Webcast & Production - Numero 1

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Autunno 2012 - Supplemento a Broadcast&Production 4/2012 Editore NewBay Media Italy Srl - Direttore Resp. Andrea Rivetta - stampato da Sady Francinetti s.n.c. Ecco la prima pubblicazione dedicata alla tecnologia per lo streaming Audio & Video per tutti, dal mondo Web PUNTOIT MOBILE WEB PRODUCT SHOWCASE SECOND SCREEN

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Soluzioni tecniche per l'audiovisivo via Internet. Dagli editori di Broadcast&Production, la prima pubblicazione dedicata alla tecnologia per lo streaming web.

Transcript of Webcast & Production - Numero 1

Autunno 2012 - Supplemento a Broadcast&Production 4/2012

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Ecco la prima pubblicazione dedicata alla tecnologia per lo streaming

Audio & Video per tutti, dal mondo WebPUNTOIT

MOBILE WEB

PRODUCT SHOWCASE

SECOND SCREEN

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Fabrizio Viscardi (Eutelsat), un decano delbroadcast, che per primavere sulle spalle alMeeting non era secondo a nessuno, hadetto: …“di qui a cinque anni la televisionecome la conosciamo non esisterà più… esono ottimista!”… la cosa singolare è che ditanto parlare nessuno ha avuto il coraggio.Che sia stato il più “anziano” (e chiedo scusaa Viscardi pubblicamente ma cerco di “usar-lo” a proposito) dei circa 70 relatori iscritti aesprimere il concetto è appunto singolare. Trai panel svoltisi durante il Meeting molti sonostati i rappresentanti dei grandi network chehanno espresso le loro opinioni. L’idea gene-rale è che non abbiano ancora capito fino infondo cosa sta succedendo, e questo è un po’preoccupante.

Che ressaSi erano pre registrati in 500 e alla fine sonostati più di 700 gli editori digitali, i videoma-ker e gli appassionati che si sono incontrati aBologna per il meeting nazionale delle webTv e dei media digitali locali. Hanno fornitoun’ampia panoramica sulla Tv del futuro cheoggi è rappresentata da più di 642 web Tv(fino a 6 anni fa erano solo 5 i canali Tvweb!), migliaia di blog e videoblog, migliaiadi portali di informazione locale che informa-no, denunciano, creano relazioni diretta tracittadini e amministrazioni locali.

Un’esplosione inarrestabile sulla quale, comevedremo negli approfondimenti che pubbli-cheremo, occorrerà fare dei distinguo, ma checon l’avvento delle nuove tecnologie (pensia-mo al 4G) sarà il fulcro portante su cui sibaserà la comunicazione nel prossimo futuro.È una “videopartecipazione dal basso”, l’espres-sione di quella parte della società digitalmenteattiva che edita web Tv e riparte dai social net-work e dai dispositivi portatili. Il nuovo setto-re, in controtendenza rispetto al periodo direcessione, vanta percentuali di espansioneannui a due cifre con, a oggi, più di 10.000addetti e un fatturato che viaggia intorno ai 10milioni di euro. Fatturati destinati fisiologica-mente a crescere soprattutto, come vedremoanche in seguito, data la percentuale, inaumento, di investimenti pubblicitari nel setto-re da parte dei grossi Mass Market.

Fitto programmaDurante le tre giornate si è dibattuto su tuttigli aspetti che interessano il settore: dai nuovimodelli di business che il giornalismo digitalelocale sta sviluppando, alle regolamentazioniche saranno necessarie per strutturare il setto-re pur lasciando integra quella sua naturale

propensione “web-free”, all’identificazione deinuovi sistemi produttivi e distributivi, allastandardizzazione dei format e dei linguaggi.Sulle “plenarie” dedicate all’economia dellarete, al giornalismo e le nuove imprese digita-li, alle nuove tipologie di Tv: web, social,mobile, sat, smart e connected, e allo spino-sissimo problema dei diritti d’autore e netneutrality, dedicheremo a breve degli appro-fondimenti.Le Web Tv si sono confrontate in 5 “bar-camp” attraverso i quali hanno potuto condi-videre le loro esperienze, scambiare informa-zioni e allacciare quelle relazioni che risulte-ranno sempre più fondamentali per la crea-zione della “rete delle web Tv”.Di grande richiamo sono state le “lectiomagistralis” tenute da Carmen Lasorella eLoris Mazzetti e le presentazioni dei libri“Wev Land” di Pietro Gaffuri (RAI),“Cambiare pagina” di Luca de Biase e “Inemici della rete” di Arturo Di Corinto.Uno degli ultimi atti del Meeting è stata lapremiazione del Contest “Tv fai-da-web”,promosso dalla cattedra di semiotica deinuovi media dell’Università di Bologna, daAltratv.Tv e da Studio28TV, con il sostegnodella Fondazione Cariplo. Con la motivazione: “Contributi snackpro-gram che raccontano e demistificano congrande ironia la quotidianità lavorativa.Storie che tutti, almeno una volta, abbiamovissuto”, ha vinto il premio di 1.000 euro peril miglior format già realizzato MacchéTv(Milano) con l’ironica web-series che affrontala quotidianità lavorativa “Lo schiavetto”. Ilcontributo di 2.000 euro come miglior for-mat da realizzare è stato assegnato a Fuori Tv(Modena) con “Indovina chi viene a cena?”,che tratta il tema dell’interculturalità attraver-so la differenti tradizioni culinarie.

Web Tv …la bomba che ti aspetti!A Meeting Puntoit le italiedigitali dei media indipendenti e“dal basso” hanno fatto il puntodella situazione e guardato alproprio, promettente, futuro

di Michele Fazzalari

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Fabrizio Viscardi

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RobertoNicoletti(Professore diPsicologia cogni-tivaall’Università diBologna)

Occorre inventare linguaggi nuovi e nuoviformati. La creatività è un talento umano chedecresce con l’età. Per questo i giovani sononecessari per supportare la crescita di questinuovi strumenti di comunicazione.

MauroFelicori(Direttore AreaCultura Comunedi Bologna)Si è impegnato acontattare le web

Tv locali per studiare insieme tutte le possibi-li sinergie da poter mettere in atto tra la pub-blica amministrazione e le web TV.

CarmenLasorella(San Marino TV)da un’intervista diInondazioni Tv diLecce http://www.youtu-

be.com/watch?v=ruvOpduvOhoLa televisione è diventata più partecipata pro-prio grazie al WEB. Un tempo era il sognol’interattività e la televisione era solo passiva.Attraverso il Web si è raggiunto lo scambio,però la partecipazione dello spettatore èancora un passaggio successivo, significa esse-re responsabili, divenire soggetti parte delcambiamento e assumerne una parte. Il cam-biamento non è solo rottura è creare unmodello alternativo. Sono ottimista sul futu-ro delle micro web Tv a patto che le microweb Tv credano nel futuro.

Loris Mazzetti (Capo Struttura RAI)da un’intervista di Inondazioni Tv di Leccehttp://www.youtube.com/watch?v=_q_wHS8Vjbw&feature=relmfuLa libertà di stampa si coniuga con l’applica-zione della costituzione. E’ il diritto del citta-dino di essere informato. E con la risoluzione

del gravissimo problema che c’è nel nostropaese circa il conflitto di interesse. Dato cheperò non c’è la volontà di risolvere il conflit-to di interesse, si potrebbe adottare quelloche succede negli altri paesi dell’Europa. Cioèche chi è titolare di concessioni non puòessere anche quello che riempie la televisionedi contenuti. Ci deve essere anche una regola che se unosbaglia deve pagare. Oggi c’è un’assuefazionenei confronti dell’informazione e delle cattivainformazione. L’informazione delle principaletestate giornalistiche dei TG dovrebbe esserechiamata propaganda. Quando si sbaglia,quando non si dice la verità, o la si nega, sideve pagare. Ma per poter far pagare a qual-cuno qualcosa ci dovrebbe essere qualcunaltro che dovrebbe intervenire. Nel caso dellatelevisione dovrebbe essere l’AGCOM. Maquello che sta succedendo oggi sulle nominedell’AGCOM è una cosa schifosa. Un’altracosa di cui nessuno parla. Il prossimo consi-glio dell’AGCOM potrebbe essere nominatocon quattro membri più il presidente, nomi-nati tutti dal partito di maggioranza. E alloradove sta il pluralismo? Domanda: Si corre il rischio che il pro-prietrio della rete sia anche il proprietariodei servizi?In Italia è così. Il problema è che per nessunoè un’anomalia. Un esempio molto semplice:tutti parlano degli ascolti, dell’auditel. Noiabbiamo un’auditel fatto nel nostro paese daun’unica azienda. In Gran Bretagna, ad esem-pio, per monitorare l’auditel ci sono treaziende: un’azienda seleziona le famiglie cam-pione, un’azienda si occupa dell’installazionedei decoder presso le famiglie selezionate, ec’è una terza società che elabora i dati ricevu-ti dai decoder installati. Le società non hannorapporti diretti con i broadcaster. Nel nostropaese c’è una sola società.D: I partiti ignorano i problemi del setto-re. come può essere bypassato questo pro-blema. c’è un rischio che si possa mettereil bavaglio a una rete che sta vedendonascere centinaia di videomakers, giovanicronisti, Web Tv?Ognuno deve fare il suo lavoro. Se sono unMagistrato “imprestato” alla politica sarebbeauspicabile che mi occupassi di giustizia. Lostesso deve accadere nelle Telecomunicazioni.Invece abbiamo gli amici degli amici, gliavvocati che si occupano delle telecomunica-zioni. Perché il problema è che chi fa le leggi,chi regolamenta, non sono i membri delle

commissioni ma tutto viene preparato amonte. La legge Gasparri ne è un esempio.Gasparri è quello che ha presentato la legge,ma la legge è stata fisicamente redatta da per-sone che lavorano in Mediaset, cioè al difuori del Parlamento italiano. D: Nel Sud (provincia di Lecce) c’è unadifficoltà nell’accesso alle infrastrutture.questa è una scelta per tenere in una situa-zione “dormiente” chi vuole dire qualcosa?Certo! Quello che le web Tv fanno è unservizio sociale e come tale dovrebbe essereaiutato. Lo stato dovrebbe dare un aiutoconcreto. Anche perché attraverso le webTv e comunque alla rete in generale, si puòcreare un momento di occupazione per igiovani e per le piccole industrie che lavora-no nella tecnologia. Di questo però non siparla mai. Perché noi ormai ci siamo assue-fatti all’idea che in questi vent’anni la liber-tà è sempre stata imbavagliata. In questigiorni proprio abbiamo ricordato i 10 anni“dall’editto bulgaro”.

