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Copyright© Esselibri S.p.A. CAPITOLO SETTIMO L’EPOCA D’ORO DELLA STAMPA Sommario: 1. Centralità dei giornali e modernizzazione tra XIX e XX secolo. - 2. La nascita della tabloid press inglese. - 3. L’ascesa della stampa di massa e l’editoria «non pura» in Francia. - 4. Il nuovo giornalismo popolare-sensazionalistico america- no. - 5. L’autonomia della stampa negli Stati Uniti. 1. CENTRALITÀ DEI GIORNALI E MODERNIZZAZIONE TRA XIX E XX SECOLO A) I mutamenti socio-economici nei paesi occidentali Il periodo che va dalla seconda metà dell’Ottocento alla Grande Guerra viene considerato come l’epoca d’oro dei giornali: la carta stampata insieme al cinema — divenne il principale mezzo di comunicazione di massa. Tale fenomeno si inserì in un processo più generale di modernizzazione che investì le società occidentali, caratterizzato dai seguenti elementi fon- damentali: la progressiva affermazione nelle diverse realtà nazionali di un quadro politico-giuridico liberale che ammetteva la libertà di stampa; lo sviluppo della Seconda Rivoluzione industriale che inaugurò l’impie- go di fonti di energia diverse (petrolio, elettricità) con un risparmio in termini di tempo nella produzione dei giornali; il consolidarsi dei mercati editoriali nazionali; l’allargamento del pubblico, determinato dall’introduzione dell’istruzione obbligatoria e dall’estensione del diritto di voto. Quella giornalistica assunse le caratteristiche di un’impresa capitalisti- ca legata alla logica del profitto e pertanto i giornali per sopravvivere punta- rono ad una crescita continua della produttività e dell’efficienza. Con lo sviluppo di un pubblico di massa e con la maggiore attenzione che le azien- de riservarono alla comunicazione sociale, la pubblicità assunse in questo senso sempre più importanza per la vita stessa dei giornali.

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CAPITOLO SETTIMO

L’EPOCA D’ORO DELLA STAMPA

Sommario: 1. Centralità dei giornali e modernizzazione tra XIX e XX secolo. - 2. Lanascita della tabloid press inglese. - 3. L’ascesa della stampa di massa e l’editoria«non pura» in Francia. - 4. Il nuovo giornalismo popolare-sensazionalistico america-no. - 5. L’autonomia della stampa negli Stati Uniti.

1. CENTRALITÀ DEI GIORNALI E MODERNIZZAZIONE TRAXIX E XX SECOLO

A) I mutamenti socio-economici nei paesi occidentali

Il periodo che va dalla seconda metà dell’Ottocento alla Grande Guerraviene considerato come l’epoca d’oro dei giornali: la carta stampata —insieme al cinema — divenne il principale mezzo di comunicazione dimassa.

Tale fenomeno si inserì in un processo più generale di modernizzazioneche investì le società occidentali, caratterizzato dai seguenti elementi fon-damentali:

— la progressiva affermazione nelle diverse realtà nazionali di un quadropolitico-giuridico liberale che ammetteva la libertà di stampa;

— lo sviluppo della Seconda Rivoluzione industriale che inaugurò l’impie-go di fonti di energia diverse (petrolio, elettricità) con un risparmio intermini di tempo nella produzione dei giornali;

— il consolidarsi dei mercati editoriali nazionali;— l’allargamento del pubblico, determinato dall’introduzione dell’istruzione

obbligatoria e dall’estensione del diritto di voto.

Quella giornalistica assunse le caratteristiche di un’impresa capitalisti-ca legata alla logica del profitto e pertanto i giornali per sopravvivere punta-rono ad una crescita continua della produttività e dell’efficienza. Con losviluppo di un pubblico di massa e con la maggiore attenzione che le azien-de riservarono alla comunicazione sociale, la pubblicità assunse in questosenso sempre più importanza per la vita stessa dei giornali.

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.Capitolo Settimo60

B) Gli sviluppi del settore tecnologico

A partire dalla seconda metà del XIX secolo si ebbe in Europa e negliStati Uniti uno sviluppo tecnologico senza precedenti: si diffuse l’illumina-zione elettrica nelle città, nacquero la macchina da scrivere e il telefono(1876), furono compiuti importanti progressi nel campo della fotografia.

