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SOCHI 2014 Le Olimpiadi del sale Perché le Olimpiadi invernali del sale: perché sono state usate prima, durante e dopo tonnellate di solfato di ammonio (un fertilizzante usato in agricoltura), sparso sulla neve…tipo seminatura, che ha la proprietà di innalzare la temperatura di congelamento della neve e quindi renderla più consistente e compatta. Si può intervenire con questa procedura solo se la neve è “trasformata” (il cristallo ha subito un processo d’invecchiamento e si è trasformato in granulo) e se la temperatura esterna è sopra lo zero termico. Altrimenti si creerebbe solo in superficie una crosta ghiacciata. Questo procedimento può essere supportato dalla “barratura”, che consiste nello spruzzare acqua sotto il manto nevoso attraverso una barra forata ,tipo innaffiatoio, ma che non sempre può essere usato, per esempio, quando la temperatura esterna è troppo elevata. Conclusione:alla fine dell’evento si sciava sul sale, non sulla neve. Ora cercheremo di analizzare gli eventi olimpici attraverso le relazioni che Carlo Vivio, Dario D’Incal e il sottoscritto hanno prodotto e trasmesso all’Accademia il 26 di febbraio 2014, per depositare in sede una memoria dell’Olimpiade invernale 2014. Queste relazioni sono a seguire. A questo punto ci siamo resi conto che le nostre analisi avrebbero avuto bisogno di una rivisitazione, al fine di essere più appetibili a chiunque fosse stato interessato a leggerle. Ma si può mettere in “bella” una relazione squisitamente tecnica? Quindi in pieno accordo con Dario e Carlo e con la loro costante collaborazione, cercherò di essere il più esaustivo possibile (come ho già fatto nell’introduzione),commentando le stesse nostre relazioni. L’Olimpiade è stata condizionata per la maggior parte degli eventi (non quelli che si sono svolti al chiuso, ma solo in parte) dalle condizioni atmosferiche. Questo tipo “anomalo”di situazione ambientale può aver vanificato alcuni tipi di preparazione programmata .D’altra parte il microclima di Sochi, l’influenza del mare vicino,non poteva far pensare a delle Olimpiadi invernali, ma piuttosto “primaverili” Questa situazione ha creato,a volte,dei rendimenti “anomali “ in quasi tutte le discipline.

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SOCHI 2014

Le Olimpiadi del salePerché le Olimpiadi invernali del sale: perché sono state usate prima, durante e dopo tonnellate di solfato di ammonio (un fertilizzante usato in agricoltura), sparso sulla neve…tipo seminatura, che ha la proprietà di innalzare la temperatura di congelamento della neve e quindi renderla più consistente e compatta. Si può intervenire con questa procedura solo se la neve è “trasformata” (il cristallo ha subito un processo d’invecchiamento e si è trasformato in granulo) e se la temperatura esterna è sopra lo zero termico. Altrimenti si creerebbe solo in superficie una crosta ghiacciata. Questo procedimento può essere supportato dalla “barratura”, che consiste nello spruzzare acqua sotto il manto nevoso attraverso una barra forata ,tipo innaffiatoio, ma che non sempre può essere usato, per esempio, quando la temperatura esterna è troppo elevata.Conclusione:alla fine dell’evento si sciava sul sale, non sulla neve.

Ora cercheremo di analizzare gli eventi olimpici attraverso le relazioni che Carlo Vivio, Dario D’Incal e il sottoscritto hanno prodotto e trasmesso all’Accademia il 26 di febbraio 2014, per depositare in sede una memoria dell’Olimpiade invernale 2014. Queste relazioni sono a seguire.A questo punto ci siamo resi conto che le nostre analisi avrebbero avuto bisogno di una rivisitazione, al fine di essere più appetibili a chiunque fosse stato interessato a leggerle. Ma si può mettere in “bella” una relazione squisitamente tecnica?Quindi in pieno accordo con Dario e Carlo e con la loro costante collaborazione, cercherò di essere il più esaustivo possibile (come ho già fatto nell’introduzione),commentando le stesse nostre relazioni.L’Olimpiade è stata condizionata per la maggior parte degli eventi (non quelli che si sono svolti al chiuso, ma solo in parte) dalle condizioni atmosferiche. Questo tipo “anomalo”di situazione ambientale può aver vanificato alcuni tipi di preparazione programmata .D’altra parte il microclima di Sochi, l’influenza del mare vicino,non poteva far pensare a delle Olimpiadi invernali, ma piuttosto “primaverili”Questa situazione ha creato,a volte,dei rendimenti “anomali “ in quasi tutte le discipline.E’ vero che le analisi meteorologiche che degli ultimi anni hanno fatto prevedere una particolare situazione atmosferica, ma non fino al punto in cui ci si è trovati durante i G.O.E comunque, senza alcun riferimento in particolare, lo sapevamo…E’ stata cambiata qualcosa nel tipo di preparazione fisica e tecnica dell’atleta?Il materiale è rimasto lo stesso?C’è stato un adattamento preolimpico in località che offrissero condizioni climatiche analoghe a Sochi?

