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Centro Diocesano Vocazioni Patti (Me) Cercate il Suo volto Sal 26,8

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Centro Diocesano VocazioniPatti (Me)

Cercateil Suo volto

Sal 26,8

Riflessioni sul Vangelo del giorno per i Tempi di Avvento e Natale (Anno B)

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Il volumetto è stato curato da don Dino Lanza e dall’equipe del CENTRO DIOCESANO VOCAZIONI della Diocesi di Patti (Me).I testi delle riflessioni sono stati preparati da:• dal 27 NOVEMBRE AL 2 DICEMBRE da don Michele Giordano, parroco della

parrocchia Santa Lucia in Mistretta (ME).Per il TEMPO DI AVVENTO:• SETTIMANE I – II da don Adriano Agnello, sacerdote studente, originario

di San Giorgio di Gioiosa Marea (ME);• DOMENICA 17 DICEMBRE dalla prof.ssa Maria Porracciolo, della comunità

parrocchiale Santa Lucia in Mistretta (ME);• DAL 18 AL 22 DICEMBRE da Giuseppe Cuticone, medico originario della

comunità parrocchiale Mara SS. Assunta di Castell’Umberto (ME);• DAL 23 AL 24 DICEMBRE da don Enzo Smriglio, parroco della Cattedrale

San Bartolomeo in Patti.• Per il TEMPO DI NATALE da don Giuseppe Agnello, cappellano

dell’ospedale di Sant’Agata Militello.

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Presentazionedel Vescovo

on gioia presento alla Comunità diocesana il Fascicolo di meditazione sul Vangelo che ascolteremo nel Tempo liturgico di

Avvento e Natale che ha come titolo «Cercate il suo volto». Il sussidio di meditazione è curato dal Centro Diocesano per le Vocazioni con la collaborazione di presbiteri e di fedeli laici che ringrazio di cuore per il loro prezioso contributo.

C

Il tema scelto riporta la frase del Salmo 26,8: «Cercate il mio volto! Il Tuo volto Signore io cerco». Il Salmista rivolge l’invito a cercare il volto del Signore e in questa ricerca ci accorgiamo che in verità non siamo noi a cercare Lui, ma il Suo sguardo previene la nostra ricerca perché è Lui che con il Suo volto ci attrae e cerca noi. Dio viene incontro ad ogni uomo attraverso il volto umano di Gesù nel quale si rivela il Suo infinito amore. Egli guarda l’uomo amandolo e, al tempo stesso, lo ama guardandolo attraverso il volto umanissimo di Gesù. Il mistero del Natale, infatti, è la buona notizia di Dio che assume un volto di uomo suscitando così la risposta in chi è attratto dal Suo sguardo e si lascia trasformare dall’incontro con Lui. «Dio ci ha guardati nell’uomo Gesù – scrive Luigi D’Ayala Valva – e noi a nostra volta possiamo guardare come lui, assumere il suo sguardo come nostro. Poiché si tratta di uno sguardo umanissimo, è buona notizia per tutti: per chiunque voglia lasciarsi attirare e interrogare da quello sguardo».

Auguro a quanti mediteranno con la lettura delle pagine che seguono, di cercare sempre il volto luminoso del Signore con lo sguardo del cuore perché possano riconoscere nei fratelli quel volto che cercano e desiderano trovare.

Vi benedico di cuore.

Patti, 19 ottobre 2017

+ Guglielmo Giombanco, Vescovo

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Non aver paura di sognare. Sogna!

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!La catechesi di oggi ha per tema: “educare alla speranza”.

E per questo io la rivolgerò direttamente, con il “tu”, immaginando di parlare come educatore, come padre a un giovane, o a qualsiasi persona aperta ad imparare.

Pensa, li dove Dio ti ha seminato, spera sempre. Spera!Non arrenderti alla notte: ricorda che il primo nemico da

sottomettere non è fuori di te: è dentro. Pertanto, non concedere spazio ai pensieri amari, oscuri. Questo mondo è il primo miracolo che Dio ha fatto, e Dio ha messo nelle nostre mani la grazia di nuovi prodigi. Fede e speranza procedono insieme. Credi all’esistenza delle verità più alte e più belle. Confida in Dio Creatore, nello Spirito Santo che muove tutto verso il bene, nell’abbraccio di Cristo che attende ogni uomo alla fine della sua esistenza; credi, Lui ti aspetta. Il mondo cammina grazie allo sguardo di tanti uomini che hanno aperto brecce, che hanno costruito ponti, che hanno sognato e creduto; anche quando intorno a sé sentivano parole di derisione.

Non pensare mai che la lotta che conduci quaggiù sia del tutto inutile. Alla fine dell’esistenza non ci aspetta il naufragio: in noi palpita un seme di assoluto. Dio non delude: se ha posto una speranza nei nostri cuori, non la vuole stroncare con continue frustrazioni. Tutto nasce per fiorire in un’eterna

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primavera. Anche Dio ci ha fatto per fiorire. Ricordo quel dialogo, quando la quercia ha chiesto al mandorlo: “Parlami di Dio”. E il mandorlo fiorì.

Ovunque tu sia, costruisci! Se sei a terra, alzati! Non rimanere mai caduto, alzati, lasciati aiutare per essere in piedi. Se sei seduto, mettiti in cammino! Se la noia ti paralizza, scacciala con le opere di bene! Se ti senti vuoto o demoralizzato, chiedi che lo Spirito Santo possa nuovamente riempire il tuo nulla.

Opera la pace in mezzo agli uomini, e non ascoltare la voce di chi sparge odio e divisioni. Non ascoltare queste voci. Gli esseri umani, per quanto siano diversi gli uni dagli altri, sono stati creati per vivere insieme. Nei contrasti, pazienta: un giorno scoprirai che ognuno è depositario di un frammento di verità.

Ama le persone. Amale ad una ad una. Rispetta il cammino di tutti, lineare o travagliato che sia, perché ognuno ha la sua storia da raccontare. Anche ognuno di noi ha la propria storia da raccontare. Ogni bambino che nasce è la promessa di una vita che ancora una volta si dimostra più forte della morte. Ogni amore che sorge è una potenza di trasformazione che anela alla felicità.

Gesù ci ha consegnato una luce che brilla nelle tenebre: difendila, proteggila. Quell’unico lume è la ricchezza più grande affidata alla tua vita.

E soprattutto, sogna! Non avere paura di sognare. Sogna! Sogna un mondo che ancora non si vede, ma che di certo arriverà. La speranza ci porta a credere all’esistenza di una creazione che si estende fino al suo compimento definitivo, quando Dio sarà tutto in tutti. Gli uomini capaci di immaginazione hanno regalato all’uomo scoperte scientifiche e tecnologiche. Hanno solcato gli oceani, hanno calcato terre che nessuno aveva calpestato mai. Gli uomini che hanno coltivato speranze sono anche quelli che hanno vinto la

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schiavitù, e portato migliori condizioni di vita su questa terra. Pensate a questi uomini.

Sii responsabile di questo mondo e della vita di ogni uomo. Pensa che ogni ingiustizia contro un povero una ferita aperta, e sminuisce la tua stessa dignità. La vita non cessa con la tua esistenza, e in questo mondo verranno altre generazioni che succederanno alla nostra, e tante altre ancora. E ogni giorno domanda a Dio il dono del coraggio. Ricordati che Gesù ha vinto per noi la paura. Lui ha vinto la paura! La nostra nemica più infida non può nulla contro la fede. E quando ti troverai impaurito davanti a qualche difficoltà della vita, ricordati che tu non vivi solo per te stesso. Nel Battesimo la tua vita è già stata immersa nel mistero della Trinità e tu appartieni a Gesù. E se un giorno ti prendesse lo spavento, o tu pensassi che il male è troppo grande per essere sfidato, pensa semplicemente che Gesù vive in te. Ed è Lui che, attraverso di te, con la sua mitezza vuole sottomettere tutti i nemici dell’uomo: il peccato, l’odio, il crimine, la violenza; tutti nostri nemici.

Abbi sempre il coraggio della verità, però ricordati: non sei superiore a nessuno. Ricordati di questo: non sei superiore a nessuno. Se tu fossi rimasto anche l’ultimo a credere nella verità, non rifuggire per questo dalla compagnia degli uomini. Anche se tu vivessi nel silenzio di un eremo, porta nel cuore le sofferenze di ogni creatura. Sei cristiano; e nella preghiera tutto riconsegni a Dio.

E coltiva ideali. Vivi per qualcosa che supera l’uomo. E se un giorno questi ideali ti dovessero chiedere un conto salato da pagare, non smettere mai di portarli nel tuo cuore. La fedeltà ottiene tutto.

Se sbagli, rialzati: nulla è più umano che commettere errori. E quegli stessi errori non devono diventare per te una prigione. Non essere ingabbiato nei tuoi errori. Il Figlio di Dio è venuto non per i sani, ma per i malati: quindi è venuto anche

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per te. E se sbaglierai ancora in futuro, non temere, rialzati! Sai perché? Perché Dio è tuo amico.

Se ti colpisce l’amarezza, credi fermamente in tutte le persone che ancora operano per il bene: nella loro umiltà c’è il seme di un mondo nuovo. Frequenta le persone che hanno custodito il cuore come quello di un bambino. Impara dalla meraviglia, coltiva lo stupore.

Vivi, ama, sogna, credi. E, con la grazia Dio, non disperare mai.

Papa Francesco

Udienza Generale, La Speranza cristiana - Educare alla speranzaMercoledì, 20 settembre 2017

Lunedì 27 novembre 2017San Valeriano di Aquileia, vescovo

LITURGIA DELLA PAROLADn 1,1-6.8-20; Sal Dn 3; Lc 21,1-4

LA PAROLA DEL SIGNORE… È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

… È MEDITATA

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Gesù, seduto nell’atrio del tempio, osserva ciò che avviene. Vede dei ricchi che portano i loro doni ed una vedova che può offrire solo due monetine. La donna che fa la sua offerta era povera ed anche disprezzata. Nel giudizio di Gesù però ha dato più dei ricchi. Il suo dono è piccolo, ma al tempo stesso grandissimo. Ha dato tutto ciò che possedeva. Essa affida a Dio la propria vita senza angustie e preoccupazioni. Appartiene al numero dei poveri che Gesù chiama beati. La chiesa è la comunità dei poveri, dei piccoli e dei disprezzati, che sono grandi davanti a Dio, perchè con umiltà e semplicità donano tutto ciò che hanno e pongono la loro fiducia in Dio.

… È PREGATA Come spesso l’apparenza inganna! Dammi il tuo occhio, Signore Gesù, perchè io non guardi tanto al successo esteriore ma alla generosità del cuore. Amen.

… MI IMPEGNASecondo quale criterio giudico le situazioni: in base alla quantità o alla generosità del cuore? Mi rendo conto che la comunità si costruisce se dò tutto me stesso?

Martedì 28 novembre 2017San Sostene, discepolo di Paolo

LITURGIA DELLA PAROLADn 2,31-45; Sal Dn 3; Lc 21,5-11

LA PAROLA DEL SIGNORE… È ASCOLTATA

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni,

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non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

… È MEDITATA Il tempio di Gerusalemme è una delle sette meraviglie del mondo. Mentre alcuni compiaciuti ammirano i marmi splendenti ed i magnifici doni votivi, Gesù ne annuncia la fine. I discepoli rivolgono a Gesù la domanda sul tempo in cui accadrà tutto ciò e sui segni che annunciano la fine. Quando Luca scrive il suo Vangelo la distruzione di Gerusalemme è già avvenuta e si sono manifestati segni misteriosi quali terremoti, pestilenze, carestie e spaventose apparizioni nel cielo, che Gesù aveva preannunciato. Così l’evangelista allarga l’obiettivo sulla fine del mondo, preoccupandosi di avvertire i discepoli di non lasciarsi ingannare da tanti che si presentano ingiustamente nel suo nome e dall’indicare guerre e rivoluzioni come segno imminente della fine. La venuta del Figlio dell’uomo alla fine dei tempi presenterà da se stessa i segni. Quello che importa al discepolo è restare fedele in questo tempo di attesa a Gesù che è già presente, ma che tornerà come giudice.

