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2. I.C. PARINI, TORINO“E’ UN PROBLEMA SE IN UNA SCUOLA DI TORINO LE CLASSI PRIME SONO COMPOSTE DI SOLI ALUNNI STRANIERI?”

Conduzione e report a cura di Gianluigi Camera AMNT, Rosa Armocida, Antonio Campione ANDIS 19 maggio. 2016

I.C. di recente costituzione composto da circa 900 alunni così suddivisi:

Scuola dell’infanzia con n° 4 sezioni, alunni 100; Scuole primarie: Parini, classi 16, alunni 300, Aurora, classi 16, alunni 300, Scuola sec. Primo grado: classi 10, alunni 200

Sono presenti: dirigente scolastico, n° 7 insegnanti, n° 2 genitori scuola primaria, n° 3 rappresentanti di associazioni culturali.

“Le famiglie italiane portano via i loro figli e vanno a iscriverli in altre scuole”, dicono dirigente e insegnanti.

Siamo nel quartiere Borgo Dora-Aurora, pre-barriera di Milano, a ridosso di Porta Palazzo, alla scuola primaria Parini.

Su n° 55 alunni iscritti, distribuiti in 3 classi prime, sono presenti soltanto n° 2 bambini italiani. Con questo trend tra quattro anni l’intero plesso Parini dalla prima alla quinta ospiterà esclusivamente alunni stranieri.

Già oggi, su 300 bambini, la scuola Parini è frequentata da 287 alunni provenienti da 28 paesi diversi: 9 provengono da tre paesi sudamericani; 59 da cinque paesi europei; 157 da 12 paesi africani; 62 da quattro paesi asiatici.

Maghreb (più numerosi i marocchini), Romania, Cina sono le nazionalità presenti maggiormente: una molteplicità di etnie e culture che non dialogano tra loro sul territorio- il loro modus vivendi è altamente autoreferenziale- ma che si ritrovano a stretto contatto nella realtà scolastica. Pur trattandosi di bambini prevalentemente nati in Italia, quasi tutti non conoscono la lingua italiana. La loro lingua madre è quella del paese di origine dei genitori: è quella la lingua che parlano fin dalla nascita in famiglia. I bambini cinesi, addirittura, in gran parte vengono portati piccolissimi i Cina presso i nonni dove rimangono fino all’età scolare.

UNA SCUOLA IPER INCLUSIVA

Considerata la particolare realtà della scuola Parini, ciò che è emerso subito nel focus è una sorta di ribaltamento di termini. È nell’esperienza educativa che si concretizza l’istruzione scolastica: da “EDUCARE ISTRUENDO” a “ISTRUIRE EDUCANDO”, attraverso molteplici attività, anche extra curricolari, che vedono la partecipazione dell’intera comunità scolastica e sono rese possibili dalla collaborazione tra scuola, enti ed associazioni presenti sul territorio; questo è quanto insegnanti e genitori delle classi prime hanno sottolineato con forza.

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PROGETTO MUS-E (Musiqueeurope)

Nasce così l’idea di attuare il progetto MUS-E: con l’obiettivo di aiutare i bambini a sviluppare attraverso l’arte le proprie potenzialità espressive e la propria capacità di concentrazione e di relazione, nonché lo sviluppo della reciproca accettazione e convivenza, in una scuola sempre più luogo di incontro tra bambini provenienti da paesi diversi.

Il progetto MUS-E nasce nel 1993, frutto del lavoro di due musicisti che si sono ispirati alle idee di Zoltàn Kodàly, compositore, etnomusicologo e pedagogo ungherese.

Con Mus-e, l’arte va a scuola

L’arte diventa un processo di crescita per i bambini che imparano a valorizzare non solo la loro mente e il loro pensiero, ma anche il loro corpo: cantando, ballando, dipingendo, colorando, mimando …, i bambini vivono a scuola, con l’aiuto di artisti e il supporto di insegnanti, momenti di approfondimento e di libera espressione, trasformando la loro tendenza alla competizione in un momento di scambio creativo con i compagni e di conoscenza delle altrui diversità, per imparare a viverle come una risorsa e non come un limite, per la costruzione di una pacifica convivenza multietnica.

