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Storia biblica al tempo dei profeti – prof. d. Davide Arcangeli SCHEDA SU STORIA BIBLICA (14/11) Separazione dei due regni dopo Salomone I Re 12 offre un quadro chiaro degli avvenimenti accaduti dopo la morte di Salmone. Roboamo, figlio di Salomone e re di tutto Israele, si reca a Sichem: c’è una tensione tra le tribù del Nord e del sud e le mire separatiste si fanno sentire. Qui egli deve affrontare precise richieste, che si rifanno all’allentamento del giogo del lavoro. Ogni tentativo di recuperare il nord con la forza fallisce. Geroboamo, nuovo re di Israele (regno del nord), si insedia prima in Sichem e poi in Tirsa. Eleva due santuari, situati alle frontiere nord e sud del paese, ossia Dan e Betel, per corroborare il nuovo stato e controbattere la centralità religiosa di Gerusalemme. Con lui inizia quello che il redattore del libro dei re chiama il peccato di Geroboamo, ossia la rottura del culto di Gerusalemme. Così il profeta Achia, che in precedenza lo aveva designato re di Israele, ora lo rigetta. Differenze tra regno del nord e regno del sud Il regno del nord era economicamente più florido e appetibile per la presenza di un’agricoltura fiorente. D’altra parte, però, questa solidità economica si collegava ad una religiosità fortemente compromessa con i culti di fertilità cananici e questi furono elementi forti di rischio di perdita di identità culturale e religiosa. Inoltre la vicinanza con i grandi imperi del nord (Assiri) costrinse Israele ad una politica di alleanze per salvaguardarsi dal pericolo di dominazione assira. Per lunghi periodi Israele dovette pagare il tributo all’assiria (cfr Iehu), 1

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Storia biblica al tempo dei profeti – prof. d. Davide Arcangeli

SCHEDA SU STORIA BIBLICA (14/11)

Separazione dei due regni dopo Salomone

I Re 12 offre un quadro chiaro degli avvenimenti accaduti dopo la morte di Salmone. Roboamo,

figlio di Salomone e re di tutto Israele, si reca a Sichem: c’è una tensione tra le tribù del Nord e del

sud e le mire separatiste si fanno sentire. Qui egli deve affrontare precise richieste, che si rifanno

all’allentamento del giogo del lavoro. Ogni tentativo di recuperare il nord con la forza fallisce.

Geroboamo, nuovo re di Israele (regno del nord), si insedia prima in Sichem e poi in Tirsa. Eleva

due santuari, situati alle frontiere nord e sud del paese, ossia Dan e Betel, per corroborare il nuovo

stato e controbattere la centralità religiosa di Gerusalemme. Con lui inizia quello che il redattore del

libro dei re chiama il peccato di Geroboamo, ossia la rottura del culto di Gerusalemme. Così il

profeta Achia, che in precedenza lo aveva designato re di Israele, ora lo rigetta.

Differenze tra regno del nord e regno del sud

Il regno del nord era economicamente più florido e appetibile per la presenza di un’agricoltura

fiorente. D’altra parte, però, questa solidità economica si collegava ad una religiosità fortemente

compromessa con i culti di fertilità cananici e questi furono elementi forti di rischio di perdita di

identità culturale e religiosa. Inoltre la vicinanza con i grandi imperi del nord (Assiri) costrinse

Israele ad una politica di alleanze per salvaguardarsi dal pericolo di dominazione assira. Per lunghi

periodi Israele dovette pagare il tributo all’assiria (cfr Iehu), ma fu anche protagonista di leghe

antiassire, come la coalizione siro efraimita.

Il regno del sud (o regno di Giuda) meno economicamente forte e più distante dall’Assiria, potè

subire meno imponente giogo del regno assiro ed ebbe sempre la tentazione di chiedere aiuti

dall’Egitto. Inoltre il relativo isolamento di questo stato contribuì a rendere il sincretismo religioso

meno accentuato che nel nord. In realtà però, soprattutto con il regno di Manasse, dopo la caduta di

Samaria, in un periodo di ascesa di Giuda per la debolezza del potere assiro, anche il regno di Giuda

ebbe una forte accelerazione dei culti cananaici. Sarà Giosia a restaurare lo jahvismo.