… È PREGATA Tutto passa, o Signore, tutto è destinato a finire. Solo la tua parola non passa, perchè Tu sei. Fa’ che possa costruire sulla tua parola la mia vita per partecipare alla tua gloria. Amen.

… MI IMPEGNAIn mezzo a forme di disorientamento religioso, so ancorare la mia fede nella parola di Cristo?Leggo gli avvenimenti umani anche dolorosi nella luce di Dio che conduce la storia ad un approdo di salvezza?

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Mercoledì 29 novembre 2017San Fedele di Merida, vescovo

LITURGIA DELLA PAROLADn 5,1-6.13-14.16-17.23-28; Sal Dn 3; Lc 21,12-19

LA PAROLA DEL SIGNORE… È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

… È MEDITATA Il tempo che intercorre tra la prima e la seconda venuta di Gesù è il tempo della testimonianza. I discepoli di Gesù saranno perseguitati dalle autorità giudaiche e pagane a causa del nome di Gesù. Attraverso la persecuzione vengono aperte le porte che danno occasione di testimoniare Cristo. In questo tempo i discepoli devono ricordare che non dovranno avere alcuna preoccupazione di ciò che dovranno dire a loro difesa nei tribunali. Cristo stesso darà loro parola e sapienza che i loro avversari non potranno controbattere. Non saranno i discepoli ad essere ridotti al silenzio, ma i loro avversari che dovranno ammutolire. Saranno persino i familiari a perseguitare i discepoli di Gesù. Essi sanno però che nessuno potrà fare loro del male. Si salveranno se saranno perseveranti sino alla fine.

… È PREGATA In questo tempo di attesa della tua venuta donaci, o Signore Gesù, la forza di testimoniarti sempre. Sii tu la nostra forza di

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fronte ai tribunali degli uomini. Donaci parole di coraggio perchè ti restiamo fedeli discepoli in questa vita e meritiamo la corona della gloria. Amen.

… MI IMPEGNANelle difficoltà che incontro per professare la mia fede mi rendo conto che devo essere testimone di Cristo?Mi fido di Cristo quando devo testimoniare?

Giovedì 30 novembre 2017Sant’Andrea, Apostolo

FestaLITURGIA DELLA PAROLA

Rm 10,9-18; Sal 18; Mt 4,18-22LA PAROLA DEL SIGNORE

… È ASCOLTATA In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

… È MEDITATA Nella festa di S. Andrea Apostolo la chiesa ci fa meditare il brano della chiamata dei primi quattro apostoli. Gesù è all’inizio della sua missione e attraversa le rive del lago di Genezaret. Incontra Pietro e Andrea e dice loro: «Seguitemi e vi farò pescatori di uomini». Il Figlio dell’uomo li vuole dietro a sé. Essi devono restare quel che sono: pescatori, ma non più pescatori di pesci, per trarre dall’acqua il sostentamento quotidiano delle loro famiglie, ma pescatori di uomini. I due seguono all’istante la chiamata, abbandonano famiglia e lavoro per seguire Gesù. Egli va avanti ed essi vanno dietro a lui, egli è il Maestro, essi i discepoli. Lo stesso avviene con i

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figli di Zebedeo. Andrea portò a termine la chiamata, crocifisso a Patrasso, secondo la tradizione.

… È PREGATA Dio onnipotente, esaudisci la nostra preghiera nella festa dell’apostolo sant’Andrea; egli che fu annunziatore del Vangelo e pastore della tua Chiesa, sia sempre nostro intercessore nel cielo. Amen.

… MI IMPEGNASento che Gesù rivolge anche a me il suo invito a seguirlo?Come rispondo alla chiamata di Gesù?

Venerdì 1 dicembre 2017Sant’Albano, re d’Ungheria

LITURGIA DELLA PAROLADn 7,2-14; Sal Dn 3; Lc 21,29-33

LA PAROLA DEL SIGNORE… È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

… È MEDITATA Come per il fico e gli altri alberi, quando cominciano a germogliare si dice che è vicina l’estate, così sarà per la venuta del Figlio dell’uomo. Essa porta con sé i segni premonitori del suo arrivo. Chi afferma questo prima del tempo è un ingannatore. Luca nel suo vangelo tradisce una concezione propria dei primi cristiani che ritenevano imminente la venuta di Gesù. Quello che è più notevole è l’affermazione: «Il cielo e la terra passeranno, le mie parole non passeranno». La pazienza e la costanza sono dure quando non si vede la fine dell’attesa. Contro ogni apparenza che

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genera la sfiducia sta la certezza delle parole con cui Gesù ha espresso questa promessa. L’universo, che sembra durare sempre, passerà; le parole di Gesù non perderanno mai il loro valore.

… È PREGATA Nella tua parola tu stabilisci già il tuo regno nel cuore dell’uomo. Concedimi, o Signore Gesù, non la smania della fine, ma il desiderio di restare in comunione con te. Amen.

… MI IMPEGNANel mio impegno nel mondo guardo sempre alla meta del mio cammino: l’incontro con Gesù? Faccio in modo che le mie scelte di vita siano ispirate sempre alla parola di Dio?

Sabato 2 dicembre 2017Santa Viviana, martire

LITURGIA DELLA PAROLADn 7,15-27; Sal 94; Lc 21,34-36

LA PAROLA DEL SIGNORE… È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

… È MEDITATA Il Figlio dell’uomo verrà, anche se l’attesa si prolunga e la sua venuta sembra tardare. Bisogna stare attenti per non impigliarsi nel laccio come un uccello disattento e troppo sicuro di sé. Bisogna evitare crapule ed ebbrezze che ottundono il cuore. Le sollecitudini della vita presente non ci devono distrarre dalla vita eterna. Bisogna essere vigilanti. Il discepolo che tiene presenti quei decisivi avvenimenti finali, non si lascerà prendere dalla stanchezza e dal sonno. Il

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vegliare è unito al pregare. Chi prega veglia per Dio; e chi sta religiosamente sveglio prega. Nel «celebrare le vigilie» del rito sacro cristiano si attua la vigilanza cristiana, a somiglianza di quanto fece lo stesso Gesù nel celebrare la notte pasquale. Mediante la vigilanza e la preghiera riusciremo a sottrarci al giudizio finale quando compariremo davanti al Giudice divino.

… È PREGATA Veglia chi ama. Dacci l’amore per te, Signore Gesù, che ci faccia essere attenti al tuo passaggio e ci prepari all’incontro con te. La preghiera ci sostenga nel nostro cammino per non farci perdere di vista la meta: il tuo regno. Amen.

… MI IMPEGNASono vigilante per non farmi appesantire dalle preoccupazioni della vita?Prego per tenere il mio sguardo fisso al compimento del regno di Dio?

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Tempo di Avvento(Anno B)

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I Settimana di AvventoI Domenica, 3 dicembre 2017San Francesco Saverio, sacerdote, Patrono delle Missioni

Liturgia della ParolaIs 63,16c-17.19c; 64,1-7; Sal 79; 1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

…È MEDITATALa vita di ogni uomo è attesa di un compimento e la vita del cristiano non è solo attesa vaga ma attesa di un volto: attesa di Gesù. Per noi quel bisogno di essere salvati, amati, abbracciati nonostante tutti i nostri limiti ha assunto dei tratti specifici: non siamo in attesa di chissà cosa, ma attendiamo Colui che già ci è venuto incontro e che continua a venirci incontro. Non è attesa di un assente, ma della persona amata. Per questo non ci pesa attenderLo: noi ad-tendiamo, tendiamo a Lui perché siamo fatti per trovare Lui, per incontrarLo. Senza attenderLo, però, rischiamo di non riconoscerLo quando sarà presso di noi, e per tale ragione il Signore ci invita alla vigilanza: “siete fatti per trovare me! Vivete allora ogni istante della vostra vita col desiderio di trovarmi, di vedermi, di vivermi, affinché io, quando verrò, sia da voi riconosciuto e accolto!”.

…È PREGATACi hai fatti per te, Signore,e il nostro cuore non ha posa

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finché non riposa in te. Che io ti cerchi, Signore, invocandotie ti invochi cercandoti, perché il tuo annunzio ci è giunto. Amen. S. Agostino

…MI IMPEGNARipeto spesso, durante la giornata: “vieni, Signore Gesù”.Lunedì, 4 dicembre 2017Santa Barbara, vergine e martire

Liturgia della ParolaIs 2,1-5; Sal 121; Mt 8,5-11

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: «Va’!», ed egli va; e a un altro: «Vieni!», ed egli viene; e al mio servo: «Fa’ questo!», ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

…È MEDITATALa salvezza è il destino per il quale siamo stati fatti. Dio ci ha creati affinché noi potessimo incontrare la Sua presenza nel mondo e sperimentare che l’ultima parola sulla nostra vita non è il fallimento in cui spesso incorriamo, ma la salvezza che Egli ci dona istante dopo istante. La fede strappa dalle mani di Dio la salvezza che egli vuole concederci: basta riconoscerlo davvero, come fa il centurione; basta credere davvero che tutta la vita è nelle mani di Dio e che nulla a Lui è impossibile, perché la sua salvezza ci raggiunga. La fede ci fa mettere in sintonia profonda con il cuore di Dio e ci fa

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desiderare quella salvezza autentica, quella liberazione dal nostro male e quella capacità di amore che coincide col disegno di Dio sul mondo.Che tenerezza la cura di quest’uomo per il suo servo! Un superiore si preoccupa di un servo, di uno che agli occhi della società non aveva valore né dignità. Questo centurione è uno che sa vedere: vede il dramma del suo servo e se ne prende cura, e vede Gesù nel quale ogni dramma è risolto e si rende presente la salvezza, perché in Lui è Dio stesso che si rende presente nel mondo e opera. Questo centurione è maestro nella fede: sa di cosa il mondo e gli uomini hanno bisogno e sa dove trovare la risposta. Questo centurione è provocazione per tutti noi: siamo capaci di vedere tutto con questa capacità di fede?

…È PREGATADonami, Signore, degli occhi come quelli del centurione, che siano capaci di vedere col cuore e con la fede, affinché io sappia mettermi per primo alla ricerca di Gesù e diventare erede della salvezza per me e per i miei fratelli. Amen.

…MI IMPEGNACerco, come il centurione, di prendermi cura di una persona in difficoltà, anche pregando per lei in maniera insistente e scomodandomi per ottenere la grazia.

Martedì, 5 dicembre 2017Beati Girolamo De Angelis, sacerdote, e Simone Jempo, martiri

Liturgia della ParolaIs 11,1-9; Sal 71; Lc 10,21-24

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il

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Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

…È MEDITATABeati! Il Signore chiama i suoi discepoli beati. Noi diciamo: “Beato lui!” quando sentiamo che uno vive una situazione comoda, che ha risolto i suoi problemi, che ha ottenuto quello che voleva. Beato lui! Ma Gesù non dice “beati” in questo modo: beati sono gli occhi che vedono e le orecchie che ascoltano il grande mistero che era nascosto nei secoli e che oggi si è reso presente. Beati non sono quelli che finalmente non hanno bisogno di nulla di altro nella vita per vivere bene, quelli che hanno trovato tutto e non sanno più cosa desiderare (i sapienti e i dotti che sanno già tutto e che sono contenti di contemplare se stessi), ma quelli ai cui occhi si è mostrata l’unica cosa per cui vale la pena vivere! Il fine della vita non è la conquista di un’atarassia dove non ci agita più niente (questo assomiglia molto a una morte interiore!); vivere è l’avventura della scoperta che il mondo ha una attesa fin dall’eternità, che profeti e re hanno voluto trovare la risposta a questa attesa, e che tutti gli uomini hanno questa attesa; la vita è l’avventura della scoperta e dell’incontro con questo Tu che non appiattisce la vita fino a farla diventare una beatitudine da ventre pieno, ma che permette di fare diventare la vita una vitalità intensa che finalmente ha senso e che vale la pena vivere. Beati noi quando viviamo questa vita nuova!