ULTERIORE APPROFONDIMENTOSci alpino-Polivalenza:nelle squadre giovanili gli atleti partecipano in tutte e quattro le discipline(slalom speciale,slalom gigante,supergigante,discesa)…poi, almeni in

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Italia vengono indirizzati,forse troppo presto, alle discipline veloci o a quelle tecniche.In questo modo si limita la loro capacità di adattamento e di conseguente rendimento. L’esempio ci viene dalle Nazioni alpine,che lavorano SEMPRE sulla polivalenza.-Preparazione atletica:vanno rivisitati tutti i tipi di forza che interessano la o le discipline. Troppo spesso l’atleta esaurisce in parte la sua forza resistente prima del traguardo o non si oppone sufficientemente in fase di curva.-Acrobatica:si deve insistere sulla presa di visione del proprio corpo in ogni istante ,in aria e sulla neve-Capacità di adattamento:alla neve, al pendio, al raggio di curva.La maggior parte dei nostri atleti è specializzata per quelle particolari condizioni di neve e di tracciato…non siamo una squadra di pallavolo che può cambiare i giocatori in campo secondo le condizioni. L’allenamento a una sola disciplina o massimo due porta a una limitazione di capacità di adattamento,con conseguente diminuzione delle probabilità di alta prestazione.

FondoDario D’Incal è stato estremamente esaustivo nella sua relazione. Si potrebbe aggiungere che, specialmente vedendo le condizione di neve/fango, come lui cita, andrebbe aumentato il lavoro di potenziamento degli arti superiori, adduttori e glutei.Si è sentito parlare di scarpe particolari, ma troppo costose, di sci più veloc, ma manca la ricerca. Non si possono fare le nozze con i fichi secchi!

SaltoCosa si può dire di più di ciò che Dario D’Incal ha già scritto? Abbiamo una bravissima ragazza, da medaglia, ma la ricerca scientifica? Vogliamo continuare a corre con un CIAO contro le moto GP?

Combinata nordicaLe affermazioni di Dario D’Incal nella sua relazione non lasciano dubbi, se non quando lo definisce uno sport di nicchia. Riusciremo a trovare ricambi e a togliere questa disciplina dalla nicchia? Indipendentemente dalle probabili medaglie delle prossime Olimpiadi?

Snow boardSB slopestyle(tavola e sci): basta pensare che questa disciplina è nata in città con lo skate board e le bici. Tutte le grandi città hanno gli skate park, che poi, in montagna, si tramutano in snow park. Gli skate park cittadini sono frequentati da migliaia di giovani che potrebbero riversarsi sulla neve attraverso una promozione mirata e in accordo con altre FSN.A Sochi le particolari condizioni di neve non hanno mai compromesso il risultato, anzi, alcune volte lo hanno favorito in fase di atterraggio, anche al fine della sicurezza per gli atleti.SB half pipe: diverrà una disciplina di nicchia poiché la preparazione del pendio richiede l’uso di mezzi particolari, ma gli atleti sono quasi tutti gli stessi delle altre discipline. Il settore completo SB è l’unico che non ha risentito della crisi, che non ha subito le avverse condizioni di neve di Sochi e che può, vedi cross sci, reperire atleti dallo sci alpino.

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SB parallelo: ha sempre meno proseliti. La squadra italiana è molto forte, ma si fà fatica a portare atleti solo sullo snowboard hard che ha delle attrezzature particolari come la tavola e gli scarponi molto simili a quelli da sci alpino. La mentalità dello snowboarder non sempre si adatta alla pratica degli slalom con l’attrezzatura hard.

