Caronte (inferno, canto III, vv. 83-129)

I due poeti giungono nei pressi del fiume Acheronte, sulla cui sponda sono accalcate le anime dannate. Lì incontrano Caronte, traghettatore delle anime verso l’Inferno. Questi invita Dante ad andarsere, essendo ancora vivo, ma viene zittito da Virgilio, che gli ricorda che il viaggio di Dante è voluto da Dio e lui non può opporsi. A quel punto il nocchiero, che ha gli occhi circondati di fiamme, tace, mentre le anime tremano di terrore e bestemmiano Dio, i loro genitori, il momento della loro nascita.

Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave!     (malvage)         

Non isperate mai veder lo cielo: i’ vegno per menarvi a l’altra riva (portarvi)ne le tenebre etterne, in caldo e ’n gelo.          

E tu che se’ costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti». (allontanati)Ma poi che vide ch’io non mi partiva,    (allontanavo)                         disse: «Per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui, per passare: più lieve legno convien che ti porti».   (barca più leggera)                        

E ’l duca lui: «Caron, non ti crucciare: (preoccupare)vuolsi così colà dove si puote   ciò che si vuole, e più non dimandare».    (così è decisao nella mente di Dio, dove volere è potere)                  

Quinci fuor quete le lanose gote (si calmarono)al nocchier de la livida palude, (traghettatore; scura)che ’ntorno a li occhi avea di fiamme rote.

Ma quell’anime, ch’eran lasse e nude, (stranche)cangiar colore e dibattero i denti, (cambiarono)ratto che ’nteser le parole crude. (quando capirono; crudeli)

Bestemmiavano Dio e lor parenti, (genitori)l’umana spezie e ’l loco e ’l tempo e ’l seme   di lor semenza e di lor ascimenti.          (i loro antenati e successori)                       

Poi si ritrasser tutte quante insieme, (indietreggiarono)forte piangendo, a la riva malvagia ch’attende ciascun uom che Dio non teme.     (che pecca)

Caron dimonio, con occhi di bragia, (infuocati)loro accennando, tutte le raccoglie; (chiamandoli con un gesto)batte col remo qualunque s’adagia. (si siede)

Come d’autunno si levan le foglie (staccano)l’una appresso de l’altra, fin che ’l ramo (dopo)vede a la terra tutte le sue spoglie,      (resta nudo)                         similemente il mal seme d’Adamo (così i peccatori)gittansi di quel lito ad una ad una, (si gettano; spiaggia)per cenni come augel per suo richiamo.     (uccello)                Così sen vanno su per l’onda bruna, (se ne)e avanti che sien di là discese, (prima)anche di qua nuova schiera s’auna.  (si raduna)                           «Figliuol mio», disse ’l maestro cortese, «quelli che muoion ne l’ira di Dio (nel peccato)tutti convegnon qui d’ogne paese:    (arrivano)                           

e pronti sono a trapassar lo rio, (fiume)ché‚ la divina giustizia li sprona, (poiché)sì che la tema si volve in disio.  (paura; desiderio)                                   

Quinci non passa mai anima buona; (da qui)e però, se Caron di te si lagna, (perciò; si lamenta)ben puoi sapere omai che ’l suo dir suona».         (rmai; che significano le sue parole)   

Sottolinea in rosso le parole che si riferiscono all’aspetto fisico e alle azioni di Caronte; in blu sottolinea tutto ciò che si riferisce alle anime; in verde i riferimenti a Dante e Virgilio; in marrone espressioni relative al luogo in cui si trovano. Poi riporta ciò che hai sottolineato nella tabella sottostante. L’esercizio è avviato.

Caronte Anime Dante e Virgilio Il luogo

vecchio prave non mi partiva livida palude