…È PREGATATu non mi hai chiesto di diventare grande, di conquistare il mondo, di convincere i sapienti; mi hai chiesto di essere semplice, umile di cuore, povero di spirito, piccolo, e non perché la nostra è una morale da schiavi, ma perché solo

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l’abisso del nostro niente attira l’abisso della Tua pienezza. Non hai preteso da me l’infinito perché l’Infinito sei tu! Hai voluto che io fossi piccolo affinché tu, donandoti a me, mi rendessi infinito. Rendimi sempre piccolo, Signore, perché io sappia gioire della pienezza di vita che solo Tu mi sai fare sperimentare. Amen.

…MI IMPEGNASe non sono impedito a farlo, vado a Messa.

Mercoledì, 6 dicembre 2017San Nicola, vescovo

Liturgia della ParolaIs 25,6-10a; Sal 22; Mt 15,29-37

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù, giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

…È MEDITATAGesù è un uomo che conquista la gente con la sua semplice presenza carica di compassione. Egli sale sul monte e vanno a lui molte persone portando bisognosi di ogni tipo. Gesù guarisce tutti. E la sua compassione non si limita alla

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guarigione (che già non è poca cosa): si preoccupa che la folla mangi perché sa che gli stanno dietro da tre giorni e non vuole correre il rischio che qualcuno svenga per strada mentre torna a casa. L’attenzione di Gesù conquista il cuore: attenzione ai bisogni più semplici e più veri. Chi è quest’uomo? Guarisce, moltiplica pani e pesci per tutti. Chi è quest’uomo? È colui che ha portato nel mondo la tenerezza di Dio per l’uomo, in particolare per l’uomo bisognoso. Non si rivolge a coloro che non sanno che farsene di Dio, ma a quelli che hanno bisogno del pane e della salute, cioè dell’essenziale. Gesù ci mostra che il cuore di Dio è tenerezza, passione per l’uomo, ma al tempo stesso desiderio di essere voluto da noi, affinché possa compiere l’opera della salvezza nella nostra vita e rendersi essenziale per noi.

…È PREGATAO Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco;di Te ha sete l’anima mia.A Te anela la mia carne,come terra deserta, arida, senz’acqua.Così nel santuario ti ho cercatoper contemplare la tua potenza e la tua gloria:poiché la tua grazia vale più della vita,le mie labbra diranno la tua lode.Così ti benedirò finché io viva,nel tuo nome alzerò le mie mani;mi sazierò come a lauto convitoe con voci di gioia ti loderà la mia bocca. Amen. dal Salmo 62

…MI IMPEGNACome Gesù, condivido il bisogno di qualcuno che non ha l’essenziale per vivere.

Giovedì, 7 dicembre 2017Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa

1° giovedì del mese: preghiera per le vocazioni

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Liturgia della ParolaIs 26,1-6; Sal 117; Mt 7,21.24-27

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

…È MEDITATANoi corriamo sempre il rischio di essere persone che dicono “Signore, Signore” senza che questo diventi la nostra vita. Gesù qui non ci dice che non dobbiamo rivolgerci a Lui, che non dobbiamo pregarLo, che non dobbiamo confidare in Lui. Ci dice, piuttosto, che la nostra stessa vita deve diventare domanda di Lui, che noi dobbiamo diventare domanda di Lui. Non semplicemente con le parole, ma con tutto ciò che siamo. La casa è l’immagine della vita: se noi facciamo diventare la nostra vita un essere sempre poggiati su di Lui, un vivere di Lui, per Lui, in Lui, allora non ci dovremo preoccupare per le calamità naturali che si abbatteranno su di noi (e ci saranno! Gesù non dice che non ci saranno!), perché la nostra vita reggerà. Chi non fa diventare vita della propria vita l’essere di Cristo, colui per cui Cristo resta sempre estraneo, cioè relegato al mondo della Chiesa, alla dimensione spirituale che non tocca il quotidiano, all’Aldilà o alle pure “opere buone” che non nascono da una sovrabbondanza di Cristo in sé, in realtà costruisce la propria vita su fondamenti fragili, su opere proprie, perché sono fondamenti in cui Cristo non è presente:

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viene evocato, ma non è presente. …È PREGATA

Fa’, o Signore, che io non sia una persona di pratiche religione ma una persona religiosa; non una persona a cui basta fare del bene, ma una che non può vivere senza essere buona; non una persona che cerca la propria volontà, ma che fa diventare sua la Tua volontà. Amen.

…MI IMPEGNAMedito, lentamente e con pazienza, la preghiera del Padre Nostro.

Venerdì, 8 dicembre 2017IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

SolennitàLiturgia della Parola

Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAAl sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è

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impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

…È MEDITATALa storia dell’umanità inizia con un atto di Dio che si rivolge all’uomo e continua attraverso la compagnia di questo Dio nel mondo degli uomini. Tutto è stato fatto perché gli uomini siano felici, ma questa felicità per l’uomo sembra irraggiungibile: non arriva mai. Dio guida il popolo, Dio si fa garante: Dio promette. Noi uomini contemporanei siamo scaltri e non ci fidiamo più delle promesse a buon mercato: siamo diventati “esperti” e sappiamo bene che la felicità, se c’è, è lontana da noi. Ma Dio entra nella storia per sconvolgere le nostre certezze deluse e promette che la felicità non sarà solo possibile, ma reale. Egli, che è la felicità, si farà uomo, sarà compagno di vita degli uomini. Quali sono le condizioni affinché questa promessa si attui? Solo due: la fiducia in Lui e la povertà del cuore. A chi è povero il Signore si dona in abbondanza, perché sa ascoltare la Parola e la sa accogliere; a chi sa fidarsi, il Signore rivela la Sua promessa portandola a compimento. Ecco Maria: la povera di spirito, concepita senza peccato originale, tutta protesa al compimento delle promesse del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.

…È PREGATAO Dio, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, concedi anche a noi, per sua intercessione, di vivere e venire incontro a Te in santità e purezza di spirito. Amen.

…MI IMPEGNARecito il Santo Rosario, chiedendo la grazia della povertà del cuore.

Sabato, 9 dicembre 2017

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San Juan Diego Cuauhtlatoazin, veggente di GuadalupeLiturgia della Parola

Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35-10,1.5-8LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

…È MEDITATALa gratuità è il modo in cui Dio vive il rapporto con l’uomo: non dà perché si aspetta il contraccambio, ma si dà perché ama. Gratuitamente ha dato quello che è, gratuitamente si è dato Lui stesso a noi, si è fatto conoscere da noi e ci invita a essere come Lui: a dare gratuitamente. Cosa dobbiamo dare? Siamo invitati dal Signore a portare a tutti il Regno dei cieli. Il Regno dei cieli inizia in noi quando noi ci lasciamo abitare dalla Sua presenza. Quando nel Padre nostro diciamo “venga il tuo Regno”, non diciamo che deve arrivare un regno come gli altri che noi conosciamo ma in cui ci sia Dio come re, bensì che il mondo diventi il luogo in cui Dio regni, e Dio però regna solo nelle persone: “venga il tuo Regno” significa “venga il tuo Regno in me”. Il Regno dei cieli ci chiede di iniziare a far diventare ogni aspetto della nostra vita una presenza del Regno, un luogo in cui tutti vedano che Dio è presente. Tutto è possibile a Dio, perfino i miracoli più grandi di cui Gesù parla nel Vangelo. Sta a noi di essere il terreno in cui quel Regno,

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che in Gesù si compie, possa germogliare e diffondersi in tutto il mondo, con la gratuità con cui è sbocciato in noi quando lo abbiamo accolto.

…È PREGATAVoglio essere, Signore, la presenza del tuo Regno in mezzo agli uomini. Dammi trasparenza perché tutti vedano Te in quello che faccio, umiltà affinché io metta sempre Te al primo posto. Ti chiedo la fede perché Ti sappia riconoscere e la pazienza perché sia capace di portare il peso delle contraddizioni. Ti chiedo la speranza perché sappia vedere il bene nascosto e la perseveranza perché sappia aderire ad esso senza stancarmi. Ti chiedo la carità perché sappia amarti sopra ogni cosa e la dedizione perché sappia portare questo amore in mezzo al mondo. Ma sopra ogni cosa dammi Te stesso, o Signore, perché se Tu non sei in me, null’altro mi giova. Amen.

…MI IMPEGNASvolgo il mio lavoro quotidiano senza perdere tempo e con impegno, iniziando ogni attività dicendo “venga il Tuo Regno, Signore”.

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II Settimana di AvventoII Domenica, 10 dicembre 2017Beata Vergine Maria di Loreto

Liturgia della ParolaIs 40,1-5.9-11; Sal 84; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

…È MEDITATA“Viene”. La parola di Giovanni è risoluta, così come il suo stile di vita. “Viene colui che è più forte di me”: Giovanni è l’immagine del sacerdote che indica Cristo, ma anche del cristiano che vive per annunciare Colui che deve venire. Non ha paura di dire che lui è meno importante del Messia, anzi lo annuncia decisamente. E non ha dubbi su ciò: il Messia viene perché la sua vita, quella di Giovanni, è abitata da una certezza che non si è data da solo. Lui è certo perché è stato scelto da Dio: ecco la sorgente della sua certezza. Lui è stato prediletto da Dio e riconosce questa presenza di Dio nella sua vita al punto da non poter fare altro che annunciarLo e vivere per Lui nel modo più radicale possibile. Questa presenza di Dio in lui non può che renderlo certo del Destino buono che deve arrivare: “viene Colui che donerà lo Spirito Santo”!

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Giovanni è per noi un alfiere della speranza: solo se riconosciamo la scelta di Dio su di noi potremo essere certi; solo se riconosciamo la predilezione del Padre riusciremo a non dubitare che il suo Figlio viene. Viene, non “verrà” chissà quando: viene ora, nel presente. Viene adesso, e io devo solo riconoscerLo e inchinarmi di fronte a Lui per poterLo sentire vivo e palpitante nella mia vita.

…È PREGATAVieni, Signore Gesù, donami la forza del tuo Spirito, perché possa sentirti presente in me e in ciò che vivo, e possa vivere con desiderio e decisione che si compia il tuo Regno nella mia vita. Amen

…MI IMPEGNAPrendo un impegno per i giorni rimanenti dell’Avvento che mi faciliti a testimoniare Gesù in mezzo agli altri.