Caleidoscopio di opinioni a BolognaANCHE RECUPERATI “ON DEMAND" DALLA RETE

I NUMERIDEL “FATTOREINTERNET”

Negli ultimi 15 anni internet ha creato700mila i posti di lavoro in Italia. Conun saldo positivo di 320mila rispetto ai380mila posti di lavoro persi (Fonte:Digital Advisory Group con il contributodi McKinsey). Nel nostro paese l’impatto sul PIL siaggira attorno al 2%, pari a 36,1miliardi di euro. Stime condivise da più parti esprimonoche nel 2015 questo valore potrebberaddoppiare con una crescita annuatra il 13% e il 18%. I trend degli investimenti pubblicitaridei grandi gruppi che fino a pochi annifa consideravano poco o niente la comu-nicazione su internet sono radicalmentemutati l’esempio è la tabella qui diseguito che mostra gli investimenti pub-blicitari per mezzo nel 2011 rispetto al2010.

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Partecipando alle Plenarie del Meeting apparemolto chiaro che verrà un tempo, non moltolontano, nel quale i vari sottoinsiemi di dis-cussione saranno temi unici di simposi, esamiuniversitari se non corsi di laurea a se stanti.Il web è e sarà sempre di più opportunità dibusiness. Gli utenti andranno aumentando(si pensi al solo caso italiano dove oggi tro-viamo solo il 50% della popolazione che faun uso costante di internet). Il giornalismotrova nuovi linguaggi e un differente rappor-to con i “lettori”. Molta carne al fuoco emolti spunti su cui riflettere. Riflettere sul-l’opportunità che danno le nuove tecnologiedi “inventarsi” nuove professionalità, nuovimodelli di business, nuove opportunità dicrescita. Oggi la comunicazione è più “tra-sportabile”. Su tutti questi temi hanno dis-cusso, moderati da Luca Tremolada delSole24Ore: Marco Ferrari (Zodiak MediaGroup), Francesco Bevivino (Streamit),Alessandro Usai (Colorado Film), GaetanoPeligra (Mixel), Francesco Barbarani (FoxInternational Channels Italy), Marco Agosti(Tiscali), Roberto Cobianchi (OsservatorioFoursquare Italia).Partiamo proprio dalla distribuzione, la tra-sportabilità, dei contenuti, Marco Ferrari èstato molto diretto “la distribuzione è cam-biata, prima era di esclusivo dominio deiBroadcasters oggi con internet si è verificatauna spaccatura”. In effetti con i costi di inter-net la distribuzione sarà sempre più accessibi-le e questo sposterà di molto gli equilibriconsolidati. I contenuti del futuri saranno

fruiti sempre più attraverso la rete (anche congrandi schermi come hardware) e su quellopunteremo l’attenzione.L’esperienza di http://twww.tv raccontata daFrancesco Bevivino è un indicatore impor-tante. Oggi veicolano 215 canali per unamedia di 11 milioni di utenti/mese.Raccolgono un milione al mese di pubbli-cità che viene distribuita attraverso i Pre-roll.Distribuiscono contenuti in HD. Si puòusare un telecomando. C’è la Guida TV. Mala cosa sicuramente di rilievo è la panoramicadi possibilità che offre la piattaforma. Che ci sia movimento lo ha confermatoanche Alessandro Usai della Colorado Film,

nonostante sidefinisca un pro-duttore “classico”per il cinema e laTV, che ha con-fermato l’inten-zione di aprire, incollaborazione

con Youtube un canale tematico (Comici).Usai ha anche aggiunto che “si svilupperà amedio/lungo periodo un modello diretto, iproduttori cioè avranno la possibilità di dis-tribuire direttamente invece di passare trami-te i broadcaster. Questo elimina certamenteun costo. D’altro canto - prosegue Usai - cisarà sempre di più la necessità di produrrecontenuti nuovi, espressamente dedicati aicanali Web, e che dovranno necessariamenteessere meno costosi”. Usai ha anche posto l’accento su di un tema

delicato. Monetizzare sul web italiano è assaidifficile e questo per via delle economie discala. In Italia generalmente si produce utiliz-zando la lingua italiana e questo impedisce ainostri prodotti di attraversare i “confini” ita-liani (anche quelli virtuali). Prodotti chequindi sono difficilmente vendibili all’esteroproprio per la barriera linguistica che invece èmolto meno presente quando si produce ininglese come ha confermato anche AriannaBassoli di Frestyl. Francesco Barbarani (News Group - FOX

Channel) descriveun consumatore“veloce” e “pocofedele” che utilizzadiversificati puntidi contatto(Tablet,SmartPhone, PC)

e questo rende a volte complessa la profilazionedegli utenti. Ma qualcosa è cambiato. I grandigruppi di mass market hanno cominciato adirottare parte dei loro investimenti pubblicita-ri sul mercato del Web. Qui sta il cambiamen-to. La svolta. Si attendono crescite molto altedi investimenti pubblicitari sul Web. Tuttavia la “sprovincializzazione” del Web ita-liano sembra fattore necessario per sfruttareveramente le opportunità del web. MarcoAgosti di Tiscali ha dato i numeri del divarioad esempio che c’è tra noi e gli Stati Uniti. Afronte di un rapporto 1/6 della popolazio-ne italiana rispetto a quella statunitense(59 milioni contro i 300 USA), il mercatointernet italiano è stato quantificato per il2011 in 900 milioni di euro contro i 30miliardi di dollari di quello USA. E questospiega anche perché YouTube investe 100milioni di dollari negli Stati Uniti e solo15 per l’intero mercato dell’intera Europa.

“PER UN PUGNO DI EURO”La plenaria sull’economia della Rete, giornalismo e le nuove imprese digitali

Il dato 12.3% rappresenta la media fra i duecanali di internet presi in analisi mentre i datidel canale Search (che inciderebbe in mag-giore percentuale) non sono disponibili. I duecanali sono:• canale Display (In pagine, Fuori pagina,Video adv, Mobile advertising direct, Mobileadvertisign display e Newsletters) nel 2011 haregistrato una crescita del 15.7% (da 325milioni di euro del 2010 ai 388 del 2011).• canale Affiliate, (performance e directories)si passa dai 230 milioni del 2010 ai 247 del2011 (incremento del 7.4%).Il dato internet in costante aumento è in con-trotendenza rispetto alla statistica generalesugli investimenti pubblicitari in Italia chehanno un calo del 3.8%.Inoltre internet uno dei pochi settori dove leaziende inserzioniste sono cresciute rispetto al2010 (circa 160 in più) ma vediamo la tabella dicomparazione qui a destra.

INVESTIMENTI PUBBLICITARIPER MEZZO

Variazione %TOTALE PUBBLICITÀ -3,8

Televisione -3,1

Quotidiani -5,8

Free press -42,9

Periodici -3,7

Radio -7,8

Internet +12,3

Direct Mail -6,9

Outdoor -12

Transit -9,7

Out of Home TV -2,1

NUMERO AZIENDE INSERZIONISTE

2010 2011 Variazione %TOTALEPUBBLICITÀ 20.193 20.451 +1,3

Televisione 1.603 1.621 +1,1

Quotidiani 7.066 7.017 -0,7

Free press 1.411 1.079 -23,5

Periodici 10.724 10.713 -0,1

Radio 1.107 1.086 -1,9

Affissioni 1.356 1.488 +9,7

Cinema 331 295 -10,9

Internet 3.600 3.762 +4,5Fonte: Nielsen, tutte le tipologie (la Tv includele emittenti Satellitari e Digitali Terrestri).Periodo gennaio – dicembre 2011 vs 2010

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LA TV GENERALISTARIUSCIRÀ A NON RESTAREINDIETRO?