Come funziona Mus-e

Prevalentemente rivolto alle scuole a rischio di marginalità sociale l’intervento si realizza nei primi tre anni della scuola primaria (alla Parini si è al secondo anno di attuazione), con il lavoro di artisti professionisti nelle classi prescelte di 26/30 ore annuali in orario scolastico. Il progetto è condiviso da insegnanti e genitori ed è inserito nel POF della scuola.

Dicono gli insegnanti “L’entusiasmo dei bambini è al massimo livello … si sentono tutti alla pari …; e poi noi impariamo tanto … entriamo in sintonia con gli artisti …”

I genitori, che sono anche coinvolti nelle attività con i loro figli, vengono resi edotti del contenuto del progetto con una lezione aperta.

Un saggio proverbio africano recita: “per educare un bambino ci vuole un intero villaggio”.

La scommessa della scuola Parini - afferma il dirigente scolastico- è quella di realizzare un villaggio globale partendo dalla sua natura intercontinentale. Un gruppo di bambini, che ha seguito nell’anno in corso le attività con i volontari che si occupano della biblioteca scolastica, ha composto una poesia definendo la scuola un arcobaleno. L’auspicio è che non si ratti di un fenomeno estemporaneo e che dalla scuola si irradi nel quartiere.

PROGETTO STIAMO TUTTI BENE

La scuola, in rete con due Associazioni del territorio: ARCOTE che si occupa di musica e arte e ASAI che organizza attività interculturali e con il MUSEO del Cinema di Torino ha previsto nel POF e realizzato, coinvolgendo personale interno ed esterno, una serie di laboratori in orario scolastico ed extrascolastico, tali da coinvolgere alunni di scuola primaria e famiglie:

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- due laboratori di canto corale;- un laboratorio di danze popolari utilizzando stimoli culturali propri delle etnie di

provenienza delle famiglie degli alunni;- tre laboratori logico linguistici di insegnamento-consolidamento della lingua italiana e di

alfabetizzazione digitale;- quattro laboratori di espressione corporea e tecniche circensi.

L’ apporto del Museo del Cinema è consistito nell’ offerta di sette proiezioni domenicali gratuite di cartoni animati riservati ad Alunni e famiglie.

Si trascrivono gli obiettivi del Progetto indicati dalla Scuola:

- trasmettere regole e valori a partire dalle più semplici regole di civile convivenza ai valori fondanti la demografia: parità di sesso, rispetto della figura femminile e delle istituzioni, rispetto del lavoro;

- fungere da stimolo culturale per sopprimere la povertà culturale delle famiglie da cui provengono gli alunni;

- contrastare l’ abbandono scolastico stimolando l’ interesse degli alunni attraverso esperienze artistico ludiche in orario extrascolastico.

-Ed ecco i risultati attesi:

- potenziare e sviluppare l’ intelligenza emotiva;- stimolare processi partecipativi e di apprendimento attraverso la realizzazione di diversi

laboratori;- favorire lo scambio di conoscenze tra pari;- promuovere attività ricreative culturali e artistiche che consentano di affrancare la

deprivazione di opportunità educative e sociali nel territorio;- sperimentare relazioni significative centrate su modelli organizzativi e culturale adeguati;- sviluppare le capacità artistiche, creative del minore cercando di sviluppare e potenziare le

sue attitudini e di riconoscere le emozioni;- valorizzare la diversità etnico- culturale come risorsa del patrimonio umano;- coinvolgere il nucleo familiare nel percorso formativo del proprio figlio;- offrire alle famiglie e agli allievi la conoscenza di risorse educative presenti sul territorio,

che possano diventare un punto di riferimento stabile e continuativo anche nei periodi di chiusura della scuola ( centri estivi, eventi socializzanti e culturali offerti anche durante i fine settimana

Tutte le attività descritte nel progetto MUS-E hanno fruito di una sovvenzione fornita dalla Fondazione MUS-E mentre il Laboratorio STIAMO TUTTI BENE è stato reso possibile a seguito del finanziamento di euro 12 000 da parte della Compagnia S. Paolo.

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