Lunedì, 11 dicembre 2007San Damaso, papa

Liturgia della ParolaIs 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Un giorno Gesù sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronunzia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o

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dire: Àlzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

…È MEDITATAGesù compie cose prodigiose; guarisce un paralitico e riesce a toccare i cuori di quelli che lo circondano. Tocca il cuore dell’uomo sul lettino, perdonandogli i peccati; tocca i cuori di quelli che sono attorno a lui facendo emergere il loro scandalo e la loro mancanza di fede; tocca i cuori di quelli che portano il paralitico perché è grazie alla loro fede che Egli compie il miracolo. Forse, al giorno d’oggi, sono altre le paralisi di cui possiamo essere vittime, ma sempre la stessa è la condizione affinché il Signore operi in noi: la fede. Senza la fede in lui nulla può essere guarito; senza la fede di coloro che ci circondano, noi non possiamo essere raggiunti. Senza la nostra fede, il Signore non può raggiungere quelli che di fede ne hanno poca e sono in difficoltà! Quale grande responsabilità abbiamo! Noi siamo membra gli uni degli altri, e il nostro legame con in nostri fratelli diventa lo strumento attraverso cui Egli opera in noi e in quelli che ci sono vicini. Gesù è Signore di tutto, ma senza la nostra disponibilità Egli si ferma, in attesa della nostra fede.

…È PREGATACredo, Signore! Aiuta la mia incredulità! Amen.

Mc 9,24…MI IMPEGNA

Offro al Signore le mie fatiche quotidiane, o quello che porto nel cuore, per la salvezza di qualcuno che mi è vicino.

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Martedì, 12 dicembre 2017Santa Giovanna Francesca di Chantal, vedova e religiosa

Liturgia della ParolaIs 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli».

…È MEDITATAVale di più uno o novantanove? Meglio mettere a rischio novantanove per salvarne uno solo? La risposta che tutti noi daremmo è che è più importante novantanove e per uno non vale la pena correre il rischio. Questa risposta deriva dalla logica dell’efficienza che noi abbiamo assimilato: è una logica economica, dove la perdita di uno è sacrificabile alla sicurezza dei novantanove. Ma Dio non ragiona secondo questa logica, e le parole di Gesù servono proprio per mostrarci la differenza tra noi e Lui. Dio ragione con la logica dell’amore e non del profitto; ancora di più: Dio ragiona con la logica dell’amore personale, alla singola persona. Perché lasciare novantanove pecore sui monti, dove lupi potrebbero sbranarle, per andare a cercarne una soltanto che si è persa? Perché l’amore del Padre celeste non è per i gruppi, non è per la quantità, ma per ciascuno. Solo se si inizia a guardare le cose e le persone con la logica dell’amore si inizierà a capire Dio; ma allora, solo in questo modo si potrà capire che anche noi siamo amati personalmente e singolarmente dal Padre. Dio ama me, precisamente me, e il suo unico desiderio, che lo spinge a lasciare tutto per me, è che io lo ami, che io ritorni a Lui, che io stia con Lui per godere di questo amore personale e unico che nessun altro potrà avere al posto mio, e Lo ami di un

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amore unico e senza altri destinatari, un amore che io solo potrò dargli (se io non lo amo, a Lui mancherà il mio amore!), affinché Lui possa donami ancora di più il suo amore e così compiere il mio bisogno di felicità.

…È PREGATAChe io Ti cerchi desiderandoTi, che io Ti desideri cercandoTi; che io Ti trovi amandoTi, che io Ti ami trovandoTi. Amen. S. Anselmo

…MI IMPEGNAMedito il Salmo 138 (139).Mercoledì, 13 dicembre 2017SANTA LUCIA, vergine e martire

Festa in SiciliaLiturgia della Parola

Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, rispondendo Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

…È MEDITATACome sempre, Gesù capovolge il significato delle parole. Chi è affaticato e oppresso certo non vuole altro giogo da portare sulle proprie spalle, ma vuole liberarsi di quelli che già ha! Eppure, Gesù ci mostra che la legge della vita non è non avere gioghi, ma avere quello giusto. Non si tratta di caricarsi di qualcosa di più: non è mettersi sulle spalle il peso delle norme cristiane, ma di attaccarsi a Cristo: “Venite a me”, dice. La fatica del vivere, delle circostanze che non vanno, di ciò che opprime e di fronte a cui può anche non esserci umanamente speranza, viene risolta (non eliminata, ma risolta!) se tutto ciò è vissuto dentro l’abbraccio di Cristo che desidera ristorarci, cioè donarci la sua stessa libertà. La vita si compie solo

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appartenendo a qualcosa che dà pienezza, altrimenti non è altro che affannarsi a trovare una soluzione al proprio esistere; se è vissuta in questo secondo modo, tutto diventa drammaticamente possibile nelle nostre mani, e possiamo perfino arrivare a considerare la morte come migliore della vita. Se invece la mia vita è appartenerTi, o Cristo, io sarò affaticato e oppresso ma non sarò solo; imparerò l’umiltà del cuore, cioè la capacità di affidarmi e di dipendere da Te che sei l’unico che può ristorarmi, e potrò essere così libero non dalle circostanze, ma nelle circostanze, come un bimbo svezzato in braccio a sua madre (Sal 131,2). Nemmeno la persecuzione sarà oppressione, perché io Ti appartengo: se non fossi Tuo, Cristo mio, mi sentirei creatura finita (S. Gregorio di Nazianzo).

…È PREGATANulla ti turbi, nulla ti spaventi:chi ha Dio, nulla gli manca.Nulla ti turbi, nulla ti spaventi:solo Dio basta. Amen. S. Teresa d’Avila

…MI IMPEGNAVado a messa, offrendo, come S. Lucia, le mie sofferenze e i miei sacrifici a Cristo.

Giovedì, 14 dicembre 2017San Giovanni della Croce, religioso e dottore della Chiesa

Liturgia della ParolaIs 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato

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fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!».

…È MEDITATADa oggi, i brani del Vangelo ci parlano di Giovanni il Battista e ci preparano in questo modo a quello che cominceremo a contemplare più direttamente a partire dal 17 dicembre: la venuta del Signore in mezzo al suo popolo. Giovanni ci viene presentato come il più grande nato da donna, e la sua grandezza è data dal fatto che lui ha vissuto tutta la sua vita per annunciare la venuta del Messia, per predisporre il popolo ad accogliere il Regno di Dio quando si fosse reso presente. Giovanni non viene elogiato perché ha straordinarie capacità, ma perché ha vissuto tutto in funzione di Colui che doveva venire: non ha vissuto per se stesso, ma solo in attesa di Colui che doveva venire, e ha detto a tutti di fare lo stesso. Ma ci viene anche rivelato che il più piccolo del Regno è più grande di Giovanni. Così Gesù ci mostra che non basta impegnarsi solo nell’annuncio: per annunciare è fondamentale prima vivere il Regno, cioè abbracciare la novità di vita che si è manifestata in Cristo. È questa la grandezza del Regno: che io appartengo al Messia, che Egli è la mia vita già ora, e se da una parte devo sempre predispormi ad accogliere Lui che viene, dall’altra parte devo aderire al Regno come si manifesta. Gesù è il Regno, e chi Gli appartiene è perfino più grande di colui che dice a tutti di predisporsi all’arrivo del Messia, perché l’amore vissuto è più grande dell’impegno di amare. L’amore è un dono a cui si deve cedere e che non si deve meritare, perché ci viene donato gratuitamente e ci rende nuovi solo quando ci attacchiamo a Esso, così come siamo.

…È PREGATADammi, Signore, la grazia di riconoscerTi presente nella mia vita e il desiderio di trovarTi ogni giorno, affinché io sappia vederTi e correre incontro a Te per essere con Te una cosa

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sola e godere del Tuo amore donato. Amen.…MI IMPEGNA

Vado a confessarmi.

Venerdì, 15 dicembre 2017San Fiorenzo, abate

Liturgia della ParolaIs 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

…È MEDITATALe parole di Gesù sono forti, e anche un po’ amare per noi. Che cosa rimprovera? La durezza di cuore, quella malattia dello spirito dell’uomo che impedisce di riconoscere Dio quando Egli si rende presente in qualche modo. Si potrebbe pensare che forse è Dio che sbaglia il modo, ma Gesù lo dice chiaramente: “Giovanni faceva in un modo e lo avete accusato; io faccio in un altro, e non vi va bene lo stesso”. Queste parole sono in continuità con le beatitudini, poiché solo i poveri in spirito saranno capaci di riconoscere Gesù, perché sentono il bisogno di essere salvati. Gli altri, la folla (e forse anche noi) sono quelli che in realtà non hanno veramente bisogno di Lui… Non abbiamo bisogno di Lui per vivere il nostro quotidiano, per godere appieno della nostra vita senza perdere niente. Cerchiamo senza dubbio una

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risposta, un Dio che ci dia ciò che desideriamo, ma ci perdiamo nelle nostre interpretazioni, nelle nostre idee, e non vediamo invece quando Egli si dà a noi, in un modo diverso da come immaginavamo. Diverso, cioè che ci sconvolge ed è differente dalle nostre idee: perché se Dio non ci sconvolgesse, se facesse solo quello che noi riteniamo giusto, che Dio sarebbe? Non sarebbe solo il Dio della nostra testa? Ma allora, non saremmo, forse, noi il nostro Dio?

…È PREGATADammi il tuo Spirito, Signore, perché sappia seguire Te senza seguire me. Dammi la tua mente, Signore, perché sappia capire come sei e comprendere che senza di Te io non sono nulla. Dammi il tuo cuore, Signore, perché sappia essere insoddisfatto di me e abbracciare e amare Te. Amen.

…MI IMPEGNAPrego con l’inno alla Sapienza (Sap 9,1-12).

Sabato, 16 dicembre 2017Santa Adelaide, imperatrice

Liturgia della ParolaSir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

…È MEDITATALa parola di Dio è misteriosa. Il mistero non è quello che non si capisce, ma quella cosa che è contenuta dentro l’involucro e che dà senso anche all’involucro. Per questo la parola di Dio è misteriosa: contiene qualcosa che dà il senso a tutto il resto.

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Ma questo contenuto non riguarda Dio e basta: riguarda noi, perché è parola di Dio ma è parola per l’uomo. Come nel caso della profezia di Elia: la Scrittura diceva che doveva tornare e tutti lo aspettavano. Perfino i discepoli, che avevano il Messia davanti agli occhi, aspettavano che si compisse la Scrittura e che tornasse Elia. È Gesù che fa capire che non è Elia in carne e ossa che deve tornare, ma che si deve compiere il motivo per cui Dio ha parlato. E Dio ha parlato, si è rivelato, perché nel mondo venisse il Suo Figlio, perché fosse conosciuto e così il mondo fosse salvato. Quell’Elia che doveva tornare era il profeta che annunciava la venuta del Regno, e questo fatto si era compiuto in Giovanni Battista. Ma Gesù apre gli orizzonti: non aspettate Elia, preoccupatevi del Figlio dell’uomo! È lui che annunciava Elia-Giovanni, ed è lui che salverà gli uomini e compirà il disegno del Padre. Cercate ciò che è essenziale, non guardate indietro, perché quello che state cercando è già in mezzo a voi, ora.

…È PREGATATante volte, Signore, mi sono impegnato ad analizzare i segni; spesso ho cercato di decifrare il significato delle cose senza arrivare a una soluzione. Quando arriverà il tuo regno? Quando si compirà ogni cosa? Cosa significa quello che vivo? Poche volte, invece, ho lasciato che la mia mente desse spazio al mio cuore, perché è il cuore che riconosce la Tua presenza, per quella “impossibile corrispondenza” grazie a cui si sperimenta la pace e che accade in modo così imprevisto eppure così desiderabile. Aiutami, Signore, a non essere attaccato ai miei schemi; essere preoccupato solo di vivere, senza avere nulla da difendere, commosso e grato perché Tu sei già con me e mai mi abbandoni. Amen.

…MI IMPEGNASpengo televisione, computer e cellulare e prendo del tempo per mettermi in ascolto di Dio attraverso la preghiera e il silenzio; se mi è possibile, vado in un luogo della natura che

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mi aiuti.

