· Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla,...

39
Un racconto di Luca Cantarelli Illustrato da Gianantonio Cristalli LA LEGGENDA DI MIMMO KILOMETRO 1

Transcript of  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla,...

Page 1:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

Un racconto di Luca CantarelliIllustrato da Gianantonio Cristalli

LA LEGGENDA DI MIMMO KILOMETRO

Col patrocinio del Comune di Sorbolo

1

Page 2:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

2

Page 3:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

PREFAZIONE

di CRISTINA VALENTIAss.re Cultura di Sorbolo

«- Ma dicci, Mimmo, dicci, com’è l’inferno della guerra?(…)- Ci sono sssolo persssone normali, in luoghi comuni, che fanno cosse, come uccidere altre persone normali in luoghi comuni, come ssse fosssero cossse normali, comuni. Nient’altro.-Una pausa prima di continuare.- E anche tu che guardi, non sssempre inorridisssci… »

Approcciandomi alla lettura di questo racconto, immaginavo di trovare, al di là del nome curioso del protagonista, la storia di uno di quei soldati semplici che bene incarna la figura del milite ignoto (anche se questo personaggio un nome, sin dal titolo, ce l’ha). Un soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che si è trovato al fronte con un fucile in mano e con l’ordine di correre incontro al nemico e sparare, consapevole ben presto di essere carne da macello, consapevole fin troppo presto dell’assurdità della guerra, della sua atrocità e della sua follia.

3

Page 4:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

In realtà, leggendo il racconto, ho incontrato un personaggio diverso: con un ruolo particolare e di grande responsabilità qual è il portatore di ordini tra le linee; un soldato che la guerra, più che combatterla, l’ha attraversata in lungo e in largo. La descrizione della sua corsa instancabile mi ha indotto ad immedesimarmi e mi ha riportato all’immagine della vista di un paesaggio dal finestrino di un treno, dove non si riesce a soffermarsi sui particolari del paesaggio stesso perché questo passa e in fretta se ne va. Così Mimmo, concentrato sul suo incedere rapido, non ha il tempo di inorridire davanti ai morti, davanti al sangue, davanti al dolore. E la guerra, che qui non viene descritta come assurda, folle e inutile, ma come normale, mi è apparsa in tutta la sua tragicità. Abituarsi alla guerra: mi auguro che la lettura di questo racconto, breve ma profondo, ci aiuti a non cedere mai a questa tentazione.

4

Page 5:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

5

Page 6:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

«In su le cime slabbrate di geloe giù, nelle valli percosse dal vento,giacciono e stridono le membra sparse e i ricordiche un dì facevano un uomoe gli uomini che un temposi facevano truppa e le truppe un esercito.Per i massi, tra gli anfratti ombrosi,nella risacca di nebbia che marcisce i boschi,striscia la presenza nefastadi chi sugge il sanguedalla terra dura.L’avverto. E grido:

- Oh mostro che non ti mostri, ma ti fai sentire, dimmi se hai nome. –

- Chiamami Guerra – risponde».

F.Castano

6

Page 7:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

LA LEGGENDA DI MIMMO KILOMETRO

Fino all’ultimo dei suoi giorni, quando ormai camminava a stento trascinando i passi dietro un bastone treppiede, se gli chiedevano:

- Mimmo, cos’è l’inferno? - Domenico rispondeva, di getto, senza riflet-

tere: - L’inferno è la guerra. –

Dopo, solo dopo pensava. Pensava a cos’era, la guerra. A cosa volesse

dire andare in posti lontani, in cui non sarebbe mai andato per piacere, alla cerca di nuove gioie, ma in cui l’avevano spedito a portare tristezza, ricevendo in cambio dolore e paura. Tanta paura.

7

Page 8:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

8

Page 9:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

Pensava a spazi sfiniti, sfregiati da lunghe trincee, buche di mine saltate al passaggio di uomini e carri, alberi squarciati, case sbrindellate, corpi sventrati come urli, impasti di sangue lacrime e fango.

Ne aveva visti molti di posti simili, lui, che durante il conflitto doveva camminare. O correre. A seconda dell’occorrenza, delle distanze, dei perigli degli uomini e delle strade.

Portava ordini tra le linee. Non si fermava mai. Camminava. O correva, come se volesse scappare via, lontano da quelle brutture. Non c’era neve troppo alta e fredda, né sole troppo caldo e basso a rallentare la sua eterna fuga. Non c’era bufera, tenebra o luce accecante a intimorirlo. Gli bastava una meta da raggiun-gere per trovare il coraggio di farcela.