BobIl lavoro nella galleria del vento, con relative modifiche sul mezzo, forse non è stato sufficiente. Carlo Vivio ha fatto un’analisi dettagliata e puntuale principalmente su ciò che riguarda la scelta dell’equipaggio e la relativa preparazione. Ha in serbo delle novità per la prossima stagione. Belle novità!

Slittino artificialeNella relazione viene evidenziato il lavoro di spinta che và ulteriormente analizzato,al fine di migliorare il rendimento in partenza, ciò che alcune volte non avviene.

Gli sport del ghiaccioPattinaggio di velocità: a parte le affermazioni espresse nella relazione depositata, si pongono degli interrogativi ai quali dovrà essere data risposta, ma non da noi,e cioè: analizzare la struttura dei mezzi (lama e scarpa) al fine di un miglior rendimento dell’atleta, analizzare il lavoro di preparazione tecnica e atletica, al fine di arrivare con la stessa cadenza di pattinata fino al traguardo, non terminarla prima! Ammesso che si possano determinare dei parametri antropometrici e fisiologici, al di sotto dei quali difficilmente l’atleta potrebbe avere risultati di alto livello, si potrebbe intensificare il lavoro di reclutamento con il supporto, che già esiste, della Federazione pattinaggio.Pattinaggio artistico: disciplina stupenda, ha tutto: abilità, tecnica, sensibilità del gesto, tempismo esecutivo. L’evoluzione oggi richiede più potenza, più acrobatica con conseguente maggior resistenza. I nostri atleti si sono adeguati?Short track: vale lo stesso discorso della velocità, ma con un particolare riferimento al campo di gara. L’anello è molto limitato, gli atleti sono quasi sempre in curva. Al discorso tecnico, per altro già esposto, va aggiunto quello riguardante la tattica di gara, e questo indipendentemente dal consumo energetico.

ConsiderazioniSe avessimo scritto”conclusioni”vorrebbe dire che avremmo risolto tutti i problemi, mentre è proprio quando si è risolto un problema che si deve andare avanti per migliorare e migliorarci. E’ l’analisi continua delle varie metodologie dell’allenamento, dell’insegnamento, dell’organizzazione, della programmazione, della conduzione psicologica che porta al risultato. Noi dobbiamo umilmente continuare a studiare e a metterci a disposizione dei nostri atleti, per migliorarli, attraverso la loro personalità, con la speranza, se non siamo presuntuosi, di NON rovinarli.Daniele Cimini

Relazioni tecnicheAnalisi degli eventi:

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-Sci alpino U: ben organizzato, specialmente il settore velocità. Manca la ricerca applicata, anche se svolta in parte. Può esserci già un ricambio generazionale, a bastano 4 anni? I risultati dimostrano che hanno vinto tutti campioni ultratrentenni…anche nelle discipline tecniche,ma a che prezzo? Vedi Sochi, dove, dopo i primi numeri, era impossibile fare il tempo e di conseguenza il risultato.-Sci alpino D: non hanno una guida …hanno poca concorrenza internazionale. Vengono arruolate atlete che non potranno MAI ottenere risultati importanti. Bisogna affidarsi al caso,sperando di trovare la ragazza giusta. Per loro è meno difficile ottenere punteggi agli effetti del numero di partenza. Polivalenza: ZERO,come in tutto lo sci alpino, meglio, la si fa sino all’ingresso dei giovani in squadra nazionale, poi vengono troppo spesso bruscamente indirizzati/e… vedi combinata alpina.-Preparazione atletica:da esaminare il lavoro sulla forza eccentrica e comunque su tutti i tipi di forza. Ce ne vuole tanta!

-Fondo U: gap generazionale. Và intensificata la ricerca su tutti i materiali, compresa la scarpa. C’è da sperare che emerga qualche giovane. Vedi relazione di Dario D’Incal.-Fondo D: poco ricambio. Forse non si è investito a tempo sul materiale umano. 4 anni sono pochi, ma colmabili attraverso l’individuazione di parametri sufficientemente alti che possano prevedere la performance. Vedi ricerca scientifica.-Per U eD: BRACCIA ,adduttori,glutei, non solo resistenza.-Salti U/D: la relazione di Dario è estremamente esaustiva: cosa si vuole fare? Si vuole investire? Se si, per ora le donne hanno meno concorrenza, perché hanno effettuato la loro prima Olimpiade. La ricerca è inesistente rispetto agli altri paesi,dove si esaminano tutti i tipi di forza (elastica, esplosiva…) oltre che l’analisi più importante della fase aerea, ma Dario D’Incal è un maestro in questo.