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III Settimana di AvventoFERIE DI AVVENTO

III Domenica, 17 dicembre 2017 Santa Olimpia, diaconessa

Liturgia della ParolaIs 61,1-2a.10-11; Sal Lc 1,46-50.53-54; 1Tes 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

… È MEDITATA“Venne un uomo mandato da Dio”. Dio, Padre Buono, ha cura del suo popolo e suscita, nel corso della storia, profeti che illuminino il cammino degli uomini, inclini a smarrire facilmente la strada. Giovanni è l’ultimo dei profeti, anche se lui non si ritiene tale. Il suo rigore morale, le sue forti parole, il movimento che si crea attorno a lui, incuriosiscono le autorità

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religiose che vogliono saperne di più: “Tu chi sei?” Giovanni si limita a definirsi solo voce, perché sa che solo Dio è la parola. Egli ammonisce con le parole di Isaia: “Rendete diritta la via del Signore” e ne annuncia la venuta e la presenza: “in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”, a cui “non sono degno di sciogliere il laccio del sandalo”. Nella sua umiltà, Giovanni è un riflesso della luce di Dio. Riconoscere Gesù, Gesù del Vangelo è un dono speciale. Giovanni lo ha riconosciuto. Io che ne penso di Dio, di Gesù, del Vangelo? Mi sono chiesto se il mio Dio è quello che Gesù mi ha rivelato, oppure ho un Dio tutto mio. Ho cercato con umiltà di mettere da parte il mio Dio e credere nel Dio che Gesù mi ha rivelato?

…È PREGATASignore, forse anch’io sono tra quelli che non ti conoscono, che non riescono a scoprire il tuo vero volto di padre e liberatore che fascia le piaghe dei cuori feriti, che va in cerca di ogni uomo per riportarlo sulla via del bene. Nel mio cuore ci sono molte ombre e tanto bisogno di luce! Dire: “sono voce”, equivale a dire: “sono persona, che cerca, anzitutto, la propria identità, che nel deserto dei rumori aspetta di sapere chi veramente sia”; e solo Dio ha la risposta. Fa’, o Signore, ch’io ti conosca per quello che sei: Luce, Pace, Vita, Amore, Padre! Amen.

…MI IMPEGNACercherò di sconfiggere i miei egoismi e di fare spazio al Signore che viene, per accoglierlo nella mia vita. Certo non possiamo sradicare, di colpo, tutto il male che ci portiamo dentro, ma almeno riconosciamolo! Ci penserà Lui a bruciare tutto col suo amore.

Lunedì, 18 dicembre 2017San Graziano di Tours, vescovo

Liturgia della ParolaGer 23,5-8; Sal 71; Mt 1,18-24

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LA PAROLA DI DIO…È ASCOLTATA

Ecco come fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa

…È MEDITATADi Giuseppe non si parla molto nel Vangelo e di lui sappiamo davvero poco, ma quanto basta a delineare la figura di un grande uomo che ha una sua importanza nella storia della salvezza. Giuseppe è sicuramente un modello di fede fatto di silenzio, ascolto, preghiera. Non sarà stato semplice da parte sua accettare la versione di Maria sul suo concepimento; la notizia lo ha sicuramente sconvolto! In questo dramma, in questo buio che sperimenta durante la sua notte interiore … Dio gli si manifesta nel Sogno. In questo momento di sconforto e delusione si ode il “non temere”, lo stesso che l’angelo aveva detto a Maria. È segno di una promessa che fa Dio, garanzia della sua presenza insieme a noi in ogni situazione. Ecco che nel buio della notte il sogno di Giuseppe muta il suo carattere, da incubo che precedeva il ripudio di Maria, si trasforma in adesione ad un progetto che è ben più grande di quello prospettato con lei. Giuseppe ha il coraggio di sognare insieme a Dio! Giuseppe si

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desta, non perde tempo e si rialza dalla sua notte: ha una nuova responsabilità affidatagli da Dio e la accoglie con gioia. Nella nostra vita dovremmo imparare a somigliare un po’ più a Giuseppe, con una fede silenziosa ma vigorosa nella preghiera e nell’ascolto, con un cuore docile e pronto ad accogliere i progetti del Padre, anche quando questi si scontrano apparentemente con i nostri. Non c’è per Dio nessuna notte che Egli non possa raggiungere con il suo Sogno. Impariamo da Giuseppe a sognare secondo Dio e con Dio, per un sogno che è parte di un disegno bellissimo di cui noi vediamo solo qualche frammento di schizzo, ma che comprenderemo e ammireremo nella sua interezza e maestosità quando il Padre vorrà rivelarcelo.

…È PREGATAO Gesù, voglio imparare a sognare con te, a non temere durante le “notti” della mia vita, perché so che Tu, proprio nel mio peggior momento, ti riveli con la tua presenza salvifica e ridoni luce al mio buio interiore. Donami di essere discepolo di Giuseppe, per essere umile ed accogliere il tuo sogno su di me. Amen.

…MI IMPEGNACosa mi sta chiedendo il Signore in questo momento? I miei progetti, sono anche i suoi? Mi impegno a leggere nella mia vita quanto il Signore mi sta chiedendo cercando, come Giuseppe, di seguire la sua volontà anche quando questa sembra essere diversa dalla mia. Martedì, 19 dicembre 2017Sant’Urbano V, papa

Liturgia della ParolaGiud 13,2-7.24-25a; Sal 70; Lc 1,5-25

LA PAROLA DI DIO…È ASCOLTATA

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e

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osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

…È MEDITATAZaccaria ed Elisabetta sono ormai avanti negli anni, vivono la loro vecchiaia proiettati verso una vita che si va spegnendo secondo natura. A differenza di Giuseppe e Maria che erano

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nel cuore della loro esistenza e progettavano una vita insieme, loro non avevano più di che gioire, neanche di un figlio. Il Signore li sceglie, interviene nella loro esistenza, li libera dal peso della loro sterilità e sconvolge la loro vita con l’annuncio di un figlio! Il “non temere” pronunciato davanti a Maria, nel sogno a Giuseppe, è di nuovo riproposto a Zaccaria. Egli, nonostante la rassicurazione dell’angelo, non riesce a credere, dubita della sua parola perché sa di essere vecchio e per di più di non potere avere figli. E così rimane muto, per la sua incredulità gli è tolta la parola. Una parola di speranza e una profezia così grande come quella dell’angelo, non riescono a smuovere nemmeno la fede di un “uomo giusto davanti a Dio”. La potenza del Signore non ha limiti, l’impossibile umano è annientato dalla sua volontà che agisce nella “sterilità” del nostro tempo e in quella che ci portiamo dentro. Una condizione questa, che nasce dalla nostra incredulità e ci rende incapaci di generare cose grandi per il Signore. Questa mancanza di fiducia nei progetti del Padre, ci rende muti nella fede perché, chi non ascolta la sua Parola e non la fa propria, non può parlare secondo il Vangelo. L’invito che ci viene rivolto è anche quello di dare spazio e valore alla fecondità che c’è in ognuno di noi. Dio tramite il dono dello Spirito Santo ci ha resi fecondi, capaci di far germogliare la fede e la vita buona anche dove il terreno è arido, anche nei cuori più induriti e nelle situazioni più difficili, dove sembra impossibile trasformare la sterilità che vi regna. San Francesco amava dire: “Cominciate col fare il necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”. Questo impossibile è il possibile secondo Dio quando le nostre azioni vibrano all’unisono con la sua volontà e i suoi progetti. Il lieto annuncio che ci è stato rivelato deve rinnovarci nella vita e nella fede, per non rischiare di essere ammutiti dall’incredulità, ma per essere testimoni di speranza

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e poter esclamare con gioia: “Ecco cosa ha fatto per me il Signore!”

…È PREGATAGesù, la mia incredulità e la mia aridità del cuore, mi rendono “muto” nella fede e mi impediscono di gioire al lieto annuncio. Donami di essere fiducioso nella tua promessa, perché non muoia mai la Speranza nella mia vita e possa essere illuminata dalla tua Parola. Amen.

…MI IMPEGNAMi impegno a dare maggiore ascolto e a fidarmi di più della Parola del Signore. Ad ogni celebrazione, in ogni meditazione, cercherò di accogliere quanto il Signore vuole donarmi con fiducia sicuro che non mi deluderà.

Mercoledì, 20 dicembre 2017San Domenico di Silos, abate benedettino

Liturgia della ParolaIs 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38

LA PAROLA DI DIO…È ASCOLTATA

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e

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questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

…È MEDITATAÈ una pagina di Vangelo che si ripropone nuovamente in questo periodo di Avvento, a sottolineare il mistero che racchiude e che stiamo per celebrare. In queste poche righe sono scritte le sorti dell’umanità, la storia si veste di divino e diventa storia di salvezza. Un dialogo quello tra Maria e l’angelo che sa’ di sintonia, di comprensione reciproca, di tenerezza. Lei appena adolescente, l’angelo Gabriele, il più grande tra gli angeli di Dio che porta le rivelazioni più grandi nella storia. Ad unirli c’è il legame con il Padre, che fa di Maria la prescelta fin dal suo concepimento. A lei è dato questo annuncio che rivoluziona la sua vita, ne fa una splendida esistenza a servizio dell’umanità. Maria, nella sua piccolezza, semplicità e umiltà, non teme di affidarsi e fidarsi e pronuncia il suo Sì, forse nella più totale confusione per la notizia che la sconvolge, ma forte di una fede salda e matura pronta a cogliere in pienezza il messaggio di Dio. Maria ascolta l’angelo con un cuore accogliente, aperto alla volontà di Dio e disposto ad accogliere la bella notizia! È stata proprio questa fiducia che l’ha resa beata tra gli uomini, Madre di tutta l’umanità perché ha creduto nella parola del Padre. Appare evidente il confronto con il brano ascoltato ieri, che ci mette davanti ad un messaggio che viene accolto diversamente da Maria e da Zaccaria. Mentre la fanciulla di Nazareth non dubita della Parola del Signore anche se ne è sconvolta, Zaccaria, il sacerdote del tempio, uomo avanti negli anni e giusto davanti a Dio, dubita della promessa del Padre. Maria risponde con un Sì ed un “Eccomi!” che la riempie di Spirito e di gioia! Zaccaria rimane muto, non può parlare

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perché non si è fidato totalmente dei progetti del Signore. La fede di Maria deve essere modello da seguire, e lei, donna da imitare nella nostra quotidianità per la sua umiltà e la sua adesione totale al progetto di Dio. In questo anno della Fede, prendiamo Maria come modello di fiducia verso Dio e riconfermiamo questo dono stupendo che ci è stato fatto. Cogliamo l’occasione dell’anno ad essa dedicato per “riscoprire il gusto di nutrirci della parola di Dio” e di comunicare la gioia di credere per essere, come Maria, custodi di una Fede che trasforma la vita.

…È PREGATA“Eccomi, sono il servo del Signore”. Fa’ o Signore, che possa avvenire nella mia storia quanto e come vuoi Tu, perché solo in Te posso trovare la pienezza di vita e farmi tuo servo fedele. Per Cristo nostro Signore. Amen.

…MI IMPEGNANella mia quotidianità, sono tanti i “Sì” e gli “Eccomi” che sono invitato a pronunciare. Il Signore mi invita ad essere suo servo, perché possa avvenire di me secondo la sua volontà. Consapevole che la grandezza della mia vita e la mia santità è fatta da questi piccoli Sì, cercherò di pronunciarli con fiducia sull’esempio di Maria.

