; 75.71/74.95 88.98; 92.50; 95

Gold 1547; 1526.70/1523.90 1639.70; 1660; 1700; 1760

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5.1

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5. Mercati valutari

Price % 5 day % YTD

EURUSD Curncy 1.226 -2.8 -5.4

EURGBP Curncy 0.79 -1.6 -5.4

EURJPY Curncy 97.37 -3.3 -2.4

EURCHF Curncy 1.20 -0.0 -1.3

EURCAD Curncy 1.25 -2.1 -5.1

USDJPY Curncy 79.46 -0.5 3.2

USDGBP Curncy 0.64 1.2 0.0

EURZAR Curncy 10.05 -1.5 -4.0

EURTRY Curncy 2.23 -1.7 -8.7

EURPLN Curncy 4.18 -0.4 -6.3

EURHUF Curncy 287.87 1.1 -8.5

EURCZK Curncy 25.40 -0.3 -0.3

EURBRL Curncy 2.49 -1.1 3.0

EURMXN Curncy 16.30 -2.8 -9.7

EURARS Curncy 5.56 -2.6 -0.4

EURVEF Curncy 5.26 -2.8 -5.5

EURCNY Curncy 7.80 -2.6 -4.4

EURINR Curncy 68.05 -0.5 -1.1

EURHKD Curncy 9.50 -2.8 -5.6

EURKRW Curncy 1,397.92 -2.3 -6.9

EURTWD Curncy 36.68 -2.6 -6.6

VALUTE

Commento

Il rally degli asset rischiosi innescato dalla riunione del Consiglio d’Europa del 28-29 giugno si è progressivamente affievolito con il passare dei giorni. I mercati finanziari sono stati rapidi nel realizzare la mancanza di progressi sul fronte dell’Unione Fiscale e la lentezza ed i rischi di esecuzione dell’Unione Bancaria, il principale fronte su cui vi erano state sorprese positive. Anche l’Eurogruppo di lunedì non è stato risolutivo in termini di dettagli sul cosiddetto “scudo anti-spread” tanto sponsorizzato da Italia e Spagna. Alle vicende della crisi del debito sovrano europeo si è poi aggiunta la riunione della BCE che ha tagliato i tassi d’interesse di 25 bp, in linea con le attese ma che ha comunque un importante valore di segnalazione, anche perché il tasso sui depositi è stato azzerato, ed il dato peggiore delle attese sui nonfarm payrolls americani di giugno, che conferma l’idea di un lento deterioramento dell’economia americana. EUR/US$ è stato il principale barometro di questa tensione, con una velocissima discesa dall’area 1,26 post-Consiglio d’Europa all’attuale livello di 1,2250 che non veniva toccato dal giugno 2010. Nonostante gli investitori siano entrati nell’estate con un ampio posizionamento lungo di US$, la valuta americana continua ad essere forte contro tutto tranne lo yen e rimane esposta a rischi asimmetrici di apprezzamento a causa degli sviluppi della crisi europea e della possibilità che una nuova massiccia espansione monetaria possa arrivare prima dall’Europa che dagli Stati Uniti. L’Euro è generalmente debole contro tutte le valute, comprese quelle emergenti e la sterlina, dove pure la Bank of England è la Banca Centrale più aggressiva in termini di espansione monetaria, ma la valuta britannica in questo momento ha un certo valore di “bene rifugio”. Con la finestra dell’intervento di politica monetaria che si chiuderà con il meeting della BOJ il 12 luglio, si apre un possibile “vuoto” per le aspettative di espansione monetaria che dovrebbe continuare a sostenere il US$ nelle prossime settimane.

Analisi tecnica Settimana caratterizzata dal forte apprezzamento del dollaro contro euro. Il biglietto verde, in seguito alla discesa sotto quota 1.2407, ha di fatto ripristinato la tendenza negativa di fondo andando a bucare al ribasso i precedenti minimi assoluti in area 1.228, attraverso un minimo intraday a quota 1.2251 (9 luglio). L’eventuale conferma su candela settimanale della perdita di tali minimi indebolirebbe ulteriormente il quadro tecnico in direzione dell’area 1.2150 prima, e della soglia 1.20 poi.