Per questo l’avevano chiamato Mimmo Kilometro, con la kappa dura alla teutonica.

Ben presto era diventato una leggenda. Un racconto tra commilitoni per rinforzare la speranza, biascicato mentre scucchiaiavano il rancio. Un campione da ammirare. L’esempio da imitare. Perché tra spari, cannonate e

9

Page 10:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

bombardamenti lui tornava sempre. Vivo e vegeto. Come se corresse più forte di ogni arma conosciuta. Come se fosse la reincarnazione di Ermes, che oltre a smistare i messaggi degli dei, accompagnava le anime dei morti agli inferi. E faceva ritorno.

Ancora pensava. Pensava che Dio, per creare l’uomo, avesse

per forza cominciato plasmandogli le spalle. Robuste gliele aveva fatte. Dio, che conosce ogni cosa, sapeva infatti che nasciamo al mondo per portare dei pesi.

A lui era spettato una borsa a tracolla apparentemente leggera. Ma dal suo contenuto dipendeva la sorte di molti soldati.

Mimmo faceva in modo di non lasciarsi suggestionare. Non voleva che quelle rifles-sioni irrigidissero le gambe. Andava, semplicemente. Conduceva se stesso su terre indurite dal lungo calpestio, attraverso sentieri più teneri per il breve transito. Si portava dove doveva arrivare, portando il tascapane che portava i messaggi che portavano ordini. Andava.

10

Page 11:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

11

Page 12:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

Se poi insistevano: -- Ma dicci, Mimmo, dicci, com’è l’inferno

della guerra? – Domenico rispondeva, ancora:- Il brutto di quell’inferno è che non ci

sssono fiamme alte…, non ci sssono antri, né diavoli con le corna e i piedi caprini. –

Parlava lentamente. Da quando aveva imparato a farlo.Se con i piedi, infatti, andava spedito, senza tentennamenti, capitava che nelle parole, invece, incespicasse. Soprattutto se c’erano di mezzo delle ‘s’, che lui sputava fuori a fatica, quasi gli serpeggiassero in bocca, rinta-nandosi negli incavi del palato, arrotolate attorno ai denti. - Ci sono sssolo persssone normali, in

luoghi comuni, che fanno cossse, come uccidere altre persssone normali in luoghi comuni, come ssse fosssero cossse normali, comuni. Nient’altro. –

Una pausa, prima di continuare:- E anche tu che guardi, non sssempre

inorridisssci. A volte ritrai la tesssta. Altre volte ossservi dissstrattamente. Altre volte

12

Page 13:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

passsi sssenza guardare, perché ti paiono cossse normali quelle, cossse che sssi fanno normalmente in guerra. Cossse comuni, insssomma. -

Eppure. Eppure c’erano momenti in cui la salvezza

sembrava vicina. Oltre l’ultima collina sottratta al nemico. Quando le armi riposavano. Quando, finalmente, tacevano.

Altre volte, si sentiva in bilico. Tra salvezza e dannazione. Nei cieli bui della notte solcati dagli aerei. Il sibilo della bomba sganciata. La detonazione. Più in là. Non di tanto. Appena più in là. Sufficientemente più a destra, più a sinistra, un poco più avanti, un filo più indietro. Anche questa volta era andata.

Poi c’era stata quella corsa.Era la seconda, o forse la terza missione che

gli avevano affidato. Una delle prime, comun-que. Era partito di gran lena.

Attraversata una boscaglia, era sbucato in una radura. Rifiatava, tenendosi la milza affaticata dalla lunga marcia.

13

Page 14:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

14

Page 15:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

Proprio lì, al limitare dei due oceani (uno di piante fitte e ombrose e l’altro di erba bassa e lucente), si era imbattuto in un tedesco. Che lo osservava, schermandosi gli occhi con la mano. Aveva un’aria perbene, mentre se ne stava ritto nella sua divisa grigioverde intessuta di cotone e ortica. Portava i gradi da caporale.

Entrambi, lui e il tedesco, dovevano procedere fino all’altra sponda della spianata. Senza cespugli, fusti e chiome a coprirli, si sentivano nudi.

Con gesto tardivo, portarono le mani ai fucili. Un Modello 91 lui, un Mauser il suo avversario. Poi guardarono la sacca appesa al fianco. Erano semplice staffette portaordini. Tutti e due.