Un dato di partenza: Cisco stima che entro il2014 il 90% del traffico mondiale suInternet sarà incentrato sui video. Ora che il2014 è dietro l’angolo è un fatto. E che forsequalcuno è già rimasto indietro è purtroppoanche questo un fatto. Alla plenaria sul temadel nuovo modo di fare Tv hanno partecipa-to: Piero Gaffuri (Rai Nuovi Media), RobertaEnni (Rai5), Claudio Semenza (MSN),Domenico Catagnano (TGCom24 –Mediaset), Fabrizio Viscardi (Eutelsat) MarcoPratellesi (Condè Nast), Bruno Pellegrini(TheBlogTv), Luisa Pronzato (Corriere.it e27esima ora), moderati da Luca De Biase(Sole24Ore).Il web è sempre più assetato di contenutivideo, secondo http://mashable.com/ ognigiorno 864mila ore di video vengono carica-te su YouTube. In Italia è in atto una rivolu-zione, per la prima volta i monoliti dellacomunicazione i Golia del Broadcast vengo-no attaccati sul territorio del WEB… eDavide si sta prendendo la sua agognatarivincita. Nuovi linguaggi, nuove piattafor-me, nuove strategie. E allora accanto ai“dinosauri” che avviano sperimentazioni percercare di sopravvivere alla cometa che hacausato sconvolgimenti climatici ecco sta-gliarsi nuovi esseri, mutazioni genetiche gran-di come coleotteri, una miriade di web Tvche ogni giorno informano, fanno inchiesta,creano inarginabili e solidi contatti tra citta-dini e amministrazioni. E così dopo che sulterreno del digitale terrestre i grandi dinosau-ri avevano deposto uova e delimitato territori,ecco che lo sconvolgimento climatico ribaltatutto e la nuova Tv nasce “dal basso”, daicoleotteri che non avevano contato nulla, daipiccoli mammiferi considerati fino ad allorasolo cibo… ora sono cittadini attivi… digita-li. Si incontrano sui social network usano“devices mobili” e reti che passano sotto,sopra, attraverso, di fianco a quelle uovadeposte su cui i dinosauri avevano espressotante aspettative. Certo molti si sono resi datempo conto che il mondo sta cambiando.Qualcuno sostiene che per fare Tv ci vorreb-be una patente e che alcune non andrebberorinnovate (forse alcune non andavano pro-prio date!).

Movimenti lenti ma anche qualche risultato,come ci ha raccontato Piero Gaffuri(Direttore RAI Nuovi Media Amministratoredelegato di RaiNet) annunciando che final-mente dopo tanto penare RAI.Tv è visibileanche all’estero. Circa il rischio che le microweb Tv siano fagocitate dai grandi media,Roberta Enni (Rai5), si dichiara scettica.Anzi “in un ecosistema come quello delle webTv è più facile che si creino interscambi piut-tosto che cannibalizzazioni. Le web Tv sono èsaranno un vivaio di risorse editoriali e auto-riali capaci come sono di innescare quell’inte-razione con il fruitore che invece è sempremolto passivo rispetto alla Tv tradizionale. Iole tendenze future le studio, e allo stato attua-le sarei molto più preoccupato se lavorassi perun grande media piuttosto che per una picco-la web tv”; così ha proseguito BrunoPellegrini sottolineando che ora i rapporti diforza sono meno sbilanciati rispetto a prima.C’è un’indifferenza endemica del telespettatorenei confronti di prodotti a volte “vecchi” dellaTv generalista classica e quando si ha la neces-sità di comprendere, oggi, il reale gradimentodi un prodotto gli ambienti di analisi sonomutati. Dove prima regnava solitaria l’auditel,oggi si analizzano i commenti su facebook eTwitter, le mail e i contatti sul sito web.Gaffuri non si considera un “monolite” maammette che tra i nuovi mondi lo scontro èinnegabile. Le difficoltà incontrate per il lan-cio di rai.Tv ne sono un lampante esempio.La nuova sfida di rai.Tv sarà lanciare sul por-tale un “ambiente laboratorio” nel quale gio-vani videomaker potranno smontare e rimon-tare prodotti RAI. La pubblicità è elementonodale. Claudio Semenza, che lavorando per MSNha chiaro il quadro d’insieme della rete,punta l’attenzione sulla necessità che gli auto-ri e gli editori sappiano, abbiano l’esatta per-cezione dei loro obiettivi. Siano in grado diaffrontare con professionalità questo nuovosettore.Nel mercato video italiano vige una situazio-ne di duopolio. Questo ha drogato in qual-che misura la raccolta pubblicitaria. Ma l’al-locazione delle risorse pubblicitarie sta modi-ficando lentamente ma inesorabilmente i suoiflussi. Il mercato internet non premia tutti,però è in espansione. Forse non ci sarà pub-blicità sufficiente per tutte le migliaia di webTv che opereranno nel futuro. Ma gli aumen-ti di investimenti da parte delle grandi hol-

ding nel settore sono già una realtà. Questoperò comporta un fisiologico innalzamentodelle capacita imprenditoriali di chi fa webtv. Bruno Pellegrini è stato molto categoricosu questo punto: “Per fare web Tv bisognasaper leggere i numeri, le statistiche dei con-tatti, sapere come accrescere l’interesse per ilproprio sito. Nelle mie analisi ho potuto con-statare che in Italia c’è meno professionalitàin termini di marketing, statistica, economia,finanza negli staff delle web Tv rispetto aquella di altri paesi.” Il tema della professionalità è rimbalzato inpiù incontri durante le 3 giornate delMeeting. La linfa vitale del movimento delle nuoveweb Tv e delle micro web Tv sono le migliaiadi creativi, videomaker, giovani che quotidia-namente creano il valore che spinge i sistema.Perchè questo sistema cresca sono necessarienuove capacità imprenditoriali e nuove pro-fessionalità. “Risorse che dovranno avere pro-getti più che modelli - diceva Pellegrini giànel 2009 - e l’economia è l’adeguamento piùefficiente rispetto all’ambiente. L’ambientemuta ogni giorno e noi continuiamo ad uti-lizzare dei modelli che sono stati impostatinegli anni ‘80, bisogna strutturare modelliorganizzativi completamente nuovi capaci diaffrontare i cambiamenti rapidi che ci sononell’ambiente”.

TeleVisioni del mondo: web tv, social tv,mobile tv, sat tv, smart tv, connected tv

Aziende inmostra conB&PIn occasione di questa riuscita manifesta-zione, la nostra rivistaBroadcast&Production ha partecipato all’e-vento, quale media partner ed organizzato-re di un’area tecnologica, realizzata grazieal supporto di due ben note aziende ope-ranti in Italia nel settore della produzioneprofessionale audiovisiva: NewTek e ProjectItalia. NewTek ha attirato l’attenzione deimolti presenti realizzando un mini-virtualset completo con la propria soluzioneTricaster. Project Italia ha presentato unarassegna di soluzioni, hardware e software,caratterizzate dal prestigioso marchio Sony.

Aziende a Puntoit con B&PIn occasione di questa riuscita manifesta-zione, la nostra rivistaBroadcast&Production ha partecipatoall’evento, quale media partner ed orga-nizzatore di un’area tecnologica, realiz-zata grazie al supporto di due ben noteaziende operanti in Italia nel settoredella produzione professionale audiovisi-va: NewTek e Project Italia. NewTek haattirato l’attenzione dei molti presentirealizzando un mini-virtual set completocon la propria soluzione Tricaster. ProjectItalia ha presentato una rassegna di solu-zioni, hardware e software, caratterizzatedal prestigioso marchio Sony.

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La rete cresce in consapevolezza e maturità. E allo sviluppo esponenziale si legano i temi di una regolamentazione necessaria, ma si addensano anche le nubi di unanormativa che potrebbe rivelarsi stringente.

Che la Rete lo voglia o no sarà anche la politica (o l’Europa) e non soltanto il mercato a dettare l’agenda della regolamentazione. Hanno partecipato Nicola D’Angelo (AgCom), Giordano Sangiorgi (MEI), StefaniaErcolani (SIAE), Luca Nicotra (Agorà Digitale), Gianluca Gardini (Corecom EmiliaRomagna), Arturo Di Corinto (Università La Sapienza), Mariangela Barbanente(DOC/IT). Ha moderato Guido Scorza (Istituto Politiche dell’Innovazione)

GuidoScorza Istituto Politichedell’Innovazione“Le web Tv devo-no acquisire con-sapevolezza delle

regole ma anche devono essere aiutate dalleistituzioni. Non può restare vero nel 2012che il diritto di autore è un fatto da addetti ailavori, da circoli chiusi di esperti. Il diritto diautore è utilizzato da tutti e tutti devonoessere posti in condizione di accedere inmaniera semplice alle regole. In modo chesia chiaro chi può far cosa con qualsiasi con-tenuto, qualsiasi “pillola” di informazionetrovata on line senza rischiare di diventare odi trovarsi ad essere qualificato come “pirata”senza volerlo. La consapevolezza, quindi, è ilprimo passaggio. Il secondo passaggio eragionare sulle licenze come già si sta facendocon la SIAE. Il che consente alle Web Tv diaccedere in maniera legittima ai contenuti, diutilizzarli, senza pagare alcun prezzo eccessivoo sproporzionato per il loro utilizzo rispettoalla attività scelta dalle web TV. Trovare quin-di soluzioni economicamente sostenibilisoprattutto dal punto di vista della gestione;non si può dare per scontato che dietro adogni web Tv esista un impresa editorialestrutturata capace di leggere le regole di inter-pretarle e di tener conto di tutti i contenutiche vengono utilizzati. Quindi semplicità edeconomicità della licenza sono probabilmentei due tag che mi piacerebbe fossero scrittiaccanto alla licenza che si sta negoziando.Circa la trasparenza da parte degli organi dicontrollo come l’AGCOM e delle regole che

dovrebbe promulgare per il settore delle webTv l’avvocato Scorza a detto: “ il problema èproprio la trasparenza, io non so a che puntosiamo, so che c’è un consiglio dell’AGCOMe che ce ne saranno solo altri due prima che imembri lascino il posto a quelli nuovi. C’èun regolamento sul quale l’autorità garantedelle comunicazioni sta lavorando e che siaccinge a varare, solo quando verrà varatopotremo avere le prime risposte. Il problemaè sempre la trasparenza: essere coinvolti nelprocedimento di formazione delle regole oalmeno costantemente avere contezza di quel-lo che accade all’interno di queste autority. Inquesto momento sui temi di internet e dirittodi autore non è così.