Nel settore della stampa di fondamentale importanza fu l’introduzionedella prima macchina per la composizione tipografica meccanica nel 1886. Si tratta della linotype («linea di

caratteri») inventata da Ottmar Mor-genthaler, un tedesco immigrato inAmerica, che consentì di triplicare iritmi di lavoro, ma soprattutto resepiù facili le operazioni di composi-zione che fino a quel momento era-no state condotte interamente amano.

C) «L’invenzione del giornalismo»

Al di là dei progressi ottenuti intermini quantitativi, grazie all’impie-go della linotype, ciò che caratteriz-zò questo periodo fu la netta trasfor-mazione qualitativa dei giornali,che ha fatto parlare alcuni studiosidi «invenzione del giornalismo», in-teso come oggi noi lo conosciamo.

In primo luogo si verificò il grande boom del quotidiano che fino adallora aveva costituito ancora una piccola parte del mercato giornalistico.Ma l’aspetto senza dubbio peculiare risiedette nel fatto che l’analisi delcontenuto divenne sempre più importante determinando una crescente spe-cializzazione e separazione della stampa.

In altri termini si delineò un’opposizione fra stampa d’élite, concentratasulla politica e sulla cultura, e stampa popolare sulla cronaca nera, l’intrat-tenimento e la mondanità. In questo modo la stampa si distinse in generidiversi rivolti a pubblici altrettanto diversi tra di loro, subendo l’influenzadel fenomeno pubblicitario cresciuto in quegli anni sia quantitativamenteche qualitativamente.

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.61L’epoca d’oro della stampa

A tal proposito basti pensare che agli inizi del ‘900 anche i quotidiani iniziarono ad abi-tuarsi alla pagina intera di pubblicità e, nello stesso periodo, comparve il primo manuale dipubblicità, scritto dall’americano Walter Dill Scott ed intitolato The Theory of Advertising.

Così come agiva la pubblicità, anche la stampa, infatti, iniziò a diversi-ficare i messaggi informativi in base al pubblico cui voleva rivolgersi.

Il cambiamento investì la stessa attività giornalistica che tese a «profes-sionalizzarsi». Nacquero sia negli Stati Uniti che in Europa le prime scuoledi giornalismo e in molti paesi comparvero i primi codici di deontologia,che posero l’obiettività come una virtù imprescindibile del giornalismo.

Si ricollega a ciò la netta distinzione che si affermò in questo periodo trafatti e opinioni che fino a quel momento erano rimasti sostanzialmenteconfusi. Si diffuse l’idea che si dovesse distinguere tra news e opinion. Perquesto motivo nacque un nuovo tipo di articolo «di opinione», l’editorialegraficamente diverso dagli altri.

2. LA NASCITA DELLA TABLOID PRESS INGLESE

Con l’abolizione tra il 1853 e il 1869 delle imposizioni fiscali sugli an-nunci e sulla carta, che avevano mantenuto il prezzo dei giornali ancoraalto, il giornalismo inglese conobbe la diffusione di un fenomeno inedito,ossia la nascita della stampa popolare di massa, grazie anche alla maggio-re alfabetizzazione incoraggiata dalle nuove leggi sull’istruzione obbligato-ria. Questo tipo di giornalismo sancì una vera e propria rottura con il passa-to: l’intrattenimento fu posto in primo piano a scapito del dibattito politico.

La svolta si ebbe con il Daily Mail nel 1896 vero e proprio capostipite diquella stampa inglese ancora oggi definita tabloid press caratterizzata daquotidiani con un formato particolare, ridotto (32×48cm) rispetto al fo-glio-lenzuolo e che nel corso del Novecento divenne tipico della stampapopolare.

La formula introdotta dal Daily, con articoli brevi scritti in un linguag-gio semplice che puntavano in modo particolare alla cronaca ad effetto(crimini, eventi speciali), ma anche al pettegolezzo, ebbe da subito grandesuccesso al punto che i nuovi quotidiani riuscirono a vendere milioni dicopie ogni giorno.

Le pagine erano divise per temi e con rubriche immediatamente ricono-scibili, in modo da essere più facilmente leggibili. La politica era trattata inmodo ridotto e semplicistico e ciò distinse nettamente i nuovi giornali da

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.Capitolo Settimo62

quelli tradizionali con la diffusione della cosiddetta «regola delle tre S»(Scandali, Sesso, Soldi), propria del giornalismo popolare moderno.

Alla fine del XIX secolo si venne così delineando in Inghilterra la nettadistinzione tra la quality press piuttosto elitaria — con il Times in prima filacui si aggiunse il The Guardian dal 1821 — e la tabloid press, rimasta anco-ra oggi piuttosto valida.