Giovedì, 21 dicembre 2017San Pietro Canisio, sacerdote e dottore della Chiesa

Liturgia della ParolaCt 2,8-14; Sal 32; Lc 1,39-45

LA PAROLA DI DIO…È ASCOLTATA

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e

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benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

…È MEDITATAMaria ci sorprende ancora una volta. Riceve una notizia che le cambia la vita nella sua quotidianità, mentre era presa dalle sue attività come ogni giorno. All’improvviso l’annuncio dell’angelo si manifesta nella sua vita come un fulmine, determinando stupore, ansie, forse anche paure, ma essa lo accoglie senza riserve, con forza e determinazione pronuncia il suo Sì al Padre: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». Maria non indugia a mettersi al servizio del Signore. Appena saputo che anche sua cugina Elisabetta era incinta, si alza, lo fa in fretta e si avvia in cammino per andarla a trovare. Quale grande esempio di carità ci dà la nostra Madre! Non si lascia intimorire dalla sua nuova vita ma si mette subito al servizio, si incammina verso sua cugina che è avanti nell’età e avrà bisogno della sua presenza, della sua compagnia, del suo aiuto. La bella notizia, la rivelazione della Parola che porta in grembo, le mette fretta, la induce a uscire e andare incontro alla cugina. È un andare “verso” che preannuncia quello di Gesù, un mettersi in cammino per andare incontro ai bisogni dell’umanità. L’incontro tra le due donne è colmo di tenerezza. Elisabetta è riempita di Spirito Santo e un canto di lode viene rivolto a Maria; Giovanni già dal grembo materno riconosce il suo Signore in questo incontro straordinario e il suo sussulto non è che il primo passo sulla via che preparerà al suo Signore. Lei, la madre di Gesù, vive il Vangelo che porta in grembo, per prima dà testimonianza con la propria vita. Il Signore chiama e lei risponde: “Sono la serva del Signore!”. Non aspetta di

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diventare la mamma di Gesù, ma arde in lei il desiderio di iniziare subito questo pellegrinaggio verso l’umanità, facendosi compagna di viaggio dell’uomo sin da subito. Elisabetta fa un inno di lode a Maria, riconoscendo che è beata proprio perché ha creduto, perché animata da una “incosciente follia” che fa credere che per Dio l’impossibile è possibile. E Maria ce ne dà testimonianza! Chi riceve una bella notizia non può che gioire! Questa gioia che sperimenta il cuore, deve muovere la nostra vita, trasformarla, plasmarla secondo la volontà di Dio. Ed anche in fretta: chi riceve il lieto annunzio, non può sostare o perder tempo, ma bisogna far presto, comunicare agli altri la gioia di un incontro che cambia la vita destinandola al servizio di chi si trova nel bisogno per essere, come Maria, beati perché abbiamo creduto!

…È PREGATAInsegnami, Signore, ad essere come Maria, pronto a servirti sin da subito, perché il Vangelo possa mettermi fretta e possa trasformare e plasmare la mia vita. Come Te o Madre dolcissima, voglio camminare sui sentieri della storia andando incontro a chi si trova nel bisogno, per essere testimonianza della presenza di Dio accanto ad ogni uomo. Amen.

…MI IMPEGNAIn fretta! Significa subito, adesso, in questo tempo che sto vivendo. Questo è il tempo propizio per annunciare il Vangelo, questo è il tempo migliore per farlo, anche perché è l’unico che mi è concesso. Non perderò questa occasione!

Venerdì, 22 dicembre 2017Santa Francesca Saverio Cabrini, religiosa e fondatrice

Liturgia della Parola1Sam 1,24-28; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55

LA PAROLA DI DIO

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…È ASCOLTATAIn quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

…È MEDITATAMaria è felice! Come meglio descrivere questo canto del Magnificat! È un incessante inno di ringraziamento traboccante di gioia che si innalza come incenso al Padre per quanto ha realizzato nella vita di Maria e nella storia di tutta l’umanità. Esplode di gioia il cuore di Maria, è piena di Spirito Santo ed ora porta in grembo Dio stesso! Sa di essere beata perché credendo ha accolto la volontà del Padre e tutte le generazioni le riconosceranno questa grazia.Dio “ha guardato l’umiltà della sua serva”: il cuore puro, la mente orante, la quotidianità vissuta secondo Dio, l’amore che si fa dono per ogni uomo che si incontra, sono grazie che vive chi è umile secondo Dio. Una creatura umana, che è nulla in confronto a Dio, diventa tabernacolo vivente per il Signore che sceglie di donarsi all’uomo vestendosi di umanità e venendo ad abitare in mezzo a noi! Maria sa di essere infinitamente piccola in confronto a quanto sta maturando dentro di lei, ma loda il Signore per questo e si ode ancora l’eco di quel canto che continua ad innalzarsi a Dio nostro Padre. Il Signore, l’Eterno e l’Onnipotente, si è chinato sulla povertà di una fanciulla dall’alto della sua potenza, manifestandole tutta la sua grandezza: “Grandi cose ha fatto in me l’onnipotente”.

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Maria riconosce il mistero dell’incarnazione che la vede protagonista come un grande dono che il Signore ha fatto a lei con la sua potenza. Si rallegra perché sa di essere stata scelta per essere la madre del Salvatore! È un canto che sottolinea il grazie di una intera umanità, perché il Signore si è ricordato della sua promessa, l’ha resa realtà e storia perché il suo popolo, i suoi figli, fossero salvati. Il dono di Gesù è dono di misericordia, è misericordia! Maria loda il Signore perché è fedele ai piccoli, agli indifesi, agli affamati, a coloro che soffrono e sono senza speranza. Proprio ai più piccoli si è rivelato e, proprio loro riconosceranno per primi il Cristo Salvatore!Il Magnificat è preghiera di oggi, è canto di lode di ogni uomo. Sì, perché il Signore non ha smesso di guardare il nulla che c’è dentro di noi, il nostro limite, il nostro peccato, ma continua a donarsi, continua ad abitare la nostra vita. Quante grandi cose ha fatto in noi l’Onnipotente! Quanti semi di speranza ha fatto germogliare in noi, quanta vita buona ci ha donato con il suo Spirito. La sua Misericordia continua a stendersi su di noi come un manto di grazia che dal cielo purifica il nostro peccato e rinnova la nostra vita. Il magnificat non può che essere una lode che insieme a Maria vogliamo innalzare ancora oggi a Dio, per dire il nostro grazie per la vita e per la fede, perché continua a ricordarci che la sua promessa è per sempre, che Egli è fedele e che si dona a noi come il povero e indifeso Bambin Gesù che stiamo per accogliere nel Natale che ci apprestiamo a vivere!

…È PREGATAL’anima mia magnifica il Signore *e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,perché ha guardato l’umiltà della sua serva. *D’ora in poi tutte le generazionimi chiameranno beata.Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *

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e Santo è il suo nome:di generazione in generazione la sua misericordia *si stende su quelli che lo temono.Ha spiegato la potenza del suo braccio, *ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;ha rovesciato i potenti dai troni, *ha innalzato gli umili;ha ricolmato di beni gli affamati, *ha rimandato i ricchi a mani vuote.Ha soccorso Israele, suo servo, *ricordandosi della sua misericordia,come aveva promesso ai nostri padri, *ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

…MI IMPEGNANella mia giornata, ripeterò più volte la preghiera del Magnificat, gustando questo ringraziamento costante a Dio per le sue opere e i suoi doni. Imparerò a farlo più spesso, nella consapevolezza che ogni istante ed ogni incontro è dono prezioso di Dio.

Sabato, 23 dicembre 2017San Giovanni da Kety, sacerdote

Liturgia della ParolaMl 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti

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furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

…È MEDITATAZaccaria ed Elisabetta sono una delle coppie che nell’Antico Testamento hanno la prerogativa di generare un figlio che svolgerà un ruolo particolare nella storia del popolo di Dio: «un precursore precederà la venuta dell’atteso angelo dell’alleanza» ci dice il profeta Malachia. Ecco la valenza del significato del nome di Giovanni cioè «dono di Dio». Del Vangelo di oggi è bene sottolineare la reazione di coloro che apprendono la notizia della nascita di Giovanni: «coloro che le udivano (le parole sull’avvenimento), le serbavano in cuor loro» (Lc 1,66). Come Maria (Lc 2,19) ripongono nella propria interiorità il mistero realizzatosi, per riflettervi e trarne fiducia e speranza: è l’attività spirituale tipica del cristiano.

…È PREGATADio onnipotente ed eterno, è ormai davanti a noi il Natale del tuo Figlio: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria e si è degnato di abitare fra noi. Amen.

…MI IMPEGNASpesso ci capita di lamentarci nella vita. Secondo te questo atteggiamento è segno di attenzione agli spettacoli della «grazia» che Dio ci offre continuamente?

IV Domenica, 24 dicembre 2011Sante Irmina e Adele, badesse benedettine

Liturgia della Parola2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Lc 1,67-79

LA PAROLA DI DIO...

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…È ASCOLTATAIn quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,perché ha visitato e redento il suo popolo,e ha suscitato per noi un Salvatore potentenella casa di Davide, suo servo,come aveva dettoper bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:salvezza dai nostri nemici,e dalle mani di quanti ci odiano.Così egli ha concesso misericordia ai nostri padrie si è ricordato della sua santa alleanza,del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,di concederci, liberati dalle mani dei nemici,di servirlo senza timore, in santità e giustiziaal suo cospetto, per tutti i nostri giorni.E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimoperché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,per dare al suo popolo la conoscenza della salvezzanella remissione dei suoi peccati.Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,ci visiterà un sole che sorge dall’alto,per risplendere su quelli che stanno nelle tenebree nell’ombra di morte,e dirigere i nostri passisulla via della pace».

…È MEDITATASi ritiene che l’evangelista Luca abbia ripreso questa composizione innica dalla liturgia di qualche antica comunità giudaico-cristiana e l’abbia adattata alla situazione inserendovi la strofa relativa al ruolo futuro svolto dal bambino. Con il linguaggio del quale disponeva, la prima comunità cristiana professa la sua fede in Gesù che «appare» a quanti sono bisognosi di salvezza e «guida-dirige» le loro vite verso la pace. È importante per noi pregare con questi

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accenti poetici, densi di immagini evocative della storia biblica e dire la nostra fede in comunione e continuità con i primi credenti.

…È PREGATAAffrettati, non tardare, Signore Gesù: la tua venuta dia conforto e speranza a coloro che confidano nel tuo amore misericordioso. Amen.

…MI IMPEGNASenti di appartenere ad una grande famiglia, il Popolo di Dio, alla quale tutti i popoli sono chiamati ad appartenere in Cristo?

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Tempo di Natale(Anno B)

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Natale del SignoreLunedì, 25 dicembre 2017

NATALE DEL SIGNORESolennità

Messa del giornoLiturgia della Parola

Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l’hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sangue

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né da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.

…È MEDITATASan Giovanni evangelista sintetizza con solenne ammirazione l’ingresso nella storia della seconda Persona della Trinità, del Verbo, che condivide con il Padre e con lo Spirito Santo l’eternità, la bontà e i progetti di salvezza verso le sue creature. Il mondo in rovina, nelle tenebre e senza pace, è raggiunto da Colui «senza del quale nulla è stato fatto di ciò che esiste» e che ha in Sé quella «vita» che tutti cercano e vogliono piú lunga possibile, ma che senza l’adesione a Lui resta soggetta alla morte e avvolta nel buio. Gesú è la Vita che porta «grazia su grazia» alle nostre vite; Gesú è il Figlio eterno del Padre che ci «ha dato il potere di essere figli di Dio», perché «si è fatto carne» e ci ha donato ciò di cui è

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pieno: «la grazia e la verità». Questa Luce del mondo e dei nostri cuori, però, ha dovuto lottare e ancora deve lottare attraverso il corpo mistico della Chiesa, perché le Tenebre infernali sono in guerra acerrima con chi annuncia la pace e buone notizie. A noi, tuttavia, la certezza che «le tenebre non l’hanno vinta».