Stefania Ercolani Direttore Ufficio Multimedialità SIAELa SIAE sta già dialogando con la FEMI(Federazione Media Digitali Indipendenti),siamo a buon punto per avere una licenza disettore specifica per le così dette micro WEBTV. Prendendo in considerazione alcunecaratteristiche di questa realtà: l’aspetto infor-mativo, l’aspetto culturale; ci cercherà di for-nire delle condizioni sostenibili e semplificateche tengano conto delle caratteristiche delfenomeno. Non bisogna temere la SIAE,credo anzi che i dialoghi in essere sianofecondi per tutti. Noi per primi stiamo impa-rando molto dalle attuali relazioni. I nuoviplayer possono stare tranquilli a patto abbia-no la licenza, senza, ovviamente, si espongo-no nei confronti della SIAE che comunqueadotta in questi casi atteggiamenti progressiviinviando prima delle sollecitazioni tese a farsi che gli editori dei siti abbiamo il tempo di

mettersi in regola senza incorrere in lacunasanzione. Si cerca di evitare comunque unacontrapposizione frontale che credo nongiovi a nessuno ne alle piccole web Tv ne allaSIAE che non ha nessuna intenzione didestabilizzare un settore giovane nella sua fasedi START-UP.

Arturo Di Corinto Dip.to per la digitalizzazione e la semplifi-cazione Presidenza del ConsiglioLa vicenda dell’AGCOM merita molta atten-zione perché un’autorità di regolazione cosìimportante dora in avanti dovrà occuparsidelle regole per applicare le sanzioni relativealle violazioni vere o presunte del dirittod’autore. Il fatto che l’AGCOM si occupi distabilire un regolamento che definisca le azio-ni che si possono intraprendere per tutelare ildiritto di autore è una cosa per me non stane in cielo ne in terra. In punta di diritto c’èqualcuno che sostiene che lo possono fare.Ma ci sono altrettanti costituzionalisti chedicono che non si può fare questa cosa. Difronte ad un tema così importante ritengoche vada investito il parlamento che, ascol-tando la società quindi non solo gli interessiorganizzati ma anche i singoli cittadini, gliesperti e tanti altri gruppi formali ed infor-mali che si occupano di queste tematiche,possa arrivare a formulare una proposta cheaccontenti tutti. In particolare io penso siaora di fare un serio ragionamento sulle formealternative di tutela del diritto di autore, per-ché l’impalcatura che oggi tutela il diritto diautore non regge più, è vecchia, è antica. Lalegge 633 del 1941 (Protezione del dirittod’autore e di altri diritti connessi al suo eser-cizio) è stata nel corso del tempo ampiamen-te modificata (a oggi nei suoi due terzi l’ulti-ma stesura è del 9 febbraio 2008) tuttavia èda considerarsi una legge non al passo conl’evoluzione tecnologica e con la necessità perle imprese e gli autori di aggiornare i modellidi business sui quali è basata la remunerazio-ne del loro lavoro.Poi, troppo spesso nelle commissioni diinchiesta o nelle autorità di regolazione siedo-no delle persone che hanno degli interessidiretti rispetto alla materia di cui si occupa-no. Ad esempio all’AGCOM (che vigila sullatelevisione italiana per assicurare il pluralismoe impedire che si formino posizioni domi-nanti) siede un commissario, l’on. Antonio

Diritti d’autore e net neutrality:la giungla della regolamentazione

RASSEGNA DI OPINIONI

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Martusciello, che evidentemente è li a fare gliinteressi dell’on. Berlusconi occupandosi ditemi che sono fondamentali per la democra-zia. Per esempio l’uso delle frequenze diradiodifussione dell’etere che sono un benescarso ed appartengono a tutti i cittadini.L’on. Martusciello che nel 1994 ha fondato ilprimo club di Forza Italia a Napoli, che èstato parlamentare PDL, sottosegretario intre legislature Berlusconi, può fare il commis-sario dentro un’autorità che si deve occuparedegli interessi di colui che lo ha fatto elegge-re?? Semplicemente no. Allora ci vuole unmeccanismo di trasparenza e dei criteri perindividuare in maniera indipendente coloroche devono andare a regolare materie tantodelicate. In particolare l’AGCOM, che grazieall’ultima riforma è passata da 9 a 5 consi-glieri, presidente incluso che viene eletto dalGoverno mentre i 4 commissari vengonoeletti dal Parlamento (Camera e Senato), que-sti soggetti devono essere scelti in base a cri-teri di autorità e indipendenza anche politica.Ricordo che il commissario dimissionarioInnocenzi è diventato famoso per aver telefo-nato al Direttore Generale dell’AGCOM

Roberto Viola dicendogli: “Ma che state afa’? Dovete fermare Santoro sul caso Mills”.Non è possibile continuare così. Questo era ilriflesso del conflitto di interesse. Questa èuna materia delicata che ha a che fare con lademocrazia da una parte (pluralismo dell’in-formazione, il diritto alla libertà di comuni-care) e con l’economia dall’altra. Questosistema ha strangolato la competizione e laconcorrenza nel nostro paese.Sarà difficile eliminare questi problemi per-ché il nostro paese è comunque il paese deiGuelfi e dei Ghibellini, o stai da una parte ostai dall’altra. Sembra non si possa avere unaposizione argomentata e ragionevole. In unpaese fatto di Clan, conventicole, famiglieanzi caratterizzato dal familismo amorale cisaranno sempre le solite famiglie della buonaborghesia o dell’aristocrazia, in un momentoin cui i partiti non hanno più la capacità dimobilitare le forze sociali ma anche di far ele-vare i singoli soggetti che quando vengono dafamiglie normali, oneste, lavoratrici, nonsono più capaci di scalare la società perché ipartiti e l’istruzione non bastano più per farequesto, rimaniamo in una situazione dove

contano sempre i soliti noti, i soliti potenti,le grandi famiglie, coloro che hanno accumu-lato a detrimento dei cittadini dei grandipatrimoni e hanno creato dei circuiti di inte-resse molto forti con banche imprese ecc.Io temo ad esempio che ormai si scelgano lepersone che vanno in parlamento comenelle autorità in base ai legami familiari. E’accaduto con Marianna Madia quandoWalter Veltroni l’ha candidata in parlamen-to, potrebbe accadere con il prossimo presi-dente dell’Autorità Garante della Privacyperché magari costui ha sposato la figlia diun grande notabile italiano. È proprio que-sto modo di fare che ha gettato il nostropaese in una crisi economica spaventosa.Quando parliamo di democrazia dell’infor-mazione stiamo parlando della rappresenta-zioni di interessi. Tutto i nostro paese tuttala nostra società non è rappresentata.Vengono rappresentati sempre i soliti noti enon essendoci degli editori puri, tranne unoo due forse, la situazione è tale per cui glistrumenti di comunicazione di massa fannogli interessi di questo o di quello. Questonon è più accettabile.

“Tv fai-da-web” premiazioneUno degli ultimi atti di Meeting Punto it è stata la premia-zione del Contest “Tv fai-da-web”, promosso dallacattedra di semiotica dei nuovi mediadell’Università di Bologna, da Altratv.Tv e daStudio28TV, con il sostegno della FondazioneCariplo. Con la motivazione: “Contributi snackpro-gram che raccontano e demistificano congrande ironia la quotidianità lavorativa. Storieche tutti, almeno una volta, abbiamo vissuto”,ha vinto il premio di 1.000 euro per il miglior for-mat già realizzato MacchéTv (Milano) con l’ironicaweb-series che affronta la quotidianità lavorativa “Lo schia-

vetto”. Il contributo di 2.000 euro comemiglior format da rea-lizzare è stato assegnato a Fuori Tv (Modena) con

“Indovina chi viene a cena?”. Format molto promettente che utilizza il cibo e lesue preparazioni come occasione per stimolare ilconfronto tra differenti culture. Una sorta di docu-reality che vede un protagonista italiano accolto dauna famiglia straniera con la quale interagirà duran-te vari momenti della giornata, durante la spesa e lapreparazione dei pasti imparando nuove ricette e

creando l’occasione per conoscere non solo il vissutoquotidiano, ma anche le tradizioni, gli usi e i costumi attra-

verso “l’intimità” della cucina.

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Soluzioni per il Webcasting

È un dato di fatto che la distribuzione dicontenuti in questi ultimi anni abbia supera-to nuove frontiere, ulteriori vie di comunica-zione si sono rese disponibili offrendo ai pro-duttori di contenuti audio-visivi nuoveopportunità di business. Il più importante diquesti nuovi canali è indubbiamente il Web,lo streaming video ha cambiato e cambierà inmodo drammatico lo scenario del mercatodell'offerta audio-visiva. La distribuzione dicontenuti video via internet raggiunge unpubblico più ampio, non ha barriere geogra-fiche e, soprattutto supera i limiti della tvlineare offrendo inoltre un formidabile canaledi ritorno col quale mantenere un contattoattivo con i fruitori dei contenuti.

Web da subitoFin dagli inizi il TriCaster è stato pensatocome strumento di produzione per il web, unsistema integrato, “all in one”, che rinchiudein se tutti gli strumenti presenti in una regiatelevisiva, capace di soddisfare le esigenze ditutti coloro che vogliono essere competitivi,dalla grande emittente televisiva alla web tv.L'evoluzione del prodotto TriCaster ha rag-giunto una sofisticazione estrema, gli ultimiprodotti presentati nel 2012 racchiudonofunzionalità avveniristiche: Il TriCaster 455 ed 855 offrono tutti glistrumenti necessari per la produzione broad-cast HD racchiusi in un sistema compattoche integra un completo sistema di studo vir-tuale multi canale, la tecnologia ISORecording, per la registrazione isolata dellefonti con supporto nativo del formatoQuicktime, il supporto delle fonti AirPlay emolto altro ancora.Il TriCaster 8000 è un sistema straordinario,oltre ad offrire tutte le funzionalità deimodelli 455 ed 855 integra inoltre, 8 IngressiHD/SD ed integrazione con Router esterni

per l'espansione del numero degli ingressi, 8M/E bus, Set Virtuali multi livello, macro,hot spot, integrazione con i social media, tec-nologia ISO Recording, Effetti di warping emolto altro.