Grafico Eur/Usd

Indice Supporto Resistenza

EUR/USD 1.2251; 1.2152; 1.20; 1.1877 1.24; 1.25; 1.2748; 1.2835

EUR/CHF 1.19995; 1.18 1.21469

EUR/GBP 0.79; 0.784; 0.769 0.803; 0.813; 0.82; 0.828

USD/JPY 79; 78.60; 77.66;76 80; 80.6; 81.7; 83; 84.18

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a cura di BIM Banca Intermobiliare - Direzione Advisory [email protected]

Legenda

EBITDA Margine operativo lordo, vale a dire il risultato del gruppo prima degli ammortamenti e accantonamenti, della gestione finanziaria e delle imposte.

EBIT Reddito operativo, vale a dire il risultato del gruppo prima della gestione finanziaria e delle imposte.

EV (enterprise value)

Somma della capitalizzazione di mercato e dell’indebitamento finanziario netto. Tale dato viene impiegato nel calcolare i multipli EV/Sales, EV/EBITDA e EV/EBIT.

Dividend yield Rapporto tra il dividendo annuo e il prezzo in chiusura dell’anno dell’azione. È un indicatore del rendimento immediato.

Embedded Value È la somma tra il patrimonio netto rettificato ed il valore del portafoglio in essere. È un elemento centrale per stimare il valore di una compagnia vita, vi è escluso il valore attribuito alle nuove vendite previste per il futuro.

P/E (price/eps)

Rapporto tra prezzo e utile per azione (dove quest’ultimo può essere indicato come eps - earnings per share)

CAGR (compound annual

growth rate)

Tasso di crescita medio annuo, serve a smorzare l’effetto di volatilità dei rendimenti periodici

Book Value Il patrimonio netto (mezzi propri) della società. L’eventuale specificazione “tangible” sta a indicare che il dato è rettificato (in diminuzione) degli avviamenti presenti in bilancio e di eventuali altre poste immateriali.

P/BV Rapporto tra il prezzo e il patrimonio netto della società. Serve per avere un’idea immediata di quanto il mercato valuta il patrimonio netto di un’azienda.

PFN e IFN Sono rispettivamente la posizione e l’indebitamento finanziario netto.

Core Tier 1

Misura della solidità patrimoniale delle banche, determinata come rapporto tra patrimonio netto rettificato (prevalentemente degli avviamenti) e RWA (risk weighted assets), le attività ponderate per il rischio.

Solvency ratio Il rapporto preso a riferimento dall’autorità di vigilanza per verificare i livelli minimi di patrimonializzazione delle compagnie assicurative.

SOP (sum of parts -

somma delle parti)

Metodo di valutazione solitamente impiegato per la valorizzazione dei gruppi conglomerati, che prevede la somma delle singole business units (valutate indipendentemente) al netto delle voci negative di bilancio (indebitamento, fondi pensioni, fondi rischi-spese, etc).

NAV (net asset value)

Metodo di valutazione solitamente impiegato per la valorizzazione delle holdings, che prevede la rettifica della patrimonio netto con le plusvalenze/minusvalenze latenti sulle partecipazioni detenute.

Buy back Operazione realtiva all’acquisto di azioni proprie

VIX Indice che misura la volatilità implicita nelle opzioni dell’indice S&P500.

Asset Swap Spread

Rendimento differenziale in basis points dell’emissione rispetto al corrispondente rendimento sulla curva dei tassi swap. L’Asset Swap Spread è un indicatore immediato della percezione del rischio sulla singola obbligazione: tanto più alto è lo spread tanto più basso è il suo rating implicito.

ITRAXX Europe Appartiene alla famiglia degli indici standardizzati del credito ITRAXX creati e gestiti dalla International Index Company. L’indice Itraxx Europe è costituito dai CDS di 125 emittenti europei investment grade maggiormente liquidi (i componenti sono equi pesati). Vi sono due differenti indici per i CDS a 5 ed a 10 anni; sono disponibili anche sub indici settoriali.

ITRAXX Crossover Composto dai CDS di 50 emittenti europei sub investment grade maggiormente liquidi. Vi sono due differenti indici per i CDS a 5 ed a 10 anni.

CDS (Credit Default

Swap)

Costo della protezione in basis point per coprirsi contro il rischio di default di un determinato emittente. Il costo si intende annuo. Può essere utilizzato come hedging di una posizione in portafoglio o può assumere un’ottica speculativa. Tutti gli scambi avvengono OTC. Il CDS a 5 anni è quello standard (più liquido), ma è possibile ottenere quotazioni per tutta la curva.

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