Rimasero a studiarsi, in un limbo d’attesa e sospensione, sotto un cielo di cirrocumuli.

Poi Mimmo passò l’arma a tracolla. Il tedesco fece altrettanto.

Senza parlare, Mimmo alzò la mano destra e sgranò le dita, uno due tre e scattò in avanti. Scattò anche il tedesco. I due soldati corsero attraverso la radura, fino all’altra boscaglia.

15

Page 16:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

16

Page 17:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

Mimmo arrivò per primo. Attese il nemico con le mani sulle ginocchia, ansimando. Quello lo raggiunse, il fiato corto. Allungò la mano a stringere quella di Domenico.

- Gut ! – disse, voltandogli le spalle. - Anche a te ! –

rispose Mimmo, intuendo che non era una cosa brutta. Il tedesco si voltò, questa volta portando la mano all’elmetto d’acciaio.

- Adolf – si presentò, prima di girare i tacchi e sparire nel folto della boscaglia.

- Io sssono Mimmo – gli urlò dietro l’italiano.

Altre immagini in bianco e nero, un po’ sfuocate, andavano a comporre l’album dei ricordi della sua guerra. Erano le foto della memoria del suo quasi inferno, cioè di quell’inferno che non poteva dirsi del tutto tale, ma neppure una passeggiata in paradiso.

C’era tanta impurità da mendare. Qualche mea culpa, mea maxima culpa da recitare.

17

Page 18:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

Anche lui aveva dovuto aprire il fuoco. L’aveva fatto in poche occasioni, quando il bersaglio era lontano, un puntino che i suoi spari bastavano a mettere in fuga. Oppure quando il nemico era asserragliato in buche improvvisate, nascosto dietro i cespugli rigo-gliosi del bosco. Domenico sparava. Mirava tra gli arbusti, ai cumuli di terra smossa, tra i sacchi di sabbia dietro cui si riparava l’esercito tedesco. Ma non sapeva se i colpi andassero a segno. Non sapeva quindi se avesse mai ucciso un altro uomo.

Finiti i frastuoni della battaglia, dissolti i fumi della polvere da sparo, quell’incertezza gli veniva in soccorso. Lui era vivo. Forse anche il nemico lo era. L’inferno era alle spalle. C’era, ne avvertiva l’arsura che ammorbava l’aria, ma una brezza leggera, di tanto in tanto, pareva mitigarlo.

Strano a dirsi. C’era pure del bello nella guerra. Perché a lui piaceva camminare. E amava correre. Quello era il suo compito. Il suo ruolo.

18

Page 19:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

L’importante era non fermarsi. L’importante era andare. Semplicemente.

Anche quando vi era costretto, non stava mai pienamente immobile. Perfino quando gli comunicavano nuovi servizi, si muoveva. Le mani incrociate dietro la schiena, Domeni-co si dondolava. In equilibrio sui talloni, pareva sul punto di scattare all’indietro, verso un passato senza battaglie. Subito dopo si protendeva, arrampicandosi sulle punte dei piedi, come in procinto di gettarsi in avanti, ad abbracciare un futuro ignoto, fors’anche spaventevole, ma migliore del presente che stava vivendo, lì e adesso. Si agitava, come una bestiola spaventata che volesse darsi alla fuga senza però capire quale direzione prendere.

Finalmente, ricevuti gli ordini, partiva. Allora tutto cambiava. Gli spazi si schiudevano, li riscopriva infiniti.

Quando era solo e doveva percorrere lunghi tragitti, si sentiva quasi felice. In alcuni tratti dimenticava perfino la morte, che sembrava troppo lontana, lasciata indietro dal suo incedere svelto. Mimmo, invece, pensava che

19

Page 20:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

presto sarebbe tornato in patria, dove certamente avrebbe fatto il maratoneta. O il postino, ma non in bicicletta, soltanto a piedi. Quella sarebbe stata vita!

Invece, una volta rincasato, aveva perso la testa per una ragazzina. Smarrito nella nostal-gia delle donne e dell’amore, l’aveva subito ingravidata, il giorno dopo il rientro.

Si chiamava Silvia. Lui, la chiamava Sssilvia. Per il primo ed unico figlio scelse il nome di

Giorgio, in ricordo di un tenente che lo aveva sempre trattato con umanità e simpatia.