Bella gammaCon questi modelli la NewTek ha concentra-to i propri sforzi per offrire degli strumenticompetitivi nel settore Broadcast, ma hadedicato una gran parte delle proprie risorseper sviluppare un nuovo sistema dedicato almondo del webcasting; il TriCaster 40TriCaster 40 è la risposta all'esigenza di tuttaquella enorme area di produzione sul web; unsistema completo, compatto, affidabile e conun prezzo estremamente aggressivo.Era l'anello mancante, un prodotto entry levelma con tutte le funzionalità dei fratelli mag-giori: 4 Ingressi analogici SD/HD, Tiolatrice,Players multi mediali, Set Virtuali ed unmotore di streaming che supporta i formatiWindows Media e Adobe Flash ed una seriedi plug-in per l'integrazione con le più popo-lari piattaforme di distribuzione sul web.Tutta la gamma TriCaster è stata pensatacome strumento di produzione innovativo ecompetitivo, la competitività del prodotto

non deriva solo dal suo prezzo, ma soprattut-to dall'integrazione degli strumenti in essocontenuto. Il mondo della produzione televisiva ci avevaabituati ad ingenti investimenti tecnologici,hardware estremamente specializzato per sod-disfare workflow specifici e poco flessibili;ambienti dove gli operatori dovessero averecompetenze verticali.Questo modello produttivo è sempre statocaratterizzato da scarsa flessibilità e costi ele-vati.Oggi molte cose sono cambiate, bisogna rea-lizzare più contenuti abbattendo i costi diproduzione, la produzione televisiva è sempremeno compatibile con gli investimenti tecno-logici ed i modelli di produzione del passato.Da queste esigenze deriva il successo delTriCaster, pochi operatori competenti sonoin grado di realizzare un prodotto che conuna regia tradizionale richiederebbe il doppiood il triplo del personale.Oggi abbiamo un'offerta completa, dalla pic-cola Web Tv al grande Broadcaster, una fasciadi prezzi da 4.995 a 35.995 Euro , tutti inostri clienti sono in grado di realizzare ilproprio contenuto video con la qualità, laflessibilità e l'affidabilità di TriCaster.

SVELATA LA PROSSIMA GENERAZIONE DEI SISTEMIPRODUZIONE LIVE CON LE NUOVE SOLUZIONI TRICASTER

NewTek volta pagina

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Internet Radio Mobile

I produttori di elettronica ed i costruttori di autoabbracciano il mondo Internetdi Leslie Stimson

LAS VEGAS. FINO A NONMOLTO TEMPO FA, IL VEROCENTRO DELL'ATTENZIONEPER LE RADIO NEL MERCATODELL'ELETTRONICACONSUMER ERA LA RADIOVIA SATELLITEOra come ora il nuovo protagonista è la radiovia Internet e Pandora è il nome più conosciutofra tutti i produttori e i rivenditori di elettronicadi consumo. Pandora internet radio è un servi-zio di radio on-line, nato negli Stati Uniti, natodal Music Genome Project. Cuore del sistema èun sito web che permette agli utenti di crearedelle stazioni radio virtuali partendo dall'inseri-mento di un brano o di un artista che sia gradito all'utilizzatore. Ilsistema sfrutta un algoritmo creato appositamente dal Music GenomeProject per cercare brani simili a quello segnalato dall'utente, e quindiproporre brani che (secondo i risultati dell'algoritmo) piacciano all'a-scoltatore.Al Consumer Electronics Show questa tendenza si era vista moltochiaramente. Le radio tradizionali sembravano davvero trascurate inmezzo a tutte le nuove apparecchiature presentate al CES, dove lecategorie di maggiore richiamo includevano anche le televisioni 3D eun esercito di decine di nuovi modelli di tablet PC.Il settore delle radio via Internet è sicuramente in crescita e le applica-zioni di maggior interesse sono sicuramente quelle che possono garan-tire la connettività per la radio via Internet anche in auto.

In tutte le automobili?Non è ancora arrivato il momento in cui sarà possibile comprareun'automobile che abbia fra le proprie dotazioni di serie la possibilitàdi connettersi al sistema Pandora o con qualche altro servizio diInternet radio. Ma i tecnici con la vista lunga sanno che quel giorno èmolto vicino e che la grande industria dovrà prestare molta attenzione.I dirigenti di Pandora dichiarano senza alcuna remorache il loro obiet-tivo è diventare la piattaforma principale per l'intrattenimento musi-cale nelle automobili di ogni casa automobilistica. “Pandora sta ridefi-nendo il concetto di radio nel attuale mondo sempre più connesso adInternet” ha affermato Jessica Steel, vicepresidente esecutivo, in unaconferenza sulla connettività in mobilità.La radio tradizionale, quella che tutti conosciamo, si basa su unmodello composto da una singola stazione con una singola antennache poteva raggiungere molti utenti con il medesimo segnale; anche il

satellite, un passo in avanti rispetto alla radio tradizionale, segue unmodello simile, che era naturale associare al concetto di“Broadcasting”. Pandora invece offre ad ogni singolo utente un pro-gramma di musica calibrato sui suoi gusti. “Pensiamo proprio chequesta sia la radio del futuro”.Seguendo gli interessi dei consumatori, un numero sempre crescentedi case automobilistiche e produttori di ricevitori si stanno muovendoper offrire un qualche tipo di radio via Internet direttamente sulleautomobili. ”Il nostro obiettivo è rendere familiari i nostri prodotti aiconsumatori e farli entrare nella loro vita di tutti giorni”, questa è laprospettiva che Robert Coyle, National trainer di Pioneer Electronicsha confidato. “L'automobile che guidi è un estensione della tua casa”.Secondo Coyle, già da tempo i consumatori richiedevano la connetti-vità Internet anche sulle auto. “Pensiamo che Pandora sia destinato adun sicuro successo. Pensiamo che sarà sua la parte del leone”. CosìKeith Lehmann, senior vice President della divisione Car Electronicsdi Kenwood USA ha inquadrato Pandora come il nuovo trend dimercato.È sempre maggiore il numero di case automobilistiche che offrono laconnettività di Pandora sulle proprie automobili. Le maggiori casecome Ford, GM, Mercedes, Bmw e Mini hanno studiato sistemi perconnettere all'automobile , a sua volta connesso ad internet, e per-mettere all'utente di controllare il sistema radio direttamente da undisplay posizionato sul cruscotto.

L'offerta di Ford è ancora più completa grazie all'originale sistemaSync, che già comprende le bande AM/FM, la radio via satellite, laradio in alta definizione, e la connettività con Pandora. Da pocoToyota sta promuovendo il suo Entune, un sistema che utilizza uno

Tim Westergren,fondatore di Pandora

smartphone per la connessione Internet e permette di ricevere Pandorae anche “iheartradio” (gioco di parole a metà fra “io ascolto la radio” e“la radio è nel mio cuore”), un servizio di straming cui aderiscono piùdi 750 stazioni radio negli Stati Uniti, gestito dall’emittente ClearChannel.“I nostri clienti ci chiedono Pandora, o comunque qualcosa di simile,proprio come qualche anno fa chiedevano di avere a disposizione unaconnessione USB per i loro iPod”, è il commento di Jim Pisz, diretto-re corporate per lo sviluppo delle tecnologie avanzate di ToyotaMotor Sales USA.Le case automobilistiche e i produttori di ricevitori devono renderel'utilizzo di Pandora il più semplice e veloce possibile per riuscire aridurre al minimo ogni possibile distrazione del guidatore.Secondo Toyota, lo sforzo mentale che fa il guidatore per concentrarsisullo schermo del cruscotto allo scopo di gestire le impostazioni dellasua radio Internet dura per tre o quattro secondi ed è consideratoaddirittura eccessivo. Per questo motivo Toyota propone il sistemaEntune, che riproduce le schermate che ognuno di noi è abituato avisualizzare sul Web. Va sottolineato che Toyota non ha fatto nessuntentativo di adeguare le schermate dei programmi utilizzati allo stileToyota. E chi conosce i giapponesi ben comprende la portata ed ilsignificato di questa scelta.In casa Ford, il modello 2012 della Ford Fiesta può effettuare lostreaming di Pandora con opportune applicazioni per gli smartphonee utilizzare comandi vocali per gestire l'intera interfaccia. Anche ilmodello 2012 della Ford Mustang seguirà questa strada. La Mini hagià inserito il supporto per le applicazioni Pandora su iPhone nel suosistema in-car Connect.Nuove tecnologie porteranno nuovi introiti alle case automobilistiche.Ford ha riconosciuto che mediamente il costo delle sue automobili ècresciuto di 4.000 dollari negli ultimi due anni (circa 2.800 euro), eche questo incremento è dovuto sì a migliorie meccaniche e alla miglio-re qualità dei suoi prodotti, ma allo stesso modo anche alla presenza delsistema Sync. Secondo la rivista Automotive News, Ford sta investendoin tutte quelle tecnologie che permetteranno di avere un'automobilesempre più connessa, come ad esempio sistemi di intrattenimento, navi-gatori, telefoni cellulari connessi al Web e tecnologie Wi-Fi.