-Biathlon: si dovrebbe investire su biatleti, non su fondisti mancati che non hanno mai preso un fucile in mano. Non siamo in ritardo se intensifichiamo il lavoro di analisi sui parametri fisici, ivi compresa la capacità di recupero e di concentrazione, oltre che il tiro.-Sb-slopestyle (tavola e sci): è una delle discipline del futuro, così come tutte quelle appartenenti al settore. La crescita è esponenziale ed è riferita anche agli atleti che vivono in città, tant’è vero che gli ostacoli di gara riproducono ostacoli urbani. Va considerata la mentalità poco agonistica dei partecipanti che li fa stare nel loro mondo. Può essere praticato tutto l’anno con l’uso di altri attrezzi e attrezzature idonee.-Sb halfpipe (tavola e sci): pura acrobazia, andrebbero interpellate la FIG e la FIN-tuffi, anche per tutte le altre discipline legate alla stessa DA.-Sb cross: spettacolare, tecnico: ha tutto.-Sb cross sci: gli atleti potrebbero essere reperiti dallo sci alpino, specialmente quelli portati alle discipline veloci.-Sb parallelo sl/gs: è il primo come nascita ma è rimasto quasi di nicchia. Siamo sempre stati forti, ma molti atleti sono passati dal’hard al soft.-Bob: sono stati messi a disposizione e testati molti mezzi, ma forse non provati sufficientemente. Verrà acclusa una relazione dettagliata di Carlo Vivio sui

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mezzi,,i criteri di spinta, i criteri di reperimento degli atleti in riferimento alla prima fase di spinta, oltre che all’individuazione di piloti.-Slittino art.: sport regionale, anzi locale. I mezzi messi a disposizione sono sempre stati ben utilizzati. Il ricambio proviene anche dallo slittino naturale. Si devi analizzare ancora meglio il lavoro di spinta (cingolo scapolo omerale, braccio, avambraccio, articolazione del polso ,dita), anche addominali e psoas.

-Pattinaggio velocità U/D: ghiaccio abrasivo, molto grip, temperatura sopra 0 gradi, alta umidità non permettono la performance, fanno aumentare il consumo energetico a parità di distanza, non si è calcolata la minore velocità di avanzamento. Ciò è avvenuto su tutte le distanze. Le scarpe sono uguali dal momento che girano sempre in senso antiorario? E le lame sono uguali? Possono essere differenti? Vanno potenziati ulteriormente gli arti inferiori con i vari tipi di forza legata alla resistenza: dorsali! respirazione! analisi biomeccanica della posizione del corpo in funzione della velocità di avanzamento. Gli atleti dovrebbero rientrare entro un determinato parametro antropometrico: vedi atleti olandesi. Va analizzato tutto il lavoro di preparazione e vanno studiati i criteri di programmazione per ogni distanza.-Short track: stessa analisi del materiale come nella velocità, tattica, adattamento, oltre che consumo energetico. Forse manca un po’ di lavoro di base. Analisi tecnica approfondita sul lavoro dell’anca (sono sempre in curva), lavoro di forza asimmetrico e poi riassetto sul piano sagittale. Può essere utile un disassetto in funzione della prestazione?-Artistico: è divenuto più tecnico, più fisico: vedi i voti della giuria. Bisogna acquisire più forza veloce e elastica rispetto a prima, indipendentemente dalla tecnica e dal programma stabilito in precedenza per l’evento.

CONSIDERAZIONI-Logistica: buona, tutti i siti di gara permettevano una notevole capacità di trasferimento.-Località: la poca altitudine ha danneggiato tutti gli eventi, anche se hanno sempre vinto i migliori. Negli ultimi giorni si gareggiava sul SALE non sulla neve….NO COMMENT

ANALISI TECNICO-FISICHE-Fondo: valutare la possibilità di incrementare ulteriormente la forza delle braccia. Ulteriore ricerca sul materiale.-Sci alpino: aumentare la base (leva giovanile), ma mantenere i vecchi perché 4 anni sono pochi. MANCA LA POLIVALENZA!!! l’Italia è l’unico paese alpino che non ha atleti polivalenti, anche se nascono tali, proseguono tali, ma solo sino al periodo di apprendimento tecnico, poi, da quando entrano in squadra si indirizzano o vengono indirizzati. E’ un discorso lungo.-SB-tutte le discipline (tavola e sci): ricerca dei talenti anche al di fuori degli sport invernali. Curare l’acrobatica con tecnici preposti. Incrementare la preparazione fisica generale e speciale.-Salto: attenzione al peso degli atleti! Rischio anoressia. Cercare risorse per una analisi tecnica approfondita. Ricerca scientifica.-Bob: vedi relazione di Carlo Vivio.-Slittino: è inclusa nella relazione precedente.