Per mantenere la nuova famiglia, Domenico aveva abbandonato i sogni di corse e libertà.

Alla fine era sì entrato a lavorare nelle Regie Poste, però non portava missive. Stava alla scrivania a timbrare francobolli.

Dopo tanta salita e tanta discesa, aveva dovuto imparare a camminare in spiano.

Timbrando francobolli, era invecchiato. Drappelli di rughe gli avevano invaso volto e mani. Aveva perso i capelli. Poi i primi denti. Il figlio Giorgio era emigrato in Germania, la

20

Page 21:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

stessa nazione contro cui il padre, suo malgrado, aveva combattuto.

Una mezza paresi, infine, gli aveva frenato il passo. La mutua gli aveva procurato un bastone a tre piedi che lo facilitava negli spostamenti.

Allora Domenico, col suo passo lento e basculante, ripensava alla guerra, alle lunghe camminate all’aria aperta, sotto gli alberi gocciolanti di calabrosa, quando era giovane, e muscoli e giunture non dolevano, nemmeno sotto sforzo. Quando era additato come modello agli altri militari. Quando la solitudine del peregrino era tale che anche l’incontro con uno sconosciuto, pure con il nemico, invitava al saluto, mentre adesso che vedeva gente tutti i giorni, sollevava a fatica la mano e non sempre rispondeva ciao a chi si sberrettava.

Perch’è vero, la bellezza e la bontà delle cose nascono negli occhi di chi le guarda. Ma hanno radici ancora più profonde nelle circostanze in cui ciò avviene.

A quei ricordi le fiamme dell’inferno pren-devano a raffreddarsi.

21

Page 22:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

22

Page 23:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

I fumi azzurrognoli delle bombe si involavano come nuvole e vagavano alla deriva come onde nel cielo mosso.

I suoni delle fucilate rimbombavano nella memoria simili ai fuochi d’artificio di fine anno, quando il buio si distende in una notte breve che pare cominciare che già albeggia.

Così Mimmo Kilometro si sorprendeva a zufolare, piano, come al tempo, per non farsi udire dai cecchini. Un fischiettare accorto, più di mente che di labbra.

Silvia si fermava a guardarlo, l’accenno di una domanda sulla bocca grinzosa.

Lui non ci faceva caso. Non più di tanto. Inseguiva la musica e basta. Con quell’angelo custode che stava lì, in

piedi, ad osservarlo senza sapere e chiedere, gli pareva di essere tornato in paradissso. E di correre, veloce come non aveva mai fatto prima, col suo tascapane finalmente leggero. Non esistevano più ordini d’attacco, difesa o ritirata, scritti a piccoli caratteri al centro di fogli enormi piegati più volte su loro stessi.

Restava solo l’istinto, l’urgenza d’andare. 23

Page 24:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

FINE

GLI AUTORI …24

Page 25:  · Web viewUn soldato semplice, pensavo dunque, di quelli che la guerra non hanno scelto di farla, ma che in guerra ci si sono trovati per volere di altri. Un soldato semplice che

Il ricco curricolo dello scultore bolognese Gianantonio Cristalli conta numerose mostre in tutta Italia ed importanti opere monumentali sia in ambito pubblico che privato. Di antica data la collaborazione con lo scrittore Luca Cantarelli, dei cui libri ha firmato le copertine. L’illustrazione del racconto La leggenda di Mimmo Kilometro è solo l’ultimo prezioso esempio, in senso cronologico, di questa sinergia artistica.

Luca Cantarelli a tutt’ora ha pubblicato sei romanzi, tra cui il bestseller Come scrivere un libro e salvarsi la vita e una cinquantina di racconti. Si è aggiudicato il Nero Wolfe, Il Giallista ed altri premi minori. La proficua cooperazione con l’artista Gianantonio Cristalli risale ai tempi della novella illustrata Lumi sul Po e dalla conseguente mostra itinerante di terrecotte del famoso scultore bolognese.

… RINGRAZIANO L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SORBOLO E TUTTI COLORO CHE SI SONO PRODIGATI PER LA PUBBLICAZIONE DI QUESTO VOLUMETTO, IN PARTICOLAR MODO CRISTINA VALENTI E MASSIMO GUENZA. UN GRAZIE ANCHE ALL’ATTORE ANDREA GATTI CHE HA PRESTATO LA SUA VOCE ALLA LETTURA DEL RACCONTO. SI RINGRAZIA INFINE AREAITALIA PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE.

25