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Quasimodo nacque in Sicilia nel 1901, a Modica (Ragusa), da padre ferroviere. Frequentò l’istituto per geometri presso Messina, dove conobbe Elio Vittorini, che più tardi sarà un protagonista del neorealismo. A soli 16 anni fondò una rivista letteraria. Dopo il diploma si trasferì a Roma, per studiare ingegneria al Politecnico, senza riuscire però a laurearsi. Le precarie condizioni economiche lo spinsero a praticare diversi lavori tecnici. Sul piano letterario, Quasimodo è un autodidatta, appassionato lettore di poesie, a partire dai lirici greci. A Roma, nel 1930, pubblicò la sua prima raccolta di versi: Acque e terre. Nel 1932, mentre lavorava al genio civile di Imperia, diede alle stampe il suo secondo libro di poesie: Oboe sommerso. Trasferitosi a Milano nel 1935, cominciò a collaborare con un settimanale. Alle prime due raccolte si aggiunse, nel 1936, Erato e Apollion. Nel 1942 uscì il nuovo libro di versi, Ed è subito sera, seguito, dopo la fine della guerra, da Giorno dopo giorno (1947). Sin dalle prime raccolte, Quasimodo sviluppò i temi connessi con la solitudine e con lo sradicamento dell'uomo, che egli individuava anche nella sua personale condizione di esule. Era profondamente legato al mondo della sua infanzia, ossia ad una dimensione di bontà e di sanità non più raggiungibile. Quasimodo fu un sostenitore convinto del ruolo civile, sociale, politico della poesia. Secondo lui, la posizione del poeta non può essere passiva nella società: a suo parere il poeta "modifica" il mondo. Le immagini forti del poeta, quelle da lui create, battono sul cuore dell'uomo più della filosofia e della storia. La poesia si trasforma in etica, proprio per la sua resa di bellezza: la sua responsabilità è in diretto rapporto con la sua perfezione.

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Page 1: file · Web viewQuasimodo nacque in Sicilia nel 1901, a Modica (Ragusa), da padre ferroviere. Frequentò l’istituto per geometri presso Messina, dove conobbe Elio

Quasimodo nacque in Sicilia nel 1901, a Modica (Ragusa), da padre ferroviere.

Frequentò l’istituto per geometri presso Messina, dove conobbe Elio Vittorini, che più tardi sarà un protagonista del neorealismo. A soli 16 anni fondò una rivista letteraria.

Dopo il diploma si trasferì a Roma, per studiare ingegneria al Politecnico, senza riuscire però a laurearsi. Le precarie condizioni economiche lo spinsero a praticare diversi lavori tecnici.

Sul piano letterario, Quasimodo è un autodidatta, appassionato lettore di poesie, a partire dai lirici greci.

A Roma, nel 1930, pubblicò la sua prima raccolta di versi: Acque e terre.

Nel 1932, mentre lavorava al genio civile di Imperia, diede alle stampe il suo secondo libro di poesie: Oboe sommerso.

Trasferitosi a Milano nel 1935, cominciò a collaborare con un settimanale. Alle prime due raccolte si aggiunse, nel 1936, Erato e Apollion.

Nel 1942 uscì il nuovo libro di versi, Ed è subito sera, seguito, dopo la fine della guerra, da Giorno dopo giorno (1947).

Sin dalle prime raccolte, Quasimodo sviluppò i temi connessi con la solitudine e con lo sradicamento dell'uomo, che egli individuava anche nella sua personale condizione di esule. Era profondamente legato al mondo della sua infanzia, ossia ad una dimensione di bontà e di sanità non più raggiungibile.

Quasimodo fu un sostenitore convinto del ruolo civile, sociale, politico della poesia. Secondo lui, la posizione del poeta non può essere passiva nella società: a suo parere il poeta "modifica" il mondo. Le immagini forti del poeta, quelle da lui create, battono sul cuore dell'uomo più della filosofia e della storia. La poesia si trasforma in etica, proprio per la sua resa di bellezza: la sua responsabilità è in diretto rapporto con la sua perfezione.

Secondo Quasimodo, un poeta è tale quando non rinuncia alla sua presenza in una data terra, in un tempo esatto, definito politicamente. E poesia è libertà di quel tempo, non modulazioni astratte del sentimento.

Coerentemente, Quasimodo si avvicinò intanto alla politica, come militante nelle file del partito comunista italiano. Le sue riflessioni vennero raccolte nel volume “Il poeta e il politico” e altri saggi (1960).

Almeno inizialmente, spinto dalla sua naturale esigenza di concretezza, aderì alla corrente letteraria chiamata Ermetismo. Vide nella nuova poesia un aiuto contro il Romanticismo, il sentimentalismo, l'autobiografismo. L'Ermetismo, inoltre, gli sembrò qualcosa di utile per il raggiungimento di una più acuta visione delle cose. Il suo ermetismo risultò in ogni caso originale, poiché egli aderì ad un linguaggio scarno ma non privo di sfumature musicali e caratterizzato da un velo di tristezza.

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Quasimodo figura tra i maggiori interpreti della condizione dell'uomo moderno. Egli svolse una funzione significativa nella letteratura del Novecento, come dimostrano i numerosi riconoscimenti della cultura internazionale: nel 1959 gli fu tributato il premio Nobel per la letteratura.

Nella sua opera letteraria egli rivelò il suo carattere pensoso e profondamente umano e nello stesso tempo giunse, attraverso un itinerario ricco di svolte e di approfondimenti, a soluzioni originali e ricche sul piano intellettuale e artistico.