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-Pattinaggio di velocità: mancano di forza e di resistenza. Andrebbe rivisitato il programma di preparazione. Ricerca del materiale, scarpa e lame e assetto di gara (penetrazione all’aria).-Short track: già esposto.-Artistico: già esposto.

Il materiale è rimasto lo stesso? C’è stato un adattamento preolimpico in località che offrissero condizioni climatiche analoghe a Sochi?

SCI ALPINO-Polivalenza: nelle squadre giovanili gli atleti partecipano in tutte e quattro le discipline (slalom speciale, slalom gigante, supergigante, discesa) …poi, almeno in Italia, vengono indirizzati, forse troppo presto, alle discipline veloci o a quelle tecniche.In questo modo si limita la loro capacità di adattamento e di conseguente rendimento. L’esempio ci viene dalle nazioni alpine,che lavorano SEMPRE sulla polivalenza.-Preparazione atletica: vanno rivisitati tutti i tipi di forza che interessano la o le discipline. Troppo spesso l’atleta esaurisce in parte la sua forza resistente prima del traguardo o non si oppone sufficientemente in fase di curva.-Acrobatica:si deve insistere sulla presa di visione del proprio corpo in ogni istante ,in aria e sulla neve-Capacità di adattamento:alla neve, al pendio, al raggio di curva. La maggior parte dei nostri atleti è specializzata per quelle particolari condizioni di neve e di tracciato… non siamo una squadra di pallavolo che può cambiare i giocatori in campo secondo le condizioni… L’allenamento a una sola disciplina o massimo due porta a una limitazione di capacità di adattamento,con conseguente diminuzione delle probabilità di alta prestazione.

SALTOAlla squadra impegnata a Sochi non si poteva chiedere di più.Il salto è forse lo sport più tecnologico di tutte le discipline invernali. In Germania, Austria, Norvegia, Slovenia e Giappone ci sono diversi trampolini usufruibili 12 mesi all'anno. Da noi c'è solo la Val di Fiemme per qualche settimana all'anno. L'intero budget della squadra Italiana non copre neanche quanto Austria e Germania spendono per le sole tute.....Da noi un detto dice che si mangia quello che si paga...Senza investimenti si può sperare solo nella fortuna, ma non si va certo lontano.

COMBINATA NORDICAE uno sport di nicchia. La squadra Italiana è forte ,giovane,ha sfiorato medaglie,sarebbe un delitto non investire nel prossimo quadriennio. Con un supporto adeguato c'è una prospettiva sicura di medaglie in Corea. I tecnici ci sono, diamogli quello che serve. Pittin, almeno dal trampolino piccolo è uomo da medaglia sicura.

FONDO FEMMINILECon il ritiro di Longa, Follis e Genuin si è iniziato un ricambio generazionale che richiede tempo.Le atlete di punta per Sochi erano giovani, Agraiter e De Martin per le distanze e Vuerich e Laurent per le sprint, oltre naturalmente a Brocard e Piller che però hanno una certa età. La Vuerich ha corso benissimo ed anche la

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Laurent. La Agreiter, infortunata in autunno,ha finito bene con una grande 30 km.,cambio di sci a parte..La De Martin è reduce da una annata no, ma si riprenderà sicuramente. Agreiter, De Martin, Vuerich e Laurent,più qualche giovane che si è messa in luce in coppa continentale dovrebbero garantire quel passaggio generazionale che stiamo vivendo. Non c'è una Belmondo all'orizzonte....ma la situazione non è male ed il materiale umano c'è. Bisogna lavorare con la consapevolezza che molte nazioni stanno emergendo e che è sempre più difficile mantenere certi livelli senza il supporto necessario. La stessa Svizzera e la Francia stanno sostenendo molto le prove nordiche.