Un esempio di successoIntanto Pandora può contare su 75 milioni di utenti registrati negliStati Uniti e afferma di rappresentare il 50% degli ascolti nel panora-ma delle radio via Internet. Ancora secondo Jessica Steel, la metà degliutenti di Pandora si collega in mobilità. L’anno scorso Pandora hacreato al suo interno il settore dei “Mobile and Emerging Media” econ questo ha messo in chiaro di essere un forte concorrente per leradio tradizionali, e che il suo interesse non è limitato a computer ecruscotti di automobili, ma potrebbe indirizzarsi anche verso piccolischermi. Pandora è ora presente in più di 200 apparecchiature elettro-niche domestiche. “Il collegamento tra uno smartphone e Pandoradeve essere assolutamente lineare e senza intoppi, esattamente comeaccendere e ascoltare la radio”.La Ford Mustang utilizza un AppLink per connettersi a Pandora. Ilfondatore di Pandora, Tim Westergren, seduto proprio in unaMustang, ha commentato al Los Angeles Times che l'uso di una appper connettere i cellulari ai ricevitori installati sulle auto per ascoltaremusica dalle radio via Internet è qualcosa che ha cambiato completa-mente lo scenario in cui si muove Pandora.“Pandora ha ormai raggiunto quella che si chiama “la massa critica”.Il nostro modo di trasmettere musica personalizzata per ogni singoloutente vuole essere presente in ogni automobile e in ogni telefono cel-lulare”. Per portare una radio via Internet sulla propria automobile èancora necessario fare un piccolo passo intermedio, come per esempioconnettere uno smartphone con un cavo USB oppure con una con-nessione Bluetooth; una volta effettuata la connessione, non è piùnecessario utilizzare il telefono dal momento che tutti i comandi sonodisponibili sulla nostra cara vecchia autoradio. È molto probabile cheil prossimo passo sarà integrare direttamente le radio Internet comePandora o altri servizi simili sulle automobili, in modo da non averbisogno di telefoni cellulari. Non è ancora chiaro se e come le caseautomobilistiche stiano già pensando a queste soluzioni.Fabbricanti come Alpine, stanno sicuramente pensando ad offrire altriservizi oltre alla musica fornita da Pandora oppure da RhapsodyInternet radio: tra gli obiettivi più ambiti, troviamo sicuramente servi-zi giornalistici e trasmissioni sportive. Allo stato attuale però le autora-dio disponibili, che siano inserite come primo equipaggiamento delle

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Internet Radio Mobile

stesse case automobilistiche, oppure prodotte dalle marche più cono-sciute, sono ancora flessibili: la radio via Internet non dispone ancoradi un tasto specifico a lei dedicato, ma rimane semplicemente unadelle molte scelte di un menù del display. Diverse marche di ricevitorihanno migliorato la loro offerta sui servizi Pandora. Sony e JVChanno pensato ad apparecchiature capaci di controllare Pandora oppu-re iheartradio attraverso applicazioni per iPhone. Allo stesso modo,Kenwood ha ampliato la propria gamma di modelli che supportanoPandora con applicazioni per iPhone e passerà da due a nove modelli

sul mercato per il 2011. Anche Pioneer mette a disposizione nuovimodelli compatibili con Pandora, mentre il listino di Alpine ne offrequattro.

Attenzione!Case automobilistiche e produttori di autoradio stanno sviluppandosempre più velocemente la tecnologia della connettività per le auto-mobili; è ovvio che le radio tradizionali devono considerare con atten-zione i nuovi concorrenti che si affacciano sul mercato. “Non ci siamoancora, ma ci stiamo sempre più avvicinando a un servizio in bandalarga diffuso su tutto il territorio. È il caso di preoccuparsi”, questal'opinione del vicepresidente del settore radio di Greater Media,Milford Smith. Comunque è ancora tutto da decidere: non si saancora se il miglioramento della connettività Internet sul automobilipossa estromettere in parte o del tutto le radio tradizionali. Una voltaera radio l'unica presenza sui ricevitori. Adesso, l'opinione comunedegli esperti del settore è che la radio è soltanto una delle molte possi-bilità di intrattenimento sonoro sull'automobile.I produttori di auto comunque non riescono ancora ad immaginarsi unmomento in cui le trasmissioni tradizionali in banda AM/FM scompa-riranno dalle nostre autoradio. È però pur vero che i nuovi modelli,con la loro offerta di trasmissioni diverse dalla radio tradizionale, nelimitano l'interesse. La radio come la conoscevamo perde la sua posi-zione centrale nell'automobile, e di conseguenza le stazioni radio com-merciali dovranno rivedere sostanzialmente i loro schemi.Non tutti però sono così pessimisti sul futuro della radio tradizionale.Le compagnie di telecomunicazione cellulare stanno mettendo deilimiti alla larghezza di banda che i clienti possono utilizzare, e stannoa mano a mano eliminando i piani tariffari che offrono una larghezzadi banda illimitata. Questi vincoli faranno in modo che solo unnumero ristretto di utenti vorranno utilizzare le radio via Internet, chea questo punto diventeranno un servizio a caro prezzo, sulla loro auto-mobile. Persino gli esperti di elettronica di consumo, durante undibattito sulla connettività in mobilità, non sono riusciti a darci unarisposta su chi potrebbe pagare per tutta la larghezza di banda necessa-ria se ognuno volesse utilizzare ricevitori Internet in automobile. Un

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tecnico radio ha detto che il momento di verificare i 75 milioni diutenti di Pandora. ” 75 milioni sono gli utenti registrati, ma quanti diquesti realmente sono ascoltatori fedeli?”La radio via Internet non è solo un tema per le auto. Sono stati pre-sentati anche diversi modelli di apparecchi radio domestici, come peresempio quelli diGrace, Livio, Pure e Sherwood. Veniamo ora ad unaampia carrellata sui sistemi più interessanti per il mercato della radiovia Internet.

Sistemi MultimedialiEntune: il nuovo sistema multimediale di Toyota, secondo quantodice la casa stessa, offre servizi di intrattenimento, navigazione e infor-mazione completamente integrati e aggiornabili in ogni momento. Ilsistema Entune include Pandora, XM, iheartradio e HD Radio; è ilconcorrente diretto del sistema Ford Sync. Gli utenti possono accederea contenuti e servizi personalizzati semplicemente scaricando l'applica-zione per telefoni cellulari e utilizzando un telefono dotato di connes-sione Bluetooth su un veicolo Toyota. Tra le varie applicazioni dispo-nibili ci sono il motore di ricerca Bing, le radio Internet iheartradio ePandora, e sistemi per prenotare i biglietti del cinema(MovieTickets.com) oppure un tavolo al ristorante in centinaia dilocalità degli Stati Uniti (Open Table. Com). Sono a disposizioneanche servizi comeinformazioni sul traffi-co, prezzi dei carburan-ti, informazioni diborsa, sul tempo, e irisultati sportivi. Ilsistema di Toyotainclude anche dei sup-porti che consentonoil”read-back” e le possi-bilità di ripetere messaggi di testo. Toyota ci ha confermato che leimpostazioni di Entune possono essere aggiornate con nuove versionisoftware trasmesse “over the air”. Entune sarà disponibile come optio-nal su alcuni modelli entro quest'anno.Ford: sulla Ford Fiesta modello 2012 è già possibile ricevere Pandora

per mezzo di applicazioni per smartphone, e sarà possibile controllareil tutto con comando vocale. I futuri proprietari della Mustang 2012saranno i prossimi a utilizzare il Sync AppLink, un software applicati-vo che consente agli utenti di Sync di utilizzare il controllo vocaledelle applicazioni per smartphone. Ford ha già messo a disposizioneAppLink (scaricabile dal sito www.syncmyride.com) dei proprietari diFiesta 2011 da cui si possono ascoltare tanto Pandora (per la musica)che altre radio via Internet per le notizie, quanto anche di servizi disocial networking. Aggiungendo AppLink direttamente in fabbricaanche alla Mustang, Ford dimostra la sua intenzione di proseguiresulla strada della connettività mobile avanzata in un numero sempremaggiore di modelli. Secondo diversi studi utilizzati da Ford, il 46%degli adulti che usano uno smartphone ha caricate delle apps, e alme-no il 36% di questi usa le stesse apps nel tragitto da e per il lavoro.

Autoradio per InternetAlpine: il produttore di autoradio, che aveva in catalogo un solomodello capace di controllare Pandora, ha presentato altri tre modellicon le stesse funzionalità. Queste autoradio possono controllare variefunzioni di Pandora e permettono anche di creare stazioni personaliz-zate. Tra i modelli compatibili con Pandora si segnala il iDA-X305S,del 2010, del prezzo di 399 dollari (circa 280 Euro). L'apparecchio

più economico è ilmodello CDE-122, auto-radio e lettore CD a 180dollari (circa 125 Euro).JVC: la casa giapponeseha annunciato quattronuovi modelli che posso-no controllare Pandorada un iPhone collegatovia USB. I prezzi oscilla-

no tra 179 e 219 dollari della serie base (da 125 a 150 Euro circa) da189 a 269 dollari (da 130 a 185 Euro circa) della serie Arsenal.Kenwood: lo scorso anno Kenwood aveva presentato due modelli diautoradio che potevano controllare Pandora attraverso un'applicazioneper iPhone; quest'anno i modelli compatibili con Pandora sono nove,