…È PREGATAO Luce del mondo, che Ti sei fatto carne per amore mio, porta luce e vita negli angoli piú nascosti della mia persona,e porta luce nel buio pesto delle nazioni in guerra e lontane dalla giustizia e dalla pace che Tu ci hai insegnato. Per prorompere in canti gioia, il tuo Natale ha bisogno di venire nei nostri cuori e i nostri cuori hanno bisogno di lasciarsi purificare dalla verità e dalla grazia con cui Tu ci guidi. Ecco, Signore Gesú, il mio cuore: fa’ di esso la tua culla. Amen.

…MI IMPEGNAOggi, non solo auguri di buon Natale, ma pregherò perché si estenda il Natale del Figlio di Dio nei cuori piú lontani dalla verità e dalla luce del Vangelo. «Venga il tuo regno nei nostri cuori».

Martedì, 26 dicembre 2017SANTO STEFANO, primo martire

FestaLiturgia della Parola

At 6,8-10; 7,54-60; Sal 30; Mt 10,17-22LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete

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voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

…È MEDITATAQuando la fede è vissuta in profondità e nella pienezza dello Spirito Santo che abita in noi, la nostra testimonianza cristiana non si organizzerà a tavolino, ma sarà un’esternazione illuminata, salda e spontanea, che gli eventi stessi tireranno fuori allo scoperto. Gesú annuncia questa testimonianza in tempi di persecuzione per causa sua, e a causa del suo nome. Ma promette «lo Spirito del Padre» in noi, come un altoparlante che non si lascia sopraffare da quanti (com’è accaduto nel testimone e protomartire santo Stefano) «sono furibondi in cuor loro e digrignano i denti» (Cfr At 7,54) contro i difensori della verità.

…È PREGATAGesú, il coraggio dei martiri e la sapienza dei santi non sono ancora una mia sicura acquisizione: troppe volte sono timoroso nell’aprire bocca e difendere la verità in tanti settori e situazioni di vita. Per intercessione di santo Stefano, ti chiedo quella libertà di spirito che mi occorre per dipendere da Te, senza temere le arroganze e spacconerie degli uomini. Amen.

…MI IMPEGNAPer difendere la verità, devo anzitutto conoscerla bene, e non posso accontentarmi delle notizie deformate che mi dànno i giornalisti e le TV; pertanto, mi procurerò un Catechismo della Chiesa Cattolica, e facendomi guidare dai temi raccolti nell’indice, approfondirò un argomento su cui so poco.

Mercoledì, 27 dicembre 2017

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SAN GIOVANNI, apostolo ed evangelista Festa

Liturgia della Parola1Gv 1,1-4; Sal 96; Gv 20,2-8

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Nel giorno di sabato, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

…È MEDITATAOggi festeggiamo «l’altro discepolo» che con Simon Pietro è corso verso il sepolcro vuoto e ci ha riferito i fatti riguardanti la natura e la vita di Gesú nostro Signore e nostro Dio. «Il discepolo che Egli amava» (Gv 19,26), l’evangelista autore del prologo proclamato nel giorno di Natale, ci ha fatto sapere che Dio si è fatto carne per condividere con noi anche il sepolcro, ma senza restarne imprigionato, visto che la Vita vince la morte. San Giovanni, come testimone oculare di fatti storici e di fatti soprannaturali, ci tiene a dirci che fà parte del gruppo di discepoli e apostoli, che ha veduto, contemplato e toccato con mano Gesù-Verbo della vita e manifestazione dell’amore del Padre (Cfr 1Gv 1,1-2). Il Vangelo di oggi si conclude con un «vide e credette», non con un «si illuse e credette» o con «gli parve e credette». La nostra fede poggia su fatti e su testimoni credibili che «non sono andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma sono stati testimoni oculari della… grandezza» di Cristo Gesú (Cfr 2Pt 1,16).

…È PREGATA

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O Vita che ci hai introdotto nella vita eterna, o Gesú, che entri nei nostri sepolcri per farci risorgere e ci inviti a non temere la morte, fammi grazia di saperti vedere all’opera nella mia storia e nella grande Storia, perché I FATTI contínuino ad essere Tuoi testimoni. Amen

…MI IMPEGNAOggi cercherò di vincere il male con il bene: saluterò per primo chi fa finta di non vedermi, senza preoccuparmi se mi risponderà o no; oppure non parteciperò ai pettegolezzi fra colleghi di lavoro. Io voglio essere vita e non sepolcro.

Giovedì, 28 dicembre 2017SANTI INNOCENTI, màrtiri

FestaLiturgia della Parola

1Gv 1,5-2,2; Sal 123; Mt 2,13-18LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAI Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per uccíderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.

…È MEDITATAIl secondo salmo del Salterio osserva che «insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e il suo

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consacrato» (Sal 2,2); cosa perfettamente e crudelmente visíbile nel regno di Erode, che «vuole cercare il bambino per ucciderlo» e non potendolo fare per mezzo di chi non si è fatto usare per i sporchi disegni, s’infuria con odio omicida verso «tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giú». La strage di questi innocenti è una pagina di storia orrorosa sul male che i potenti, senza timor di Dio e anticristiani per partito preso, hanno fatto e continuano a fare nel mondo. Non solo da Betlemme e dintorni, oggi, sale il grido di questi innocenti e l’accusa del loro sangue. Ovunque si abortisca e si rubi l’infanzia ai bambini, lí c’è Dio che piange i suoi figli.

…È PREGATAPer i governanti delle nazioni e i desideri di bene che devono nutrire nel cuore… ti prego, Signore Gesú: venga il tuo regno nei loro cuori.Per i bambini maltrattati, uccisi nel corpo o nell’anima dalle perversioni o dalla violenza degli adulti… ti prego, Signore Gesú: risana ogni ferita e recupera alla tua pace chi l’ha avuta rubata. Amen

…MI IMPEGNAOggi pregherò col rosario dei bambini non nati.

Venerdì, 29 dicembre 2017San Tommaso Becket, vèscovo e màrtire

Liturgia della Parola1Gv 2,3-11; Sal 95; Lc 2,22-35

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come

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prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione - e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

…È MEDITATAGesú è la luce che può rivelare Dio all’uomo; e il vecchio Simeone lo capisce con la luce dello Spírito Santo. La gioia di innalzare al Cielo l’Atteso e la Salvezza di Israele e delle genti, trova, nello stesso Tempio e nello stesso tempo, la profezia di un dolore grande che colpirà la Madre e corredentrice Maria. Gesú entra nel mondo come spartiacque e segno di contraddizione, perché, di fronte a Lui e alla sua parola, che è Verità senza ombre, i pensieri dei cuori vèngono a galla e le màschere càdono. Di fronte a Gesú, «chi dice: “Lo conosco”, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto» (1Gv 2,4-5). Questo tipo di «divisione» (Lc 12,51) portata da Gesú, porta con sé il dolore del rifiuto della Verità e la croce del peccato ostinato. Sia l’uno sia l’altro trafíggono l’ànima al Cuore addolorato e immacolato di Maria.

…È PREGATASignore, Eterno Tèmpio, Luce delle coscienze e dei pòpoli, demolisci il vecchio che trovi in me e ricostruisci il tèmpio che

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dovrei èssere con la mia vita. Che io possa dire di Te: “Lo conosco”, senza il rimpròvero che spetta a chi non osserva i tuoi comandamenti, né si impegna a osservarli. Spero in Te, Signore, e nella piú che benedetta tua Madre, che con Te ha condiviso ogni cosa, anche il dolore della croce. Amen.

…MI IMPEGNAQuanta saggezza nei “vecchi”! Ascolterò volentieri un anziano, come se mi parlasse il vecchio Simeone.

Sabato, 30 dicembre 2017San Felice I, papa

Liturgia della Parola1Gv 2,12-17; Sal 95; Lc 2,36-40

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, c’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

…È MEDITATAIl legame col Tèmpio, per ogni pio israelita, era il legame diretto con la santità di Dio, con la beatitúdine di stargli vicino. «Beato chi hai scelto perché ti stia vicino: abiterà nei tuoi atri» (Sal 65 [64],5), «Sí, è mèglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa» (Sal 84 [83],11) dice il Salmista. In questi atri e in questo contesto di amore totale per il Signore, vediamo sia la profetessa Anna, ottantaquattrenne innamorata di Dio e da Lui riempita nel vuoto della vedovanza, sia il Bambino-

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redenzione di Gerusalemme, portato dai genitori, per ubbidienza alla Legge mosàica. È Gesú l’atteso e anche il Nuovo Tèmpio! D’ora in poi la santità si misurerà non piú in base alla vicinanza a un luogo, ma alla conformazione a una Persona: il Fíglio di Dio.

…È PREGATAO Spírito Santo, insègnami a lodare la Santíssima Trinità,ad adorarla come va adorata,a parlare delle sue meravíglie. Amen.

…MI IMPEGNAIl Figlio di Dio, la seconda Persona della Trinità, è rimasto in mezzo a noi e vive nei tabernàcoli di ogni chiesa cattòlica, nella forma eucarística. La lucina del lumino rosso perpètuo, sempre accesa, ce lo segnala. Vòglio dargli degna adorazione ogni volta che entro in Chiesa, non trascurando di salutarlo immediatamente, con una genuflessione prolungata e devota. San Francesco d’Assisi ce ne làscia un bell’esèmpio, e insegnò a fare altrettanto ai suoi frati, di cui si dice: «Fedeli all’esortazione di Francesco, essi, ogni volta che passàvano vicino a una chiesa oppure anche la scorgèvano da lontano, si inchinàvano in quella direzione e, proni verso terra con il corpo e con lo spírito, adoràvano l’Onnipotente, dicendo: “Ti adoriamo, Cristo, qui e in tutte le chiese» (FF 401).

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Domenica della Santa FamigliaDomenica, 31 dicembre 2017San Silvestro I, papa

Liturgia della ParolaGn 15,1-6; 21,1-3; Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, (Maria e Giuseppe) portarono il bambino (Gesù) a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava,

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pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.…È MEDITATA

Il Padre Eterno aveva fatto ad Abramo e a Sara, molto anziani, una promessa che solo nella fede si poteva accettare come possíbile. Se si fóssero affidati al càlcolo delle probabilità e alle statístiche, Isacco non sarebbe nato e loro non sarèbbero stati né padre né madre, né capostípiti di una numerosa discendenza. Cosí anche Maria, Giuseppe, Simeone e Anna, vívono nelle fede la loro missione di genitori e la loro missione di profeti del Fíglio dell’Altíssimo. Lo Spírito Santo non rivela loro tutto in una volta, ma gradualmente li accompagna e illúmina. Perciò, ad ogni evento nuovo, in questo cammino di gràzia che è la vita familiare e la stòria del Salvatore in mezzo a noi, «il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui». Anche nelle nostre famìglie e dove ci sono bambini, lo stupore è uno dei modi in cui Dio ci parla, ci èduca e ci solleva dalle paure di non sapér fare e di non sapér dire… Nel contesto della fede, però, è il Signore che viene incontro a noi, se confidiamo in Lui e non ci separiamo da Lui. La solidità e crèscita di ogni famíglia è nell’amore che si affida a Dio, si fida di Dio anche quando tutto non è chiaro, e cresce con Dio.

…È PREGATASanta Famíglia, che sei vissuta nell’amore generoso, fidàndoti delle promesse di Dio, prega per tutte le famíglie in crisi, divise e fredde, perché non cèrchino soluzioni senza l’aiuto della fede, ma cammínino sempre nelle vie che Dio ci tràccia, per non tralignare come un treno che salta dalle sicure rotàie. Amen.