Il successo del Daily Mail fu dovuto al grande talento imprenditoriale del suo fondatore,Alfred Harmsworth che ebbe il merito di capire i gusti del nuovo pubblico. In pochi anniHarmsworth animò più di 100 testate e tra queste spiccò il Daily Mirror, primo quotidianoscritto da giornaliste donne e rivolto ad un pubblico femminile.

3. L’ASCESA DELLA STAMPA DI MASSA E L’EDITORIA «NONPURA» IN FRANCIA

A) La nuova legislazione

Anche in Francia l’età d’oro dei giornali si collegò ad un processo diliberalizzazione legislativa che si ebbe nel 1881. La libertà di stampa furiconosciuta un diritto di ogni cittadino e rispetto alla precedente legislazio-ne (cfr. Cap. 5 § 1) i reati a mezzo stampa furono definiti in modo più circo-stanziato. Dopo un periodo particolarmente repressivo coincidente con ilregno di Napoleone III (imperatore dei francesi dal 1852 al 1870), la nuovalegge sulla stampa, che in merito agli articoli relativi ai reati commessi neiconfronti dei privati cittadini rifletteva un orientamento piuttosto garantistaa favore dei giornalisti (era ritenuto responsabile solo il direttore e non isingoli cronisti), divenne un punto di riferimento per i diversi paesi europei.

B) Stampa d’èlite e stampa popolare

Come in Inghilterra anche in Francia si sviluppò una forte stampa popo-lare accanto a quella d’élite che continuava ad occuparsi di politica e chevedeva i diversi giornali schierati su posizioni moderate (Le Temps), repub-blicane (L’Aurore), conservatrici (L’Echo de Paris).

I maggiori quotidiani del nuovo giornalismo di massa tra Ottocento e Novecento furono 4:

— Le Petit Journal, il più antico, nato nel 1863, che sostituì la politica con la cronaca nera equella mondana;

— Le Petit Parisien, fondato da Jean Dupuy che proponeva un giornalismo commerciale-sensazionalistico con grande spazio per il feuilleton;

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.63L’epoca d’oro della stampa

— Le Matin, fondato da Maurice Bunau-Varilla, che cercò, rispetto agli altri, di mantenere unlivello elevato riservando una certa attenzione alla politica e curando in modo scrupolosol’impaginazione;

— Le Journal, quotidiano fondato da Fernand Xau, di formato tabloid, che riservò lo spaziomaggiore agli annunci commerciali;

C) Il caso Dreyfus

Rispetto a quanto accadeva contemporaneamente nei paesi anglosasso-ni, però, l’editoria francese fu meno «pura» e spesso gli editori eranostrettamente legati a uomini politici e ai loro interessi. Spesso venivano sol-levati scandali per danneggiare esponenti del governo e dei partiti ostili aipolitici «amici» della testata su cui veniva riportato lo scandalo.

L’importanza del giornalismo nella vita politica del paese fu evidente inoccasione del caso Dreyfus, l’ufficiale dell’esercito francese di origine ebraicaingiustamente accusato di spionaggio a favore della Prussia nel 1894. Lastampa si divise sulla sua colpevolezza e fondamentale nell’indirizzare lavicenda a favore dell’ufficiale fu l’intervento di Emile Zola con il suo edito-riale intitolato J’accuse pubblicato sull’Aurore con cui lo scrittore accusòl’esercito e le corti di giustizia per aver condannato una persona innocente.

4. IL NUOVO GIORNALISMO POPOLARE-SENSAZIONALISTICOAMERICANO

A) Pulitzer e Hearst

Negli Stati Uniti l’epoca d’oro del giornalismo coincise con il periodosuccessivo alla Guerra Civile durante la quale la grande sete di notizie —come accade sempre in occasione di un conflitto — aveva determinato unconsiderevole incremento delle tirature ma anche una forte radicalizzazionedella linea politica dei diversi giornali.

Dopo la fine del conflitto, la generazione dei direttori dei penny papersvenne sostituita da due personaggi con i quali prese avvio il nuovo giornali-smo popolare-sensazionalistico americano. Si tratta di Joseph Pulitzer di-rettore del World di New York dal 1882 (che più tardi istituì un’importantepremio giornalistico ancora oggi considerato come la più prestigiosa onori-ficenza per il giornalismo) e William Randolph Hearst che nel 1895 fondò ilNew York Journal.