di cui cinque sono sistemi multimedia integrati, due sono sistemi conlettore CD e gli ultimi due sono semplici autoradio. Uno dei nuovimodelli è l'autoradio lettore CD della serie Excelon, il modello KDC-X995, fornito di un display a cristalli liquidi che può visualizzare cin-que o, per una migliore facilità di lettura, tre righe. Questo modello èdisponibile da marzo ad un prezzo di 380 dollari (260 Euro circa).Un'altro modello compatibile con Pandora è il sistema digitale KIV-701, dotato di schermo a colori da tre pollici e con la possibilità diriprodurre file video e audio per iPod, iPhone e iTouch. Il suo costo èdi 450 dollari (310 Euro circa), ed è disponibile da aprile.Livio radio: la compagnia di Internet radio con sedenel Michigan ha presentato due nuovi dispositiviper la ricezione di radio Internet in automo-bile. Il nuovo trasmettitore Fm di Livio,dall'esotico nome di Carmen, includeuna quantità di funzioni pensate persoddisfare gli utenti più smaliziati chevogliono ascoltare musica scaricata dainternet direttamente sulla propriaauto oppure (chi può) sulla propriabarca. Il software a corredo diCarmen, protetto da brevetto, si avviaautomaticamente quando l'utente colle-ga il trasmettitore al suo PC o Mac, e ini-zia a registrare la programmazione musicaleper poterla riproporre in un secondo momento. Lastessa casa propone un CarKit Bluetooth per la Internet Radio, con laquale gli ascoltatori possono utilizzare un'apposita app per ricevere45000 stazioni radio, tra cui quelle via internet NPR e Pandora. Il kitfunziona anche come viva-voce bluetooth.“Il 2011 ci ha visti concentrati sugli apparecchi per autoveicoli” affer-ma Jack Sigal, il CEO e fondatore di Livio Radio. “il 48% degliutenti di telefonia mobile sprovvisti di smartphone prevedono di pas-sare a uno di questi dispositivi entro quest'anno. Possiamo aspettarciquindi un forte mercato per le nostre apparecchiature”Pioneer: per quanto riguarda Pioneer, sono 9 i modelli integrati che

offrono lo streaming di Pandora ed la possibilità di controllo attraver-so un iPhone opportunamente connesso. Questa linea di prodotti dis-pone di 2 modelli con cd player integrato, 3 modelli con sistemiaudio/video, 2 modelli con navigatore integrato e infine 2 modelliequipaggiati con digital media player. Pandora viene integrato per laprima volta sulla linea dei riproduttori CD, sui modelli DEH-6300UB, e DEH-8300UB. Gli utenti possono vedere e selezionare lestazioni radio di Pandora registrate sul proprio account direttamentesul lettore CD, tramite la connessione con un iPhone. Questi due

modelli sono già disponibili al prezzo di 150 e180 dollari rispettivamente (100 e 125 Euro

circa).Aha radio: oltre a Pandora, Pioneer

ha integrato un secondo servizioradio via Internet, Aha Radio, neisuoi due sistemi di navigazioneAVIC-X390BT e AVIC-Z130BT, che saranno disponi-bili a partire da marzo con unprezzo consigliato di 800 e1200 dollari rispettivamente(550 e 830 Euro circa).L'applicazione gratuita per

iPhone “Aha Radio Mobile” consentedi ascoltare le condizioni del traffico e gli aggiorna-

menti su Facebook e Twitter; si possono anche ascoltare podcast eaccedere ad altri serviziInternet, come le applicazioni gestite dal sitoYELP, che negli Stati Uniti fornisce le indicazioni stradali e le recen-sioni degli esercizi commerciali, ad esempio ristoranti, nelle vicinanze.Asteroid: Parrot ha presentato il suo nuovo sistema Asteroid, che per-mette ai conducenti di auto di effettuare chiamate in viva voce, ascol-tare musica da vari supporti, come chiavette USB, iPhone/iPod, lettoriMP3, schede SD e Stazioni radio via WEB che dispongono di connet-tività 3G, e collegarsi al GPS oppure a Internet. Questo ricevitore dainstallare sulle automobili, utilizza il sistema operativo Android e lerelative apps. Con Asteroid è possibile anche scambiarsi file di musica

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con un telefono cellulare attraverso una connessioneBluetooth. Asteroid sarà commercializzato da Parrot inEuropa nel primo quadrimestre del 2011, e negli StatiUniti nel secondo quadrimestre, con prezzi ancora da defi-nire.Sony: sono due gli apparecchi di questa casa che consen-tono di utilizzare le funzionalità di Pandora tramiteiPhone, e relativa applicazione, collegato su porta USB;possono essere anche utilizzati i BlackBerry oppure ungenerico smartphone Android purché dotati di connessio-ne Bluetooth: una unità per radio via satellite e una unitàper HD-radio.

Internet radio domestichePure: questa compagnia britannica ha lanciato sul mercato statuniten-se apparecchi per la ricezione radio via Internet ed ha ampliato la suagamma con apparecchi Wi-Fi. Contour, è equipaggiato con un dockper iPhone e dispone di uscite audio così da consentire agli utilizzatori

di guardare video che pro-vengono dal loro iPhoneo iPod direttamente sullatv di casa. Il prezzo diContour parte da 299dollari (210 Euro circa).One Flow è un appa-recchio portatile con

un'autonomia fino a 20ore di ascolto (a condizione

che venga usato con l'apposita batteria ricaricabileChargePak, fornita come optional). Da segnalare anche il dock i-20per iPod/iPhone. Questa azienda ha anche un servizio di musica

“cloud-based”, Flow Songs. Con questo sistema si possono comprarecanzoni da apparecchiature dotate del sistema Flow, per esempioContour e One Flow. Gli utenti possono individuare una canzonesulla stazione radio di Internet o sulla stazione radio Fm e successiva-mente comprare quella canzone, tramite la loro radio Wi-Fi.Grace: un modello di radio Internet di questa casa dispone di un dis-play a colori di tre pollici e mezzo, e di una modalità party mode chepermette di avere la stessa programmazione anche a casa. L'unità puòessere controllata da applicazioni dedicate caricate su iPhone/iPodTouches e anche sui telefoni con sistema operativo android. Lestazioni Internet supportate dalla radio comprendono Pandora,Rhapsody, Sirius Internet Radio, Live 365, iheartradio, e molti altriservizi.Sherwood: questo produttore di ricevitori per radio via Internet hacreato il nuovo iNet20. un apparecchio docking per iPhone e iPod chepermette di collegarsi alle stazioni Pandora e Rhapsody, ma può funz-gere anche da sveglia e da cornice digitale per foto.

CI POTREBBE INTERESSAREGrooveshark Livio: il servizio di musica on demand Grooveshark e la società per la produzione di programmiradio via Internet Livio, sono diventate socie per la progettazione e la costruzione di apparecchiature per la ricezione dellamusica in automobile. Livio aggiunge Grooveshark ai suoi prodotti: “il nostro obiettivo è portare la musica di Groovesharknelle case e sulle automobili con il minimo sforzo” afferma Jake Sigal, il fondatore e Amministratore Delegato di LivioRadio. Livio e Grooveshark hanno intanto proposto un prototipo che si può collegare alla presa dell'accendisigari; questoprototipo dovrebbe permettere agli automobilisti di ascoltare le canzoni di Grooveshark dalla loro automobile.Grooveshark, cresciuto inFlorida, è stato fondato nel 2006da Sam Tarantino e GeorgeGreenberg; questi ultimi, parlan-do di se, si sono descritti come”due ragazzi che cercavano difare un buon servizio al mondo,offrendo musica on demand sulmaggior numero di apparecchipossibili”. Originalità americanea parte, la compagnia afferma inogni caso che il suo sito,listen.grooveshark,com, ha 20milioni di contatti nuovi al mesee un archivio di 7 milioni dibrani.

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F O C U S

Broadcast e Webcast

Dalla UserExperience alla ViewingExperience Di Susan AshworthSan Francisco, California

I broadcasters si avvicinano ai social media: il ruolo delle applicazioni second screen

Ci siamo, finalmente il bivio: fino ad ora, i due contendenti si eranoguardati senza mai prendersi realmente in considerazione, come se cipotesse essere una zona d’ombra nel panorama del broadcasting. In unangolo, la vecchia guardia, il broadcasting tradizionale, potente e dilungo corso; e nell’angolo opposto, quell’indefinibile contesto dai con-torni aleatori all’interno del quale si muovono i social media, forse tal-volta anche in modo arrogante.La sinergia di questi due diversissimi modi di guardare il broadcastpotrebbe realizzare uno dei sogni che l’industria professionale delvideo insegue da tanti anni: collegarsi, e ricollegarsi, e ricollegarsi, conlo spettatore. Non mollarlo mai.Le possibilità che offrono i social media, dal raccogliere semplicemen-te le opinioni, verificare il reale gradimento, creare o consolidare illegame con una particolare emittente, sono sicuramente consideratecon il massimo interesse da parte di tutti i broadcasters.“Il broadcasting tradizionale paga un cronico distacco dall’audience: ilrilevamento dell’audience, e gli indici di gradimento sono strumentiche cercano di recuperare in qualche modo questo distacco” spiegaRoger Keating, senior vice president dei media digitali di HearstTelevision.”La visione dei nostri programmi è un fatto che avvieneall’interno di una sfera strettamente privata: non abbiamo modo divedere le reazioni della gente rispetto ai nostri programmi. Sono quin-

di i social media, opportunamente guidati, a poter colmare questovuoto; e, forse, a poter cambiare tutto. Ogni episodio di una serie,ogni puntata di un programma, ogni notiziario possono essere trasfor-mati in un gruppo di discussione. Possiamo conoscere all’istante il gra-dimento dello show, quale parte sia la più accattivante, entusiasmante.E questo non può che aiutarci a diventare dei programmatori cheriescono ad incontrare meglio i gusti dell’audience.”Inizialmente, i broadcaster non vedevano di buon occhio quello che èstato chiamato il “second screen”, cui appartiene anche tutto l’ambien-te dei social media. Poco a poco però, emittenti nazionali e piccolestazioni locali, network via satellite o via cavo,si sono progressivamen-te avvicinate a questo mondo. L’abbinamento di social media e broad-cast tradizionale ha consentito alle emittenti di creare qualcosa dinuovo: far crescere l’attesa per il debutto di un nuovo show, scambiareinformazioni con i telespettatori, stimolare la curiosità riguardo ainuovi programmi e conoscere gli interessi dell’audience.