…MI IMPEGNASenza trascurare la Santa Messa, oggi dedicherò più tempo alla mia famìglia.

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GENNAIO

Lunedì, 1 gennaio 2018MARIA SS. MADRE DI DIO

SolennitàGIORNATA MONDIALE DELLA PACE

Liturgia della ParolaNm 6,22-27; Sal 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

…È MEDITATAIn questa scena stòrica, che parla dell’umiltà di Dio e di come Dio prediliga gli úmili per èssere custodito, nutrito e raccontato, Maria santíssima è la memòria vivente di tutto e la migliore custode delle meravíglie che si andàvano manifestando in Gesú. Lo sguardo dell’Evangelista che da lei deve avér appreso tutto, si concentra, dunque, sulla regina e sul Re dell’umiltà: la Madre e il Fíglio di Dio. Lei «custodiva tutte queste cose, meditàndole nel suo cuore»; Lui, Signore e Creatore di ogni cosa, si presenta indifeso e soggetto a tutti. La tenerezza che circonda questa scena è la tenerezza di ogni maternità e figliolanza, con la differenza che in questo scàmbio di amore materno e divino, un nome fà tremare e prostrare in adorazione ogni creatura: Gesú.

…È PREGATAO Gesú, o Buon Pastore,

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fosti in fasce eppúr Signore,dalla Mamma coccolato, dai pastori raccontato.Una mangiatóia fula tua culla, o mio Gesú,ma nel cuore fu l’albergopreferito da Te Verbo.Or ti prego, per Maria,che il mio cuor sempre ti dia,quell’amore di rispostache ringràzia senza sosta.Amen.

…MI IMPEGNAGli augurî di buon anno, che oggi farò a chi avrò incontrato, saranno nella fede: Buon anno nuovo con Gesú e Maria.Martedì, 2 gennaio 2018Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno, vescovi e dottori della Chiesa

Liturgia della Parola1Gv 2,22-28; Sal 97; Gv 1,19-28

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove

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Giovanni stava battezzando.…È MEDITATA

San Giovanni il Battista confessa «Io non sono il Cristo», ma preparo con la penitenza la sua via. San Giovanni l’Evangelista confessa che «Chiunque nega il Fíglio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Fíglio, possiede anche il Padre» (1 Gv 2,23). Sono due modi diversi di dire la stessa cosa: il nome di Gesú, cioè la sua Persona, è tanto grande e imprescindíbile, che trascurarlo volontariamente e non rimanere in Lui signífica pèrdere la verità sul nostro èssere e sulla nostra orígine: il Padre.

…È PREGATAGesú, insegna Tu a questa generazione senza “padre”, che cos’è la figliolanza e che cos’è la buona paternità. Amen.

…MI IMPEGNAOggi ringrazierò Dio Padre, per il dono di mio padre. Se è vivo, ti renderai presente con una vísita o telefonata. Se è morto, farai qualche òpera di bene in suo suffràgio.

Mercoledì, 3 gennaio 2018Santissimo Nome di Gesù

Liturgia della Parola1Gv 2,29-3,6; Sal 97; Gv 1,29-34

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo

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Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».

…È MEDITATASolo il Fíglio di Dio battezza in Spírito Santo e «si manifestò per tògliere i peccati... e... per distrúggere le òpere del diàvolo» (1Gv 3, 5 e 9). San Giovanni Battista ne dà testimonianza con fermezza, umiltà, scienza bíblica e vita penitenziale. I battezzati di tutti i tempi gioíscono di ciò e càntano al Signore «un canto nuovo, perché ha compiuto meravíglie» (Sal 98 [97],1). Questa consapevolezza e gratitúdine deve accompagnare tutta la vita del credente, anche perché solo «Chi rimane in Lui non pecca» (1Gv 3,6).

…È PREGATASignore, Agnello di Dio, ¿ti fàccio conòscere con la mia vita e con le mie parole? Tieni lontano da me ogni peccato, che mi renderebbe iniquo verso di Te, verso di me e verso gli altri. Rendi la mia vita un canto nuovo: di lode, di gràzie, di amore inconteníbile. Amen

…MI IMPEGNA«Entro stasera farò un buon esame di coscienza». Se non sai come si fà, e sai usare un motore di ricerca sulla Rete, cerca: “Come fare un buon esame di coscienza”. È importante vigilare sulla nostra pulizia interiore, per non fare cattive o incomplete confessioni.

Giovedì, 4 gennaio 2018Santa Angela da Foligno, religiosa

1° giovedì del mese: preghiera per le vocazioniLiturgia della Parola

1Gv 3,7-10; Sal 97; Gv 1,35-42LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIl giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono

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Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» - che significa Pietro.

…È MEDITATADiversi modelli di santità e di vocazioni ci presenta la parola di Dio di oggi, e tutti ruòtano attorno al Maestro e Messia Gesú. Il Battista è chiamato ad èssere Precursore e parla dell’Atteso ai suoi discèpoli perché si ségua, adesso, da Presente. Andrea e Giovanni si fídano di quel buon testimone e séguono Gesú in cerca di stabilità e di una dimora per la loro sete di verità. Simone ascolta il fratello e, trovato il Messia, si consegna a lui con grande disponibilità (Si fà cambiare anche il nome!). ¡Quante differenze e quante somiglianze nella stòria di ogni vocazione! In tutte c’è una ricerca sincera; a tutte è Gesú che ispira, si comúnica e ci coinvolge; per tutte la comunicazione personale si serve dell’entusiasmo di fede di una comunità. Le differenze sono nel tempo di innesto e nei luoghi in cui si innesta la buona novella. Ciascuno di noi avrà, infatti, in mente l’evento di salvezza che ha cambiato la sua vita. Per l’Evangelista e per sant’Andrea «èrano circa le quattro del pomeríggio» di quel giorno indimenticàbile.

…È PREGATAGràzie, o Dio mio, per la chiamata alla vita, a vívere il Vangelo nello stato di vita che mi hai fatto riconòscere, e per la vocazione alla santità, come tu sei Santo. Gràzie, per tutte le volte in cui non ti ho detto gràzie e per tutte le persone per cui non ti ho detto gràzie. Non hai creato solo me; non hai

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salvato solo me e non vuoi che sia santo solo io. Pertanto: dàmmi sempre la fedeltà e il desidèrio di camminare insieme a quanti mi hai posto accanto. Amen.

…MI IMPEGNAOggi vòglio fare memòria di tutte le belle persone che hanno arricchito la mia vita, soprattutto per la loro testimonianza di fede; e dedicherò la preghiera del santo Rosàrio a loro, per ringraziare Dio per la loro presenza e testimonianza, e pregherò anche perché tante vocazioni al sacerdozio ministeriale nàscano da altre belle testimonianze.

Venerdì, 5 gennaio 2018Santa Amelia, vergine e martire

Liturgia della Parola1Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo»

…È MEDITATAAnche oggi assistiamo a una nuova vocazione per “contàgio”, ma stavolta Gesú, nel rapporto con Natanaele, ci fà notare quanto ami coloro «in cui non c’è falsità». «Dio è piú grande

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del nostro cuore e conosce ogni cosa» (1 Gv 3,20): intenzioni, límiti, desiderî, esperienze, peccati, passato, presente e futuro. Di Natanaele non guarda tanto il giudízio sommàrio su Nàzaret, forse dovuto alla pròpria esperienza, ma la sincerità del cuore e delle parole, perché dove non c’è malízia e secondi fini, Dio può progressivamente dissipare anche i pregiudizi. E, infatti, l’esclamazione entusiasta di Natanaele: «Rabbí, tu sei il Fíglio di Dio, tu sei il re d’Israele!», làscia presagire il séguito della sua stòria di santità: ha avuto come único Maestro e Re il Fíglio di Dio, accettando anche il martírio.

…È PREGATAGesú mio, vero uomo e vero Dio, sii il mio Maestro e, dopo avermi accolto cosí come sono, manda il tuo Spirito a trasformarmi piano piano cosí come mi vuole Dio Padre. Amen

…MI IMPEGNAOggi vigilerò su me stesso, per non dire neanche la piú piccola bugia.

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Annunzio del giorno di Pasqua

Dopo la proclamazione del Vangelo, il diacono o il sacerdote o un altro ministro idoneo può dare l’annunzio del giorno della Pasqua.

Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestatae sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua 1 Aprile. In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte. Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi: Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 Febbraio. L’Ascensione del Signore, il 13 Maggio. La Pentecoste, il 20 Maggio. La prima domenica di Avvento, il 2 Dicembre. Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.

A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli. Amen.

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Sabato, 6 gennaio 2018Epifania del Signore

SolennitàGIORNATA PER L’OPERA PONTIFICIA DELLA SANTA INFANZIA

Liturgia della ParolaIs 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2,1-12

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

…È MEDITATAIl Re dei Giudei è anche il Re dell’Universo e l’Universo gli obbedisce: infatti una stella fà da guida ai magi e cosí il creato fà da guida a chi vuole adorare il vero Dio. Chi non vuole adorare il vero Dio, invece, non si làscia convíncere nemmeno da prove piú grandi e migliori, come sono le profezie contenute nella Sacra Scrittura. Ecco allora un contrasto tremendo: i notàbili e studiosi pagani «al vedere la stella,

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provàrono una giòia grandíssima», mentre «il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme». È nel cuore e nella mente di ogni uomo che si gioca la partita dell’accoglienza o del rifiuto, perché non basta informarsi su chi sia Dio: bisogna anche volerLo adorare, in qualunque modo e luogo Egli vòglia manifestarsi.

…È PREGATASignore Gesú, fra i non cristiani vedo battésimi di desidèrio che fanno arrossire la mia appartenenza piena a Te e all’Único Ovile, in cui vuoi tutti condurre. Se tanto bene vedo in uòmini di buona volontà che non Ti conòscono ancora, ma Ti adòrano nella culla della Verità a cui partécipano; quanto piú il mio battésimo in acqua e Spírito Santo mi impegna a dare buoni frutti in tutto ciò che fàccio. Amen

…MI IMPEGNALa cosa piú difficile che il Signore chiede al cristiano è di amare i nemici e pregare per i persecutori. Su queste due cose ho molto da lavorare…

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Domenica del Battesimo del SignoreDomenica, 7 gennaio 2018San Raimondo de Peñafort, sacerdote

Liturgia della ParolaIs 55,1-11; Is 12,2-6; 1 Gv 5,1-9; Mc 1,7-11

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

…È MEDITATAGesú comíncia la sua missione púbblica con il Battésimo nel Giordano, che avviene per mano di Giovanni il Battista, ma che non è piú il battésimo di penitenza: nessuno dei penitenti giovannei, infatti, «vide squarciarsi i cieli e lo Spírito discèndere verso di lui come una colomba» e sentire la voce di Dio Padre dire: «Tu sei il Fíglio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Gesú, senza peccato, non aveva bisogno né dell’uno né dell’altro battésimo, ma fà questo gesto di umiltà per portare in quell’acqua di penitenza tutta l’umanità e per dire a tutti che cosa accade nel nuovo battésimo in Ispírito Santo, cioè nel battésimo cristiano. In questo battésimo tutta la Trinità è all’opera e ci abbraccia: il Figlio con la sua vita offerta per tutti; lo Spirito, che prende dimora nell’uomo; e il Padre, che si compiace di vedere il Figlio, e in Lui tanti altri figli che il peccato aveva sfigurato.

…È PREGATAO Padre, che anche in me, come in Gesú, tu possa sempre trovare il tuo compiacimento. Amen

…MI IMPEGNA

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Oggi segnerò sul calendario, come giorno di festa, il giorno del mio battésimo: cosí non me ne dimenticherò, quel giorno, per ringraziare di cuore la Santissima Trinità.