Contesto storico dei profeti Amos e Osea

Iehu già generale dell’esercito di Israele sotto Ioram (dinastia di Omri, regno del Nord) viene unto

in gran segreto dal profeta Eliseo. Nasce la cospirazione nell’esercito di Israele contro il re, e 1

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inizierà la dinastia di Iehu dall’841. Osea e Amos predicano sotto Geroboamo II, della dinastia di

Iehu, che governa fino al 747.

Tra il 787 e il 745 il pericolo assiro non si farà più sentire in Siria e Palestina a causa delle divisioni

interne agli assiri e la pressione dei vicini nel Nord est. In questa circostanza i 40 anni di regno di

Geroboamo II offrono un’occasione ideale per restaurare il dominio di Israele. Con una serie di

conquiste Geroboamo sembra recuperare i territori e l’influenza perduta dai tempi di Davide. Si

riattivano il commercio e l’economia del regno. Tuttavia si acuiscono le tensioni sociali,

sottolineate particolarmente dalla predicazione del profeta Amos.

La predicazione del profeta Osea si colloca tra il 750 e il 725 ed è tutta indirizzata al regno del nord.

In 1, 4 apostrofa la dinastia di Jehu ricordandole l’assassinio di Izreel (cfr. 1 Re 21). Inoltre

vengono menzionate la capitale Samaria e luoghi di culto come Bethel e Gilgal.

Contesto storico del profeta Isaia

Tiglat Pileser III (745 – 727) fu un importante re assiro che ricostruì l’unità interna del paese, creò

un esercito permanente e diede inizio ad una politica espansionistica senza precedenti. Con Tiglat

Pileser inizia la politica assira delle annessioni forzate con deportazioni in massa delle popolazioni

nemiche o disobbedienti. L’importanza di questo re per la storia biblica è evidente perché tale

politica portò al tentativo di rivolta che univa Damasco e Samaria (capitale del regno del Nord), con

altre città come Tiro e Gaza, in un’unica lega antiassira (coalizione siro-efraimita). Essi infatti

volevano liberarsi una volta per tutto del giogo militare e tributario degli assiri. Il re Peqah di

Samaria tentò di convolgere anche Giuda in questa lega, ma prima il re Ioram e poi il figlio Acaz,

succedutogli al trono nel 735, si rifiutarono di andare contro all’Assiria: in questo contesto essi

cercheranno di conquistare Giuda e di imporre al trono di Giuda un successore compiacente con la

loro politica ma non vi riusciranno (cfr. Is 7, 10 – 17). Il profeta Isaia si presenta ad Acaz per dirgli

di non temere Peqah e Rezin, ma anche di non appoggiarsi agli Assiri. In realtà Acaz chiederà poi

aiuto agli assiri e Tiglat Pileser coglierà la palla al balzo per realizzare una campagna contro

Damasco e Samaria che porterà alla conquista di quasi tutto il territorio di Israele.

Se Tiglat Pileser interviene contro Samaria lasciando libera solo la città e alcune zone limitrofe, al

nuovo tentativo di ribellione da parte del re Osea (regno del Nord) sarà Salmanassar V a penetrare

in Samaria e a distruggerla dopo un lungo assedio, nel 722. Da questo momento in poi il regno del

Nord non esiste più e Israele è presente politicamente soltanto attraverso il piccolo regno di Giuda.

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Ezechia salì al trono nel 729 – 728 come re di Giuda. Ezechia assecondò la politica paterna prima di

tutto sottomettendosi a Tiglat pileser III e quindi a Salmanassar V. Ezechia fece anche una riforma

cultuale e vinse ripetutamente contro i filistei.

A un certo punto però Ezechia si ribella (704), capeggiando una coalizione appoggiata dall’Egitto,

alla quale si riferisce il profeta Isaia quando ammonisce a non appoggiarsi sull’Egitto (cfr 2 Re 18 –

19; Is 30, 1 -7; 31, 1 – 3). Ad essa partecipavano varie città filistee la reazione assira non si fece

attendere. La campagna del re Assiro Sennacherib fu rapida ed energica. Tutti i coalizzati caddero

uno dopo l’altro e Gerusalemme fu accerchiata. Essa impedì la distruzione grazie ad un tributo. Il

racconto del libro dei re parla di un miracolo per la salvezza della città. Ezechia riuscì comunque a

mantenere il dominio della città anche se si vide piuttosto ridotto il proprio territorio.

Complessivamente l’attività di Isaia cade nel periodo compreso tra la crisi della guerra

siroefraimitica e (734 – 733) e l’assedio di Gerusalemme con Ezechia (701). Al tempo di Ezechia

predicà anche il profeta Michea.