Fidelizzare l’audienceDiverse aziende che producono apparati per il broadcast hanno creatodegli strumenti in grado di far incontrare il mondo del broadcast conquello dei social media. Tanto per fare un esempio, Miranda, sullabase del suo sistema Vertigo XG, ha combinato la tecnologia per effet-ti grafici delle trasmissioni tradizionali con un software particolare(svi-luppato da Quest Research & Development) che consente di trasmet-tere in diretta i messaggi degli spettatori. Con questo apparato, le sta-zioni televisive possono utilizzare dei modelli definiti in precedenzaper poter trasmettere i feed di Tweeter sullo schermo; ovviamente sipuò mettere in onda anche grafica tradizionale, ed i messaggi prove-nienti dai social network possono essere filtrati e moderati, in mododa non trasmettere contenuti offensivi o inappropriati.Boromy Ung è il market segment manager di Miranda a Montreal, ed

il suo commento è semplice: ”Con i social media è ora possibile offrireuna vera interazione tra conduttori, ospiti e spettatori, che, potendoesprimere direttamente delle opinioni che verranno considerate o tra-smesse, si sentono molto più coinvolti nella trasmissione stessa”.Aumentare il gradimento di una trasmissione coinvolgendo diretta-mente gli spettatori: questo è uno degli obiettivi primari di moltenuove tecnologie che stanno facendo capolino sul mercato.The Weather Channel è una stazione che si sta impegnando moltosull’integrazione dei social network nelle trasmissioni: ha già creato unvero e proprio portale per i social media all’interno del suo sistemaESP:LIVE per gli allerta meteo,e si appoggia alle soluzioni grafiche perle previsioni sviluppate da Fusion per aiutare le singole emittenti aintegrare le chat dei social media nella loro scaletta quotidiana.“Sicuramente The Weather Channel ha un posto privilegiato nelpanorama delle newsroom, un posto che può essere ideale anche per isocial media” questa è l’opinione di Bill Boss, vicepresidente dellaproduction development per Weather Central. “Perché la nostra posi-zione è privilegiata? Lo staff delle previsioni metereologiche è sempreimpegnato nelle comunità, visitando scuole oppure semplicementeparlando del tempo con dei passanti in strada. Con i social media, ilnostro staff può entrare ancora più in contatto con gli spettatori, spe-cialmente quelli più giovani”

È una minaccia?Di sicuro, quando questi strani fenomeni sono iniziati, l’industriatelevisiva ha pensato che il mondo dei social network fosse una minac-cia. Uno studio recente effettuato da Razorfish, una società di marke-ting ”born digital” e Yahoo stima che circa l’80% degli spettatori del

giorno d’oggi sono “mobile multitasking”, cioè stanno davanti al lorotelevisore con un altro apparecchio in mano, smartphone o tablet chesia. È un dato che fa crescere la preoccupazione delle emittenti riguar-do alla “frammentazione” dell’audience.“Tutte le novità, siano esse internet o il video-on-demand, sono vistecome delle potenziali minacce, perché moltiplicano le possibilità ed imodi per uno spettatore di gustare il suo contenuto preferito.” diceancora Ung “Ma è solo un problema di come la tecnologia miglioraed evolve. Adesso infatti i social media non sono più visti come unaminaccia, ma come qualcosa in grado di creare nuove opportunitàpubblicitarie.”L’anno scorso, il canale Fox ha sviluppato una app del tutto particola-re per la sua serie di prima serata “Bones”: con questa app si incorag-giavano gli spettatori a scambiarsi opinioni sul telefilm in diretta. Sel’80 % degli spettatori è impegnato a digitare commenti sul suo tabletmentre comunque cerca di seguire lo sviluppo delle analisi anatomo-patologiche di Bones, le emittenti hanno in mano un modo moltoefficace e diretto per orientare questi stessi spettatori.ABC ha usato una tattica molto simile con “Grey’s Anatomy”. Questonetwork ha lavorato in stretta collaborazione con la Nielsen (rilevazio-ni) ed il suo software Media-Synch Platform, un software che con-sente ai dispositivi mobili di sincronizzarsi automaticamente con iprogrammi televisivi mediante segnali audio. L’app sfruttata da ABCconsente agli spettatori di soffermarsi su scene particolari, di parteci-pare a sondaggi e quiz riguardanti lo show, e persino di interagire conle pubblicità trasmesse durante lo show.Anche il mondo dei reality show gode di estrema popolarità. MarkBurnett’s Productions è una delle più grandi case di produzione di

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F O C U S

Broadcast e Webcast

reality, ed ha da poco annuncia-to l’intenzione di creare unacollaborazione con ACTV8,una azienda votata alla creazio-ne di software ed app finalizzatea consentire l’interattività traspettatore e programma televisi-vo, per costruire app specificheper i suoi programmi.Questa tendenza sta coinvolgen-do anche le televisioni via cavo evia satellite. È dello scorsoautunno l’annuncio della colla-borazione di Direct TV e Miso(anche in questo caso una com-

pagnia creatrice di una app per la “social television”), collaborazionenata per unire la visione di programmi televisivi ai commenti su socialnetwork su dispositivi mobili. E allo stesso modo, anche il sistema distreaming video Universe di AT&T ha stretto collaborazioni con uncerto numero di compagnie di social media (tra cui ancora Miso, e TVFoundry) per consentire ai suoi spettatori di condividere i programmiche stanno guardando ed essere sempre collegati a nuovi contenuti.

Connect TV allianceNon ci sono solo le grandi emittenti nazionali, le tv via cavo o viasatellite. Per stare al passo con i tempi, e creare un collegamento tratelevisione e social media, si stanno anche costituendo piccoli gruppidi emittenti locali. Stacy Jolna, CMO e co-fondatore di ConnecTV,una azienda della Silicon Valley, ha annunciato a novembre di avere inprogramma questo tipo di connessione in diretta tra rete-televisione, edi aver costituito un’alleanza con dieci emittenti. Questa nuova solu-zione sarà dotata di un algoritmo sviluppato proprio da ConnecTV, ingrado di utilizzare un segnale audio codificato e inserito nel flussodelle trasmissioni per attivare ed entrare in comunicazione con il dis-positivo mobile scelto.Anche in questo caso si tratta di un’esperienza più coinvolgente per lospettatore: di fianco alla semplice visione del programma si apre pergli utenti la possibilità di interagire con altri spettatori, altri fan chestiano guardando lo stesso programma, e per i broadcaster la possibili-tà di trasmettere direttamente al mobile sia una serie di contenutisimili sia anche pubblicità collegate al programma in visione.Un esempio può chiarire questo tipo di interazione: se stiamo guar-

dando Derek Jakter in battuta durante una partita di baseball degliYankees (oppure, per noi in Italia, Del Piero o Ibraimovich che stannoper calciare un rigore, o Mirco Bergamasco che ha appena segnato unameta, o Tania Cagnotto che sta per tuffarsi dalla piattaforma, NdT),questa applicazione di ConnecTV può presentarci tutte le statisticheriguardanti le sue performances, aggiornate in tempo reale (e realesignifica all’ultimissimo momento); ci consentirebbe di twittare o dicollegarci a Facebook per scambiare messaggi con gli altri fan; ci con-sentirebbe di entrare in chat su quello specifico argomento o su altri.Quando lo spettatore si siede davanti alla televisione per guardare unqualsiasi programma, smartphone o tablet in mano, il sistema diConnecTV collega automaticamente quel dispositivo mobile con ilprogramma. Cosa ci guadagnano poi le emittenti locali? Pubblicitàovviamente. Pubblicità locale.“La crescita e la pervasività dei social media non è più un fenomeno dicui stupirsi, è un fatto innegabile. Quello che ancora deve essere capitoe sviluppato è come utilizzare il fenomeno dei social network permigliorare la “TV experience”. La ragione di queste collaborazioni èfondamentalmente riuscire a plasmare lo spazio che i social network cimettono a disposizione. Che le persone parlino dei nostri programmi èfantastico, e vogliamo partecipare e rendere più facili queste conversa-zioni. E, se la cosa prende piede, siamo lì per guadagnarci, perché no?”questa l’opinione della Hearst Television, e del suo executive Keating.Tornando a ConnecTV, la spinta che ha fatto unire le forze delle emit-tenti (e di ConnecTV) è stata sicuramente la percezione che il mondodi smartphone e tablet, e l’universo dei social network, è dotato di unenorme potenziale di crescita e di tutte quelle caratteristiche che pos-sono agganciare lo spettatore sia al mezzo televisivo, sia a tutte le pos-sibilità offerte da internet.“Si è modificato il modo di connettersi,di fare pubblicità. Nel mondodella TV experience del consumatore si è verificata una vera e propriarivoluzione”.Di sicuro, l’ingresso dei social media nel mondo della televisione tra-dizionale è stata una rivoluzione. Tocca adesso ai broadcaster deciderese è una rivoluzione che interessa, o se i social media debbano rimane-re solo dei partecipanti di secondo piano della scena televisiva.A Weather Channel hanno le idee chiare: “I social media sono unaforma estremamente efficace per comunicare, e per coinvolgere gli spet-tatori in una conversazione, qualcosa che non si può più ignorare. Unavolta potevi dire che avevi conosciuto un personaggio dello spettacolose eri riuscito a parlargli a qualche evento, a qualche convention. Oranon è più così. E adesso nessuno può fare finta di non saperlo”.