FONDO MASCHILELe aspettative erano tante, forse troppe. Complice una situazione meteo e di neve, la meno adatta per i nostri, i risultati non sono venuti. Sia chiaro, i tecnici dei materiali hanno lavorato alla grande, ma c'è una situazione culturale per cui in Italia ci si allena con piste troppo ben preparate. Sembra un controsenso, ma non lo è quando poi si arriva a fare alle Olimpiadi metà gare nel fango: credo che questo valga anche per altre discipline. Pellegrino ha trovato una pista resa troppo dura per le sue caratteristiche dalla condizione della neve. Hofer è rimasto fuori dalla semifinale per una ingenuità .La staffetta avrebbe meritato una medaglia e la gara a squadre dà la consistenza di una nazione. Nonostante la caduta di Nockler, che ci ha privato di una medaglia ,siamo davanti a Finlandia, Germania, USA, Canada, Svizzera. Abbiamo atleti forti, vedi Clara sulla cinquanta assieme ad Hofer ed un grandissimo e giovanissimo De Bastiani, manca solo il fuoriclasse (Di Centa a parte). Abbiamo materiale per garantirci un futuro discreto. I tecnici ci sono, qualcuno potrà essere cambiato, ma non per demerito, quelli dei materiali hanno lavorato benissimo con mezzi spesso non comparabili con quelli di altre nazioni.

Per tutte le discipline nordiche vale la constatazione che il reclutamento dei giovani è sempre più difficile,le società non hanno mezzi sufficienti,la CRISI ha decimato la partecipazione dei giovani. O si crea qualche centro dove far confluire i giovani più promettenti che vanno assistiti in ogni settore oppure queste attività sportive sono destinate all'estinzione.

BOBPremesso che dalle immagini televisive (per il cambio rapido dei punti di osservazione) non è possibile avere un quadro chiaro della dinamica della spinta dell'equipaggio, l'analisi biomeccanica e dinamica andrebbe fatta da punti fissi con rilevamento di tempi intermedi e la velocità massima in prossimità dell'entrata nel bob nella pista (utile sarebbe utilizzare un accelerometro fissato nel bob ed dei rivelatori di forza applicati direttamente sulle spinte). Altra valutazione dovrebbe essere fatta sulla tipologia di corsa più idonea all'obiettivo di accelerare un mezzo (non solo se stessi, ma se stessi più un massa inerte) vedi appoggio dei piedi ed azione più marcata dei muscoli posteriori della coscia e dei glutei. Comunque è possibile trarre alcune considerazioni, dalle quali, dare seguito a successivi suggerimenti utili per rifondare la scelta degli atleti la loro attitudine, la loro potenzialità, nell'esplicare il modello della prestazione agonistica.La fase dinamica della spinta dura circa 4-5 secondi a seconda della pista;-il tratto cronometrato inizia a 15 metri dalla tavoletta fino alla prima fotocellula.

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il primo tratto ha una pendenza di circa 2% per poi passare ad una pendenza del 15% circa (una evoluzione rapida da una applicazione di forza esplosiva ad un passaggio di rapidità). La posizione del pilota, generalmente, è al fianco del frenatore che è posizionato dietro il bob.Il pilota inizia la sua azione ponendo le braccia semi estese in direzione della spinta dove applicherà la massima forza accelerandosi il più possibile. E' evidente che è molto importante la coordinazione tra il pilota ed il frenatore nell'applicare il massimo impulso. La posizione del frenatore assomiglia ad una semi accosciata con angoli di circa 90 gradi al ginocchio e circa 45 gradi al busto. Le mani sono in presa sulla spinta, dopo una oscillazione indietro, sfruttando la massima risposta muscolare in stiramento, con una azione simile alla girata al petto, in maniera esplosiva, spinge il bob avanti,facendo seguito, ad una corsa il più veloce possibile. Generalmente i piloti più abili nella spinta vengono da  una esperienza agonistica come frenatori avendone tutte le caratteristiche antropometriche ed attitudinali: massa corporea elevata (altrimenti si dovrà appesantire il bob con tutte le contro indicazioni nello spingere una massa superiore)Gli atleti in questione potrebbero essere reclutati dalle seguenti discipline sportive: lanciatori, pesisti, velocisti, rugbisti, opportunamente selezionati ed allenati. Per quanto riguarda la tecnologia dei mezzi auspico uno sviluppo ottimale sia dell'aspetto delle componentistiche autorizzate dal regolamento e dallo studio delle curvature dei pattini. Altro ragionamento è quello di investire per risultati a medio termine uno sviluppo della specialità a livello giovanile. Allargare la base di praticanti con una frequentazione della specialità inventando un approccio semplice come per esempio del go kart giovanile.