Contesto storico del profeta Geremia

Al centro del racconto sul re Giosia ( re di Giuda) c’è la grande riforma cultuale iniziata nel

diciottesimo anno di regno di Giosia nel 622. Essa fu provocata dal ritrovamento del libro della

torah nel corso dei lavori di restauro del tempio (cfr. 2 Re 22 – 23). Con il libro della Toràh si

indica il Deuteronomio, anche se tale identificazione è problematica. Si può parlare più

correttamente del movimento che sta dietro il Deuteronomio, la cui redazione finale è certamente

posteriore a tali avvenimenti. Le riflessioni storiche e teologiche di tale movimento, che

probabilmente sono il portato della riflessione sulla distruzione del regno del Nord, si basano

sull’unità del santuario, identificato con quello di Gerusalemme, sull’unità del popolo, della terra e

del Dio d’Israele e sull’importanza della legislazione. Giosia conferì valore ufficiale al libro della

legge: il deuteronomio infatti vede la legislazione come corpo unitario e legata alla figura di Mosè.

Giosia inoltre sfruttò il vuoto di potere che si era creato per la caduta dell’Assiria ad opera della

nascente potenza babilonese (nel 612 è datata la conquista di Ninive ad opera di Babilonesi e medi e

forse nel medesimo periodo è la predicazione del profeta Naum). L’azione di distruzione dell’altare

di Bethel (cfr. 2 Re 23, 19) potrebbe essere vista proprio nel quadro di un ampliamento dei domini

del re di Giuda su parti di quello che era stato il regno del nord. Soprattutto le circostanze della

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morte di Giosia ne evidenziano le ambizioni politiche: egli si oppose al faraone Necao, che si era

diretto al nord per andare in aiuto al re di Assiria e viene sconfitto nel 609 a Meghiddo.

Geremia ha iniziato la sua predicazione profetica nel tredicesimo anno di Giosia 627 e terminò con

la distruzione di Gerusalemme e le ultime vicende che coinvolsero i superstiti (586). Anche il

profeta Sofonia e probabilmente Abacuc predicano sotto il re Giosia.

I profeti al tempo dell’esilio e del ritorno.

Nabucodonosor è il sovrano babilonese che assediò Gerusalemme nel 598 – 597 e dopo la resa degli

Israeliti sostituisce il re Ioiakin con il suo zio Mattania (nome cambiato in Sedecia), come suo

vassallo e deporta l’aristocrazia e la famiglia regale in babilonia. Successivamente, poiché la

politica di Sedecia si modifico in un senso antibabilonese nel 588 Nabucodonor torna a porre

l’assedia a Gerusalemme e nel 587 con la capitolazione della città c’è l’abbattmento delle mura e

l’incendio del tempio e la deportazione di un'altra quota di popolazione.

Al tempo immediatamente precedente all’esilio e nel contesto dell’esilio si colloca la predicazione

del profeta Ezechiele e anche il secondo Isaia (cc. 40 – 55). Anche il libro delle lamentazioni e di

Baruc si collocano in questo contesto (forse anche il profeta Abdia).

Ciro il persiano è il grande conquistatore dell’impero Babilonese ormai in decadenza. Comincia nel

546 conquistando Sardi ( capitale dei medi) e nel 539 entrerà in Babilonia senza colpo ferire, per il

forte malcontento della città contro il suo sovrano (soprattutto della classe sacerdotale, preoccupata

perché il sovrano aveva boicottato il culto di Marduk per dieci anni). Ciro entrato in Babilonia e

proclamato imperatore reintroduce il culto di Marduk, come testimonia il famoso cilindro di Ciro, e

promuove una sorta di tolleranza nei confronti delle divinità delle minoranze: i persiani, infatti, non

tentarono di corroborare l’unità politica attraverso un’unificazione religiosa. Ciro redasse un decreto

in cui permetteva ai giudei che lo desiderassero di tornare in patria e il testo di questo editto è

recepito nel libro di Esdra (cfr Esd 1, 2 -5) dove si menziona esplicitamente la costruzione del

tempio di Gerusalemme e la restituzione degli oggetti sottratti da Nabucodonosor a Gerusalemme.

A questa fase del ritorno appartengono i profeti Aggeo, Zaccaria e la terza parte di Isaia ( Is 56 –

66). Ancora posteriori sembrano essere Gioele e Malachia.

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