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.Capitolo Settimo64

Entrambi diedero vita adun giornalismo rivoltoalle classi più poverecaratterizzato da una for-te vena populista — ilWorld in particolare si ri-volse agli immigrati cheaffollavano New York —e che privilegiò il sensa-zionalismo riempiendole pagine di scandali, fat-ti inusuali e spesso ancheorribili dando così prio-rità alla cronaca monda-na da un lato e a quellanera dall’altro.

Ciò portò ad una vera e propria rivoluzione grafica con l’introduzionedi titoli a caratteri cubitali caratterizzati da brevi frasi ad effetto e di gran-di illustrazioni e figure per facilitare la lettura di un pubblico poco istruito.

Si diffuse il genere dell’inchiesta per cui i cronisti indagavano sullo stra-potere dei grandi industriali raggiunto anche con metodi illeciti denuncian-do gli abusi a danno dei cittadini più poveri e deboli.

B) La Yellow Press

Le due testate animate da Pulitzer e Hearst entrarono presto in fortecompetizione tra loro esasperando sempre di più i toni sensazionalistici ascapito dell’obiettività e della precisione. Fu in questo momento che la sem-plice definizione di new journalism data al giornalismo scandalistico-popo-lare nato con loro, venne sostituita dall’espressione yellow press (dal nomedi uno personaggio dei fumetti, Yellow Kid, pubblicati sulla versione dome-nicale del World, il Sunday World) che ebbe un’accezione negativa. Nono-stante la yellow press si fece portavoce delle nuove masse urbane, critican-do il capitalismo monopolistico, le malefatte dei potenti, le pessime condi-zioni igieniche in cui queste vivevano nei quartieri popolari, non si pose maiin aperto contrasto con il potere mettendo in dubbio la solidità dell’ordinecostituito, piuttosto ebbe un carattere spoliticizzante, lasciando fuori lequestioni della politica.

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.65L’epoca d’oro della stampa

Come in Inghilterra, anche negli Stati Uniti si profilò una separazione netta tra la stampapopolare, incarnata dalla yellow press, e quella di qualità di cui continuò ad essere l’alfiere ilNew York Times. Quest’ultimo a differenza della «stampa gialla» diede ancora ampio spazioalla politica interna ma anche estera e curò la cronaca in modo scrupoloso diffondendo notizieaffidabili e precise.

5. L’AUTONOMIA DELLA STAMPA NEGLI STATI UNITI

Il panorama del giornalismo statunitense tra la fine dell’Ottocento e l’ini-zio del nuovo secolo si presentava piuttosto ampio, e accanto alla stampapopolare e alla quality press si diffuse anche una formula intermedia chesi affermò nei quotidiani di provincia, riuniti per lo più in grandi cateneeditoriali. Fu il caso della Scripps-Mc Rae League of Newspapers fondatanel 1889 e che accorpò ben 18 quotidiani.

È importante sottolineare che Pulitzer, Hearst, Scripps furono tutti edi-tori «puri»: uomini che divennero imprenditori dopo aver esercitato la pro-fessione giornalistica in prima persona. La loro crescita come industrialiavvenne quindi interamente nell’ambito del settore giornalistico e i lorosistemi aziendali non si contaminarono mai con interessi in altri settori pro-duttivi.

Essendo, dunque, sostanzialmente indipendenti, i giornali poterono«schierarsi» dalla parte del pubblico con maggiore facilità rispetto a quantoaccadeva nello stesso periodo negli altri paesi occidentali, distinguendosi inquesto senso per un’altra caratteristica fondamentale: l’attenzione per i malidella società che attraversò, come evidenziato in precedenza, la yellow press,ma anche la stampa di qualità — lo stesso New York Times condusse inchie-ste sui problemi sociali — fino a diventare centrale nell’ambito di alcuneriviste chiamate muckrakers, termine che significa «rastrellatori di leta-me», con il quale il presidente Theodore Roosevelt nel 1902 indicò alcunigiornalisti che avevano raggiunto una certa notorietà. Si tratta di alcune rivi-ste di vecchia fondazione tra cui l’Harper’s o il Collier’s impegnate neldenunciare le piaghe sociali: dalle terribili condizioni igieniche degli slums,i quartieri in cui vivevano gli immigrati, alla corruzione di politici e indu-striali, allo sfruttamento del lavoro minorile. Grazie allo sdegno sollevatoda queste riviste, furono varate importanti riforme sociali.

Va sottolineato che il successo del giornalismo muckraker fu dovutonon solo alla bravura dei singoli giornalisti ma anche alle condizioni favore-voli al suo sviluppo diffuse nella società: esso si affermò in un periodo in